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Leggenda Di NataleParlavi alla luna giocavi coi fioriavevi l'età che non porta dolorie il vento era un mago, la rugiada una dea,nel bosco incantato di ogni tua ideanel bosco incantato di ogni tua idea.E venne l'inverno che uccide il coloree un babbo Natale che parlava d'amoree d'oro e d'argento splendevano i donima gli occhi eran freddi e non erano buonima gli occhi eran freddi e non erano buoni.Coprì le tue spalle d'argento e di lanadi pelle e smeraldi intrecciò una collanae mentre incantata lo stavi a guardaredai piedi ai capelli ti volle baciaredai piedi ai capelli ti volle baciare.E adesso che gli altri ti chiamano deal'incanto è svanito da ogni tua ideama ancora alla luna vorresti narrarela storia d'un fiore appassito a Natalela storia d'un fiore appassito a Natale.
Leggenda Di Natale
Ballata Degli ImpiccatiTutti morimmo a stentoingoiando l'ultima vocetirando calci al ventovedemmo sfumare la luce.L'urlo travolse il solel'aria divenne strettacristalli di parolel'ultima bestemmia detta.Prima che fosse finitaricordammo a chi vive ancorache il prezzo fu la vitaper il male fatto in un'ora.Poi scivolammo nel gelodi una morte senza abbandonorecitando l'antico credodi chi muore senza perdono.Chi derise la nostra sconfittae l'estrema vergogna ed il modosoffocato da identica strettaimpari a conoscere il nodo.Chi la terra ci sparse sull'ossae riprese tranquillo il camminogiunga anch'egli stravolto alla fossacon la nebbia del primo mattino.La donna che celò in un sorrisoil disagio di darci memoriaritrovi ogni notte sul visoun insulto del tempo e una scoria.Coltiviamo per tutti un rancoreche ha l'odore del sangue rappresociò che allora chiamammo doloreè soltanto un discorso sospeso.
Ballata Degli Impiccati
Nella Mia Ora Di LibertàDi respirare la stessa ariadi un secondino non mi vaperciò ho deciso di rinunciarealla mia ora di libertàse c'è qualcosa da spartiretra un prigioniero e il suo piantoneche non sia l'aria di quel cortilevoglio soltanto che sia prigioneche non sia l'aria di quel cortilevoglio soltanto che sia prigione.È cominciata un'ora primae un'ora dopo era già finitaho visto gente venire solae poi insieme verso l'uscitanon mi aspettavo un vostro erroreuomini e donne di tribunalese fossi stato al vostro posto...ma al vostro posto non ci so starese fossi stato al vostro posto...ma al vostro posto non ci sono stare.Fuori dell'aula sulla stradama in mezzo al fuori anche fuori di làho chiesto al meglio della mia facciauna polemica di dignitàtante le grinte, le ghigne, i musi,vagli a spiegare che è primaverae poi lo sanno ma preferisconovederla togliere a chi va in galerae poi lo scanno ma preferisconovederla togliere a chi va in galera.Tante le grinte, le ghigne, i musi,poche le facce, tra loro lei,si sta chiedendo tutto in un giornosi suggerisce, ci giurereiquel che dirà di me alla gentequel che dirà ve lo dico ioda un po' di tempo era un po' cambiatoma non nel dirmi amore mioda un po' di tempo era un po' cambiatoma non nel dirmi amore mio.Certo bisogna farne di stradada una ginnastica d'obbedienzafino ad un gesto molto più umanoche ti dia il senso della violenzaperò bisogna farne altrettantaper diventare così coglionida non riuscire più a capireche non ci sono poteri buonida non riuscire più a capireche non ci sono poteri buoni.E adesso imparo un sacco di cosein mezzo agli altri vestiti ugualitranne qual'è il crimine giustoper non passare da criminali.C'hanno insegnato la meravigliaverso la gente che ruba il paneora sappiamo che è un delittoil non rubare quando si ha fameora sappiamo che è un delittoil non rubare quando si ha fame.Di respirare la stessa ariadei secondini non ci vae abbiamo deciso di imprigionarlidurante l'ora di libertàvenite adesso alla prigionestate a sentire sulla portala nostra ultima canzoneche vi ripete un'altra voltaper quanto voi vi crediate assoltisiete per sempre coinvolti.Per quanto voi vi crediate assoltisiete per sempre coinvolti.