Anni affollati è un album del 1981 di Giorgio Gaber; si tratta del secondo album di seguito registrato in studio (dopo Pressione bassa). Il disco non è mai stato ristampato in CD ed è fuori catalogo. Esiste un disco omonimo attualmente in commercio che in realtà è la ristampa in CD del disco Il teatro di Giorgio Gaber.
Tracce
Lato A
Il sosia Anni affollati Luciano 1981
Lato B
L'attesa Gildo Ipotesi per una Maria Al termine del mondo
Il teatro di Giorgio Gaber è un album doppio pubblicato dal cantautore milanese Giorgio Gaber nel 1982 per la Carosello. È la registrazione integrale dello spettacolo teatrale Anni affollati avvenuta tra il 9 ed il 12 febbraio 1982 al Teatro Carcano di Milano. Successivamente è stata pubblicata la ristampa in CD con in titolo di Anni affollati (che era il titolo dell'album di studio precedente).
Disco 1 (Primo tempo)
LATO A
Anni affollati Il presente (prosa) Gildo L'ultimo uomo (prosa) Al termine del mondo
LATO B
L'illogica allegria La masturbazione (prosa) "1981"
Disco 2 (Secondo tempo)
LATO A
Pressione bassa L'anarchico (prosa) Il sosia Il dilemma Il porcellino (prosa)
Purtroppo non spero più in una terza guerra mondiale. Anche i giovani fanno le marce per la pace. Stronzi! Sono diventati tutti ragionevoli, hai capito. Io non penso mai. Io odio e amo. Sono passionale e violento come gli uomini veri... diobono. E quando come ora senti vicino il fragore della battaglia... macché... niente... Stronzi! E pensare che i popoli sotto sotto c'avrebbero voglia di... La nuova America è con me. La Russia lo è sempre stata. I libici se mi conoscessero canterebbero per me in metri nordafricani. Gli Svizzeri... no. Stronzi! Quando dico che la Svizzera è il solo paese che può essere democratico viene scambiato per un complimento. Sarebbe come dire ad un uomo che solo lui può essere gobbo ed eunuco. Solo un paese vile e insignificante può essere democratico. Lei mi dirà che lo sono tutti, eh? E io le dirò: "Appunto!". L'umanità degrada di generazione in generazione. E la mollezza è il prezzo che si paga quando una pace diventa troppo duratura. I giovani, che schifo! I giovani sono giovani solo nel senso dei foruncoli. I giovani sono stupidi per definizione, si sa, non si può pretendere. Ma almeno un po' di slancio, dico io, un po' di passione, no? Li vedo tutti i giorni per la strada, che si accarezzano, si "tocchignano" dolcemente, sensibili sai? Sì, anche i giovinotti sensibili sì. Le spalle sottili, le mani un po' bianchicce, i gesti dolcissimi, gli occhi languidi... ma i coglioni? E le bambine, piccole margherite appena dischiuse, i seni quasi impercettibili, i "culini" stretti e piatti, certo, non faranno i figli per la patria... ma si innamorano sai, sì, si innamorano tutti, e si baciano, si baciano, montagne d'effusioni, scopatine, scopatine deliziose, affettuosi, dolciastri, con lo zucchero nel cuore, gli zuccheri nelle vene... il diabete generale! E tutti che ci riflettono, sì, li prendono sul serio: "I giovani, i giovani...", "I giovani incontrano l'Europa", "I giovani e l'amicizia", "I giovani e i sentimenti"... Ci vorrebbero i calci nel culo, altro che convegni! Adesso lei mi dirà che io sono un vecchio reazionario, eh? A lei non piace che io sia così poco permissivo, che io dica che i giovani sono senza coglioni e le donne senza bacino. Cretino! A voi vi hanno rovinato le donne. Vi hanno completamente rincoglioniti, ce l'hanno fatta. Non siete riusciti ad arginare l'elemento femminile che porta sempre nelle cose serie il segno incorreggibile della sua frivolezza. La donna è stupida per definizione, si sa, non si può pretendere. Una volta almeno si poteva fare l'elogio della fertilità, eh? C'avevano fianchi larghi da fattrici, abbondanti, prosperose, sane, eh?... C'avevano dei culi stupendi... enormi! Ora non fanno più i figli, non c'hanno più neanche il culo... non sono più niente. E senza quegli amori, quegli slanci, quelle passioni, senza quelle patrie, quegli ideali, senza... senza quei culi appunto... Un uomo oggi, cos'è un uomo?
Ma la Storia lasciò l'uomo al numero 1981 e l'uomo come congelato non intravedeva il suo destino. Non era il capolinea qualcosa doveva accadere lo suggeriva una fede spontanea che non era ancora il tempo di morire. Il vecchio saggio e il bimbo appena nato guardavano la notte dove il caso è in agguato. E la notte lasciava intravedere la notte col trucco metafisico e scioccante che l'è proprio le cose che riuscivano a stupire il bimbo e il vecchio. Come ad esempio su di un cielo eterno un grattacielo illuminato di pistacchio. Il vecchio saggio e il bimbo tra le braccia della mamma di fronte a quella strana meraviglia rinnovarono il dilemma se quelle cose colorate e straordinarie sarebbero col tempo diventate se a Dio fosse piaciuto necessarie. Ma di una cosa siamo certi che i loro occhi vedevano non so se con fiducia o senza scampo quell'enorme assurdità che è il tempo. Signore Iddio, non so se faccia bene o faccia male assistere ogni tanto al tuo definitivo e ricorrente funerale. Questa volta cera poca gente, troppo poca gente di cardinali e papi non se ne son visti del resto i tuoi ministri sono troppo effettuali a noi piaceva immaginarli un po più metafisici e mentali a noi che siamo i più ultimi fedeli ma a scanso di fraintesi non faccio il polemista per mestiere cerco solo di capire di capire come fa la gente a vivere contenta senza la forza vitale di una spinta di capire come fa la gente che vive senza correr dietro a niente. È vero sono un po anarcoide e pieno di livore ma in questo mondo troppo sazio di analisi brillanti e di torpore ci sarà pure un po di spazio per chi si vuole sputtanare perché piuttosto che giocare con le più acute e raffinate astuzie del cervello è meglio ricoprirsi di merda fino al collo e tirar fuori la rabbia spudorata di chi è stupido ma crede e urla il suo bisogno disperato di una fede. Perché Dio c'è ancora Dio c'è ancora, io insisto Dio c'è ancora, altrimenti non esisto. È un Dio inconsueto, che non ha niente di assoluto è un Dio che non conosce il bene e il male figuriamoci il sociale è un Dio severo che con magica ironia ci diede insieme il falso e il vero è un Dio inventato, senza altari né vangeli ma è l'unica mia spinta in questo mondo di infedeli. Signore Iddio, non so se faccia bene o faccia male assistere ogni tanto al tuo definitivo e ricorrente funerale. Cera poca gente appunto troppo poca gente e rimpiangevo le piccole sapienze che ogni trapasso lascia e poi non resta niente. E mi veniva il mente quando si credeva come dei bambini e insieme a tre ragazzi finiti male si livellava destini. Ma come fate ora a vivere e a morire senza qualcosa da inseguire ma come fate a viver tra la gente con l'anima neutrale e indifferente. È vero, si perde un po il pudore a riparlare di morale però mi fa un po schifo saltellare dal fanatismo più feroce all'abbandono più totale e praticare nei salotti la tecnica furbastra di fare a gara chi è più a destra. Confronto a questi ironici infedeli senza il minimo spessore è molto meglio la mancanza più assoluta di pudore confronto allo snobismo dei guardoni distaccati e intelligenti è molto meglio persino la retorica dei vecchi sentimenti è molto meglio l'urlo disperato di un coglione che muore e che ha bisogno di una nuova religione. Perché Dio c'è ancora, Dio c'è ancora, io insisto Dio c'è ancora, altrimenti io non esisto. È un Dio incostante che non ha mai fermato niente è un Dio che si rincorre senza scampo è l'immagine del tempo. È un Dio un po strano che ci insegna la follia di ribaltare sempre il piano è un Dio ancestrale che è l'essenza del pensiero la forza naturale che mi spinge verso il vero. Signore Iddio, non so se irriverente o se è normale dover ricominciare dal tuo definitivo e ricorrente funerale.
Video
Pressione bassa
Purtroppo ogni mattina mi sveglio è ovvio, sto già incominciando a odiare un po' il mondo. La luce mi nuoce c'ho male alle ossa tra l'altro ho la pressione bassa. Schiaffeggio controvoglia la sveglia mi alzo e vado a pisciare di pessimo umore. Da anni la scena è sempre la stessa per forza ho la pressione bassa. Oltre a tutto dev'essere festa vorrei essere come una talpa che vegeta e basta. Ma lo specchio del bagno è spietato e mi attende non c'è niente di meglio di un uomo in mutande. C'ho l'ansia. C'ho l'ansia. C'ho l'ansia. C'ho l'ansia. Devo dire non c'è neanche un piacere che mi può sublimare. Forse un grande amore in barca a vela nei mari del Sud. Soli nella natura lei era Eva ed io Robin Hood. Mentre invece son qui in via Pacini mamma mia, come sono malato c'ho tanti problemi. Sono pallido e grigio neanche al mare miglioro non divento dorato tutt'al più grigio scuro. C'ho l'ansia. C'ho l'ansia C'ho l'ansia. C'ho l'ansia. C'ho anche un sacco di cose arretrate devo fare di tutto quasi quasi la cosa migliore è tornarsene a letto. Domenica mattina che pena sdraiato mi sento pesante e penso alla gente che compra le paste che ascolta la Messa anche il mondo ha la pressione bassa.
Fuori c'era un bel cortile poi le grandi scale e c'era il vento e gli alberi di mele. Si fece notte e un uomo della mia statura e della mia presenza mi conduceva in un'insenatura che a un certo punto diventava la mia stanza. Lì c'era tutta la mia vita che per la prima volta mi si rivelava e c'era un grande specchio che indifferente mi duplicava. L'uomo della mia statura e della mia presenza forse troppo familiare forse troppo somigliante mi stava accanto e non faceva niente. Mi giunse la sua voce che assomigliava un po' alla mia ormai era più ingrata e senza sfumature con certe fastidiose intonazioni che sento a volte nelle mie registrazioni. Ma più che altro mi spaventò il suo volto tremendamente uguale al mio non ebbi più alcun dubbio quell'uomo ero senz'altro io. E allora io mi vidi così brutto e scoperto che fui preso dal terrore e mi scoppiava il cuore come fosse un infarto. E lui rideva e poi sputava l'aria con una calcolata cattiveria, e quella smorfia era la mia copia speculare così imbruttita e repellente da fare orrore. Odio il tuo viso che è la mia caricatura odio la tua voce che è la mia scimmiottatura odio l'arroganza della tua idiozia odio la tua stupida parola che è la mia. Ma lui restava immobile a guardare poi prese a parlare esageratamente adagio mi disse che era logico e normale che in quella notte di casuale sortilegio aveva avuto il privilegio di conoscere il male. Fuori non c'era più il cortile né le grandi scale e nemmeno il vento né gli alberi di mele. Era come un sogno che svapora che quando lo racconti non riesci neanche a ricordarti. Fuori mi aspettavano altri sogni altri infarti.
Il porcellino (prosa) Caro Gismondo come andiamo eh? Va sempre peggio!?! Mi sono permesso di portarti un mandarancio... Ma figurati, era il minimo. Non lo mangi? Ah, una palla, bello... o un ricordo? Che simpatico! Dunque avanti cominciamo. Come ti devi mettere? Bravo! Vedi che quando vuoi capisci eh? Perché figliolo la parola è importante sai? E' un suono, una musica, capisci eh?. Se tu a uno gli fai: "Zitto!", quello sta zitto, perché: zzz...zitto! Se invece gli fai: "Quieto!", quello si quieta, perché 'quieto' acquieta. Una musica, eh?. Sta a sentire Gismondo: "Amore!", che bello eh? "Amore..."... non ti si apre il cuore, eh? "Amore". Non ti si apre il cuore, vabbe'. Ascolta Gismondo, io non vorrei mai essere troppo severo nei tuoi confronti, ma neanche permissivo eh? Avanti, mangia il mandarancio! Certo, la parola non è tutto... specialmente per te... e ti do atto che esistono dei linguaggi più semplici e misteriosi e forse anche più immediati e veri, che sarebbero poi quelli della comunicazione "outre", "outre" eh? Il gioco per esempio, certo, il gioco, va benissimo. Facciamo un gioco eh? E sì, facciamo quel giochino che uno deve ritirare... le mani prima che quell'altro colpisca, sai eh? E' un giochino di prontezza di riflessi, sì. Da piccolo lo facevo col gatto... 'TAC', 'TAC', ma poi si litigava uh, si litigava a morte, perché io... 'PA', 'PA', 'PA', gli facevo certi zamponi... si sa lo sport degenera sempre. E tutti che mi dicevano: "Vigliacco! Te la prendi perché e più piccolo!". Intanto non si possono sempre avere a disposizione degli elefanti eh! E poi non mi sono mai piaciuti gli animali intelligenti, sono già viziati... non c'è dialogo. II cane mi fa schifo! Con quegli occhi... da cane! E i padroni che ci parlano. Ma capisci, parlano coi cani! Gismondo... ti vedo distratto eh? Forse sei un po' imbecille. Meglio, meglio: l'intelligenza non solo è superflua, ma intralcia... "outre". Certo è la fisicità che conta. Tu saprai certamente che di fronte all'eros, no... alla libido, certi istinti sono uguali per tutti, che dici? Forse lì potremmo capirci, eh, è vero?... Gismondo mi vuoi un po' di bene? Potresti innamorarti di me? Un domani? Respinto. Non importa. No, non mi offendo. Vabbe' non sono il tuo tipo, vabbe'. Ma Gismondo credimi, guarda che... guarda che l'amore è importante sai? L'amore è importante per... per... per trovare un punto di intesa, una penetrazione più... Voglio dire, ci sarà pur qualcosa che ci accomuna, una strada, qualcosa che valga per me, per te! Forse esistono delle cose ancora più semplici, eterne, assolute... La morte. Ah, ah, ah, ti ho fregato Gismondo, e già la morte giusto... ma che ne so io della morte? Sì però dev'essere una cosa bella eh? Un attimo in cui tutto si rivela, e avresti voglia di dire: "Ecco, è così!" Ho visto un porcellino morire, un giorno... Ti interessa? Soffriva sai? Mi guardava fisso e gemeva, ma non troppo, era come una specie di calma. Poi il cuore ha cominciato a battergli forte... ma era bravo, sai? Ho avvertito che avremmo potuto capirci. Bastava pochissimo. Non era un agonizzante esigente. Forse perché aveva capito che quando si muore bisogna anche godere. Se i morenti piangono ancora è perché non godono abbastanza. Certo il peggio è per chi assiste. Le poche frasi balbettate annunciano solo stupore, fastidio, voglia di togliersi dall'imbarazzo e qualche volta anche paura e schifo. Certo il peggio è per chi assiste... e mio padre moriva! Io lo avevo già visto molto malato, ma quella volta era diverso. Mio padre se ne andava di attimo in attimo, e io rimanevo di fronte a lui per compatire. Capivo che lui non mi ritrovava, ma non basta capire, bisognerebbe essere. Dovevo trovare in me un altro uomo più grande di me per aiutarlo a morire dolcemente. Ma c'ero solo io, questo. E mi mancava la possibilità di dire una cosa a un altro. Questo io non ce l'avevo. Provai ad allungare una mano ma con paura, senza amore. Forse è solo questo che possiamo fare senza ingannare noi stessi. Sudava gocce così grosse che sembrava piangesse con tutto il corpo. In quei momenti è seccante essere diventati poveri come si è. Si manca di quasi tutto quello che occorre per aiutare qualcuno a morire. Mio padre era solo! Ma se non esiste più neanche un essere, magari in qualche parte del mondo, con cui puoi...... sono solo! Sono solo! SONO SOLO!!!
Registrazione dal vivo effettuata nel corso della stagione teatrale 1993-'94. Disco registrato non più disponibile in commercio.
Tracce:
Qualcuno era... Eppure sembra un uomo Io e le cose C'è un'aria Il tempo quanto tempo Destra-sinistra I cani sciolti Io come persona La strana famiglia
da:giorgiogaber.org
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Qualcuno era....
Qualcuno era democristiano perché la DC era il massimo partito di governo. Qualcuno era democristiano perché Gesù, Giuseppe, Maria siate le salvezza dell’anima mia. Qualcuno era democristiano perché i comunisti mangiavano i bambini. Qualcuno era democristiano perché con una mano si dà e con l’altra si prende. Qualcuno era democristiano perché si vergognava di essere fascista. Qualcuno era democristiano perché era buono e ubbidiva alla mamma... santissima. Qualcuno era socialista perché il PSI era il più autorevole partito di governo. Qualcuno era socialista perché più a sinistra di così si godeva di meno. Qualcuno era socialista perché Pertini. Qualcuno era socialista perché ci derubavano come gli altri ma più allegramente e senza sensi di colpa. Qualcuno era socialista perché tra i due litiganti il terzo fa il sindaco. Qualcuno era socialista perché meglio governare dieci anni da leoni che festeggiare cento anni da coglioni. Qualcuno era repubblicano perché il PRI era il più serio e preparato partito di governo. Qualcuno era repubblicano perché non potendo più incazzarsi coi Savoia era diventato nervoso e non gli andava mai bene niente. Qualcuno era repubblicano perché comunque era sempre lì al governo, avvinto come l’edera. Qualcuno era liberale perché il PLI era il più civile partito di governo. Qualcuno era liberale... ma pochi. Qualcuno era liberale perché per la nostra salute uno solo basta e avanza. Qualcuno era socialdemocratico perché il PSDI era il più curioso partito di governo. Qualcuno era socialdemocratico perché... non l’ho mai capito. Qualcuno era... Qualcuno...
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Eppure sembra un uomo
Eppure sembra un uomo, vive come un uomo, soffre come un uomo, è un uomo! Eppure sembra un uomo, vive come un uomo, soffre come un uomo, è un uomo! Lei se n’è andata per sempre e lui che l’amava davvero non sa se abbandonarsi a gesti disperati o andare con i suoi amici a travestiti. Grasso giornalista che ha grande senso morale a volte si scatena in un’invettiva con tutta la frenesia di una vecchia diva. Eppure sembra un uomo, vive come un uomo, soffre come un uomo, è un uomo! Una donna del Sud, una madre di famiglia col consenso di suo marito e di suo fratello s’illude e la fa sul palco e fa lo spogliarello. Un povero disoccupato che è anche in cassa integrazione, disperato ha venduto la moglie, la madre, il bambino pur di avere al più presto anche lui il telefonino. Il mondo è un giardino d’infanzia, è come una vecchia giostra, e sopra son tanto bambini che vogliono, vogliono, vogliono mettersi in mostra. Noto cantautore, gran musicista e poeta, ci affascina con la voce calda e armoniosa e col suo bel vestito a frange tutto rosa. Prete coraggioso, moderno e giovialone, ha smesso di far le sue prediche dagli altari e conduce una trasmissione per rockettari. Eppure sembra un uomo, vive come un uomo, soffre come un uomo, è un uomo! Era una ragazza curiosa, un’ottima ascoltatrice, chissà che cosa succede quando poi si cresce, adesso parla per ore e ti rincoglionisce. Ho conosciuto un bel vecchio segnato dalla vita si è rivolto ad una clinica mi pare a Torino, ora ha il viso che è un po’ come il culo di un bambino. Il mondo è un giardino d’infanzia con i bimbi forse un po’ cresciuti con tante idee originali, un mondo fantastico e pieno di bambini idioti. Eppure sembra un uomo, vive come un uomo, soffre come un uomo, è un uomo! Eppure sembra un uomo, vive come un uomo, soffre come un uomo, è un uomo!
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Io e le cose
Ad essere sincero io non so se esistono le cose non so se vanno male o bene se tutto è un'illusione ad essere sincero io non so nemmeno se anche le persone coi loro sentimenti e la ragione esistono davvero. Io non so niente ma mi sembra che ogni cosa nell’aria e nella luce debba essere felice io non so niente ma mi sembra che due corpi nel buio di una stanza debba essere esistenza. E gli alberi le spiagge i cani e i gatti e strani oggetti che cito alla rinfusa il tavolo la stanza una camicia appesa le carte coi tarocchi e poi gli eterni scacchi un piccolo divano e una foto di mio padre quand'era bambino e poi lo specchio rosso su cui splende un'illusoria aurora chissà se è mai esistito chissà se esiste ora. Io non so niente ma mi sembra che ogni cosa nell’aria e nella luce debba essere felice io non so niente ma mi sembra che due corpi nel buio di una stanza debba essere esistenza.
C'è un'aria Dagli schermi di casa un signore raffinato e una rossa decisa con il gomito appoggiato ti danno il buongiorno sorridendo e commentando con interviste e filmati ti raccontano a turno a che punto sta il mondo. E su tutti i canali arriva la notizia un attentato, uno stupro e se va bene una disgrazia che diventa un mistero di dimensioni colossali quando passa dal video a quei bordelli di pensiero che chiamano giornali. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria... Ed ogni avvenimento di fatto si traduce in tanti "sembrerebbe", "si vocifera", "si dice" con titoli ad effetto che coinvolgono la gente in un gioco al rialzo che riesce a dire tutto senza dire niente. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria, C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria. Lasciateci aprire le finestre, lasciateci alle cose veramente nostre e fateci pregustare l’insolita letizia di stare per almeno dieci anni senza una notizia. In questo grosso mercato di opinioni concorrenti puoi pescarti un’idea tra le tante stravaganti e poi ci sono le ricerche, tanti pensieri alternativi che ti saltano addosso come le marche dei preservativi. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria... E c’è un gusto morboso del mestiere d’informare, uno sfoggio di pensieri senza mai l’ombra di un dolore e le miserie umane raccontate come film gialli sono tragedie oscene che soddisfano la fame di questi avidi sciacalli. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria. Lasciate almeno l’ignoranza che è molto meglio della vostra idea di conoscenza che quasi fatalmente chi ama troppo l’informazione oltre a non sapere niente è anche più coglione. Inviati speciali testimoniano gli eventi con audaci primi piani, inquadrature emozionanti di persone disperate che stanno per impazzire, di bambini denutriti così ben fotografati messi in posa per morire. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria... Sarà una coincidenza oppure opportunismo intervenire se conviene forse una regola del giornalismo e quando hanno scoperto i politici corrotti che gran polverone, lo sapevate da sempre ma siete stati belli zitti. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria, C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria. Lasciateci il gusto dell’assenza, lasciatemi da solo con la mia esistenza che se mi raccontate la mia vita di ogni giorno finisce che non credo neanche a ciò che ho intorno. Ma la televisione che ti culla dolcemente presa a piccole dosi direi che è come un tranquillante la si dovrebbe trattare in tutte le famiglie con lo stesso rispetto che è giusto avere per una lavastoviglie. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria... E guardando i giornali con un minimo di ironia li dovremmo sfogliare come romanzi di fantasia che poi il giorno dopo e anche il giorno stesso vanno molto bene per accendere il fuoco o per andare al cesso. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria... C’è un’aria, un’aria, ma un’aria... C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca, che manca, che manca l’aria.
Video
Il tempo quanto tempo
Il tempo, quanto tempo e dopo tanto tempo rincontrarti e i nostri cuori non so se smemorati o incerti e con addirittura la paura di non sapere come salutarti. Il tempo, quanto tempo e poi chissà da dove son passate in tutti questi anni le nostre vite chissà che facce abbiamo forse siamo due persone sconosciute. Eppure la luce del viso è sempre la stessa lo stesso sguardo, tu così diversa ma forse è solo qualche ruga nei tuoi occhi da animale in fuga. E io che non mi vedo e non so niente del mio viso di fronte a te sono confuso e un po' a disagio fa un po' male quella mia caricatura che il tempo mi prepara. Il tempo, quanto tempo e dopo tanto tempo non ci viene nemmeno una parola o un'emozione ci siamo un po' perduti come tutti non per cattiveria, ma per distrazione. Eppure la voce è la stessa, così familiare la stessa donna, tu così cambiata che ora un po' lontana e assente mi saluta educatamente. E io, io mi domando cosa resta di un amore qualche rimpianto e un angolino di dolore ma fa male quella mia caricatura che il tempo mi prepara.
Destra-sinistra Tutti noi ce la prendiamo con la Storia ma io dico che la colpa è nostra è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. Fare il bagno nella vasca è di destra far la doccia invece è di sinistra un pacchetto di Marlboro è di destra di contrabbando è di sinistra. Ma cos'è la destra cos'è la sinistra. Una bella minestrina è di destra il minestrone è sempre di sinistra quasi tutte le canzoni son di destra se annoiano son di sinistra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. Le scarpette da ginnastica o da tennis hanno ancora un gusto un po' di destra ma portarle tutte sporche e un po' slacciate è da scemi più che di sinistra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. I blue-jeans che sono un segno di sinistra con la giacca vanno verso destra il concerto nello stadio è di sinistra i prezzi sono un po' di destra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. La patata per natura è di sinistra spappolata nel purè è di destra la corsia del sorpasso è a sinistra ma durante le elezioni è a destra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. La piscina bella azzurra e trasparente è evidente che sia un po' di destra mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare son di merda più che sinistra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. L’ideologia, l'ideologia malgrado tutto credo ancora che ci sia è la passione, l'ossessione della tua diversità che al momento dove è andata non si sa dove non si sa, dove non si sa. Io direi che il culatello è di destra la mortadella è di sinistra quasi sempre il mal di testa è di destra la colite invece è di sinistra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. La tangente per natura è di destra col permesso di chi sta a sinistra non si sa se la fortuna sia di destra la sfiga è sempre di sinistra Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. Il saluto vigoroso a pugno chiuso è un antico gesto di sinistra quello un po' degli anni Venti, un po' romano è da stronzi oltre che di destra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. L’ideologia, l'ideologia malgrado tutto credo ancora che ci sia è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché con la scusa di un contrasto che non c'è se c'è chissà dov'è se c'è chissà dov'è. Canticchiar con la chitarra è di sinistra con il karaoke è di destra i collant sono quasi sempre di sinistra il reggicalze è più che mai di destra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. La risposta delle masse è di sinistra col destino di spostarsi a destra son sicuro che il bastardo è di sinistra il figlio di puttana è a destra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. Una donna emancipata è di sinistra riservata è già un po' più di destra ma un figone resta sempre un'attrazione che va bene per sinistra e destra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. Tutti noi ce la prendiamo con la Storia ma io dico che la colpa è nostra è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. Destra-sinistra destra-sinistra destra-sinistra… Basta!
La strana famiglia Vi presento la mia famiglia non si trucca, non si imbroglia è la più disgraziata d'Italia, anche se soffriamo molto noi facciamo un buon ascolto siamo quelli con l'audience più alto. I miei genitori due vecchi intronati per mezz'ora si sono insultati a "C'eravamo tanto amati", dalla vergogna lo zio Evaristo si era nascosto, povero Cristo, lo han già segnalato a "Chi l'ha visto?". Il Ginetto dell'Idroscalo quando la moglie lo manda a "fanculo" piange in diretta con Sandra Milo, per non parlare di mio fratello che gli han rotto l'osso del collo ora fa il morto a "Telefono giallo". Come ti chiami, da dove chiami, ci son per tutti tanti premi, pronto, pronto, pronto tanti gettoni, tanti milioni, pronto, pronto, pronto con Berlusconi o con la RAI. E giù in Aspromonte c'ho dei parenti, li ho rivisti belli contenti nello "Speciale rapimenti", mentre a Roma c'è lo zio Renzo che è analfabeta ma ha scritto un romanzo è sempre lì da Maurizio Costanzo. E la fortuna di nonna Piera che ha ucciso l'amante con la lupara ha preso vent'anni in "Un giorno in pretura"; mio zio che ha perso la capra in montagna che era da anni la sua compagna ha fatto piangere anche Castagna. Come ti chiami, da dove chiami, ci son per tutti tanti premi, pronto, pronto, pronto tanti gettoni, tanti milioni, pronto, pronto, pronto con Berlusconi o con la RAI. E poi chi c'è? Ah già, la Tamara un mignottone di Viale Zara che ha dato lezioni a Giuliano Ferrara, e alla fine c'è nonno Renato che c'ha l'AIDS da quando è nato ha avuto un trionfo da Mino D'Amato. Vi ho presentato la mia famiglia non si trucca non si imbroglia è la piu` disgraziata d'Italia. Il bel paese sorridente dove si specula allegramente sulle disgrazie della gente. Come ti chiami, da dove chiami, stiam diventando tutti scemi, pronto, pronto, pronto stiam diventando tutti coglioni, pronto, pronto, pronto con Berlusconi o con la RAI.
E pensare che c'era il pensiero è un album del 1994 di Giorgio Gaber. Il disco è stato registrato dal vivo al Teatro Alfieri di Torino nel novembre 1994.
Tracce
Disco 1
La sedia da spostare Mi fa male il mondo (prima parte) L'equilibrio Giovani si fa per dire Il miracolo L'equazione Il tempo quanto tempo La masturbazione La chiesa si rinnova La realtà è un uccello Io come persona
Disco 2
Canzone della non appartenenza Sogno in due tempi E pensare che c'era il pensiero Falso contatto Quando sarò capace d'amare Destra-Sinistra Mi fa male il mondo (seconda parte) Non so più
Giovani si fa per dire Giovani, si fa per dire eternamente innamorati della vita col gusto di chi sfida il tempo e vive alla giornata giovani un po' cresciuti che non sanno ancora bene cosa fare ma sono sempre e comunque in attesa di un grande avvenire. Giovani, non tanto giovani allegri ragazzoni, senza offesa eroi di quell'età un po' vaga e anche un po' difettosa carichi di un potenziale che per adesso non si è ancora espresso in termini di doti straordinarie e anche di sesso. [parlato:] L'importante è mantenersi informa, mettersi addosso una cosa qualunque, basta che stia bene. L'importante è fare un po' gli scemi con le ragazzine. E intanto la pancia cresce adagio ogni giorno cresce è già più rotonda, aumenta pian piano ieri sembrava un millimetro meno. Giovani, come siamo giovani giovani, che bello essere giovani giovani, siamo tutti giovani giovani, giovani, giovani, giovani... Giovani, sì fa per dire felicemente immuni da pensieri si nutrono di sentimenti, meglio se provvisori giovani un po' trasgressivi che alla carriera non ci pensan mai filosofi sempre 'on the road' che tanto i soldi glieli diamo noi. [parlato:] L'importante è prendere la vita come un gran divertimento.L'importante è ridere e scherzare su qualsiasi argomento. Che temperamento! E intanto la pancia cresce e il giovane si stupisce e intanto un capello lì sul cuscino ahi, che sorpresa, che dolorino. E intanto la pancia cresce e intanto le cosce mosce e intanto allo specchio: Dio, che sgomento mi sta venendo anche un po' il doppio mento. Giovani, come siamo giovani giovani, che bello essere giovani giovani, siamo tutti giovani giovani un po' da invecchiare giovani un po' da rifare si fa per dire...