Esclusi dal Festival di Sanremo, la cui commissione rifiutò loro il brano "Salutami le stelle", la band di Augusto Daolio accetta l'invito di partecipare a una sorta di "ControFestival" che si svolge in contemporanea presso il PalaRock, tensostruttura a pochi passi dall'Ariston. I Nomadi presentano un paio di brani dal loro album "Solo Nomadi", uscito da qualche mese. Augusto non perde occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa, sorprendendo conduttore e assessore di Sanremo, quest'ultimo solitamente presente sul palco del Teatro Ariston a complimentarsi coi vincitori del Festival della canzone italiana
Gente come noi è il titolo del sedicesimo album dei Nomadi. Ultimo disco di inediti completato in studio da Augusto Daolio e dal bassista Dante Pergreffi, e secondo col chitarrista Cico Falzone e il batterista Daniele Campani, contiene due brani per i quali viene girato un videoclip: Gli aironi neri e Ma noi no. Musicalmente vicino alle sonorità del precedente Solo Nomadi, il disco rilancia il nome del gruppo dopo anni vissuti ai margini della discografia italiana. Dammi un bacio (Ligabue Antonio) è un brano dedicato al pittore naif Antonio Ligabue. Nonostante il titolo in italiano, nell'album è cantata da Augusto in dialetto. Della stessa canzone uscirà nel febbraio del 1992 una versione, Dam un bes (Ligabue Antonio), con titolo in dialetto, ma testo italiano e che sarà lato B di un 45 giri realizzato in occasione della fiera del disco Vinilmania. Salutami le stelle è il brano presentato dalla band alla commissione del Festival di Sanremo del 1991, che tuttavia non passa la selezione venendo insindacabilmente scartato. Uno come noi è una canzone che trae origine dalle vicende del giugno di due anni prima consumatesi a Pechino, in piazza Tienanmen. La data del 21 ottobre 1991 al Teatro Smeraldo di Milano verrà registrata e successivamente messa in commercio sotto forma di VHS intitolata Gente come noi - in concerto all'inizio degli anni '90. Nella prima metà degli anni 2000 esce pure la versione in DVD. Viene suonato tutto l'album ad eccezione di Ma noi no e di Cammina cammina. Durante la tournée di supporto all'album che continua nel 1992, il 14 maggio, Dante Pergreffi perirà in un incidente d'auto. Al suo posto verrà così chiamata la diciannovenne Elisa Minari. A distanza di soli cinque mesi, il 7 ottobre, anche il leader carismatico, voce ed immagine della band, Augusto Daolio soccomberà ad un male incurabile. A questo disco è dedicato il libro "Gente come noi" (2012) scritto dal giornalista Antonio Ranalli ed edito dalla casa editrice No Reply nell'ambito della collana "Tracks" dedicata agli album fondamentali della musica italiana ed internazionale.
Formazione
Augusto Daolio: Voce Beppe Carletti: Tastiere Dante Pergreffi: Basso Cico Falzone: Chitarra Daniele Campani: Batteria e percussioni
Canzoni
Gli aironi neri (4' 39") Il serpente piumato (3' 33") Ricordati di Chico (3' 26") Dammi un bacio (Ligabue Antonio) (4' 00") C'è un re (2' 51") Salutami le stelle (3' 23") Uno come noi (4' 07") Ma noi no (4' 46") Ma che film la vita (3' 32") Colpa della luna (4' 25") Cammina, cammina (5' 02")
Tu non ci crederai ma dove vivo non respiro il posto è inumano non stringo mai una mano. Posso vedere quanto è diffidente ogni giorno il sorriso di questa gente, posso sentire la violenza di ogni sera nelle parole di gente che non spera. Salutami le stelle della tua città le sole che io porto nel mio cuore, salutami le piazze della tua città riempile d'amore, ahha ahha. Tu non ci crederai ma dove vivo non respiro, il posto è inumano, non stringo mai una mano. Posso pensare quanto e indifferente nei gesti questa folla clemente, posso toccare la natura più vera nello sguardo di gente che non spera. Salutami le stelle della tua città piantaci bandiere d'allegria, salutami le piazze della tua città piene di fantasia. Salutami le stelle della tua città le sole che io porto nel mio cuore, salutami le piazze della tua città riempile d'amore, ahha ahha.
Questa notte non è normale Io ci provo ma non riesco a dormire Tutto il mondo entra dalla finestra Mille voci nella mia testa Colpa della luna grande e luminosa Che ha invaso la stanza rovistando ogni cosa Colpa delle stelle lucide e vicine Non si riesce a contarle pungono come spine Questa notte non è normale Io ci provo ma non riesco a dormire Tutto il mondo entra dalla finestra Mille voci nella mia testa Venute da lontano con quel treno Che ha svegliato la notte di un giorno triste Gli occhi di Silvia la voglia di vivere Il sorriso di Bruno la smania di correre Questa notte non è normale Io ci provo ma non riesco a dormire Tutto il mondo entra dalla finestra Mille voci nella mia testa Ancora le sento quelle voci lontane Con tanti ricordi delle amicizie più rare L'ingenuità di Rinaldo i gesti le mani La dolcezza di Paolo il suo domani Questa notte non è normale Io ci provo ma non riesco a dormire Tutto il mondo entra dalla finestra Mille voci nella mia testa
Ma noi no! è il diciassettesimo album dei Nomadi, pubblicato nel 1992 dalla CGD East West, l'ultimo album pubblicato con Augusto Daolio che morì pochi mesi dopo, il 7 ottobre, all'età di 45 anni per malattia. Sulla copertina appare la dedica che i Nomadi fecero a Dante Pergreffi, bassista del gruppo morto poco prima dell'uscita dell'album: «Sei arrivato al tuo porto, dolce buono sorridente chiaro Dante, Principe Desiderio ora ombra senza età».
Contro è il diciannovesimo album del gruppo italiano Nomadi.
Il disco
L'album contiene le ultime incisioni con Augusto Daolio alla voce, e anche il contributo di Dante Pergreffi al basso. I brani già pronti vengono integrati con l'inserzione di contributi dei nuovi membri: al basso troviamo Elisa Minari, mentre Francesco Gualerzi e Danilo Sacco si alterneranno a sostituire Augusto dagli album successivi: per il singolo Ad est, ad est viene realizzato un videoclip. Nel corso dell'anno i Nomadi tornano a suonare dal vivo proponendo la strumentale Suoni come inizio dei concerti. In dettaglio: Contro: brano sulla guerra, sui giovani e sulla volontà di non arrendersi. "Contro" l'ipocrisia di chi a parole parla di amore ma poi finisce per finanziare le guerre. Il muro: brano dedicato al famoso muro di Berlino Marinaio di vent'anni brano dedicato alla leggenda dell'olandese volante Santina dedicata a una bambina che ha la vita distrutta dalla droga Il mongolo: sulla personalità che trascende il modo di presentarsi Pietro: una descrizione del mondo di oggi senza morali Il libero: brano sulla non accettazione della vita senza i propri ideali Soltanto un gioco: dove l'amore è paragonata alla passione che sicuramente è destinata a rimanere nel tempo Ad est, ad est: un invito a scoprire nuove culture
Tracce
Contro (4' 34") Il muro (4' 43") Marinaio di vent'anni (3' 51") Santina (4' 09") Il mongolo (3' 59") Pietro (5' 08") Il libero (4' 53") Soltanto un gioco (6' 37") Ad est, ad est (5' 05")
Non so se ricordate quel ragazzo traviato quello lungo con lo sguardo estraniato, quello che veniva al bar alla sera e tutti lo chiamavano mongolfiera, quello che di lui la gente diceva "Quello è un mongolo che fa solo fiera!" Si racconta ancora quando a scuola andavano tutti dietro i tempi allora butto nei cessi un sacco di cemento apri il rubinetto allago il casamento si ritirò e scontò la condanna e festeggio con fragole e panna. Viveva solo in casa con la mamma e alla mattina vedeva la Gianna, nel pomeriggio giocava ai soldatini, ma la notte vendeva ai giardini, fece carriera e diventò ligera, ma lo chiamaron mongol senza fiera. Fece presto una collocazione, tagliava il fumo col talco di mattone la sua ero era naftalina e i suoi trip tutti metedrina, fece carriera e diventò canaglia, ma lo chiamaron mongoltaglia. Il più bel colpo della sua carriera è stato quello che l'ha messo in galera quando la pula l'ha trovato un giorno diceva: "La roba toglie il medico di torno!" la sua carriera si sgonfiò di colpo e tutti lo chiamavan mongolstolto. La gente dice che dentro al parlatorio mongol racconta la storia di quel giorno quando la pula pensò fosse strano vedendo due seduti a cavalcioni sul ramo, erano due della banda dei giardini dicevano convinti d'essere uccellini. La sua carriera si sgonfiò di botto e tutti lo chiamaron mongolrotto
La settima onda è il ventesimo album dei Nomadi, il primo pubblicato senza la presenza alla voce dello storico leader Augusto Daolio. Sulla canzone In favelas, vi è un duetto fra i Nomadi e il gruppo cileno degli Inti-Illimani.
Formazione
Beppe Carletti: Tastiere Cico Falzone: Chitarra Daniele Campani: Batteria e percussioni Francesco Gualerzi: Voce e strumenti a fiato Danilo Sacco: Voce e chitarra Elisa Minari: Basso
Canzoni
La settima onda (4' 25") Guai se... (6' 18") Donna (4' 11") Ladro di sogni (4' 34") Sassofrasso (5' 10") In favelas (3' 43") Vivo forte (7' 08") Un ricordo (5' 03") Le poesie di Enrico (4' 21") Il musicista (4' 08")
Sassofrasso Disceso nella gola fra gli scogli dell'anfratto lucida le sue rive il sassofrasso gioca con la sabbia fra le dita dei bambini, ossigena le polle dei girini ti parla mentre passa di sentieri di montagna quasi che venisse dalla cuccagna. Ma il gioco di colori della vecchia tintora che sciacqua lecoscienze, anche la mia, si mescola ai liquami della fogna di Montese, insieme a quelli del macello del paese, è già un po'meno pura l'acqua che va giù in pianura, il corso della schiuma non è chiaro. Se ti senti niente quando ti senti vuoto prigioniero dei ricordi a poco a poco. Forse è il tuo rifiuto di entrare nella strada che ti ha fatto perdere la squadra. Ma il ricordo di lezioni fatte al tocco di campana da ragazzi in una pieve di montagna. Forse aiuta il lungo corso a ritrovar sé stesso, a decantar la fanga del progresso. Non la si può bere però puoi farci il bagno il volto di quest'acqua è ancora umano. Rimuovi i tuoi ricordi come i sogni che hai già fatto, mentre la ceramica si beve il sassofrasso E il ruscello che cantava puro dentro il suo bacile sputa piombo arsenico e metile. Il cambio di canzoni più non suona la campana, quest'acqua adesso è malsana. Se ti senti niente quando ti senti vuoto, prigioniero dei ricordi a poco a poco. Forse è il tuo rifiuto di entrare nella strada, che ti ha fatto perdere la squadra. Però nella sua loggia saltellando contro il masso, ancora scende ancora il sassofrasso. Ma se sei privo di ogni squadra allora prendi la strada, che ti porta in alto, magari su in contrada. Il fango dell'inverno copre i segni dei gerani, ieri impegna l'oggi nel domani. L'importante è l'individuo, l'importante è la persona, che trasforma dentro al tempo la sua zona, il fango dell'inverno copre i segni dei gerani, ieri impegna l'oggi nel domani.