Marilyn Monroe,

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  1. gheagabry
     
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    IL SEX SYMBOL DEI SEX SYMBOL: MARILYN MONROE



    Ormai della bellissima Marilyn si è detto di tutto. Chilometri di inchiostro per descriverla e parlare di lei non voglio dire cose già dette ma soltanto le mie sensazioni e pensieri su di lei. E’ il mio modi di vederla e percepirla. Inutile dire che se è rimasta nella testa e nel cuore di tanti uomini di oggi e ieri la donna in questione aveva sicuramente il “Fattore X”. Quel fattore che rende una donna una vera femmina desiderata da tutti ed innalzandola a sex symbol. E la Monroe ne aveva fin troppo. Cosa aveva di magico questa ragazzetta alta 1,63 per 53 – 55 chili, platinata come tante dive di allora? Quale fattore è stato determinante per innalzarla a sex symbol di tutti i tempi? Cosa l’ha consacrata la donna ideale di tantissimi uomini nel mondo? Una risposta ce l’ho. Il suo modo di essere donna e femmina. Con grazia, gentilezza, sensualità mista a innocenza. Una bellezza che non ammette repliche temperata da un atteggiamento da gatta. Nessuna forma di aggressività nel personaggio creato per i suoi film e per animare i set di Hollywood. Marilyn è l’immagine della donna ideale che tutti gli uomini vorrebbero. Bellissima, formosa, sexy nell’intimità ma svampita, un po’ “leggerina”. Una donna che non impegna ma che travolge i sensi. A cui non si può dire di no guardandola nei suoi grandi occhini spalancati. Una gatta che fa le fusa e con dolcezza riesce a ottenere qualsiasi cosa.



    Una tentazione come nel film “La moglie in vacanza” oppure una cerca ricconi nel film “Gli uomini preferiscono le bionde”. Bellissima la battuta i Jane Russell che nel film le dice se avesse messo del cloroformio nel rossetto per stordire così tanto gli uomini. Nessun cloroformio. Solo l’effetto Marilyn. Stravolgente. Deflagrante. Una donna così riesce a infiammare un uomo solo con uno sguardo. Senza bisogno di spogliarsi. Solo con la sua personalità di finta oca. Con il suo modo di baciare completamente rapita un uomo. Bellissima la scena del film “A qualcuno piace caldo” quando Marilyn bacia e seduce con ardore Tony Curtis nel suo yacht. La scena è bellissima perché si vede una vera donna come deve fare per mettere in padella la sua preda.



    Quante donne a attrici di oggi hanno tale carica erotica? Care mie il sexy appeal non si compra al mercato. Si è sexy per un dono. Marilyn era sexy anche con un accappatoio addosso o coperta fino ai piedi. Lei era una essenza sessuale che aleggiava nella testa di chiunque la incontrasse. Era sexy per come parlava, come rispondeva quando veniva intervistata o quando mangiava. E ogni cosa che faceva la rendeva esplosiva. Una bomba sexy senza tempo e senza età. Se avessimo solo un quarto del suo fascino allora saremmo delle vere seduttrici…Invece oggi molte donne hanno scordato cosa significa essere femminili, come si cammina sui tacchi e come si indossa il reggicalze. E’ una vergogna.

    Perché è morta la femminilità? Sicuramente noi donne ci siamo perse dietro al lavoro, alla famiglia perdendo di vista noi stesse.

    (dal web)





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    Edited by gheagabry - 23/9/2011, 19:35
     
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  2. gheagabry
     
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    Marilyn e Yves Montand



    Marilyn voleva dimostrare a coloro che la reputavano una “bambola tutto sesso”, di avere un’anima e non solo un corpo, di essere in grado di interpretare ruoli più complessi, diversi da quelli dell’ oca giuliva, che solitamente le assegnavano. Ma le regole di Hollywood erano ferree, e proprio durante l’interpretazione dell’ennesimo ruolo da svampita, in una commedia firmata da George Kukor, incontrerà un uomo venuto da lontano, che fu in grado di renderla felice , Yves Montand.

    Il film, mai titolo fu più profetico, si chiamava Facciamo l’Amore, e finì per essere, fra i suoi film, quella che la Monroe odiò di più; non volle neanche vederlo:

    “La parte che avevo era ridicola, nulla da dire, poco da fare, il cervello in frigorifero”.



    E soprattutto il cuore a pezzi. Quello che poteva essere un grande amore sbocciato sul set finì nel peggiore dei modi, troncato sul nascere, decapitato. Frettolosamente fu retrocesso al rango di una banale avventura extraconiugale.
    All’epoca il matrimonio dell’attrice con Arthur Miller, dava già i primi segni di cedimento. Lo stesso Miller dichiarò più tardi:

    “Suppongo che il nostro matrimonio stesse andando a pezzi(…) Marilyn guardava Montand come se lo idolatrasse, senza rendersi conto che lui non era poi così incredibilmente forte. In qualsiasi momento della sua vita, l’arrivo di un estraneo era di estrema importanza. Uomo o donna che fosse, era investito di immense aspettative che naturalmente crollavano quando la persona in questione si rivelava semplicemente un essere umano.”

    Sempre in cerca di un uomo su cui poter contare, Marilyn constatò che la sicurezza e la “joie de vivre” di Montand erano per lei fonte di fiducia.



    “Marilyn, vi spiegheranno, era una ragazza sbalestrata, consumata dai sonniferi”, scrisse Montand nella sua biografia. “Magari lo era davvero. Ma la donna che ho frequentato per tre mesi non era così. Recitava la parte di Marilyn esteriormente, però nell’intimo ho conosciuto una persona solida, piena di buon senso, con la vitalità di una contadina ben piantata, con i piedi per terra”.

    Sul set la prima diva d’America faceva qualche capriccio; per il resto appariva distesa, tranquilla. La prospettiva di un nuovo amore le permetteva di rifiorire.



    “Possedeva una sorta d’innocenza, e più era se stessa, più era attraente”, la descriveva Montand.
    Giorno dopo giorno, prova dopo prova tra i due nacque un affiatamento che andava al di là dell’amicizia o del cameratismo del set e ben presto fu piuttosto difficile nascondere l’evidenza. Sul set di Facciamo l’amore divenne ben presto evidente che i due attori prendevano sul serio il titolo del film, e piano piano la relazione che si stava instaurando tra Marilyn e Montand divenne oggetto delle chiacchiere di Hollywood e subito dopo del mondo intero. I giornali di bassa lega non lesinarono i pettegolezzi, e proprio quando la stampa scandalistica si avventò sulla vicenda con avidità cannibalesca, Montand decise di dare un taglio netto.
    “Si dissero addio – sembrava la cena di un film, una commedia sofisticata di Hollywood – sul sedile posteriore di una Cadillac, un addio forzato che si tinse di patetico”.Montand le disse che era stato felice con lei e che sperava di averle regalato qualche attimo di gioia, ma che non aveva nessuna intenzione di lasciare sua moglie, Simone.




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  3. gheagabry
     
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    ritratto-di-marilyn-monroe


    Hanno detto di lei:

    “Di tutte le cose fatte nella mia vita, la cosa per cui sono più famoso è l'essere stato il primo marito di Marilyn Monroe. Non ho mai conosciuto Marilyn Monroe, ma credo di aver conosciuto la persona reale che ci stava dietro».(Joe Di Maggio,suo ex marito)

    Marilyn ha paura di tutto. Bisogna che trovi qualcuno capace di rassicurarla, di aiutarla, di farle vincere le sue paure» (Yves Montand).(Yves Montand,uno dei suoi amanti)

    «Il suo seno era un miracolo per la sua forma e la sua consistenza e per l'evidente resistenza che opponeva alla forza di gravità»(Billy Wilder,regista)

    «La metto a fuoco e poi, guardando nel mirino, riesco a vedere il suo sex appeal sbocciare come un fiore» (Earl Theisen, fotografo).



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  4. gheagabry
     
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    Le foto di Marilyn Monroe vendute all’asta



    Una serie di foto dei primi anni anni di carriera di Marilyn Monroe è stata venduta a un’asta a Beverly Hills, California, per 352mila dollari. Le foto furono scattate nel 1946 da Joseph Jasgur, quando Marilyn aveva 19 anni e si chiamava ancora Norma Jeane Dougherty.



    Le foto di Jasgur offrono uno sguardo insolito sui primissimi anni della carriera di Marilyn Monroe, ritratta in pose molto naturali e lontane da quelle più sofisticate e costruite a cui siamo abituati ad associare la sua immagine. Jasgur morì nel 2009 dopo avere passato gli ultimi anni della sua carriera a cercare di tornare in possesso di queste foto. Lo scorso febbraio un giudice ha stabilito che le foto venissero messe all’asta e che il ricavato servisse a pagare i debiti lasciati da Jasgur.






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  5. gheagabry
     
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    Il manifesto del Festival di Cannes 2012 è dedicato all’indimenticabile Marilyn Monroe

    Manifesto-Cannes-2012

    Archiviati gli Oscar, è già tempo di proiettarci verso Cannes 2012, che si terrà nella bella cittadina francese come di consueto nel mese di maggio, precisamente dal 16 al 27. Sarà nuovamente grande cinema e grande spolvero di star, di divi e di divine sfolgoranti nei loro look migliori sul red carpet, proprio come ogni edizione. Ma a dominare tutta la kermesse, quest’anno sarà la meravigliosa, indimenticabile icona di bellezza e sensualità Marilyn Monroe, che campeggia sul manifesto ufficiale del Festival di Cannes 2012.

    Per questa edizione la scelta della testimonial è caduta proprio sulla bionda interprete di Fermata d’autobus e A qualcuno piace caldo, perché il “compleanno” del Festival di Cannes (il 65mo), coincide proprio con il 50mo dalla morte di Marilyn, avvenuta in tragiche circostanze nella sua villa di Los Angeles il 5 agosto del 1962, quando la diva aveva appena 36 anni.

    Nella bellissima fotografia in bianco e nero che immortala la Monroe (scattata dal fotografo tedesco Otto L. Bettman), si vede l’attrice colta in un momento particolare della sua vita, ovvero mentre spegne una candelina su una torta (il giorno del suo compleanno?), all’interno di un’automobile.

    Un’immagine altamente simbolica, visto che per l’appunto di anniversari si parla, e soprattutto carica di tutta quella speciale allure che solo Marilyn sapeva sprigionare. Una scelta davvero quanto mai azzeccata, che il comunicato ufficiale del Festival così motiva: “Ognuna delle sue apparizioni sul grande schermo ha scatenato l’immaginazione degli spettatori.

    Il manifesto ritrae Marilyn in un momento intimo, [...] un modo per ricordare l’anniversario della sua morte, che coincide con quello del Festival”, per concludere che: “Il Festival è il tempio del glamour e Marilyn ne è la perfetta incarnazione. La loro unione vuole ribadire l’ideale di semplicità ed eleganza“. Direi che c’è davvero poco altro da aggiungere. In attesa delle star in carne e ossa, quelle di oggi, godiamoci il ricordo di un mito senza tempo.

     
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  7. @Claudia82&Azzurra55@
     
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    Io adoro Marilyn Monroe..

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    E' una diva e ancora oggi viene stimata da tutti..

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    La strana morte di MARYLIN MONROE – (05/08/1962)

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    Marilyn Monroe, nome d’arte di Norma Jeane Baker (Los Angeles, 1º giugno 1926 – Los Angeles, 5 agosto 1962), è stata un’attrice, cantante, modella e produttrice cinematografica statunitense.
    Video
    È conosciuta principalmente per le sue interpretazioni di A qualcuno piace caldo (Golden Globe come Migliore attrice in un film commedia o musicale), Gli uomini preferiscono le bionde, Fermata d’autobus, Gli spostati e Quando la moglie è in vacanza. In quest’ultimo film c’è la scena del sollevamento della gonna su una griglia di aerazione, che ha contribuito alla creazione del mito di Marilyn.

    marylin-monroe-scena

    Il suo mito è dovuto, oltre che al suo indiscutibile fascino, anche al suo talento artistico: Marilyn non era solo il “sogno proibito d’America”, ma era anche una bravissima attrice. Il fascino che emanava dal grande schermo e dalle copertine in carta patinata ha contribuito a farne un sex symbol fuori da ogni tempo; la fragilità che ha contraddistinto la sua esistenza (per molti versi tumultuosa e culminata in una morte tanto prematura quanto misteriosa) l’ha resa una vera e propria icona della cultura pop.

    È stata anche una cantante, dalle doti non particolarmente eccelse ma con un timbro vocale in grado di affascinare l’ascoltatore. Fra i suoi successi, quasi tutti inseriti nel contesto dei film da lei interpretati, vi è anche la celeberrima My Heart Belongs To Daddy di Cole Porter. Altri grandi successi canori di Marilyn sono stati Bye Bye Baby, cantata nel film Gli uomini preferiscono le bionde, e I Wanna Be Loved By You, cantata nel film A qualcuno piace caldo. La Marilyn cantante è tuttavia ricordata più che altro per l’intervento canoro – immortalato in un enigmatico quanto affascinante filmato video in bianco e nero con l’artista illuminata da un semplice occhio di bue – al party di compleanno del presidenteKennedy, quando intonò – con fare malizioso ed ammiccante - Happy Birthday, Mr. President.

    La Morte di Marilyn


    Marilyn-Monroe-Dead-New-York-Daily-News-Monday-August-6-1962

    La morte dell’attrice statunitense Marilyn Monroe, avvenuta il 5 agosto 1962, ha suscitato clamore ed interesse nell’opinione pubblica.

    Il giorno prima del decesso, l’attrice, che venne trovata morta nel letto della sua abitazione, si trovava nella sua casa a 12305 di Fifth Helena Drive, dove viveva da sola con la sua governante, Eunice Murray. Era controllata dai suoi vari medici; alcuni giorni prima della morte era stata visitata dall’internista Hyman Engelberg, il 1 agosto e il 3 agosto, che le fece delle iniezioni ricostituenti.

    La Monroe, il giorno prima aveva più volte tentato di chiamare senza successo il suo ultimo amante Robert Kennedy, (tale affermazione trovò successivamente conferma grazie ad un operatore telefonico che riferì di diverse chiamate effettuate dall’attrice all’hotel dove Kennedy risiedeva e lasciò numerosi messaggi). L’attrice chiamò dunque per consolarsi il critico letterario ed amico Robert Slatzer, a cui confidò la tristezza di non riuscire a mettersi in contatto con il suo amato.

    Il 4 agosto le aveva telefonato il suo ex marito Arthur Miller, poi verso le 18.30 l’amico massaggiatore Ralph Roberts, al quale aveva risposto lo psichiatra Ralph Greenson dicendo che Marilyn non si trovava in casa ed incuriosendo l’amico di ciò. L’ultima persona che le fece visita fu Patricia Newcomb che la vide molto nervosa.

    Altra telefonata, questa volta ricevuta, quella di Joe di Maggio junior, il figlio di un altro dei suoi mariti, Joe di Maggio; Isadore Miller, padre di Arthur, non riuscì invece a parlare con lei. Più tardi, verso le 19.30 aveva chiamato anche Peter Lawford cognato del presidente degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerald Kennedy. Tale telefonata fu confermata dallo stesso Lawford al giornalista Earl Wilson del New York Post solo anni dopo: le aveva telefonato per invitarla a cena, ma lei rifiutò, e nel salutarlo gli disse «goodbye»; tale saluto insospettì Lawford che chiamò l’agente di Marilyn Milton Rudinche poi cercò di chiamare l’attrice. L’attrice aveva telefonato poco prima al poeta Norman Rosten, altro suo amico, col quale prese un appuntamento per vedersi.

    Versione ufficiale

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    La versione ufficiale riporta che la governante camminando nel corso della notte per il corridoio vide la luce della stanza da letto della Monroe accesa, bussò alla porta ma non ebbe alcuna risposta. Erano le 3:30 circa. Poco dopo, preoccupata, chiamò lo psichiatra che aveva in cura Marilyn, Ralph Greenson. Quest’ultimo entrato nella camera da letto dell’attrice quando nell’appartamento era intanto giunto anche il medico Hyman Engelberg, ne uscì poco dopo, alle 4.25, annunciando la morte della Monroe. I presenti chiamarono quindi il dipartimento di polizia di West Los Angeles.

    Le indagini furono affidate al tenente Robert E. Byron. L’attrice si era suicidata ingerendo una dose letale di Nembutal, 47 pasticche prese insieme a una dose sconosciuta di idrato di cloralio.

    Altre versioni

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    Jack Clemmons


    A rispondere alla chiamata quella notte fu il sergente Jack Clemmons. Aveva telefonato Engelberg asserendo subito che si trattava di suicidio. Il poliziotto corse, preoccupato che fosse uno scherzo, all’abitazione della diva e nel frattempo chiamò un’altra pattuglia. Le fonti concordano nel dire che sia lui il primo ufficiale di polizia a giungere a casa della Monroe.

    Eunice Murray gli disse che intorno alle 22.00 si era accorta della luce accesa nella camera della donna, ma non fece nulla trovando il fatto normale, ma dopo verso le 24.00 nuovamente si alzò si avvicinò alla porta, bussò ma nessuno le rispose. Non riuscendo a mettersi in contatto con la donna, preoccupata chiamò Greenson, vi era un buco di ore che venne giustificato affermando che stavano aspettando l’autorizzazione della Fox per avvertire le autorità della morte dell’attrice.

    La scena che si presentava al sergente era totalmente confusa, descrisse nel suo rapporto la posizione in cui trovò il cadavere: stesa con la pancia in giù in diagonale, coperta dal lenzuolo, Greenson aggiunse che stava stringendo il telefono quando l’aveva trovata. Raccontò a Robert Slatzer che si trattava di un evidente omicidio, Venne informato dei fatti il capo della polizia William Parker. Tempo dopo in vista dell’imminente intervista che Clemmons voleva rilasciare al giornalistaWalter Winchell sull’accaduto venne allontanato per sempre.

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    Thomas Noguchi

    Thomas Noguchi era noto in tutto il mondo perché eseguiva le autopsie soltanto su personaggi celebri. Iniziò l’autopsia sull’attrice alle 10.30 del 5 agosto 1962, l’operazione durò 5 ore rivelò circa 8 mg di idrato di cloralio e circa la metà di nembutal nel suo sangue. Terminò dicendo che si trattava di un «avvelenamento acuto di barbiturici» ma lasciando scritto nel rapporto anche «in sospeso». Venne intervistato molte volte sull’accaduto ma non trovando pace chiamò per un consulto il tossicologo R.J. Abernethy e spedì le carte che non gli arrivarono mai, che invece furono fotocopiate e archiviate.

    Nel 1983 pubblicò un libro, coroner che descriveva in dettaglio le varie autopsie che aveva eseguito sulle celebrità. Nel mese di ottobre del 1985 dirà all’ABC Eyewitness News che durante l’autopsia non riuscì a spiegare le contusioni della donna ritrovate vicino all’anca e sulla schiena inoltre affermò che lo stomaco era quasi vuoto mentre non aveva trovato tracce di pillole ingerite.

    James Hall

    Fra le varie testimonianze oculari vi era quella di James Hall, autista di ambulanze. La sua dichiarazione si colloca in linea temporale prima dell’arrivo della polizia, intorno alle 3.00. Come raccontò a Anthony Summers, accorrendo ad una chiamata lui e un medico trovarono Marilyn in semicoma, prima di trasportarla come richiesto, le fornirono di ossigeno con cui la diva si riprese. La volevano portare in un ospedale per semplici controlli ma un medico non meglio identificato prese il corpo della donna e le fece un’iniezione intercardiaca che le spezzò una costola. L’attrice quindi morì, davanti ai suoi occhi, e non trovando altre parole definì l’accaduto omicidio. L’iniezione viene riferita anche da un’altra testimonianza, quella di Norman Jeffries, parente di Eunice, tuttofare, avvertito dalla parente.

    Marylin-Monroe-morte
    Lionel Grandison

    Lionel Grandison era il vice coroner, il funzionario che firmò il certificato di morte con l’indicazione di suicidio. Affermò in seguito che aveva protestato vivacemente al momento, egli era convinto che non si trattasse di suicidio ma di omicidio e che venne costretto a firmare quel certificato, così come gli era stato posto. Era convinto che quei segni sul corpo dell’attrice che non trovarono spiegazione potessero essere provocati da un’iniezione e che i report dell’autopsia fossero stati alterati. Attaccò quindi pesantemente il suo capo, il coroner Theodore Curfey accusandolo di aver orchestrato il tutto.

    John Miner

    John Miner era un procuratore che aveva assistito Noguchi durante l’autopsia, fu il primo a dissentire al riguardo dell’ipotesi del suicidio, notava la violenza con il quale quel corpo sembrava essere stato trattato, giungendo a scrivere nel suo rapporto «i can say definitely that it was not suicide» in seguito corresse le sue affermazioni, volendo dire che non si trattava di un suicidio intenzionale.

    In seguito nel programma televisivo Hard Copy dichiarò che durante le indagini vennero trascurati alcuni elementi che non coincidevano con la tesi del suicidio.

    Eunice R. Murray

    Eunice R. Murray (1902 – 1994) era l’amica, governante e arredatrice d’interni di Marilyn Monroe. Fu secondo la versione ufficiale la prima persona che si allarmò per il destino dell’attrice. Conosceva Ralph Greenson da molto tempo in quanto anni prima fu una sua paziente, e fu lui a chiederle di stare accanto all’attrice in quel periodo.

    Durante le varie testimonianze rese cambiò più volte versione fino a quella raccontata nel libro da lei scritto, The last months redatto insieme a Rose Shade, nome da sposata di Rose Murray imparentata con Eunice, pubblicato nel 1975, anche se in realtà si trattava in buona parte di un’intervista rilasciata dalla testimone nell’estate del 1973. Qui raccontò di aver spostato il cadavere, pulito la camera da letto e di aver lavato le lenzuola e i vestiti che indossava la donna. Aveva chiamato, prima della polizia, l’autista della limousine Rudy Kautzsky, che come testimoniò non vide mai il corpo dell’attrice quella sera, e il suo genero Norman Jeffries. Cambiò versione anche per quanto riguarda la posizione in cui trovò il corpo: inizialmente disse di aver trovato il corpo a terra, e poi sul letto nell’intento di effettuare una telefonata e ancora dopo nudo sempre sul letto.

    Si trattavano degli ultimi giorni di lavoro della donna in quanto era stata licenziata

    Marilyn-Monroe-tomba

    Ralph Greenson

    Romeo Samuel Greenschpoon (1911 – 1979), è stato un celebre psichiatra che ebbe fra i suoi pazienti oltre Marilyn anche Tony Curtis, Frank Sinatra, Vivien Leigh e altri. Lui fu il primo a trovare il cadavere, durante le indagini emersero, per le sue dichiarazioni, alcuni lati oscuri della vicenda:

    Testimoniò che la donna ingerì un flacone intero di barbiturici: inizialmente non fu trovata traccia di alcun contenitore di acqua o altro liquido vicino al corpo. In seguito venne ritrovato un bicchiere mezzo vuoto vicino al letto dell’attrice, anche se si registrò un guasto nell’impianto idraulico segnalato poco prima dalla governante.
    Testimoniò che infranse il vetro della finestra della camera da letto per entrare nella stanza della donna, chiusa a chiave, ma le tracce, i residui dei frammenti di vetro infranto vennero trovate all’esterno della villa e non nella camera come avrebbe dovuto essere, suggerendo che la finestra fosse stata invece rotta dall’interno.
    Intorno alla mezzanotte del 5 agosto, il sergente Lynn Franklin fermò una mercedes nera vicino a Roxbury Drive, viaggiava a 120 km all’ora superando di molto il limite massimo di velocità. Alla guida dell’auto vi era Peter Lawford, dietro, riconosciuto dal poliziotto, Bob Kennedy. Vi era una terza persona e quando vide delle foto la riconobbe in Greenson. In seguito rilasciò un’intervista per un documentario francese dove non fece menzione del nome dello psichiatra.
    Marylin-Monroe-stanza
    Bernie Spindel

    Bernard Spindel (chiamato Bernie) era un esperto di intercettazioni telefoniche, che aveva collaborato più volte con l’FBI. All’epoca disse di lavorare per Jimmy Hoffa e che da lui ebbe l’incarico di sorvegliare le telefonate che provenivano dalla casa dell’attrice. A suo dire aveva registrato conversazioni di entrambi i fratelli Kennedy ma tali conversazioni vennero sequestrate.

    L’esistenza di tali nastri fu confermata da Bill Holt, esperto di esplosivi e dall’avvocato Micheal Morrissey. Secondo la testimonianza di Spindel, si registrò una telefonata nelle prime ore del 5 agosto dove si sentiva chiaramente una voce che chiedeva se una persona fosse morta, come da dichiarazione resa lui stesso davanti a Frank Hogan.

    William Graf poi smentì quanto dichiarato da Spindel. Anni dopo, nel 1983, quando la villa fu comprata dall’attrice Veronica Hamel, durante i piccoli restauri e le nuove installazioni furono trovati dei cavi telefonici aggiuntivi a quelli normalmente usati.

    I Funerali


    Monroe-funerale
    Tempo prima aveva confidato a Truman Capote durante un funerale all’universal funeral home dell’attrice Constance Collier che avrebbe voluto che le sue ceneri fossero sparse lungo le onde del mare.

    Di Maggio si occupò dei funerali, che si tennero al Westwood Memorial Park l’8 agosto 1962. Secondo quanto riferì la sorellastra di Marilyn, Berniece Baker Miracle, che dalla Florida prese un aereo per la West Coast non appena ricevette la notizia, Di Maggio volle prendersi cura di tutte le pratiche e lei acconsentì. Organizzò il tutto con Inez Melson (3 marzo 1900 - 6 luglio 1986), amministratrice dei beni di Marilyn. Gli altri ex mariti non presenziarono, presenti invece Robert Slatzer a cui non fu concesso vederne la salma, Greenson con la famiglia, Murray e Newcomb stavano lontano, si contavano una ventina di persone. Celebrata da A.J. Soldan con le note di Over the Rainbow (Judy Garland in Mago di Oz). L’orazione funebre doveva essere letta dal poeta Carl Sandburg, impedito lo sostituirà Lee Strasberg.

    Marilyn è sepolta in un loculo al Westwood Village Memorial Park Cemetery. Aveva fatto seppellire lì anche Grace Goddard perché vi era sepolta anche la zia di Grace – che si prese cura di Norma Jeane per un breve periodo. Quando la sua carriera stava decollando, Marilyn chiese al suo truccatore personale, Whitey Snyder, di prometterle che alla sua morte si sarebbe occupato del trucco. Snyder rispose scherzando che l’avrebbe fatto se il suo corpo gli fosse portato ancora caldo. Alcuni giorni dopo, ricevette dei soldi e una nota: “Caro Whitey, mentre sono ancora calda, Marilyn”. Mantenne la sua promessa con l’aiuto di una bottiglia di whisky.

    In uno dei periodi in cui Gladys non era in un ospedale psichiatrico, sposò quello che sarebbe stato il suo ultimo marito, John Stewart Eley, che morì nel 1952. Nel frattempo le era stata diagnosticata una forma di schizofrenia. Uscì definitivamente dalla casa di cura nei primi anni settanta e si trasferì in Florida, dove sua figlia, Berniece, la venne a prendere all’aeroporto. Morì diinsufficienza cardiaca congestizia l’11 marzo del 1984, presso una casa di riposo. Ossessionata dalle credenze dei Cristiani Scientisti, si rifiutava di parlare di Norma Jeane o Marilyn Monroe, forse per incapacità di ricordare il passato. A quanto pare, una donna che era stata così affascinata dalle stelle del cinema da dare a sua figlia il nome di un’attrice, Norma Talmadge, non seppe mai di aver avuto come figlia una delle donne più famose della storia.

    Quando il medico legale diede il nulla osta per il funerale dell’attrice, dopo l’autopsia, i suoi più stretti collaboratori prepararono la salma per la camera ardente. AllanWhitey Snyder, fedele truccatore di Marilyn da alcuni anni, si occupò, con l’aiuto della costumista Marjorie Plecher (10 giugno 1925 - 4 ottobre 2009), della parrucchiera della Fox Agnes Flanagan e di Pearl Porterfield di rendere per l’ultima volta il suo volto sfavillante di luce e di colori. Le fu poi fissata sulla testa la parrucca bionda e liscia con frangetta che aveva portato nel film Gli spostati. Una sua collaboratrice ottenne che Marilyn indossasse per l’estremo viaggio un abito verde dello stilista fiorentino Emilio Pucci che l’attrice aveva acquistato recentemente. Poiché, dopo l’intervento del patologo, non c’era più traccia dei seni, il reggiseno fu riempito con della stoffa. Hugh Hefner ha acquistato una tomba accanto a quella di Marilyn per 85.000 dollari; l’altra tomba adiacente è stata venduta per 125.000 dollari. Non vi sono altre tombe disponibili accanto alla sua.

    L’ex marito, Joe Di Maggio, nei primi tempi dopo la morte di Marilyn, portò personalmente una volta a settimana un mazzo di rose rosse sulla tomba dell’attrice, in seguito, per quasi un ventennio, sino al 1982 li fece recapitare da un fioraio, ma solo in ricorrenza del compleanno. Diversamente farà Slatzer che deporrà per tutta la vita delle rose bianche sulla tomba.

    Il Testamento

    Nel testamento si leggono i beneficiari:

    Bernice Miracle: 10.000 dollari
    Norman e Hedda Rosten: 5.000 dollari (devoluti in favore della figlia, Patricia)
    Xénia Karlovna Ziller (vedova di Michael Chekhov) : 2.500 dollari ogni anno
    Gladys Baker: 5.000 dollari ogni anno
    May Reis: (la segretaria) 10.000 dollari a cui si aggiunse un 25% del bilancio
    Marianne Kris: 25% del bilancio, che avrebbe dovuto donare ad un ente di sua scelta
    Lee Strasberg: 50% del bilancio a cui si aggiungevano beni personali
    La seconda moglie di Lee Strasberg, Anna, ricavò moltissimo dai beni dell’attrice e curò il Marilyn Monroe Theater e il Marilyn Monroe Museum

    Anna Freud, creò la Hampstead Child-Therapy Clinic con sede a Londra, fu questo l’ente beneficiario scelta da Marianne Kris, tale società venne anche riconosciuta come «legataria principale» dei diritti dovuti all’immagine dell’attrice, ricavando circa un milione e mezzo di dollari all’anno per diversi anni.

    Inez Melson, l’amministratrice dei beni di Monroe e la tutrice della madre dell’attrice, con il suo legale Allen Stein impugnò il testamento, volendo dimostrare che lo scritto era stato redatto sotto l’influenza di Marianne Kris: era l’ottobre del 1962. Il procuratore di New York considerò valido il testamento.

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    Monroe e i tacchi a spillo, omaggio da Ferragamo

    A Firenze grande mostra con documenti, foto, opere d'arte



    FIRENZE - Marilyn Monroe e i suoi abiti, indossati nei film e nella vita privata, le sue adorate scarpe dal tacco a spillo di 11 cm, ma anche i suoi scritti, alcuni documenti originali, foto, filmati e opere d'arte che la vedono protagonista. Ecco il corpus che racconta le mille sfaccettature della donna e della star Norma Jeane Baker, in arte Marilyn Monroe, attraverso una grande mostra allestita al Museo Salvatore Ferragamo, in Palazzo Spini Feroni a Firenze, dal 20 giugno a gennaio 2013.



    Anche Firenze onora il ricordo di Marilyn nel cinquantesimo anniversario della sua morte, avvenuta il 5 agosto del 1962. La mostra, a cura della direttrice del museo Stefania Ricci e del critico d'arte Sergio Risaliti, ne racconta il mito confrontando i momenti sul set e quelli della sfera del quotidiano. Una grande sala è dedicata agli abiti indossati nei film, circa 50 modelli, tra cui quelli scelti per Niagara, Quando la moglie è in vacanza, Fermata d'autobus, A qualcuno piace caldo, Gli spostati. E poi ci sono le scarpe, le sue adorate decolleté dal tacco a spillo: esposti 30 modelli, tra cui quelli creati per lei da Salvatore Ferragamo in persona.



    Scarpe ideate per esaltare la sua sensualità, che lo stesso Salvatore paragonava a quella di Venere. L' esposizione prosegue analizzando il rapporto con il mondo dell'arte, soprattutto con i grandi fotografi che l'hanno ritratta, tra cui Cecil Beaton, Bert Stern, George Barris, Milton Greene, André de Dienes. Scatti che vengono messi a confronto con alcune opere del passato, come il gesso della Ninfa dormiente del Canova, prestato dal Museo di Possagno, l'Alessandro morente conservata al Museo Archeologico di Firenze e infine l'opera 'Quattro Marilyn' in bianco e nero di Andy Warhol, prestata dal The Andy Warhol Museum di Pittsburg.



    Nella mostra si ricorda anche l'interpretazione di Marilyn fornita da Pier Paolo Pasolini nel film La rabbia (1962). A Firenze il ricordo del mito di Marilyn prosegue al Gallery Hotel Art, un albergo della catena Lungarno Collection di proprietà della famiglia Ferragamo, che ospita una rassegna di 22 scatti in bianco e nero dedicati alla diva (visibile dal 20 giugno al 15 settembre 2012). La rassegna "On the heels of Marylin", organizzata in collaborazione con la Galleria Brancolini Grimaldi, è stata esposta fino al 20 maggio alla Getty Gallery di Londra.
    (ansa)

     
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    Marilyn Monroe, 85 anni fa nasceva una stella
    Nell’anniversario della nascita della diva immortale ripercorriamo la sua vita e la sua carriera con una photogallery

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    Come lei nessuna mai. Ci sono Audrey, Brigitte, la Lollo e poche altre dive destinate a rimanere vere e proprie icone, ma Marilyn Monroe è un’altra storia…

    Norma Jeane Baker, questo il suo nome all’anagrafe, nasceva a Los Angeles esattamente 85 anni fa, il 1º giugno 1926 e ancora oggi, a quasi 50 anni dalla sua morte (5 agosto 1962), resta un mito indiscusso dell’immaginario pop-cinematografico amato da tutte le generazioni.

    Attrice, cantante, modella e produttrice cinematografica, Marilyn incarnava il “sogno proibito d’America” conquistando, con quel cocktail irresistibile di fragilità e sensualità, donne e uomini di tutto il mondo.

    Oltre alle scene e alle immagini immortali con cui tutti la ricordano (su tutte quella del vestito svolazzante di Quando la moglie è in vacanza) a passare alla storia sono anche le canzoni da lei interpretate con quella voce certo non eccezionale, ma decisamente inconfondibile e suadente. Da Bye Bye Baby, cantata nel film Gli uomini preferiscono le bionde, e I Wanna Be Loved By You, cantata nel film A qualcuno piace caldo, così come anche quell’Happy Birthday Mr. President intonato il 19 maggio 1962 al Madison Sqauare Garden di New York per il compleanno del presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzgerald Kennedy.

    In questo anniversario ripercorriamo alcuni momenti indimenticabili della sua vita e della sua carriera. Dalla sua infanzia, ai suoi matrimoni con Joe DiMaggio e Arthur Miller passando per i set dei suoi film più celebri e i momenti di gloria ai Golden Globe e sulla Hollywood Walk of Fame. Proprio qualche giorno fa inoltre la CNN ha pubblicato foto inedite acquistate nel 1980 a un mercatino da un collezionista e di cui non si conoscono ancora gli autori e le esatte location. Un mito sempre avvolto dal misero… (Foto Getty Images e Kikapress)

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    Marilyn Monroe in Giungla d'asfalto (1950)

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    La star in Matrimoni a sorpresa (1952)

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    La star in una scena di La tua bocca brucia con Richard Widmark (1952)

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    Jane Russell e Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde (1953)

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    Jane Russell e Marilyn Monroe fanno lo stampo delle loro mani davanti al Grauman's Chinese Theatre di Los Angeles alla premiere del film Gli uomini preferiscono le bionde di cui sono protagoniste

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    Marilyn Monroe in posa in una foto del 1954

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    Il primo aprile 1954 Marilyn Monroe e il giocatore di baseball Joe DiMaggio si sposano a San Francisco. Eccoli felici durante la cerimonia

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    La storica immagine del vestito svolazzante in Quando la moglie va in vacanza (1955)

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    L'attrice durante le riprese di Il principe e la ballerina il 7 agosto 1956

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    Primo piano di Marilyn Monroe datato il 14 luglio 1956

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    La star con il marito sceneggiatore Arthur Miller sposato nel 1956. Prima di lui Marilyn Monroe era stata sposata con James Dougherty e Joe DiMaggio

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    La regina Elisabetta II stringe la mano a Marilyn alla presentazione della Battaglia di Rio della Plata

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    L'attrice in bicicletta nella campagna inglese il 13 agosto 1956

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    Tony Curtis e l'attrice nella commedia A qualcuno piace caldo (1959)

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    Marilyn balla in Facciamo l'amore (1960)

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    13 marzo 1962: Marilyn Monroe riceve il Golden Globe da Rock Hudson durante l'annulae cena dell'Associazione stampa straniera a Hollywood

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    Marilyn Monroe fotografata in un momento di spontaneità

     
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  11. gheagabry
     
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    Marilyn, quando l'eleganza e' glamour biondo

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    Nel 50mo anniversario della morte Marilyn Monroe (il 5 agosto), rimane l'angelo biondo di Hollywood, congelata, con la sua prematura scomparsa a 36 anni, nel pieno della sua bellezza prorompente. Una bellezza che oggi si direbbe 'curvy' (anche se era una taglia 42/44), e che rimane un'icona del cinema e della moda, dello stile sexy e glamour. Basti pensare che l'abito indossato da Marilyn nel film ''Quando la moglie e' in vacanza'' nella celebre scena della metropolitana, e' stato duplicato nel tempo da tante griffe e tuttora viene riproposto dagli stilisti che rileggono gli anni Cinquanta.

    L'abito originale era un top con scollatura all'americana color avorio, in rayon acetato e gonna plisse', che con un colpo di vento proveniente dai sotterranei della metro, svolazzava, scoprendo l'intimo e le bellissime gambe della diva. Tra le immagini piu' celebri c'e' anche l'abito di lame' dorato con scollatura ai limiti del film ''Gli uomini preferiscono le bionde''. E anche l'abito bustier in satin rosa con il quale l'attrice cantava nello stesso film, ''Diamonds are a girl's best friends''.

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    Quest'ultimo capo, creato da Travilla, era un modello senza spalline, con la fodera di seta nera e un fiocco enorme dietro alla schiena. La cintura esaltava il vitino di vespa della Monroe (misure perfette 90-60-90) mentre ballava. Il fiocco non faceva altro che mettere in risalto il suo lato B, perfettamente scolpito. Ma Marilyn non verra' ricordata solo per look sensuali, ma anche per la sua aria d'innocenza: basti pensare all'attrice nelle foto dove indossa il maglione bianco a trecce, rilanciato da Gerard Darel. Oppure alle immagini de 'Gli Spostati', dove Monroe era semplicemente incantevole, anche con un semplice paio di jeans a tubo e una camicia bianca. Tutti infine ricorderanno il tubino rosso 'incendio' di Marilyn nel film Niagara.

    O l'abito a sirena in paillettes verdi, che l'attrice indosso' per ritirare il Golden Globe. Capi imitati milioni di volte. Fu proprio quest'ultimo vestito ad essere venduto all'asta nel 1999, assieme alla sua patente di guida, alle sceneggiature sottolineate dalle diva, alle scarpe con tacco 12, che Ferragamo aveva realizzato per lei, alla borsa da shopping, a un pigiama di seta, a 23 capi di Emilio Pucci del guardaroba personale dell'attrice, che vestita quasi esclusivamente abiti dello stilista italiano. In tutto 6mila oggetti appartenuti a Marilyn, ereditati dopo la sua morte da Strasberg, e dal 1982 dalla vedova, Anna Strasberg, che decise di liberarsene vendendoli all'incanto.

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    E tra gli abiti venduti anche quello realizzato dal sarto Jean Louis, il celebre modello a sirena, in seta fasciante ricamato di perle, che una sansualissima Marilyn indosso' il 19 maggio 1962, qualche mese prima di morire, intonando 'Happy birthday mister President' a John Kennedy, al Madison Square Garden. Ma parlando di scarpe, Salvatore Ferragamo ha deciso di celebrare quest'anno il mito di Marilyn con una mostra, in scena a Firenze, nelle sale del Museo Salvatore Ferragamo, che rimarra' aperta fino al gennaio 2013. L' esposizione comprende alcuni costumi dell'attrice, look che sono entrati nella storia dello stile, ma soprattutto 14 paia di scarpe che ''il Ciabattino delle stelle'' ha realizzato pensando alla diva, di cui la maison conserva il calco originale del piedino, misura 36. Infine, il look della diva: quanti tentativi d'imitazione da parte di milioni di donne, di capelli biondo platino, sguardo sognante sottolineato da eyes-lyner e labbra scarlatte!.
    (Patrizia Vacalebri)

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    Marilyn, poetessa e diva in noir a 50 anni da morte

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    Marilyn poetessa. Marilyn in un noir ambientato in una Los Angeles alla James Ellroy. Marilyn dalla psiche tormentata, spumeggiante oca e bomba sexy. A 50 anni dalla morte di Norma Jane Baker, vero nome di Marilyn Monroe, e' un'esplosione di libri, fotografie e film per celebrare il mito. E ora che la fatidica data e' arrivata ed e' davvero passato mezzo secolo da quel 5 agosto del 1962 in cui la Monroe venne trovata morta, in circostanze ancora misteriose, nella sua casa di Los Angeles, ci si rende conto che e' proprio vero che il mito della piu' diva tra le dive supera le ricorrenze, anche in libreria. Alcuni fra i volumi piu' preziosi di e su Marilyn sono usciti con grande anticipo, adesso sono diventati film e restano imperdibili insieme ad altre interessanti nuove pubblicazioni e ristampe.


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    In 'Fragments', pubblicato nel 2010 da Feltrinelli, con la prefazione di Antonio Tabucchi, scopriamo un'inedita Monroe autrice, fra il 1943 e il 1962, di poesie, lettere e appunti che mostrano il suo amore per la letteratura e la scrittura. Questa Marilyn lettrice dell'Ulisse di Joyce, che contempla una ballerina di Degas e che si sente ''due persone in una'' ha ispirato il film di Liz Garbus, 'Love, Marilyn' che sara' in anteprima mondiale al Festival del cinema di Toronto, il prossimo settembre. Anche i diari originali 'La mia settimana con Marilyn' di Colin Clark - il giovane che rimase accanto alla Monroe durante i sette giorni di pausa dal set del film 'Il principe e la ballerina' di e con Laurence Olivier - usciti recentemente per Mondadori, hanno ispirato un film: 'Marilyn' di Simon Curtis con Michelle Williams nel coraggioso ruolo della diva, nelle sale lo scorso giugno.

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    Clark riusci' a conquistare la fiducia dell'attrice che condivise con lui le piu' intime confidenze e ha scritto questo libro come un'intensa lettera d'amore. Marilyn racconta l'infanzia negata, le prime esperienze sessuali, il matrimonio con Joe DiMaggio, in una lunga confessione a Ben Hecht, uno dei piu' grandi sceneggiatori di Hollywood, in 'La mia storia', l'autobiografia uscita per la prima volta in italiano per Donzelli nel 2010, con 47 foto esclusive dall'archivio di Milton H.Greene e la prefazione del figlio del fotografo, Joshua Greene. I segreti della psiche dell'attrice e il suo rapporto con gli uomini vengono esplorati anche da una grande scrittore come Norman Mailer nella biografia 'Marilyn' (Dalai), corredata dalle foto della diva scattate, in tempi diversi, dai piu' grandi fotografi del mondo.

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    E la Monroe entra nella fiction con il noir 'Il diario di segreto di Marilyn' (Rizzoli) di J.I.Baker, executive editor di Conde' Nast Traveler, dove troviamo il vice coroner Ben Fitzgerald indagare, con l'aiuto del diario della Monroe, sulla sua misteriosa morte. 'Gli ultimi giorni di Marilyn Monroe' (Rizzoli) vengono ricostruiti anche dal giornalista Keith Badman in un libro che fa luce sulle relazioni pericolose con la famiglia Kennedy , con Frank Sinatra e Joe DiMaggio. Fra i titoli sulla sua vita anche la 'Marilyn-Vivere e morire d'amore' (Oscar Mondadori) di Alfonso Signorini.

    'I film di Marilyn Monroe' sono stati raccolti da Gremese in un libro a cura di Michael Conway, Mark Ricci ed Enrico Magrelli e arriva anche, tradotta per la prima volta in italiano, la commedia romantica in tre atti 'Quando la moglie e' in vacanza' (Oscar Mondadori) di George Axelrod che ha ispirato il celebre film. Fra i memoir fotografici ecco 'Marilyn&me' (Castelvecchi) di Lawrence Schiller e l'imperdibile 'Marilyn' del fotografo Andre' De Dienes nelle preziose edizioni Taschen. Centosettanta immagini della star e venti documenti in facsimile tra cui fra cui un bozzetto di scena per 'Gli uomini preferiscono le bionde' sono stati raccolti in 'Marilyn Monroe. Gli archivi segreti' (Magazzini Salani), a cura di Cindy De La Hoz.

    (ansa)



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    La liberatoria firmata da Marilyn Monroe con il suo vero nome, Norma Jeane Dougherty

    Marilyn Monroe quando era ancora Norma Jeane Dougherty. Battuto all'asta il primo servizio fotografico realizzato dall'attrice quando aveva venti anni e non era ancora entrata nel mito.

    Gli scatti sono di propreta' del fotogrago Joseph Jasgur e la vendita e' stata decisa da un giudice della Florida per ridimensionare i debiti da cui è oberato.

     
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    10 copertine di Life su Marilyn Monroe

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    Il 5 agosto 1962 morì a Los Angeles Marilyn Monroe, dopo una breve carriera cinematografica che si riversò in un eterno mito, ed è uno dei rari casi in cui il termine non è esagerato: Marilyn è tecnicamente un mito. Tra le altre mille cose che la celebrano ci sono migliaia di copertine di riviste in tutto il mondo, a cominciare dallo storico magazine di fotogiornalismo Life, che la scelse quando era viva e la ricordò quando fu morta. Adesso non c’è più nemmeno Life (solo il sito), e i loro due destini leggendari si associano ancora di più.


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    testo e foto da ilpost.it
     
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    Marilyn Monroe e l’appendicite



    Il 28 aprile 1952 Marilyn Monroe venne ricoverata nell’ospedale Cedars of Lebanon di Los Angeles per appendicite acuta. Quando l’operazione stava per iniziare e Monroe era sotto l’effetto dell’anestesia, i dottori sollevarono il vestito e trovarono una nota scritta a mano da Monroe, attaccata alla pancia e indirizzata al chirurgo Marco Rabwin in cui lo invitava a evitare le cicatrici e a non rimuovere le ovaie.


    «Caro dottor Rabwin,
    tagli il meno possibile, so che è una cosa superficiale ma non ci faccia caso. Sono una donna e significa molto per me. Salvi per favore (non posso chiedere troppo) quello che può – sono nelle sue mani. Lei ha figli e deve sapere cosa significa, per favore Dottor Rabwin, sono certa che lo sa.
    Grazie, grazie, grazie. Per l’amor del cielo caro dottore, non mi tolga le ovaie. Per favore faccia il possibile per evitare grosse cicatrici.
    Grazie con tutto il cuore,
    Marilyn Monroe»



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    Marilyn prima che fosse Marilyn


    1947: un fotografo famoso scatta una serie di ritratti a un'attrice sconosciuta, capisce che è speciale, e le insegna a fare la diva. Poi lei ha un destino tragico, lui muore, e un tesoro di negativi giace dimenticato in una scatola. Oggi, queste immagini escono per la prima volta dalla scatola.

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    Fonte:vanityfair.it
     
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