Johnny Depp

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    Johnny Depp

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    John Christopher Depp II in arte Johnny Depp (Owensboro, 9 giugno 1963) è un attore, regista e chitarrista statunitense. Ha ricevuto tre nomination all'Oscar per i film Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, Neverland - Un sogno per la vita e Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, e ha vinto il Golden Globe come miglior attore per il film Sweeney Todd, dopo che era stato candidato numerose volte.
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    Biografia


    John Christopher Depp II è nato il 9 giugno 1963 a Owensboro, un piccolo centro industriale del Kentucky. È il minore di quattro figli, di cui un fratello Danny (detto DP) e due sorelle, Debbie e Christie Dembrowski (sorella maggiore, che si prendeva cura di Johnny) sono nate dal primo matrimonio della madre. Il padre John Christopher Depp Senior è un ingegnere comunale , la madre Betty Sue Palmer lavora come cameriera in una caffetteria locale. La famiglia di Depp ha ascendenza principalmente irlandese, tedesca e cherokee. Tuttavia il libro "Johnny Depp: Un genere di illusione" (ISBN 1-905287-04-6) dichiara che la famiglia Depp sia nata da un francese Pierre Deppe o Dieppe, trasferitosi in Virginia intorno al XVII e XVIII secolo. Johnny Depp ha detto più volte di non conoscere l'origine del suo cognome, ma scherzando dice che sia realmente lineare con la sua personalità, perché può essere tradotto in tedesco come idiota o sciocco. La nonna materna di Johnny, Minnie, era una nativa americana cherokee, e anche suo padre vanta lontane parentele con questo popolo. Da piccolo fu spesso accanto al suo adorato nonno, che gli ha trasmesso la passione per il gospel e la musica ma che morì poco dopo il settimo compleanno di Johnny. Lo stesso anno la famiglia si trasferì nella città costiera di Miramar, in Florida, dove il padre aveva trovato impiego come direttore dei lavori pubblici. Sconvolto dalla morte del nonno e dai continui traslochi (una ventina, dopo il trasferimento in Florida) che gli impedivano di trovare degli amici, Johnny diventò un ragazzo chiuso, scontroso e più propenso alla sperimentazione delle droghe che allo studio. "Ho iniziato a fumare a 13 anni, ho perso la verginità a 13 e a 14 avevo già provato ogni tipo di droga. Non dico di essere stato un cattivo ragazzo, ero soltanto curioso." (Johnny Depp)
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    Nella chiesa di suo zio, un pastore presbiteriano, Johnny scoprì la musica, grazie ai gospel suonati dal cugino. A 12 anni accarezza la sua prima chitarra elettrica ricevuta in regalo dalla madre che l'aveva comprata di seconda mano (25$) visto il suo amore per la musica; il ragazzo passò molto tempo a studiare lo strumento e ad esercitarsi chiuso nella sua stanza. Presto, Johnny Depp diventò un buon chitarrista. Autodidatta e piuttosto dotato, fonda subito la sua prima rock band da "garage" chiamata "Flame", in onore della sua fidanzata Meredith. I genitori divorziano nel 1978. Johnny va a vivere con la madre e sul bicipite destro si fa tatuare la testa di un capo indiano per sottolineare il suo legame (anche di sangue) con il popolo Cherokee.
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    Non molto interessato agli studi, abbandonò casa e scuola poco prima di terminare gli studi, non certo brillanti, per andare a vivere, a soli sedici anni, nella sua auto (una Impala del '67) con il suo migliore amico Sal Jenco, inseguendo il suo grande sogno: diventare una rock star. Ancora minorenne, iniziò a lavorare nei nightclub della Florida. Alla musica si affiancarono i primi fermi per rissa: un vizio difficile da togliere.
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    Anni ottanta e gli esordi nel cinema
    Con il secondo gruppo "The Kids" spera di diventare un rocker professionista. All'inizio sbarca il lunario come può e in effetti, il gruppo acquista una certa notorietà in Florida, tanto che, negli anni ottanta, la band viene ingaggiata per fare da apertura e da spalla ai concerti delle star più famose come i Talking Heads, i B52s, Iggy Pop (quest'ultimo è il suo idolo musicale). Successivamente con il suo gruppo va a Los Angeles e avrà occasione di suonare con Billy Idol; nonostante ciò, la band ha un considerevole successo regionale ma non sfonda e Johnny, sempre a corto di denaro, si arrangia come può trovando lavoro come muratore, benzinaio, meccanico, stampatore e venditore telefonico di penne e spazi pubblicitari (per il quale usò il nome di Edward Quartermaine, uno dei personaggi della soap opera General Hospital).

    Il 24 dicembre 1983, a soli vent'anni, si sposa con una truccatrice di 5 anni più grande, Lori Ann Allison, sorella di un membro dei Kids. Il matrimonio non funziona e due anni dopo i due si lasciano rimanendo comunque amici. Johnny nel 1984 conosce l'amico di Lori, Nicolas Cage, nipote tra l'altro del regista Francis Ford Coppola; Nicolas vede in Johnny un volto da attore e lo incoraggia per primo a tentare una carriera nella recitazione, intravedendo il suo potenziale successo; gli presenta infatti il suo agente che, convincendolo a fare un provino per un filmetto horror, lo avvia così sulla strada del cinema. Dunque, eccolo già in pista a tentare la scalata di stella del cinema. Il suo primo film è il cult Nightmare: dal profondo della notte ("Nightmare on Elm Street") di Wes Craven del 1984, dove ha una parte di secondo piano in cui interpreta una delle vittime di Freddy Krueger accanto a Heather Langenkamp e Robert Englund. La scena più incredibile ha proprio lui come protagonista che, addormentatosi nella sua stanza, viene letteralmente ingoiato dal letto e poi risputato fuori completamente cosparso di sangue.

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    Ispirato da quest'esperienza, Johnny trascura la musica e si iscrive al Loft Studio di L.A. per prendere lezioni di recitazione drammatica anche se, all'inizio, per Johnny fare l'attore è solo un "lavoro" che gli permette di vivere e mantenere la sua band "The Kids" che si scioglie e diventa i "Rock City Angels". Johnny ha ventun'anni ed è un anticonformista: piace subito anche per quello. Ha forse un po' troppi tatuaggi, orecchini sparsi e l'aria maledetta. Il suo sogno è ancora diventare una rockstar. Persino Martin Landau, l'indimenticabile Capitano della serie Spazio 1999, grande amico di James Dean, dichiarerà di trovare in Johnny sconcertanti somiglianze con il mito scomparso. Johnny ha quella sicurezza che al fragile Dean mancava. Nel 1985 è protagonista del film commedia Posizioni promettenti. In seguito, dopo qualche ruolo televisivo in telefilm e film tv, Oliver Stone lo sceglie nella parte di un soldato per Platoon (1986), film vincitore di 4 premi Oscar. Tornato nel piccolo schermo nel 1987, rimpiazzerà Jeff Yagher nel ruolo dell'agente Tom Hanson nella popolare serie televisiva americana 21 Jump Street al fianco del suo amico Jenco, acquistando tanta popolarità e diventando un idolo per le teen-agers tanto da ricevere 10.000 lettere al giorno dalle sue fans.

    Anni novanta
    La notorietà, il successo, i soldi e la fama non soddisfano l'animo impetuoso ed inquieto di Johnny, profondamente infelice e frustrato, che si sente intrappolato nel ruolo del bel ragazzo da piccolo schermo. Così, dopo tre anni, lascia la serie 21 Jump Street. Per Depp fu una liberazione e giurò che da lì in poi avrebbe fatto solo cose in cui credeva veramente. Sarà un caso che il primo film che girerà mentre ancora recitava nella serie sarà Cry Baby di John Waters uscito nel 1990, una sorta di Grease che ridicolizza le star per teen-ager. Inizia così per Johnny la sua carriera di outsider sempre pronto a mettersi in gioco nei panni di perdenti e diversi, ribelli e sognatori, conquistando il successo senza rinnegare le proprie convinzioni ed i propri principi, non scendendo mai a compromessi. Ma i ruoli importanti non si fanno attendere, i produttori dall'occhio lungo capiscono che dietro quella faccia tenebrosa si nasconde un sex symbol da imporre nel più breve tempo possibile.

    Il suo vero pigmalione artistico altri non è che il tenebroso regista Tim Burton che lo sceglie come protagonista di una pellicola tratta da un suo racconto per l'infanzia ("Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie"): Edward Mani di Forbice ("Edward Scissorshands") (1990), una favola post moderna. La storia di questo Pinocchio dark, cresciuto in completa solitudine dopo la morte del suo creatore e portato fra i "normali" da una venditrice Avon, conquisterà il mondo intero, facendo diventare l'attore dal volto da eterno adolescente (che per studiare la parte si è ispirato a Charlot) una star di fama internazionale. Sul set del film, che attirò il favore della critica, non solo nasce il lungo sodalizio con il regista Tim Burton, forte tanto da diventarne l'alter ego, ma anche un'importante relazione con Winona Ryder (sua compagna per tre anni), per la quale si fa addirittura tatuare "Winona forever" sul braccio, che poi farà trasformare con un'operazione chirurgica in "Wino forever", cioè "ubriaco per sempre".

    Conoscere John Waters e Tim Burton, due registi visionari, concede a Depp la possibilità di esprimersi veramente, di dimostrare il suo grande talento, dando inizio ad una carriera degna di entrare a far parte a pieno titolo della storia del cinema. Se fosse vissuto in altri tempi, sarebbe stato uno dei grandi "belli e dannati" al pari di Marlon Brando e James Dean. Non perché sia già entrato nel mito, ma per certe analogie: l'intramontabile ribellione - rivolta principalmente ai paparazzi - la passione per auto e moto ad alta velocità, quel fare tenebroso, chiuso e irraggiungibile che piace tanto alle fan.

    Molto abile nella selezione dei ruoli da interpretare, sempre atipici, dark e anomali, non lo è altrettanto nella selezione delle amicizie. Infatti durante i primi anni '90, Johnny che è, assieme a Jenco, il proprietario del leggendario club The Viper Room, al numero 8852 del Sunset Boulevard, fece del cameratismo con River Phoenix ed entrarono nel giro della cocaina. È stata proprio la morte di quest'ultimo avvenuta sul marciapiede, per un'overdose proprio all'uscita dal suo locale, a spingere Depp a cambiare diametralmente stile di vita. Johnny ha sul suo avambraccio sinistro sette o otto cicatrici auto-inferte. A questo proposito, nel 1993, in una intervista su Talk, ha spiegato il motivo del suo autolesionismo:

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    Già a partire dagli anni Novanta si fa largo nella sua carriera quell' anticonformismo che lo differenzierà dagli altri attori Made in Hollywood. Se gli interpreti della sua generazione (Tom Cruise, Brad Pitt, Keanu Reeves, Robert Downey Jr.) preferiscono apparire in pellicole commerciali (Intervista col vampiro, Charlot, Vento di passioni), Depp sceglie i ruoli che più lo attirano. Sconvolgente, assiduo utilizzatore del metodo, guru di una filosofia beat che si credeva perduta, Depp è in grado di dare un senso a un'inquadratura anche solo disegnando un mezzoghigno fra le sue labbra sottili. Attore bravissimo nel calarsi nei ruoli di personaggi anticonformisti.

    Entrato nella rosa dei candidati al Golden Globe come miglior attore protagonista per la commedia Benny & Joon (dove interpreta uno strano mimo che in alcuni atteggiamenti recupera la tristezza chapliniana) di Jeremiah S. Chechik, reciterà accanto a Faye Dunaway e Jerry Lewis in Arizona Dream (1993), pellicola fantastica di Emir Kusturica, dove però litiga spesso con Vincent Gallo, interpretando con disarmante candore i panni di Axel, che rifiuta il sogno americano propostogli dallo zio per una serie di stravaganti amici. Lo stesso anno recita in Buon compleanno Mr. Grape di Lasse Hallström, nei panni di un giovane oppresso da una famiglia insopportabile in una cittadina dell'Iowa. Depp precisa il suo personaggio di sempre in Ed Wood, che Burton realizza nel 1994, dove incarna il regista di film spazzatura degli anni '50, rendendo credibili l'ingenuità e l'ottimismo del personaggio.

    Il suo carattere non proprio docile gli procura diverse disavventure come l'arresto avvenuto nella notte fra il 12 e il 13 settembre del 1994. In seguito a una furibonda lite con la compagna Kate Moss, Johnny mise a soqquadro la suite, da 2200 dollari a notte, dell'albergo Newyorkese che li ospitava. Curiosamente, a denunciare il baccano, è il suo vicino di stanza: Roger Daltrey, ex cantante degli Who, famosi all'epoca proprio per i loro atti di vandalismo negli alberghi. L'accaduto gli fa meritare l'appellativo di Mr. Satana e il suo motto diventa: Vivi in fretta, muori giovane. Nello stesso anno è al fianco di Marlon Brando, nei panni di un aspirante suicida e sedicente grande seduttore, pieno di fantasia in Don Juan De Marco maestro d'amore. Ha incantato il regista Jim Jarmusch nel 1995 per come ha impersonato il "ghost cowboy" di Dead Man. Ha accettato di girare Minuti contati, di John Badham solo per lavorare con Christopher Walken.
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    Ormai lo vogliono in molti: è amato dalle donne (è sempre in testa nelle classifiche dei divi più sexy) e dai registi di culto; è anche stato definito il migliore attore della sua generazione per il ruolo di sbandato (e strepitoso) in Donnie Brasco che lo vede protagonista accanto ad Al Pacino. Il 1997 è anche l'anno del suo esordio alla regia, con il film Il coraggioso, tratto dal romanzo di Gregory MacDonald dove interpreta l' indiano Raphael al fianco di Marlon Brando. Ha intenerito Terry Gilliam per come si è calato nel personaggio di Hunter Thompson in Paura e delirio a Las Vegas.
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    Dopo aver avuto delle relazioni con la modella Kate Moss (una relazione tormentata di 4 anni) e le colleghe Sherilyn Fenn, Juliette Lewis e Jennifer Grey, sembra aver trovato finalmente una compagna fissa: Vanessa Paradis attrice e cantante francese conosciuta a Parigi e con la quale vive dal 1998. Il 27 maggio 1999 è nata la loro prima bambina, Lily-Rose Melody. Johnny è talmente legato alla figlia da aver dichiarato di aver iniziato a vivere veramente solo dopo la sua nascita. Il 19 novembre 1999 ha ricevuto una "stella" nell'Hollywood Walk of Fame; in questa occasione disse "Adesso tutti potranno calpestarmi", sottolineando sarcasticamente la sua visione del mondo di Hollywood.
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    Nonostante nel 1999 venga arrestato per la seconda volta dopo aver fatto a pugni con dei paparazzi all'uscita di un ristorante londinese dove si trovava con la fidanzata Vanessa Paradis, la sua reputazione professionale è impeccabile, tanto che la Francia decide di omaggiarlo con un César onorario. Sempre nel 1999 interpreta Jack Kerouac in The Source, il ricercatore Dean Corso alle prese col paranormale in La nona porta di Roman Polanski e l'inquietante e misterioso comandante Spencer Armacost in La moglie dell'astronauta (film però certamente non memorabili).

    Nonostante la frenetica attività in campo cinematografico, la sua vera passione rimane la chitarra al punto che ha suonato per il gruppo inglese degli "Oasis" la canzone Fade In-Out e il suo nome appare anche nei credits dell'album Be Here Now. Anticonformista, carismatico, pieno di tatuaggi (13) e di orecchini, piace subito ai registi ed entra subito nell'Olimpo degli antidivi, dei miti teneri, geniali ma ruvidi che riescono con un cenno a calamitare l'attenzione generale e a orientare i gusti di un'intera generazione.
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    Dal 2000 ai giorni nostri
    Ad inizio 2000 è nelle sale italiane anche con un thriller epico, leggendario e scuro, dal titolo Il mistero di Sleepy Hollow, dove interpreta Ichabod Crane, film al quale ha partecipato dopo aver rifiutato persino il ruolo di Neo in Matrix. Depp è la controtendenza e il suo originale soprannome, autoscelto, aiuta ad individuare il carattere dell'artista: Mr. Stench ovvero Signor Puzzo.

    Film a parte, negli ultimi anni '90 è rimasto sotto la luce dei riflettori anche a causa dei numerosi scandali ed arresti per aver pestato dei paparazzi, aver distrutto la stanza di un hotel di New York ed i forti commenti politici sugli Stati Uniti. Si può considerare uno tra gli attori più belli (anche se odia essere definito un "sex symbol"), nonché uno dei migliori del momento per la sua incredibile capacità di recitare in modo perfetto ruoli fuori dal comune e per aver sempre scelto ruoli difficili da comprendere senza curarsi dell'opinione pubblica. Ma il fenomeno Depp è inarrestabile, la sua fama cresce film dopo film: nel 2000, l'attore americano ha interpretato lo zingaro Cesar in The Man Who Cried - L'uomo che pianse di Sally Potter, il Tenente Victor in Prima che sia notte di Julian Schnabel e recita al fianco dell'attrice Juliette Binoche nella commedia romantica Chocolat. Torna con Blow proseguendo poi con La vera storia di Jack lo squartatore.
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    Il 9 aprile 2002 dalla coppia Depp-Paradis è nato il secondo figlio, Jack John Christopher Depp III. Sembra che la paternità abbia trasformato il ribelle in un tranquillo padre di famiglia che ha scelto di vivere in campagna in Francia

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    Johnny è inoltre proprietario (con Sean Penn, John Malkovich e Mick Hucknall) del ristorante "Man-Ray", collocato nel centro di Parigi e possiede un castello pseudogotico alquanto singolare sul Sunset Boulevard di Beverly Hills acquistato nel 1995, dopo anni di nomadismo, per una "modesta" cifra pari a 2 milioni e 300 mila dollari, e appartenuto in precedenza all'attore che interpretava Dracula al cinema, Bela Lugosi.

    La posizione di Depp come importante star è stata decisa definitivamente dal successo nel 2003 del film Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna della Walt Disney Pictures nel quale ha interpretato il Capitano Jack Sparrow. La sua performance venne inizialmente accolta negativamente dai boss della Disney che videro il film in anteprima, ma con l'uscita pubblica del film Jack Sparrow divenne molto popolare. Nel 2006 la co-star di Depp nel secondo episodio di Pirati dei Caraibi, Bill Nighy, ha descritto il ruolo di Johnny come "uno dei più popolari ruoli degli ultimi tempi". Secondo quanto riporta "Fandango", Johnny Depp è considerato uno delle ragioni per la quale il pubblico vuole vedere il film. Il regista del film, Gore Verbinski , ha detto che Jack Sparrow assomiglia alla vera personalità dell'attore sebbene Johnny stesso abbia dichiarato di aver modellato il personaggio ispirandosi a Keith Richards, rocker dei Rolling Stones e all'atteggiamento del personaggio dei Looney Tunes, Pepè la puzzola.. Depp, che rimase sorpreso e commosso dalla positiva accoglienza con la quale è stato accolto il film, ricevette una nomination all'Oscar per questo ruolo.

    Nel 2004 ricevette un'altra nomination all'Oscar per il ruolo dell'autore scozzese di Peter Pan James Matthew Barrie nel film Neverland - Un sogno per la vita (Finding Neverland) accanto a Kate Winslet. Nel 2005 esce nelle sale con The Libertine e torna a lavorare l'amico e regista Tim Burton in una doppia veste: in carne ed ossa per il ruolo di Willy Wonka nel film La fabbrica di cioccolato ("Charlie and the Chocolate Factory") e come doppiatore di un personaggio modellato sulle sue fattezze ne La sposa cadavere, due successi di pubblico e critica.

    Nel 2006 Depp tornò a interpretare il ruolo di Jack Sparrow. Il 7 luglio 2006 uscì nelle sale americane Pirati dei Caraibi: La maledizione del forziere fantasma ("Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest") che negli USA incassò 135,5 milioni di dollari nei soli primi tre giorni di proiezione diventando così il film che incassò maggiormente nel primo weekend di uscita. Il terzo episodio, Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo ("Pirates of the Caribbean: At World's End"), uscì nelle sale americane il 24 maggio 2007. Depp rivelò il suo attaccamento al Capitano Jack Sparrow dichiarando che Sparrow è "definitivamente una grande parte di me" ed esprimendo il desiderio di interpretare nuovamente il ruolo. Depp ha inoltre dato voce al personaggio di Sparrow nel videogame Pirati dei Caraibi: la leggenda di Jack Sparrow.

    Riguardo la sua esperienza nel ruolo del capitano Jack Sparrow, Johnny Depp dice:

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    Nel 2007 è stato protagonista in Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, diretto da Tim Burton e affiancato per la terza volta dall'attrice Helena Bonham Carter dove interpreta un barbiere ingiustamente imprigionato nell'Inghilterra vittoriana e desideroso di vendetta; questo ruolo che gli vale la terza nomination all'Oscar e la vittoria di un Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale.

    In seguito alla morte dell'attore Heath Ledger, Depp interpreterà insieme a Jude Law e Colin Farrell il ruolo di Ledger nel film Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo. I prossimi progetti cinematografici di Depp sono Nemico pubblico e The Rum Diary.

    Inoltre ultimamente circolano delle voci secondo cui si starebbe preparando un lungometraggio sulla vita del cantante dei Queen Freddie Mercury e sembrerebbe che Johnny Depp sia stato scelto per rappresentare il compianto carismatico cantante. Conferme sono arrivate anche da Brian May, chitarrista dei Queen.

    Recentemente hanno proposto a Johnny per 10 milioni di dollari di essere il testimonial nella pubblicità dei Condom per prevenire le morti di AIDS nei paesi del terzo mondo.

    Nel 2008 gli sono stati assegnati ben due MTV Movie Awards come miglior attore comico per il ruolo del fantastico Jack Sparrow in Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo e miglior cattivo per il ruolo del barbiere assassino nel musical horror Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street.

    Johnny Depp e Tim Burton sono al momento al lavoro su Alice in Wonderland in cui l'attore tramite il motion-capture interpreta il Cappellaio Matto. Ma per i due si prospetta un nuovo progetto di cui ha discusso il produttore Richard Zanuck, sarebbe una versione cinematografica della simil-soap-opera leggermente orrorifica dal titolo “Dark Shadows”, andata in onda negli States dal 1966 al 1971. Depp, dovrebbe nel nuovo progetto vestire i panni di Barnabas Collins il vampiro, personaggio centrale della produzione originale. Le riprese potrebbero iniziare già nell'estate 2009, su sceneggiatura di John August.

    Attraverso la sua società di produzione, la Infinitum Nihil, Johnny Depp si è assicurato i diritti cinematografici del romanzo di Nick Tosches “La mano di Dante”, un complesso noir pubblicato in Italia da Mondadori di cui da tempo Depp è dichiarato fan. Nel film che ne verrà tratto, lo stesso Depp dovrebbe essere tra gli interpreti principali, nei panni di Tosches.
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    filmografia


    Attore
    * Nightmare: dal profondo della notte (A Nightmare on Elm Street), regia di Wes Craven (1984)
    * Posizioni promettenti (Private Resort), regia di George Bowers (1985)
    * Platoon (Platoon), regia di Oliver Stone (1986)
    * Cry Baby (Cry Baby), regia di John Waters (1990)
    * Edward mani di forbice (Edward Scissorhands), regia di Tim Burton (1990)
    * Nightmare VI: La fine (Freddy's Dead: The Final Nightmare), regia di Rachel Talalay (1991)
    * Il valzer del pesce freccia (Arizona Dream), regia di Emir Kusturica (1993)
    * Benny & Joon (Benny & Joon), regia di Jeremiah S. Chechik (1993)
    * Buon compleanno Mr. Grape (What's Eating Gilbert Grape), regia di Lasse Hallström (1993)
    * Ed Wood (Ed Wood), regia di Tim Burton (1994)
    * Don Juan De Marco maestro d'amore (Don Juan DeMarco), regia di Jeremy Leven (1995)
    * Dead Man (Dead Man),regia di Jim Jarmusch (1995)
    * Minuti contati (Nick of Time), regia di John Badham (1995)
    * Donnie Brasco (Donnie Brasco),regia di Mike Newell (1997)
    * Il coraggioso (The Brave) (anche regia, 1997)
    * Paura e delirio a Las Vegas (Fear and Loathing in Las Vegas) regia di Terry Gilliam (1998)
    * Los Angeles senza meta (L.A. without a map), regia di Mika Kaurismaki (1998)
    * La nona porta (The Ninth Gate), regia di Roman Polanski (1999)
    * The Astronaut's Wife - La moglie dell'astronauta (The Astronaut's Wife), regia di Rand Ravich (1999)
    * Il mistero di Sleepy Hollow (Sleepy Hollow), regia di Tim Burton (1999)
    * The Source - Sulla strada (The Source), regia di Chuck Workman (1999) - Documentario
    * The Man Who Cried - L'uomo che pianse (The Man Who Cried), regia di Sally Potter (2000)
    * Prima che sia notte (Before Night Falls), regia di Julian Schnabel (2000)
    * Chocolat (Chocolat), regia di Lasse Hallström (2000)
    * Blow (Blow), regia di Ted Demme (2001)
    * La vera storia di Jack lo squartatore (From Hell), regia di Allen e Albert Hughes (2001)
    * Lost in La Mancha (2002), regia di Keith Fulton e Louis Pepe
    * Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna (Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl), regia di Gore Verbinski (2003)
    * C'era una volta in Messico (Once Upon a Time in Mexico), regia di Robert Rodriguez (2003)
    * Secret Window (Secret Window), regia di David Koepp (2004)
    * Si sposarono ed ebbero molti bambini (Ils Se Marièrent et Eurent Beaucoup d'Enfants), regia di Yvan Attal (2004) - Cameo
    * Neverland - Un sogno per la vita (Finding Neverland), regia di Marc Forster (2004)
    * La fabbrica di cioccolato (Charlie and the Chocolate Factory), regia di Tim Burton (2005)
    * La sposa cadavere (The corpse bride), regia di Tim Burton, Mike Johnson (2005) - voce
    * The Libertine (The Libertine), regia di Laurence Dunmore (2006)
    * Pirati dei Caraibi: La maledizione del forziere fantasma (Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest), regia di Gore Verbinski (2006)
    * Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo (Pirates of the Caribbean: At Worlds End), regia di Gore Verbinski (2007)
    * Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street (Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street), regia di Tim Burton (2007)
    * Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo (The Imaginarium of Doctor Parnassus), regia di Terry Gilliam (2009)
    * Nemico pubblico (Public Enemies), regia di Michael Mann (2009)
    * Alice in Wonderland (Alice in Wonderland), regia di Tim Burton (in post-produzione - 2010)
    * The Rum Diary , regia di Bruce Robinson (in pre-produzione - 2010)

    Regista e sceneggiatore
    * Il coraggioso (The Brave) (1997)
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    Doppiatore
    * La sposa cadavere (Corpse Bride) voce di Victor Van Dort (2005)

    Nei film TV
    * Slow Burn (1986)

    Serie televisive
    * 21 Jump Street (1987-1989)
    * Hotel (1987) guest star in un episodio
    * Top Secret (1998) narratore in due episodi:
    o Scotland Yard
    o The Mossad
    * King of the Hill in un episodio del 2004:
    o Hank's Back, in cui interpreta Yogi Victor
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    Doppiatori italiani

    Voci ufficiali
    * Fabio Boccanera in Nightmare: dal profondo della notte, The Man Who Cried - L'uomo che pianse, Chocolat, La vera storia di Jack lo squartatore, Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, La fabbrica di cioccolato, La sposa cadavere, The Libertine, Pirati dei Caraibi: La maledizione del forziere fantasma, Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo, Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, Nemico pubblico, Alice in Wonderland
    * Riccardo Rossi in Il valzer del pesce freccia, Buon compleanno Mr. Grape, Don Juan De Marco maestro d'amore, Donnie Brasco, Los Angeles senza meta, La nona porta, La moglie dell'astronauta, Il mistero di Sleepy Hollow, Blow, C'era una volta in Messico, Secret Window, Neverland - Un sogno per la vita, Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo
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    Altre voci
    * Marco Guadagno in Posizioni promettenti
    * Luca Dal Fabbro in Platoon
    * Vittorio De Angelis in 21 Jump Street e Benny & Joon
    * Alessio Cigliano in Cry Baby
    * Fabrizio Manfredi in Edward mani di forbice
    * Oreste Baldini in Ed Wood e Minuti contati
    * Mauro Gravina in Dead Man e Il coraggioso
    * Christian Iansante in Paura e delirio a Las Vegas
    * Patrizio Prata in The Source - Sulla strada
    * Danilo De Girolamo in Prima che sia notte

    Curiosità
    * Nella classifica de "Le 100 Star più Sexy" della rivista Empire del 1995 è il numero 1.
    * Nella classifica de "Le migliori Star del Cinema di tutti i tempi" della rivista Empire è il numero 67.
    * Nel 1996 è comparso nella rivista People come uno tra le "50 Persone Più Belle Del Mondo".
    * Suona la chitarra nella traccia Fade In-Out degli Oasis perché dovette sostituire il chitarrista principale nonché suo amico, Noel Gallagher, troppo ubriaco per suonare.
    * Il tatuaggio con scritto Jack è dedicato sia a suo figlio che al pirata Sparrow. Inoltre ne ha uno anche sul cuore dove compare il nome di sua figlia.
    * Oliver Stone lo voleva come protagonista nel suo capolavoro Platoon, al posto di Charlie Sheen, ma la casa di produzione lo riteneva troppo giovane per un ruolo così impegnativo e così gli venne assegnata una piccola parte.

    * Nel maggio 1988 si è fatto un tatuaggio sul braccio con scritto "Betty Sue" il nome di sua madre.
    * È apparso nel video di Tom Petty della canzone "Into the Great Wide Open" (1991).
    * Ha scritto la musica del suo personaggio Sands nel film C'era una volta in Messico.
    * Ha comprato un'isoletta di nome Little Hall's Pond Cay nelle Bahamas per 3,5 milioni di dollari.
    * Sua figlia Lily Rose anni fa gli ha regalato un braccialetto colorato che indossa quasi sempre.
    * Ha girato Neverland - Un sogno per la vita prima di Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, Neverland è però uscito molto tempo dopo.
    * Ha adottato e salvato dal macello un cavallo di nome Goldeneye (quello del suo personaggio Ichabod) dopo la fine delle riprese di Il mistero di Sleepy Hollow.
    * È uno degli attori più pagati del mondo.
    * E' amico di John Frusciante e Flea, dei Red Hot Chili Peppers.
    * Sul set de Il coraggioso, il regista Johnny Depp ha chiesto all'amico Floyd 'Red Crow' Westerman, che è un indiano Sioux, di officiare un'antica cerimonia indiana in onore del sole che sorge per purificare il film ed assicurargli un buon avvio.
    * Nel '93, insieme a Chuck Weiss, Johnny Depp riuscì ad acquistare per 350mila dollari il Central Nightclub di Los Angeles, e lo trasformò nel Viper Room. Il locale era appartenuto al gangster Bugsy Siegel, ed al suo acquisto erano interessate celebrità come Arnold Schwarzenegger e Frank Stallone, fratello di Sylvester. Fuori dal Viper Room, che è situato sulla Sunset Boulevard, morì di overdose River Phoenix, accanto a suo fratello Joaquin.
    * Oltre al celebre Viper Room, Johnny Depp possiede un altro locale a Parigi, il ristorante Man Ray, in società con i colleghi Sean Penn e John Malkovich. Il Man Ray è situato in un teatro ristrutturato ed è specializzato in cucina tibetana.
    * Johnny Depp da piccolo era allergico alla cioccolata, che sarebbe poi diventata un tema ricorrente in alcuni dei film interpretati dall'attore, come La fabbrica di cioccolato e Chocolat.

    fonte Wikipedia



    Edited by Lussy60 - 10/10/2011, 20:37
     
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    Johnny Depp: “Angelina Jolie inseguita dai paparazzi a Venezia”

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    L’attore regista e chitarrista statunitense John Christopher Depp II, in arte Johnny Depp, ha partecipato ieri alla conferenza stampa romana per il lancio del film “The Tourist” che lo vede protagonista insieme alla bellissima e sensuale attrice Angelina Jolie. La compagna del divo di Hollywood, l’attore Brad Pitt, era molto attesa ieri nella Capitale ma per maltempo è rimasta bloccata a Berlino. Il film “The Tourist” di Florian Henckel von Donnersmarck (premio Oscar nel 2007 con Le vite degli altri) e distribuito da 01 e arriverà venerdì 17 dicembre in circa 450 sale cinematografiche italiane. Il film è stato girato nella splendida Venezia.





    Il film “The Tourist” è stato accompagnato da una marea di polemiche negli Stati Uniti ma allo stesso tempo da un sacco di rumor e pettegolezzi sulla bellissima coppia di attori: Angelina Jolie e Johnny Depp. Entrambi sono considerati dalle riviste di mezzo mondo come gli attori più belli e potenti del mondo. La modella e cantante Vanessa Paradis, compagna storica dell’affascinante attore statunitense, è stata molto gelosa delle scene intime girate da Angelina Jolie e Johnny Depp.

    Nella conferenza stampa di ieri a Roma l’attore americano Johnny Depp ha raccontato i suoi giorni trascorsi a Venezia con la bellissima attrice e ambasciatrice dell’UNHCR, vincitrice di tre Golden Globe, due Screen Actors Guild Awards e un Oscar. I paparazzi inseguivano Johnny Depp e soprattutto la produttrice discografica americana Angelina Jolie in ogni posto.

    «Andare a Venezia una volta nella vita è già di per sé un’occasione unica – ha affermato l’attore americano Johnny Depp -, poterci trascorrere 4/5 mesi della tua vita è un dono incredibile. Avevamo solo un problema: Angelina Jolie è molto popolare e i paparazzi ci seguivano ovunque. C’era sempre un muro di fotografi. Potevo godermi la città – ha proseguito l’attore – solo dalle 10 di sera alle due del mattino, quando la città si svuotava. È una città così piena di magia. È stato incantevole poter godere della poesia di questa città


     
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    "Questa è la storia di un normalissimo bambino di nome Charlie Bucket. Non era più veloce, più forte o più intelligente degli altri bambini. La sua famiglia non era né ricca, né potente, né influente, a dire il vero avevano a mala pena di che mangiare. Charlie Bucket era il ragazzino più fortunato del mondo, ma non lo sapeva ancora...."


    La fabbrica di cioccolato



    Titolo originale Charlie and the Chocolate Factory
    Lingua originale inglese
    Paese USA
    Anno 2005
    Durata 110 min
    Genere commedia fantastica
    Regia Tim Burton
    Soggetto Roald Dahl (romanzo)
    Sceneggiatura John August
    Produttore Katterli Frauenfelder, Derek Frey, Brad Grey, Lorne Orleans, Richard D. Zanuck
    Produttore esecutivo Bruce Berman, Graham Burke, Liccy Dahl, Patrick McCormick, Michael Siegel
    Casa di produzione Warner Bros. Pictures, Village Roadshow Pictures, The Zanuck Company, Plan B Entertainment, Theobald Film Productions

    Distribuzione (Italia) Warner Bros.
    Fotografia Philippe Rousselot
    Montaggio Chris Lebenzon
    Effetti speciali Ben Broadbridge, Max Brown, Andy Bunce, Julian Butterfield, Gary Cohen, Ryan Conder, Sam Conway, Garry Cooper, Maria Cork, Allan Croucher, Dave Crownshaw, Neil Davis, Keith Dawson, Michael Dawson, Stuart Digby, Jody Eltham, Benjamin M. Esterson, Terry Flowers, Alexander Gunn, Mark Holdcroft, John Humphreys, Mark Hunter, Vincent Jenkins, Nigel Kirk, Jason Leinster, Ruben Marcos, David McGeary, Martin McLaughlin, Brian Morrison, Chris Motjuoadi, Nigel Nixon, Stephen Paton, James Payton, Dave Poole, Del Reid, Matthew Roberts, David Sculley, Keith Shannon, David Thomas, Peter Tindall, Neil Toddy Todd, David Watson Jr., Simon Webber, Hayley J. Williams, Joss Williams, Victoria Williams, Kenny Wilson, Chris Clarke, Neil Murray, Dawn Stewart
    Musiche Danny Elfman
    Scenografia Alex McDowell
    Costumi Gabriella Pescucci
    Trucco Abi Brotherton, Cathy Burczak, Karen Cohen, Julie Dartnell, Michael Krehl, John Munro, Peter Owen, Ivana Primorac, Caroline Robinson, Neal Scanlan, Colin Shulver, Deborah Taylor, Julie Thom, Nathalie Tissier, Sadie Lunn, Tinks Reding

    Interpreti e personaggi

    Johnny Depp: Willy Wonka
    Freddie Highmore: Charlie Bucket
    David Kelly: Nonno Joe
    Helena Bonham Carter: Mrs. Bucket
    Noah Taylor: Mr. Bucket
    AnnaSophia Robb: Violetta Beaudegarde
    Missi Pyle: Mrs. Beaudegarde
    Julia Winter: Veruca Salt
    James Fox: Mr. Salt
    Christopher Lee: Dott. Wilbur Wonka
    Deep Roy: Oompa Loompa
    Jordan Fry: Mike Tivù
    Adam Godley: Mr. Tivù
    Philip Wiegratz: August Gloop
    Franziska Troegner: Mrs. Gloop
    Eileen Essell: Nonna Josephine
    Liz Smith: Nonna Georgina
    David Morris: Nonno George
    Blair Dunlop: Willy Wonka da bambino
    Oscar James: Negoziante
    Annette Badland: Sig.ra Jolly
    Nitin Ganatra: principe Pondicherry

    Premi

    Critics' Choice Movie Awards 2006: Premio Scelta della Critica: Miglior Giovane Attore (Freddie Highmore)
    Empire Awards 2006: Miglior Attore (Johnny Depp)
    Irish Film and Television Awards 2005: Premio dell'Audience: Premio Film Internazionale (Tim Burton)
    Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani 2006: Premio Speciale Nastro d'Argento (Gabriella Pescucci)
    NRJ Ciné Awards 2006: Miglior Look (Johnny Depp)
    People's Choice Awards 2006: Film Family Favorito (Tim Burton)
    Phoenix Film Critics Society Awards 2005: Miglior Performance di un Giovane in un Ruolo Protagonista o Non (Freddie Highmore)
    Teen Choice Awards 2006: Film - Attore Scelto: Commedia (Johnny Depp)
    Young Artist Awards 2006: Miglior Film Family - Commedia o Musical (Tim Burton)
    Ciak d'oro 2006: miglior film straniero (La fabbrica di cioccolato)





    Candidature

    Nomination all'Oscar 2006: Miglior Costumi (Gabriella Pescucci)
    4 nomination ai Saturn Award 2006:
    Miglior Costumi (Gabriella Pescucci
    Miglior Film Fantastico (Tim Burton)
    Miglior Musica (Danny Elfman)
    Miglior Performance di un Giovane Attore (Freddie Highmore)
    Nomination agli Amanda Award 2006: Miglior Film Straniero (Tim Burton)
    Nomination agli American Cinema Editors 2006: Premio Eddie: Miglior Montaggio Cinematografico – Commedia o Musical (Chris Lebenzon)
    Nomination all’Art Directors Guild 2006: Premio Eccellenza nella Scenografia: Film Fantasy (Alex McDowell, Leslie Tomkins, Kevin Phipps, David Allday, François Audouy, Anthony Caron-Delion, Sean Haworth, Andy Nicholson, Matthew Gray, James Lewis, Kathy Heaser)
    Nomination agli Awards of the Japanese Academy 2006: Miglior Film Straniero (Tim Burton)
    4 nomination ai BAFTA 2006:
    Miglior Realizzazione negli Effetti Speciali Visivi (Nick Davis, Jon Thum, Chas Jarrett, Joss Williams)
    Miglior Costumi (Gabriella Pescucci)
    Miglior Trucco (Peter Owen, Ivana Primorac)
    Miglior Scenografia (Alex McDowell)
    Nomination ai Critics' Choice Movie Awards 2006: Miglior Film Family (Tim Burton)
    Nomination ai Chicago Film Critics Association Awards 2006: Miglior Colonna Sonora Originale (Danny Elfman)
    Nomination ai Costume Designers Guild Awards 2006: Eccellenza nel Design di Costumi per un film – Fantasy (Gabriella Pescucci)
    Nomination al Premio Golden Globe 2006: Miglior Peformance di un Attore in un Film – Musical o Commedia (Johnny Depp)
    Nomination ai Golden Trailer Awards 2005: Più Originale (Tim Burton)
    Nomination al Premio Grammy 2006: Miglior Canzone Scritta per un Film Cinematografico, Televisivo o Altro Media (John August, Danny Elfman)
    2 nomination agli Irish Film and Television Awards 2005:
    Premio dell’Audience: Miglior Attore Internazionale (Johnny Depp)
    Miglior Attore non Protagonista in un Film (David Kelly)
    2 nomination ai Kids' Choice Awards 2006: Premio Blimp:
    Film Favorito (Tim Burton)
    Attore Cinematografico Favorito (Johnny Depp)
    Nomination ai London Critics Circle Film Awards 2006: Attore dell’Anno (Johnny Depp)
    2 nomination ai Motion Picture Sound Editors 2006: Premio Bobina d’Oro:
    Miglior Montaggio Sonoro in un Film – Dialoghi (Eddy Joseph, Steve Boeddeker, Alex Joseph, Colin Ritchie, Martin Cantwell, John Warhurst, Tony Currie, Simon Chase, Peter Burgis, Andie Derrick)
    Miglior Montaggio Sonoro in un Film – Musiche (Bill Abbott, Michael Higham, Shie Rozow)
    2 nomination ai Satellite Awards 2005:
    Miglior Fotografia (Philippe Rousselot)
    Miglior DVD Giovane (Tim Burton)
    Nomination ai Teen Choice Awards 2005: Scelta Film Estivo (Tim Burton)
    Nomination ai Visual Effects Society Awards 2006: Miglior Effetto Visivo Singolo dell’Anno (Nick Davis, Nikki Penny, Jon Thum, Ben Morris)
    Nomination agli World Soundtrack Awards 2006: Compositore di Colonne Sonore dell’Anno (Danny Elfman)
    Nomination agli Young Artist Awards 2006: Miglior Performance in un Film (Commedia o Dramma) – Giovane Attore Protagonista (Freddie Highmore)



    Trama


    A tutti voi a cui piace il cioccolato, Willie Wonka (Johnny Depp) e’ ritornato!
    Willie estende un invito alla sua fabbrica di cioccolato ai cinque bambini fortunati che troveranno un biglietto dorato all'interno dell'involucro della barra di cioccolato Wonka. Per di più, uno dei cinque bambini sarà selezionato a vincere il gran premio finale.
    Un grande mistero circonda la fabbrica di Wonka. Nonostante la chiusura della fabbrica 15 anni prima, la produzione del cioccolato continuava misteriosamente senza che nessun operaio sia visto entrare o uscire.
    Dopo l'annuncio del concorso, le vendite del cioccolato sono aumentate rapidamente, persino un falso biglietto dorato e’ emerso, poichè famiglie in tutto il mondo erano in competizione ad essere fra i primi a trovare il biglietto dorato.
    Charlie Bucket è un umile bambino che vive in una malandata casetta di legno assieme ai genitori e ai quattro nonni. Ha una smisurata passione per la cioccolata, ma la povertà della sua famiglia gli concede una sola tavoletta per il suo compleanno.
    Essendo un lusso per la famiglia Bucket, i genitori di Charlie potevano permettersi di comprare soltanto una barra di cioccolato Wonka all'anno che veniva condiviso con l’intera famiglia in onore del compleanno di Charlie; un avvenimento a cui Charlie aspettava l’intero anno.
    Il concorso di Willie Wonka ha generato molto interesse perfino nella famiglia Bucket dato che quindici anni prima, Nonno Joe lavorava nella fabbrica di Wonka. Nostalgico del suo posto di lavoro, nonno Joe desiderava molto rivedere la fabbrica.
    Fortunatamente, Charlie trova il quinto biglietto dorato. Gli altri quattro vincitori sono: l’inglese Veruca Salt (Julia Winter), una ragazza molto ricca e viziata che domina i suoi genitori e che desidera tutto cio’ che vede; Mike Teavee (Jordan Fry), un bambino da Denver ed un’appassionato di giochi video; Violet Beauregarde (Annasophia Robb), una bambina da Atlanta ferocemente competitiva che, come la madre (Missy Pyle), indossa sempre una tuta da pista e mastica continuosamente il chewing-gum; ed Augustus Gloop (Philip Wiegratz), un ragazzo golosissimo dalla Germania. I bambini vincitori entrano nella fabbrica accompagnati da un parente.
    Willie Wonka guida i bambini nel suo mondo magico totalmente formato da dolci, cascate e fiumi di cioccolato, cespugli con dolci a crema da ciliegia, alberi di caramella a vari colori, e l’erba di caramella... una fantasia talmente immaginativa che sembra un sogno.
    Wonka pilota l’ascensore magico di vetro che va su e giù, inclinatamente e diagonalmente, contrario alla legge della gravita’ mentre trasporta i bambini ai vari dipartimenti della fabbrica.
    Col progredire del giro turistico, il mistero sulla produzione dei dolci nella fabbrica Wonka viene rivelato. Centinaia di scoiattoli esperti di noci e molto ben addestrati, formano la spettacolare linea di produzione. Gli scoiattoli esaminano e sgranano tutte le noci che formeranno parte delle barre di cioccolato Wonka. Le prestazioni di lavoro degli scoiattoli sono contrassegnate da tale efficienza e grande velocità, che sono superiori a qualsiasi macchinario industriale esistente.
    Gli Oompa-Loompas (Deep Roy), sono la minuscola squadra della fabbrica di Wonka, che producono nuovi tipi di caramelle in varie figure e colori, e periodicamente improvvisano delle canzoni e balli allegri.



    Le caramelle ed i loro colori estravaganti attirano molto i bambini trascinandoli a tante misavventure. Quale dei bambini riuscira’ a sormontarre le sfide del giro turistico della fabbrica del cioccolato Wonka?
    Alcune scene di retrospettiva ci rivelano che il fascino di Wonka per dolci proviene da un’infanzia priva di caramelle. Suo padre, il dentista Dott. Wonka ha proibito a Willie il consumo di caramelle perché caramelle e le lecca lecca sono nient’altro che delle "cavità su un bastoncino". Willie Wonka ha costruito il suo grande impero di cioccolato Wonka, una fantasia dolce ed immaginativa, per compensare la sua mancanza di dolci.
    Separato dal padre e diffidente delle persone, Willie ha vissuto una vita da secluso, privo di famiglia ed amici. L'apertura dei cancelli della fabbrica Wonka ai bambini, rianima Willie concedendogli un risultato molto-inatteso, e piu’ grande di qualsiasi successo finanziario mai immaginato.
    Solo Charlie Bucket rimarrà incolume alle sorprese del signor Wonka, al quale spetta dunque il premio speciale: diventare il nuovo direttore della fabbrica! Così Willy Wonka riaccompagna Charlie e il nonno a casa e racconta alla famiglia come gli è venuta l'idea della visita: poco tempo prima, Willy si stava facendo fare un taglio di capelli dai suoi oompa loompa quando notò di avere un capello bianco; capendo che stava invecchiando si chiese chi avrebbe badato alla sua fabbrica e ai suoi adorati Oompa Loompa quando lui non ci fosse stato più; cosi si disse di avere bisognio di un erede e decise di fare visitare a 5 bambini la sua fabbrica e quello meno fastidioso avrebbe vinto. Charlie è felice del premio ma scopre di dover salutare per sempre la sua famiglia per potersi trasferire definitivamente nella fabbrica di cioccolato. Charlie rinuncia al posto di direttore lasciando Willy Wonka allibito. Tempo dopo Wonka ripropone il posto a Charlie, allora rivela allora il suo difficile rapporto col padre e insieme decidono di andarlo a trovare.
    Willy ritrova il padre, che lo riconosce per la sua dentatura, e fanno la pace (Charlie nota anche un album di ritagli sui successi del figlio). Da allora Willy e Charlie lavoreranno insieme alla fabbrica, a una sola condizione: l'intera casa di Charlie verrà trasferita all'interno della fabbrica stessa.
    (Ester MOLAYEME)


    « Alla fine, Charlie Bucket aveva ottenuto una fabbrica di cioccolato. Ma Willy Wonka aveva ottenuto una cosa anche migliore: una famiglia. E una cosa era assolutamente certa: la vita non era mai stata più dolce. »
    (Oompa Loompa)



    ....recensione.....


    Questo remake di "Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato" (anno 1971, interpretato da Gene Wilder e tratto dal romanzo di Roald Dahl) mi pare il migliore di tutti. Lo stesso Wilder si era dichiarato contrario all'idea che venisse realizzato un remake, ma poi si è ricreduto una volta vista la pellicola di Burton. In effetti si tratta di un rifacimento particolare in quanto, pur restando sostanzialmente fedele all'originale, è nettamente superiore ad esso, ma anche perfettamente aggiornato ai tempi moderni.
    Certo, c'è da dire che un mondo fantastico, come quello popolato dagli Umpa-Lumpa (o Oompa-Loompa), che Willy si è costruito in fabbrica non poteva che migliorare con l'aiuto degli effetti speciali sorprendenti del giorno d'oggi (esaltati per di più dalla tecnologia della proiezione digitale). Ma dare il merito del miglioramento ai soli effetti speciali sarebbe impropriamente riduttivo. Che si può dire della creatività (italiana) della Pescucci, che ha architettato le scenografie fantastiche del film? Non si tratta solo dell'operato dei computer, dietro c'è una mente artisticamente geniale. Mente che è riuscita a fondere perfettamente il lessico del regista (lo stile gotico e un po' dark di Burton, riassumibile nella fantastica, strepitosa dimora della famiglia di Charlie), lo spirito e le caratteristiche fondamentali del film originale (l'interno della fabbrica) e la creatività innovativa di un progetto realizzato in modo eccellente (il posto dove lavorano gli scoiattoli e la sala della televisione). E poi gli interpreti sono eccezionali. A partire da Johnny Depp, che sa infondere in ogni film cui partecipa massicce dosi di valore aggiunto. I suoi personaggi non sono mai uguali a se stessi e, pur inserendosi armoniosamente nel contesto, riescono ad emergere, ad imprimersi (grazie a smorfie, movenze, cenni, tic,...) nella mente del pubblico e a diventare subito memorabili. Un attore ancora giovane, ma che ha già dimostrato di essere un grande, indubbiamente uno dei migliori (e chissà che stavolta, finalmente, arrivi il tanto agognato e meritato Oscar)...e poi c'è Charlie: la scelta dell'interprete, Freddie Higmore (che già aveva diviso il set con Depp in "Neverland" con un'altra ottima interpretazione) è stata eccellente. Ma sono ottimi anche tutti i personaggi di contorno: gli irresistibili e saggi nonni, i genitori di Charlie (tra cui la sempre presente moglie del regista, Helena Bonham Carter e Noah Taylor), una attivissima vecchia gloria del cinema rappresentata da Christopher Lee (che permette a Burton di approfondire attraverso magnifici flashback l'infanzia di Willy) e un nano (Deep Roy) che nella pellicola si centuplica interpretando tutti gli Umpa-Lumpa (di cui si apprendono finalmente le origini).
    Immancabili le musiche di Danny Elfman, ormai partner fisso di Burton. Geniale anche l'idea di ripercorrere, attraverso le canzoncine che accompagnano l'eliminazione dei piccoli diavoletti, differenti generi musicali e di citare gruppi storici della musica. Siparietti azzeccatissimi e divertenti che, oltre ad avere lo scopo di sottolineare la "morale" della favola, rappresentano dei veri e propri mini-musical. Ma il gioco delle citazioni non si esaurisce così: ci sono un'infinità di riferimenti a show televisivi, ad altri film, ci sono battute sarcastiche o riferimenti sarcastici alla realtà, e c'è (forse una delle citazioni più riuscite) anche uno strepitoso omaggio a "2001 - Odissea nello Spazio".
    L'operazione che, però, meglio riesce a Burton con "La Fabbrica di Cioccolato" è quella di sapere ricostruire, anzi, infondere ancora di più alla storia una irresistibile, fantastica atmosfera fiabesca. Il film ha la forza di un grande classico, contiene molte lezioni fondamentali (tra le quali la principale viene fornita dall'attaccamento di Charlie alla famiglia), tante stoccatine a persone che si vedono tutti i giorni per le nostre strade (o riflesse nei nostri specchi) e un moralismo che tutto sommato non ha nulla di fastidioso, ma dovrebbe essere mostrato (come lezione) a tutti i bambini del giorno d'oggi.
    (Daniele Toninelli)





    .


    La fabbrica di cioccolato
    Ancora una volta, e' una favola d'autore.
    Una favola dalla moralita' molto ridotta (o semplicistica), ma da sempre sappiamo che il Cinema di Tim Burton non ha mai avuto come punto di forza la sua etica o semiotica, bensi' una cura personale della propria estetica, ormai definitivamente "Burtoniana".
    E' l'elemento extra-cinematografico del gotico, che questa volta, piu' che mai, si unisce con l'espressionismo Tedesco nel ricreare fondali storti e linee aggressive (superato solo da Sleepy Hollow per l'uso delle ombre).
    Sostenuto da una messa in scena chiara e semplice, Burton sa dare potenza alla propria estetica, alla sua caratterizzazione di questi due mondi opposti cosi' come si riveleranno opposti i suoi abitanti: la catapecchia di Charlie, goticamente decadente , avvolto dall'oscurita', e la fabbrica di cioccolato di Willy Wonka, coloratissimo (ricordate i pastelli di Edward mani di forbice?), apparentemente allegro e vitale.
    Charlie e la fabbrica di cioccolato e' anche il film piu' teatrale di Burton, non solo perche' e' come se fosse ambientato in un grande teatro trasformatosi in parco giochi, ma soprattutto per le numerose scene musicali, che gestite dal regista in una coreografia brillante, offre agli spettatori quel richiamo del pop anni 50' e 60' (non e' un caso se i Beatles verranno omaggiati).

    Ormai, vedere un'opera di un autore come Tim Burton non e' piu' il visitare un'opera unica, bensi' quello di (ri)visitare una filmografia intera.
    Sono elementi ricorrenti, topoi del Cinema Burtoniano che arrivano puntualmente a stimolare i ricordi dei cinefili amanti di questo regista, come per esempio quella neve dei titoli di testa, cosi' noir e cosi' favolisticamente triste che ci rimanda a Edward mani di forbice, l'altra creatura del regista, colui che ha creato la neve.
    Ed in fondo Willy Wonka non e' che un altro Edward, creatura esteticamente androgina che possiede un dono speciale che gli altri non hanno, ma proprio per questo un personaggio alienato, senza amici e solo come un cane; e guardacaso, a dare volto ad entrambi i personaggi e' quel Johnny Depp, che insieme a Burton diventa piu' trasformista e versatile che mai.

    Charlie e la fabbrica di cioccolato e' insieme un punto di riepilogo di tutto cio' che di Burtoniano e' stato fatto ieri, ma anche uno sguardo al Burton del domani, alle nuove possibili strade da percorrere e da affrontare (avremo presto un Burton musical?)
    E' un'opera(zione) d'intermezzo, cio' che segna sia un punto di arrivo che un punto di partenza.

    La frase:
    "Cosa ti fa sentire meglio quando ti senti giu'?"
    "La mia famiglia"

    (Pierre Hombrebueno)





    ...curiosità ....

    [modifica] Differenze tra film e romanzo

    La sottotrama riguardante la giovinezza di Willy Wonka è totalmente assente nel romanzo, così come la figura di Wilbur Wonka.
    Nel film nonno Joe è un ex-operaio della fabbrica di Willy Wonka, nel romanzo no.
    Nel romanzo, quando Willy Wonka, nonno Joe e Charlie giungono a casa di questi ultimi mediante il grande ascensore di vetro, i due genitori e gli altri tre nonni vengono fatti salire per essere portati alla fabbrica, mentre nel film Charlie, che a detta del signor Wonka avrebbe dovuto separarsi dalla famiglia, rifiuta il posto di lavoro alla fabbrica.
    Nel romanzo tutti i ragazzi vincitori, eccetto Charlie, vengono accompagnati da entrambi i genitori, mentre nel film da uno solo.
    Nel film è specificata la provenienza di tutti i bambini vincitori dei biglieto d'oro (Augustus Gloop è tedesco, Veruca Salt britannica, e gli altri due bambini sono americani), nel romanzo no. Paradossalmente, invece, la città in cui abita Charlie, che è la stessa in cui si trova la fabbrica, non è mai specificata.
    Nel film Charlie riesce a convincere i parenti ad accettare un pezzo della propria tavoletta di cioccolato, nel romanzo no.
    Nel romanzo Charlie trova il biglietto d'oro comprando due tavolette al negozio, mentre nel film Charlie ne compra solo una.
    Nel film il falsificatore del Biglietto d'Oro è ritenuto essere in possesso dell'ultimo biglietto, mentre nel romanzo il biglietto che risulta falsificato è il secondo reso noto.
    Nel film il padre di Charlie, che lavora in una fabbrica di dentifrici in cui tappa i tubetti, viene licenziato perché sostituito da un robot, nuovo acquisto reso possibile dai maggiori introiti conseguenti all'incremento della carie, a sua volta dovuta alle maggiori vendite di cioccolato Wonka causate dal concorso per i Biglietti d'Oro. In seguito viene di nuovo assunto come tecnico addetto alla riparazione della macchina stessa, e il denaro ricavato rende la famiglia Bucket più benestante di prima. Questi avvenimenti sono assenti nel libro.


    ..... Riferimenti ad altre pellicole......

    Nel film compaiono diverse citazioni e riferimenti ad altre pellicole, tra le quali alcune dello stesso Burton. Esempi sono:
    Durante la scena dell'inaugurazione della fabbrica, Johnny Depp compare con un paio di forbici in mano; l'inquadratura stretta sulla mano rende chiaro il riferimento a Edward mani di forbice, il primo film della fortunata collaborazione tra Burton e Depp.
    In una sala della fabbrica si può notare la presenza di alcune pecore dal vello rosa. Wonka appare visibilmente imbarazzato nel dare spiegazioni circa questa presenza, dichiarando "Di questo preferirei non parlare!". Il riferimento è ad un altro precedente film di Burton, Ed Wood. Il protagonista della pellicola, il regista realmente esistito Edward D. Wood Jr., anch'esso interpretato da Johnny Depp, infatti, era solito indossare di nascosto golfini di angora rosa.
    L'aspiratore di cioccolato che risucchia Augustus è vagamente simile ai dischi volanti marziani di Mars Attacks!
    Quando il padre di Willy Wonka getta nel camino i dolci che il figlio aveva raccolto si vedono diversi riferimenti a "Nightmare Before Christmas": i teschi simili a Jack Skeletron e le zucche di Halloween.
    Il nome del dentifricio prodotto nella fabbrica dove lavora il padre di Charlie è "Smilex", lo stesso del veleno usato da Joker in Batman, sempre di Tim Burton.
    L'Oompa Loompa che ha provato il chewgum per la crescere i capelli, completamente ricoperto di lunghi peli, ricorda il Cugino Itt della Famiglia Addams.
    Durante la sequenza del teletrasporto, l'Oompa Loompa guarda in televisione uno spezzone di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, in cui il monolite originariamente presente nella sequenza (e fulcro simbolico di quel film) viene sostituito dalla tavoletta di cioccolato Wonka appena teletrasmessa. Sempre durante la stessa sequenza, mentre il papà afferra Mike TV, rimpicciolito dal proprio teletrasporto, il bambino urla: "Aiutatemi, aiutatemi!", riferimento alla vocetta stridula della piccola "mosca uomo" nel film L'esperimento del dottor K. Nella stessa sequenza, ancora il bambino Mike, mentre si trova dentro una doccia, è assalito da un Oompa Loompa con un coltello: un chiaro riferimento a Alfred Hitchcock e al suo Psyco. Inoltre quattro Oompa Loompa su uno sfondo colorato cantano e suonano con l'aspetto dei Beatles, e l'Oompa Loompa chitarrista del gruppo metal usa movenze classiche di Aungus Young (il Duck step, e il rotolare per terra).






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    MANI DI FORBICE



    LA SCHEDA

    Edward Mani di Forbice -
    TITOLO: Edward Mani di Forbice
    TITOLO ORIGINALE: Edward Scissorhands
    GENERE: Fantasy
    ANNO DI PRODUZIONE:
    NAZIONE: Stati Uniti d'America
    DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
    DURATA: 103 minuti

    Regia Tim Burton
    CAST:
    Winona Ryder
    Johnny Depp
    Dianne Wiest
    Vincent Price

    Premi

    Golden Globe Awards

    nomination golden globe per il miglior attore in un film commedia o musicale
    Johnny Depp



    TRAMA



    Un eccentrico e anziano inventore vive da solo in un castello in cima a una piccola montagna. Passeggiando in mezzo alle proprie macchine, un giorno, ha l'intuizione di sfruttarne una per creare un essere umano vivo e vegeto. In poco tempo, quest'uomo riesce nel proprio intento, e chiama Edward il ragazzo a cui dà la vita. Egli è una persona vera scaturita dalla genialità dell'inventore eremita.

    Una cittadina dalle case coloratissime, dove gli uomini partono con le loro macchine per andare a lavorare alla medesima ora, tornano sempre alla stessa ora, mentre le mogli restano a casa tra pettegolezzi e “dolce vita”. E sulla collina c’è un castello, cupo e gotico, dove si nasconde un ragazzo creato da un inventore morto prematuramente senza poterlo finire. Questa creatura non ha le mani, e al suo posto ha delle lunghe e ingombranti forbici. Peggy decide di portarlo a casa sua. Da qui, l’inizio della storia.
    Per chi scrive, il capolavoro assoluto del geniale Tim Burton. Film complesso, forse diviso in due parti, Edward - Mani di forbice (terribile l’ignoranza del titolo) , parte come una commedia coloratissima, piena di ironia e dal ritmo trascinante. Ma man mano che la situazione inizia a precipitare, che i pregiudizi iniziano a vincere, che i flashback si fanno sempre più tristi e che l’amore tra Edward e Kim si fa sempre più forte e allo stesso tempo sempre più impossibile, è impresa ardua trattenere qualche lacrima.
    Rileggendo, dopo Frankenweenie, la storia di Frankenstein, Tim Burton ci trascina un’altra volta nel suo mondo, col suo talento visivo incredibile, con le sue trovate geniali, col suo umorismo e con la sua commozione, in una fiaba che gioca con temi importantissimi incrinando il cuore. E Johnny Depp è semplicemente incredibile, nel modo di muoversi, nelle espressioni, per come riesce a comunicare con gli occhi. E con una bellissima Winona Ryder, una bravissima Dianne Wiest e l’ultima volta sul grande schermo per il grande Vincent Price.
    Moltissime le sequenze di sublime bellezza, una fra tutte quella in cui Kim balla sotto i “fiocchi di neve” creati da Edward che lavora il ghiaccio. E pensare che dopo “quella notte”, finalmente la neve iniziò a cadere davvero sulla cittadina…
    (cineblog.it)



    Lei non lo vide mai più, dopo quella notte.
    E tu, nonna come lo sai?
    Perché io ero là…
    Potevi andare lassù, potresti ancora. Perché non vai? -No tesoro mio, ora sono diventata vecchia, preferisco che lui mi ricordi com'ero una volta.
    Come fai a sapere che lui è ancora vivo?
    Non lo so, non ne sono sicura ma io credo che lo sia. Vedi, prima che lui venisse in questa città la neve non era mai caduta, ma dopo il suo arrivo è caduta. Se ora lui non fosse lassù, non credo che nevicherebbe così. A volte può vedermi ancora ballare tra quei fiocchi.
    Kim (Winona Ryder)




    ...recensione....



    I titoli di testa si presentano ai nostri occhi mostrando un incipit colorato e vertiginoso alla maniera di alcuni temi cari al Saul Bass hitchcockiano. La scenografia definisce da subito, in modo molto concreto, l'impalcatura narrativa attraverso meditati componenti architettonici: il castello gotico riflette l'indole intricata, disordinata e asociale di Edward, mentre le case del ridente villaggio, colorate in varie tonalità pastello coi loro giardini perfettamente spianati e innaffiati, provano l'uniformazione sociale dei loro abitanti e la loro simulata indipendenza.
    Quelli di "Edward mani di forbice" sono giardini messi in rilievo da motivi e valenze già conosciute in "Velluto blu" di Lynch: all'apparenza ideali per essere sfruttati dai bambini come parco giochi o perfetti come luogo tranquillo di rigenerazione, anche il verde burtoniano è simbolo di un'America (preferibilmente provinciale) ingannevole che nasconde in profondità realtà spaventose, tormentate e violente.
    La denuncia è rivolta all'assillo tutto stelle e strisce votato alla ricerca dello stile di vita perfetto, vagamente condizionato da modelli televisivi. Un'ideologia che tende a mantenere fuori dai giochi anche gli storici "nemici" di colore (l'unico cittadino di pelle nera è un poliziotto che simpatizza subito con Edward, comprendendo la sua condizione) e della quale si percepisce l'indubbia decadenza, se non l'immutabile distanza.

    La periferia è adatta per descrivere uno spazio mancante di ogni senso della storia, d'istruzione, di educazione amorosa, e Burton ci si butta a capofitto nel riuscito tentativo di rappresentarla nella sua cattiveria e apatia. La collina, invece, sorge in modo innaturale ai bordi della cittadina, introdotta da una serie di rovine e di sterpaglie aggrovigliate ma anche da uno stupendo parco con cespugli a forma di drago, mani (!) giganti, renne natalizie, anticipanti l'animo dell'isolato inquilino.
    Il castello è distante e opprimente allo stesso tempo; perfetto refoulement della spaventata e varia umanità circostante è quasi sempre circondato da foschie accentuate dal flou.



    Interessantissimo è il tema del diverso per antonomasia, considerato sotto un certo punto di vista contro natura; quello che, pur volendo esprimere il suo affetto e amore, risulta impossibilitato a simboleggiarlo a causa delle taglienti forbici che si ritrova al posto delle mani.
    La scaltrezza e l'egoismo del "popolino" si collocano contro l'affettuosa ingenuità di un cuore puro, probabilmente fatto di biscotto, che ferisce se' stesso piuttosto di far male agli altri. Inserito in un contesto sociale sconosciuto è il suo senso morale a sembrare distorto.
    Gli altri personaggi sono banali, monotoni, incapaci di vivere fuori dai loro rigorosi schemi mentali e legati indissolubilmente ai loro preconcetti. Lasciano spazio a Edward solo come fenomeno da baraccone. La circoscritta accoglienza nella vita in comune ha un aspetto personalistico e finto libertario: Edward è accettato in quanto artista che assume un ruolo estetizzante, parrucchiere ispirato per donne/cagne, equilibrista ambientale impareggiabile e abbellitore di facce umane e facciate edili.
    Il rispetto per il diverso non si insegna e non esistono istruzioni nemmeno sui manuali Avon. Di certo, la deferenza è quella che ancora non ha imparato la squilibrata ipercristiana del borgo che sa solo suonare l'organo, venerare le croci, leggere salmi e profetizzare maniacalmente, immersa tra le candele, imminenti sciagure.

    "Edward scissorhands" è un'ottima allegoria del popolo statunitense e della società dei consumi da esso creata: costituita da persone irreprensibili, condizionata dallo spreco e da aspettative allineate e obbligate, la collettività pop e medio borghese creata dal regista esprime tristemente la spaventosa involuzione generale di quegli anni.
    Niente di nuovo sotto il sole di un anarchico nichilismo: gli smalti sulle unghie, le camerette da Barbie, le pettinature soffici e le messe in piega impeccabili ripresentano in bozzetti sofisticati le malignità disgustose, veicolate soprattutto tramite il telefono, delle casalinghe insoddisfatte di certo cinema di John Waters.

    Capita, quindi, che Burton recuperi la questione sessuale. Non apertamente esibito ed evidente come nelle "liturgie" watersiane, l'atto d'amore vive in contesti altrettanto bizzarri.
    Sotto il lavorio delle forbici intente ad accorciargli i capelli, l'esuberante Joyce Monroe, la vicina di casa più appassionata di Peg, sperimenta uno splendido momento orgasmico. Il regista riproduce sarcasticamente l'ebbrezza viziosa della ninfomane di turno e delle sue amiche, tramite primi piani sui volti estasiati, lambiti dalle lame di un Edward sempre integro e morigerato, solo involontariamente complice delle beatitudini altrui e assoggettato alle veemenze sessuali di massaie desiderose di fare un salto nel proibito, nella perversione.
    Non importa se rischiano la parodia, esse muovono mostruose e corrotte come se il loro fosse un atto di mero consumismo.

    Appesantito dal trucco su di un viso pallidissimo ed emaciato, da capelli spettinati nerissimi in tinta con la sua tuta aderente dal sapore sadomaso, tappezzata di cinghie e fibbie e con il cucito grossolanamente in vista, Johnny Depp recita soprattutto attraverso il movimento di occhi impauriti, tremanti e gentili, viso di gesso e un corpo che si muove a scatti, rigido perché non abituato al contatto fisico. Ripreso spesso da primi piani indicativi, l'attore fornisce ottimamente l'idea spirituale dell'individuo con le forbici.

    Dal vecchio, grande e buio castello rincantucciato sulla collina con vista privilegiata, al basso (in tutti i sensi) borgo cinguettante abitato da gente più aliena(ta) di lui, il protagonista osserva i cosiddetti "normali".
    Edward sembra un persuasivo zombie scomponibile; sprovvisto di qualsivoglia naturalità è in perfetta armonia con i sintetici replicanti androidi e meccanici, artificiale negli arti e forse anche oltre, generato com'è da strutture e apparati tanto arzigogolati e improbabili. E' un eroe attualissimo e tuttavia primitivo, asessuato come nella migliore tradizione burtoniana, appare truccato come un pagliaccio triste e possiede il dono degli spiriti celesti tanto risulta conciliante e generoso.
    Ma è in grado di uccidere. E, visto che abbiamo già detto delle camerette linde ed edulcorate in stile Barbie, chi potrebbe sopprimere se non un Big Jim?
    Il biondo Jim, appunto, formato, prepotente e fanatico fidanzatino di Kim, rende Edward un emblema dell'insurrezione fanciullesca che per crescere ha bisogno di sperimentare, di distinguere il Bene dal Male.
    Per una volta è "l'uomo con le lame" il buono della vicenda; colui che, devastato dalla disperazione e da un penoso isolamento, si libera attraverso un atto feroce e incontrollato.

    Tutta la favola è contrassegnata dalla figura delle lame, che torneranno a essere protagoniste di un altro personaggio borderline quale la Catwoman di "Batman – Il ritorno": gli strumenti taglienti sembrano essere l'unico segno distintivo di questi inetti all'amore.
    Il freddo della lama è quello conosciuto anche da Freddy Kruger che, nel decennio antecedente, aveva messo paura a un gruppo di adolescenti che avevano come unica colpa quella di essere figli di padri punitivi.
    Genitori che, in "Edward mani di forbice", sembrano perfette marionette nei loro strani rituali: il ritorno a casa contemporaneo dei mariti per l'ora di cena e le uscite concomitanti al mattino, la neve riprodotta fintamente e stesa a strati sui tetti delle abitazioni.
    Vincent Price, uno dei più validi e sensibili attori di sempre, nel camice scuro dell'inventore avvezzo all'utilizzo di strani marchingegni richiamanti, per la loro forma, alcuni oggetti misteriosi di certa fantascienza anni '50, prova a istruire la sua creatura recitando fiabe e mostrandogli come abbozzare un sorriso.
    La sua figura si allaccia alla memoria dello spettatore attraverso flashback nostalgici e determinanti (si legga la spiegazione su come, tragicamente, Edward sia rimasto "imperfetto").
    La musica è del devoto amico di sempre Danny Elfman, abile nel recuperare le modulazioni delle grandi orchestrazioni e le composizioni musicali con carillon tintinnanti che deliziano i nostri sensi riscoprendo passati sapori infantili accompagnati da un coro bianco evocante atmosfere lugubri o festose.
    L'interazione tra l'intelaiatura del suono e la dimensione prettamente visiva dell'opera è fondante della stessa rappresentazione cinematografica dell'azione e risulta essenziale all'evoluzione narrativa della vicenda e all'attribuzione ad essa di senso.



    "Edward mani di forbice" resta il film di Tim Burton più rilevante, quello più compiuto, affascinante e amato.
    Ripresenta un microcosmo che vive sotto o dietro a (come indica bene la capocciata che Edward da' al finestrino) un vetro: una specie di luogo magico che ci fa percorrere gli ingressi di case che sembrano finte, sfiorare statue dalle forme impossibili ricavate dalle siepi, ammirare ingegnose forbici multiuso, stupire di fronte a congegni arcani e bramare mani di cera.
    La gamma di riprese che privilegiano punti di vista dal basso verso l'alto e viceversa, alimentano il senso della differente prospettiva verso la quale Burton ci spinge. Sembra invitarci così a contattare meglio la mediocrità di certi atteggiamenti anche attraverso la scelta della messa in scena di obbligati hot barbecue per farci comprendere quanto sia forte il bisogno di affrancarsi da ogni conformismo borghese.
    E' abile nel condurre lo spettatore in uno stato di consapevole dormiveglia; ora ridestato e poi ammaliato, l'astante è un fanciullo innocentemente appagato.
    Fortunati coloro i quali sono rimasti un po' bambini e dentro sé hanno ancora spazio per accogliere fiabe di questa levità.
    Si beeranno di una neve candida e leggera: a volte uscita dalle pagine di un libro di novelle, a volte caduta dal cielo.
    E' una storia lunga ma saremo sempre pronti ad ascoltarla, e a farci prendere una volta di più, estasiati dall'immensa e bellissima forza di immaginazione, tra le braccia di una creatura chiamata Edward. La neve resta, ancora oggi, l'unico segno tangibile del suo amore senza tempo.
    (Recensione a cura di pompiere, filmscoop.it)


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    Edited by gheagabry - 6/10/2011, 15:30
     
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    Johnny Depp portera' sul grande schermo Dr. Seuss

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    Roma, 7 ott. (Adnkronos/Cinematografo.it) - Johnny Depp vuol portare sul grande schermo la vita di Dr. Seuss (nome d'arte di Theodore Geisel), celebre autore di libri per l'infanzia, sia nelle vesti di produttore che, azzarda 'The Hollywood Reporter', in quelle di attore
    Il progetto nasce sotto l'egida della Universal Pictures (attraverso la divisione diretta da Chris Meledandri, la Illumination Entertainment) e della own Infinitum Nihil di Depp e si basera' su una sceneggiatura di Keith Bunin. Non e' chiaro al momento se sara' un film live-action o d'animazione: la Illumination Entertainment si occupa in effetti di sviluppare per Universal Pictures progetti in Cgi, come nel caso di 'Cattivissimo me'.

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    JOHNNY DEPP: ubriaco crolla ad Hollywood Boulevard

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    JOHNNY DEPP UBRIACO CADE MENTRE FIRMA AUTOGRAFI AI FAN – Chissà se sarà stato un bicchiere di vino di troppo, in linea con il suo tatuaggio che recita “I love Wine”, oppure una bottiglia di rum per rimanere in tema con il Capitan Jack Sparrow; qualunque sia la causa il risultato non cambia: una bella caduta per Johnny Depp nel bel mezzo dell’ Hollywood Boulevard.E’ successo poche sere fa è il video con relative foto già impazzano sul web: il bell’attore usciva da un locale e doveva essersi concesso qualche bicchiere di troppo perchè, fermatosi per firmare autografi, alla prima leggera spintarella è volato a terra davanti a fan e paparazzi.Una caduta di stiele (e non solo) per uno degli attori più amati che ha da sempre avuto una passione un po’ eccessiva per l’alcool: siamo sicuri però che questo sia solo uno “scivolone” per Johnny… esagerare del resto è un po’ il suo marchio di fabbrica a basta che non ecceda!

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    The Rum Diary: la trama e il trailer del film con Johnny Depp

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    Di The Rum Diary, la trama e il trailer sono disponibili in questa pagina, vi avevamo già parlato qualche mese fa durante le riprese di questa pellicola con protagonista Johnny Depp e che vede dietro la macchina da presa Bruce Robinson, regista del cult movie Shakespeare a Colazione (1986), la cui ultima pellicola, Gli Occhi del Delitto, risale al 1992.
    Il film è una commedia tratta dall’omonimo romanzo di Hunter S. Thompson e vede protagonista Johnny Depp nei panni di un giornalista che si trova a scrivere per uno sgangherato giornale dei Caraibi. Oltre a Depp nel cast troveremo anche Aaron Eckhart, Amber Heard, Richard Jenkins e Giovanni Ribisi, ma vediamo ora la trama e il trailer di The Room Diary



    Johnny Depp è stato recentemente ripreso ubriaco dai paparazzi che, nel filmato, hanno ironizzato proprio sul titolo di questo suo prossimo film. E infatti la trama di The Room Diary vede protagonista Paul Kemp, un giornalista freelance che, sul finire degli anni ‘50, si trasferisce da New York a San Juan, a Portorico, per lavorare in uno uno scalcinato e fatiscente quotidiano locale. Dalla Grande Mela ad una nuova realtà: la sua vita cambia totalmente e viene catturato da un vortice di alcool, droghe, donne, eccessi e una una relazione con una giovane americana, Chenault, già impegnata con Sanderson, un uomo d’affari coinvolto in loschi progetti immobiliari. Paul dovrà cercare di riconquistare un equilibrio per non smarrirsi completamente e per realizzare i suoi sogni di scrittore.
    Una curiosità: il ruolo di Chenault, interpretato da Amber Heard che ricordiamo in Drive Angry, era stato inizialmente offerto a Scarlett Johannson. Ecco il trailer di The Rum Diary la cui uscita nelle sale statunitensi è prevista per il 28 ottobre prossimo:

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    L'uomo che scrisse questo libro, lo fece con l'alleanza del diavolo, e finì sul rogo per questo.
    (Pedro Ceniza)


    LA NONA PORTA



    Titolo originale The Ninth Gate
    Paese Francia, Spagna
    Anno 1999
    Durata 127 min
    Genere thriller
    Regia Roman Polanski
    Soggetto dal romanzo Il club Dumas
    Sceneggiatura John Brownjohn, Roman Polanski, Enrique Urbizu
    Produttore Roman Polański
    Fotografia Darius Khondji
    Montaggio Hervé de Luze
    Effetti speciali Gilbert Pieri, Jean-Louis Trinquier
    Musiche Wojciech Kilar
    Scenografia Dean Tavoularis
    Interpreti e personaggi
    Johnny Depp: Dean Corso
    Emmanuelle Seigner: la ragazza
    Lena Olin: Liana Telfer
    Frank Langella: Boris Balkan
    James Russo: Bernie
    Jack Taylor: Victor Fargas
    Jose Lopez Rodero: Pablo e Pedro Ceniza
    Allen Garfield: Witkin
    Barbara Jefford: baronessa Kessler
    Willy Holt: Andrew Telfer

    Premi

    European Film Awards 1999: miglior europeo in un film non europeo (Roman Polanski)



    L'enigma è finalmente risolto: viaggiare in silenzio per una strada lunga e tortuosa, affrontare le frecce della sfortuna, senza temere né cappio né fiamme, giocare la più grande delle partite e vincere, non astenendosi da alcuna spesa e sfidare le vicissitudini del fato, e ottenere alla fine la chiave che aprirà... la nona porta! (Balkan)


    TRAMA


    Boris Balkan, un editore e bibliofilo newyorkese, commissiona a Dean Corso, esperto di libri antichi, un'indagine su un testo esoterico rinascimentale presente nella propria collezione privata, Le nove porte del Regno delle Ombre, scritto e stampato nel 1666 da Aristide Torchia, un non meglio definito esoterista veneziano, processato e giustiziato sul rogo dalla Santa Inquisizione. Balkan è in possesso di uno dei tre soli esemplari superstiti ma è anche convinto che solo uno dei tre sia autentico. Promettendogli un lauto compenso, manda Corso in Europa presso i collezionisti in possesso delle altre due copie per scoprire identificare la copia autentica che gli permetterebbe di evocare Satana in persona, dal momento che le xilografie in esso presenti sarebbero un riadattamento operato da Torchia a partire da quelle contenute nell'Horrido Delomelanichon, un libro leggendario mai trovato e ritenuto opera di Lucifero stesso.
    La copia di Balkan era precedentemente appartenuta ad Andrew Telfer che si era suicidato (nella scena iniziale del film) poco dopo avergli venduto il libro. Prima di partire per la Spagna, Corso fa visita alla vedova Telfer (Lena Olin) la quale vorrebbe riavere il libro essendo stato originariamente comprato per lei. Corso rifiuta la proposta, ma la donna lo raggiunge al suo appartamento e, dopo averlo sedotto, lo colpisce e cerca il libro senza però trovarlo. Il socio in affari di Corso, Bernie, che aveva custodito il libro nel suo negozio, è rinvenuto assassinato e appeso per un piede a testa in giù come in una delle incisioni del libro.
    Corso raggiunge Toledo, in Spagna, e parla con i fratelli Ceniza, restauratori di libri, che gli mostrano come alcune delle incisioni siano firmate "LCF", riferimento a Lucifero. Corso prosegue per Sintra, in Portogallo, e incontra Victor Fargas, la cui copia del libro differisce leggermente, proprio nelle incisioni, da quella in possesso di Balkan. Mentre Corso lascia la villa di Fargas, la guardia del corpo della Telfer tenta invano di ucciderlo, ma interviene in suo soccorso una misteriosa ragazza che Corso aveva già incontrato in altre situazioni. La mattina dopo Corso è svegliato nuovamente dalla ragazza e insieme tornano alla villa di Fargas per scoprire che il proprietario è stato assassinato e il libro bruciato, ma privo delle incisioni.
    Corso si sposta quindi a Parigi per incontrare la baronessa Kessler (Barbara Jefford) e studiare la sua copia delle Nove Porte. Anche qui trova differenze nelle incisioni, ma prima di andare via viene colpito alla testa. Al suo risveglio la lussuosa dimora della baronessa è in fiamme e la stessa proprietaria è stata strangolata. Anche in questo caso la copia delle Nove Porte è andata distrutta, tranne le incisioni. Corso capisce che le tre copie erano tutte autentiche e che ognuna conteneva incisioni firmate "LCF". Tornato all'hotel, scopre che la sua copia delle Nove Porte è stata portata via dalla Telfer e, accompagnato ancora una volta dalla misteriosa ragazza, insegue la vedova fino ad una grande villa fuori città. I due scoprono che la Telfer e altri adepti stanno per celebrare un rituale. Durante la celebrazione irrompe improvvisamente Balkan che, dopo aver affermato di aver compreso il segreto delle Nove Porte, uccide in una colluttazione la vedova Telfer.
    Balkan scappa verso un castello e, poco prima di effettuare il rituale di apertura della nona porta, viene interrotto da Corso. Tuttavia il bibliofilo immobilizza Corso e procede con il rituale: descrive il cammino delle nove porte e si dà fuoco, ma qualcosa non funziona e così muore carbonizzato. Corso esce dal castello in fiamme e viene fermato dalla misteriosa ragazza con cui si abbandona ad una notte di sesso.
    Il mattino seguente i due lasciano il castello ma, durante una sosta, la ragazza scompare dopo aver lasciato sul parabrezza dell'auto un messaggio con scritto "Fratelli Ceniza". Corso torna al negozio di Toledo, dove però i due non ci sono più. Mentre degli operai portano via gli ultimi oggetti del locale, da un armadio cade un foglio e Corso scopre che si tratta della vera nona porta, raffigurante la misteriosa ragazza da lui incontrata e il castello in fiamme.



    ...recensione.....


    Quella per il demonio sembra essere diventata una fissazione "saltuaria" del grande Roman Polanski che, a trent'anni di distanza dal bellissimo "Rosemary's baby", torna ad occuparsi di questo tema con l'altrettanto apprezzabile "La nona porta". Ispirato al romanzo "Il club Dumas" di Arturo Pérez-Reverte, questo film riesce perfettamente ad affascinare lo spettatore soprattutto grazie ad un magistrale utilizzo delle atmosfere, da sempre carta vincente delle pellicole del maestro, create grazie alle ambientazioni, alle scenografie, alle musiche e soprattutto alla fotografia davvero molto suggestive e molto attrattive. Il protagonista, infatti, per la sua ricerca sarà costretto a viaggiare in Europa passando per la Spagna, il Portogallo e la Francia. È così che allora il regista ci mostra dapprima delle case ultralussuose, appartenenti ai suoi datori di lavori o ai suoi acquirenti/venditori di libri rari, sempre ricche di biblioteche stratosferiche; per poi accompagnarci in librerie fatiscenti e sicuramente maleodoranti (è anche questa la capacità del regista, quella di esprimerci sensazioni che con la vista solitamente non si colgono), in cui sono sempre i numerosi e polverosi libri a farla da padrone (rimane impresso lo straordinario incipit in cui in uomo si impicca e poi l'attenzione si sposta sulla sua libreria e soprattutto sull'assenza di un determinato libro, dietro il quale si nasconde un "mondo").
    Ed è proprio il libro, l'importanza estrema del suo contenuto (e il fatto che in questo caso si tratti di un contenuto demoniaco è solo un "pretesto" per costruire sul concetto che si vuole trasmettere, un delizioso film di genere), nonché la forza che questo può assumere se mal interpretato o maneggiato dalle "menti" sbagliate, il vero e proprio protagonista assoluto de "La nona porta", nonché il suo pregnante e stimolante sottotesto. Un sottotesto rivestito di tutto punto, grazie all'abilità registica e narrativa di Polanski che si ispira ai grandi, facendoci sorridere e ammirare la qualità del suo lavoro.
    È impossibile non ricordarsi del mitico Philip Marlowe, osservando lo spirito beffardo e sarcastico dell'investigatore privato, qui interpretato da uno straordinario e ironico Johnny Depp, così come viene automatico pensare al geniale Hitchcock più volte omaggiato e richiamato in diverse situazioni. Prima su tutte il ricorso e l'attenzione minuziosa al particolare e agli oggetti, che acquistano così un'importanza decisiva nello scatenarsi degli eventi o un richiamo simpatico ma comunque significativo agli stessi. Qui abbiamo, al di là ovviamente del libro in primis, anche un paio di scarpe da ginnastica e un paio di occhiali.
    Merito del regista è anche quello di aver saputo mescolare abilmente (se si esclude forse l'eccessivamente grottesco e fantasioso finale) la narrazione puramente investigativa caratterizzata da influenze da thriller d'atmosfera, con il paranormale e il surreale, visti i ripetuti riferimenti alla possibilità di Lucifero come scrittore di alcune pagine del libro in questione (scritto guarda caso nel 1666, da cui l'altra chicca di far uscire il film nel 1999, con un continuo e minuzioso gioco di numeri significativi anche all'interno del racconto) e, soprattutto, la presenza di un personaggio molto singolare (interpretato dalla bellissima e ipnotica Emmanuelle Seigner), sorta di angelo/diavolo custode che aiuta più di una volta l'ignaro e un po' sprovveduto protagonista.
    Il tutto, comunque, mescolato ad un irresistibile umorismo, insito soprattutto nella qualità dei dialoghi che alleggerisce la lunga visione e la rende oltremodo più gradevole. Non rimane altro, dunque, che asserire di trovarci di fronte all'ennesimo ottimo lavoro di Roman Polanski che da sempre ha saputo maneggiare e manipolare il genere (dal noir, all'horror, al thriller, al drammatico, ecc...), rendendolo personalissimo e inconfondibile. Così come ha fatto con "La nona porta", film polanskiano fino al midollo, che risulta essere, quindi, un mix perfetto e caratteristico di tensione, curiosità, qualità del racconto, contenutismo e, perché no, leggero intrattenimento.
    ( A. Cavis)