IL NATALE....esplode la magia

festa, tradizioni e usanze...decoupage

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  1. gheagabry
     
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    louis-prang





    Caro Babbo Natale,

    quanto tempo è che non ti scrivo più?..
    ..da quando l'aria di Natale si sentiva già tra i banchi di scuola;
    ..da quando si aspettava con gioia vedere tornare il papà a casa con l'albero"vero"che lasciava aghi sparsi ovunque e il suo odore di resina ci pizzicava le narici;
    ..da quando le palline per l'albero erano di vetro,belle e colorate..quante ne abbiamo rotte!!..;
    ..da quando l'odore dei mandarini "faceva"tanto Natale;
    ..da quando si cominciava a preparare il presepe un mese prima:colla,muschio,pastori in gesso (che ogni anno andavano sostituiti perchè ce ne era sempre qualcuno con la testa o una mano mancante)carta alluminio per creare l'effetto acqua e tanta passione e fantasia;
    ..da quando si chiedeva:"mamma,come farà Babbo Natale a entrare in casa nostra se non abbiamo il camino?"..;
    da quando i nostri genitori riuscivano a farci credere fino in fondo che se non eravamo buoni Babbo Natale non sarebbe passato;...
    ..da quando il Natale era gioia,tradizione,aspettativa e calore familiare.

    Caro Babbo Natale,quanto vorrei ancora poter credere che esisti...
    credere che esista"qualcuno"che ci doni"qualcosa"senza pretendere nulla in cambio..poter ancora credere nella bontà e nell'umanità..
    Grazie Babbo Natale.
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    Les



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    Edited by gheagabry1 - 20/10/2019, 15:48
     
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    Edited by Lussy60 - 6/12/2011, 20:13
     
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  3. gheagabry
     
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    NATALE A BERLINO



    In Germania, i preparativi per il Natale iniziano già a novembre, anche se la vera festa cade il 6 dicembre, giorno di San Nicola, che qui chiamano "Nikolaustag". La notte del 5, alla vigilia, i bambini mettono le loro scarpe fuori della porta, una tradizione praticata in molti altri paesi europei. Secondo una leggenda tedesca, lo spirito di San Nicola, il santo patrono dei bambini, in questa notte, va di casa in casa con il libro dei peccati, in cui sono trascritte tutte le azioni dei bambini. Si dice che San Nicola riempie le scarpe di tutti i bambini buoni con squisite dolciumi e ramoscelli per i bambini che durante l'anno sono stati un po' birbantelli.
    Chi vuole vivere il fascino incomparabile di un 'magico inverno' deve scegliere Berlino. Forse pochi sanno che la vera tradizione dei mercatini di Natale, sparsi per le diverse capitali d'Europa, è tedesca; e Berlino, capitale della Germania non poteva non proporre il meglio di questa tradizione. Qualora si preferisca un mercatino di Natale contemplativo e magico o uno vivace e frenetico, la città offre una scelta di circa sessanta mercatini. Anche quest'anno il profumo di cannella e chiodi di garofano, le decorazioni fatte a mano, i canti di Natale, biscotti tradizionali e bevande calde, fanno da cornice ai maggiori eventi del Natale, di tipo religioso o commerciale che siano.
    Non si è ancora spento l'eco dei festeggiamenti per il ventennale della caduta del Muro di Berlino che la città continua a vibrare di rinnovata energia ed entusiasmo. Lasciatevi catturare dalla magia del Natale tedesco, quella dal fascino nordico, da vivere lungo i grandi viali e le celebri piazze della città, ma anche per le strade secondarie e i piccoli pittoreschi borghi.
    I mercatini di Natale hanno una tradizione di lunga data in Germania, Berlino diventa veramente una città dedicata allo spirito natalizio. I piccoli chioschi all'aperto (Weihnachtsmärkte) aprono i battenti tra il trambusto di turisti e abitanti del luogo. C'è musica, cibo, bevande e shopping e, come tutti mercati, principalmente artigianato e decorazioni di stampo locale, come i popolari ciondoli in legno provenienti dai monti Metalliferi (Erzgebirge). Poi ci sono anche enormi torte alla frutta (Stollen) e schiaccianoci (Nussknacker), sciarpe, cappelli, guanti e feltro colorato. Coperti per il freddo, in giro per le bancarelle, dopo lo shopping, non rimane che bere un caldo vino rosso Glühwein, venduto in tutti i mercati in tazze souvenir.


    Il mercatino fronte al Castello di Charlottenburg o quello lungo il memorial della chiesa del XIX secolo Kaiser Wilhelm Gedachtniskirche, rimangono a nostro avviso i più suggestivi; sarà anche per le gite in carrozza che ogni tanto si intravedono tra i sentieri del castello e l'illuminazione speciale, che rimanda all'affascinante epoca del primo Ottocento. Lungo i resti dell'antica chiesa vi troviamo anche il grande albero di Natale, e quindi non solo idee regalo, decorazioni natalizie, giocattoli, accessori, punch e vin brulé e ancora, canditi, salsicce alla griglia e i classici profumi speziati del Natale. Venue: Breitscheidplatz / Gedächtniskirche (Charlottenburg)
    Il mercatino di Weihnachtszauber è un altro classico che merita una menzione. Lo troviamo sulla piazza di Gendarmenmarkt, una delle più belle d'Europa, scenario ideale da atmosfera natalizia. Circondato da edifici d'epoca illuminati a festa, questo mercato è diventato uno dei più noti della città. Vi troviamo tutti i tradizionali dolci natalizi, come il pan pepato, ma anche salsicce e vin brulé e una sezione dedicata alla enogastronomia, sotto un tendone riscaldato. Una tenda riscaldata permette ai visitatori anche di vedere artigiani intagliare il legno, creare giocattoli e altri prodotti locali. Musicisti, giocolieri e acrobati da strada, intrattengono adulti e bambini. Lo troviamo aperto dal 24 novembre al 31 dicembre (per entrarvi è previsto il pagamento di una quota simbolica di 1 euro). Venue: Gendarmenmarkt (Mitte)
    Il mercatino di Chanukkah è illuminato a festa presso il nuovo cortile di vetro del museo ebraico. All'interno vi troviamo diversi oggetti d'artigianato locale, libri, decorazioni e prodotti della gastronomia di tradizione Hanukkah, la Festa delle Luci ebraica, che commemora la consacrazione di un nuovo altare al Tempio di Gerusalemme. Lo troviamo aperto il fine settimana, per tutto il mese di dicembre (tranne il 31). Venue: Jüdisches Museum Berlin, Lindenstraße 9-14, Kreuzberg
    Il cuore pulsante del Natale berlinese batte forte lungo la Potsamer Platz e presso i 4000 mq del Sony Centre, dove ha luogo un altro mercatino di Natale. Piccoli chalet in legno con artigianato locale, idee regalo, gastronomia e dolciumi. Aperto dal 29 novembre al 1 gennaio. Venue: Sony Center am Potsdamer Platz, Mitte. Nelle vicinanze anche le aree al coperto 'Boccia on Ice' e Legoland Discovery Centre.



    Il Nostalgischer weihnachtsmarkt am Opernpalais, giusto sulla Unter den Linden e il Lucia Weihnachstsmarkt presso il centro di Kulturbrauerei. Da non perdere anche i mercatini di Natale di Alexanderplatz, Weihnachtsmeile nella Rathausstraße e in particolare quello di Berliner Umwelt- und Weihnachtsmarkt e di Kollwitzplatz con i suoi prodotti ecologici e naturali provenienti da tutto il mondo (venue: Sophienstraße, Mitte).
    Il Mercatino di Natale Spandau, con le sue 200 bancarelle nei giorni feriali e 400 nei fine settimana, offre bevande e cibo gustoso, artigianato, decorazioni natalizie e altri prodotti. In più, una particolare attrazione: la grande scena della Natività con veri animali, di fronte alla chiesa Nikolai. Ogni giorno, i visitatori possono godere di un programma culturale con Babbo Natale, un coro di angeli, fiabe e bande di ottoni.
    I tedeschi amano fare del Natale una festa molto meno commerciali rispetto ad altre nazionalità, la loro frenesia è diversa da quella riscontrata nei turisti, si concentra infatti sugli eventi culturali che la città ha da proporre durante l'intero periodo, come per esempio i concerti di musica classica. La Staatsoper Unter den Linden presenta il balletto classico di Natale, lo Schiaccianoci (Der Nussknacker) con musiche di Tchaikovsky in varie date a dicembre.
    Non resta che lasciarvi con un classico menù di Natale berlinese, tra la tradizionale porchetta, salsicce bianche, il "reisbrei" (un dolce alla cannella) e molti altri piatti regionali. La vigilia di Natale è qui chiamata "Dickbauch" (che significa "pancia grassa"), il mito vuole che coloro che non mangiano bene alla vigilia di Natale saranno infestati dai demoni durante la notte. Non vi rimane quindi che riempirvi al meglio.
    (informagiovani-italia)





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    Edited by gheagabry1 - 20/10/2019, 15:56
     
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  4. gheagabry
     
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    NATALE A VIENNA

    10-ragioni-per-visitare-Vien

    Il periodo dell'Avvento, la preparazione al santo Natale, è particolarmente sentito nelle località austriache. Di antica tradizione, i riti e le usanze dei mesi di novembre e dicembre sono qui scanditi da ritmi particolari. Suoni, profumi, luci e risa si perdono nei passi incensanti della gente, che in una storica città come Vienna diventano centinaia, migliaia, in un solo giorno. Il Natale qui è un qualcosa che non dovrebbe sorprendere, immaginabile forse percepirne l'atmosfera, siamo d'altronde nella capitale dell'antico impero degli Asburgo, eppure ogni anno la città si appresta a nuovi incredibili entusiasmi, tanto da lasciare contenti ed appagati visitatori e cittadini.
    A partire dalla fine di novembre e per tutto il periodo del Natale, la città viene invasa dai "Christkindlmärkte", i mercatini di Natale, raccolti nelle tipiche luci e colori. Piccole capanne in legno, con personaggi che non temono il freddo, si preparano a vendere ai visitatori souvenir, artigianato locale, prelibatezze culinarie, calde bevande tradizionali come il punch e il vin brulè. Quelle più grandi le troviamo presso la piazza del municipio, allo Spittelberg e all'interno del campus universitario. Dai palazzi e castelli imperiale al mondo dei celebri caffè viennesi, la capitale austriaca ha molto da offrire per intrattenere i visitatori, soprattutto a Natale.
    In una tradizione che risale agli inizi del XVII secolo, i mercatini di natale diventano il fulcro di tutte le attività viennesi. Il più grande è organizzato accanto al Rathaus (Municipio), sfondo maestoso ed imperiale di quello che viene definito come il mercatino di Natale più bello d'Europa. Oltre 140 bancarelle si colorano di abbondanti caldarroste, fontane di zucchero filato, profumatissimi wursts (salsicce), vasi di sottaceti e l'onnipresente biscottone di pan di zenzero, raffigurato in una squisita varietà di rappresentazioni (cuori, stelle, alberi di natale, casette, animali, pupazzetti), nonché candele e tutti i tipi di giocattoli di legno o di stoffa, tutto l'insieme attira ogni anno un numero enorme di visitatori (pare siano circa 3 milioni ogni anno). L'odore di spezie e vin brulè (vino caldo) permea l'aria e le luci multicolori appese sugli alberi della piazza trasformano l'atmosfera della città in magico Natale.
    Nell'area dell'antico Spittelberg, un labirinto di stradine acciottolate tra Burggasse e Siebensterngasse, troviamo uno dei quartieri più funky e artistici di tutta Vienna. Anche qui troviamo un particolare mercatino di Natale, più piccolo e meno turistico ma altrettanto d'atmosfera come quello del Rathaus, e con un sapore più etnico. Inoltre vale la pena visitare anche il mercato giusto fuori dalla chiesa di Karlskirche, così come quello nel cortile del Castello di Schönbrunn.


    Tra una bontà della gastronomia viennese e l'altra, magari metteteci anche un giocatolo per i vostri bambini (tipiche le trottole in legno, colorate e laccate a mano), il natale viennese si arricchisce di svariati eventi culturali. La città ha conservato gran parte della sua grandezza imperiale, dall'imponente complesso del Hofburg, la residenza invernale dell'imperatore, ad una serie di piccoli palazzi privati, la maggior parte dei quali saranno aperti ai visitatori nel corso della stagione festiva. Un passo indietro nel tempo ... perché non concedersi un giro in un calesse vecchio stile, trainato da cavalli e guidato con personaggi in costume? Nonostante l'aspetto turistico-commerciale, rimane sempre un'occasione irripetibile.
    L'alternativa potrebbe essere quella di una giornata all'insegna della cultura (dopotutto siamo in una delle capitali culturali europee per antonomasia) visitando i musei e gallerie d'arte della città. Ci sono alcuni favolosi dipinti di Klimt e Schiele (due degli artisti più famosi in Austria), nella collezione permanente sia del Museo Belvedere (dove troverete il famoso Il Bacio 'Der Kuss'), che del Museo Leopold (nel nuovo distretto Museumquartier). L'Albertina, un'altra delle maggiori gallerie espositive della città, offre ad ogni stagione diverse mostre temporanee di artisti famosi, dalle arti grafiche, all'architettura alla fotografia.
    Il Natale viennese non è tale se non trovate occasione di assistere ad alcuni avvenimenti in particolare, ambedue di origine musicale. Siamo d'altronde nella città che ha accolto i più grandi musicisti della storia, tra questi Strauss e Mozart (nativo di Salisburgo). Vienna vanta una miriade di locali con musica, dai piccoli teatri alle grandi sale da concerto. La Staatsoper (Opera) è la più grande di tutti, una tappa obbligata per tutti gli appassionati di lirica. Molte le rappresentazioni previste dal calendario stagionale, per informazioni su spettacoli e concerti è possibile consultare il seguente link www.wiener-staatsoper.at. Dietro l'angolo troviamo il Coro dei Wiener Sänger Knaben, candide voci bianche che ogni anno allietano la messa della vigilia di Natale nella cappella di Hofburgkapelle (prenotazione obbligatoria).



    Se poi avete modo di rimanere oltre Natale e per il Capodanno viennese, avrete modo di assistere alla vera regalità in stile presso il Palazzo imperiale Hofburg: il Ballo di Capodanno, il primo della stagione, che dura fino a metà febbraio. Uno dei principali eventi del calendario sociale dell'Austria, dove trovare la crème de la crème della società viennese. Dopo una sontuosa cena di gala, gli ospiti si ritrovano nella sala da ballo per i balli in valzer (un modo molto originale, ma efficace, per bruciare le calorie in eccesso dei pasti natalizi). Se non avete modo di partecipare all'evento di Capodanno, non perdetevi almeno il concerto di gala al Konzerthaus il 22 dicembre, sicuramente il momento clou della stagione.
    I viennesi aspettano il Natale con entusiasmo ed attesa. Nella quattro settimane dell'Avvento troviamo la famiglia austriaca intenta a preparare le tradizionali corone con quattro candele (Adventkranz). Ogni Domenica, prima del Natale, viene accesa una candela in celebrazione dell'avvicinarsi della nascita. Spesso questo tempo viene utilizzato per cantare canzoni natalizie e, in generale per i preparativi, tra cui la classica gastronomia natalizia viennese o anche solo leggere delle storie e bere del tè. Non perdetevi la Wiener Schnitzel, un dolce enorme e molto gustoso, o il Sacheltorte (un delizioso dessert), da trovare in tutti i ristoranti e caffè di Vienna.
    Come vuole la tradizione nordica, si prepara anche il calendario dell'avvento (Adventkalender), che dispone di 24 sacchetti o finestre da aprire uno ad uno a partire dal 1° dicembre fino al 24, notte della vigilia. I sacchetti contengono piccoli regali, le finestre immagini o cioccolatini. Quando si apre l'ultima finestra o sacchetto, il giorno di Natale è arrivato. La tradizione vuole i bambini comporre una lista di desideri indirizzata al 'Bambin Gesù', che recupera tutti gli elenchi dal davanzale delle finestre e lascia un piccolo regalo a sorpresa.



    Tra il 5 e il 6 dicembre, non scordiamoci della visita di due simpatici amici, Krampus e San Nikolaus, il cattivo e il buono, il primo (un personaggio piuttosto spaventoso) volto a punire i misfatti di adulti e bambini e il secondo, il buon Nikolaus (con tanto di barba bianca e mantella rossa) pronto a ripararli il giorno dopo. La vigilia di Natale i bambini aspettano anche il 'Bescherung' il Babbo Natale che porta i regali e li mette sotto l'albero. Canti vengono intonati e si leggono le storie del Natale.
    (informagiovani-italia)




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    Edited by gheagabry1 - 20/10/2019, 15:58
     
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    NATALE A KLAGENFURT



    "Amo. Fino all'incandescenza io amo, e ne ringrazio biblicamente il cielo. L'ho imparato in volo."(da Giorni in bianco, Ingeborg Bachmann)
    Cominciare con le parole della grande scrittrice Ingeborg Bachmann, non è un caso. Lei era di Klagenfurt, e da questa città, circondata da centinaia di laghetti di montagna e calata in un paesaggio meraviglioso, traeva ispirazione ad ogni respiro. Capoluogo della Carinzia e sede del vescovado di Gurk, Klagenfurt cerca di competere con le altre città austriache con un fascino discreto della città di provincia; composta signorilità settecentesca armonicamente calata nel piano urbanistico del 1500; culto del verde e del fiore; dai giardini al balcone di casa; animazione giovanile e familiare che dai caffè all'aperto si riversa sulle rive del vicino lago.

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    Se nelle stagioni calde Klagenfurt offre un idillico paesaggio tra sentieri nei boschi e passeggiate in riva al lago di Wörthersee, in inverno il panorama si trasforma in qualcosa di altrettanto speciale.
    Orgoglio della regione austriaca della Carinzia, la città di Klagenfurt nei mesi autunnali e invernali si prepara al suo periodo più di atmosfera, il Natale.
    Secondo la leggenda, la zona intorno a Klagenfurt era infestata da un drago, il Lindwurm. Un giovane molto coraggioso lo uccise e come risultato la città venne fondata. Gli abitanti ricordano l'evento con monumenti sparsi un po' ovunque, primo tra tutti il dragone che sputa fuoco nella Neuer Platz. La piazza è la maggiore della città, abbellita anche dall'edificio municipale del Landhaus, sede del parlamento della Carinzia ed edificio di grande importanza architettonica.
    Ed è proprio nella Neuer Platz che il Natale di Klagenfurt trova la sua più alta espressione festiva. Chi può resistere alle illuminate, profumate, coloratissime bancarelle del mercatino di Natale del periodo dell'Avvento? Dal 21 novembre al 24 dicembre di ogni anno, la grande tradizione natalizia austriaca, in questo caso con il Klagenfurt 'Christkindl Market, ci permette di ammirare non solo gli addobbi fatti a mano del grande albero di Natale, ma anche canti natalizi e musica Gospel, calde cialde profumate e deliziosi vin brulé. Si incontrano persone provenienti da tutta la Carinzia, dalla vicinissima Italia e dalla Slovenia; tutti entusiasti di passeggiare tra gli stand decorati con rami di abete, luci e prodotti dell'artigianato locale. Una grande esperienza per grandi e piccini!

    Klagenfurt_mercatino_Natale



    Lasciatevi andare alla fresca aria di montagna che a Natale si trasforma in una ricca e piccante fragranza di biscotti di Natale, mele arrosto e vin brulè con la cannella e i chiodi di garofano. La varietà gastronomica della Carinzia nel periodo natalizio diventa infatti ancora più affascinante ed attraente con i grappini fatti in casa (Edelbrände), con i piatti energetici preparati secondo le antiche ricette contadine locali e tramandate da generazioni in generazione: personalmente, ci siamo innamorati della zuppa Sack und Pack, che consiste di gnocchi di patate fatti bollire in una minestra di patate dorata nella cipolla.
    In ogni angolo della città verrete accolti dal profumo invitante delle torte appena sfornate nelle pasticcerie e nei panifici: se provate quello del mercato, il Der Bäcker Legat (sublime!) avrete modo di scoprire che il Reindling, un dolce tradizionale riempito con cannella, zucchero e uvetta passa, è in fase di preparazione. Sempre in giro tra una bancarella e l'altra vi capiterà di incappare in alcune come quella di Ferdinando Cimzar, dove avrete modo di riempirvi occhi, naso e non ultimo palato, con tanto di fragole, banane, ananas e uva, tutte ricoperte di cioccolato!
    Come in tutta l'Austria il barbuto Babbo Natale è qui conosciuto con il nome di Nikolaus (San Nicola); il 5 dicembre viene preceduto da un folto gruppo di personaggi, alquanto grotteschi, tra cui il diabolico Krampus, che di casa in casa si incammina ad elargire avvertimenti ai bimbi monelli. Sarà poi San Nicola a distribuire i regali ai bambini che durante l'anno sono stati bravi.
    Nei dintorni e nella campagna, il bianco silenzio delle valli innevate, ricorda al visitatore che qui la popolazione ama vivere il periodo dell'Avvento con il silenzio, in raccoglimento con le proprie abitudini e tradizioni. Non sono poche le famiglie che troviamo intente a creare tipiche decorazioni natalizie, tra cui caldi calzettoni di lana (i famosi Hüttenschuhe), dolci, biscotti, bevande. Molte di loro hanno pensato bene di fare di questa loro tradizione un vero e proprio business, tuttavia semplice e riservato e a disposizione dell'attività turistica della propria regione. Una sorta di servizio di agriturismo da trovare in tradizionali fattorie (cercate quelle del Palzerhof o del Blumenhof), pronti ad offrire momenti di pura ospitalità montana per un grande e felice Natale.
    (informagiovani-italia.com)


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    Edited by gheagabry1 - 20/10/2019, 16:01
     
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    L’OMINO DI NEVE – FILASTROCCA

    pupazzo-di-neve1-200x200

    L’omino di neve,
    guardate che caso,
    non ha più naso
    Vorrei imitare
    questo paese
    adagiato
    nel suo camice
    di neve.
    e ha solo un orecchio:
    in un giorno di sole
    è diventato vecchio!
    Chi gli ha rubato un piede?
    È stato il gatto,
    bestia senza tatto.
    Per un chicco di grano
    una gallina
    gli becca una mano.
    Infine, per far festa,
    i bambini
    gli tagliano la testa.
    GIANNI RODARI – PRIME FIABE E FILASTROCCHE

     
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  8. gheagabry
     
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    Natale-angeli

    Gli angeli dell’Avvento sono quattro, come quattro sono le settimane che preparano al Natale ed ognuno di essi indossa un vestito di un colore che rappresenta una particolare qualità:
    Il blu significa il silenzio ed il raccoglimento;
    il rosso rappresenta l’amore;
    il bianco é il simbolo della luce che brilla nel cuore di chi crede;
    il viola, che é formato dall’unione del blu e del rosso, indica l’amore vero, quello profondo, che nasce quando si sta in silenzio e si ascolta la voce del Signore dentro di noi.

    Durante la prima settimana, un grande angelo discende dal cielo per invitare gli uomini a prepararsi per il Natale. E’ vestito con un grande mantello blu, intessuto di silenzio e di pace. La maggior parte della gente non sente il suo arrivo perché é troppo indaffarata nelle faccende quotidiane. L’angelo blu canta con voce profonda e soltanto quelli che hanno un cuore attento possono sentirlo. Egli canta: ” Il cielo scende sulla terra. Dio viene ad abitare nel cuore degli uomini. Prestate attenzione! Apritegli la porta”. E quelli che lo sentono incominciano a prepararsi per il Natale; cantano lodi.

    Durante la seconda settimana, un angelo col mantello rosso scende dal cielo e porta un cesto vuoto con la mano sinistra. Questo cesto é intessuto di raggi di sole e può contenere soltanto ciò che é leggero e delicato. L’angelo rosso passa su tutte le case e cerca; guarda nel cuore di tutti gli uomini per vedere se trova un po’ di amore….Se lo trova, lo prende lo mette nel cesto e lo porta in alto, in cielo. E lassù le anime di tutti quelli che sono sepolti in terra e tutti gli angeli prendono questo amore e ne fanno della luce per le stelle.

    Nella terza settimana, un angelo bianco e luminoso discende sulla terra. Tiene sulla mano destra un raggio di sole. Va verso gli uomini che conservano in cuore l’amore e li tocca col suo raggio di luce. Essi si sentono felici perché nell’inverno freddo e buio sono rischiarati ed illuminati. Il sole brilla nei loro occhi, avvolge le loro mani,i loro piedi e tutto il corpo. Anche i più poveri e gli umili sono così trasformati ed assomigliano agli angeli, perché hanno l’amore nel cuore. Soltanto coloro che hanno l’amore nel cuore possono vederel’angelo bianco…

    Nella quarta settimana e ultima settimana di Avvento, appare in cielo un angelo dal mantello viola. L’angelo color viola passa su tutta la terra tenendo col braccio sinistro una cetra d’oro.Suona una musica dolcissima e canta soavemente. Ma per poterlo udire occorre avere un cuore silenzioso ed attento. Egli canta il canto della pace. Molti piccoli angeli lo accompagnano e cantano con lui. ” Pace in terra agli uomini di buona volontà ” canta, dopo di cui tutti i semi che dormono sulla terra si svegliano perché essa ha ascoltato questo canto ed ha tremato di gioia.

    (Sussurrato da Luli, la radura del bosco incantato)



    angeli-bibbia__1_



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    Edited by gheagabry1 - 20/10/2019, 16:06
     
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    I BIGLIETTI di NATALE

    Firstchristmascard





    Tutto ciò che amiamo di questo dolce periodo nasce attorno al 1840, anzi... nel 1843....
    Era un grigio inverno in Inghilterra e un certo Charles Dickens decise di pubblicare un breve romanzo... si intitolava A Christmas Carol: un testo suggestivo, saggio, un po' polemico (per l'epoca), pieno di fantasia, buoni propositi e magia.... Fu un immediato successo. (A proposito: ma quanti Scrooge conoscete? Io ahimè moltissimi....) Quel libro divenne la pietra miliare del NOSTRO Natale. In quegli anni vennero inventati i Biglietti di Auguri (dei quali parleremo nel prossimo post o giù di lì), i Crakers... e si iniziò a pensare all'avvento come ad un periodo da dedicare ai bisognosi, alla bontà, alla generosità, alla famiglia e ai bambini. I negozi di giocattoli fiorirono (anche se solo per i bambini benestanti), e gli alberi di Natale divennero il must assoluto! Ma prima?
    Prima, nel medioevo e ancor prima, il periodo del Natale era un tempo di burle e di scherzi, una sorta di carnevale, il momento giusto per esorcizzare la morte che regnava in natura con colori, cibo a volontà (almeno il 25 dicembre) e festeggiare il ritorno della luce, seguendo l'antica usanza pre cristiana che festeggiava il Solstizio d'inverno. Il Natale finì per incorporare una moltitudine di suggestive ed antiche usanze pagane. Le case venivano decorate con rami di sempreverde, di agrifoglio, di vischio... per propiziare il ritorno alla vita, alla luce, dopo i rigori della stagione invernale. Con il solstizio la luce iniziava a crescere, portando speranza: Gesù divenne l'incarnazione della Luce del Mondo, il Bambino Divino che già anticamente nasceva dalla Madre Benedetta, il Salvatore: Mabon, il Figlio della Madre.


    "Una delle più dolci tradizioni natalizie consiste nel porgere i propri auguri a chi si ama, si conosce, si frequenta. Una volta, tanto tempo fa, si scrivevano lunghe lettere ai parenti lontani, agli amici… poi, nel 1843 (che data magica…) tutto cambiò: nacquero i Biglietti di Auguri.
    Sir Henry Cole chiese all'amico artista John Horsley di disegnare una bella immagine che racchiudesse il senso del Natale.
    Horsley dipinse un piccolo acquerello nel quale campeggiavano tre scene significative legate a ciò che per noi e per i vittoriani doveva essere il Natale: carità, famiglia, festa, decorazioni, buon cibo… Il dipinto di Horsley fu davvero innovativo, e i più di 2000 biglietti che vennero stampati vennero venduti per uno shilling.
    Il soggetto gioioso e per nulla religioso fece infuriare i puritani, che distrussero gran parte dei biglietti, così oggi ne sopravvivono solo 10.
    In seguito, nel corso del XIX secolo, i biglietti di Natale non ebbero come protagonisti la religione o il Bambin Gesù, ma fiori, animali, fate… soggetti che richiamassero l'avvicinarsi della primavera e i temi cari a Dickens e alla mentalità vittoriana.Lo sviluppo nel corso del 1870 del servizio postale rese i Biglietti di Auguri accessibili a tutte le tasche e si conta che nel 1877 vennero spediti più di 4 milioni e mezzo di bigliettini!"

    (il filo incantato)

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    Edited by gheagabry1 - 20/10/2019, 16:08
     
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    La storia del pupazzo di neve



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    Appena nevica subito i bambini chiedono: Dopo usciamo per costruire un pupazzo di neve? E se ne stanno dietro le finestre aspettando il momento. Come il presepe, l'albero, le candele, i dolci e i regali, il pupazzo è una delle «piccole cose di Natale», come le ha definite una filosofa, Francesca Rigotti in un suo libro (Interlinea).Dove nasce il pupazzo di neve? E poi, cosa significa? Bob Eckstein ha scritto un libro, «The History of the Snowman», in cui racconta attraverso un gran numero d'immagini le sue origini. Il primo ritratto dell’omino di ghiaccio si trova in un «Libro d'ore» del 1380, custodito in una biblioteca dell'Aia: assiso su un sedile, sotto le sontuose decorazioni di un amanuense, si gira verso il lettore. Eckstein è andato a scovare in disegni, xilografie, incisioni, pubblicità, fotografie, la presenza dell'uomo di neve, così lo ha trovato nelle stampe del Cinquecento: il girotondo dei ragazzi che circondano il personaggio bianco.
    In questo modo ha sfatato la tesi assai diffusa secondo cui il primo pupazzo sarebbe stato eretto all'inizio dell'Ottocento. Si tratta di una figura antropomorfa che incarna lo spirito dell’inverno; simile a un uomo, non ha però un corpo vero e proprio, bensì una tozza costruzione in tre parti: due sfere per le gambe e il tronco, e una terza per la testa.
    Il pupazzo non è una creazione occidentale, ma si trova anche in Paesi orientali come il Giappone. Vivo e morto insieme, è dotato di un'anima, ma è sempre esposto al rischio di sciogliersi. Nel celebre racconto di Andersen l’omino è attratto dal suo contrario, una stufa, e finisce liquefatto da un vento caldo. Simbolo della forza gelida dell’inverno, egli è legato al destino della stagione in cui nasce e muore. Il suo simbolismo di origine pagana - l'uomo di neve è un prodotto del folklore nordico - è però adattabile a quello cristiano per il suo legame con morte e rinascita. Esprime la vocazione ciclica dell’inverno, la sua vitalità nascosta: durante l’inverno, mentre il seme muore, e va sotto terra per rinascere in primavera, l’uomo di neve compie il ciclo opposto. I bambini sono attirati dalle decorazioni che servono a creare occhi, denti, naso, braccia, capelli, e produrre l'effetto antropomorfo, che insieme rassicura e inquieta. Se il Natale si è secolarizzato, sbarazzandosi di molti simbolismi, il pupazzo di neve non è tuttavia scomparso. Anzi, continua ad esistere per la gioia dei bambini. Appena smette di nevicare usciamo a costruirne uno. Lo prometto.(corriere)

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    Mi spoglio di pochi abiti per rivestire
    te mio pupazzo di neve
    che ti plasmo cercando di fare a mia immagine
    e mettere in evidenza un particolare
    che chiunque guardandoti da lontano
    possa dire che sei proprio il mio ritratto,
    anche se proprio un'artista non sono
    basta poco per poterti far divenir simile a me.
    Un sorriso, un cappello e gli occhi profondi
    che ti guardano dentro ed il gioco è fatto.
    Scruta per me nella notte e proteggimi da incubi non desiderati
    (dal web)




    ....una favola....




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    Questo freddo mi fa proprio bene!", diceva un pupazzo di neve. "È proprio vero che un buon vento pungente fa risuscitare anche i morti! E guarda quel tipo!", diceva, rivolto al sole, che stava tramontando, "Cos'avrà da fissarmi? Beh, non riuscirà a farmi sbattere le palpebre! Continuerò a tenere le tegole aperte, io!" Diceva così perché i suoi occhi erano fatti con due pezzetti di tegola, mentre la bocca era un vecchio rastrello spuntato: per questo si poteva dire anche che avesse i denti. Era nato tra gli "Urrà!" di un gruppo di ragazzi: la sua nascita era stata salutata da squilli di campanelli e schiocchi dei frustini da slitta. Il sole intanto volgeva al tramonto e la luna sorgeva, grande e rotonda nel blu del cielo. "Eccolo lì che rispunta di nuovo", disse il pupazzo, credendo che si trattasse di nuovo del sole. "Ma almeno gliel'ho fatta perdere, la sua abitudine di fissare! Adesso ha una luce che gli basta appena a guardarmi i piedi. Se soltanto potessi andarmene da un'altra parte! Se potessi muovermi, andrei a scivolare sul ghiaccio come quei ragazzi che ho visto! Ma non so come si fa". "Bah! Bah!", guaì il vecchio cane alla catena, rauco come al solito: da un pezzo non era più il cucciolo di casa, sempre nascosto sotto la stufa. "T'insegnerà il sole a correre! Come è successo a quello che c'era prima di te, e a quello prima ancora! Bah! Bah! Uno alla volta se ne sono andati tutti". "Non capisco, amico mio", disse l'uomo di neve. "Quello che sta lì sopra", e indicava la luna, "mi dovrebbe insegnare a correre? È vero che è scappato via quando l'ho guardato dritto negli occhi, ma adesso è spuntato fuori dall'altra parte..." "Non capisci un bel niente", rispose il cane alla catena. "Anche se bisogna ammettere che sei ancora nuovo nuovo! Quella che tu vedi adesso si chiama luna, quello che se n'è andato era il sole: lui tornerà domani, e vedrai se t'insegnerà a scivolare lungo il fossato. Tra un po' il tempo cambierà, lo so perché la mia zampa sinistra dietro mi dà dei dolori... "Mah, non capisco proprio", disse il pupazzo. "Non so perché, ma sembra quasi che mi voglia dire qualcosa di spiacevole. Neanche quello di prima, che mi fissava e che si chiama sole, neanche lui deve volermi bene, temo". "Bah!", abbaiava il cane alla catena, e dopo essersi rigirato per tre volte, si addormentò nella sua cuccia. Il tempo doveva davvero cambiare. Una nebbia umida e densa arrivò nelle prime ore del mattino e coprì tutta la regione; poi sul far dell'alba cominciò a soffiare il vento: un vento così rigido che il ghiaccio fece subito presa. Ma poi sorse il sole, e, che spettacolo! Tutti gli alberi e le piante erano pieni di brina: sembrava una foresta di perle bianche: tutti i rami sembravano carichi di candidi fiori. Quei piccoli rami sottili e tanto fitti che d'estate non si riescono a vedere, perché le fogli li rivestono interamente, ora si distinguevano tutti, uno ad uno. Era un grande ricamo, così candido e brillante che pareva che da ogni ramo spuntassero diamanti, oppure tante piccole, minuscole candele, ancora più bianche della neve. "Che spettacolo unico al mondo", disse una ragazza, scesa nel giardino insieme a un giovane: si fermarono proprio accanto al pupazzo di neve e si misero a guardare gli alberi luminosi. "D'estate non esiste uno spettacolo altrettanto bello", disse ancora, mentre gli occhi le brillavano. "Neanche un tipo come quello lo trovi in estate", disse il ragazzo, indicando il pupazzo: "È molto bello!" La ragazza sorrise e fece un inchino davanti all'uomo di neve: poi si mise a ballare col suo amico sulla neve che scricchiolava. "Chi erano quei due?", chiese il pupazzo al cane tenuto alla catena. "Tu, che vivi qui da tanto, li conosci?" "Li conosco sì", rispose il cane. "Lei mi ha fatto una carezza una volta, e lui mi ha dato un osso: quelli lì non li mordo". "Ma che ci fanno qui?" "Sono innamorrrrati!", ringhiò il cane alla catena. "Andranno ad abitare in una cuccia in due, e rosicchieranno gli ossi assieme! Bah!" "Ma due così sono importanti come me e te?", chiese il pupazzo. "Loro sono due padroni!", disse il cane alla catena.
    "Cosa vuoi saperne tu, che sei nato ieri? Ma io sono anziano e ho un sacco di esperienza: li conosco bene, quelli di casa, dal tempo che non stavo qui al freddo e alla catena! Bah! Bah!" "Cosa c'è di meglio del freddo?", esclamò il pupazzo. "Ma raccontami, dai! Però non trascinare quella catena! Mi fai stridere dentro con quel rumore". "Bah!", abbaiava il cane. "Un tempo ero un cucciolo, piccolo e morbido, dicevano: e stavo sempre accovacciato su una poltrona di velluto, e il padrone più importante di tutti mi teneva in grembo; tutti mi davano bacetti sulla gola e mi strofinavano le zampine con un fazzoletto; mi chiamavano "amore" e "tesoro"... ma poi divenni troppo grande per queste cose, e loro mi diedero alla governante: così andai a finire al piano terra! Lo puoi vedere anche tu, da lì. Vedi la stanzetta dove facevo da padrone (infatti, vivevo con una serva). Senz'altro avevo meno spazio che al piano di sopra, però stavo anche meglio: avevo un cuscino tutto per me, ma soprattutto c'era una bella stufa, che in una stagione come questa è davvero la cosa migliore del mondo! Mi raggomitolavo lì sotto e nessuno mi vedeva più. Ah, me la sogno ancora, quella stufa lì! Bah!". "Ma è così bella una stufa?", chiese il pupazzo. "Mi somiglia un po'?" "È il tuo esatto contrario: è nera come il carbone, ha un collo allungato e uno sportello di ottone: è così ghiotta di pezzi di legno che il fumo le esce dalla bocca: ma se ci stai vicino, anche sotto, e sentiresti che delizia! Guarda un po' se riesci a vederla, attraverso la finestra. Il pupazzo si guardò attorno finché non vide un oggetto nero, lucido, con uno sportello di ottone; intorno a lui il pavimento sembrava illuminato. Il pupazzo si sentì strano: era una sensazione che non riusciva a spiegarsi: in cuore aveva come una nostalgia che non aveva mai provato, ma che tutti gli uomini conoscono bene, quando non sono fatti di neve. "Ma perché l'hai lasciata?", chiese l'uomo di neve, che aveva deciso che doveva trattarsi di una creatura femminile.
    "Come hai potuto abbandonare quel posto?" "Sono stato costretto!", disse il cane alla catena. "Mi hanno buttato fuori e mi hanno attaccato qui dopo che mi capitò di mordere il più giovane dei padroni, perché aveva dato un calcio al mio osso: osso per osso... ma loro se la sono avuta a male, e da allora sono qui alla catena, e ho finito per perdere la voce: senti come sono rauco? Bah! E così è finita la mia bella vita d'un tempo". Ma il pupazzo non lo ascoltava più: da un pezzo guardava fisso nella stanza della serva, dove, piantata sulle sue quattro zampe, sorgeva la stufa: più o meno, sembravano avere la stessa altezza. "Che strana sensazione quella che provo! Mi riuscirà mai di incontrarla? È un desiderio innocente, il mio, e i desideri si avverano sempre, quando sono innocenti. È il mio solo desiderio: sarebbe ben ingiusto se non potesse avverarsi! Devo entrare a ogni costo, anche se dovessi spezzare i vetri!" "Bah! Tanto non ci arriverai mai!", disse il cane alla catena; "e poi, se ti ci avvicini sei finito, non lo sai? Bah!" "Già ora non mi sento affatto bene", rispose il pupazzo; "sento una gran voglia di vomitare". Per tutto il giorno il pupazzo rimase a guardare la finestra: alla luce del tramonto la stanza sembrò diventare ancora più accogliente: la stufa emanava un bagliore dolcissimo, più dolce di quello della luna, e anche di quello del sole: dolce come può esserlo soltanto il bagliore di una stufa, quando è piena. Se qualcuno apriva lo sportello, ne usciva una fiammella: era una sua abitudine: e una di quelle fiamme sembrò penetrare proprio il petto del pupazzo di neve. "Non resisto", diceva lui. "Com'è carina, quando mette fuori la lingua". Quella notte fu lunghissima, ma non per il pupazzo: egli era assorto nei suoi pensieri, che congelandosi scricchiolavano. All'alba i vetri alle finestre erano coperti coi più splendidi fiori di ghiaccio che un pupazzo di neve potesse desiderare: ma essi gli nascondevano la vista della stufa! Non l'avrebbe potuta vedere, finché il ghiaccio alla finestra non si fosse sciolto. Tutt'intorno si sentiva crepitare e scricchiolare: che freddo rigido! Il tempo migliore per un pupazzo di neve: eppure lui non era contento. Gli mancava la stufa. "Che brutta malattia per un pupazzo!", diceva il cane alla catena. "L'ho avuta anch'io: ma ormai l'ho superata. Bah! Tra un po' cambierà il tempo!" E infatti in breve arrivò un vento tiepido, che iniziò a sciogliere la neve. Più il vento soffiava, più il pupazzo diventava piccolo. Lui non disse niente, non si lamentò nemmeno, e questo era proprio il segno della fine. Poco tempo dopo crollò. Al suo posto restò qualcosa che sembrava un manico di scopa dritto nell'aria: i ragazzi lo avevano piantato affinché si reggesse meglio in piedi. "Adesso capisco cos'era la sua nostalgia!", disse il cane alla catena; "quel pupazzo aveva in corpo uno spazzolone per stufe! Ecco cos'era che lo turbava tanto! Bah! Ma ora è tutto finito". Anche l'inverno ormai era agli sgoccioli. "Bah!", diceva il cane, ma intanto le bambine nel giardino cantavano:"Bel mughetto, da bravo, esci fuori,vedi che al salice spuntan già i fiori? Se non è marzo, qui è già primavera, Senti gli uccelli cantare alla sera! E insieme a loro io canto: Cucù, Fratello Sole, vien fuori anche tu!"E al pupazzo di neve, chi ci pensava più?
    (H.C. ANDERSEN)


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    NATALE A BRUXELLES

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    Ogni anno, a dicembre, il centro storico di Bruxelles si trasforma in un villaggio di Natale. La Grand-Place e le strade a lei limitrofe diventano un'appendice della casa di Babbo Natale, con grande gioia di grandi e piccini. Quest'anno, la città ospite della capitale belga è Tallinn, capitale a sua volta della Repubblica di Estonia: in offerta quindi non una ma due città, gemellate per l'occasione in un mix di grandi specialità regionali. Un incontro consono alla vera anima della città, quella che la incorona capitale d'Europa.

    Immaginate i simboli più cari di Bruxelles, gli animati Tintin e il piccolo Manneken Pis: li trovate un po' ovunque in città, quasi come se si aggirassero curiosi tra le vie illuminate, alla scoperta di doni e bontà culinarie. Da Place Saint-Jean fino alla Piazza Ste-Catherine, passando per la Bourse (la Borsa valori belga) e il mercato del pesce, il centro della capitale belga si riempie di 220 piccole casette di campagna, pronte a raccontare la più bella favola di Natale. Migliaia i doni e le idee regalo, la Grand-Place diventa una monumentale installazione luminosa, riportando a nuova vita, come ogni anno, le più classiche tradizioni natalizie e rinnovando, allo stesso tempo, lo stupore della gente.
    Suoni e luci si completano di concerti e rappresentazioni ogni sabato del mese. Animati da nuova carica vitale, si muovono tra la gente, le vie, le scalinate e le piazze, arrivando fino all'Hotel de Ville, al Palazzo reale, agli imponenti vetrate degli edifici della Unione Europea, fino ad arrivare ai caffè e ai bar più frequentati (quelli di maggiore tendenza, come La Fleur en Papier Doré o Goupil le Fol) e alle altre costruzioni del XVI secolo. Sapevate che l'Hotel de Ville di Bruxelles è stato costruito nell'esatto centro della città e che lo stesso imperatore Carlo V vi pose la prima pietra durante la sua costruzione?
    Continuiamo a seguire i nostri due stravaganti amici verso la Rue au Beurre (letteralmente via al Burro) per scoprire i negozi di pizzi e merletti, e gli arazzi di Bruxelles, trovandovi tonnellate di originali idee regalo. La strada conduce nuovamente alla via della Borsa, che a sua volta si immettere nel villaggio natalizio,uno dei mercatini di Natale più grandi di tutto il Belgio: i piccoli chalet in legno sono già installati, e i venditori e gli artigiani sembrano aspettare proprio noi per proporre i doni e la possibilità di degustare deliziose specialità invernali o bere rigeneranti bevande calde, come il vin brulé.

    Si prosegue con una passeggiata per Rue Devaux e Rue Sainte-Catherine,che conducono alla piazza di Sainte-Catherine, dove sono situati il Mostro di ghiaccio e la Torre Nera, di sicuro un vero piacere per le famiglie con i bambini al seguito. In attesa, mentre i piccoli si intrattengono, si ha la possibilità di visitare il settore del mercato di Natale di Tallinn, per scoprire l'affascinante mondo di una località ancora più nordica. Nel tardo pomeriggio, la strana compagnia si dirige verso il mercato del pesce, che per l'occasione si trasforma in una grande pista di pattinaggio sul ghiaccio, una delle attrazioni principali della città in inverno. I bambini possono tranquillamente pattinare in una pista piccola, appositamente organizzata per loro, mentre gli adulti ancora una volta possono tenere d'occhio i figli e allo stesso tempo rilassarsi assaggiando una delle ottime birre locali.
    Non si può lasciare Bruxelles e il suo Natale senza aver provato almeno una volta la grande ruota panoramica, situata nei pressi della pista di pattinaggio. Lo spettacolo di questa gigantesca macchina è ancora più incredibile alla sera, con l'accendersi delle sue 18.000 lampadine. Mentre si cammina attraverso le bancarelle del mercatino si incontreranno anche varie rappresentazioni teatrali, concerti, processioni della tradizione religiosa e folcloristica e tanti, tantissimi, artisti di strada. In un solo mese, la città unisce il nuovo al passato, le attrazioni popolari si riempiono di rinnovati colori invernali e di tradizioni tipiche del Natale belga.
    (informagiovani-italia.com)


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    Edited by gheagabry1 - 20/10/2019, 16:16
     
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    La storia della PALLA di NEVE

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    La prima descrizione di una PALLA DI NEVE risale alle pubblicazioni inerenti all'Esposizione Universale di Parigi del 1878.
    Fu riportato che sette espositori francesi avevano in mostra come fermacarte delle palle di vetro riempite con acqua all'interno e una polvere bianca che quando si capovolgeva il tutto cadeva come in una imitazione di una tempesta di neve.
    L'anno dopo alla stessa esposizione furono create delle palle di neve contenenti la Torre Eiffel nuova di zecca, iniziando una tradizione che sopravvive ancora oggi in ogni angolo del pianeta. I francesi molto attenti e innovativi in questo genere di cose si sono dedicati alla creazione di questi oggetti di vetro fin dall' inizio del 1800 sebbene alcuni affermino che le prime palle di neve risalgono al 1840 e 1850. Il BERGSTROM MAHLER MUSEUM a NEENAH in Wisconsin USA ha la più antica palla di vetro americana che risale al 1870. Alla fine del XVIII° secolo si voile distinguere le palle di neve cosiddette "souvenir" da quelle definite "artistiche". Nel 1900 1'artista austriaco ERWIN PERZY creò delle bellissime palle di vetro fatte completamente a mano e che poi vendette al pellegrini che andavano alla Chiesa di Maria Zell.

    La palla di vetro stile Perzy montata su di una base nera è in produzione ancora oggi. Nei primi anni del '900 cerano artigiani che si dedicavano alla produzione di questi oggetti sopratutto in Francia, Cecoslovacchia, Germania, Austria e Polonia. Nel 1878 un omino con l'ombrello racchiuso in una palla di vetro attraversò la Manica e venne messo in una vetrina a Brighton in Gran Bretagna. Nel 1924 sempre nello stesso negozio era esposta una palla contenente una piccola bambina con il suo cane. Le palle di neve attraversarono commercialmente l'Oceano Atlantico nel 1920, quando gli artigiani tedeschi cominciarono ad esportarle in America e Canada. Queste prime palle di vetro esportate erano montate su basi blue cobalto dove veniva apposto a mano il nome della città. Durante gli anni 20 e '30 i più famosi artigiani tedeschi erano quelli della ditta "KOZIOL" che ancora oggi producono palle di neve in plastica.

    Nel 1927 JOSEPHJ GARAJA un artista della Pennsylvania incominciò ad introdurre nelle palle figurine che si muovevano come pesci, cigni o omini di neve. L'invenzione di Garaja fu subito copiata dai Giapponesi negli anni '30 che cominciarono a fabbricare palle di vetro con la base di plastica o di ceramica. Il boom delle palle di vetro si ebbe alla fine degli anni '30, quando furono messe sul mercato "snowdomes" di ogni tipo con grande varietà di fiocchi di neve e montate su basi rotonde, piatte, alte basse, di legno, di sasso, metallo, marmo, porcellana, ecc...

    All' inizio del 1939 uno dei souvenir più venduti a Washington la Capitale degli Stati Uniti era appunto una palla di neve contenente la statua del Grande Presidente Americano, importata dal Giappone. A causa della II° Guerra Mondiale naturalmente questo prodotto non fu più disponibile e allora un negoziante di Washington di nome William SNYDER fondò la "ATLAS CRYSTAL WORKS" che produceva palle di vetro, diventando ben presto una delle più grandi ditte specializzate nel settore.
    (.eranuova.)


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    Edited by gheagabry1 - 20/10/2019, 16:22
     
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    NATALE in POLONIA

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    Non si parla spesso del Natale in Polonia, che pure è incredibilmente ricco e interessante da scoprire. le feste natalizie hanno inizio con l’apparizione della stella, la notte del 24 dicembre cioè la sera della Vigilia. In trepidante attesa, come sempre sono i bambini che cominciano già dal pomeriggio a guardare il cielo e attendono un minimo bagliore per potersi mettere a tavola e dare inizio alla festa. Non si comincia però immediatamente a mangiare, visto che si fa circolare del pane azzimo in una fetta sottile e detto “opplatek”, raffigurante le immagini di Maria, Giuseppe e di Gesù Bambino. Tutti ne prendono un pezzo e, fino a qualche tempo fa, era abitudine coinvolgere in questo rito pure gli animali della fattoria che potevano gustarne un pò.

    La tavola è apparecchiata a festa e sotto la tovaglia, viene inserito un sottile strato di paglia a ricordo del fatto che Gesù nacque povero in una stalla. I più piccoli tirano le pagliuzze aspettando chi prenderà il pezzo più lungo che indica longevità. Oggi alcune tradizioni si sono un pò perse ma in passato le ragazze mettevano il pettine sotto il cuscino la notte di Natale. Durante la notte, colui che nei sogni le avrebbe pettinate, sarebbe diventato il futuro marito. Tra gli invitati, poi, si devono lasciare dei posti liberi perchè potrebbero arrivare da un momento all’altro Maria e Gesù Bambino e dovrebbero essere accolti al meglio. La scena della Natività viene allestita su due piani, su uno scenario portatile detto “szopka”. In Polonia, comunqua, probabilmente non c’è niente di più bello dei canti di Natale in particolare i Kolenda che risalgono quasi sempre al periodo barocco. Santo Stefano è il protettore della Polonia e in quel giorno i contadini portano in chiesa l’avena per la benedizione e per lanciarla contro il parroco per una usanza molto antica. Il tutto in attesa dei doni di San Nicola.


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    NATALE A COPENAGHEN




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    Chi meglio di Hans Christian Andersen, celebre novelliere (padre di Mignolina, del soldatino di stagno, della sirenetta e di molti altri personaggi indimenticabili) poteva consigliarci sul Natale in Danimarca! Ci chiediamo cosa ammiravano gli occhi di colui che ha fatto sognare bambini ed adulti di tutto il mondo, quando entusiasta, oltre un secolo fa, descriveva Copenhagen nel periodo natalizio come “magnifica e indimenticabile”. Alle soglie del secondo decennio di un nuovo millenni, la città ancora oggi ha molto da offrire a coloro che si apprestano a visitarla per Natale.
    L'atmosfera è quella classica delle città scandinave, che in inverno sembrano dare il meglio delle proprie tradizioni. Enormi alberi di Natale, candele, luci colorate a non finire, bianca e candida neve, favolosi mercatini, come quello ubicato all'interno del Parco Tivoli, da anni dichiarato come il più grande dei mercati natalizi della Scandinavia. L'atmosfera qui è veramente incredibile: pare siano quasi due milioni le lampadine usate per le luminarie del parco! Lo si capisce da come brillano i salici vicino al lago e il castello in miniatura che galleggia al centro delle sue acque, piccolo anticipo del vero castello reale presente sulla riva opposta. Sono diverse le occasioni d'intrattenimento all'interno del parco, dai concerti di musica classica e jazz, alle piccole rappresentazioni teatrali per gli adulti, alle attività ludiche per i bambini.
    I danesi amano la loro capitale, la abbelliscono per le feste con gusto e sobrietà. Da queste parti s'incomincia ad augurarsi Glaedelig Jul (buon Natale) sin da fine novembre. In effetti, per la popolazione il Natale incomincia il 7 novembre, data del mitico Giorno J, e cioè nel momento in cui le birrerie aprono le porte alle birre Juleberg, trasportate con tanto di calesse e cavallo alle rivendite della città. La prima Juleberg ad arrivare a destinazione nelle taverne della città, in genere la Tuborg, alle 20.59, viene accolta con un grande applauso dalle persone che a quell'ora si sono riversate nelle strade per l'occasione. La stagione natalizia ha preso il via!
    Le vie della città incominciano ad animarsi di venditori da strada, compresi coloro che vendono non tanto le castagne arrosto, ma soprattutto mandorle ricoperte di zucchero e cannella. Il tipico dolce di Natale danese è una sorta di piccola pagnotta alla cannella, noci e ciliegie, mentre la bevanda per eccellenza, oltre la birra, è il vin brulè glogg, servito caldo sopra un misto di mele, mandorle e uvetta.
    Le prime bancarelle aprono i battenti verso la seconda o la terza settimana di novembre, e vengono immediatamente invase dalla gente che passeggiando, si sofferma ad assaporare le calde bevande con qualche dolcetto e comprare piccoli souvenir e prodotti tipici del Natale danese. Di certo da Copenaghen non si torna a casa a mani vuote, soprattutto a Natale. Incredibile la varietà di prodotti in vendita, oltre ai prodotti e agli oggetti presenti nei mercatini, consigliamo anche quelli dell'antico mercato rinascimentale di Amager Torv. Prodotti di porcellana, vetro e argento e splendide decorazioni artigianali che compaiono nel periodo natalizio.
    Da non perdere i monumenti maggiori della città, addobbati a festa per l'occasione. Da visitare tra le tante, la Nuova Piazza Reale (Kongens Nytorv) con l'illuminazione scenica, l'antico Hotel Angleterre, il Teatro reale, lo storico locale Hviids Vinstue, strade pedonali come la Strøget e i suoi grandi magazzini, la Casa di Cristallo di Georg Jensen, la dolce Sirenetta (Dn lille Havfrue) sulla Langeline Promenade (vicino alla "vecchia cittadella", tra il Palazzo Amalienborg e la Chiesa di Marmo), nel quartiere di Østerport.
    La tradizione vede i danesi celebrare il Natale alla presenza di particolari personaggi: elfi e folletti, i piccoli spiriti della mitologia norrena. Geniali e simpatici, anche se a volte un po' birbanti, simboleggiano le forze dell'aria, del fuoco, della terra, dell'acqua, del vento, del sole e in generale dei fenomeni climatici e della natura. Li troviamo raffigurati con il classico berretto rosso, a punta, e vestiti in calda lana. Durante la vigilia di Natale, molte famiglie usano lasciare un piatto di riso o di porridge fuori dalla finestra, a volte l'elfo Nisse non si trovasse a passare da quelle parti...
    In tema di elfi e folletti, un consiglio, per una Natale con i fiocchi: dal 15 novembre al 23 dicembre, visitate Nisseland, il paese dei folletti a Mørkov, un grande parco giochi situato a circa un ora di treno di Copenhagen. Il Natale diventerà veramente indimenticabile, tra passeggiate nei boschi su slitte trainate da cavalli, laboratori e negozi artigianali, caratteristiche taverne (Gæstgiveri) dove poter assaporare la tipica cucina natalizia danese, magari attorniati da piccoli esserini un po' spiritosi... pura magia di Natale.
    Sono davvero tanti i luoghi da visitare e da prediligere durante le feste di Natale a Copenhagen, oltre al grande giardino di Tivoli, sicuramente meta da preferire anche il Nyhavan, il porto Vecchio, dove troverete una suggestiva atmosfera romantica, con bancarelle e piccoli chalet in legno lungo la riva e antiche barche immobili nei canali.
    Nel mese di dicembre il quartiere di Christiania si illumina di nuove luci e colori, con il mercatino di Natale chiamato Julemarked.
    Sulla piazza Kongens Nytorv i più piccoli, e non solo, avranno modo di pattinare sulla pista di pattinaggio sul ghiaccio; dietro l'angolo troverete un grande magazzino e il Teatro Reale, dove il balletto dello "Schiaccianoci" viene rappresentato quotidianamente nel mese di dicembre.
    Per un visitatore di passaggio a Copenhagen, il modo migliore per celebrare il Natale è quello di fare incetta della speciale atmosfera che a dicembre avvolge la città e che i danesi amano chiamare 'hyggelig' (intima, rilassata). Nelle tante caffetterie e ristoranti della città consigliamo di ordinare il 'Julefrokost', un classico menù natalizio e servito per l'appunto solo a Natale. Avrete così modo di assaporare oltre le tipiche pietanze danesi anche il glogg (vin brulè) o la birra di Natale danese, la Jule Brygg.
    (informagiovani-italia.com)


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    Edited by gheagabry1 - 20/10/2019, 15:47
     
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