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Lussy60.
parafrasi-San Martino (Rime Nuove):Giosuè Carducci
La nebbia agli irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’ esuli pensieri,
Nel vespero migrar.
Tutto il carme è giocato sull’opposizione luce/ombra che il critico Binni (W. Binni, Carducci ed altri saggi, Torino Einaudi 1960) individua come elemento portante di tutta la poesia e perno della biografia carducciana "radicale incontro e contrasto di un sentimento della vita nella sua perenne e di un ugualmente energico sentimento della morte..".
Costruito con uno schema chiasmico, San Martino si apre con una prima strofa incentrata su una visione di natura autunnale che non evoca tristezza ed abbandono malinconico quanto un senso cupo di morte. Le due strofe centrali presentano invece immagini confortanti, l’odore dei vini ed i ceppi accesi. Contro l’immagine ossessiva della morte della strofa precedente i simboli solari del vino e del fuoco, che evocano l’idea di gioia e di godimento, rimandano ad una tematica conviviale tipica della poesia classica: si coglie infatti un riferimento alla nota ode oraziana (I, 9 che si rifà a sua volta ad Alceo) in cui dopo un quadro di natura invernale il poeta invita a scacciare la tristezza ravvivando il fuoco e versando copiosamenete il vino.
L’immagine dell’ultima strofa è affine a quella di apertura , "gli uccelli neri" hanno qualcosa di inqiuetante e di rimando al tema della morte.
PARAFRASI
Sempre caro mi è stato questo colle solitario e questa siepe che impedisce di vedere l’orizzonte. Stando fermo e guardando fisso io immagino nel pensiero spazi infiniti al di là di quella siepe e silenzi che un uomo non può percepire e quiete profonde. Per poco il cuore non si smarrisce. E quando sento stormire le foglie a causa del vento io paragono quell’infinito silenzio a questa voce e mi viene in mente l’eternità, le stagioni passate e presenti e i scarsi rumori. Tra questa immensità si smarrisce il mio pensiero ma il lasciarsi andare in questo mare mi è gradito.
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