QUADRI D'AUTORE..arte moderna e contemporanea

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  1. gheagabry
     
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    Rob Gonsalves





    Chi si chiedeva chi mai avrebbe osato raccogliere il testimone lasciato dall'opera di M.C.Escher ora un'idea forse ce l'ha: è Rob Gonsalves.

    Con un pizzico di Magritte e Dalì, l'artista canadese nato nel 1959 dipinge quadri che appartengono ad un "realismo magico" e che preferiscono cimentarsi con l'immaginazione piuttosto che con i segreti del subconscio o la psicologia dei sogni.

    I quadri di Gonsalves fondono due realtà diverse giocando sui particolari, e la contrapposizione suscita lo stupore dell'osservatore.







    Qualche giorno fa, per esempio, ho visto una barca a vela tirata in secca, su una spiaggia, e anche se non era nella lista l’ho fotografata. Soprattutto perché dietro si muoveva un cagnolino, che ha attraversato tutta la spiaggia, e il mare stava cominciando a diventare burrascoso. Insomma, a un certo punto le cose hanno cominciato a incastrarsi. Di fatto, di fronte a me stavano succedendo un mucchio di cose, ma dubito che qualcuno senza una macchina fotografica lo avrebbe capito. C’era un cane che passeggiava, delle nuvole, una barca, ed è stato l’occhio, con la macchina fotografica, a metterle insieme.

    Cose come queste, l’improvvisazione che ti porta a scoprire cose che non avevi neanche immaginato, o la costruzione di fatti, eventi e caratteri dentro la fotocamera, succedono di continuo quando fotografi. E’ come se a un certo punto le cose si allineassero, per una combinazione di caso e volontà di forzarlo (se non fossi uscito di casa a fotografare, e se non avessi scelto di andare in spiaggia mentre ci sono le nuvole, non avrei visto nulla). Ne hanno già parlato diversi fotografi e critici, ben più autorevoli di me. Su tutti, Robert Frank, il cui “The Americans” è interamente basato su richiami di questo tipo, le quali rendono il suo lavoro molto più di tipo poetico e musicale, che di reportage in senso stretto. Dopo averlo letto tante volte sto cercando di sperimentarlo anch’io.

    E’ interessante vedere come questo genere di concordanze nate dall’improvvisazione vengano gestite in un linguaggio visivo diverso, quello della pittura. In questo caso si ha poco modo di fermare l’attimo, di collimare le cose su un vetrino o una tela; se non altro, per una questione di rapidità di esecuzione, che, per quanto possa essere veloce un pittore, non potrà mai eguagliare quella di una fotografia. Al contrario, credo che il pittore abbia molte più cose da mettere contemporaneamente sulla tela: non c’è bisogno che tutto sia presente fisicamente di fronte a lui.

    Ho pensato a tutto questo osservando le opere di Rob Gonsalves, pittore canadese dal tocco magico, che alcuni hanno paragonato a M.C. Escher. Può darsi: i temi, i giochi con la prospettiva, lo ricordano molto. Però, dove Escher sembrava più concentrato sull’aspetto matematico dei suoi lavori, Gonsalves privilegia di più quello onirico – magico. Il linguaggio è simile, ma il mondo che descrive mi sembra del tutto diverso. Soprattutto, Gonsalves sembra usare, e parecchio, quel genere di improvvisazione controllata di cui parlavo prima. Il pittore canadese fa succedere delle cose, non mettendo delle azioni nei suoi quadri, ma semplicemente giustapponendo immagini e concetti.
    Antonio Giordano









     
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140 replies since 12/10/2010, 11:14   63350 views
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