Lucio Dalla: 14 ore di omaggio a Bologna, Renato Zero arriva per ultimo
(AGI) - Bologna, 3 mar. - E' continuata per 14 ore il tributo di 'Piazza Grande' a Lucio Dalla. E' stato senza sosta il flusso di persone che visitano la camera ardente, aperta questa mattina poco prima delle 10, per dare l'ultimo saluto al cantautore scomparso. Sul Crescentone di Piazza Maggiore molti cittadini sono ancora in attesa di entrare nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio dove si trova il feretro di Lucio, anche se le lunghe file del pomeriggio si stanno via via smaltendo. Visita a sorpresa di Renato Zero alla camera ardente per Lucio Dalla allestita nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio. Il cantante romano, come spiegato dal Comune di Bologna, e' giunto poco dopo le 23 per rendere l'ultimo saluto a Dalla. Rimasto qualche minuto davanti alla bara del cantautore bolognese, Renato Zero si e' poi diretto alle spalle della camera ardente e si e' intrattenuto con gli amici piu' stretti dell'artista scomparso Alle 21 di oggi sono state oltre 30.000 le persone che hanno reso omaggio al feretro di Lucio Dalla e 14.000 le firme di coloro che hanno voluto lasciare un saluto. Entro la mezzanotte almeno 40.000 persona avrenno reso omaggio a Dalla. Sopra al feretro c'e' un quadro titolato "Ultima cena" dipinto nel 2001 dall'artista Stefano Cantaroni, amico di Dalla. Sotto la bara la corona di fiori inviata dal cantante spagnolo Julio Iglesias. Ai lati del feretro il gonfalone dell'universita' e della citta' di Bologna. La diretta dei funerali di Lucio Dalla, previsti domani nella Basilica di San Petronio, sara' trasmessa solo dal maxischermo allestito in Piazza Maggiore per permettere ai cittadini di seguire l'evento. Domani, domenica 4 marzo, la "camera ardente" di Lucio Dalla, allestita nel Cortile d'Onore di Palazzo d'Accursio, sara' aperta dalle ore 7 fino alle 13.30. La funzione religiosa si terra' alle ore 14.30 nella Basilica di San Petronio (Piazza Maggiore) Bologna. In occasione del lutto cittadino, anche la Pinacoteca nazionale di Bologna e il museo Pepoli Campogrande resteranno chiusi dalle 14.30 alle 17, in concomitanza con i funerali.
Tra il fiume di folla che, ininterrotto, ha fatto visita in fila al feretro di Lucio Dalla tantissima gente comune, dai giovani agli anzaini, alle famiglie con i bambini - in sosta per ore in attesa di entrare nel cortile d'onore di Palazzo D'Accursio dove e' allestita la camera ardente - ma anche tantissimi volti noti, big del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica. Commossi i colleghi piu' vicini a Dalla, come Gianni Morandi, che ha sostato in lacrime e poi e' riapparso nel corso della giornata senza voler dire nulla - Ron, Andrea Mingardi, Samuele Bersani, il giovane Davide Carone- protagonista con Dalla dell'ultimo Sanremo, anche lui troppo commosso per parlare - Caterina Caselli, Marco Masini, Luca Carboni. Dal mondo dello sport, hanno fatto visita alla camera ardente le squadre della Virtus basket (che ha lasciato una canottiera ricordo con tutte le firme dei giocatori) e il Bologna calcio, oltre al presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. Anche il mondo della politica ha voluto rendere omaggio al cantante scomparso, con Romano Prodi, Pierferdinando Casini (venuto con tutta la famiglia, la moglie e i due bimbi), il ministro del turismo Piero Gnudi, l'ex sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca, di cui Dalla era grande amico e sostenitore. Dal mondo dello spettacolo e della cultura, l'attrice Isabella Ferrari, la vedova di Pavarotti, Nicoletta Mantovani, il rettore Ivano Dionigi e Fabio Roversi Monaco, i giornalisti Marco Travaglio, Corrado Augias e Milena Gabanelli. In camera ardente, anche i piu' stretti collaboratori di Dalla, come Tobia Righi, il produttore televisivo Bibi Ballandi e Marco Alemanno. Domano, per volonta' dei familiari del cantautore scomparso, nella Basilica ci saranno solo due telecamere fisse, una sull'altare e l'altra sulla bara, in modo da trasmettere la celebrazione della messa senza comunque inquadrare le persone e gli amici dentro la chiesa. Durante le celebrazioni non sono previste le musiche di Dalla ma sara' letto, probabilmente dall'attore, amico e piu' stretto collaboratore Marco Alemanno, il testo della canzone "Le rondini". Il rito funebre sara' celebrato dal vicario generale monsignor Giovanni Silvagni e l'omelia sara' tenuta dal padre francescano Bernardo Boschi, confessore di Lucio. Per gli amici e le autorita' saranno disposte nella basilica 550 sedie. Le altre persone (sono previsti ulteriori 5.500 posti) rimarranno in piedi. Il coro all'interno della basilica e' quello di San Domenico. La salma di Lucio Dalla sara' poi sepolta al cimitero 'La Certosa' affianco della tomba della madre. Sono gia' migliaia le persone che, da questa mattina alle 10, si susseguono per portare l'ultimo saluto a Lucio Dalla nella camera ardente allestita nel Cortile D'Onore di Palazzo D'Accursio. In Piazza Maggiore una gigantografia del cantante con la scritta "Ciao Lucio" e le canzoni dell'artista accolgono le persone in fila per entrare a palazzo comunale. Dieci le canzoni, che si ripeteranno per l'intera giornata (la camera ardente rimarra' aperta almeno fino alla mezzanotte) scelte per fare da colonna sonora all'ultimo saluto: "Tu parlavi una lingua meravigliosa", "E non andar piu' via", "Tango", "Notte", "Felicita'", "Cara", "Ayrton", "Apriti cuore", "Le rondini" "Caruso". Dietro il feretro un'opera, donata a Lucio Dalla nel 2001 dall'amico Stefano Cantaroni, rappresenta "L'ultima cena". Sopra la bara una rosa rossa, un cornetto e una sigaretta (una 'paglia', come l'avrebbe definita il cantautore)
Mezzo secolo di canzoni indimenticabili Lucio Dalla era nato a Bologna il 4 marzo 1943. Nel 1962 entra come clarinettista nel gruppo dei Flippers composto da personaggi destinati ad affermarsi nel mondo del giornalismo e dello spettacolo. Il suo debutto nella canzone avviene nel 1964 grazie all’interessamento di Gino Paoli che ha intenzione di fare di Dalla il primo cantante soul italiano e lo indirizza verso questo genere.
Gli anni dal 1965 al 1970 lo vedono impegnato su due fronti, quello della sperimentazione che spesso entra in contatto con il movimento beat, e quello delle prime composizioni musicali che si avvalgono dei testi di autori come Sergio Bardotti, Gianfranco Baldazzi e Paola Pallottino.
Nel 1970 il primo successo come compositore: Gianni Morandi incide la sua “Occhi di ragazza” e la porta in vetta alle classifiche di vendita. Il 1971 segna l’inizio della sua irresistibile ascesa : al Festival di Sanremo presenta “4/3/1943”, ribattezzata da tutto il pubblico “Gesù Bambino”. Seguono “Piazza Grande”, “Il gigante e la bambina” e “Itaca”, tutti brani destinati ad entrare nel suo immenso repertorio.
Dal 1974 al 1977 collabora con il poeta bolognese Roberto Roversi. La testimonianza di questo sodalizio è affidata a tre album “storici”: “Il giorno aveva cinque teste”, “Anidride solforosa” e “Automobili”. Attorno a queste opere nascono altrettanti spettacoli teatrali. Nel 1977, con l’album “Come è profondo il mare”, Dalla debutta anche come autore dei testi delle proprie canzoni, inaugurando la sua “stagione cantautorale” a pieno titolo.
Arriva il grande consenso popolare, un trionfo incondizionato reso tale anche da immensi tributi di stima che l’artista raccoglie nel successivo “Lucio Dalla” (1978) e in “Banana Republic”, la tournèe - evento (e relativo disco dal vivo) del 1979 con Francesco De Gregori. Seguiranno: “Dalla” (1980); “Lucio Dalla Q-disc” (1981); “1983” (1983); “Viaggi organizzati” (1984); “Bugie” (1986) e “Dallamericaruso” (1986), doppio dal vivo con la canzone-capolavoro “Caruso”, unanimemente riconosciuta come una delle più belle mai scritte nella storia della musica contemporanea, venduta in nove milioni di copie in tutto il mondo in decine di versioni. L’interpretazione di Luciano Pavarotti ne suggella l’infinita grandezza.
Il biennio 1988 - 1989 è tutto dedicato al progetto Dalla-Morandi: disco e tournée registrano un altro grande successo. Nel 1990 la canzone “Attenti al lupo”, inserita nell’album “Cambio”, detiene il record di vendite in Italia con quasi 1.400.000 copie. Segue il tour, documentato nel live “Amen” e, nel 1994, l’album “Henna”. Il 1996 è l’anno di un altro significativo traguardo discografico: l’album “Canzoni” supera 1.300.000 copie classificandosi come l’album più venduto del decennio in Italia.
Oltre ad essere autore e interprete di canzoni di assoluto valore, Lucio Dalla ha mostrato in più occasioni di essere eclettico e geniale in altri campi, tanto da intraprendere vere e proprie carriere parallele, come ad esempio quella di compositore di musiche da film per Monicelli, Antonioni, Giannarelli, Verdone, Campiotti, Placido e altri. Per non parlare poi delle sue avventure nel linguaggio televisivo che lo hanno portato ad ideare programmi di successo come “Taxi” (Raitre), “Te voglio bene assaje” (Raiuno), “Mezzanotte: angeli in piazza” (Raiuno), fino a “La Bella e la Besthia” (Raiuno, 2002) con Sabrina Ferilli.
Ha curato inoltre per anni una galleria d’arte contemporanea a Bologna, la NO CODE, sede di eventi e happening extra-musicali, mentre non potevano rimanere fuori dal suo campo di azione la musica jazz e la classica: della prima non si contano le collaborazioni, molte delle quali rimaste anonime; della seconda ricordiamo la sua versione di “Pierino e il lupo” di Prokofiev (1997) rappresentata con grande successo anche a Roma nell’Auditorium di Santa Cecilia. Nelle estati del 1998 e 1999 è in tournée con la Grande Orchestra Sinfonica di 76 elementi diretta dal maestro Beppe D’Onghia con la quale rilegge i brani più famosi del suo repertorio. Nel 1999 esce il nuovo album “Ciao” seguito, nel 2000, da un tour che registra ovunque il tutto esaurito.
Il 2001 è l’anno di “Luna Matàna”, un album che riporta Dalla nella sua dimensione più classica, quella della grande ispirazione madre di nuovi capolavori come “Kamikaze” e “Siciliano”. Nel 2001 l’editore Einaudi dedica a Lucio Dalla un cofanetto contenente tutti i testi delle canzoni e un video: “Parole e canzoni” è curato da Vincenzo Mollica. Alla fine del 2001, quasi a dare un seguito scritto all’album “Luna Matàna”, esce il primo libro di racconti scritti da Lucio: “Bella Lavita”, edito da Rizzoli, è un successo di vendita. L’album antologico del 2002 “Caro amico ti scrivo”, 16 successi in un arco di trent’anni, e il DVD “Retrospettiva” (videoclip, filmati live, rarità televisive, galleria fotografica, basi musicali e testi delle canzoni), uscito in concomitanza del suo 60° compleanno nel marzo 2003, completano la cronologia.
Ancora, nell’anno accademico 2002 - ’03, Dalla è docente di “Tecniche e linguaggi pubblicitari” presso l’Università di Urbino. Ma il 2003 è anche il momento di “Tosca. Amore disperato”, l'opera totalmente inedita che Dalla scrive ispirandosi alla “Tosca” di Puccini. La "Tosca" dalliana, considerata una delle più grandi rappresentazioni teatrali mai realizzate, debutta a Roma il 23 ottobre al Gran Teatro dopo una seguitissima anteprima nel "luogo del delitto", ovvero Castel Sant'Angelo, nella "Notte Bianca" romana del 27 settembre. La straordinaria creatività di Dalla non si ferma qui: alla fine del 2003 esce infatti anche il suo nuovo album "Lucio", titolo che rimanda a lavori mitici come "Dalla" e "Lucio Dalla". E come questi capolavori del passato, offre una serie di brani candidati a diventare delle pietre miliari del suo repertorio. Da "Prima dammi un bacio", colonna sonora dell'omonima opera prima del regista Ambrogio Lo Giudice, a "Le stelle nel sacco" e "Yesterday o Lady Jane?”; ai due unici brani tratti da "Tosca", “Per Te” e "Amore disperato" , cantata in duetto con Mina, a "Ho trovato una rosa" , la versione italiana con un nuovo testo di "Bachata Rosa" del cantautore dominicano Juan Luis Guerra. Tra le sorprese è impossibile poi non citare lo strumentale "Over the Rainbow", l'immortale tema del "Mago di Oz". “Tosca : Amore disperato” ha già superato i 350.000 spettatori nelle rappresentazioni di Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Trieste, Napoli, Verona, Klagenfurt.
Il cantautore bolognese ha proposto, nei maggiori teatri e spazi italiani, i suoi classici in versione jazz, con una serie di concerti accompagnato con una straordinaria formazione di grandissimi musicisti Jazz ( Stefano Di Battista, Dedè Ceccarelli, Julian Mazzariello, Rosario Bonaccorso): dovunque il tutto esaurito. Ha interpretato ultimamente il ruolo di Sancho Panza nel film “Quijote” con la regia di Mimmo Palladino: il film è stato presentato nella sezione Orizzonti del festival del Cinema di Venezia lo scorso 9 settembre. Cura la regia teatrale dell’Opera lirica Arlecchino di Ferruccio Busoni che è stata rappresentata il 30 marzo 2006 al Teatro Rossini di Lugo di Romagna, nell’ambito del Lugo Opera Festival. L'opera insieme al Pulcinella di Igor Stravinskij sempre per la regia di Lucio Dalla è nel cartellone 2007 del Teatro Comunale di Bologna e al Wexford Opera Festival in Irlanda. Il 6 ottobre 2006 la Sony/Bmg pubblica un triplo cd contenente oltre 50 tra i suoi più grandi successi e 3 brani inediti: il titolo è ”12,000 lune”.
Nel giugno del 2007 esce ”Il contrario di me ”, nuovo disco di inediti, anticipato dal singolo ”Due dita sotto il cielo ” e seguito da ”Lunedì” e ”Malinconia d'ottobre ”. Nell'autunno parte una lunghissima tournee teatrale che tocca 40 città in Italia e le più importanti città europee. A Bologna lo spettacolo viene registrato e incluso nel doppio CD/DVD ”La neve con la luna” uscito il 25 gennaio 2008. Il 29 marzo 2008 debutta al Teatro Duse Di Bologna la ”Beggar's Opera” di John Gay diretta da Lucio Dalla con Peppe Servillo nella parte di Macheath. Il 13 e 15 maggio 2008 a Firenze in scena con Dalla o Cellini? un evento speciale sulla figura del grande artista fiorentino. Nell'autunno del 2008 esce Gli occhi di Lucio, un libro cd dvd, viaggio fatto insieme alle fotografie di Marco Alemanno; Il 6 novembre 2009 esce il nuovo disco di inediti Angoli nel Cielo Nel gennaio 2010 un nuovo programma per Sky L'Angolo nel cielo. In12 puntate Lucio attraverserà la storia delle sue canzoni più note in modo divertente e surreale.
La primavera del 2010 vede la notizia esplosiva del ritorno sul palco con Francesco De Gregori a più di 30 anni da Banana Republic. Il progetto è stato chiamato Work in progress e prevede una lunga tournee e un doppio cd in uscita a metà novembre.
L'8 novembre 2011, l'uscita di Questo è Amore, suo nuovo progetto discografico (doppio CD) mirato alla riscoperta di suoi brani “meno noti” al grande pubblico, scelti all'interno della sua vasta produzione, nello specifico tra il 1971 e il 2011, con in più 3 inediti e un duetto con Marco Mengoni.
Nel 2012 la partecipazione al festival di Sanremo insieme a Pierdavide Carone, nel doppio ruolo di autore del brano Nani e di direttore d'orchestra.
Addio Lucio Dalla, stroncato da un infarto Italia piange, per lui inizia 'secondo tempo' Lucio Dalla, il piccolo grande uomo della musica italiana, se n'é andato stamattina a Montreux in Svizzera dove ieri sera si era esibito, pochi giorni prima del suo 69mo compleanno, il quattro marzo (1943), una data fondamentale per la memoria musicale del nostro Paese. La scomparsa di un personaggio come Dalla è un evento che va ben al di là dell'universo della canzone, è un lutto per la cultura italiana che perde un'intelligenza fuori dagli schemi, oltre che uno dei più grandi artisti degli ultimi decenni. 50 anni di musica, canzoni e intuizioni geniali, una carriera iniziata a Bologna come enfant prodige del clarinetto che per il suo talento suscitava l'invidia del suo amico Pupi Avati, un talento che l'Italia scoprì nel 1971, grazie a 4/3/1943, un brano che avuto un'importanza fondamentale per cambiare le carte della canzone italiana. Dopo gli album capolavoro realizzati con il poeta Roberto Roversi (sono gli anni di Nuvolari), nel 1977 con Com'é profondo il mare arriva il successo da star, destinato a crescere con gli album Dalla e Lucio Dalla e canzoni come Futura, Cara, Anna e Marco. Nel frattempo insieme a Francesco de Gregori e Ron aveva condotto Banana Republic, il tour che per la prima volta ha portato i grandi della musica d'autore negli stadi. 30 anni dopo i due sono tornati in tour insieme, ma senza alcun atteggiamento nostalgico, un modo d'essere totalmente agli antipodi della personalità dell'artista bolognese, che è sempre stato un personaggio imprevedibile, dotato di un senso dell'umorismo surreale e di un particolarissimo gusto per la provocazione. E' stato autore di super hit come Attenti al lupo e di super classici come Caruso, di capolavori poco compresi come Henna, regista di opere liriche, autore e protagonista di spettacoli tv, una sorta di nume tutelare della scena musicale bolognese, uno scopritore di talenti, un uomo animato dalla curiosità e dal gusto per le scoperta. E' davvero difficile accettare che Lucio Dalla non c'é più. Ed è strano constatare che la sua ultima apparizione in tv sia stata al festival di Sanremo, dove era andato in veste di tutor di Pierdavide Carone. Anche in quell'occasione non ha perso l'occasione per esprimere le sue idee, criticando le giurie e anche gli interventi di Celentano. E' morto all'improvviso a Montreux, la città che ospita uno dei festival jazz più importanti del mondo. Il jazz, il suo grande amore da dove era cominciata la sua avventura di genio della musica. IL SUO ENTOURAGE, COLAZIONE POI MALORE - Nessuna avvisaglia, "stava bene. Lui e Mondella si sono sentiti ieri sera dopo il concerto di Montreaux: era contento di come era andato il concerto. Stamattina si è svegliato, ha fatto colazione, un paio di telefonate", poi il malore. Così, dalla Midas Promotion - società di comunicazione nel mondo della musica e dello spettacolo fondata da Michele Mondella - la sua assistente ricorda, al telefono, le ultime ore di Lucio Dalla. In questo momento, "il dolore è talmente grande - aggiunge - che non credo ci sia niente che possiamo fare e organizzare", nell'immediato, per ricordare il cantante bolognese, che era seguito dalla società fondata nel 1997 da Mondella, già direttore della promozione della Rca Italiana, quindi della Bmg Italy per 15 anni. SALMA A LOSANNA, FORSE DOMANI IN ITALIA - La salma di Lucio Dalla, morto questa mattina a Montreux, si trova in questo momento in una cappella a Losanna. Il feretro, secondo quanto si apprende, potrebbe essere trasferito già domani in Italia. AVVOCATO, SALVO DIVERSE DISPOSIZIONI SCRITTE, SARA' SEPOLTO A BOLOGNA ROMA (ANSA) - ROMA, 1 MAR - "Non risulta alcun testamento al momento, ma solo cose dette a voce, nessuna volontà scritta": lo spiega all'ANSA Eugenio D'Andrea, avvocato di Lucio Dalla. A proposito delle ipotesi di sepoltura del cantante, morto oggi a Montreux, l'avvocato precisa: "Salvo diverse disposizioni testamentarie scritte, sarà sepolto a Bologna, la sua città". D'Andrea, che si sta recando in Svizzera con il manager di Dalla per occuparsi del trasferimento della salma, è ancora scosso: "Avevamo parlato proprio stamattina. Ci stavamo organizzando - conclude - per andare in barca insieme quest'estate". NAPOLITANO, HA RINNOVATO E PROMOSSO CANZONE ITALIANA - Lucio Dalla è stato "autore e voce forte e originale, che ha contribuito a rinnovare e a promuovere la canzone italiana nel mondo. E' stato un artista amato da tanti italiani di diverse generazioni. E a me personalmente è caro il ricordo dei nostri incontri, e dell'ultimo, a Bologna, per una iniziativa di beneficenza, ritrovando in ogni occasione la schiettezza e delicatezza del suo tratto umano". Lo afferma Giorgio Napolitano esprimendo la sua partecipazione al dolore della famiglia e al cordoglio del mondo dello spettacolo. MONDELLA, DICEVA MORTE FINE PRIMO TEMPO STORICO PRESS AGENT, DE GREGORI E' VENUTO A CONSOLARMI (Elisabetta Malvagna) "Forse è uno scherzo. Morire non è nello stile di Dalla. Qualcuno l'avrà chiamato. Tanto poi torna, io non mi fiderei tanto...": ironia e disperazione si fondono in un unico sentimento, oggi, nell'animo dello storico press agent Michele Mondella, quasi una vita - dai primi anni Settanta - passata fianco a fianco di Lucio Dalla, morto di infarto in Svizzera all'età di 69 anni. Non era con lui quando si è sentito male: "L'altro ieri avevamo fatto l'anteprima del tour a Sassuolo, c'era anche Pierdavide Carone", racconta all'ANSA Mondella riferendosi all'ex concorrente di Amici con il quale Lucio Dalla ha deciso di tornare sul palco dell'Ariston con un pezzo co-firmato, la bellissima 'Nani'' 40 anni dopo. "Ieri a Montreux il concerto era andato molto bene. Stamattina si era alzato, ha fatto colazione, e poi si è sentito male", aggiunge commosso Mondella, già direttore della promozione della Rca Italiana, quindi della Bmg Italy per 15 anni e fondatore nel 1997 della società di comunicazione Midas Promotion. Notissimo negli ambienti dell'industria musicale italiana, ha curato e cura la promozione e comunicazione di tanti big, da Francesco De Gregori ad Antonello Venditti, da Gianni Morandi a Eros Ramazzotti, da Luca Carboni a Samuele Bersani, Enrico Ruggeri e Ron. E così, quando viene informato dell'infinita lista di artisti, personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura che in queste ore stanno rendendo omaggio all'autore di Caruso, è come se per un attimo tornasse a ieri, quando Lucio ancora era qui. "Valentino Rossi lo ha ricordato? Sì, Lucio aveva scritto una canzone su di lui, erano molto amici, racconta parlando della ballata "Due dita sotto il cielo". "Così come ha scritto una canzone su Roberto Baggio ('Baggio...Baggiò, ndr.), era il suo idolo", ricorda. Fa un breve pausa e poi: "Lui da morto non esiste. Era immortale. Come fa a morire? Lucio diceva che la morte era la fine del primo tempo. Ora c'é l'intervallo, si starà riposando. Poi torna, vedrai...", aggiunge Mondella, romano, classe 1947, che - come molti artisti, amici e fan del cantautore bolognese - ancora non riesce a credere a quanto è accaduto. Dalla e Mondella, un binomio così forte che persino Francesco De Gregori, altro grande del gruppo, ha trovato la forza per uscire di casa e andare a trovarlo. "E' passato da me, a consolarmi. Siamo stati un po' qui, storditi. Non vuole fare dichiarazioni. Ha solo detto che è molto triste", dice con la voce rotta dall'emozione. (Ansa)
RIFLESSIONI
[color=red]... 4 marzo 1943 …
... Era una sera di inverno, un giovane insieme ai suoi genitori e amici vedeva un po’ annoiato una trasmissione televisiva tanto attesa dai tutti. La sua attenzione fu attirata da una canzone diversa da tutte le solite cantilene inneggianti ad innamoramenti e tradimenti. Quel testo sembrava diverso dagli altri fino ad allora ascoltati; il cantante era buffo, piccolino, paffuto ma con una carica di emozioni da trasmettere che era unica ed insolita. Un violino anticipava la sua entrata sul palco; era il 1971 ma in quel testo c’erano melodie e sentimenti ancora oggi attuali. Un salto nel tempo ed in una macchina che sfreccia sul litorale con la brezza e l’aria salmastra che entrava nei capelli, quel giovane ragazzo in una macchina insieme agli amici urlava a squarciagola le parole di una canzone, Anna e Marco. Era quello stesso cantante che in quel lontano 1971 lo aveva incantato, a proporre una melodia avvolgente che parlava di amore. Lucio Dalla, era quello il nome di quel cantante che da quella sera di inverno di circa quaranta anni fa lo aveva colpito profondamente. Un artista straordinario che certo le mi descrizioni non potranno mai tratteggiare correttamente e appieno. Un compagno di vita la cui voce ha segnato momenti della vita di quel giovane ragazzo e di milioni di altre persone ovunque. Geniale, nelle sue interpretazioni con Murolo, immenso nel suo senso di umile notorietà. Come dimenticare i suoi concerti con De Gregori e Venditti? Quando vanno via gli amici lasciano un vuoto incolmabile; oggi è come se la poesia abbia perso l’inchiostro, la penna; oggi è come se le carezze per un infinito momento abbiano smesso di sfiorare il mondo. Ciao Lucio, ci mancherai, anzi mi manchi da un tempo che sembra una vita … Vi auguro un Buon risveglio … Vi abbraccio fortissimo … . (Claudio)
Lucio Dalla: Piazza Grande ed altre storie di educazione civile. E sentimentale. di Rina Brundu. Che sono di quelle faccende che a raccontarle adesso non sembrano neppure vere e si fa fatica finanche a ricordarle. Accadevano ai piedi della mia montagna, come, immagino, ai piedi di ogni coccuzzolo di qualunque altra zona interna della nostra Italia più dimenticata. Che a quei tempi la musica che ascoltavamo per destino e necessità era soprattutto quella del vento che scuoteva le fronde di roverelle annoiate, che si infilava veloce lungo i camini grigi e fumosi e ululava la notte soffocando rumori e belati strani. Gemiti di bestie rubate, sparite, sperdute, smarrite, tra i dirupi del Gennargentu, canyon congelati o assolati a seconda della stagione. Ma sempre innegabilmente vuotati di tutto e di nulla, aridi terreni dove crescere speranza che diventava sogno proibito. Inutile. Come costruire muri di coscienza civile e politica quando ti mancano i mattoni. E soprattutto il cemento. Che noi quei mattoni li rubavamo qua e là per scaltrezza o per fortuna, ma poi, senza un esempio, un modello, un maestro, una luce, una guida finivano invariabilmente accatastati, spesso dimenticati, rovinati, privati di una qualsiasi forma archittetonica che facesse presumere sostanza. Futura. Così, nell’assenza educativa, didattica, amministrativa e gestionale che da millenni forgia date zone della Sardegna, alcune “colonne portanti” le sceglievamo nel mucchio, a seconda del nostro sentire o di come ti arrivavano al cuore per merito estetico o spirito ribelle. Che lo spirito ribelle delle migliori canzoni del Dalla più impegnato faceva proprio al caso nostro abituati da milioni di anni all’anarchia emotiva. E politica. Che pure ammettere di coltivare sogni di rivalsa sociale e desiderare carezze ci costava timidezza quando non atavica vergogna, ma sentire qualcuno così lontano e a suo modo importante, follemente sbarazzino, accortamente imbranato, esitante, impacciato quanto basta, cantare lo stesso male-dentro faceva bene al cuore. Che si fa fatica a crederlo ma era proprio quando ci riusciva di comprendere che anche il cuore andava curato che ciascuna nota ascoltata, gustata, tastata, digerita a memoria sapeva diventare goccia di pioggia civile che irrigava l’orto faticosamente coltivato e d’estate maturava grano. E nel suo piccolo ci aiutava a crescere. Ad acquistare una identità più degna capace di far venire fuori il meglio dall’essenza immutabile che sarebbe sempre rimasta la nostra sardità a volte benigna il più delle volte bastarda… Angelo, se io fossi un angelo, parlerei con Dio, gli ubbidirei amandolo a modo mio, a modo mio, a modo mio… Grazie, Lucio! (Ejay Ivan Lac)
VASCO SCEGLIE I GIRASOLI PER SALUTARE L'AMICO - Una corona di girasoli e la scritta "Ciao Lucio!": Vasco Rossi ha scelto di salutare così l'amico Lucio Dalla, morto per un infarto giovedì scorso mentre era in tourneé in Svizzera. L'omaggio floreale è arrivato nella camera ardente allestita nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio. Sono numerosi gli omaggi floreali: tra le corone giunte quelle di Antonello Venditti, delle case discografiche Universal e Sony e della Siae. Ieri era già arrivata quella di Milly Carlucci e del marito Angelo.
NECROLOGIO DEGLI STADIO, PRIMA O POI CE LA PAGHI - "Sei sempre uno dalle grandi trovate ma quest'ultima non ci è piaciuta affatto, prima o poi ce la paghi. Ciao Lucio". E' il testo del necrologio pubblicato dal 'Resto del Carlino' e firmato 'Stadio', il gruppo bolognese guidato da Gaetano Curreri da sempre legato a Dalla.
VENDITTI, MI HA SALVATO NEL MOMENTO PIU' BUIO - ''Alla fine degli anni '70, nel mio periodo piu' buio, mi accolse come un fratello ai suoi concerti''. Lo scrive Antonello Venditti in un intervento sul Messaggero in cui esprime gratitudine a Lucio Dalla. ''Dopo 'Buona domenica' abbandonai Roma e peregrinai per l'Europa. Ero completamente solo, senza casa, senza moglie e per giunta in crisi economica. Soffrivo di giramenti di testa e strane tentazioni suicide, non avevo coscienza di quello che ero, avevo perso ogni punto di riferimento'', scrive Venditti. ''Lucio se ne accorse e mi ospito' nelle sue date. Smussava tutti gli angoli ai miei problemi e mi aiuto' a tornare a casa''. Venditti rivela il contributo di Dalla alla nascita di 'Grazie Roma'. ''L'accelerazione per la mia risalita avvenne in autostrada. All'altezza di Bologna affiancai una jeep e mentre la sorpassavo mi accorsi che dentro c'era Lucio'', racconta. ''Mi avverti' di una casa vicino alla sua in vendita a Trastevere. Disse: se fossi in te chiamerei la proprietaria. Ora''. Entrato in quella casa, prosegue Venditti, ''guardai i tetti della mia citta', poggiai i polpastrelli sui tasti del pianoforte e usci' 'Grazie Roma'''.
Piazza 'Grande' ha salutato con un lungo e caloroso applauso il feretro di Lucio Dalla portato a spalla dal cortile di Palazzo D'Accursio alla Basilica di San Petronio dove si celebreranno i funerali. Ai tocchi di campana dell'Arengo, migliaia di persone in piedi sul 'Crescentone' di Piazza Maggiore hanno reso omaggio al cantautore scomparso, battendo ripetutamente le mani e scandendo il suo nome ("Lucio, Lucio"), fino all'ingresso della bara in chiesa. Intanto si sta via via riempiendo la Basilica di San Petronio. Sono arrivati gli amici di Dalla, cantanti e personaggi del mondo dello spettacolo, e i suoi familiari. A fianco del portone della casa di Lucio Dalla, in Via D'Azeglio, a pochi passi da Piazza Maggiore e dalla Basilica di San Petronio, vicino al tappeto di fiori e di bigliettini con i messaggi ricordo e' comparso anche uno striscione con la frase di una delle sue piu' celebri canzoni: "e la luna in silenzio ora si avvicina. Ciao Lucio". In queste ore continuano ad arrivare messaggi di affetto di centinaia di bolognesi, ma anche tutto il mondo dello spettacolo e della canzone sembra essersi dato appuntamento a Bologna: a San Petronio sono arrivati nel frattempo anche Nek, Biagio Antonacci, Fausto Leali, Alessandro Haber, due dei Pooh Red Canzian e Roby Facchinetti ed anche Luciano Ligabue.
Quell'«oggi insieme a voi posso finalmente dirgli grazie» è stato forse il momento più intenso. Marco Alemanno, il collaboratore, il produttore, la presenza fissa nella vita di Lucio Dalla, primo nell'hotel di Montreux a correre incontro nell'aiuto impossibile. Dopo un funerale asciuttissimo, lineare anche nell'omelia di padre Boschi, ci hanno pensato il viso straziato di questo ragazzo di Lecce e la sua voce alla fine rotta dal dolore, a dare la sferzata simbolica. Il colpo. Il la. Giusto all'ultimo Festival di Sanremo, Lucio Dalla aveva detto che «quasi quasi inizio a imparare come scrivere la musica sullo spartito: così mi diverto di più». Ecco, se avesse potuto, la sinfonia del suo ultimo addio avrebbe avuto proprio la sua climax nella lettura del testo de Le rondini (quando, a dieci anni, Alemanno ascoltò questa canzone dell'album Cambio provò una «emozione totale e disarmante») e infine in quel lancinante «gli posso finalmente dire grazie» che ha unito il compagno di una vita al pubblico che riempiva le navate, a quei trentamila fuori in piazza e ai milioni che seguivano la cerimonia in tv. «Vorrei girare il cielo come le rondini/ E ogni tanto fermarmi qua e là/ Aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici/ E come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità». Grazie Lucio. Un grazie simbolico in una cerimonia orfana, quasi muta, priva di ciò che aveva illuminato la vita di quest'uomo «dal corpo bizzarro» che accettava l'ultimo saluto al centro della navata. Neanche una nota. Niente musica. Ordine della Cei. Ordine, per dirla tutta, certamente fedele al codice della liturgia ma del tutto ingrato all'uomo che si celebrava. Oltretutto c'è, in molti versi delle canzoni di Dalla, da Se io fossi un angelo a Come il vento a INRI, e anche nelle sue parole, lunghe decenni e quindi non estemporanee, una dimostrazione di fede che ben pochi altri artisti italiani sono stati capaci di sublimare così genuinamente. Perciò il «finalmente posso dirgli grazie» ha avuto il suono musicale della consacrazione nobile e alta di un rapporto profondo che fino a ieri il non detto aveva reso comunque più eloquente delle dichiarazioni. E proprio nello stesso luogo che era stato chiuso d'imperio alla musica e sotto la stessa cupola che salutò per ultimo Don Giuseppe Dossetti, uno dei padri della nostra costituzione. Un sinfonia perfetta, pur nei suoi paradossi.
Come è profondo il mare è l'ottavo disco di Lucio Dalla registrato nel 1977, composto da 8 brani; è il primo disco in cui Dalla è anche autore dei testi. Con questo album si consacrerà il talento delle doti di solista di Lucio Dalla. Prodotto da Alessandro Colombini e Renzo Cremonini, l'album è stato registrato negli studi RCA di Roma (tecnico del suono: Maurizio Montanesi) e negli Stone Castle Studios di Carimate (tecnico del suono: Ezio De Rosa)
Nel 2009 Luca Carboni ha realizzato una reinterpretazione di Quale allegria nel suo album Musiche ribelli. Nel 2010 una versione di Come è profondo il mare cantata da vari artisti italiani (Pia, Franco Battiato, Fiorella Mannoia, Iskra , Roberto Ferri, Marco Alemanno, Ron, Vincenzo Capezzuto e lo stesso Lucio Dalla) è stata pubblicata su l'iniziativa dell'organizzazione "Ti amo anche se non so chi sei" per la sensibilizzazione a favore della donazione degli organi.
Lucio Dalla, pubblicato nel 1979, è l'undicesimo album in studio del cantautore italiano Lucio Dalla. Testi, musiche e arrangiamento sono di Lucio Dalla, eccetto Cosa sarà (musica composta da Rosalino Cellamare). Prodotto da Alessandro Colombini e Renzo Cremonini, l'album è stato registrato negli Stone Castle Studios di Carimate (tecnico del suono: Ezio De Rosa).
Tracce
L'ultima luna - 5:44 Stella di mare - 5:56 La signora - 4:00 Milano - 3:30 Anna e Marco - 3:42 Tango - 3:59 Cosa sarà - 4:23 (con Francesco De Gregori) Notte - 3:38 L'anno che verrà - 4:27
Milano vicino all'Europa Milano che banche che cambi Milano gambe aperte Milano che ride e si diverte Milano a teatro un ole' da torero Milano che quando piange piange davvero Milano Carabinieri Polizia che guardano sereni chiudi gli occhi e voli via Milano a portata di mano ti fa una domanda in tedesco e ti risponde in siciliano poi Milan e Benfica Milano che fatica Milano sempre pronta al Natale che quando passa piange e ci rimane male Milano sguardo maligno di Dio zucchero e catrame Milano ogni volta che mi tocca di venire mi prendi allo stomaco mi fai morire Milano senza fortuna mi porti con te sotto terra o sulla luna Milano tre milioni respiro di un polmone solo Milano che come un uccello gli sparano ma anche riprende il volo Milano piovuta dal cielo tra la vita e la morte continua il tuo mistero Milano tre milioni respiro di un polmone solo che come un uccello gli sparano ma anche riprende il volo Milano lontana dal cielo tra la vita e la morte continua il tuo mistero
"Anna come sono tante Anna permalosa Anna bello sguardo, sguardo che ogni giorno perde qualcosa Se chiude gli occhi lei lo sa stella di periferia Anna con le amiche Anna che vorrebbe andar via Marco grosse scarpe e poca carne Marco cuore in allarme con sua madre una sorella poca vita sempre quella Se chiude gli occhi lui lo sa lupo di periferia Marco col branco Marco che vorrebbe andar via E la luna è una palla ed il cielo è un biliardo quante stelle nei flipper sono più di un miliardo Marco dentro a un bar non sa cosa farà poi c'è qualcuno che trova una moto si può andare in città Anna bello sguardo non perde un ballo Marco che a ballare sembra un cavallo in un locale che è uno schifo poca gente che li guarda c'è una checca che fa il tifo Ma dimmi tu dove sarà dov'è la strada per le stelle mentre ballano si guardano e si scambiano la pelle e cominciano a volare con tre salti sono fuori dal locale con un aria da commedia americana sta finendo anche questa settimana Ma l'America è lontana dall'altra parte della luna che li guarda e anche se ride a vederla mette quasi paura E la luna in silenzio ora si avvicina con un mucchio di stelle cade per strada luna che cammina luna di città poi passa un cane che sente qualcosa li guarda abbaia e se ne va Anna avrebbe voluto morire Marco voleva andarsene lontano qualcuno li ha visti tornare tenendosi per mano"
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Tango
Hai gia' preso il treno io alle dieci avevo lezione di tango quanta brillantina e coraggio mi mettevo guarda oggi come piango. Hai piu' preso il treno quella donna che tangava con furore nei locali della croce rossa fuori era la guerra nel suo cuore nel suo cuore tanto tango da unire il cielo con la terra. Hai piu' preso il treno mi son guardato intorno ho viaggiato cento notti per arrivare di giorno ho letto libri antichi e preoccupanti poi arrivati a Torino ci siamo commossi in tanti per quel tango ballato dal bambino. Coltello frai denti fiori in mano ballava con aria di questura e l'occhio lontano stava per accadere il miracolo il cielo da nero a rosso ma il treno si e' fermato li' e non si e' piu' mosso. Hai piu' preso il treno ci siamo spinti senza avere fretta ci siamo urlati nell'orecchio senza darci retta mentre il tango si perdeva in un mare lontano dov'e' la tua testa da accarezzare dov'e' la tua mano. Ora ci mostrano i denti e i coltelli ci bucano gli occhi non ci sono tanghi da ballare bisogna fare in fretta per ricominciare tutte le stelle del mondo per un pezzo di pane per la tua donna da portare in campagna a ballare per un treno con tanta gente che parte davvero per un tango da ballare tutti insieme ad occhi aperti senza mistero Morena e' lontana e aspetta, suona il suo violino ed e' felice nel sole e' ancora piu' bella e non ha fretta e sabato e' domani, e sabato e' domani...
Cosa sara' che fa crescere gli alberi la felicita' che fa morire a vent'anni anche se vivi fino a cento cosa sara' a far muovere il vento a fermare un poeta ubriaco a dare la morte per un pezzo di pane o un bacio non dato oh cosa sara' che ti svegli al mattino e sei serio che ti fa morire ridendo di notte all'ombra di un desiderio oh cosa sara' che ti spinge a domare una donna bassina perduta la bottiglia che ti ubriaca anche se non l'hai bevuta cosa sara' che ti spinge a picchiare il tuo re che ti porta a cercare il giusto dove giustizia non c'e' cosa sara' che ti spinge a comprare di tutto anche se e' di niente che hai bisogno cosa sara' che ti strappa dal sogno oh cosa sara' che ti fa uscire di tasca dei no non ci sto ti getta nel mare ti viene a salvare oh cosa sara' che dobbiamo cercare che dobbiamo cercare cosa sara' che ci fa lasciare la bicicletta sul muro e camminare la sera con un amico a parla del futuro cosa sara' questo strano coraggio paura che ci prende che ci porta a ascoltare la notte che scende oh cosa sara' quell'uomo e il suo cuore benedetto che e' sceso dalle scarpe e dal letto si e' sentito solo e' come un uccello che in volo e' come un uccello che in volo si ferma e guarda giu'
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Notte
Notte sempre uguale, senza chitarre, da fine carnevale liscia come un mare d'olio, scura come la rosa di uno scoglio notte bianca come il vestito di una sposa, in leggera discesa cosicché il corridore stanco, si riposa Dura da masticare a pezzi tra i denti notte da sputare così noiosa che si addormenta sul divano e mi viene addosso notte fredda come la mano della morte che prende il cuore mio eppoi lo butta all'aria, in un fosso Secca come la testa di una noce, notte senza più voce misteriosa da capo indiano che col suo cavallo veloce mi parla da un monte lontano notte di Praga con forti odori di guerra da passare volando a pochi centimetri sul grano della mia terra, terra, terra, terra,
Terra non più mia da quando quella notte sei andata via notte povera e provocante che era da fare in due tenendosi la mano notte che stai finendo lontano portata via dal rumore di chssà quale aeroplano notte, notte, notte, nooooooooooo....
Banana Republic è un album dal vivo di Lucio Dalla e Francesco De Gregori uscito nel 1979.
Il disco
L'album raccoglie il meglio dei 28 brani portati in tournée dai due cantautori negli stadi italiani dal 16 giugno al 30 luglio 1979. I due fino ad allora insieme avevano inciso in studio solo un singolo (Ma come fanno i marinai/Cosa sarà) e si erano esibiti insieme dal vivo una sola volta, a Roma l'8 luglio 1978. La canzone che dà il titolo all'album è la traduzione, effettuata dal solo De Gregori, della canzone Banana Republics scritta e incisa da Steve Goodman e portata poi al successo da Jimmy Buffett. Del brano non esistono versioni in studio eseguite dai due, assieme o separatamente; lo stesso dicasi per Gelato al limon, scritta da Paolo Conte e da lui inclusa nell'omonimo album di quello stesso anno. Piazza Grande, del repertorio di Dalla, è cantata soltanto da quest'ultimo, così come De Gregori canta da solo le sue Bufalo Bill e Santa Lucia. In tutte le altre tracce del disco, i due artisti duettano a strofe alterne o in coro a prescindere dall'autore del brano. La già citata Ma come fanno i marinai, che chiudeva i concerti del duo, è preceduta da un breve accenno di Addio a Napoli. Le registrazioni sono state effettuate con lo studio mobile "Manor" durante i concerti di Brescia, Verona e Bologna; il tecnico del suono è Peter Greenslade (già al fianco di Fabrizio De André e della Premiata Forneria Marconi, nella tournée svoltasi pochi mesi prima), e gli assistenti David Chapman, Paut Ward e Louise Freedman. L'album è stato poi missato dal produttore Alessandro Colombini e da Maurizio Montanesi negli studi RCA di Roma. Gli arrangiamenti delle canzoni sono curati da Ron, presente sul palco - alla chitarra e ai cori - in tutti i brani. I musicisti di supporto a Lucio Dalla (Curreri, Liberatori, Pezzoli, Nanni e Portera) formeranno in seguito gli Stadio; quelli di supporto a Francesco De Gregori erano i componenti del gruppo dei Cyan.
Il film-concerto
Dal lungo tour estivo di Banana Republic è stato tratto anche un "film concerto dal vivo" per la regia di Ottavio Fabbri. Il film, oltre ad interviste e spezzoni documentari del tour in questione, contiene molte più canzoni rispetto all'LP, e anche i titoli in comune con esso sono esecuzioni differenti da quelle registrate per l'album.
Tracce del disco
Lato A
Banana Republic (Testo in italiano di Francesco De Gregori; Testo originale in inglese e musica di Steve Goodman, Steve Burgh e Jim Rothermel) Gelato al limon (Testo e musica di Paolo Conte) La canzone di Orlando (Testo di Roberto Roversi; Musica di Lucio Dalla) Bufalo Bill (Testo e musica di Francesco De Gregori) Piazza Grande (Testo di Sergio Bardotti e Gianfranco Baldazzi; Musica di Rosalino Cellamare e Lucio Dalla)
Lato B 4/3/1943 (Testo di Paola Pallottino; Musica di Lucio Dalla) Santa Lucia (Testo e musica di Francesco De Gregori) Quattro cani (Testo e musica di Francesco De Gregori) Addio a Napoli (Testo e musica di Teodoro Cottrau) Ma come fanno i marinai (Testo e musica di Lucio Dalla e Francesco De Gregori)
Canzoni del film
Pablo Milano Gesù Bambino e la guerra L'ultima luna Com'è profondo il mare Cosa sarà Il cucciolo Alfredo Niente da capire Disperato erotico stomp Quale allegria I ragazzi italiani (cantata da Ron) Banana Republic Buffalo Bill Anna e Marco Un gelato al limon L'anno che verrà Stella di mare Ma come fanno i marinai
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Ma come fanno i marinai
Ma dove vanno i marinai con le loro giubbe bianche sempre in cerca di una rissa o di un bazar ma dove vanno i marinai con le loro facce stanche sempre in cerca di una bimba da baciar. Ma cosa fanno i marinai quando arrivano nel porto vanno a prendersi l'amore dentro al bar qualcuno è vivo per fortuna qualcuno è morto c'è una vedova da andare a visitar. Ma come fanno i marinai a riconoscersi sempre uguali sempre quelli all'Equatore e al Polo Nord ma come fanno i marinai a baciarsi fra di loro a rimanere veri uomini però. Intorno al mondo senza amore come un pacco postale senza nessuno che gli chiede come va col cuore presso a una donna una donna senza cuore chissà se ci pensano ancora chissà. Ma dove vanno i marinai mascalzoni imprudenti con la vita ni calzoni col destino in mezzo ai denti sotto la luna puttana e il cielo che sorride come fanno i marinai con questa noia che li uccide addormentati sopra un ponte in fondo a malincuore sognano un ritorno smaltiscono un liquore affaticati dalla vita piena di zanzare che cosa gliene frega di trovarsi in mezzo al mare a un mare che più passa il tempo e più non sa di niente su questa rotta inconcludente da Genova a New York ma come fanno i marinai a fare a meno della gente e a rimanere veri uomini però. E intorno al mondo senza amore come un pacco postale senza nessuno che gli chieda come va col cuore appresso a una donna una donna senza cuore chissà se ci pensano ancora, chissà!
Dalla è un album in studio del cantautore italiano Lucio Dalla, pubblicato nel 1980. Fu il più venduto dell'anno e comprende tracce di successo come Balla balla ballerino, Cara, Futura e Siamo dei che entrarono a pieno titolo nella cultura musicale italiana dell'ultimo scorcio del XX secolo. Contiene inoltre il brano Meri Luis, considerato da Dalla stesso una delle sue migliori canzoni e reinterpretato nel 2011 da Marco Mengoni.
Tracce
Lato A Balla balla ballerino (5:50) Il parco della luna (4:58) La sera dei miracoli (5:17) Mambo (5:04) Lato B Meri Luis (4:36) Cara (5:39) Siamo dei (4:32) Futura (6:07)
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Balla Balla Ballerino
Balla balla ballerino tutta la notte e al mattino non fermarti. Balla su una tavola tra due montagne e se balli sulle onde dei mare io ti vengo a guardare. Prendi il cielo con le mani vola in alto più degli aeroplani non fermarti. Sono pochi gli anni forse sono solo giorni e stan finendo tutti in fretta e in fila non ce n'è uno che ritorni. Balla non aver paura se la notte è fredda e scura non pensare alla pistola che hai puntato contro. Balla alla luce di mille sigarette e di una luna che ti illumina a giorno. Balla il mistero di questo mondo che brucia in fretta quello che ieri era vero, dammi retta, non sarà vero domani. Ferma con quelle tue mani il treno Palermo-Francoforte, per la mia commozione c'è un ragazzo al finestrino, gli occhi verdi che sembrano di vetro corri e ferma quel treno fallo tornare indietro. Balla anche per tutti i violenti veloci di mano e coi coltelli, accidenti. Se capissero vedendoti ballare di essere morti da sempre anche se possono respirare. Vola e balla sul cuore malato illuso, sconfitto, poi abbandonato senza amore dell'uomo che confonde la luna con il sole senza avere coltelli in mano ma nel suo povero cuore. Allora vieni angelo benedetto prova a mettere i piedi sul suo petto e stancarti a ballare al ritmo del motore e alle grandi parole di una canzone, canzone d'amore. Ecco il mistero, sotto un cielo di ferro e di gesso l'uomo riesce ad amare lo stesso e ama davvero nessuna certezza che commozione, che tenerezza
Dov'è quel cuore, dov'è datemi un coltetto, un coltetto per favore dov'è quel cuore bandito che ha tradito il mio povero cuore, lo ha smontato e finito dov'è Tu teggimi ta mano e poi dimmi se il suo cuore è vicino o se è andato tontano se gira per l'Europa, occhi neri it suo cuore si è seccato, è diventato una scopa se d'amore è proprio vero che non si muore, non si muore cosa faccio nudo per strada mentre piove e c'è di piu, non dormo da una settimana, per quel cuore di puttana sono andato al cinema e mi han mandato via perché piangevo forte e mangiavo ta sua fotografia e tu, e tu datemi un coltetto, un coltetto per favore dov'è quel cuore marziano se ne è andata sbattendo la porta e avevo in mezzo la mano dov'è la diva del muto è una minaccia per tutti il suo cuore, il suo cuore ad imbuto dov'è, dov'è, dov'è scende dal tram e si avvicina e fa due passi di Mambo si sente molto furba e carina dice: con te non ci rimango io col cuore in cantina, ma sono un uomo e dico: vattene via leva il tuo sorriso dalla strada e fai passare la mia malinconia e porta via gli stracci, i tuoi fianchi e quella faccia da mambo e quella falsa allegria per trasformare in sorriso anche l'ultimo pianto tu, si, proprio tu, che non hai mai paura chiedi se qualcuno ti presta la faccia stai facendo una brutta figura La mia regina del mambo se ci ripenso preferisco ritornare in cantina che avere te, ancora at mio fianco.