Felona e Sorona è un album del gruppo italiano di musica progressive Le Orme. Fu inciso nel 1973. Come andava di moda in quel periodo, si tratta di un concept album imperniato su una storia assai fantasiosa, quella di due pianeti immaginari chiamati "Felona" e "Sorona". Mentre Felona è illuminato dalla luce del sole, Sorona resta immerso nelle tenebre. L'album si apre con una lunga sezione strumentale dominata dai sintetizzatori. Il pezzo si chiama Sospesi nell'incredibile e riassume la storia illustrata nelle due facciate dell'LP. Le tastiere intrecciano delle melodie a mo' di fuga. Senza dubbio uno tra i più famosi album del gruppo, raggiunse anche una certa notorietà internazionale, tanto che fu incisa anche una versione inglese del disco. Comunque, nella versione inglese, la voce di Tagliapietra non è sempre in grado di sostenere testo e melodia con la precisione che caratterizzava l'originale, che uscì con la collaborazione di Peter Hammill dei Van der Graaf Generator. Il titolo è semplicemente Felona & Sorona. A conferma dell'importanza del disco per la carriera del gruppo, si ricorda che a distanza di quasi quarant'anni l'album rientrò in classifica alla posizione numero 79 della classifica ufficiale FIMI. La suite si conclude con un'atmosfera titanica sulle note di Ritorno al nulla. Le immagini della copertina sono tratte da dipinti dell'artista mantovano Lanfranco.
Tracce
I titoli della versione inglese vengono indicati tra parentesi.
Sospesi nell'incredibile ("In between") – 8:43 Felona ("Felona") - 1:58 La solitudine di chi protegge il mondo ("The maker") - 1:57 L'equilibrio ("Web of Time") - 3:47 Sorona ("Sorona") - 2:28 Attesa inerte ("The Plan") - 3:25 Ritratto di un mattino ("The Balance") - 3:29 All'infuori del tempo ("Return to Naught") - 4:08 Ritorno al nulla ("Return to Naught") - 3:34
Contrappunti è un album del gruppo italiano di musica progressive Le Orme. Fu inciso nel 1974. Il titolo è da interpretare in diversi modi: Dal punto di vista degli intrecci musicali di vago sapore barocco, si può parlare di contrappunto, soprattutto all'inizio di ciascuna facciata. Inoltre, i pezzi si contrappongono in un certo senso tra di loro. Si alternano infatti, con una certa regolarità, pezzi strumentali e canzoni. Soprattutto, va notato che il disco è caratterizzato dall'alternarsi, ad ogni cambio di brano, tra una musica più battente e dinamica (tracce dispari) ed una più lenta e tranquilla (tracce pari). Il nome contrappunti può essere interpretato come presa di posizione nei confronti di problemi sociali. Il brano India era ad esempio un pezzo di protesta contro la decisione del governo indiano di produrre la bomba atomica proprio in quell'anno. Anche il brano La fabbricante d'angeli si inquadra in quest'atmosfera di critica e pone la tematica dell'aborto, mentre Maggio tematizza le proteste operaie del 1º maggio. Solo uno tra i testi, quello di frutto acerbo, si limita invece al tema dell'esistenza individuale per raccontare i primi confronti di un adolescente con la sessualità. Sembra che in origine il titolo avrebbe dovuto essere La fanciulla di neve e la fanciulla di fuoco. Era un nome ispirato a La Fanciulla di Neve di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov. Neve e fuoco venivano considerati come due elementi contrapposti: in pratica, il concetto alla base dell'album, il contrasto, è simile a quello del disco precedente, il quale, raccontava dei due immaginari pianeti Felona e Sorona: uno raggiante e l'altro dimenticato da tutti. Da Contrappunti fu tratto un singolo, Frutto acerbo (retro: la strumentale Aliante, utilizzato come sigla di un programma della RAI, Fede oggi).
Tracce
Contrappunti (5:54) Frutto acerbo (3:34) Aliante (3:22) India (3:11) La fabbricante d'angeli (4:48) Notturno (3:53) Maggio (8:49)
Video Contrappunti
Video
Frutto acerbo
Sotto il letto il diavolo cantava già vittoria E nel buio la paura di dormire Per il primo giuramento che ho strappato al sole A primavera il sasso nello stagno Che rimbalzava così forte in noi Nel rotolarci sotto il fieno Soffriva il cuore frutto ancora acerbo E l'estate a sera via di corsa all'osteria Per ripetere a mio padre "la minestra è fredda" Nel silenzio verso casa la sua mano triste E le ragazze che ridevano Dietro le spalle dei segreti ardori Io mi sognavo di fermarle Ma la mia voce si perdeva al vento. Venne poi l'inverno dietro il sole grande e bianco Quanto amore, quanto amore mi scoppiava dentro Ricordo ancora quello strano giorno Dissi sincero "non lo voglio fare" Ma la pregavo di restare Per un minuto, un minuto solo.
Mistica donna dal corpo di bronzo Attingi ai tesori di amori ancestrali Deserto immenso di cenere calda Il sole conserva le tue febbri antiche Terra feconda d'azzurri diamanti I frutti orgogliosi nel fango imprigioni Pazza sorgente di piogge invocate nei campi assetati riporti la vita Con le tue danze in cieli di fuoco Nascondi il respiro di bocche affamate Piangi nel fiume viziata dal male Ma un tuono più forte ti scopre bugiarda Quale saggezza risuona dal sitar? E quanto veleno sprigiona il tuo incenso?
Smogmagica è un LP del complesso musicale italiano Le Orme. Fu inciso nel 1975 e segnò una parentesi rock irripetuta nella carriera del complesso.
Il disco
Il trio, dopo la pubblicazione del singolo Sera, accolse nel suo organico il chitarrista Tolo Marton, il quale avrebbe fatto la parte del leone in questo album. A differenza dei precedenti, si tratta di un disco di impronta prettamente rock, dove le tastiere di Pagliuca si limitano a realizzare un accompagnamento tranquillo che possa creare stimoli e spazio al nuovo arrivato. Per incidere il disco, le Orme si recarono a Los Angeles spiegando che gli studi americani offrivano ottime garanzie per quanto riguarda la tecnica di registrazione. La copertina del disco venne realizzata da Paul Whitehead. Il disco si apre con la sezione strumentale di Los Angeles, dominata dalle dinamiche dell graffianti chitarre elettriche. Si tratta di un pezzo che, nel suo intermezzo cantato, racconta l'esperienza dell'arrivo del gruppo nella città californiana. La coda strumentale utilizza melodie e temi sviluppati in parte dalle Orme prima dell'arrivo di Tolo Marton. Il singolo estratto, Amico di ieri, ricorda più chiaramente lo stile del complesso seguito nei dischi precedenti (si tratta di un pezzo tra i più famosi, ispirato al vento di Santa Ana che soffia sulla California e che introduce il brano). In tutto l'album si alternano con una certa regolarità delle fasi in cui emerge la netta preponderanza artistica di Marton ad altre, più chiaramente sotto la regia del nucleo storico del complesso, quindi del resto dell'organico. Si trattò di una produzione a cui il produttore Gian Piero Reverberi non era necessariamente abituato. Resta il fatto che - almeno per il momento - quella di Smogmagica sarebbe rimasta (salvo poche eccezioni) l'ultima collaborazione tra Reverberi e le Orme. La medesima cosa riguarda peraltro anche lo stesso Tolo Marton, il quale avrebbe lasciato il gruppo di lì a poco (anche in questo caso, comunque, collaborazioni sporadiche in epoche successive rimasero possibili). È evidente che presto le Orme hanno in parte rinnegato la soluzione decisamente rock fatta per questo disco. Infatti, i brani che hanno continuato a pubblicare in antologie sono principalmente Amico di ieri, il singolo, e Immensa distesa: in entrambi i pezzi la melodia principale non viene adagiata su un graffiante tappeto di chitarre elettriche (come invece avviene nella maggior parte delle canzoni di Smogmagica). Del resto, Aldo Tagliapietra ha dichiarato che è questo il lavoro delle Orme del quale si sente meno orgoglioso, nonostante i buoni risultati raggiunti con i primi due pezzi, Los Angeles ed Amico di ieri. Il contributo della chitarra elettrica del chitarrista Germano Serafin, nell'album successivo, si sarebbe rivelato senz'altro meno preponderante.
Tracce
Los Angeles - 7:10 Amico di ieri - 3:18 Ora o mai più - 2:40 Laserium Floyd - 4:16 Primi passi - 3:30 Immensa distesa - 3:50 Amanti di città - 3:28 L'uomo del pianino - 3:18 Laurel canyon - 4:18
Primi passi Come vorrei tornasse, ancora quel tempo, Quando il bosco cantava le mie frasi più belle, Quanti strumenti, quante musiche nuove, Suonavano dentro di me.. Era, la mia ricchezza, E non avevo niente di più, Con la speranza, La voglia di vivere, Toccavo cieli più alti di me. Ore passate alla finestra, sperando Che qualcuno si accorgesse di me.. Oggi, voglio salire, Su un treno in corsa e partire di qui, Senza aspettare Promesse inutili, Con la certezza di andare più su. Ciao! ..vecchia sera dal giusto tramonto, Ciao! ..nuovo giorno dai passi un po' incerti.
Verità nascoste è un LP del complesso musicale italiano Le Orme. Fu inciso nel 1976. Il cambio di chitarrista da Tolo Marton a Germano Serafin significò un parziale ritiro della chitarra elettrica dai ruoli di primo piano per favorire invece un ritorno ad una produzione più vicina alle tendenze musicali seguite dal gruppo in precedenza. In seguito alla separazione da Gian Piero Reverberi, il complesso iniziò inoltre ad autoprodursi. Seguì il 45 giri Canzone d’amore, non incluso nell'album, dal quale venne tratto il singolo Regina al troubadour. L’album venne inciso a Londra, città peraltro descritta nel brano In ottobre. Un’altra città famosa, Amsterdam, viene ricordata nel lavoro come patria della perdizione e degli stupefacenti. Un fenomeno musicale insolito per questo periodo della storia del gruppo si ritrova nel brano che dà il titolo all'album, appunto Verità nascoste: si tratta delle due sezioni strumentali eseguite con il sostanzioso contributo di un insieme di musica da camera (quartetto e flauto traverso). Una versione inglese dell'album (Secret truth's) non venne più distribuita.
Brani dell'album
Insieme al concerto (6:04) In ottobre (6:44) Verità nascoste (3:52) Vedi Amsterdam (4:54) Regina al Troubadour (6:43) Radiofelicità (4:55) I salmoni (2:54) Il gradino più stretto del cielo (5:00)
Storia o leggenda è un LP del complesso musicale italiano Le Orme. Fu inciso nel 1977 a Parigi. Le atmosfere francesi emergono in diverse delle storie raccontate nel 33 giri, ispirato anche al viaggio nella capitale, come anche dichiarato dagli artisti: sono spesso delineate musicalmente con l'ausilio della fisarmonica, altre volte vengono raccontate dalla voce di Aldo Tagliapietra poche parole in lingua francese. Un mercato delle pulci a Parigi è il tema del brano strumentale di chiusura che, nell’introduzione, presenta l'uso dei vari strumenti a percussione idiofoni, quelli che caratterizzeranno il lavoro di Michi nell’album a venire. Il singolo estratto è Se io lavoro, probabilmente meno conosciuto del retro, il brano che dà il titolo all'album. La copertina del disco è di Walter Mac Mazzieri, e ricorda quindi da vicino quella dell'LP Uomo di pezza.
Tracce
Musiche e testi di Pagliuca-Tagliapietra.
Tenerci per mano - 4:40 Storia o leggenda - 5:05 Il musicista - 4:47 Come una giostra - 4:30 Se io lavoro - 4:20 Un angelo - 4:50 Il quadro - 4:10 Al mercato delle pulci - 4:05
Florian è un LP del complesso musicale italiano Le Orme registrato nel 1979. Il complesso aveva dietro di sé una pausa biennale iniziata a partire dall'anno dell'ultimo album. Questo lasso di tempo fu usato dai componenti per approfondire le proprie conoscenze nel campo degli strumenti acustici.
Il disco
Con grande sorpresa degli ammiratori, le Orme proposero un disco in cui esibivano le loro capacità grazie a strumenti quali il violino, il violoncello, il clavicembalo o il vibrafono. In pratica, non si trattava più di musica pop nel senso proprio della parola, ma di una via di mezzo tra il folk e la musica da camera. Diversi fans rimasero scioccati dalla scelta, mentre molti altri invece la trovarono semplicemente geniale. Nella copertina interna del disco, le Orme vengono ritratte nel nuovissimo ruolo di orchestrina davanti al Caffè Florian in Piazza San Marco. L'idea di un cambiamento talmente radicale venne da Tony Pagliuca. Alla base della scelta c'era il calo di gradimento, da parte del mercato, del progressive rock. Fu questo un fenomeno vissuto con sofferenza dalle Orme, secondo le quali si sarebbe trattato di un triste fenomeno di commercializzazione, destinato a fare annegare il paesaggio musicale italiano in un mare di marcette da pochi soldi. Questa amarezza di fondo si tradusse quindi in protesta musicale: gli strumenti elettrici ed elettronici vennero semplicemente messi da parte. Il testo del singolo estratto, Fine di un viaggio, descrive questa presa di posizione: la figura di Mr. Tambourine Man, protagonista della famosa canzone di Bob Dylan, diventa qui il simbolo di una musica pop in procinto di perdersi alla deriva. Il tono di protesta e critica sociale emerge anche nelle tematiche di altri brani: la prima canzone dell'album, Jaffa, lamenta la distruzione (dovuta a scopi economici) di frutta mediterranea come ad esempio le arance. Non di rado si ritrovano nei testi dei riferimenti alla mitologia ed alla Bibbia. Benché abbia avuto un successo inferiore a quello dei due album precedenti, Florian ha anticipato con gran precisione alcuni aspetti del paesaggio discografico italiano dell'epoca: di lì a poco, anche Franco Battiato avrebbe fatto un discorso riferito al Mister Tambourine Man nel pezzo Bandiera bianca, parlando di immondizie musicali (vedi album La voce del padrone, 1981). Anche la scelta di Gian Piero Reverberi di formare, proprio in quell'anno, un ensemble di musica classicheggiante (Rondò Veneziano) segue la scelta stilistica del gruppo. A distanza di decenni, la decisione di un cambiamento stilistico tutto sommato brusco viene tuttora ricordata con una certo orgoglio da parte di Pagliuca, mentre Michi Dei Rossi ne prende decisamente le distanze.
Tracce
Florian - 6:48 Jaffa - 3:08 Il mago - 3:06 Pietro il pescatore - 3:29 Calipso - 3:50 Fine di un viaggio - 4:56 El gran senser - 7:03