Peanuts, Charlie Brown, Snoopy ecc.

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    Snoopy installation,Harbour City in Hong Kong

     
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    “La felicità è accarezzare un cucciolo caldo caldo,
    è stare a letto mentre fuori piove,
    è passeggiare sull'erba a piedi nudi,
    è il singhiozzo, dopo che è passato” (Charlie Brown)






    Il 2 ottobre 1950 veniva pubblicata la prima striscia dei Peanuts,
    il fumetto più amato di tutti i tempi



    Esattamente oggi, 64 anni fa, nel 1950, veniva pubblicata la prima storia a fumetti dei Peanuts, la più popolare e influente striscia di tutti i tempi, letta quotidianamente da 355 milioni di persone, in 75 paesi. Nel 1950 erano già tre anni che Charles Monroe Schulz cercava di vendere ai giornali la sua serie “Li'l Folks” che raccontava le avventure di un bambino dalla grande testa ovale, ma era riuscita a farla pubblicare solo dal St. Paul Pioneer Press. Nell’estate del ’50, finalmente, grazie alla United Feature Syndicate, il lavoro di Schulz fu apprezzato, la serie cambiò titolo in Peanuts (in pratica da “Piccole persone” a “Noccioline”, e questo non fu apprezzato da Schulz, in verità), e il 2 ottobre 1950 apparve sui maggiori quotidiani statunitensi. “Quando ho visto pubblicata la prima striscia di Charlie Brown ho pensato subito: disegnerò questo per il resto della mia vita”. E così fu.



    Da allora, le avventure di Charlie Brown, Linus, Lucy, Snoopy & Co., sono state ideate, disegnate, colorate, raccontate da Charles M. Schulz fino al 2000, anno della sua scomparsa. Schulz ha disegnato le strisce dei Peanuts ogni giorno, dalle 9 alle 17, dal lunedì al venerdì, per 49 anni e 4 mesi. Arricchiva la storia di nuovi personaggi, ne cambiava e modellava man mano le fattezze, tutto per un unico scopo: migliorare il suo lavoro.

    E così accanto al timido e insicuro Charlie Brown (alter ego del suo creatore, anche lui figlio di un barbiere, e anche lui innamorato di “una ragazzina dai capelli rossi”, proprio come la donna amata, e perduta, da Schulz) arriva Snoopy, il bracchetto più umano degli umani.

    Snoopy pensa, cammina, scrive (“Era una notte buia e tempestosa”, il suo incipit più famoso) e soprattutto fa tanti sogni, che gli permettono di vivere altre vite, storie nelle storie, incarnando figure leggendarie come quella del Barone Rosso.

    Poi c’è Linus, ingenuo eppure saggio, devoto a due cose: la sua inseparabile coperta (diventata nel tempo talmente popolare da essere indicata in pediatria come esempio di oggetto transazionale per antonomasia) e a “The great Pumpkin”, una sorta di Babbo Natale in cui crede solo lui, che la notte di Ognissanti esce dall’orto per distribuire dolci ai bambini del mondo. Ogni anno Linus aspetta che sia scelto il suo orto, non accade mai, ma mai smetterà di sperare, anche se nessuno ci crede.



    E ancora, c'è Lucy prepotente e dispettosa, Piperita Patty, mascolina, sportiva e perdutamente innamorata di Charlie Brown, il piccolo Woodstock amico di Snoopy.

    Cosa ci sia dietro la popolarità transgenerazionale, mondiale, delle "Noccioline" ha provato a spiegarlo Simona Bassano di Tufillo, che ai Peanuts ha dedicato un libro: “Il segreto è un atteggiamento solidale verso tutte le forme di vita e non-vita, un abbraccio partecipe e accogliente che rispetta allo stesso modo un fiocco di neve, un insetto e un bambino, che non antropomorfizza il mondo animale – al contrario di altri fumetti, come Topolino – che restituisce un universo brulicante di presenze, seppure visivamente assenti". Di questo universo Schulz ci regala solo scorci di prato, ritagli di case, pezzi di sfondo, frammenti di mondo. E’ il lettore a completarli, diventando in un certo senso co-autore del fumetto.

    Il frutto del lavoro di Schulz, ripagato dall'immenso amore del pubblico di ieri e di oggi, è entrato nel Guinness dei Record: Peanuts è il fumetto più popolare di tutti i tempi. In 50 anni i Peanuts sono diventati gadget, cartoni animati, oggetti d'arte, film, riferimento costante per le immagini e l'immaginario di generazioni.

    I Peanuts erano la vita Schulz, e il grande disegnatore affiderà loro anche il suo addio, che sarà assieme il congedo dal pubblico e dalle "Noccioline", che continueranno ad essere amate, ripubblicate, ma per volere suo e della famiglia, mai nessuna penna disegnerà dopo di lui.

    Ecco l’ultima striscia pubblicata il 13 febbraio 2000, in cui il saluto di Schulz è affidato ad uno Snoopy nella sua adorata versione scrittore, circondato da scene storiche delle strisce degli anni passati.

    "Non vi dimenticherò" scrive Schulz. Non lo ha fatto nessuno, e tutti continuano ad amare il piccolo grande mondo dei Peanuts. Che poi è anche il nostro.



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    Linus, compie 50 anni il fumetto che ha fatto scuola -

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    MILANO. Non servono numeri per sapere che è un'istituzione, ma quando ad aprile saranno passati 50 anni dalla sua nascita quest'importanza culturale sarà misurabile in cifra tonda: il mensile Linus celebra mezzo secolo con un numero speciale, una mostra e un convegno.


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    Numero speciale, quello in edicola dal 4 aprile, a cominciare dalla sovraccoperta lunga mezzo metro che può essere srotolata e appesa come un poster: sul lungo 'tappeto azzurrò si potranno riconoscere i protagonisti della vita di Linus, da Snoopy a Corto Maltese, passando per Valentina, Calvin & Hobbes, Dilbert, Doonesbury, Dick Tracy e molti altri ancora. Soltanto scorrendo i popolari personaggi ospitati sulle sue pagine, a partire ovviamente dai Peanuts di Charles M. Schultz, si capisce già il valore storico della testata.
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    Ma non è solo questione di nomi: il principale merito unanimemente riconosciuto alla 'rivista di fumetti e diversità' sta non solo nell'aver reso popolari le strisce di mezzo mondo, ma prima di tutto nell'aver elevato per la prima volta in Italia un medium come il fumetto, fino ad allora ritenuto materia infantile.

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    Era questo lo scopo che si era prefissato il gruppo fondatore, che contava fra gli altri il primo direttore Giovanni Gandini e Oreste Del Buono, vero ideologo e a più riprese direttore della rivista. Nella sua storia molte altre celebri

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    firme della letteratura e del giornalismo nazionale hanno partecipato a questa promozione del fumetto: da Elio Vittorini e Umberto Eco, presenti nel primo numero, passando per Stefano Benni, Pier Vittorio Tondelli, Michele Serra, Alessandro Baricco, Enzo Baldoni e molti altri. I meriti culturali di Linus si sommano a quelli strettamente fumettistici: la rivista vide i natali di alcuni personaggi iconici, come Valentina di Guido Crepax già nel 1965 e più tardi nel 1979 Bobo di Sergio Staino.
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    Del resto, non sono molte le matite storiche che in questi dieci lustri non abbiano trovato casa presso la rivista: Hugo Pratt, Andrea Pazienza, Igort, Enzo Lunari, Daniele Panebarco, Filippo Scozzari sono solo alcuni dei grandi del fumetto italiano passati sul mensile, senza contare la satira di Altan, Vauro o Vincino.

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    Una storia di talent scouting che continua oggi con quei 'Fratelli del cielo' (Tuono Pettinato, Ratigher, Maicol & Mirco e Dr. Pira) che nel prossimo numero reinterpreteranno con le loro vignette questi 50 anni memorabili. Pur ripudiando esplicitamente fin da subito uno spirito documentario, cionondimeno Linus ha fatto conoscere al pubblico italiane serie storiche come 'Lìl Abner' di Al Capp, 'Popeyè di Elzie Segar e 'Krazy Kat' di George Herriman, pezzi forti con 'Charlie Brown' proprio nel primo numero.
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    Un ruolo, quello di tramite con le migliori produzioni europee e americane, che è proseguito con Wolinski e Robert Crumb, Garry Trudeau e Johnny Hart, Geroges Pichard e Jacques Lob, fino ad arrivare ai più recenti Matt Groening e Scott Adams. Quando il primo editoriale dell'aprile 1965 parlava di 'letteratura grafica', doveva ancora arrivare in Italia il momento in cui graphic novel come 'unastoria' di Gipi o 'Dimentica il mio nome' di Zerocalcare avrebbero fatto a gara con i romanzi tradizionali per i premi letterari più ambiti.

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    Quel 'Grande Cocomero' di cui Linus Van Pelt preannunciava la venuta nella quarta di copertina del primo numero pare finalmente arrivato, e il merito è stato anche e soprattutto di linus. Uno sguardo più approfondito alla storia della rivista si potrà avere dall'11 aprile al museo Wow Spazio Fumetto di Milano, che dedicherà una mostra alla pubblicazione, o il 15 aprile all'Università Cattolica di Milano con un convegno dedicato al cinquantenario.

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    fonte:http://gds.it

     
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