PATTY PRAVO

biografia, discografia, new, foto, ecc...

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    cimiteria


    Patty Pravo (1970)



    Da Wikipedia


    Patty Pravo è il terzo album dell'omonima cantante, pubblicato il 12 aprile 1970, successivamente soprannominato Cimiteria.

    Il disco

    Nella primavera del 1970 Patty Pravo registra i brani indirizzati al secondo album omonimo, che la RCA immetterà sul mercato a fine maggio.
    Da questo momento la Pravo è indirizzata verso un repertorio prevalentemente da interprete, perdendo per strada volontariamente, la definizione "Ragazza del Piper".
    Spazia così fra la canzone francese di Edith Piaf, i Beatles, le ballate tradizionali, l'easy music, il rock-country.
    Per rendere meglio l'idea dell'abbandono totale del periodo beat e di quello del Piper, si può analizzare la foto che appare sul retrocopertina dell'album: sono presenti Patty Pravo e i Cyan Three "invecchiati" che posano sullo sfondo del decadente locale romano.
    Gordon Faggetter, il leader e batterista dei Cyan Three, firma il disegno di copertina in stile gotico e crepuscolare; e per tanto, l'album verrà soprannominato dai fan Cimiteria.
    L'edizione su cassetta e stereo8 utilizza tutt'altra grafica di copertina. Venne scelta una delle foto che compaiono all'interno dell'lp.
    Realizzato su cartoncino leggero assai delicato e difficile da trovare in perfetto stato, col disco che si estrae dalla parte interna. La ristampa del 1990 mantiene la stessa grafica originale, però l'LP si estrae dalla parte esterna e il cartoncino utilizzato è assai più pesante e solido.
    Un curioso errore nei crediti non è stato mai corretto: Perché sei il mio uomo è una cover di The love of a woman (a firma dei fratelli Gibb) interpretata da Samantha Sang e uscita su singolo nel 1969 (Polydor 59343) e non del brano omonimo, firmato da James Cordell (al quale è accreditata la cover sull'lp della Pravo), e incluso nell'lp Cellophane Symphony di Tommy James and the Shondells del 1969 (Roulette SR 42030). Una prima versione in italiano, del pezzo dei Bee Gees era stata incisa, nel 1968, da Anna Marchetti col titolo di Amore di donna (Anzoino-Gibb), edito dalla Meazzi (EDM - E.D.1350)
    Di Una conchiglia esistono alcune versioni uscite a ridosso della versione della Pravo. Ricordiamo quella strumentale Concerto per voce piano e sogni accreditata all'orchestra Capuano, utilizzata per la sigla di testa del Sanremo 1970, con i vocalizzi di Ron e le versioni in inglese dei Middle of the road To remind me e dei Flea on the honey Don't you ever feel glad.
    All'inferno insieme a te è cover di Detachez-moi les bras di Claude Puterflam, Il mio fiore nero è Girlie dei Peddlers, 1941 è il pezzo omonimo di Hanry Nilsson


    Tracce

    Lato A

    The Day That My Love Went Away - 1:22 (Cyan Three)
    Il mio fiore nero - 2:51 (Franco Migliacci - Roy Philips)
    Motherless Child - 2:07 (Tradizionale)
    All'inferno insieme a te - 3:07 (Paolo Dossena - Franca Evangelisti - C. Puterflam)
    La tua voce - 2:57 (Don Backy - Mogol - John Lennon - Paul McCartney)
    Per te - 3:25 (Mogol - Lucio Battisti)

    Lato B

    1941 - 2:28 (Mogol - Harry Nilsson)
    Non, je ne regrette rien - 2:35 (M. Vaucarie - Ch. Dumont)
    Gocce di pioggia su di me - 3:03 (C. Minellono - B. Bacharach - H. David)
    Something - 3:50 (George Harrison)
    Una conchiglia - 3:22 (Paolo Dossena - Giosy Capuano)
    Perché sei il mio uomo - 3:14 (Paolo Dossena - Franca Evangelisti - J. Cordell)




    The Day That My Love Went Away




    Il mio fiore nero





    Motherless Child



    Edited by tomiva57 - 16/1/2013, 15:21
     
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    1941


    Fu nell'anno '41
    che qualcuno fu papà
    venne poi il '44
    e quell'uomo se ne va
    '945 madre e figlio senza lui
    come vissero da allora in poi
    nessuno seppe mai...
    Gli anni passano veloci,
    per quel bimbo invece no
    così chiuse gli occhi e disse:
    "Fra vent'anni li aprirò!"
    Aprì gli occhi ch'era un uomo
    vide un clown passar di lì
    che gli disse:
    "Vuoi venir con noi?"
    E lui rispose: "Sì!"
    Con il circo vide strade
    e paesi, città
    ebbe gioie e dolori
    e ragazze in quantità
    "Giro il mondo fino in fondo,
    non mi fermerò mai più!"
    Fino a quando i sogni rosa
    si dipinsero di blu
    Poi incontrò una ragazza
    quella che voleva lui
    e fra un bacio e una carezza, disse:
    "Mia moglie tu sarai!"
    Costruirono una casa
    "Non ti lascerò mai più!"
    E la gente un giorno vide
    sulla porta un nastro blu
    Fu nell'anno '61
    che qualcuno fu papà
    venne poi il '64
    e quell'uomo se ne andrà
    '965 madre e figlio senza lui
    quando un giorno arriva un circo:
    "Ehi bambino, cosa fai?"






    Non, je ne regrette rien





    Gocce di pioggia su di me





    Edited by tomiva57 - 16/1/2013, 15:29
     
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    Something






    Perché sei il mio uomo



    Edited by gheagabry1 - 3/1/2023, 22:12
     
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    Bravo Pravo


    Da Wikipedia


    Bravo Pravo è il quarto album di Patty Pravo, registrato nella fine del 1970 e pubblicato nel 1971 dalla casa discografica Rca Italiana.

    patty_pravo-bravo_pravo_a

    Il disco

    Il 31 dicembre 1970 Patty Pravo realizza in Francia uno special per capodanno intitolato Bravo Pravo, durante il quale vennero proposti pezzi già editi e del materiale nuovo.
    La RCA Italiana, utilizzò parte di questo materiale per realizzare un lp, stampato alla fine del contratto che legava l'artista all'etichetta romana.
    L'intenzione della RCA Italiana è anche di sfruttare l'onda lunga del successo dei due ultimi singoli: Tutt'al più e Non andare via che aprono le due facciate dell'lp.
    La grafica di copertina, realizzata apribile in due parti e stampata su cartoncino leggero, utilizza foto di scena dallo spettacolo francese, mentre la scaletta dei pezzi ricalca solo parzialmente quelli presentati nel video. Nella ristampa in cd solo alcune di queste foto sono state riprodotte.
    Lo strumentale Metti una sera a cena, nell'arrangiamento di Paolo Ormi, vocalizzato da Nora Orlandi venne utilizzato, nel corso dello spettacolo tv, come sottofondo ad un balletto della Pravo che non prese parte minimamente all'incisione del pezzo. Sul vinile originale i crediti segnalano questa situazione che però non è stata riportata nella ristampa in digitale dell'album. Il pezzo non venne incluso nell'edizione francese dell'lp.
    Le cover Parlez-moi, dall'omonimo pezzo di Robert Charlebois, Chi ti darà, cover di I'm gonna cry till my tears run dry di Irma Thompson e Torna insieme a lei , cover di Once there was love di Josè Feliciano non facevano parte dello special di capodanno e sono delle incisioni del 1970 recuperate per questo disco.
    Dell'lp esistono più ristampe, identificabili tramite la data apposta vicino al nome della tipografia. L'ultima è dell'aprile 1971. Tutte mantengono la veste grafica originale.


    Tracce

    Lato A

    Tutt'al più - 4:28 (Franco Migliacci - Piero Pintucci)
    Torna insieme a lei - 3:27 (Sergio Bardotti - José Feliciano - Jarrad)
    Cry me a river - 2:40 (Hamilton)
    Un poco di pioggia - 3:27 (David Shel Shapiro)
    Chissà come finirò - 3:40 (David Shel Shapiro)
    Le poete - 2:50 (Schmitt - Bruno Lauzi)


    Lato B

    Non andare via - 4:46 (Gino Paoli - Jacques Brel)
    Metti una sera a cena - 3:29 (Ennio Morricone) voce di Nora Orlandi
    You Make Me Love You - 3:04 (Monaco - McCarthy)
    Chi ti darà - 2:51 (Pomus - Shuman - Fagin - Sergio Bardotti)
    The Long And Winding Road - 3:12 (John Lennon - Paul McCartney)
    Parlez moi - 2:51 (Robert Charlebois)






    Torna insieme a lei




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    Edited by gheagabry1 - 3/1/2023, 22:13
     
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    Un poco di pioggia





    Chissà come finirò

    Le poete



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    Non andare via





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    Chi ti darà







    Parlez moi



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    Di vero in fondo



    Da Wikipedia


    Di vero in fondo è un album di Patty Pravo, il primo della trilogia Philips, pubblicato dall'etichetta discografica Philips nel 1971.


    Il disco

    Quest'album vuole determinare il nuovo corso dell'artista, per il quale si affida a canzoni di vario stile, legati da un unico denominatore comune: "canzoni di qualità che si prestano a interpretazioni raffinate e di spessore". Sul fronte copertina, dell'edizione originale, è riportato solo il titolo del disco.
    Si affida a grandi autori, quali Gino Paoli, Francesco Guccini, Jacques Brel, Vinícius de Moraes e Lucio Battisti.
    ...e tornò la primavera ebbe una prima pubblicazione nel dicembre 1969, nella versione dell'autrice Deborah Kooperman (45 giri EMI Parlophone 3C006-17276).
    Di vero in fondo, nella versione dell'autore, venne presentata e scartata dalla commissione selezionatrice dei brani per il XXI Festival di Sanremo.[2] Gino Paoli la pubblicò all'interno del suo lp Le due facce dell'amore, del 1971.
    Del disco venne prevista un'edizione, destinata al mercato argentino, con quasi tutti brani in spagnolo, mai pubblicata e nota solo tra i collezionisti.
    Le tracce tradotte sono le seguenti: Las hojas muertas, Volvio la primavera, Cancion de los viejos amantes, De verdadero en fondo, Emociones, Historia de amor.
    L'edizione brasiliana presenta la copertina a busta chiusa, anziché apribile. Le copie promozionali, di stampa italiana, contengono un poster che riprende la grafica dell'album.
    Una prima ristampa usci per la linea economica Fontana Special, controllata dalla Phonogram. Con copertina del tutto differente e il titolo di Patty Pravo 1 - Canzone degli amanti (FONTANA 6492 003). Successivamente venne realizzata una ristampa "ufficiale", nel 1990, che riproduce la grafica originaria, con la sola aggiunta del nome dell'interprete e di una piuma stilizzata, accanto al titolo sul fronte copertina. Questa edizione venne anche realizzata in cd.


    Tracce

    Lato A

    Foglie morte - 4:10 (A. Cavaliere - J. Prevért - J. Kosma)
    ...E tornò la primavera - 3:17 (Francesco Guccini - Deborah Kooperman)
    Samba-preludio - 3:48 (Sergio Bardotti - Vinícius de Moraes - B. Powell)
    Canzone degli amanti - 4:38 (Sergio Bardotti - D. Del Prete - Jacques Brel - G. Jouannest)
    Di vero in fondo - 3:43 (Gino Paoli - C. Carucci)


    Lato B

    Soolamoin - 4:46 (Neil Diamond)
    Emozioni - 4:58 (Lucio Battisti - Mogol)
    Love Story [Dal film omonimo] - 3:35 (Sergio Bardotti - Francis Lai)
    Wild World - 3:31 (Cat Stevens)
    Il buio viene con te - 4:50 (Timallo - Maurice Gibb)





    Foglie morte




    ...E tornò la primavera

    Il vento dolce ancora sospirò
    ...E tornò la primavera
    Ogni foglia ancora rifiorì
    e il mio cuor fiorì di pena...
    L'inverno venne e il tempo si fermò
    tanto il cuor sembrò gelare
    Che credevo non potesse più
    Primavera ritornare...
    Mai un mattino al sole che tornò
    mi svegliò la primavera
    e la terra ancora rifiorì
    e il mio cuor fiorì di pena...
    Il vento dolce ancora sospirò
    ...E tornò la primavera
    Ogni foglia ancora rifiorì
    e il mio cuor fiorì di pena...






    Samba-preludio



    Edited by gheagabry1 - 3/1/2023, 22:15
     
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  9. tomiva57
     
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    Di vero in fondo





    Edited by gheagabry1 - 3/1/2023, 22:16
     
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    Wild World




    Il buio viene con te



    Edited by gheagabry1 - 3/1/2023, 22:16
     
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  11. tomiva57
     
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    Per aver visto un uomo piangere e soffrire Dio si trasformò in musica e poesia


    Da Wikipedia


    Per aver visto un uomo piangere e soffrire Dio si trasformò in musica e poesia è un album di Patty Pravo, il secondo della trilogia Philips, pubblicato dall'etichetta discografica Philips nel 1971.


    Il disco

    A pochi mesi dall'emissione del disco precedente Di vero in fondo esce l'album dal titolo più lungo fra quelli pubblicati da Patty Pravo: Per aver visto un uomo piangere e soffrire Dio si trasformò in musica e poesia; prodotto dalla stessa Patty Pravo.
    Curiosa la scelta di non apportare, sul fronte copertina, nessuna informazione che riguardi il nome dell'interprete o il titolo dell'album; ma di far apparire solo il viso dell'interprete, contorniato da un velo scuro. Titolo e nome dell'interprete appariranno nella ristampa del disco. Uno scatto alternativo della stessa serie venne adoperato per il 45 giri spagnolo Una locura/Nosotros
    Per la realizzazione di quest'album, con canzoni di qualità ed eccellenti e sofisticati arrangiamenti, viene chiamato Bill Conti, al quale si affianca Luis Enriquez Bacalov. Bill Conti invece dirige l'orchestra per gli unici due brani composti da David Shel Shapiro.

    Le canzoni

    Il brano d'apertura Morire... dormire... forse sognare, in cui si nota l'impronta classica di Luis Enriquez Bacalov, contiene delle citazioni di un celebre testo di William Shakespeare ed è una rielaborazione, curata da Gian Piero Reverberi, del secondo tempo Adagio (Shadows) dal Concerto Grosso per i New Trolls.
    Lanterne antiche è cover del brano Antique Annie's magic lantern show, del cantautore australiano Doug Ashdown, inclusa unicamente nella stampa australiana - uscita come doppio LP - del disco The age of mouse, edito dalla Sweet Peach nel 1970. Le edizioni europee e americana, edite come singolo vinile, non contengono questo brano, destinato originariamente alla cantante folk australiana Marian Henderson. La sua versione venne pubblicata all'interno dell'lp Cameo, pubblicato dalla Coral (CRL 757512) in Australia, e, con copertina differente, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.
    Poema degli occhi è Poema dos olhos da amada di Vinicius de Moraes. La versione italiana, con testo di Sergio Bardotti, venne incisa nel 1969 da Sergio Endrigo (Cetra SP 1418).
    Storia di una donna... e T. L. & R. vennero precedentemente pubblicate dall'autore. La prima, col titolo di The same old chair, è contenuta nell'lp Affittasi (Polydor, 2448 006); mentre la seconda venne inclusa, col titolo esteso di Thunder, lightning and rain, solo nella stampa tedesca dello stesso disco, intitolato Sawdust Circus (Polydor, 2480 126).
    Follow the lamb proviene da un misconosciuto musical Look to the lilies (1970) ed è il 4° brano del primo atto. Del brano esistono più versioni, la più nota risulta quella di Ben Aiken (Philly Groove Records-167).
    Preghiera, Un volto bianco sulla neve e Un uomo una donna una bambina sono accomunate dalle edizioni musicali ("Domingas"), dall'autore della musica (A. Vitalis) e dalle case discografiche che pubblicarono le versioni originali, la Bellaphon per le stampe tedesche e la Butterfly per le edizioni francesi.
    Preghiera è Bright Tomorrow del gruppo Cockpit. Il pezzo uscì sia sull'omonimo LP del 1970, sia sul singolo Bright Tomorrow/Lena Lena (ed.francese Butterfly BS.10-008; ed. tedesca Bellaphon BF.18056).
    Un volto bianco sulla neve è I do love you della cantante francese Nicole Croisille (I do love you/La Solitude - Butterfly BS 003).
    Del terzo brano non è stato possibile rintracciare ancora l'edizione originale. E' noto solo, tramite i crediti dell'LP, che si intitola Do Yourself e che, probabilmente, è tratto dal repertorio del cantante francese Michael Haubrich, accreditato tra gli autori.

    Ristampe

    La ristampa in linea economica, del 1973, uscì su etichetta "Fontana" con copertina del tutto differente a busta chiusa e intitolata Patty Pravo 2 - Poema degli occhi (Fontana - 6492.004).
    Anche questo secondo LP per la Philips ebbe nel 1990 una ristampa in vinile, con veste grafica identica all'originale e la sola aggiunta di titolo, nome dell'interprete e della piuma stilizzata, sul fronte copertina; contemporaneamente venne pubblicato anche su supporto digitale.


    Tracce

    Lato A

    Morire... dormire... forse sognare - 4:29 (Sergio Bardotti - Luis Enriquez Bacalov)
    Lanterne antiche - 3:05 (Vito Pallavicini - Stewart - Ashdown)
    Poema degli occhi - 2:25 (Sergio Bardotti - Vinícius de Moraes - P. Soledade)
    Storia di una donna che ha amato due volte un uomo che non sapeva amare - 8:47 (Vito Pallavicini - David Shel Shapiro)

    Lato B

    Preghiera - 4:12 (Sergio Bardotti - Trim - A. Vitalis)
    Un uomo una donna una bambina - 3:21 (Vito Pallavicini - Sergio Bardotti - Haubrich - A. Vitalis)
    Un volto bianco sulla neve - 3:14 (Vito Pallavicini - Croisille - Frank - A. Vitalis)
    T. L. & R. - 4:22 (David Shel Shapiro)
    Follow the lamb - 3:41 (J. Styne - S. Cahan)





    [color=purple]Morire... dormire... forse sognare





    Lanterne antiche





    Edited by gheagabry1 - 3/1/2023, 22:17
     
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  13. tomiva57
     
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    Patty Pravo, la rivoluzionaria
    La cantante si confessa a Tgcom



    Reduce da Sanremo dove ha presentato l'intensa "Il vento e le rose", contenuto nell'album "Nella terra dei pinguini", Patty Pravo è più grintosa che mai. I giornalisti hanno detto che ha stonato? "Avrei voluto me lo dicessero in faccia, ma sono scappati tutti". Sul futuro: "Tre quarti dei politici dovrebbero andar via, invece di grattarsi la pancia. Ci vuole un leader con gli attributi". E in tour canterà "Chiamami ancora amore" di Vecchioni.
    Olycom

    Ha dichiarato che avresti voluto portare un altro brano a Sanremo, ma poi ci ha ripensato. Perché?
    Avrei voluto cantare 'La vita è qui'. Ma sul palco del Festival di Sanremo è impossibile proporre un brano così rock come quello! Quindi abbiamo optato per una canzone più soft anche perché io non uso neanche gli auricolari per cantare, sono un po' alla vecchia maniera...

    E' anche per questo che è stata accusata di aver stonato?
    Beh alcuni giornalisti l'hanno scritto ma io avrei voluto vederli in faccia. Non sono una persona che si nasconde. A me le cose devono dirle guardandomi dritta negli occhi. Alla fine forse solo Luzzato Fegiz del "Corriere della Sera" mi ha detto quel che pensava. Ma insisto io ho avuto dei problemi di audio durante la mia esibizione.

    Contenta della vittoria di Roberto Vecchioni?
    Moltissimo! Amo la sua canzone e nel prossimo tour, che inizia il 21 marzo, la farò mia e ne darò una interpretazione personale.

    Quali sorprese riserverà il nuovo tour?
    Recupererò vecchi brani - che sembrano inediti - come "Miss Italia" e tanti altri. Verranno tutti riarrangiati dalla band, che ha anche lavorato al mio disco. Dal fantastico chitarrista Lapo Consortini, che ha arrangiato i brani del disco con il produttore Calvetti, al batterista Donald Renda.

    Nel disco ci sono due canzoni ("Unisono" e "Cielo", ndr) scritte con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, com'è nato il vostro incontro?
    Mi ha contattata mandandomi qualche messaggino. Poi l'ho invitato a casa mia e ci siamo abbracciati forte forte e dopo Giuliano si è messo al pianoforte e ha scritto 'Cielo'. Siamo molto legati e anche durante Sanremo ci siamo sentiti molto via sms perché ha subito un'operazione delicata alle corde vocali e non può parlare. Gli sono molto vicina.

    E poi c'è anche Morgan con cui duetta ne "Il vento e le rose", come lo definirebbe?

    Lui è la mia parte maschile. Come anche Morgan e Vasco dicono che io sono la loro parte femminile (ride, ndr).

    Lo avrà come ospite nel suo tour?
    Certamente! Così magari si dà una regolata...

    Si riferisce alla famosa intervista in cui ha ammesso di far uso di droghe?
    Ognuno di noi ha attraversato un momento difficile e ognuno fa come può per superarlo. Io da amica posso stare spiritualmente vicina a chi ha dei problemi ma poi dei consigli uno ne fa quel che cavolo gli pare!

    Che ne pensa della manifestazione "Se non ora quando" a favore della dignità della donna?
    Mah dico solo che per quanto riguarda la mercificazione della donna, se questa è consenziente e sa a cosa va incontro. Saranno cavoli suoi! Io sono per i diritti delle donne per quelle che sono sottopagate o subiscono maltrattamenti. In ogni caso stiamo vivendo un momento molto delicato e per me tre quarti dei politici dovrebbero andare a casa invece di grattarsi la pancia! Non sanno neanche quanto costa una bistecca.

    Qual è la soluzione?
    Ci vuole un leader con gli attributi.

    Andrea Conti
     
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    Un volto bianco sulla neve





    T. L. & R.



    Edited by tomiva57 - 16/1/2013, 17:04
     
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    Patty Pravo: “Sogno” nella Colonna sonora di “Mine vaganti” di Ozpetek

    Scritto da Alehcar in Colonne Sonore, Musica Italiana, Pop il 13 febbraio 2010

    Per il suo nuovo film “Mine vaganti” il regista turco Ferzan Ozpetek ha scelto un inedito di Patty Pravo “Sogno“, oltre alla celebre “Pensiero stupendo“, per accompagnare i titoli di coda.

    “Sogno” è una canzone d’amore e nasce all’insegna di questo riconoscimento prestigioso per accompagnare le immagini e le storie dei protagonisti. La Pravo ha rinunciato per quest’anno al palco di Sanremo, dove l’anno scorso ha riscosso notevoli consensi con “E io verrò un giorno la“, e sta pensando al suo prossimo disco in cui ci sarà la collaborazione di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.

    La cantante il 10 febbraio alle ore 18.00 è stata protagonista di un incontro alla Fnac di Milano per presentare il suo ultimo Dvd che contiene i brani piu’ significativi della lunga carriera della “ragazza del Piper”. Anche il videoclip de “La bambola” nella versione di Amy Winehouse, oltre a pillole e backstage e un’intervista reality show realizzata all’Universita’ di Roma con gli studenti. Le immagini sono state riprese dagli spettatori con la telecamera in più momenti della stessa esibizione, in oltre venti concerti. Un’operazione artistica unica, che non ha precedenti e che si lega al mondo dell’arte contemporanea d’avanguardia: un’ idea bella ,vivace, vera, poco patinata, soprattutto vissuta.







    INTERVISTA "LE CONFESSIONI DI UN MITO" DI V. PETRAGLIA



    Patty Pravo: «Che fatica arrivare intera fino a qui!»
    |da Grazia Magazine .it|

    Dorme poco più di tre ore per notte, ride almeno quattro volte al giorno e non sa che cosa siano vergogna e gelosia. «Vivere spaventa, ma poi tutto passa», dice Patty. Che, ora, sogna un’orchestra da dirigere e (forse) un letto più grande...

    Patty Pravo: «Che fatica arrivare intera fino a qui!»

    Quando vi dicono che si può essere madri senza aver avuto figli, pensate alla persona più improbabile che vi viene in mente: pensate a Patty Pravo. Perché lei è davvero un tipo materno. Lei che dice di aver cantato ninne-nanne soltanto al suo gatto. Lei che ha avuto quattro matrimoni (cinque, se si considera un annullamento per bigamia) e neppure un figlio. Lei che ha fatto della libertà solitudine. La guardo mentre accrocchia le gambe sul divano di uno dei suoi tanti salotti (ha una casa strepitosa accanto al Quirinale): ha il volto segnato e il corpo di una ragazza. È in una pausa della tournée che la porterà in giro per il mondo fino al 2011. Ma lei comincia a raccontarmi dei ragazzi che vanno a vederla ai concerti, che la cliccano su YouTube, che hanno prodotto (riprendendola con i telefonini) un vero e proprio film. Le chiedo come mai i giovani la amino così tanto. E mi aspetto una risposta da diva, qualcosa sull’intramontabile fascino della musica e dei suoi miti. E invece dice: «Credo che mi amino perché sanno che ci sono passata anch’io».
    Passata per dove?
    «Per quel dolore, quel disorientamento. Arriva il momento in cui ti accorgi di vivere e ti spaventi. È successo anche a me. La vita ti appare all’improvviso insostenibile... Ai ragazzi piace vedere che, tutto sommato, alla fine io sono sopravvissuta. E a lungo, direi» (ride).
    Lei diceva che sarebbe morta prima dei trent’anni.
    «A quei tempi era quasi una speranza: mi pareva di aver fatto e visto tutto. Ma, alla fine, ce l’ho fatta. E non è stata poi così male. Sono andata anche a dirlo in una lezione, all’università».
    I giovani hanno bisogno di un “mito vivo”.
    «Un “mito vivo”: mi piace questa definizione di me. Non voglio essere una grande star del passato che si ritira e apre un ristorante. Non voglio diventare un’icona scomparsa che non ci mette più la faccia (se non quella delle foto di venti anni fa). Sono qui, e canto».
    Ne ha ancora tanta voglia?
    «Sì, dopo 35 anni, questa parte della mia vita non è ancora finita. Ho ancora bisogno del palcoscenico».
    E di quei suoi gesti da diva…
    «Guardi che io nei concerti faccio di tutto, come una casalinga matta. Chiacchiero con le persone, mi faccio prestare un’aspirina se ho mal di testa…».
    Il suo tour si chiama: “Senza vergogna”…
    «Come sono io. Non provo quel genere di sentimenti: vergogna, gelosia... Boh. Ai miei mariti ho sempre detto: “Vai con chi ti pare. Ma torna contento”».
    Sì, ma la vergogna?
    «Credo di averla provata solo da bambina per aver rubato qualche cioccolatino».
    Sa che cosa la rende “divina”? È la sua totale assenza di stanchezza.
    «Tesoro, io faccio un lavoro talmente bello... Se sono malata, e salgo sul palco, guarisco. E poi certo che sono stanca, non dormo mai: tre ore a notte, non di più. Mi hanno fatto degli esami per capire perché, ma niente. È così e basta».
    E così si gode la notte.
    «La soffro, più che altro. Giro per casa. Cammino sul tapis-roulant, accendo la tv e poi la spengo perché mi fa orrore. Scrivo. Adesso sto lavorando alla storia di un ragazzo triste: gli spiego che la vita gira, e che non deve averne paura».
    Di nuovo questo istinto materno… Lei ha sempre detto di non aver voluto figli. Ci spieghi perché.
    «In realtà un figlio l’ho voluto: avevo 17 anni ed ero in Giappone con Gordon (Faggeter, ndr), il mio primo marito. Gli ho detto: “Facciamo un bambino e poi per cullarlo lo attacchiamo ai piatti della tua batteria”. Ovviamente mi sono subito accorta della totale follia di quello che stavo sognando. E ho capito che non sarei mai stata quello che immaginavo: la mammina con il vestito a fiori e il cappello di paglia che gioca nel prato con suo figlio. Ho deciso di rinunciare».
    Per sempre.
    «Io e Gordon ci siamo detti: “Se mai faremo un figlio, lo faremo insieme”. E io le promesse le mantengo».
    Lei ha cominciato a frequentare sua madre quando aveva 50 anni.
    «Sì, mi ha cresciuto mia nonna. Credo che lei mi conoscesse da prima, prima che io nascessi. Mi stava aspettando. È morta da 40 anni, ma è ancora con me».
    La sente vicina?
    «C’è davvero. Le parlo. E lei mi risponde. E gioca: mi nasconde le cose, poi me le fa ritrovare. Gli anni che ho vissuto con lei sono stati meravigliosi: ho avuto cultura, libertà, tutto».
    Che cosa pensava la sua nobile nonna di lei, diventata “la ragazza del Piper”?
    «È venuta a trovarmi a Roma: l’ho accolta a piedi nudi e lei ha fatto finta di nulla. Mi ha portato in giro per la città, per tutto il giorno, come se niente fosse. E io che speravo che mi comprasse dei sandali... Comunque: il mio primo concerto l’ho fatto con indosso una camicia bianca della nonna. Senza bottoni. La uso ancora».
    Lei ha sempre avuto una certa propensione a fare intravedere il seno…
    «Ma quale seno? Non l’ho mai avuto. Le tette mi sono venute da poco. Dicono che sia un regalo dell’età, ma chi gliel’ha chiesto? Io un seno, proprio non lo volevo».
    Mi vuol far credere di non aver mai giocato con la sua sensualità?
    «Certo che l’ho fatto. Ma i bottoni slacciati non c’entrano. Le mani, semmai».
    Che cosa la rende orgogliosa di sé?
    «L’aver saputo scegliere. Dal non aver voluto figli all’essermene andata per qualche tempo dallo showbusiness. C’è stato un periodo, intorno ai trent’anni, in cui ho capito di dover staccare. Mi sono detta: se vado avanti così - con tutti ’sti fari addosso - finisco male. E ho scelto il deserto. Letteralmente: sono andata in mezzo alle dune».
    La vorrebbe un’altra vita?
    «Oddio no. È già stata una tale penitenza questa. È stato faticoso, sa, arrivare intera fin qui».
    Adesso però mi sembra radiosa.
    «Sì, rido almeno quattro volte al giorno. Anche da sola».
    Le piace stare da sola?
    «Vuole sapere se ho un uomo?».
    Lei vuole dirmelo?
    «Non ce l’ho. Altrimenti avrei di nuovo cambiato letto. Quello che ho è gigantesco, ma basta solo per me e per il mio gatto. Quando ho un compagno devo avere un lettone di quattro metri per quattro. Perché, dopo ogni abbraccio, devo potermi staccare. Un’astrologa mi ha detto che nel mio cielo c’è ancora un grande amore. Chissà: basta che non arrivi quando ho ottant’anni».
    Nel frattempo: c’è qualche cosa che desidera?
    «Vorrei dirigere una grande orchestra. Ho studiato per farlo e vorrei tornare indietro e ricominciare da lì. Ma prima avrei bisogno di almeno un anno di studio».
    In questa grande casa c’è un oggetto a cui è molto affezionata?
    «Come fa a saperlo? Certo che c’è. È un’oca di ceramica della nonna: quando ero bambina l’ho rotta e lei l’ha aggiustata. Sì, tutto si aggiusta».

    Edited by tomiva57 - 16/1/2013, 17:06
     
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