Ballata per 4 stagioni è un album di Ivan Graziani pubblicato nel 1976.
Il disco
L'album, il primo di Graziani per la Numero Uno, l'etichetta di Mogol e Lucio Battisti, fu registrato allo studio Fonoroma di Milano; il tecnico del suono è Piero Bravin. Le canzoni sono tutte scritte da Ivan Graziani (tranne Donna della terra, la cui musica è scritta da Graziani con Claudio Maioli), ed arrangiate dal cantautore insieme con il produttore del disco, Claudio Pascoli; l'unico brano già conosciuto è Il campo della fiera, che era stato già inciso nel 1973 in una versione acustica per l'album La città che io vorrei. Tutte le canzoni sono edite dalle edizioni musicali Universale, tranne Il campo della fiera e Il mio cerchio azzurro, edite dalle edizioni musicali Freedom Italiana. La copertina del disco è stata realizzata da Caesar Monti e Francesco Logoluso. Dall'album fu tratto il 45 giri Ballata per quattro stagioni/E sei così bella. L'album è stato ristampato in CD nel 1997 dalla BMG Ricordi (numero di catalogo 74321460162)
Tracce
LATO A
Ballata per 4 stagioni - 4:00 Dimmi ci credi tu? - 3:42 Il mio cerchio azzurro - 3:34 I giorni di novembre - 2:27 Donna della terra - 4:05
LATO B
Il campo della fiera - 3:14 La pazza sul fiume - 3:09 Come - 3:34 Trench - 4:05 E sei così bella - 4:06
"Primavera che sbocci fra i fiori e i colori ed annulli nei raggi di un sole insicuro l'umidore muschioso attaccato a quel muro e le bocche gelate dei portoni di ferro E cantando nel vento, più tiepida rendi la pioggia d'aprile che accende di verde le persiane e i cortili rende simili a laghi a specchi di latta fra barattoli e stracci. E l'amore tu porti innocente e distratto come un magico frutto Ballata, ballata per quattro stagioni ormai morte da tempo E avanti all'estate che ti prende alle spalle e non dà tempo per dire "Accidenti che caldo!" che già ti rigiri nel tuo letto bollente fra le lenzuola bagnate dai tuoi mille pensieri E ben venga l'estate, col sole che picchia a martello negli occhi e fa un cielo più basso di un deserto di pietre dove ronzano mosche in tondo senza alcuna ragione E nascosti nell'erba mi hai dato l'amore e il tuo primo dolore Ballata, ballata per quattro stagioni ormai morte da tempo E avanti all'autunno, così tenero e sfatto come un volto di donna che ha dato ormai tutto senza chiedere nulla, soltanto il bisogno di esistere ancora nei sogni di un uomo Ormai il nostro amore è come un bimbo malato che non ha più respiro, non può esser guarito singhiozza nel vento di un grigio novembre che affonda pian piano in paludi di nebbia E un ricordo soltanto anche se breve i tuoi seni bianchi come la neve Ballata, ballata per quattro stagioni ormai morte da tempo E avanti all'inverno con le mandorle e i frutti mangiati nell'ombra di una stanza proibita fra l'odore dolciastro dei fichi seccati e le paste di crema ormai tutte assaggiate Mentre di là nella sala si gioca alle carte coi volti infuocati ed i nasi paonazzi e le bocche allargate a masticare canditi e gli occhi annacquati dal vino bevuto Ed io ucciso di noia sto a contare le ore pensa un po' che Natale Ballata, ballata per quattro stagioni ormai morte da tempo Ballata, ballata per quattro stagioni ormai morte da tempo"
La tigre fra le canne, l'urlo dei battitori e il gioco dell'arazzo nella grande casa e vedo riflesse nello specchio le vecchie zie accanto al fuoco a rammendare calze nei giorni di novembre poi la vetta buia delle scale e grandi ombre sulle volte tormentate, ricordo di un terremoto in quei giorni di novembre l'edera sempre verde si affaccia sulle spalle del colosso in pietra che guarda la sua vasca E il fango come un pittore folle disegna sottili ragnatele sul muschio ormai padrone dei sassi del cortile ora è tempo di partire, dimenticare tutto il freddo che ho nel cuore tutto il freddo che ho nel cuore come in quei giorni di novembre...
Tu mi porterai, donna della terra le montagne incantate nel cobalto del cielo e in un istante vecchio e bambino sarò la malva e l'uva acerba colorano i tuoi occhi che dolci ma in agguato come tigri sul fiume mi aprono l'anima regalandomi pace nel cuore e ogni istante della mia fanciullezza risuona nella mia mente come un accordo di ottoni nel vento i tuoi fianchi sono i giardini carezzati dal vento le tue labbra i tramonti infuocati chiusi nel cerchio del tempo e la tua mano sulla mia pelle brucia come il sole di luglio i tuoi capelli gabbiani in volo in lente parabole aperte eogni istante del mio essere uomo risuona nella mia mente come un accordo di ottoni nel vento
Ecco li, è la pazza in riva al fiume, guarda il cielo dondolandosi poi tende le mani come a prendere rondini ombre in fuga su lei e muove l'acqua, poi guarda affascinata i cerchi e i piedi affonda fra le foglie e le canne marcite inseguendo un ricordo, più in là su una sponda lontana lei bacia le pietre, chiamando "amore" ogni cosa anche l'ombra paurosa dei monti, orgogliosi laggiù e i riflessi di un sole bugiardo in un fondo di vetro lei è la pazza del fiume..
Video
Come
Come una madre che saluta i propri figli accompagnando i saluti con i baci sulle guance e le parole più care e dolci. Come le carezze di un padre che essendo così rare scavano nellanima e nel cuore lasciando un solco più profondo. Come la domenica a passeggio il pomeriggio con le scarpe quasi nuove e le ore cosi vuote e così tristi così indimenticabili. Come quellattimo di rabbia che si sfoga con i gesti e le parole e pian piano si trasforma in comprensione, in baci ed in carezze. Come tutto questo, amore mio, per te sarò. Come la finestra che si affaccia sul cortile i panni stesi al lavatoio, i vecchi stanchi i bimbi sporchi ma felici ti fa vedere. Come il ponticello con le corde fatto d'assi e di mattoni sembra cedere alla furia incontrollata della piena, commuove ma resiste. Come tutto questo amore mio, per te sarò.
E sei così bella che più bella non c'è e sei così dolce che più dolce non c'è. E sei così quieta quando parli di noi che m'incanto a guardarti, da non credere sei. Mi tieni stretta la mano a guidarmi sei tu mi ripeti con gli occhi "Cosa cerchi di più?" La mia vita è tua anche quando non ci sei sì se non ci sei ed in mille occasioni sprofondarmi vorrei. E sei così scema che più scema non c'è ed odiarti, lo vedi, è più forte di me. E sei così scema che più scema non c'è, ed odiarti dovevi è più forte di me e sei così scema che così scema non c'è, oh. Ma l'incanto continua, da non credere sei. E sei così scema che più scema non c'è, oh no ma sei così bella che per te morirò...
I lupi è un album di Ivan Graziani pubblicato nel 1977.
Il disco
L'album è il primo che ottiene un certo successo, anche per il traino di Lugano addio, la canzone che viene pubblicata su 45 giri insieme alla title track. Alla realizzazione del disco collabora Antonello Venditti, con cui Graziani aveva suonato nell'album Ullalla e nel tour successivo. Il disco fu registrato nello studio Il Mulino, che Mogol aveva allestito ad Anzano del Parco (Como), con il tecnico del suono Riccardo Pizzamiglio, allo studio Regson di Milano con il fonico Gianni Prudente ed agli studi RCA di Roma (solo i brani Ninna nanna dell'uomo e Il topo nel formaggio). Tutte le canzoni sono scritte da Ivan Graziani ed edite dalle edizioni musicali Universale Ninna nanna dell'uomo è l'unica canzone in dialetto abruzzese incisa da Ivan Graziani nella sua carriera. L'album è stato ristampato in CD nel 1997 dalla BMG Ricordi (numero di catalogo 74321460202).
I musicisti
Ivan Graziani: voce, chitarre, dulcimer, mandolino, cori Claudio Maioli: piano elettrico Walter Calloni: batteria tranne Ninna nanna dell'uomo e Il topo nel formaggio Derek Wilson: batteria in Ninna nanna dell'uomo e Il topo nel formaggio Hugh Bullen: basso tranne Ninna nanna dell'uomo e Il topo nel formaggio Piero Montanari: basso in Ninna nanna dell'uomo e Il topo nel formaggio Antonello Venditti: pianoforte, organo, eminent in Ninna nanna dell'uomo e Il topo nel formaggio Gino D'Eliso: celeste in Ninna nanna dell'uomo Gaio Chiocchio: mini moog in Ninna nanna dell'uomo
Lugano addio - 4:38 Eva - 4:27 Il topo nel formaggio - 4:19 Il soldo - 3:50
I lupi di Ivan Graziani Un album storico del compianto cantautore abruzzese
Con la sua voce in un falsetto, Ivan Graziani (1945 - 1997) è stato uno dei più importanti cantautori italiani. I lupi è il suo secondo album, realizzato nel 1977. In un anno in cui la violenza politica domina, Graziani se ne esce con un disco rock impegnato più nei sentimenti e nelle ritmiche che non negli slogan. La canzone con cui parte è quella che dà il nome all'album. In I lupi, un reduce di guerra ricorda i compagni morti in Spagna. Lui, che al buio e al freddo temeva l'assalto dei lupi, ora per le strade della Brianza è un nostrano John Rambo. In Motocross la chitarra di Ivan ci introduce alle fregature che può ricevere un uomo da donne e motori. Un pezzo storico, affilato e pungente come un coltello alla gola. Qui il gioco di chitarra fa tenere incollato un testo non lineare all'orecchio. La ballata Zorro celebra un colto eroe sottoproletario. Nell'album c'è pure una ninna nanna. E' Ninna nanna dell'uomo, un pezzo lento con parti in abruzzese. La canzone che ha lanciato il disco alle radio è Lugano Addio. Si tratta di un capolavoro musicale. Ivan parla di una sua ragazza che gli raccontava del padre partigiano. Il cantautore mostra l'invidia nei confronti di una ragazza con un padre speciale. I tanti tendono a vedere i propri genitori come la monotonia di tutti i giorni. Graziani non prova emozioni per un vecchio pescatore di Teramo e si emoziona al padre della ragazza. E mentre lei canta "Addio a Lugano" di Pietro Gori, Graziani ascolta cercando di capire. Le musiche trasportano l'emozione di poter vedere nel proprio padre un eroe. Eva è una canzone d'amore dedicata a una prostituta. In Il topo nel formaggio Graziani ricorre a un incisivo falsetto. Un brano ermetico mette in scena l'animale nella tradizionale trappola. I lupi si conclude con Il soldo. Qui Graziani racconta a modo suo la crisi economica. Il soldo cade giù e forse ci conviene guardare nuove prospettive. A distanza di più di 30 anni questo pezzo suona molto attuale. Con I lupi Graziani mostra la sua maturità creativa di cantante, compositore e chitarrista. Dopo il periodo degli Anonima Sound, il suo gruppo beat giovanile, il trentenne Graziani cerca nuove sperimentazioni. In quest'album trova arrangiamenti perfetti, anche grazie alla collaborazione di Antonello Venditti. Nel 1977 tutti parlano di rivolta. Graziani rivolta la musica, lanciando un rock dal sapore molto americano, coniugato a testi intimi e di semplicità ermetica. Anche la copertina de I lupi è geniale: un disegno del vignettista Gaetano Liberatore incastra i temi dei alcune canzoni dell'album nel volto roccioso di Ivan Graziani.
Pigro è un album di Ivan Graziani pubblicato nel 1978. L'album è considerato musicalmente più maturo ai precedenti, poiché contiene otto storie di vite spezzate dalla pigrizia mentale e dall'indolenza, come nei brani Pigro, Monna Lisa, Paolina, e Gabriele D'Annunzio. La canzone Pigro fu successivamente interpretata da numerosi artisti.
Tracce
Monna Lisa - 4:52 Sabbia del deserto - 4:08 Paolina - 4:10 Fango - 5:04 Pigro - 2:25 Al festival slow folk di b-milano - 5:01 Gabriele D'annunzio - 4:27 Scappo di casa - 4:50
Video
Monna Lisa
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Sabbia del deserto
E piove ormai già da quattro giorni la sabbia del deserto viene su dal mare la pasticcera ha rimesso su le calze le pieghe del lenzuolo le ha stampate sulla pelle è passato ormai il tempo dei ramarri nascosti dentro ai fossi con le facce da idioti e l'inquietudine cresce dentro come un cancro e ce n'è di che se io mi lascio andare. Eh, eh, eh, eh, hey, piove sabbia del deserto eh, eh, eh, eh, hey, proprio qui in provincia. Dietro la porta della mia stanza a pagamento io sento muoversi la padrona della pensione nell'occhio destro ha la forma della serratura sono schiavo del suo gioco perché non le parlo chiaro. Amore mio, ho aspettato quattro ore seduto su un muretto bagnato fino all'osso e la cartella coi disegni a carboncino l'ho buttata giù di sotto, tanto non sarò mai un artista. Eh, eh, eh, eh, hey, piove sabbia del deserto eh, eh, eh, eh, hey, proprio qui in provincia. Domani vengono a prendermi i parenti per le feste comandate torno sempre a casa mi sentirò dire che non ho mangiato che sono dimagrito, che sono bianco come un cero. Amore mio, i tuoi giochini sul divano me li conto ad uno ad uno nel sedile posteriore però più in là io non posso andare perché ho già bisogno dei tuoi occhi sulla mia pelle. E la provincia come un'isola di matti perduta nella pioggia si allontana alle mie spalle e l'inquietudine mi cresce dentro come un cancro sì ce n'è di che se io mi lascio andare. Eh, eh, eh, eh, hey, piove sabbia del deserto eh, eh, eh, eh, hey, proprio qui in provincia. h, eh, eh, eh, hey, piove sabbia del deserto eh, eh, eh, eh, hey, proprio qui in provincia
Se la mia chitarra piange dolcemente stasera non è sera di vedere gente e i giochi nella strada che ho chiusi dentro al petto mi voglio ricordare. Io penso ad un barcone rovesciato al sole in un giorno in pieno agosto le biciclette in riva al mare Agnese mi parlava della sabbia infuocata ed io non so perché non l'ho dimenticata. Lei mi raccontava di quello che la gente diceva del suo corpo con malizia ed allegria ed io che sto provando le cose che provavo ieri non ho capito ancora. Se è gelosia o se sono prigioniero di questo cielo nero e di un ricordo che fa male e se continuo a bere i miei liquori inquinati è vero che quei giorni non li ho dimenticati. È uscito un po' di sole da questo cielo nero l'inverno cittadino sembra quasi uno straniero Agnese dolce Agnese color di cioccolata adesso che ci penso non ti ho mai baciata. Agnese dolce Agnese color di cioccolata adesso che ci penso... Io vado in bicicletta per sentirmi vivo alle cinque di mattina con la nebbia nei polmoni però non c'è più Agnese seduta sul manubrio a cantar canzoni a cantar canzoni.
Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina spiritosa, Paolina fiore di rosa. A casa la sera dopo il lavoro due uova dentro al piatto la televisione che fa chiasso. Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina amara come il sale su per le vecchie scale, su per le vecchie scale. Il martedì sera lezione di guida con l'istruttore biondo che gioca sempre con tutte. Poi al cinema sola in ultima fila paura e amore per il buio le solite indecisioni, le solite indecisioni Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina Gloria, gloria alle tue gambe alla tua schiena e alle tue guance voglia, voglia anche tu ne hai voglia Paolina stiamo insieme hai trent'anni ormai. Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina, Paolina
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Fango
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Pigro
Tu sai citare i classici a memoria Ma non distingui il ramo da una foglia Il ramo da una foglia. Pigro! "Una mente fertile" dici " è alla base" Ma la tua scienza ha creato l'ignoranza Ha creato l'ignoranza. Pigro! E poi le parolacce che ti lasci scappare che servono a condire il tuo discorso d'autore come bava di lumaca stanno li a dimostrare che è vero, è vero non si può migliorare col tuo schifo d'educazione col tuo schifo di educazione. Pigro! La capra per il latte, la donna per le voglie ma non ti accorgi della noia che ha tua moglie? Della noia che ha tua moglie. Tu castighi i figli in maniera esemplare Poi dici "Siamo liberi, nessuno deve giudicare. Nessuno deve giudicare" Pigro! E poi le parolacce che ti lasci scappare che servono a condire il tuo discorso d'autore come bava di lumaca stanno li a dimostrare che è vero, è vero non si può migliorare col tuo schifo d'educazione col tuo schifo di educazione. Pigro!
Agnese dolce Agnese è un album di Ivan Graziani pubblicato nel 1979.
L'album "Agnese dolce Agnese" (1979), che qualcuno forse ricorderà per l'ingegnosa copertina apribile, è da molti - ed a ragione - considerato il risultato più compiuto nella carriera di Graziani. Registrato al Mulino con sodali nuovi ed antichi, il disco contiene diversi brani degni di nota: basti citare la suggestiva "Fuoco sulla collina", la sanguigna "Taglia la testa al gallo" ("L'ho scritta proprio dicendo chiaramente che se c'è qualcuno che ti dà fastidio, allora gli devi tagliare la testa"), le grintose "Dr.Jekyll & Mr.Hyde" e "Fame". Se è giusto scegliere un emblema, però, cavare un proverbio speciale, si può ricorrere al brano che dà il titolo al 33 giri, col quale il nostro viene sicuramente identificato nella memoria collettiva. Se la melodia fa tornare alla mente quella di "A groovy kind of love" (ma alla base di entrambe c'è una sonatina del 1797 di Muzio Clementi, basata su un traditional svizzero), il testo possiede una suggestione ed un'intensità inedite: ancora una volta, è la nostalgia a fare da molla all'ispirazione del nostro, in questo ritratto di donna dolcemente acquerellato. Tra i versi, s'insinua a tratti la sensazione struggente - come in certi racconti di Quarantotti Gambini, impregnati di solarità e di malinconia - di un'esperienza non fatta, di una gioventù non compiutamente vissuta ("Agnese, dolce Agnese color di cioccolata / adesso che ci penso non ti ho mai baciata").
Tracce
Taglia la testa al gallo - 4:02 Fame - 3:50 Veleno all'autogrill - 4:10 Il piede di San Raffaele - 3:58 Doctor Jekyll and Mr. Hyde - 4:43 Agnese - 3:42 Il prete di Anghiari - 4:25 Fuoco sulla collina - 4:41 Modena Park - 4:44 Canzone per Susy - 5:10
Agnese Se la mia chitarra piange dolcemente stasera non è sera di vedere gente e i giochi nella strada che ho chiusi dentro al petto mi voglio ricordare Io penso ad un barcone rovesciato al sole in un giorno in pieno agosto le biciclette in riva al mare Agnese mi parlava e la sabbia era infuocata ed io non so perché non l'ho dimenticata Lei mi raccontava di quello che la gente diceva del suo corpo con malizia ed allegria ed io che sto provando le cose che provavo ieri non ho capito ancora se è gelosia se sono prigioniero di questo cielo nero e di un ricordo che fa male e se continuo a bere i miei liquori inquinati è vero che quei giorni non li ho dimenticati E' uscito un po' di sole da questo cielo nero l'inverno cittadino sembra quasi uno straniero Agnese dolce Agnese color di cioccolata adesso che ci penso non ti ho mai baciata Agnese dolce Agnese color di cioccolata adesso che ci penso Io vado in bicicletta per sentirmi vivo alle 5 di mattina con la nebbia nei polmoni però non c'è più Agnese seduta sul manubrio a cantar canzoni a cantar canzoni
Ivan Graziani, un album tributo con Marlene Kuntz, Linea 77 e altri
24 ago 2012 - E' "Tributo a Ivan Graziani" il doppio CD che la Sony pubblicherà il prossimo 28 agosto in omaggio al grande cantautore e chitarrista scomparso il primo gennaio del 1997: all'operazione discografica, coordinata dalla giornalista Maria Laura Giulietti, hanno aderito tra gli altri Marlene Kuntz, Linea 77, Tre Allegri Ragazzi Morti, Simone Cristicchi, il figlio di Ivan, Filippo, Raiz, Marta Sui Tubi e Roy Paci.
"Questo progetto nasce un po’ per gioco e un po’ per amore", ha dichiarato a proposito la Giuletti: "Lui è Ivan Graziani, chitarrista sopraffino e uomo adorabile, gentile e geniale, irrequieto e travolgente. Parlare di un tributo può essere quasi prevedibile, se ne fanno tanti, se ne fanno troppi, ma in questo caso, credo, ci sia la buona fede di un gruppo di lavoro che senza pensare a ritorni di natura economica o commerciale ha iniziato a cercare alcuni amici con cui confrontarsi per fare in modo che alcune canzoni bellissime, che hanno un posto speciale nel cuore di molti, potessero rivivere a quindici anni dalla scomparsa del loro autore".
Ecco, di seguito, la tracklist dell'album-tributo:
"Monna Lisa" - Marlene Kuntz "I metallari" – Linea 77 "Prudenza mai" – Roy Paci & Aretuska "Olanda" – Paolo Benvegnù "Firenze" – Simone Cristicchi "Agnese" – Cristina Donà "Pigro" – Marta Sui Tubi "Lugano addio" – Mauro Ermanno Giovanardi "E sei così bella" – Filippo Graziani "Fuoco sulla collina" – Raiz "I lupi" – Tre Allegri Morti "Cleo" – Morinomigrante "Motocross" – Titor
"Difficile spiegare in poche righe la mia felicità nell’aver riunito tanti artisti che stimo nel confrontarsi con il repertorio di mio padre", ha commentato Filippo Graziani: "Sapere che è stato ed è motivo di ispirazione musicale tutt’oggi mi riempie di orgoglio e soddisfazione. Questo progetto è dedicato proprio loro… a chi si sente vicino alle sue canzoni… a chi le ascolta da sempre… a chi le scoprirà oggi e a chi le suonerà domani".