ANIMALI D'AUSTRALIA..e NUOVA ZELANDA

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  1. gheagabry
     
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    « Vidi un animale grazioso; ma, dal momento che si era rifugiato nella cavità di un albero, non potei capire se si fosse trattato di una specie di scoiattolo, donnola o gatto selvatico... »
    (George Fletcher Moore)



    IL NUMBAT


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    Fra i marsupiali carnivori, il mirmecobio è molto singolare, noto anche come formichiere dalle strisce o formichiere marsupiale, o ancora come "numbat", così viene chiamato dagli aborigeni dell'Australia, dove vive.

    Il numbat è una piccola creatura variopinta lunga, coda compresa, 35-45 cm, con un muso sottile e appuntito e una grossa coda cespugliosa all'incirca della stessa lunghezza del corpo. La colorazione varia considerevolmente, dal grigio chiaro al bruno-rossastro, spesso con un'area color rosso mattone sulla parte superiore del dorso, e sono sempre presenti due evidenti strisce nere che dalla punta del muso, passando attraverso gli occhi, giungono fino alla base delle orecchie, piccole e dalla punta arrotondata. Da quattro a undici strisce bianche attraversano i quarti posteriori, divenendo generalmente più sbiadite verso la regione mediana del dorso. La regione ventrale è color crema o grigio chiaro, mentre la coda è ricoperta da lunghi peli grigi brizzolati di bianco. Il peso è di circa 280-700gr. Diversamente dalla maggior parte degli altri marsupiali, il numbat è un animale diurno, a causa soprattutto del fatto di essersi indirizzato verso una dieta specializzata. I numbat sono insettivori e la loro dieta è costituita quasi esclusivamente da termiti. Un esemplare adulto necessita anche di 20.000 termiti al giorno. Il numbat ha cinque dita sui piedi anteriori, e quattro su quelli posteriori. Come altri mammiferi che si nutrono di termiti o formiche, ha mascelle molto deboli con al massimo 50 denti rudimentali molto piccoli e, sebbene sia in grado di masticare. Ha lingua molto lunga e sottile, foderata di saliva appiccicosa prodotta da grandi ghiandole sottomandibolari.
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    Un ulteriore adattamento alla dieta è la presenza di numerose creste lungo il palato molle, che apparentemente servono a grattare via le termiti dalla lingua in modo da poter essere inghiottite. Sebbene il numbat trovi i termitai prevalentemente grazie all'olfatto, è dotato della vista più acuta di qualsiasi marsupiale, e, cosa strana per questo gruppo di animali, ha una grande quantità di coni nella retina. È probabile che questa caratteristica sia un adattamento alla vita diurna, e la vista sembra essere il senso principale utilizzato per individuare potenziali predatori. I numbat entrano regolarmente in uno stato di letargia, che, durante i mesi invernali, può protrarsi anche per quindici ore al giorno. I numbat sono solitari per la maggior parte dell'anno, ogni individuo occupa un territorio di più di 50 ha. Durante i mesi più freddi un maschio ed una femmina possono spartire lo stesso territorio, ma vengono raramente visti insieme in altri periodi.
    Le cavità dei tronchi d'albero vengono usate come rifugio durante l'anno e spesso vi trascorrono la notte nei mesi freddi. I buchi scavati e le cavità dei tronchi contengono nidi di foglie ed erba.
    Oggi, i numbat si incontrano solamente nelle foreste di eucalipto, ma una volta occupavano altri tipi di habitat forestali aridi, praterie di Spinifex e addirittura terreni dominati da dune sabbiose.


    I numbat si riproducono in febbraio e marzo, partorendo generalmente un'unica cucciolata all'anno, sebbene possano dare alla luce un'altra nidiata se la prima va perduta. Dopo una gestazione di 15 giorni nascono quattro piccoli. Diversamente dalla maggior parte dei marsupiali, le femmine di numbat non sono dotate di marsupio: la zona attorno ai quattro capezzoli è circondata di peli ispidi di colore dorato, ai quali si aggrappano i piccoli durante l'allattamento, e protetta da pieghe di pelle estese tra l'addome e le cosce.

    Prima della colonizzazione europea, il numbat era presente da Nuovo Galles del Sud e Victoria fino all'Oceano Indiano, mentre a nord si spingeva fino all'estremità sud-occidentale del Territorio del Nord. Era di casa in una vasta gamma di ambienti forestali e semiaridi. L'introduzione volontaria di volpi rosse europee nel XIX secolo, tuttavia, ha cancellato l'intera popolazione di numbat di Victoria, Nuovo Galles del Sud, Australia Meridionale e Territorio del Nord, nonché quasi tutti gli esemplari dell'Australia Occidentale. A partire dalla fine degli anni '70, l'intera popolazione, meno di 1000 individui, è concentrata in due piccole aree non distanti dalle città di Perth, Dryandra e Perup.
    Il suo aspetto grazioso ne ha fatto l'emblema dell'Australia Occidentale e vari progetti di conservazione sono tuttora in atto per cercare di proteggerlo dall'estinzione.


    Edited by gheagabry1 - 15/1/2020, 12:39
     
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    Artisti da tutto il mondo rendono un tributo agli animali morti negli incendi in Australia

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    l'ECHIDNA

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    Quest’ordine comprende animali particolari che racchiudono alcune caratteristiche proprie dei Mammiferi altre dei Rettili. Si parla pertanto di una forma antica di Mammifero. Alcune caratteristiche come una parte dello sviluppo dell’embrione all’interno dell’uovo e la presenza di una porzione terminale dell’intestino, nella quale confluiscono sia l’apparato riproduttore che quello escretore la incontriamo anche negli Anfibi, nei Rettili e negli Uccelli. In realtà molte altre caratteristiche come la pelliccia, le ghiandole mammarie, un singolo osso della mascella inferiore e tre piccoli ossicini dell’orecchio ci fanno capire che si tratta di veri e propri Mammiferi. Altra caratteristica fondamentale riguarda la temperatura: tutti i Mammiferi infatti hanno una propria temperatura interna non dipendente dalla temperatura dell’ambiente circostante. La temperatura corporea è comunque sempre
    superiore a quella esterna.
    L’echidna può essere facilmente riconosciuta per la presenza di aculei posti tra la pelliccia, che varia dal nero al marrone. Spicca il muso particolarmente allungato, cilindrico e privo di peli e di aculei, con all’estremità le narici. L’apertura boccale permette appena la fuoriuscita della lingua cilindrica. Gli aculei nascondono la coda e le orecchie piuttosto larghe e poste verticalmente dietro gli occhi.
    Il maschio, più grande della femmina, può essere anche riconosciuto anche per la presenza di uno sperone sulla zampa posteriore. Le zampe corte ma forti, dotate di unghie potenti consentono all'animale di scavare rapidamente nel terreno duro.... è lunga dai 35 ai 53 cm, esclusa la coda, che è corta e pesa 5-10 kg. L’echidna è un animale piuttosto solitario, la cui attività è molto condizionata dalla temperatura.


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    Generalmente è attivo all’alba e al tramonto, ma, nei periodi più caldi, preferisce cacciare di notte; se la pioggia persiste per lunghi periodi, l’echidna cerca rifugio in attesa di un miglioramento. Al sopraggiungere della stagione più fredda, l’echidna entra in uno stato prolungato di inattività. E’ un carnivoro terrestre e si nutre di formiche e di termiti e anche di altri insetti non coloniali e di vermi. L’echidna modifica la sua strategia alimentare tra agosto e settembre. Infatti, in questi mesi fa razzia nei nidi di una particolare specie di formica, cibandosi delle femmine particolarmente grosse. Il Monotremo rischia molto perché questi insetti possiedono un pungiglione molto doloroso. Nei rimanenti mesi dell’anno, quando probabilmente le femmine di queste formiche non sono particolarmente appetitose, i nidi sono attentamente evitati.A questi animali non servono, quindi, dei denti per strappare e per tagliare il cibo, bensì delle strutture che consentano di macinare gli insetti. Per catturare i vermi, l’echidna presenta una lingua armata di piccole spine che intrappolano gli invertebrati. L’olfatto per cercare le prede è molto utilizzato e, quando queste sono individuate, l’echidna estroflette la lunga e flessibile lingua.... possiede, inoltre, delle ghiandole velenifere non funzionanti. Quando questo Monotremo è disturbato o spaventato innalza i propri aculei per difendersi, assumendo una forma tondeggiante. Gli aculei possono essere drizzati grazie ad un leggero strato di muscoli posto nella pelle. Per assicurarsi maggior protezione, se il suolo lo consente, può scavare velocemente una buca e nascondersi completamente. Non sono molte le conoscenza sull’echidna sia per quanto riguarda la gestazione e la longevità in natura.
    L’echidna non costruisce una tana stabile, realizzata di solito nelle cavità degli alberi, tra i cespugli o sotto i rami. Il nido fisso è costruito dalla femmina solo quando sta incubando l’uovo o quando sta alimentando la prole.


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    Le 30,000 volpi volanti dalla testa grigia dello Yarra Bend Park, poco fuori Melbourne, Australia, stavano vivendo un inizio primavera abbastanza nella norma.

    A Settembre e Ottobre – primavera in Australia e prima stagione di nascita per questi pipistrelli di circa 27 cm – molte delle volpi volanti erano tornate al parco dalla loro migrazione invernale sulla costa. Le femmine stavano partorendo i piccoli, dichiara il biologo Stephen Brend, incaricato di monitorare le volpi dalla testa grigia nella provincia di Victoria, incluso lo Yarra Bend Park, che è una colonia significativa per questi pipistrelli. Tutto era nella routine.

    “E poi è iniziato l’orrore”, continua Brend. “È diventato troppo caldo, troppo velocemente”.


    Incapaci di sopravvivere al calore estremo e implacabile che lo scorso dicembre aveva stretto nella sua morsa Melbourne, le volpi volanti hanno iniziato a morire. Nell’arco dei tre giorni precedenti al Natale, quando le temperature superavano i 40 gradi, sono morte nel parco circa 4,500 volpi volanti dalla testa grigia, ovvero il quindici per cento della popolazione di quella colonia.

    La tragedia delle volpi volanti del parco rievoca le scene della fauna sofferente nel continente e mette in luce i pericoli del calore eccessivo, che per alcune specie può essere letale esattamente come il fuoco.

    Grandi e piccoli, veloci e lenti, gli animali originari del continente australiano sono vittime delle ondate di calore e degli incendi che stanno devastando l’Australia a una velocità senza precedenti. È l’estate più calda e più secca mai registrata nel continente australiano. E mentre il pianeta si riscalda, gli incendi di grandi dimensioni diventano sempre più frequenti, e la stagione degli incendi boschivi si allunga.


    Per le volpi volanti dalla testa grigia, classificate come una specie a rischio estinzione dall'International Union for the Conservation of Nature, quello dello Yarra Bend non è un evento isolato. “La colonia ad Adelaide ha sofferto anche di più”, spiega Brend. Diverse migliaia di cuccioli di volpi volanti sono morte lì per l’estremo calore tra Novembre e Dicembre, sostiene Justin Welbergen, professore associato di ecologia animale alla Western Sydney University e presidente della Australasian Bat Society.

    Il 4 gennaio, molte migliaia di cuccioli di volpi volanti sono morte raggruppate sui loro posatoi dentro e vicino al Nuovo Galles del Sud, dove le temperature hanno raggiunto un record di 50 gradi. Il team di Welbergen, che monitora le condizioni di stress legate al caldo delle volpi volanti sta facendo un bilancio delle vittime.

    Il calore eccessivo di questa estate e i grandi incendi, che hanno messo in pericolo l’intera cosa est australiana – in primis l’habitat della volpe volante – “rischiano di spazzare via la generazione del 2019” dei pipistrelli neonati, afferma Brend. Circa l’80% dei cuccioli di volpi volanti sono nati a Ottobre. Erano piccoli e vulnerabili quando le ondate di calore e gli incendi sono scoppiati alla fine dello scorso anno.



    Ma la tempistica del picco di calore di quest’anno – subito dopo la stagione delle nascite – ha contribuito a rendere il tasso di mortalità particolarmente alto. Dal momento che i piccoli erano ancora in fase di svezzamento, l’energia delle madri era ridotta, e loro tutti – genitori e piccoli – erano più vulnerabili, continua Brend. Il primo weekend di dicembre è stato particolarmente caldo e poi sono seguiti giorni altrettanto caldi per l’intero mese, il tutto culminato nei tre giorni di morti in cui si è raggiunto - il 20 dicembre - un picco di 50 gradi allo Yarra Bend.

    “È terribile e spaventoso per le specie. E questo sta accadendo all’intera popolazione”, dice Brend. Anche se lo Yarra Bend Park non è stato colpito dagli incendi, gran parte dell’habitat delle volpi volanti si trova proprio nelle zone lungo la costa orientale dell’Australia.

    australia-flying-foxes-heat-02



    I pipistrelli sono nomadi. Gran parte della loro specie è nelle zone incendiate. Molti viaggiano a nord, fermandosi nelle foreste lungo la costa, che magari trovano bruciate. Gli “incendi hanno distrutto le principali fonti di foraggio a un livello senza precedenti”, afferma Welbergen. “Non sanno dove rifugiarsi”, dice Brend. “Non è come dire a Melbourne la situazione è critica ma è ok nel Nuovo Galles del Sud. Non c’è rifugio da nessuna parte”.


    “In questa annata dell’orrore, tutte le specie stanno soffrendo. È davvero spaventoso”, conclude Brend. “Noi abbiamo caldo, loro hanno caldo, ed è davvero un incubo”.




    FOTOGRAFIA DI DOUG GIMESY
    www.nationalgeographic.it
     
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