ALBERI DI NATALE

TUTTO CIO' CHE CREA LA FANTASIA

...GLI STRANI ALBERI ALTERNATIVI...

Parigi il Natale delle Galeries Lafayette

Milano
Acceso Albero di Natale
in piazza Duomo 5 dicembre 2013


"Per "ascoltare" la sua storia non bisogna far altro che passeggiare per il centro di Milano in questi giorni di festa, preferibilmente tardi la sera, quando a negozi chiusi, le strade sono vuote. Offuscato il frastuono cittadino, è più semplice percepire anche chi "parla" in silenzio. Passando attraverso l'illuminata Galleria in direzione di piazza Duomo, a un certo punto ci fermiamo, quasi istintivamente, con lo sguardo rivolto verso l'alto. Non è la dorata Madonnina ad attirare l'attenzione, ma la maestosità del padrone di casa: il grande albero di Natale. La buona educazione e il rispetto per il guardiano che si erige orgoglioso, induce quasi a chiedere il permesso prima di varcare la soglia. Non è solo una decorazione o un'installazione luminosa. Simboleggia il Natale e, come un monumento, lo fa dal punto più centrale della città.....
(tratto da un articolo del IlGiorno-Sole 24 ore, 2008)

ALBERO DI NATALE A NAPOLI NELLA GALLERIA UMBERTO CHIAMATO ALBERO DEI DESIDERI PERCHE' UNA VOLTA ADDOBBATO CENTINAI DI NAPOLETANI E TURISTI APPENDONO BIGLIETTINI CON MESSAGGINI UNA TRADIZIONE INIZIATA NEL 1985

Salisburgo, la storia dell’albero di Natale



L’albero di Natale al centro del colonnato del Bernini è ormai tradizione dal 1982 – per espresso volere di papa Giovanni Paolo II – tanto che ogni anno diverse località fanno a gara per donare la pianta più gigantesca proveniente dai loro boschi: un dono che va ad affiancarsi al presepe in piazza San Pietro, per richiamare “la gioia della sfolgorante luce divina”, come ha commentato papa Francesco, “di cui l’albero natalizio è segno e richiamo”.


Oggi è assai frequente trovare abeti anche all’interno delle chiese non solo nei paesi alpini, ma un po’ in tutta Europa e NordAmerica. A Salisbrurgo il nome“O Tannenbaum” non è solo il termine con cui si indica l’abete, e albero di Natale, ma rievoca altresì un celeberrimo canto natalizio, composto da un insegnante d’organo di Lipsia, Ernst Anschütz, nel 1824 sulla base di una canzone popolare del XVI secolo (un canto d’amore dove il sempreverde evocava la fedeltà).

Una storia antica quella di decorare gli abeti (rossi o bianchi erano gli alberi più diffusi nei boschi della Mitteleuropa), se già nel 1525 a Salisburgo il principe-vescovo Matthäus Lang von Wellenburg doveva regolamentarne per decreto il taglio in prossimità del Natale.

Ma anche nel resto d’Europa notizie di alberi decorati con rose di carta, mele glassate e biscotti si rinvengono più a nord fino a Strasburgo e Goethe scrive di aver visto il suo primo albero di Natale a Lipsia nel 1767. In Austria è il Congresso di Vienna ad aver “sdoganato” l’albero, prima considerato un segno di matrice protestante. Nella capitale della cattolicissima Austria è del 1914 la prima Festa dell’albero, mentre all’interno della Hofburg, la residenza imperiale nel cuore della città, fa il suo ingresso due anni dopo per volere di Henriette di Nassau-Weilburg, moglie dell’arciduca Carlo, mentre con il principe Alberto di Sassonia, consorte della regina Vittoria, attraversa la Manica.



Nonostante i tentativi di interpretazione come albero del Paradiso o della Vita (e pure il tronco di Jesse, genealogia di Cristo) la stragrande maggioranza delle gerarchie cattoliche, per volere di Roma, ha continuato a stigmatizzarne l’usanza come un segno protestante, o una concessione alla “modernità”, di cui chiedere perdono. Preoccupazioni scomparse però ai primi del ‘900 quando l’albero è stato aggiunto al presepe nelle chiese della diocesi di Salisburgo.

Da allora sono le decorazioni ad aver fatto a gara: da quelle di dolciumi di produzione artigianale del periodo Biedermeier (gli stessi dolci che Selma Lang, moglie di un pastore svevo aveva collocato nel 1° calendario d’Avvento), fino alle palline e altri oggetti in vetro, seta, cotone, carta stagnola e altri materiali. Famose le decorazioni dei vetrai di Lauscha (Turingia) a partire 1867, o quelle di Sebnitz (Svizzera) e Gablonz (Boemia), mentre le decorazioni elettriche hanno visto la luce nel 1870 negli Stati Uniti. E da lì inizia pure l’usanza degli alberi artificiali inviati ai soldati al fronte nel corso delle due guerre mondiali.

L’albero di Natale diventava sempre più un segno di pace, nonostante tutto, quando a Natale i bambini ebrei nel campo di concentramento nazista di Theresienstadt in Boemia avevano decorato con povere cose un semplice alberello.



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COREOGRAFIA SPETTACOLARE IN OCCASIONE DEI GIOCHI OLIMPICI DELLA GIOVENTU’ A NANJING DEL 2014

S'io fossi il mago del Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento!
(Gianni Rodari)

A New York, oltre al famosissimo Rockefeller Center Christmas Tree, esiste un albero di Natale particolare, l'Origami Tree che si trova al Museo di Storia Naturale.
E' un albero decorato con più di 500 origami ed ogni anno ha un tema diverso sempre legato alla natura e al suo mondo. Questo splendido albero è uno dei pilastri del rapporto tra OrigamiUSA e il Museo di Storia Naturale. Le figure di origami piegati, sono inviati dagli utenti e appassionati di origami provenienti da tutto il mondo. E' una tradizione natalizia che si ripete tutti gli anni da più di trent'anni.
Il tema di albero di quest'anno è "Mighty di Vita microscopica".
I volontari di OrigamiUSA hanno iniziato a creare questi piccoli capolavori di carta a partire dalla scorsa estate: ogni ornamento richiede in media circa 10 ore.

Milano 2015