Di canzone in canzone è un album degli Alunni del Sole, pubblicato nel 1992.
Tracce
Di canzone in canzone Giochi di bimba negli occhi tuoi Dimenticarsi Rosita 'O sole se ne jeva Sentimentale Francesca Perché Donna Lena
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Di canzone in canzone
Il pupazzo di legno bruciava nella strada… Abbracciati un uomo e una donna Con le loro confidenze nella loro valigia… Le vacanze… Dove si accendono ancora gli ultimi fuochi Dei bengali di Napoli della festa di capodanno E gli amuleti della magia si spengono lentamente. Presta orecchio a queste grida vere Presta la voce alle mie canzoni Tu un bel giorno eri la bambola che si è addormentata. Ed io un principe affascinante Un nuovo incantatore di canzoni Un nuovo artefice di illusioni e fantasie. E cosa importa se nel mezzo di una notte Sul finire di un'estate Ti ho voluta mia. E di canzone in canzone i ritornelli Di un amore passato troppo in fretta All'ombra di un ciliegio in fiore… E i ritornelli dei desideri… Dove un fiore ti ha sfiorato i capelli E ti ha riportato in città, e tra il traffico hai trovato un amore di passaggio. Presta orecchio a queste grida vere Presta il tuo viso alle mie canzoni Tu un bel giorno eri la bambola che si è addormentata. E cosa importa se ti ho chiesto anch'io un amore O uno specchio d'acqua per poterci guardare E di canzone in canzone Quel pupazzo che bruciava nella mente. E cosa importa se nel mezzo di una notte Sul finire di un'estate Ti ho voluta mia Ti ho voluta mia Ti ho voluta mia.
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Giochi di bimba negli occhi tuoi Quando ti svegli all'improvviso cercandomi negli angoli degli occhi ancora chiusi ti prendi un poco in giro guardando nello specchio quel trucco sulle guance che hai sciupato per me. Giochi di bimba negli occhi tuoi E pensi già all'amore Giochi di sguardi sul viso tuo Io che mi arrendo e poi Voliamo dove finisce il mondo Abbandonati tra le braccia del tempo. Ci innamoriamo forse di un momento. Scene smarrite pensando a te Che cadono al tuo fianco Sul tuo vestito ho lasciato un fiore Ti amo davvero. E cerchi di chiudere a chiave Quel mondo che ti potrei dare Poi scopri sorpresa quel fiore E urli forte l'amore. Giochi di bimba negli occhi tuoi E pensi già all'amore Giochi di sguardi sul viso tuo Io che mi arrendo e poi Voliamo dove finisce il mondo Abbandonati tra le braccia del tempo. Ci innamoriamo forse di un momento. ed invento più che mai Questo sogno all'infinito Tra i miracoli d'amore Cerco un angolo per noi. E diventi la regina Nel paese delle fate Dove compri la fortuna Quando cade l'allegria. Giochi di bimba negli occhi tuoi E pensi già all'amore Giochi di sguardi sul viso tuo Io che mi arrendo e poi Voliamo dove finisce il mondo Abbandonati tra le braccia del tempo. Ci innamoriamo forse di un momento.
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Dimenticarsi I sogni a colori svaniscono ma l'amore no Per te che conti le stelle e corri più di me E dimmelo e dimmelo se una speranza è mia Che ho appena aperto gli occhi su un mondo pieno di fotografie. E centomila dollari di fantasia E logiche che cambiano un amore vero E dimmelo e dimmelo se una speranza è mia Se oggi è già domani e il domani è quel che hai nelle tue mani. Dimenticarsi di un amore già finito Che non è più correre nel vento o incontro al mare E poi andare via e poi andare via E capirai che nella mente di ognuno di noi C'è un sogno che non finisce mai E perdersi in un sogno dove sei già mia E risvegliarsi e credere in una poesia E dimmelo se un canto o una speranza è mia, se vivere il presente ti porta con la mente ancora a me. Dimenticarsi di una amore già finito… Ma i sogni belli non finiscono la sera C'è qualcuno che non dorme di notte e poi spera Ma inutilmente tu, inutilmente tu Capirai che nella mente di ognuno di noi C'è un sogno che non finisce mai.
1 Concerto 4:01 2 E mi manchi tanto 3:50 3 Un'altra poesia 4:30 4 Jenny 5:05 5 A canzuncella 4:23 6 L'aquilone 3:48 7 Pagliaccio 3:07 8 Isa…Isabella 4:11 9 Ombre di luci 4:32 10 Liù 4:15 11 Tarantè 5:18 12 Io canto ..l'amore che non finirà.. 3:57 13 Le porte del sole 3:32 14 Magica serenata 3:21 15 O tiempo d'è rose 3:03 16 …Ricordando il mio cielo di stelle..un ricordo 3:32
Le porte del sole Magica serenata 'O tiempo d' 'e rose ...Ricordando il mio cielo di tesse... Un ricordo Concerto E mi manchi tanto Un'altra poesia Jenny 'A canzuncella L'aquilone Pagliaccio Isa... Isabella Ombre di luci Liù Tarantè Io canto... l'amore che non finirà
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Io canto... l'amore che non finirà
E così resto qui, ma un amore che fa l'amore che non finirà e improvvisamente ancora sono qui, resto qui, io resto qui. E io canto, il mio canto vola via, quant'era bella quella tua malinconia, Io ti ho perduta ed eri veramente mia, veramente mia. E io sentimenti ancora non ne ho, perdutamente resterò a sognare io, sul tuo vestito riderò e piangerò soltanto quando vuole Dio. E così io resto qui, ma un amore che fa? Un amore vero sarà l'amore che non finirà... Vagabondo o musicista la mia vita d'artista, l'amore che non finirà e il cielo tra di noi ci vide innamorati, poi più non so, poi non so. E io canto una donna sola nella via senza un pensiero per portarmi via ma con la nostalgia.
Paolo e Bruno Morelli, e gli Alunni del Sole. Due fratelli e una voglia immensa di fare musica, di costruire canzoni, di raccontare amori e storie inzuppandoli di note e di sfumature di voce. Dalla fine degli anni 60 ci hanno regalato solamente motivi emozionanti, vere e proprie chicche, poesie messe in musica, concerti meravigliosi e successi come: L’Aquilone, E mi manchi tanto, Un’altra poesia, Concerto, Liù…
Newsplaza li ha intervistati, alla vigilia dell’uscita del loro ultimo album.
Sta per uscire il vostro ultimo album. Che cosa contiene? È cambiato qualcosa, nelle musiche e nei testi di tale CD, rispetto all’impronta emozionale che gli Alunni del Sole continuano a lasciare nell’immaginario interiore di chi ama la loro musica? Che cosa cantate, oggi, a chi vi ascolta?
Paolo: Si è da poco concluso il lavoro di registrazione del nostro ultimo album, che è frutto del lavoro di due anni, in cui ispirazione e creatività nascono da quello che provo e da quello che sono oggi. Dieci canzoni in cui racconto l’emozione con la stessa intensità dei primi successi. L’album, che dovrebbe uscire per Natale, si intitola Il sogno che svanisce, come una delle canzoni che contiene. Io canto l’amore, oggi come ieri.
Bruno: Certo, i riferimenti e i tempi sono cambiati. Ma la maturità ha aggiunto un valore in più: la riflessione, che si traduce in profondità e orizzonti nuovi. Anche la voce di Paolo, divenuta negli anni più intensa e profonda, contribuisce al cambiamento, che è stato molto apprezzato dai critici nel nostro precedente CD E risalire il tempo. Alcuni di essi hanno persino paragonato Paolo ai grandi chansonnier francesi.
Oggi è tutto molto veloce: le emozioni s’incendiano, i ricordi si perdono, il futuro è una ipotesi senza prospettive. È ancora possibile scrivere parole e musiche impregnate di sentimento, che raccontano microstorie cantate a ciascun vissuto di chi le ascolti?
Paolo: Tutto cambia, è vero, molto velocemente. Ma l’artista vive e racconta l’emozione. È quello che faccio io, quando ascolto il mio mondo interiore. Credo sia quello che fa ogni artista quando crea: guardarsi dentro. Fuori tutto cambia, dentro rimane il sentimento, l’emozione, l’amore. Io ho avuto la possibilità e la fortuna di poterli tradurre in musica.
Bruno: Credo che il poeta, nel descrivere l’amore, venga influenzato solo parzialmente dal tempo che vive: infatti, ancora oggi, sono valide e attuali le opere poetiche dei classici latini e greci che, dopo tanti secoli, ci commuovono ancora. Vuol dire che i tempi cambiano, ma l’essenza dell’uomo resta immutata.
Canterò l’amore. Questa affermazione di Paolo ha accompagnato (e continua a farlo) le vostre canzoni in spirali di solitudini, di malinconie, di sentimenti sofferti e dilanianti. Ha senso oggi voler cantare ancora l’amore? Restare in una dimensione privata e non cantare, invece, una vita che va sempre più impoverendosi di valori e di contenuti?
Paolo: Il mio cantare l’amore non significa dimenticare il tempo difficile che viviamo. In alcune canzoni – come A canzuncella – ho anticipato, rispetto ai tempi, l’idea della donna libera che sceglie o viene scelta, che tradisce anche, che vive cioè un rapporto vero e non romanzato. L’amore è un tema eterno, è il motore della vita: possono cambiare i costumi, le società, ma il sentimento resta immutato e guida l’uomo nella sua vita. È questo pensiero e questo sentimento che mi hanno ispirato sempre. Perciò ti rispondo che oggi, come sempre, ha senso cantare l’amore.
Che cosa fanno i due fratelli Morelli quando non cantano?
Nella vita di tutti i giorni, quando non sono sul palco, che tipi sono i due fratelli Paolo e Bruno? Come descrivereste ai lettori tutto quello che non viene cantato: il vostro carattere, i vostri hobby, i timori, le speranze, il vostro atteggiamento verso il passato e il futuro?
Bruno: Siamo diversi e complementari: l’educazione musicale ricevuta dai nostri genitori, entrambi musicisti, ha indirizzato la nostra vita. Anche la passione per la pittura è una loro eredità. Nella vita di ogni giorno Paolo dedica gran parte della propria giornata all’arte, la musica e la pittura, con quadri enormi di cui è piena la casa. Mentre io mi occupo degli impegni pratici quotidiani tipo spese, bollette, tasse, ecc. Nei fine settimana ci allontaniamo da Roma per qualche gita fuori porta, in cui incontriamo amici e ci rilassiamo. La nostra vita è semplice, qui a Roma, dove ci siamo trasferiti anni fa, all’inizio della nostra carriera. L’idea, il desiderio, che ogni tanto Paolo manifesta di un ritorno a Napoli, la città in cui siamo nati, è solo un sogno, una utopia.
Paolo: Ci penso ancora, Napoli è nel mio cuore, anche se non è più la città che ho lasciato da giovane. Quando ritorno per qualche concerto, alla nostalgia si unisce la tristezza di non ritrovare più la città che ricordo, ma una metropoli caotica e rumorosa. Eppure, gran parte della mia ispirazione nasce dai vicoli, dal cuore della Napoli in cui sono cresciuto e ho provato le prime emozioni ed esperienze artistiche e musicali.
Hai mai pensato, Paolo, di scrivere libri, anche solo di poesia, o di gettarti a capofitto in qualche altra forma artistica, aprendo percorsi paralleli a quello musicale?
Bruno: Ho già in parte risposto io, quando ti ho detto che Paolo ha l’hobby della pittura e ha anche partecipato ad alcune mostre di successo in musei campani. I suoi quadri sono figurativi, con tonalità calde, su tele enormi. Non lasciano indifferenti.
Paolo: Oltre alla musica e alla pittura? Ho sempre scritto poesie, ne ho tante che giacciono in vecchi cassetti. È nei miei progetti pubblicarle in un libro, prima o poi. Alcune le recupero per i testi delle musiche, altre le ho lette al pubblico, negli ultimi due anni, ad apertura dei concerti di piazza. Sono piaciute alla gente, me le hanno richieste, tanto che le ho fatte pubblicare anche su Facebook. L’artista sceglie di esprimersi con l’arte, e qualunque altra forma, purché se ne conosca bene la tecnica, può essere utile. Musica, pittura, poesia sono forme artistiche che permettono di raccontare l’emozione e tutte e tre alimentano il mio canto d’amore.
Siete su Facebook, avete un sito web, siete su pagine realizzate dai fan dove ci si scrive e si ascoltano tracce di vostre canzoni. Pensate che essere presenti su i social network sia importante per voi, per la musica, per aumentare il consenso verso il vostro gruppo? Qual è il vostro atteggiamento verso questi nuovi strumenti di condivisione?
Bruno: Internet esiste e dobbiamo adeguarci. Certo, ha danneggiato molto l’industria discografica e gli autori, ma ha anche diffuso con rapidità le musiche, alimentando successi e fenomeni nati da un momento all’altro. Ha creato artisti dal nulla. È una realtà con cui i giovani musicisti e autori devono fare necessariamente i conti.
Paolo: Con Facebook abbiamo conosciuto tanti ammiratori che ci seguono nei concerti, organizzano raduni in ogni parte d’Italia; hanno creato tre pagine dedicate a me e agli Alunni del Sole, in cui pubblicano foto e canzoni. La loro presenza costante ha movimentato le serate estive del gruppo negli ultimi due anni e molti di loro sono diventati degli amici che rivediamo con piacere. In questo senso Internet è diventato qualcosa di concreto per noi: le realtà virtuali sono diventate persone reali che ritroviamo in tanti concerti.
Intervista realizzata da Laura Bruno e rielaborata da Fulvio Rogolino da.newsplaza.it
E risalire il tempo (2005)
Tracce:
CD 1 :
Concerto E mi manchi tanto Isa... Isabella Un'altra poesia Jenny L'aquilone Pagliaccio Le maschere infuocate Zingarella 'A canzuncella Liu' Tarante' Poesia d'ottobre
CD 2 :
Per una canzone d'amore Che cos'è Ora e' tardi Ce ne jamme Roma Magica serenata Fronta 'e limone Quei giorni a ricordare il tempo Io canto In un tango Le porte del sole ... E risalire il tempo
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Poesia d'ottobre
Certo amore non era quell'ora rubata nell'ansia inesperta era bello portarti nel buio e farti paura la nostra prima esperienza d'amore rimase interrotta e fu solo per paura che io ti lasciai andar via. Caro amore mio, grande amore mio fosti tu a guidar le mie mani nei tuoi capelli io volevo seguirti ma poi non ci provai e dopo un po' mi chiusi in me Il tramonto nascondeva gli amanti sfiniti in un letto di sole con le luci di sera dovevi tornare alla vita di casa poi un velo di malinconia ti faceva già donna mi dicesti potremmo incontrarci ancora domani. Come tanti anni fa so che soltanto ieri ti cercai per ritrovare le foglie nei tuoi capelli e riascoltare con te i discorsi dell'acqua e poi provare ancora.
Paolo Morelli stroncato da un infarto: era la voce degli “Alunni del sole”
ROMA - È morto a Roma, stroncato da un infarto, Paolo Morelli, voce e pianoforte degli Alunni del Sole. A darne notizia il sito del quotidiano 'Il Mattino' di Napoli. A ritrovare senza vita il cantante e musicista è stato l'inseparabile fratello Bruno, chitarrista del gruppo, con cui Paolo era uscito ieri per alcune commissioni nella capitale. Paolo aveva aspettato Bruno in macchina e quando quest'ultimo è ritornato ha pensato che il fratello stesse dormendo. Ma purtroppo non era così. I due fratelli napoletani fondarono alla fine degli anni '60 la band degli Alunni del Sole, che prendeva il nome dall'omonimo romanzo di Giuseppe Marotta.
Il leader del gruppo, Paolo (pianoforte e voce) e Bruno (chitarre), erano figli d'arte (il padre Ardelio era un violinista toscano e autore di canzoni e la madre Maria un'apprezzata pianista), si trasferirono a Roma. Lì incontrarono Giulio Leofrigio (batteria) e Giampaolo Borra (basso), che si unirono al loro progetto musicale. Inizialmente faceva parte del gruppo anche Antonio Rapicavoli (sassofono), che lasciò il complesso dopo la pubblicazione dei singoli L'Aquilone, che ebbe un successo immediato nel '68, e Concerto che l'anno dopo bissò il risultato del primo. Seguirono 'Fantasia', che nel '70 partecipò ad Un Disco per l'Estate, e nel '71 'Ombre di lucì e 'Isa Isabella'. Il coraggioso esordio su 33 giri è del 1972 con 'Dove era lei a quell'orà. Nel '73 esce '...E mi manchi tanto', una raccolta di inediti e vecchi brani del repertorio che scala l'hit parade. 'Jenny e la bambola' (1974) come anche il successivo 'Le maschere infuocate' (1976) risultano due LP imprescindibili nel panorama della canzone melodica italiana, nei quali il gruppo raggiunge l'apice artistico. Il quinto album «A canzuncella' (1977) riscuote molto successo tra il pubblico, grazie soprattutto alla title-track, che diventa un classico della moderna canzone napoletana, reinciso da moltissimi artisti tra cui Enrico Ruggeri nell'album 'Contattì nel 1989 e Ornella Vanoni nell'album 'Un panino una birra e poi...' nel 2001. Anche il successivo Liù (1978) è un successo, e con la title track il gruppo vince il Festivalbar 1978. Dopo un paio di episodi discografici meno significativi, il gruppo, privo di contratto discografico, continua l'attività dal vivo, per poi ritornare in sala d'incisione sporadicamente a partire dagli anni '90.