I NOMADI

biografia, discografia, new, foto, ecc...

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  1. tomiva57
     
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    Amici miei (Parte 2)





    Il vecchio e il bambino



    Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 10:50
     
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    Non credevi





    Amici miei (Parte 4)

     
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    cd82h

    Ancora una volta con sentimento

    Da Wikipedia



    Ancora una volta con sentimento è il decimo album della band italiana Nomadi, sempre tenendo come riferimento la discografia "ufficiale". E' anche l'ultimo album in cui compare al basso Umberto Maggi, che lascerà il gruppo circa due anni dopo.

    Formazione

    Augusto Daolio: Voce
    Beppe Carletti: Tastiere
    Umberto Maggi: Basso
    Chris Dennis: Chitarra e Violino
    Paolo Lancellotti: Batteria


    Canzoni

    Ed io (3' 55")
    Origini (3' 57")
    Storie di mare (3' 43")
    Voglia d'inverno (3' 11")
    Marta (2' 24")
    Canzone d'amore (3' 25")
    Estate (2' 30")
    Costa dell'est (2' 55")
    Il paese delle favole (3' 16")



    nomadi




    Recensione:

    Questo disco a mio parere è molto sottovalutato, e svantaggiato, purtroppo, dalla pessima qualità di registrazione.
    Meriterebbe ben altro risalto e considerazione "Ancora una volta con sentimento", un album davvero ottimo e molto in linea con le idee del gruppo.
    Si parte con una "Ed io" cantata all'inizio in una tonalità molto bassa da Augusto, la voce del quale si fatica a riconoscere in questo album. "Ed io" si può sicuramente ricondurre alla precedente "Amici miei", ma di fattura notevolmente maggiore. "Origini" in un certo senso ci ricorda "Noi non ci saremo", nella quale si parla della fine del mondo, ed ha una musica molto particolare (oltre al testo, assolutamente originale!). Ma più che parlare delle singole canzoni, qui ci sarebbe da parlare della compattezza dell'album: sono tutti pezzi degni di nota, "Storie di mare", "Voglia d'inverno", "Estate", "Costa dell'Est"... insomma, davvero un disco da riscoprire e da scoprire per chi ancora non lo conosce, contenente canzoni molto intense, dalle armonie molto belle, e dai testi interessanti, originali, a volte fortissimi come in "Canzone d'amore", dal titolo fuorviante. Straordinario.
    È anche il disco che contiene "Il paese delle favole", la canzone sicuramente più famosa dell'intero album, che fa una sorta di parallelo tra i personaggi delle favole e il nostro tempo, e che qui troviamo in una versione totalmente diversa da quella che ascolteremo qualche tempo dopo nel live "Ma che film la vita".
    Peccato davvero per la poca pubblicità e le mille difficoltà che ebbero i Nomadi all'epoca, perché "Ancora una volta con sentimento" è senz'altro uno dei migliori album dei Nomadi e, penso, uno dei migliori album italiani di quegli anni.

    da: solonomadi.it

    Il paese delle meraviglie

    Peter Pan non lotta più ha venduto il suo pugnale,
    Capitan Uncino manda Wendy a battere sul viale,
    l'isola incantata è già stata lottizzata
    e Alice nelle bottiglie cerca le sue meraviglie.
    Paperino sta in catena e lavora di gran lena,
    Paperina con passione vende baci a Paperone,
    Qui, Quo, Qua sono andati via vanno a rischio dell'autonomia
    e voi intellettuali ne avete già discusso
    a che serve poi menarla con la storia del riflusso.
    Don Chichotte non è contento ma lavora in un mulino a vento,
    Ali Babà e i quaranta ladroni hanno già vinto l'elezioni,
    Hansel e Gretel hanno fondato una fabbrica di cioccolato
    e Alice nelle bottiglie cerca le sue meraviglie.
    Gli stivali delle sette leghe pagan bollo e assicurazione,
    le scope delle streghe le ha abbattute l'aviazione,
    Pollicino è nella CIA gli fan far la microspia
    e voi intellettuali ne avete gia discusso
    a che serve poi menarla con la storia del riflusso.
    Cenerentola ha una Jaguar e un vestito molto fine,
    ogni volta che c'è un principe leva scarpe e mutandine,
    la matrigna vecchia arpia prende i soldi e li mette via.
    E voi intellettuali non ne avete mai discusso
    di come me torna l'onda alla fine del riflusso

     
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  4. tomiva57
     
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    nomadi-ci_pensera_poi_il_computer-front


    Ci penserà poi il computer




    Da Wikipedia
    foto: qpratools.com



    Ci penserà poi il computer (1985) è l'undicesimo album del gruppo italiano Nomadi. Per la prima volta al basso compare Dante Pergreffi, che subentra al defezionario Umbi Maggi.

    Tracce

    La deriva - 6:30
    La bomba - 4:27
    Bianchi e neri - 3:17
    Edith - 3:28
    Nuvole basse - 3:07
    Agguanta il leone - 3:28
    Tra loro - 5:09
    Lontano - 4:08
    Il pilota di Hiroshima - 3:13
    Sempre di corsa - 4:56






    La deriva

    La luce e la fortuna
    la notte spegnerà
    fermando i miei pensieri azzurri
    di amore e di lealtà.
    E adesso sarà il vento
    o forse nostalgia
    che mi riporta nella mente
    una dolce melodia
    un canto di leggenda
    per noi rimasti qui
    a consumare piano piano
    l'ultimo "chissà".
    Negli occhi tuoi un po' stanchi
    che guardano più in là
    s'illumina anche il silenzio
    che non si spezzerà.
    La vita è un fiume lento
    ricama la poesia
    ti prende per la mano solo
    se tu hai tanta fantasia
    se vedi oltre le nubi
    il sole che non c'è
    se senti dentro le voci forti
    che gridano la verità.
    Noi sempre alla deriva
    noi sola ambiguità
    noi fermi ad aspettare un treno
    che non arriverà.
    Noi oggi come ieri
    la stessa identità
    ci siamo amati solo un giorno
    ma tanto tempo fa.
    Io sogno ad occhi aperti
    tu li che dormi già
    e accendo un'altra sigaretta
    che non ti disturberà.
    Il fumo sale adagio
    un bicchiere in compagnia
    non fa sorrisi dalla noia
    non offre ipocrisia
    e noi qui al nostro posto
    con qualche ruga in più
    noi come automi indifferenti
    che anelano andare su.
    Noi sempre alla deriva
    noi sola ambiguità
    noi fermi ad aspettare un treno
    che non arriverà.
    Noi oggi come ieri
    la stessa identità
    ci siamo amati solo un giorno
    ma tanto tempo fa.







    La bomba

    Nel cielo suona una tromba
    o forse invece è solo una bomba
    o forse è solo un temporale
    che mi sorprende per le scale
    ma cosa dico non ci sento
    ora sta cambiando il vento.
    Ascolto l'eco dei tuoni
    e inseguo ancora i miei sogni
    sogni rosa di bambino
    che guarda il mondo da vicino
    e che non crede a chi dirà
    che astenersi è santità.
    Ecco che il vento è cambiato
    e un altro tempo ha portato
    il tempo della primavera
    di un giorno in cui non è mai sera
    ma questo giorno non mi da
    che un giorno grigio di realtà.
    E intanto gocciola il tempo
    e sembra privo di senso
    ma giù dal cielo una bomba cadrà
    sulla terra evaporerà
    il riso dei bimbi, il verde dei prati
    il sogni d'amore mai giocati.
    Ancora il vento è cambiato
    e un gran silenzio ha lasciato
    con giochi vuoti di parole
    sciolte come nebbia al sole
    in fondo a tutto resta già
    il fatto che è violenza in verità.
    Lo so non basta cantare
    pero io questo so fare
    sentirsi un po' più innocente
    rispetto al silenzio di tanta gente
    portar sorriso quando si muore
    quando sulla testa scoppierà un sole.



    Edited by tomiva57 - 21/2/2014, 21:14
     
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  5. tomiva57
     
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    Bianchi e neri
    Erano giorni terribili, la guerra divampava
    un mostro spaventoso, la gente divorava
    fratello contro fratello, odio contro amore
    uomini venivano uccisi solo per un colore.
    Ma un uomo nel suo giardino
    la speranza coltivava
    tutti i suoi fratelli con amore aiutava
    anche lui aveva un'idea: con coraggio la portava
    ma su tutto amava la vita
    contro tutti lottava.
    Così un giorno vide un nero moribondo
    fece proprio di tutto per riportarlo al mondo
    per questo i bianchi pensarono
    che fosse un collaborazionista
    il suo nome scrissero sopra una lunga lista.
    Un giorno un bianco fuggiasco
    alla sua porta andò a bussare
    per cercare scampo alla morte
    da lui si fece salvare,
    così anche i neri lo odiarono,
    giurarono vendetta
    perché chi non era con loro
    doveva morire in fretta.
    In una notte di luna
    l'uomo buono camminava
    sopra il crinale di un monte,
    che due valli divideva,
    da una parte i bianchi lo spiavano,
    pronti a colpirlo al cuore
    dall'altra i neri stavano
    per placare il loro furore.
    Partirono due colpi assieme
    cadde con gli occhi al cielo
    sul suo sguardo stupito
    si stese un lieve velo.
    I neri felici esultarono
    come i bianchi a loro volta,
    ma essi non sapevano
    che la pietà era morta.







    Edith


    Edith conosce la leggenda dell'uomo
    che sempre aspettò l'alba
    piangendo
    senza un suono
    Lei viene da una valle
    che a Maggio cambia in neve
    son fiori che in Ottobre
    a Edith danno frutti.
    D'estate lei va in alto
    lavora in un rifugio
    son giorni messi in fila
    nel regno dei dirupi.
    Lei vive quando è stanca
    d'inverno sta a Berlino
    frequenta Frau "?"
    Edith porta del vino
    tu porgile un sorriso
    ai bordi della sera
    quando il cielo divampa
    nella gioia più nera
    tu falle un sorriso
    e se il viso tuo le piace
    aspettala in segreto
    quando la notte tace.
    Aspettala di fuori
    nel silenzio delle stelle
    aspetta che la luna
    accarezzi la sua pelle.
    Aspetta che sia il brivido
    di nuvole corsare
    a rendere vere immagini
    di Edith che compare
    ascolta l'incantesimo
    di una donna per la quale
    tu pregherai che l'alba
    sia lontana come il mare
    perché Edith conosce
    la leggenda di quel Dio
    che venne sulla terra
    e a nessuno disse addio.



     
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  6. tomiva57
     
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    Nuvole basse

    Nuvole basse sulla collina,
    nuvole basse questa mattina
    e sembra quasi nebbia e sembra quasi sera
    e sembra inverno invece è primavera.
    Nuvole basse se non hai paura,
    puoi trovarci dentro un elefante, un'avventura
    un turbo Maserati, una fila d'indiani,
    e potrei andare avanti fino a domani,
    nuvole dall'altezza della testa mia
    che sono discese e non vanno più via
    nuvole che non vedo, più che altro le sento
    che stanno qui perché non tira un filo di vento,
    nuvole ignoranti che non sei sicuro
    dov'è finito l'albero se sei vicino al muro
    e un gatto che gioca e mi addenta a un piede
    e in mezzo a queste nuvole chi lo vede.
    E faccio due passi dentro a questo fumo nero
    e posso scombinare il falso dal vero
    e posso dare al sogno un ricordo, un'amnesia
    immagina persino che ci sia,
    così invento un viaggio, un fiore, un sorriso
    invento una carezza sul suo viso
    invece lei non c'è e come se non bastasse
    ci son nuvole basse.
    E faccio due passi dentro a questo fumo nero
    e posso scombinare il falso dal vero
    ma che tempo antipatico, che tempo somaro
    fossi più basso vedrei forse più chiaro,
    poi dopo un po' s'alza il sole sulla mattina
    e sulla solitudine della collina
    che vanga un accidente
    a chi non paga le tasse,
    alle nuvole basse.
    Poi dopo un po' si alza il sole sulla mattina
    e desta gli alberi della collina
    e quella testa di nuvola non so più dove sia
    il vento l'ha portata via.






    Agguanta il leone

    Agguanta il leone sennò agguanta te,
    agguantalo prima che agguanti te.
    Quando la testa si confonde
    e la paura ti scava dentro il cuore,
    quando pensi di esser troppo fuori,
    troppo furbo e non senti i sapori,
    quando resti indietro e perdi il senso
    e ti domandi: "Ma ha cosa penso!?"
    Ti arrendi.
    Agguanta il leone sennò agguanta te,
    agguantalo prima che agguanti te.
    Quando la testa si confonde
    e qualche cosa ti impedisce di sognare,
    quando il lampo schizza e romba il tuono,
    il tuo specchi cade e senti il suono,
    la tua gioia diventa nera,
    la tu calma diventa bufera.
    Agguanta il leone sennò agguanta te,
    agguantalo prima che agguanti te.
    Il giorno va giù la tristezza vien su,
    è lontano il mattino di domani
    l'orizzonte dei tuoi desideri
    si perde in cieli meno veri,
    il tuo fiore lo ruba il vento
    vorresti avere forza come cento.
    Ti arrendi.
    Agguanta il leone sennò agguanta te,
    agguantalo prima che agguanti te.
    Ti occorre qualcosa di speciale,
    ma sulla bocca hai solamente sale
    e qualcosa ti vieta di sognare
    ti occorre qualcosa di anormale,
    ma ti manca la forza di andare,
    ti manca il coraggio di andare.
    Ti arrendi.
    Agguanta il leone sennò agguanta te,
    agguantalo prima che agguanti te.
    Quando la testa si confonde
    e la paura ti scava dentro onde,
    quando pensi di esser troppo fuori,
    troppo furbo e non senti gli odori,
    quando resti indietro e perdi il senso
    e ti domandi: "Ma ha cosa penso!?"
    Ti arrendi.
    Agguanta il leone sennò agguanta te,
    agguantalo prima che agguanti te.



    Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 10:48
     
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  7. tomiva57
     
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    Tra loro

    E dopo il treno prenderai la solita corriera
    che nella notte sale per valli infreddolite,
    sull'ultimo sedile la Luna e i suoi scagnozzi,
    non sanno se fermarsi lì, sono stranieri.
    E in pochi giorni tu potrai conoscere gli amici
    che stanno insieme e cercano di non sentirsi soli,
    tra loro una ragazza che per qualcuno è bella,
    sorriderà chiedendoti se l'ho dimenticata.
    Dille è così non tornerà l'incanto
    di spartire i suoi segreti
    più non verrà l'incanto
    di aspettarla senza fretta.
    E dopo il treno prenderai la solita corriera
    che mezza vuota illumina di nostalgia la notte,
    dall'ultimo sedile la Luna se n'è andata,
    nessuno se n'è accorto non c'è mai stata.
    E in pochi giorni tu saprai distinguere fra tutte
    la voce che stringevo quasi a rubare il cielo,
    ho spesso immaginato di bruciare le mie terre,
    ma tu dille soltanto che non l'ho dimenticata.
    Dille è così, sovrani del passato danno fuoco alle mie terre,
    folli e strozzini divideranno insieme qual che resta.
    Dal coro dei falliti ogni fallito chiama,
    si veste da padrone, mi cerca in visti stanze,
    allora io credevo di avere in pugno i sogni,
    adesso lei ti chiederà se l'ho dimenticata.
    Dille è così, sovrani del passato danno fuoco alle mie terre,
    folli e strozzini divideranno insieme qual che resta.







    Lontano

    Lontano via nel tempo pensieri a metà,
    sul soffitto macchie di umidità,
    nelle tasche le briciole della realtà.
    Lontano quando è tardi e si chiudono i bar
    dentro a un'auto fra fumo ed ansietà
    o davanti ad un portone.
    E lontano respirando l'odore che dà
    una nuova, qualunque città
    regalandoti al primo che ti chiamerà.
    E lontano mille miglia a due passi da me,
    non vedere l'azzurro che c'è,
    non cercare più niente.
    Dentro il futuro sospinto da venti del nord,
    tra forze selvagge che chiamano e portano con se
    tra stelle cadenti, speranze che volano via
    nei ricordi sbiaditi di un domani naturale follia.
    Lontano dentro a case di malinconia
    con la noia che fuori è follia
    solo per la tua strada.
    Lontano occhi al buio che guardano su
    appoggiarsi ad un muro per star su
    ed abbracciare la notte.
    E lontano cuore gonfio di curiosità
    affacciati su quel che sarà
    e vedere partire l'ultimo tram.
    E lontano ma quando,
    senza alcuna ragione o un perché,
    ritrovarsi a cantare alle tre
    una canzone d'amore (dei Nomadi) per te.


     
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  8. tomiva57
     
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    Il pilota di Hiroshima

    Fuori nel mondo chissà dove
    o su nel cielo fra gli eterni eroi,
    ma nel fondo di un profondo eterno
    vive un uomo vive il suo inferno.
    La sua bocca più non parla,
    le sue notti non le dorme più,
    sta nascosto dietro il suo pensiero,
    muore un uomo muore senza il vero.
    Il pilota di Hiroshima un duro
    alla maniera di John Wayne
    Ray Ban scuri, il lavoro era guerra,
    ma negli occhi quel bimbo sulla terra.
    Fuori nel mondo chissà dove,
    nel riflesso del cielo nello stagno
    striscia ancora la scia di vapore
    del suo aereo e di quelle ore.
    Il pilota di Hiroshima un duro
    alla maniera di John Wayne
    Ray Ban scuri, il lavoro era guerra,
    ma negli occhi quel bimbo sulla terra.
    Sente battere le ali,
    sente il freddo tutto intorno a sé,
    vede luce di luce più abbagliante
    di quel sole esploso in un istante





    Sempre di corsa

    Sempre di corsa andare via
    lunga è la strada che porta all'idea
    di pensare come prima
    quando ancor potevi perderci di meno.
    Chiudere gli occhi e non pensare
    che se ti guardi intorno sei in alto mare,
    ti han detto: "Sei uno studente,
    non ti agitare che non serve a niente!"
    La gente è usata dal buon spino
    risolto i suoi problemi e non fa più casino,
    si guarda la televisione
    che anche più libera gli dà ragione.
    E più veloce devi andare,
    non trovi neanche il tempo per dimenticare
    quel giorno insieme a lei a giocare
    quando ti ha detto: "Basta ora devo andare!"
    E la presa del potere è rinviata a domani,
    questa sera andiamo al cinema a imparare dai marziani,
    forse loro hanno capito almeno un po'
    come si fa a vivere da alieni in questa società.
    Vedere, cercare nel letame
    le briciole di un mondo che ha ancora fame
    e non saper più cosa fare per ritrovare
    un modo per cambiare.
    Chiudere gli occhi e non pensare
    che se mi guardo intorno sono in alto mare,
    mi han detto: "Sei un cantante,
    guarda non puoi poi farne tante!"
    Ma scaricare la propria rabbia,
    sentirsi droga, fumo il fatto che ha la faccia
    da idealista impertinente
    non credo poi che serva a niente.
    Ma anche io più veloce devo andare
    non trovo neanche il tempo per dimenticare,
    quel giorno insieme a lei a giocare
    quando mi ha detto: "Basta ora devo andare!"
    Ma la presa del potere è speriamo rinasca domani,
    questa sera andiamo al cinema a imparare dai marziani,
    forse loro hanno capito almeno un po'
    come si fa a vivere da alieni in questa società.


     
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  9. tomiva57
     
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    nomadi-quando_viene_sera-front



    Quando viene sera

    Da Wikipedia

    Quando viene sera è il dodicesimo album della band italiana Nomadi.
    Nel 1986 non si respirava un buon clima all'interno del gruppo, e il titolo venne scelto proprio perché si aveva l'impressione che il viaggio fosse ormai al termine e che quindi, sui Nomadi, fosse calata la sera.


    Formazione

    Augusto Daolio: Voce
    Beppe Carletti: Tastiere
    Chris Dennis: Chitarra e Violino
    Paolo Lancellotti: Batteria e Percussioni
    Dante Pergreffi: Basso


    Canzoni

    Il treno della notte (2' 56")
    Rotolando va (3' 22")
    Casa mia (3' 05")
    Il falò (5' 22")
    Nella sera (3' 52")
    Segnali caotici (3' 50")
    Aiutala (3' 40")
    Hei Nomadi (3' 50")



    I%2BNOMADI
    callofthewest.blogspot.com






    Recensione: Quando viene sera



    Elia-debaser.it


    Quando viene sera è uno degli album degli eterni Nomadi a mio parere tra i più belli, ma anche tra i più sottovalutati. Infatti ben poche delle canzoni in questo album verranno poi recuperate e riproposte nei live.
    In generale l'album mette bene in risalto la chitarra elettrica di Chris alternata e spesso in duetti che sfiorano quasi lo psichedelico con le tastiere di Beppe oltre a un basso pulsante del buon Dante e i ritmi frenetici e intelligenti di Paolo, sulla voce di Augusto non c'è niente da eccepire, sa essere calda e avvolgente come suo solito, coinvolgendo ancor di più l'ascoltatore nelle canzoni.

    Nello specifico, il disco si apre con "Il treno della notte", pezzo molto rockeggiante che mette molto bene in risalto la chitarra di Chris e le tastiere di Beppe, segue poi "Rotolando va" eseguita con Beppe al piano e l'alternarsi di Chris al violino e alla chitarra elettrica in una canzone piena di tristezza, che in futuro verrà ripresa nei concerti.
    "Casa mia" è il terzo brano, molto più allegro e ritmato del precedente in cui tutti gli strumenti si amalgamano in una deliziosa e allegra ballata quasi contadina. Il quarto pezzo è "Il falò" altra canzone molto cupa e intensa dominata dalle tastiere sia di Beppe che di Chris, dal basso eccellente di Dante e dalle percussioni costanti, anche questa sul filo dello psichedelico.
    "Nella sera" è un altro pezzo molto intenso guidato dai ritmi tribali delle percussioni di Paolo e ancora dal basso, stavolta in primo piano è il violino di Chris supportato alla grande ancora una volta da mastro Beppe Carletti e persino in diverse occasioni da un vocalizzo di Augusto.
    L'altro pezzo che sarà ripreso nei live in futuro è la misteriosa "Segnali caotici", un pezzo forte dominato da sonorità ancora una volta dal basso di Dante e dai suoni ancora quasi psichedelici delle tastiere di Beppe che danno alla canzone un aria molto occulta e tenebrosa in perfetta linea col testo dedicato agli UFO. Chitarra elettrica ottimamente (presente come in tutto il disco) e rafforzata dalla batteria attivissima di Paolo; così come in "Aiutala" dove la chitarra è protagonista in una canzone dove il messaggio del testo domina nel rifiuto alla droga e ai suoi miraggi.
    Conclusione molto personale firmata Augusto per l'ultimo brano "Hey Nomadi", scritto dal poeta emiliano e dedicato ai componenti della band in cui ognuno si esibisce in un assolo.

    Disco ottimo, peccato solo che sia stato così sottovalutato dal pubblico e dalla critica, ma anche dai Nomadi stessi.

    SEMPRE NOMADI

    Edited by tomiva57 - 21/2/2014, 21:10
     
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  10. tomiva57
     
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    La collina + Il treno della notte




    Rotolando va



    Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 10:54
     
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  11. tomiva57
     
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    Casa mia




    Il falò



    Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 10:57
     
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  12. tomiva57
     
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    Segnali caotici



    Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 11:01
     
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  13. tomiva57
     
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    Tornano i Nomadi, domani nuovo album




    (ANSA) - MILANO - Si intitola 'Terzo tempo' il nuovo album dei Nomadi in uscita domani. La band di Beppe Carletti ha un nuovo cantante, Cristiano Turato, in un album di soli brani inediti a tre anni dal precedente. Anticipato dal singolo 'Ancora ci sei', l'album e' anche il primo che il gruppo ha deciso di masterizzare all'estero, scegliendo uno studio di Londra. Dopo il concerto 'Italia loves Emilia' e a Pisa, da novembre la band sara' in tournee nei teatri, anche con qualche data europea.

    Edited by tomiva57 - 22/2/2014, 11:03
     
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    Ancora Nomadi


    Da Wikipedia


    Ancora Nomadi è il quattordicesimo album della band italiana Nomadi, l'ultimo con la presenza di Chris Dennis e Paolo Lancellotti.
    Per la realizzazione di questo album, i Nomadi ricorsero allo stesso espediente già usato in Sempre Nomadi: le tracce del lato A vennero registrate in studio, mentre nel lato B furono riproposti alcuni brani famosi in versione live.
    Con Sempre Nomadi del 1981 e Solo Nomadi del 1990, questo disco crea una ideale trilogia.

    Formazione

    Augusto Daolio: Voce
    Beppe Carletti: Tastiere
    Chris Dennis: Chitarra e Violino
    Paolo Lancellotti: Batteria e Percussioni
    Dante Pergreffi: Basso


    Canzoni

    Io canto perché (aspettando la giustizia) (4' 06")
    Immagina un momento (5' 28")
    L'uomo di Monaco (3' 45")
    Babilonia (4' 15")
    Tu che farai (3' 16")
    Il seme (3' 54")
    60 - 70 - 80 (4' 05")
    Un figlio dei fiori non pensa al domani (2' 58") live
    Naracauli (4' 37") live
    Il paese (3' 50") live
    Stagioni (4' 28") live
    Segnali caotici (3' 38") live



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    Edited by tomiva57 - 21/2/2014, 21:09
     
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    Solo Nomadi



    Da Wikipedia


    Solo Nomadi è il quindicesimo album della band italiana Nomadi, primo dopo la scissione avvenuta con gli ex membri Paolo Lancellotti e Chris Dennis. Alla chitarra troviamo così per la prima volta Cico Falzone mentre alla batteria siede Daniele Campani. che danno una nuova linfa al gruppo.
    Per la prima volta, perfezionata l'iscrizione alla SIAE, compare per esteso nei crediti dei brani il nome di Augusto Daolio e del produttore Dodo Veroli: entrambi, insieme a Beppe Carletti, fin dagli esordi del gruppo avevano scritto parecchie canzoni, ma non avevano mai potuto firmarle; negli anni '60 e '70 fecero loro da prestanome alcuni famosi compositori, mentre negli anni '80 si ricorse alla firma Carletti - Dennis.
    Salvador Allende Gossens e il golpe cileno del 1973 vengono ricordati in Salvador (15 anni dopo).
    Senza patria è liberamente ispirata a L'armata dei fiumi perduti, libro dello scrittore Carlo Sgorlon.
    Con questo album, si conclude la trilogia iniziata con l'album Sempre Nomadi e continuata poi con Ancora Nomadi.


    Formazione

    Augusto Daolio: Voce
    Beppe Carletti: Tastiere
    Dante Pergreffi: Basso
    Cico Falzone: Chitarra
    Daniele Campani: Batteria e Percussioni

    Canzoni

    I ragazzi dell'olivo (2' 41")
    Sarà come il tempo vuole (4' 45")
    Mercanti e servi (4' 18")
    Salvador (15 anni dopo) (3' 03")
    Senza patria (4' 44")
    Michelina (4' 13")
    Gira (3' 26")
    Il fiume (5' 25")
    Rosso (4' 28")
    I gatti randagi (3' 15")


    Curiosità

    Di questo album sembra esistere un'altra versione registrata nel 1989 con la vecchia formazione comprendente Paolo Lancellotti e Chris Dennis che rimase inedita a causa delle controversie legali che in quel periodo il gruppo stava attraversando.






    I ragazzi dell'olivo




    Sarà come il tempo vuole




    Mercanti e servi



    Edited by tomiva57 - 21/2/2014, 21:07
     
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