Piccola rapsodia dell'ape è un LP del complesso musicale italiano Le Orme registrato nel 1980. L'album conferma essenzialmente le scelte stilistiche del precedente Florian; riprende quindi l'organico ispirato alla musica classica, ma presenta anche alcune significative differenze: nonostante sia confermato l'organico con violino e violoncello, l'uso dell'archetto si riduce, lasciando maggior spazio al pizzicato ottenuto con vari strumenti a corda, conferendo così all'album una più spiccata atmosfera da musica folk; a causa del ritardo nella preparazione dell'album rispetto agli impegni contrattuali assunti con la casa discografica, per completare nei tempi la realizzazione viene largamente utilizzato il materiale musicale composto da Germano Serafin, che diventa la forza trainante di questa produzione pur non avendo partecipato alla stesura dei pezzi negli anni precedenti. Dall'album fu tratto un singolo: il brano omonimo, strumentale. L'ape, l'animale cui sono dedicati il singolo e l'album, rappresenta l'universo femminile per eccellenza. Si tratta di un mondo ricco di musica, danze e di febbrile attività, ma che non resta privo di lati oscuri: per esempio, lo spirito sociale dell'animale lo porta ad ubbidire a leggi assai precise e rigide, come quelle che dettano i ritmi del lavoro e quelle che relegano il maschio al ruolo riproduttivo.
Brani dell'album
Musiche e testi di Pagliuca-Tagliapietra-Serafin
Il treno - 3:55 Raccogli le nuvole - 4:18 La mia sposa bianca - 3:48 Piccola rapsodia dell'ape - 5:16 Charango - 3:03 Fiori di luce - 3:30 Fragile conchiglia - 6:27 Buonanotte - 2:47
Venerdì è un LP del complesso musicale italiano Le Orme registrato nel 1982. Ne fu tratto il singolo Marinai/La notte. Il primo fu il pezzo presentato al Festival di Sanremo 1982. Dopo il ritiro di Germano Serafin, il gruppo torna ad essere un trio, lasciando a casa gli strumenti classici (con qualche eccezione) per dedicarsi ad un genere più elettronico e più consono all'evoluzione musicale dell’epoca (il che non garantì il successo sperato). Si tende a ridurre le sezioni strumentali e si sperimenta un ibrido fra il technopop, il prog, il rock e qualche accenno di new age. Nonostante l'interessante miscela e produzione curatissima del produttore Roberto Colombo, il salto stilistico non accontenta tutti, sia per quanto riguarda i fans "prog" che il nuovo pubblico più avvezzo a sonorità sintetiche. Per la prima volta dopo tanti anni le Orme rinunciano a proporsi come unici autori dei brani (i quali, più che pezzi come era di consueto una volta, sono da intendersi ora come canzoni). L'album venne ristampato come CD sotto il titolo di Biancaneve, pubblicazione che riporta sulla copertina una foto del gruppo di epoca parecchio anteriore a quella dell'album. Nel 2009 è uscita una ristampa su CD con titolo e copertina originale. Come la precedente cassetta Marinai, questa edizione riprende, oltre ai dieci brani dell'album, le due canzoni del singolo successivo a questo lavoro, Rossodisera e Sahara.
Tracce
Biancaneve - 3:32 (Alberto Salerno - Tony Pagliuca / Tony Pagliuca - Aldo Tagliapietra) Arianna - 4:05 (A. Salerno - T. Pagliuca - A. Tagliapietra) Cercherò - 3:52 (A. Salerno - T. Pagliuca - A. Tagliapietra) La notte - 4:15 (A. Salerno - A. Tagliapietra / T. Pagliuca - A. Tagliapietra) Venerdì - 4:12 (T. Pagliuca - A. Tagliapietra) Marinai - 4:08 (A. Salerno - D'Amico - T. Pagliuca - A. Tagliapietra) Storie che non tornano - 3:32 (A. Salerno - T. Pagliuca - A. Tagliapietra) Rubacuori - 4:02 (A. Salerno - D'Amico - T. Pagliuca - A. Tagliapietra) La sorte - 3:31 (A. Salerno - T. Pagliuca - A. Tagliapietra) Com'era bello - 4:42 (A. Salerno - T. Pagliuca / T. Pagliuca - A. Tagliapietra)
"...Hai molta paura come me Ma non ne parli mai Forse tu vuoi Cancellare questa brutta verità Questo fragile destino che non sa"...
(da L'universo)
Orme è un CD del complesso musicale italiano Le Orme registrato nel 1990. Segnò il ritorno all’album dopo una pausa di otto anni e diversi periodi di crisi. Significative le partecipazioni a questo lavoro, seppure di successo modesto: L'organico si avvalse della partecipazione di Angelo Branduardi che suonava il violino in 25 maggio 1931. La programmazione delle tastiere venne affidata a Michele Bon, che anni ed anni più tardi entrò a far parte del gruppo. Il celeberrimo Giulio Rapetti, detto Mogol, prestò opera di supervisione. La partecipazione di Pagliuca rimase piuttosto in sordina. Come accadeva nell'album precedente, anche per questa produzione ci si limitò ad eseguire alcune canzoni più che dei veri e propri pezzi.
Tracce
L'universo - 3:59 (Tagliapietra) Terra antica - 4:01 (Tagliapietra) Dublino addio - 4:33 (Tagliapietra-Cheope) Diventare - 4:57 (Tagliapietra) 25 maggio 1931 - 3:53 (Pagliuca) Se tu sorridi brucia il mondo - 3:14 (Tagliapietra-Cheope) Chi sono io - 3:26 (Tagliapietra) Ritrovare te - 3:32 (Tagliapietra) L'indifferenza - 3:47 (Lavezzi-Tagliapietra)
Formazione
Tony Pagliuca – tastiere Aldo Tagliapietra – voce, basso Michi Dei Rossi – batteria, percussioni
Va, adesso balla come sai l'orchestra sta suonando e tu la seguirai. Vai, la terrazza aspetta te i profumi della notte ti porteranno via. Io resto qui con i problemi miei conditi con il tuo ricordo dolce e caro che accende ancora l'ira ardente di un uomo che si sente senza più la voglia di andar via senza più la voglia di allegria e affonda in questo mar d'indifferenza. Va, adesso balla come sai l'orchestra sta suonando tu seguila se puoi io resto qui perchè non credo più neanche tu puoi darmi una ragione nuova che accenda una scintilla ardente di un uomo che si sente senza più la voglia di andar via senza più la voglia di allegria e affonda in questo mar d'indifferenza. Senza più fiducia nella gente senza voglia di obiettare niente da solo in questo mar d'indifferenza....
Il fiume è un disco del complesso musicale italiano Le Orme registrato nel 1996. Si tratta di un concept album che riporta il gruppo agli albori progressive degli anni settanta. È il primo disco de Le Orme registrato dopo l'uscita dal gruppo dello storico tastierista Tony Pagliuca. Il fiume è la metafora della vita, dell'uomo che con il suo flusso di acqua va a congiungersi a quello di altri nel momento di sfociare nel mare (pezzo conclusivo). Il concetto dell'album è fortemente basato sulle musiche e filosofie indiane, che hanno un ruolo preponderante nella struttura del brano omonimo strumentale. Come i Beatles decenni prima, le Orme scelgono di eseguire la loro musica con il contributo del sitar. Come in Felona e Sorona, i brani si susseguono senza soluzione di continuità e formano, per usare la terminologia del gruppo, una "suite" che alterna il cantato a lunghe sezioni strumentali. Privi dell'ambizione di rientrare nei grandi circuiti commerciali, i componenti scelgono di seguire il genere musicale che da sempre preferivano, anche se dopo la metà degli anni settanta, per una ragione o per l'altra, avevano abbandonato.
Tracce
Testi di Tagliapietra. Musiche di Tagliapietra, Dei Rossi, Bon e Sartori
Il fiume (parte prima) — 4:55 Madre mia — 3:36 Prima acqua — 3:14 Chiesa d'asfalto — 4:13 Danza dell'acqua — 3:01 Lungo il fiume — 4:32 Dove l'acqua si riposa — 1:22 Il vecchio — 4:16 La parola — 0:38 Grande acqua — 3:46 Il fiume (parte seconda) — 3:01
Lungo il fiume Lungo il fiume... una vita, una battaglia. Lungo il fiume... la coscienza che si spoglia. Lungo il fiume... aspettando un'emozione Lungo il fiume... la paura di essere soli. Sentire ancora la violenza del buio. Svegliare mille pensieri Tra voci, suoni e rumori Rubare le ali del vento... per volare Lungo il fiume. Lungo il fiume... imparando a poco a poco Lungo il fiume... con la forza di chi sbaglia. Gridare ancora l'innocenza del giorno. Svegliare mille pensieri. Tra voci, suoni e rumori. Rubare le ali del vento... per volare Lungo il fiume.
Parla il vecchio che vive sul fiume Racconta di uomini e mondi lontani. Stringe un ramo già secco di ulivo. Brucia l'incenso che sale nel cielo. C'è luce sui suoi capelli lunghi fino alle spalle Tu chi sei, tu chi sei? Tu che vedi oltre gli occhi miei Dentro le parole, la mia ingenuità? lo vorrei, io vorrei. Diventare quello che tu sei: Montagna solitaria abbracciata a Dio.
Video
Grande acqua &. Il fiume (parte seconda)
Verso il mare con la gioia e nel timore io respiro la "condanna" dell'amore voglio che sia... il tempo e casa mia cerco la risposta ai miei perché Verso il mare io continuerò a viaggiare non c'e sole che potrà abbagliarmi il cuore guardo se c'e un cielo sopra me che mi possa dare serenità. Dentro il mare io mi voglio abbandonare Nel mistero più profondo da capire. Questa "magia" un giorno svanirà Resterà soltanto...la realtà coro: 'Om Ganghe Shwar, Nama Shiva. Om Ganghe Shwar,Nama Shiva. Om". Dentro il mare... non saremo soli Stringeremo... altre mani Ognuno sa che niente cambierà Questa corsa senza fine...continuerà
Elementi è un concept album del gruppo musicale italiano Le Orme registrato nel 2001. Si tratta di un lavoro che riprende i temi filosofici del precedente, riappoggiandosi a filosofie di paesi lontani e tematizzando i quattro elementi aria, terra, acqua e fuoco come ricorrono in diverse culture mondiali. Rientrano nel repertorio del gruppo, in alcuni stralci, i fraseggi classicheggianti come si ritrovavano nell'album Florian. Caratteristico per questo lavoro è l'utlilizzo di un simulatore di chitarra elettrica (tastiere). La copertina del Cd è di Paul Whitehead, lo stesso artista che aveva realizzato quella di Smogmagica. Si ripresenta anche l'alternarsi di pezzi di durata sempre molto diversa, tipico delle Orme degli anni settanta.
Tracce
Testi di Tagliapietra. Musiche di Tagliapietra, Dei Rossi, Bon e Bassato
Danza del vento – prima parte - 3:36 Il vento, il cielo e la notte - 7:16 Danza del vento – seconda parte - 1:29 Danza della terra - 2:22 Risveglio - 3:59 Canto di preghiera - 1:59 Lord of dance - 2:52 Danza della pioggia - 2:38 Dove tutto è! - 4:40 Luce dorata - 1:29 Danza del fuoco - 2:41 Il respiro - 2:21 Danza del vento – terza parte - 3:38 Risveglio – ripresa - 1:27
Video
Danza del vento – prima parte
Video
Il vento, il cielo e la notte Nel silenzio del tempo all'inizio del mondo quando le ali del buio custodivano il sogno il vento rincorreva un sospiro di nuvole Un profumo di terra la tempesta nel cuore liberando il respiro di un antico timore La notte si svegliava nella sua solitudine e il cielo raccontava di perdute verità Nel silenzio del tempo all'inizio del mondo quando le ali del buio custodivano il sogno il vento portava via ogni tristezza, ogni bugia quando ogni ricordo non sarà che preghiera quando ogni rimpianto sarà neve leggera il cielo piangerà le sue lacrime d'amore ...la notte stenderà il suo velo di oscurità.