RISORGIMENTO

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  1. gheagabry
     
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    Costituzione e scuola, in piazza per difenderle
    Letture di articoli della Carta, cortei, sventolio di bandiere tricolori, flash mob, bambini con orecchie d'asino, canti: e' il C-day, la mobilitazione "A difesa della Costituzione, se non ora quando?", che oggi ha pacificamente invaso le piazze di cento citta' italiane con presidi anche all'estero. La manifestazione a piazza del Popolo - la stessa della mobilitazione per la dignita' delle donne del 13 febbraio - si e' conclusa intorno alle 19 al grido di "E' viva la Costituzione" e con l'inno di Mameli cantato da migliaia di persone. Il corteo era partito da piazza della Repubblica dietro una maxibandiera tricolore lunga 60 metri: una enorme onda verde, bianca e rossa si e' snodata per le strade della capitale. Non sono mancati i "cartelli umani", uomini e donne sandwich ognuno dei quali ha "adottato" un articolo della Carta. E c'erano anche una ventina di bambini con orecchie d'asino in cartone per protesta contro i tagli alla scuola. In una piazza stracolma, la folla ha osservato un minuto di silenzio per le vittime del terremoto in Giappone. Molti gli artisti che sono intervenuti, e tra loro Giulio Scarpati, che ha annunciato uno sciopero generale della cultura entro la fine del mese. Tante le citta' coinvolte nella protesta. A Milano, il premio Nobel Dario Fo.. A Bologna, hanno sfilato in diecimila senza bandiere di partito e tutti a sostegno della scuola. A Firenze, piazza della Signoria e' stata invasa da oltre 8 mila persone con bandiere tricolori e cartelli a difesa della scuola pubblica. A Napoli in centinaia hanno manifestato a piazza Plebiscito mentre a Posillipo un gruppo di persone si e' tuffato in mare al grido di "Viva l'Italia". A Genova sono stati distribuiti panini con dentro, al posto del prosciutto, poesie. A Torino e' scesa in piazza anche l'orchestra del Teatro Regio, che ha suonato l'inno di Mameli per i circa duemila manifestanti in piazza Castello. A Padova, duemila persone in corteo e flash mob degli studenti medi. A Trieste, 300 persone in piazza con elmetti bianchi "di salvaguardia". Manifestazioni anche in Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia. (Ansa)



    "Piccoli" eroi locali così è nata l'Italia
    TEMA: Nelle città e nei paesi, nelle piazze e nei parchi, ci sono migliaia di targhe che ricordano un nome, una storia. Di chi ha lottato per fare nascere l’Italia. Perché il nostro Paese non è nato solo grazie agli eroi conosciuti da tutti. Cerca una targa, una storia, un nome nel tuo paese e nelle tua città. E raccontala a Repubblica Scuola. Ai migliori, l’enciclopedia sul Risorgimento. Ecco l’invito a voi studenti-reporter scritto da Guido Crainz, docente universitario di storia contemporanea.
    NON comprendiamo nessuna fase della storia se non sappiamo vedere in essa il confluire di moltissimi percorsi individuali: un’infinità di scelte, passioni, idee. E non “vediamo” davvero quei percorsi senza capire dove si svolgono: in quale terra, ma anche in quale clima culturale. Il nostro Risorgimento muove le mosse nell’Europa del primo Ottocento: un’Europa che mostra quasi ovunque una gioventù attraversata da inquietudini e ribellioni, insofferente nei confronti degli assetti statali, delle istituzioni, delle culture dominanti. Sono inquietudini più o meno profonde e diffuse: talora sembrano dilagare come un fiume in piena, talora sono più nascoste o sotterranee. Non vi è nulla di scontato in questo. Già il delinearsi di un mondo giovanile come mondo a sé, e come protagonista, è una vera novità. E non è “normale” neppure una ribellione che nasce non dalla fame e dalla miseria ma dalle idee. Sono le idee di nazione e di patria, di indipendenza dallo straniero, di libertà, di dignità, di sacrificio per il bene comune. Dove nascevano quelle idee? E’ importante capire cosa rappresentavano per le migliaia e migliaia di giovani che rinunciavano a una tranquilla sicurezza e sceglievano di agire, accettando il rischio della prigione e dell’esilio. Più ancora: accettando il rischio di perder la vita e quello, ancor più grave, di toglierla ad altri. Non bisogna mai dimenticare che quelle idee erano innanzitutto idee da scoprire: non imparate per obbligo, a scuola o in famiglia. Nascevano da letture individuali e da discussioni, dagli stimoli che venivano dalle associazioni segrete o dall’esperienza di altri paesi. Ed erano alimentate da una forte insofferenza morale per “lo stato di cose presente”, dal rifiuto del dispotismo e del conformismo. Può essere davvero affascinante un viaggio volto a riscoprire quelle scelte, quelle emozioni, quei sentimenti in ogni città e paese dell’Italia di allora. Volto a ricostruire il loro incarnarsi in uomini e donne, talora poco più che ragazzi e ragazze. Volto a capire, anche, che segno lasciarono in quella generazione. Buon viaggio a tutti. - Guido Crainz (professore ordinario di Storia Contemporanea presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo. -

     
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0 replies since 19/3/2011, 01:51   277 views
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