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Amici miei (Parte 2)
Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 10:50. -
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Non credevi
Amici miei (Parte 4). -
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Ancora una volta con sentimento
Da Wikipedia
Ancora una volta con sentimento è il decimo album della band italiana Nomadi, sempre tenendo come riferimento la discografia "ufficiale". E' anche l'ultimo album in cui compare al basso Umberto Maggi, che lascerà il gruppo circa due anni dopo.
Formazione
Augusto Daolio: Voce
Beppe Carletti: Tastiere
Umberto Maggi: Basso
Chris Dennis: Chitarra e Violino
Paolo Lancellotti: Batteria
Canzoni
Ed io (3' 55")
Origini (3' 57")
Storie di mare (3' 43")
Voglia d'inverno (3' 11")
Marta (2' 24")
Canzone d'amore (3' 25")
Estate (2' 30")
Costa dell'est (2' 55")
Il paese delle favole (3' 16")
Recensione:
Questo disco a mio parere è molto sottovalutato, e svantaggiato, purtroppo, dalla pessima qualità di registrazione.
Meriterebbe ben altro risalto e considerazione "Ancora una volta con sentimento", un album davvero ottimo e molto in linea con le idee del gruppo.
Si parte con una "Ed io" cantata all'inizio in una tonalità molto bassa da Augusto, la voce del quale si fatica a riconoscere in questo album. "Ed io" si può sicuramente ricondurre alla precedente "Amici miei", ma di fattura notevolmente maggiore. "Origini" in un certo senso ci ricorda "Noi non ci saremo", nella quale si parla della fine del mondo, ed ha una musica molto particolare (oltre al testo, assolutamente originale!). Ma più che parlare delle singole canzoni, qui ci sarebbe da parlare della compattezza dell'album: sono tutti pezzi degni di nota, "Storie di mare", "Voglia d'inverno", "Estate", "Costa dell'Est"... insomma, davvero un disco da riscoprire e da scoprire per chi ancora non lo conosce, contenente canzoni molto intense, dalle armonie molto belle, e dai testi interessanti, originali, a volte fortissimi come in "Canzone d'amore", dal titolo fuorviante. Straordinario.
È anche il disco che contiene "Il paese delle favole", la canzone sicuramente più famosa dell'intero album, che fa una sorta di parallelo tra i personaggi delle favole e il nostro tempo, e che qui troviamo in una versione totalmente diversa da quella che ascolteremo qualche tempo dopo nel live "Ma che film la vita".
Peccato davvero per la poca pubblicità e le mille difficoltà che ebbero i Nomadi all'epoca, perché "Ancora una volta con sentimento" è senz'altro uno dei migliori album dei Nomadi e, penso, uno dei migliori album italiani di quegli anni.
da: solonomadi.itIl paese delle meraviglie
Peter Pan non lotta più ha venduto il suo pugnale,
Capitan Uncino manda Wendy a battere sul viale,
l'isola incantata è già stata lottizzata
e Alice nelle bottiglie cerca le sue meraviglie.
Paperino sta in catena e lavora di gran lena,
Paperina con passione vende baci a Paperone,
Qui, Quo, Qua sono andati via vanno a rischio dell'autonomia
e voi intellettuali ne avete già discusso
a che serve poi menarla con la storia del riflusso.
Don Chichotte non è contento ma lavora in un mulino a vento,
Ali Babà e i quaranta ladroni hanno già vinto l'elezioni,
Hansel e Gretel hanno fondato una fabbrica di cioccolato
e Alice nelle bottiglie cerca le sue meraviglie.
Gli stivali delle sette leghe pagan bollo e assicurazione,
le scope delle streghe le ha abbattute l'aviazione,
Pollicino è nella CIA gli fan far la microspia
e voi intellettuali ne avete gia discusso
a che serve poi menarla con la storia del riflusso.
Cenerentola ha una Jaguar e un vestito molto fine,
ogni volta che c'è un principe leva scarpe e mutandine,
la matrigna vecchia arpia prende i soldi e li mette via.
E voi intellettuali non ne avete mai discusso
di come me torna l'onda alla fine del riflusso. -
tomiva57.
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Ci penserà poi il computer
Da Wikipedia
foto: qpratools.comCi penserà poi il computer (1985) è l'undicesimo album del gruppo italiano Nomadi. Per la prima volta al basso compare Dante Pergreffi, che subentra al defezionario Umbi Maggi.
Tracce
La deriva - 6:30
La bomba - 4:27
Bianchi e neri - 3:17
Edith - 3:28
Nuvole basse - 3:07
Agguanta il leone - 3:28
Tra loro - 5:09
Lontano - 4:08
Il pilota di Hiroshima - 3:13
Sempre di corsa - 4:56
La deriva
La luce e la fortuna
la notte spegnerà
fermando i miei pensieri azzurri
di amore e di lealtà.
E adesso sarà il vento
o forse nostalgia
che mi riporta nella mente
una dolce melodia
un canto di leggenda
per noi rimasti qui
a consumare piano piano
l'ultimo "chissà".
Negli occhi tuoi un po' stanchi
che guardano più in là
s'illumina anche il silenzio
che non si spezzerà.
La vita è un fiume lento
ricama la poesia
ti prende per la mano solo
se tu hai tanta fantasia
se vedi oltre le nubi
il sole che non c'è
se senti dentro le voci forti
che gridano la verità.
Noi sempre alla deriva
noi sola ambiguità
noi fermi ad aspettare un treno
che non arriverà.
Noi oggi come ieri
la stessa identità
ci siamo amati solo un giorno
ma tanto tempo fa.
Io sogno ad occhi aperti
tu li che dormi già
e accendo un'altra sigaretta
che non ti disturberà.
Il fumo sale adagio
un bicchiere in compagnia
non fa sorrisi dalla noia
non offre ipocrisia
e noi qui al nostro posto
con qualche ruga in più
noi come automi indifferenti
che anelano andare su.
Noi sempre alla deriva
noi sola ambiguità
noi fermi ad aspettare un treno
che non arriverà.
Noi oggi come ieri
la stessa identità
ci siamo amati solo un giorno
ma tanto tempo fa.
Edited by tomiva57 - 21/2/2014, 21:14. -
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Bianchi e neri
Erano giorni terribili, la guerra divampava
un mostro spaventoso, la gente divorava
fratello contro fratello, odio contro amore
uomini venivano uccisi solo per un colore.
Ma un uomo nel suo giardino
la speranza coltivava
tutti i suoi fratelli con amore aiutava
anche lui aveva un'idea: con coraggio la portava
ma su tutto amava la vita
contro tutti lottava.
Così un giorno vide un nero moribondo
fece proprio di tutto per riportarlo al mondo
per questo i bianchi pensarono
che fosse un collaborazionista
il suo nome scrissero sopra una lunga lista.
Un giorno un bianco fuggiasco
alla sua porta andò a bussare
per cercare scampo alla morte
da lui si fece salvare,
così anche i neri lo odiarono,
giurarono vendetta
perché chi non era con loro
doveva morire in fretta.
In una notte di luna
l'uomo buono camminava
sopra il crinale di un monte,
che due valli divideva,
da una parte i bianchi lo spiavano,
pronti a colpirlo al cuore
dall'altra i neri stavano
per placare il loro furore.
Partirono due colpi assieme
cadde con gli occhi al cielo
sul suo sguardo stupito
si stese un lieve velo.
I neri felici esultarono
come i bianchi a loro volta,
ma essi non sapevano
che la pietà era morta.
Edith
Edith conosce la leggenda dell'uomo
che sempre aspettò l'alba
piangendo
senza un suono
Lei viene da una valle
che a Maggio cambia in neve
son fiori che in Ottobre
a Edith danno frutti.
D'estate lei va in alto
lavora in un rifugio
son giorni messi in fila
nel regno dei dirupi.
Lei vive quando è stanca
d'inverno sta a Berlino
frequenta Frau "?"
Edith porta del vino
tu porgile un sorriso
ai bordi della sera
quando il cielo divampa
nella gioia più nera
tu falle un sorriso
e se il viso tuo le piace
aspettala in segreto
quando la notte tace.
Aspettala di fuori
nel silenzio delle stelle
aspetta che la luna
accarezzi la sua pelle.
Aspetta che sia il brivido
di nuvole corsare
a rendere vere immagini
di Edith che compare
ascolta l'incantesimo
di una donna per la quale
tu pregherai che l'alba
sia lontana come il mare
perché Edith conosce
la leggenda di quel Dio
che venne sulla terra
e a nessuno disse addio.
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Nuvole basse
Nuvole basse sulla collina,
nuvole basse questa mattina
e sembra quasi nebbia e sembra quasi sera
e sembra inverno invece è primavera.
Nuvole basse se non hai paura,
puoi trovarci dentro un elefante, un'avventura
un turbo Maserati, una fila d'indiani,
e potrei andare avanti fino a domani,
nuvole dall'altezza della testa mia
che sono discese e non vanno più via
nuvole che non vedo, più che altro le sento
che stanno qui perché non tira un filo di vento,
nuvole ignoranti che non sei sicuro
dov'è finito l'albero se sei vicino al muro
e un gatto che gioca e mi addenta a un piede
e in mezzo a queste nuvole chi lo vede.
E faccio due passi dentro a questo fumo nero
e posso scombinare il falso dal vero
e posso dare al sogno un ricordo, un'amnesia
immagina persino che ci sia,
così invento un viaggio, un fiore, un sorriso
invento una carezza sul suo viso
invece lei non c'è e come se non bastasse
ci son nuvole basse.
E faccio due passi dentro a questo fumo nero
e posso scombinare il falso dal vero
ma che tempo antipatico, che tempo somaro
fossi più basso vedrei forse più chiaro,
poi dopo un po' s'alza il sole sulla mattina
e sulla solitudine della collina
che vanga un accidente
a chi non paga le tasse,
alle nuvole basse.
Poi dopo un po' si alza il sole sulla mattina
e desta gli alberi della collina
e quella testa di nuvola non so più dove sia
il vento l'ha portata via.
Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 10:48. -
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Tra loro
E dopo il treno prenderai la solita corriera
che nella notte sale per valli infreddolite,
sull'ultimo sedile la Luna e i suoi scagnozzi,
non sanno se fermarsi lì, sono stranieri.
E in pochi giorni tu potrai conoscere gli amici
che stanno insieme e cercano di non sentirsi soli,
tra loro una ragazza che per qualcuno è bella,
sorriderà chiedendoti se l'ho dimenticata.
Dille è così non tornerà l'incanto
di spartire i suoi segreti
più non verrà l'incanto
di aspettarla senza fretta.
E dopo il treno prenderai la solita corriera
che mezza vuota illumina di nostalgia la notte,
dall'ultimo sedile la Luna se n'è andata,
nessuno se n'è accorto non c'è mai stata.
E in pochi giorni tu saprai distinguere fra tutte
la voce che stringevo quasi a rubare il cielo,
ho spesso immaginato di bruciare le mie terre,
ma tu dille soltanto che non l'ho dimenticata.
Dille è così, sovrani del passato danno fuoco alle mie terre,
folli e strozzini divideranno insieme qual che resta.
Dal coro dei falliti ogni fallito chiama,
si veste da padrone, mi cerca in visti stanze,
allora io credevo di avere in pugno i sogni,
adesso lei ti chiederà se l'ho dimenticata.
Dille è così, sovrani del passato danno fuoco alle mie terre,
folli e strozzini divideranno insieme qual che resta.
Lontano
Lontano via nel tempo pensieri a metà,
sul soffitto macchie di umidità,
nelle tasche le briciole della realtà.
Lontano quando è tardi e si chiudono i bar
dentro a un'auto fra fumo ed ansietà
o davanti ad un portone.
E lontano respirando l'odore che dà
una nuova, qualunque città
regalandoti al primo che ti chiamerà.
E lontano mille miglia a due passi da me,
non vedere l'azzurro che c'è,
non cercare più niente.
Dentro il futuro sospinto da venti del nord,
tra forze selvagge che chiamano e portano con se
tra stelle cadenti, speranze che volano via
nei ricordi sbiaditi di un domani naturale follia.
Lontano dentro a case di malinconia
con la noia che fuori è follia
solo per la tua strada.
Lontano occhi al buio che guardano su
appoggiarsi ad un muro per star su
ed abbracciare la notte.
E lontano cuore gonfio di curiosità
affacciati su quel che sarà
e vedere partire l'ultimo tram.
E lontano ma quando,
senza alcuna ragione o un perché,
ritrovarsi a cantare alle tre
una canzone d'amore (dei Nomadi) per te.
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Il pilota di Hiroshima
Fuori nel mondo chissà dove
o su nel cielo fra gli eterni eroi,
ma nel fondo di un profondo eterno
vive un uomo vive il suo inferno.
La sua bocca più non parla,
le sue notti non le dorme più,
sta nascosto dietro il suo pensiero,
muore un uomo muore senza il vero.
Il pilota di Hiroshima un duro
alla maniera di John Wayne
Ray Ban scuri, il lavoro era guerra,
ma negli occhi quel bimbo sulla terra.
Fuori nel mondo chissà dove,
nel riflesso del cielo nello stagno
striscia ancora la scia di vapore
del suo aereo e di quelle ore.
Il pilota di Hiroshima un duro
alla maniera di John Wayne
Ray Ban scuri, il lavoro era guerra,
ma negli occhi quel bimbo sulla terra.
Sente battere le ali,
sente il freddo tutto intorno a sé,
vede luce di luce più abbagliante
di quel sole esploso in un istante
Sempre di corsa
Sempre di corsa andare via
lunga è la strada che porta all'idea
di pensare come prima
quando ancor potevi perderci di meno.
Chiudere gli occhi e non pensare
che se ti guardi intorno sei in alto mare,
ti han detto: "Sei uno studente,
non ti agitare che non serve a niente!"
La gente è usata dal buon spino
risolto i suoi problemi e non fa più casino,
si guarda la televisione
che anche più libera gli dà ragione.
E più veloce devi andare,
non trovi neanche il tempo per dimenticare
quel giorno insieme a lei a giocare
quando ti ha detto: "Basta ora devo andare!"
E la presa del potere è rinviata a domani,
questa sera andiamo al cinema a imparare dai marziani,
forse loro hanno capito almeno un po'
come si fa a vivere da alieni in questa società.
Vedere, cercare nel letame
le briciole di un mondo che ha ancora fame
e non saper più cosa fare per ritrovare
un modo per cambiare.
Chiudere gli occhi e non pensare
che se mi guardo intorno sono in alto mare,
mi han detto: "Sei un cantante,
guarda non puoi poi farne tante!"
Ma scaricare la propria rabbia,
sentirsi droga, fumo il fatto che ha la faccia
da idealista impertinente
non credo poi che serva a niente.
Ma anche io più veloce devo andare
non trovo neanche il tempo per dimenticare,
quel giorno insieme a lei a giocare
quando mi ha detto: "Basta ora devo andare!"
Ma la presa del potere è speriamo rinasca domani,
questa sera andiamo al cinema a imparare dai marziani,
forse loro hanno capito almeno un po'
come si fa a vivere da alieni in questa società.
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Quando viene sera
Da Wikipedia
Quando viene sera è il dodicesimo album della band italiana Nomadi.
Nel 1986 non si respirava un buon clima all'interno del gruppo, e il titolo venne scelto proprio perché si aveva l'impressione che il viaggio fosse ormai al termine e che quindi, sui Nomadi, fosse calata la sera.
Formazione
Augusto Daolio: Voce
Beppe Carletti: Tastiere
Chris Dennis: Chitarra e Violino
Paolo Lancellotti: Batteria e Percussioni
Dante Pergreffi: Basso
Canzoni
Il treno della notte (2' 56")
Rotolando va (3' 22")
Casa mia (3' 05")
Il falò (5' 22")
Nella sera (3' 52")
Segnali caotici (3' 50")
Aiutala (3' 40")
Hei Nomadi (3' 50")
callofthewest.blogspot.com
Recensione: Quando viene sera
Elia-debaser.it
Quando viene sera è uno degli album degli eterni Nomadi a mio parere tra i più belli, ma anche tra i più sottovalutati. Infatti ben poche delle canzoni in questo album verranno poi recuperate e riproposte nei live.
In generale l'album mette bene in risalto la chitarra elettrica di Chris alternata e spesso in duetti che sfiorano quasi lo psichedelico con le tastiere di Beppe oltre a un basso pulsante del buon Dante e i ritmi frenetici e intelligenti di Paolo, sulla voce di Augusto non c'è niente da eccepire, sa essere calda e avvolgente come suo solito, coinvolgendo ancor di più l'ascoltatore nelle canzoni.
Nello specifico, il disco si apre con "Il treno della notte", pezzo molto rockeggiante che mette molto bene in risalto la chitarra di Chris e le tastiere di Beppe, segue poi "Rotolando va" eseguita con Beppe al piano e l'alternarsi di Chris al violino e alla chitarra elettrica in una canzone piena di tristezza, che in futuro verrà ripresa nei concerti.
"Casa mia" è il terzo brano, molto più allegro e ritmato del precedente in cui tutti gli strumenti si amalgamano in una deliziosa e allegra ballata quasi contadina. Il quarto pezzo è "Il falò" altra canzone molto cupa e intensa dominata dalle tastiere sia di Beppe che di Chris, dal basso eccellente di Dante e dalle percussioni costanti, anche questa sul filo dello psichedelico.
"Nella sera" è un altro pezzo molto intenso guidato dai ritmi tribali delle percussioni di Paolo e ancora dal basso, stavolta in primo piano è il violino di Chris supportato alla grande ancora una volta da mastro Beppe Carletti e persino in diverse occasioni da un vocalizzo di Augusto.
L'altro pezzo che sarà ripreso nei live in futuro è la misteriosa "Segnali caotici", un pezzo forte dominato da sonorità ancora una volta dal basso di Dante e dai suoni ancora quasi psichedelici delle tastiere di Beppe che danno alla canzone un aria molto occulta e tenebrosa in perfetta linea col testo dedicato agli UFO. Chitarra elettrica ottimamente (presente come in tutto il disco) e rafforzata dalla batteria attivissima di Paolo; così come in "Aiutala" dove la chitarra è protagonista in una canzone dove il messaggio del testo domina nel rifiuto alla droga e ai suoi miraggi.
Conclusione molto personale firmata Augusto per l'ultimo brano "Hey Nomadi", scritto dal poeta emiliano e dedicato ai componenti della band in cui ognuno si esibisce in un assolo.
Disco ottimo, peccato solo che sia stato così sottovalutato dal pubblico e dalla critica, ma anche dai Nomadi stessi.
SEMPRE NOMADI
Edited by tomiva57 - 21/2/2014, 21:10. -
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Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 10:54. -
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Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 10:57. -
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Segnali caotici
Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 11:01. -
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Aiutala
Hei NomadiTornano i Nomadi, domani nuovo album
(ANSA) - MILANO - Si intitola 'Terzo tempo' il nuovo album dei Nomadi in uscita domani. La band di Beppe Carletti ha un nuovo cantante, Cristiano Turato, in un album di soli brani inediti a tre anni dal precedente. Anticipato dal singolo 'Ancora ci sei', l'album e' anche il primo che il gruppo ha deciso di masterizzare all'estero, scegliendo uno studio di Londra. Dopo il concerto 'Italia loves Emilia' e a Pisa, da novembre la band sara' in tournee nei teatri, anche con qualche data europea.
Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 11:03. -
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Ancora Nomadi
Da Wikipedia
Ancora Nomadi è il quattordicesimo album della band italiana Nomadi, l'ultimo con la presenza di Chris Dennis e Paolo Lancellotti.
Per la realizzazione di questo album, i Nomadi ricorsero allo stesso espediente già usato in Sempre Nomadi: le tracce del lato A vennero registrate in studio, mentre nel lato B furono riproposti alcuni brani famosi in versione live.
Con Sempre Nomadi del 1981 e Solo Nomadi del 1990, questo disco crea una ideale trilogia.
Formazione
Augusto Daolio: Voce
Beppe Carletti: Tastiere
Chris Dennis: Chitarra e Violino
Paolo Lancellotti: Batteria e Percussioni
Dante Pergreffi: Basso
Canzoni
Io canto perché (aspettando la giustizia) (4' 06")
Immagina un momento (5' 28")
L'uomo di Monaco (3' 45")
Babilonia (4' 15")
Tu che farai (3' 16")
Il seme (3' 54")
60 - 70 - 80 (4' 05")
Un figlio dei fiori non pensa al domani (2' 58") live
Naracauli (4' 37") live
Il paese (3' 50") live
Stagioni (4' 28") live
Segnali caotici (3' 38") live
...clikka sul titolo per evidenziare i video
Edited by tomiva57 - 21/2/2014, 21:09. -
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Solo Nomadi
Da Wikipedia
Solo Nomadi è il quindicesimo album della band italiana Nomadi, primo dopo la scissione avvenuta con gli ex membri Paolo Lancellotti e Chris Dennis. Alla chitarra troviamo così per la prima volta Cico Falzone mentre alla batteria siede Daniele Campani. che danno una nuova linfa al gruppo.
Per la prima volta, perfezionata l'iscrizione alla SIAE, compare per esteso nei crediti dei brani il nome di Augusto Daolio e del produttore Dodo Veroli: entrambi, insieme a Beppe Carletti, fin dagli esordi del gruppo avevano scritto parecchie canzoni, ma non avevano mai potuto firmarle; negli anni '60 e '70 fecero loro da prestanome alcuni famosi compositori, mentre negli anni '80 si ricorse alla firma Carletti - Dennis.
Salvador Allende Gossens e il golpe cileno del 1973 vengono ricordati in Salvador (15 anni dopo).
Senza patria è liberamente ispirata a L'armata dei fiumi perduti, libro dello scrittore Carlo Sgorlon.
Con questo album, si conclude la trilogia iniziata con l'album Sempre Nomadi e continuata poi con Ancora Nomadi.
Formazione
Augusto Daolio: Voce
Beppe Carletti: Tastiere
Dante Pergreffi: Basso
Cico Falzone: Chitarra
Daniele Campani: Batteria e Percussioni
Canzoni
I ragazzi dell'olivo (2' 41")
Sarà come il tempo vuole (4' 45")
Mercanti e servi (4' 18")
Salvador (15 anni dopo) (3' 03")
Senza patria (4' 44")
Michelina (4' 13")
Gira (3' 26")
Il fiume (5' 25")
Rosso (4' 28")
I gatti randagi (3' 15")
Curiosità
Di questo album sembra esistere un'altra versione registrata nel 1989 con la vecchia formazione comprendente Paolo Lancellotti e Chris Dennis che rimase inedita a causa delle controversie legali che in quel periodo il gruppo stava attraversando.
I ragazzi dell'olivo
Sarà come il tempo vuole
Mercanti e servi
Edited by tomiva57 - 21/2/2014, 21:07.