Luna in piena è un album di Nada, pubblicato in occasione della partecipazione della cantante al Festival di Sanremo 2007. La track list comprende 10 brani inediti, tra cui i due singoli Luna in piena e Pioggia d'estate. Il disco vince il Premio di miglior album indipendente dell'anno al Meeting Etichette Indipendenti.
Tracce
Luna in piena Pioggia d'estate Distese Il sole è grosso L'attaccapanni La verità Questo giorno Combinazioni Tutto a posto Niente più
recensioni:
Quel “deun deun deun” onomatopeico che irrompe su Luna in piena come un folle emissario del caos rimarrà a lungo nella memoria degli spettatori di Sanremo, sia di quelli che hanno apprezzato la coerenza della cantante nel portare in riviera una canzone che nulla concedeva alla platea nazional-popolare sia di quelli per i quali quella dissonanza faceva del brano una schifezza e basta (ahimé esistono, e tengono anche blog). Nada, insomma, ha ribadito sul palco più popolare d’Italia che ormai il suo percorso musicale l’ha portata altrove, verso un rock post-anni ’90 con un pizzico di Italia nelle melodie: non a caso ha chiamato non solo Cristina Donà per la serata dei duetti, ma anche il suo chitarrista Lorenzo Corti ad arrangiare un disco che, meno “educato” nel suono rispetto a Dove sei sei (il suo precedente Festival, 1999), meno vario di L’amore è fortissimo…, ammorbidisce di poco le informali chitarre Parish-iane del precedente Tutto l’amore che mi manca e di niente il mood dominante dei suoi dischi da quando ne è diventata autrice, ovvero una rabbia innocente mescolata a disincanto sornione. Già, perché se certe cose del mondo continuano a farti schifo le irrequietezze non passano con l’età, così come una certa innocenza trova sempre la forza di tornare a sperare e combattere anche dopo le delusioni, che tutt’al più lasciano tracce di consapevolezza amara e insieme sorridente in un vocione già basso ai tempi dell’esordio nel ’69: si sentono infatti i 30 e oltre anni che dividono il timbro con cui nel ’73 cantava la ciampiana La passeggiata da quello odierno della splendida Pioggia d’estate che ne riprende l’atmosfera. E per non sbagliarsi, Tutto a posto ribadisce senza mezzi termini che l’autrice non è pacificata affatto: “a posto un cazzo”, se è una risposta al Bob Marley di No Woman No Cry, è poco elegante ma di indubbia chiarezza. Così, dopo una title-track che sta convertendo i perplessi, troviamo tra riferimenti ed influenze padroneggiati con mano salda, la pigrizia fricchettona di Distese, gli ammiccamenti blues de Il sole è grosso, il lo-fi de L’attaccapanni e gli echi della floydiana Money in La verità, mentre Combinazioni (tra Reed e CSI) chiude il cerchio riprendendo quel “deun deun” già riarmonizzato sul finale del brano sanremese. L’insolita incursione nello stile-Pravo di Niente più chiude un disco che conferma la piena salute di una musa che ormai fa come le pare, a Sanremo o nell’indie.
Giulio Pasquali sentireascoltare.com
Luna In Piena
Di GustavoTanz debaser.it
Nel mondo musicale femminile Nada Malanima è una persona dotata di un carisma molto particolare. Una che ti sembra priva di cuore in certe liriche ma che in realtà il cuore ce l'ha. Una che ha saputo e sa tuttora vivere senza cadere nella peggior forma di trash.
Io sinceramente suddividerei in tre fasi la sua carriera: dalle canzoni semplici ("Ma Che Freddo Fa") è passata in seguito a sperimentazioni mai banali ma piene di anima ("Ho Scoperto Che Esisto Anch'Io", lavoro con i testi scritti da Piero Ciampi, o i dimenticati -ingiustamente- esperimenti elettronici di "Noi Non Cresceremo Mai" e "Baci Rossi"), fino alla maturazione definitiva, che già si intravedeva con "Dove Sei Sei" del 1999, e che si è completata con luscita del suo capolavoro, "L'Amore E' Fortissimo e Il Corpo No". Un disco sincero, duro, pesante. Analogo discorso per il degno successore "Tutto L'Amore Che Mi Manca" del 2004. Senza contare poi la collaborazione con Massimo Zamboni nel cd "Sorella Sconfitta" e nel live "L'Apertura". 2007: è l'anno di questo "Luna In Piena", ultimo capitolo di questa nuova trilogia (per come la vedo io) dell'ex pulcino di Gabbro, oggi rockettara odierna, sotto la RadioFandango. Perché anche Nada è una rocker. E, fino a prova contraria, ora è più rocker lei piuttosto che Ligabue, o Vasco Rossi, o la Nannini (tutti e tre ormai smunti, dissolti, pur avendo fatto delle cose molto valide anni fa). E' una base quasi elettronica, quasi da discoteca, ad introdurre l'ottima titletrack, presentata a Sanremo. Ma quella base inganna, ed a confermarlo sono quelle chitarre e quegli archi che arriveranno in seguito. Ma è solo l'inizio, prima di essere catapultati in una dimensione quasi lo-fi, con la coinvolgente ballata "Pioggia D'Estate".
"E vola questo mondo vola intorno E sanguinano gli occhi nel rimpianto E vola questo mondo vola basso E sanguinano gli occhi per il vento"
Dalle tracce successive si respirerà un'aria particolare. Un'aria con un pizzico d'Appennino reggiano, visto che ad assistere la Malanima in questo lavoro sono Simone Filippi e Luca Rossi degli Ustmamò.
Lei però è capace anche di essere in altre canzoni quella stessa "luna in piena" sotto forma umana, vista la sua capacità di osservare le "Distese" (sotto il dobro suonato egregiamente da un personaggio da scoprire come Cesare Basile), o di confrontarsi con "Il Sole Grosso", il suo opposto ("E se rimane un po' di neve / Si scioglierà in queste vene / E tutti i nodi al pettine verranno").
E la nostra si trova anche sul punto di affrontare l'incapacità di riuscire a comunicare con gli altri ("L'Attaccapanni"), fino a sintetizzare sotto forma di blues i motivi di una separazione in "La Verità" ("Non mi devi odiare / Perché ti lascio andare"). Per poi calmarsi quando ai suoi occhi appare una bella giornata ("Questo Giorno"). Ma il tutto dura poco. E a testimoniare ciò sono le "Combinazioni" con cui avrà a che fare. La conclusione: non è "Tutto A Posto" ("Maledetta, è una guerra persa / Tra le ossa in questo stato mi trascino disarmata"). Ne consegue una certa pazzia ("Coccodrilli nelle chiese, forza d'urto prepotenza / Luna piena s'incatena a una finestra poi si svena").
Si guarda intorno e si rende conto che certe cose sono difficili da recuperare ("Niente Più"), pur sperando di risolverle in ogni modo.
Ma ai nostri occhi questa luna, questa Nada in meditazione (vedesi la copertina), è davvero in piena. Lucente e capace di mantenere la sua forma. Come al solito. Senza avere per forza la voglia di fare un altro capolavoro, senza pretendere di saper ballare per forza il tango o il valzer. Basta essere sinceri con sé stessi e davanti agli altri. Poi magari un altro capolavoro uscirà fuori sul serio prima o poi, ma in questo caso il risultato è soltanto molto ma molto buono.
Maledetta questa sete che rabbia Questa voglia matta questa infinita ricerca Maledetta maledetta questa neve che mi ronza E diventa ghiaccio e mi fredda il cuore, anche Se non vorrei dire niente se mi sento cosi forte Senza gambe e senza porte in un tempo che mi offende E Ce n'è voluto tanto di pensiero e di rimorso Per uscire fuori tutto a posto Tutto a posto a posto un cazzo E la testa è una mazza che, che sbatte Contro la tazza di caffè E la testa è una mazza che non pesa più Che sbatte forte Su una tazza di caffè Su una tazza di caffè Su una tazza di caffè Maledetta, è una guerra persa Tra le ossa in questo stato mi trascino disarmata E non c'è carezza che non sia diversa Per uscirne fuori tutto a posto Tutto a posto a posto un cazzo E la testa è una mazza che, che sbatte Contro la tazza di caffè E la testa è una mazza che non pesa più Che sbatte forte Su una tazza di caffè Su una tazza di caffè Su una tazza di caffè Pesci morti nella schiuma pappagalli mine verdi Coccodrilli nelle chiese forza d'urto prepotenza Luna piena si incatena a una finestra poi si svena Tutto a posto Tutto a posto Tutto a posto Tutto a posto
Vamp è un album della cantautrice italiana Nada, pubblicato il 12 aprile 2011 dalla Infecta Records (distribuzione Edel), coprodotto dalla stessa artista e da Manu Fusaroli al NaturalHeadQuarter Studios di Ferrara e masterizzato negli studi di Abbey Road a Londra da Geoff Pesche. Il disco è composto da dieci brani inediti ed è stato preceduto il 28 marzo dal lancio radiofonico del primo singolo Il comandante perfetto. Alla registrazione del disco ha partecipato la band pisana Zen Circus, con cui Nada aveva già collaborato nel brano Vuoti a perdere del 2008. Il secondo singolo estratto è La canzone per dormire, seguito da Stagioni. Nada è autrice di tutti i testi e le musiche.
Tracce
Sirena - 3:59 La febbre della sera - 3:53 La canzone per dormire - 3:57 Chiodi - 4:22 L'elettricità - 3:45 Raccogliti - 4:25 Il comandante perfetto - 4:04 Sarebbe una serenata - 3:51 Stagioni - 3:38 Piantagioni di ossa - 4:37 Stagioni - Demo - 2:34 (iTunes Bonus Track)
Vamp (Recensione)
Andrea De Poi
"C'è una storia che si annoda e non si scioglie più…"
Così inizia il quindicesimo album della livornese Nada Malanima, suo nome di battesimo e non un nome d'arte come alcuni forse pensano. Un album che già dalla prima traccia fa capire la direzione in cui la cantante è andata, dopo "Luna in piena" del 2007, premiato come miglior album indipendente al MEI e dopo "Tutto l'amore che mi manca" (2004) prodotto da John Parish, la bella Malanima si affida alla produzione di Manu Fusaroli presso il suo Natural HeadQuarter di Ferrara (per chi non lo conoscesse, ha prodotto l'ultimo lavoro degli Zen Circus, ha lavorato con Tre Allegri Ragazzi Morti, Karate, Il Teatro degli Orrori, Violent Femmes, etc…). Ci sarebbe da fare una piccola parentesi: nel 2009, mentre gli Zen Circus registravano "Andate tutti affanculo", pensarono bene di mandare a Nada il provino di una canzone, "Vuoti A Perdere", che poi lei decise di cantare sul loro album. Detto questo si può capire come mai su questo Vamp appena uscito si può leggere il nome di Andrea Appino e Karim Qqru tra i crediti, infatti i due terzi degli Zen Circus hanno collaborato alla stesura di questo album rendendolo forse un po' più punk. Fatte queste premesse si può passare alle canzoni, molto rock, con una buona dose di tastiere ed elementi elettronici, il tutto condito dall'inconfondibile voce roca di Nada. Vamp inizia con "Sirena" , un pezzo un po' malinconico ("Ah, cosa vuol dire straziare il cuore perdutamente e perdere la cognizione dell'essere umano nell'abbandono") ma che fa muovere e che ipnotizza proprio come il canto di una sirena. A seguire "La Febbre della Sera", dove malinconia e sensualità si fondono in un flusso di parole che è pura poesia ("E passano carezze come lance infuocate da lingue di piacere") il tutto sostenuto da un semplice ma solido apparato strumentale. Traccia numero 3, primo singolo, è "La Canzone per Dormire" in cui Nada implora la madre di cantarle una canzone per dormire poiché "Io non sono quella nata sotto una stella buona, chiara come era nella notte illuminata quando un bambino che nasceva tra la paglia si beava", una canzone più sporca nei suoni rispetto alle altre presenti sul disco con chitarre distorte che cercano di sovrastare la voce. Segue poi "Chiodi", un pezzo cupo ("Mi stringerai così forte da rompere tutte le ossa") e allo stesso tempo musicalmente forte soprattutto nel finale. "L'Elettricità" inizia con un'intro di tastiere e subito la voce di Nada entra nelle nostre orecchie cantando di nucleare, di uomini e di cuori femmina. Segue poi "Raccogliti", pura poesia in cui la cantante ci invita forse alla riflessione e alla consapevolezza di quello che ci circonda e dove le tastiere si intrecciano con dolci chitarre e una batteria minimale. "Il Comandante Perfetto", che a detta della stessa Nada non parla di questa politica perché questa politica non le piace, è una simpatica canzone, un po' ironica un po' polemica nei confronti di un comandante "che sembra bello come un dio, che vuole bene alla gente ma che pensa solo per se", una di quelle da ascoltare sicuramente. A seguire c'è poi "Sarebbe una Serenata", un brano malinconico ("sarebbe una serenata se tu ora fossi qui, invece è una mitragliata da sola senza te") e allo stesso tempo divertente e autoironico ("e allora mi metto a ballare tra la gente vicino al mare anche un lurido casquet"). Chiudono poi "Stagioni" e "Piantagioni di Ossa", brani dai temi cupi ormai cari a Nada ("Piantagioni di ossa, colano i miei occhi, niente da portarmi dietro sulle spalle. Acquile all'orizzonte, ferri arrugginiti sbattono contro i vetri le voci dei bambini"). Che dire dunque? Per chi già conosceva la cantante non può che essere contento di questa evoluzione musicale tesa alla ricerca di un suono nuovo e fresco, al passo coi tempi e non per questo poco curato. Chi invece non l'ha mai ascoltata saprà apprezzarla per i suoi testi, per le sue canzoni semplici ma piene di sentimento ed emozioni. Questo è un ottimo lavoro visto l'andamento della produzione musicale italiana di un certo livello al momento. Da sottolineare il fatto che presto partirà il tour estivo promozionale di questo Vamp e Nada sarà accompagnata dagli Zen Circus più Francesco Motta dei Criminal Jokers . E vi assicuro che questa è sicuramente una delle scelte migliori che la cantante dall'animo punk poteva fare!
Raccogliti non perdere niente è tutto così importante quello che sembra inutile raccogliti non ti buttare via tieni il valore delle cose più piccole grandi sono i dolori che nemmeno ti accorgi di tutti i colori ai aiaiia e ridi ridi ridi a disfare e sputa sangue sputa l'amore sulle strade che vuoi sconosciute e diverse le ferite del mondo sembrano così chiare ai aiaia aiaia aiaia aiaia aiaia Raccogliti tra le montagne non dividere il tuo peso con il denaro e cercati tra questi alberi anche tu sei un pezzo di legno sei un asse che ha gli anni tutti i suoi anni ma quanti quanti quanti son gli anni ai aiaiai e ridi ridi ridi a disfare e sputa sangue sputa l'amore sulle strade che vuoi sconosciute e diverse le ferite del mondo sembrano così chiare ai iaiaia iaiaia iaiaia aiaiai aiaia aiaia aiaia aiaia aiaia Raccogliti nell'oceano
Sarebbe una serenata Sarebbe una serenata se tu ora fossi qui invece è una mitragliata da sola senza te sarebbe una notte chiara ma stelle non ce ne invece è una guerra fredda scaldata da un caffè e ora sono qui da sola sono qui l'amore è come una canzone e non lo so perché e allora mi metto a ballare tra la gente vicino al mare anche un lurido casquet un lurido casquèt un lurido casquèt un lurido casquèt un lurido casquet un lurido casquèt
Ciao cari amici, voglio ricordare il mio amico Gianni Marchetti. Per quelli che non lo sanno vi dico che era un grande musicista, che ha scritto le musiche delle canzoni di Piero Ciampi e del mio bellissimo disco "Ho scoperto che esisto anch'io" . Come avrete capito se ne è andato e ora mi piace immaginarlo insieme a Piero davanti a un fiasco di vino rosso. Questa è la vita. Ce lo siamo già detti altre volte. Ma la vita è anche che il mio pensiero per voi capita il 25 aprile che per me è sempre la "festa della liberazione". Liberazione, libertà, sono parole eccitanti e per dare il giusto significato a queste parole, ragazzi, uomini e donne sono morti per noi, ci pensate? Noi adesso siamo qui a ridere, cantare, lavorare, amare, correre, leggere. Liberi. Ieri, qui nell'immensa Maremma, ho visto un gregge con tanti agnellini. Che bello !! Sono stati risparmiati dalla Pasqua. Si è mangiato meno quest'anno? Sarebbe meglio mangiare più verdura che fa meno male, anche alla testa, così che torni nella norma. Evviva evviva. Nada.
PENSIERO25!- nadamalanima.it-official site
LIVE - STAZIONE BIRRA
2008 Rai Trade/Edel
“Nada Live – Stazione Birra”, in uscita il 2 maggio, è annunciato come il primo disco live di Nada. Bisognerebbe specificare di “Nada solista” perché di registrazioni dal vivo ce ne sono state, e molto interessanti, in passato: con Massimo Zamboni - di cui, tra l’altro, ieri è uscito il nuovo disco, a cui Nada partecipa in alcuni pezzi - e, con una costola degli Avion Travel, nel sofisticato Nada Trio. In ogni caso la cantante livornese è bravissima, su disco e soprattutto dal vivo, e questa uscita si annuncia già preziosa. Una sorta di riassunto, fino ad oggi, di una carriera eccezionale in cui è sempre cresciuta, si è rinnovata, ha esplorato nuove rotte e sperimentato collaborazioni e progetti “alti”. Chi vuole fare rock italiano indipendente farebbe bene a conoscerla, perché Nada è un’artista come pochi ce ne sono in giro, più moderna e attuale di tanti esordienti con scarsa fantasia. Sanguigna, appassionata, arrabbiata ma anche dolce, sensibile, attenta. La scaletta di questo live è perfetta, non manca nulla, dai classici pop degli esordi al suo nuovo rock d’autore, passando per l’imprescindibile Piero Ciampi.
Passo passo dopo passo guardo il muro davanti e mi prendo il tempo tutto il tempo che mi serve per saltare dall'altra parte Faccio un salto più lungo del mio passo e sono salvo io sono mezzo salvo e allora penso distruggo tutto a pezzi tutto quello che mi tiene stretto stretto stretto Stretto stretto stretto come un fuso chiuso chiuso chiuso in un imbuto stretto stretto stretto tanto stretto chiuso chiuso chiuso e faccio un salto più lungo del mio passo e sono salva, io sono mezza salva Sono di qua, sono di là sono di qua, sono di là sono un po' di qua, sono un po' di la faccio un salto e mi fermo a metà Stretta stretta stretta come un fuso chiusa chiusa chiusa in un imbuto stretta stretta stretta tanto stretta Chiusa chiusa chiusa chiusa chiusa e faccio un salto più lungo del mio passo e sono salva, io sono mezza salva e allora penso distruggo tutto a pezzi tutto quello che mi tiene stretta stretta stretta tanto Stretta stretta stretta come un fuso chiusa chiusa chiusa in un imbuto stretta stretta stretta tanto stretta Chiusa chiusa chiusa chiusa aah aah Sono di qua, sono di là sono di qua, sono di là sono un po' di qua, sono un po' di la faccio un salto e mi fermo a metà Stretta stretta stretta come un fuso chiusa chiusa chiusa in un imbuto
Tu mi sfondavi col tuo corpo mentre due dei tuoi si divertivano a tenere larghe le mie gambe e ogni volta che spingevi con rabbia lo facevi mentre di dentro morivo dal dolore con uno straccio in bocca fermavi le mie grida e quando poi esausto da me tu sei uscito a turno i tuoi compagni han ricominciato tu ridevi mentre sanguinavo la tua malvagità nel mio grembo morirà poiché è proprio dal mio grembo che rinascerai e mentre in cuor mio per sempre morirai come un fiore dal mio grembo tu rinascerai tu vuoi far nascere colui che giudicherà chi violentò la madre sua nel giorno che lo concepì io guardarlo non potrò se un dì mi chiamerà e mi racconterà che lui è figlio mio lui mi disprezzerà e io maledirò il giorno che la madre mia mi partorì e mi abbandonerà e non avrà pietà per le lacrime che io verserò Tu gli racconterai che tu non eri tu ma solo il frutto di quell'odio di chi amare non sa figlio mio gli dirai la mia malvagità morì quel giorno che nascesti, nascesti tu e gli dirai che tu pagherai i tuoi crimini di fronte agli uomini e poi davanti a Dio così lui capirà che il suo vivere è il seme di un amore che germoglierà E l'odio finirà solamente se gli uomini sapran risorgere dentro di se E l'odio finirà solamente se gli uomini sapran risorgere dentro di se E l'odio finirà solamente se gli uomini sapran risorgere dentro di se E l'odio finirà solamente se gli uomini sapran risorgere dentro di se E l'odio finirà solamente se gli uomini sapran risorgere dentro di se E l'odio finirà solamente se gli uomini sapran risorgere dentro di se E l'odio finirà solamente se gli uomini sapran risorgere dentro di se...♥
Video
Luna in piena - feat. Cristina Dona
Non so ballare niente Né un tango, né un valzer Non so ballare niente Mi dondolo in disparte La vita è una mossa Dimentico me stessa Sono la tua donna piena d'ombre Spingo la nave in rotta Sento una fitta al cuore Non ho paura voglio solo andare E dentro le tue mani Sono una luna piena Resto lassù a guardare la tua voglia che Piena in piena Prendimi stasera Sono in piena in piena Prendimi la testa fra le mani E tocca la paura vera La mia timidezza mi incatena Non so ballare il tango Non so ballare il valzer Non so ballare niente Mi dondolo in disparte In piedi contro il muro Guardo il mio futuro Perso in una marea d'ombre E dentro le tue mani Sono una luna piena Resto lassù a guardare la tua voglia che Piena in piena Prendimi stasera Sono in piena in piena Prendimi la testa fra le mani E tocca la paura vera La mia timidezza mi incatena.
Da 35 anni, ventiquattro ore al giorno, c’è Gerry, il compagno di una vita. Da nove c’è un casale silenzioso, affacciato sui paesaggi etruschi della Maremma, il luogo dell’amore e della libertà di essere se stessi. Ma La grande casa che fantasticava da ragazzina adesso è anche un romanzo. E l’ex bambina prodigio di Sanremo racconta com’è dolce, per chi ha conosciuto il dolore, trovare un rifugio. E mettere radici
di Giancarlo Dotto - foto Adolfo Franzò
Nel varcare il cancello del casale sono indeciso se cantare Ma che freddo fa, in omaggio a lei, Nada Malanima, o L’ora dell’amore in omaggio a lui, Gerry Manzoli, il bello e il basso, nel senso di elettrico, dei Camaleonti, idolatrato gruppo del beat nostrano anni 60. Per arrivare qua devi volerlo e non sempre basta. Bassa Maremma, sassoso sentiero lungo la strada tra Vulci e Manciano, terra etrusca, paradiso di tombaroli e bucolici. I tre labrador ti alitano addosso festosi. «Sono buoni ma un po’ impiccioni»: Gerry è un uomo rassicurante. Nada ti accoglie all’interno, un salone che ci si perde e grandi vetrate su una vallata che non ha fine. «L’unico problema qui è che c’è poca aria», fa lei spiritosa. Sono 58 gli anni, ma il «pulcino di Gabbro» resta riconoscibile dentro la tuta extralarge, la felpa bianca e le pantofole blu. Le raffiche di vento non la spostano più di tanto, lei e tantomeno il gattone miele che ronfa sulla sedia. «Andiamo in cucina, è il mio posto preferito, lì le parole mi escono più facili». Me lo aspetto che accenda il suo celebre sigaro cubano, ma il sigaro resta nella scatola. La grande casa è il suo rifugio maremmano da nove anni ma, di questi tempi, il titolo del suo romanzo edito da Bompiani, in uscita nelle librerie italiane. Un romanzo sulla memoria e sulla nostalgia. Delle cose che sono state ma, ancora di più, di quelle che non sono. Tre ritratti di donna e una sensibilità esasperata. Il ritratto di Nada.
L’ho letto in una notte. Mi è sembrato così intimo che qua e là mi sono sentito un intruso, un poco di buono che spiava cose altrui molto private. Ma non scrivete che è un romanzo autobiografico...
Quando Gemma si confessa, difficile non pensare a Nada. Quindicenne sul palco del Festival, il successo, l’inadeguatezza, la voglia di fuggire il più lontano possibile, il richiamo delle radici… Io sono in Gemma, ma anche in Emilia e nella stessa signora Richter. Sono ovunque, in ogni pagina, anche nei personaggi maschili, Ermete e Arturo.
C’è un’anima molto esposta. Nessuna concessione al frivolo. La vita che mi piace raccontare è quella inconfessabile che ci vive dentro. L’esteriorità, le maschere sociali, non m’interessano. Ho scritto questo romanzo con la passione con cui si mette al mondo un figlio. Parto tribolato? Per niente. Scrivere per me è godimento puro. Traslocando qui, trovai un mio quaderno delle medie. C’era questo tema dove confidavo che da grande volevo fare la scrittrice o, in alternativa, l’astronoma. Mi ha fatto tanto ridere la cosa.
Sognante studentessa e con un vocione che lasciava il segno. A cantare non ci pensavo proprio. Ero molto brava a scuola. Tutti voti tra l’otto e il nove, solo sette in condotta perché volevo fare sempre le cose a modo mio. Ero già allora un po’ anarchica.
Non al punto di sottrarsi al desiderio dei genitori. A loro interessava solo che io cantassi, non che studiassi. Erano persone semplici, povere, colpite da mille vicissitudini. Sono stati loro a insegnarmi che le cose vere della vita sono il dolore, la fatica.
Paracadutata a Sanremo bambina come Alice tra il Cappellaio matto e la Lepre marzolina, i Rokes e Nicola Di Bari. Fu mia madre a volerlo intensamente. Fin da bambina ho avuto con lei un rapporto forte e faticoso. Ho fatto questo lavoro all’inizio senza capirci nulla. Poi, però, alla fine ho trovato la mia strada.
Il contratto con l’Rca, il successo, valanghe di dischi poi, precocissima anche qui, ventenne, il corto circuito. Piero Ciampi, il poeta cantante livornese. Dopo aver incontrato Ciampi non potevo cantare più niente di nessun altro al mondo. Ho cominciato a scrivere le mie canzoni. Ho smontato tutto, a cominciare dalla bambina prodigio.
Non è stato facile. Per niente. Mi piaceva la cosa, ma allo stesso tempo mi allontanava da tutti i canoni del facile successo. Ma non dipendeva da me, non potevo fare diversamente. Quella era la mia natura. Se non segui la tua natura, che vita è?
Tua madre? All’inizio non capì. Ci restò malissimo. Nel tempo mi diede ragione. È mancata due anni fa, ma ce l’ho sempre con me. Diventa un’artista totale e scrivere canzoni non le basta più. Mi annoio facilmente, mi stanco delle stesse cose. E qui ci sta l’altro incontro fondamentale della mia vita. Simone Caltabellota, l’editor della Fazi, una persona meravigliosa, grande appassionato anche di musica. Mi segue da sempre e m’impedì all’inizio di bruciare le mie cose. Pubblicai con lui i miei primi due libri.
Ci racconti la Nada scrittrice, quella meno conosciuta. Quando scrivo, cado in una specie di trance. Entro in una dimensione protetta ed esclusiva, non vedo nient’altro, non penso a nient’altro. Ogni cosa esterna diventa un’interferenza.
Anche Gerry diventa un’interferenza? Lui mi protegge. Mi dispensa dalle cose pratiche della vita. È il primo a cui faccio leggere le mie cose.
La grande casa le cresce dentro e poi? Un giorno non posso più tenerla dentro di me e comincio a scrivere. Niente computer, scrivo a mano su dei quadernoni enormi che conservo tutti. Un romanzo pervaso dalla percezione del dolore. L’ho avuta sin da bambina, sempre, forse anche troppo. Le persone cercano di nascondere il dolore. Si scappa dal dolore. Io, invece, lo affronto, sento che va vissuto fino in fondo. M’immedesimo molto nel dolore degli altri. Ho sempre fantasticato un posto dove si può essere se stessi fino in fondo, senza regole, senza essere giudicati dagli altri. E dove la solidarietà diventa aiuto, amore e allo stesso tempo libertà.
Ecco la grande casa, il luogo ideale dove sentirti accolto e protetto. Quello di oggi è un mondo terribile dove per essere accettato devi essere un vincente a tutti i costi. Se stai male non servi a nessuno, devi urlare per farti sentire e non ti sentono lo stesso.
Questa sua è una «grande casa»? Per essere grande è grande (ride)...
Accoglie anime in pena? Questo non lo so. Di sicuro non ospita il mondano, non fa salotto. Facendo questo lavoro da più di quarant’anni, avendo subito questa grande violenza all’inizio, sono diventata una donna molto riservata.
Il pulcino è diventato un orso? Attenzione, io amo il mio lavoro, continuo a fare concerti, scrivo le mie canzoni, ma non amo la parte eccessiva, quella che non serve, che fa rumore per nulla. Mi sono creata il mio mondo a mia immagine e somiglianza e non intendo rinunciarci.
Come ci sta in questo mondo Gerry, compagno di una vita? Ci sta da 35 anni. Se non ci fosse lui, non farei nulla. Tendo alla pigrizia. Fosse per me, vivrei immersa nella natura dalla mattina alla sera.
«Senza di lui non farei nulla». Frase molto impegnativa. Ma è la verità. Io senza di lui non scriverei, non canterei, non farei niente. Dico sempre: a che serve fare questo? A chi serve? Poi mi basta vedere una persona che prova una piccola felicità ascoltando una canzone o leggendo un libro.
Nada e Gerry, una storia d’altri tempi. Abbiamo vissuto ventiquattr’ore su ventiquattro insieme da sempre. Al di là della passione e dell’amore si stabilisce qualcosa di più di potente. Una specie di fusione.
Nel suo romanzo le donne hanno questo talento di reinventare la vita anche là dove non c’è. L’uomo esiste, ma è accessorio. È la donna il vero ancoraggio di tutti i passaggi difficili della vita. Lo sono sempre state, anche quando le apparenze dicevano il contrario. Lo sono in modo più visibile oggi. Anche se a me piace l’antica regola che l’uomo di casa, il padre, sia rispettato.
Romanzo pervaso dalla nostalgia. Ho pianto diverse volte mentre scrivevo. Io sono una che si emoziona facilmente. Al cinema sono imbarazzante, a vedere certi film ci vado con il rotolo della carta igienica, non mi controllo. Il colore viola l’ho visto cinque volte e ogni volta piango a dirotto. In questo somiglio a mio padre. Era un uomo silenzioso e sensibile, sembrava inesistente, ma era invece fondamentale.
E quando ha finito di scrivere, il vuoto? No, per niente, sono felice. Proiettata già su altre cose. La grande tentazione ora è di riprendere i personaggi del mio romanzo e tornare a raccontarli. Emilia, Arturo, la signora Richter, cosa faranno oggi?
Non parla mai di vostra figlia. Ho sempre voluto tenere protetta Carlotta. Siamo contenti di lei, ha 37 anni, lavora nel cinema come direttore di produzione, viaggia molto e anche lei mi pungola quando sono sopraffatta dalla pigrizia.
Delusa quando si parla di lei più al passato che al presente? Mi annoia più che altro. Ma poi capisco che in certi casi è inevitabile.
La musica italiana? Franco Battiato e poi tanti giovani, band sconosciute che mi capita di scoprire. I Camaleonti le piacciono? No, mai piaciuti (ride). Preferisco i Procol Harum.
Occupo poco spazio è un album discografico in studio della cantautrice Nada, pubblicato nel marzo 2014.
Il disco è stato registrato in presa diretta alle Officine Meccaniche di Milano con il contributo di Tommaso Colliva e con una piccola orchestra diretta da Enrico Gabrielli. L'album racconta storie d'amore, di solitudine, di scelte di vita. Il singolo che ha anticipato l'uscita del disco è L'ultima festa, pubblicato nel gennaio 2014. Tra i musicisti che hanno collaborato al disco vi sono Rodrigo D'Erasmo (violino, basso), Daniela Savoldi (violoncello), Roberto Dell'Era (basso), Marco Frezzato (oboe, corno), Enrico Gabrielli (pianoforte), Domenico Mamone (sax), Francesco Bucci (trombone), Alessandro Grazian (chitarra, basso), Paolo Ranieri (tromba), Sebastiano De Gennaro (percussioni), Beppe Mondini (batteria).
Nell'ottobre 2014 l'album viene inserito nella rosa dei finalisti per la Targa Tenco come "album dell'anno"
Tracce:
1) La mia anima 2) Occupo poco spazio 3) La terrorista 4) L’ultima festa 5) Questa vita cambierà 6) Sonia 7) Auguri 8) Gente così 9) Il tuo Dio 10) Sulle rive del fiume
fonte: wikipedia.org foto:sentireascoltare.com
Video La mia anima Mi infilo nei tuoi giorni come un corpo dentro ai panni senza pensare ai movimenti e libero il mio mondo stato cosmico impotente davanti all'imbroglio e mi attengo alle regole di un silenzio mortale che taglia la mia anima la mia anima Come un'onda improvvisa va sulla sabbia e si ritira da me io mi animo e me ne vò anima sola me ne vò Mi infilo nei tuoi giorni e mi attengo alle regole di un tempo mortale che taglia la mia anima la mia anima la mia anima Come un'onda improvvisa va sulla sabbia e si ritira da me io mi animo e me ne vò anima sola me ne vò E' lineare come un filo dritto che non ho un bastone io mi appoggio sul mio domani senza far troppo rumore Da me io mi animo e me ne vò anima sola me ne vò anima sola me ne vò.
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Occupo poco spazio
Sulle vie illuminate tra la gente distratta tra le ombre fuggenti tra le scale che scendono tra le file della gente tra i pensieri disturbati tra le macchine e incidenti ti ho perduto di vista e adesso che faccio? Bevo un caffè nella strada 23 alla ventiquattresima aspetto che scenda una pioggia e mi bagni tutta tutta da capo a piedi e mi porti lontano lontano lontano Sfatta come una polpetta lanciata dalla bocca di un tempo morto che non sa stare al suo posto occupo poco spazio occupo poco spazio Bevo un caffè nella strada 23 alla ventiquattresima aspetto che scenda una pioggia e mi porti lontano lontano lontano... E una vertigine mi prende dalla testa ai piedi sono libera ma intanto non capisco cosa vedi è la luce dei miei anni i pensieri ormai travolti da milioni di gocce libere tutte Sfatta come una polpetta lanciata dalla bocca di un tempo morto che non sa stare al suo posto occupo poco spazio occupo poco spazio occupo poco spazio occupo poco spazio
La musica che senti è il funerale di questi anni che non si legan bene E’ tutto un funerale guarda come piange la gente sotto il cielo di questo avvenire. Non mi invitare al funerale della stagione andata male che seppelliscono le idee e tutto resta sempre uguale E se ti chiedono di me digli che non ricordi bene forse mi hai lasciato sotto il sole a bere una spremuta di limone Forse mi hai lasciato sotto il sole sulla tomba di un mondo che muore sulla crisi di una passione di un paese che non ha più un nome Non mi invitare al funerale no non ti devi disturbare E se ti chiedono di me digli che non ricordi bene Forse mi hai lasciato come un fiore sulla tomba di un mondo che muore Sulla tomba di un mondo che muore di un paese che non ha più un nome Sulla strada di un mondo che muore in un paese che non ha più un nome
Questa vita cambierà Una donna molto giovane dall'aspetto fetido dalle lunghe gambe bianche va in questa città deserta sotto la neve che scende e lei nuda si abbassa si alza e danza nella notte lei pensa questa vita cambierà E conosce un uomo che cammina su un ponte vestito di nero e che fischia molto bene lei lo segue e poi gli passa anche avanti e lo saluta sai girando i suoi fianchi Ahi che storia d'amore iniziata per caso in questa città del nord dove lei è arrivata senza sapere che la sua vita cambierà E danza nella notte lei pensa che questa vita cambierà questa vita cambierà Lei strappa il cuore a quell'uomo di nascosto lei che ha coraggio lei camminerà a far la festa per una notte ha dato il massimo e ha preso tutto tutto di lui che non lo sa E danza nella notte lei pensa questa vita cambierà questa vita cambierà questa vita cambierà questa vita cambierà questa vita cambierà.
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Sonia E' arrivata su un treno al mattino presto s'è nascosta le braccia con un pretesto si è affacciata da un tubo delle scale ha gridato a tutti "meno male" Sonia Ha sentito freddo, tanto freddo Ha capito che non è il cappotto che può scaldare questo gelo e non c'è niente che la fa piangere perchè le sue lacrime scendono da sè Non ti guarda dritto dentro agli occhi e ti chiede scusa se la tocchi è un dolore che non ha più carezza una storia d'amore alla rovescia Sonia E' una mano che non chiede aiuto in una notte che non hai mai visto è un uccello nero dentro al buio e non c'è niente che la fa piangere perchè le sue lacrime scendono da sè Ha girato ha rubato ha mangiato ha dormito ha vegliato a una vecchia si è fatta di sasso ha cercato di stare davanti al mare ha fissato una stella senza più parlare Sonia Non ha mai pensato la mossa giusta è potente come una tempesta si è lanciata dalla finestra e non c'è niente che la fa piangere perchè le sue lacrime scendono da sè e non c'è niente che la fa piangere perchè le sue lacrime scendono da sè non c'è niente che la fa piangere perchè le sue lacrime scendono da sè non c'è niente che la fa piangere perchè le sue lacrime scendono da sè non c'è niente che la fa piangere perchè le sue lacrime scendono da sè.
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Auguri Auguri spero che tutto si avveri come tu desideri nonostante io non ti veda Auguri per quello che vuoi per i giorni i sogni e per l'amore che mi porti via Auguri non ci sono regali quello che ora vedi sono lacrime d'amore Vorrei stringerti fino a farti male ma non so più come fare come è mentre una stella nasconde la faccia il cuore riconosce la tristezza Auguri ti amo più di ieri anche se non ci credi dopo tutto quanto ci è cascato addosso Auguri ti vedo allontanare via verso di lei Auguri per i tuoi giorni futuri per i tuoi pensieri Allora cosa credi? che mi sia dimenticata di te Vorrei stringerti fino a farti male ma non so più come fare come è mentre una stella nasconde la sua faccia il cuore riconosce la tristezza.
Gente così Lui è bello come il sole lui cammina così male lui si veste come vuole lui mangia poco e beve fa di me quello che vuole una foglia contro il sole contro il vento che si muove sa perchè va dove Tu che ne sai di questo amore come puoi dire che poi muore tanto io lo vivo come me tu che ne sai di questo amore come puoi dire che poi muore tanto io lo vivo come me Io così elegante e bella figlia di buona famiglia lui così un pò sgarbato un pò sguaiato e disperato fa di me quello che vuole una foglia contro il sole contro il vento che si muove sa perchè va dove Tu che ne sai di questo amore come puoi dire che poi muore tanto io lo vivo come me tu che che sai di questo amore come puoi dire che poi muore tanto io lo vivo come me Ma quando parla lui dice poesie scrive le cose che io penso prima di dirle lui vede tutto e butta via via le brutte scintille lui fa di me la prima delle cose Tu che ne sai di questo amore come puoi dire che poi muore tanto io lo vivo come me Tu che ne sai di questo amore come puoi dire che poi muore tanto io lo vivo come me.
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Il tuo Dio Si aprono le porte delle chiese e la voce sale chiara limpida a evocare antiche paure, antiche miserie antiche paure, antiche miserie E percorsi inaccessibili si alternano alle preghiere amore, amore mio sarò io il tuo dio! Schioda la colpa al piacere al divenire, allo strazio d'intriganti notti d'amore amore, amore mio sarò io il tuo dio! Amore di legno amore di ferro amore di sale amore di sasso amore di fatto amore perverso amore diverso amore lo stesso lo stesso Se l'amore è diverso, l'amore è lo stesso se l'amore è pretesto, l'amore è lo stesso se l'amore è di un gesto, l'amore è lo stesso se l'amore calpesto, l'amore è lo stesso L'amore è sempre lo stesso con la testa ci sbatto sopra e piango la vita che è un cesso Amore, amore mio sarò io il tuo dio! Amore, amore mio sarò io il tuo dio! Amore, amore mio sarò io il tuo dio! Amore, amore mio sarò io il tuo dio!
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Sulle rive del fiume
Sulla riva di un fiume di sangue si confondono le stelle con le luci di una mitraglia e con il fuoco della guerra e la morte diventa rossa si innamora del suo fiume in agonia è la primavera mentre l'acqua scorre di sangue Sulla riva di un fiume di sangue quando spunta un nuovo giorno puoi venire una gonna scarlatta navigare nel silenzio e una donna diventa regina della sua maledetta sorte e una donna diventa regina della sua maledetta sorte Sulle rive di un fiume di sangue ci si è incatenato un cuore un rottame a cui aggrapparsi nell'orrenda disperazione e il dolore è così estremo da sfracellare le ossa quando il buio colora il giorno quando buio colora il giorno Sulle rive di un fiume di sangue è distante la luna dal mare e la notte accende miserie inviolabili al tempo stelle nere e petali di rosa per errore cadono insieme e il conflitto diventa eterno mentre il fiume scorre di sangue Sulle rive di un fiume di sangue ci si lavano i dolori e nei suoi grandi occhi di carne ci si accecano i rancori e la vecchia coscienza del mondo torna nuova a volare in alto torna a volare in alto mentre il fiume scorre di sangue Sulle rive di un fiume di sangue ci son nati tanti fiori tutti quanti di tutti i colori tutti quanti di tutti i colori e le donne ci vanno a ballare a dimenticare le pene intorno ai fiori e colori mentre il fiume scorre di sangue Sulle rive di un fiume di sangue non c'è limite all'incertezza e il cerchio si chiude nel dubbio di un passato poco onesto la vittoria di un pensiero è scritta sopra una bandiera con una parola sola con una parola sola fine.