ROBERTO VECCHIONI

biografia, discografia, new, foto, ecc...

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  1. tomiva57
     
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    Il capolavoro


    Si svegliò, guardò nell'alba e l'alba
    era lì senza memoria;
    camminò la terra ormai da anni
    senza tempo e senza storia:
    e fin dove gli occhi andavano
    non un suono, non un fiore
    rise e raddrizzò le sagome
    dei suoi alberi in cartone;
    strinse in tasca i semi inutili
    come il torto e la ragione:
    nel cervello già sfumava l'ombra
    e con l'ombra ci viveva...
    s'infilò come abitudine
    l'ago, quello di ogni sera
    e i fantasmi ritornarono
    per tenerlo vivo ancora
    "Dormi ora, dormi piano:
    sei bambino sui sentieri,
    l'orzo cresce, l'aria è buona
    proprio come ieri;
    dormi, forse c'è qualcuno
    dormi, forse non sei solo;
    dormi, è l'ultimo possibile capolavoro,
    dormi, è l'ultimo possibile capolavoro"
    Ma il silenzio dei fantasmi intorno
    si riempì con un rumore
    e un cavallo appena nato un giorno
    lo guardò senza capire;
    annusò quel poco d'alba
    fece un passo ma cascò.
    Cercò per valli e giorni e mesi
    l'erba e l'erba non trovò:
    e sudò per farlo stare in piedi
    ci provò e ci riprovò
    qualche favola degli uomini
    Ogni sera gli inventò:
    ma era disperato e inutile
    dargli fiato vicino,
    era come allontanarsi un po'
    la pistola di un mattino...
    "Dormi ora, dormi Piano,
    che le stelle vanno via;
    dormi, ti alzerai domani
    cosa vuoi che sia?
    Dormi e tornerà la neve
    dormi, il grano sarà d'oro;
    dormi e vivi tu sei l'ultimo capolavoro:
    tu sei l'ultimo Possibile capolavoro"













    Il castello

    E se passate fate piano
    che Fata dorme dal mattino
    che l'uomo per la guerra le partì
    e dietro la collina si sbiadì
    e nel castello sopra il fiordo,
    la luce sfiora per ricordo
    le coppe che restarono così;
    e il vento smuove le vetrate
    e a volte un'eco di risate
    un tempo risuonavano da lì
    ma non passateci d'aprile
    che non potreste più vedere
    le rose come quando lui era qui;.
    E quando c'era lui le sale
    erano piene mille sere
    di gente e luci e scherzi di buffoni,
    e feste fino all'alba e poi canzoni;
    e lui stringeva fra le dita
    la pietra verde della vita
    e chi partiva sempre ritornò
    tornò anche un figlio trovatore
    scappato senza far rumore
    per altre luci che poi non capì
    e un drago fatto con la paglia
    bruciava all'alba sulla soglia
    perche il dolore non entrasse lì.
    Tu che ne sai che passi e guardi
    di Fata e tutti i suoi ricordi
    del sogno che ha battuto la realtà?
    La polvere si è fatta antica
    e sul sentiero c'è l'ortica
    ma Fata non ci crede e non lo sa.
    Ha fretta e l'abito è sgualcito
    ma è la gran sera che ha aspettato
    e il conto della sabbia è fermo già
    e lui che bussa e lui che torna qua,
    e si riaccendono le luci
    ad una ad una stanze e voci
    e servi e cani ancora tutti là:
    è lui, sorride sulla porta
    è lui, lo stesso di una volta
    ma chiede scusa e non l'abbraccerà;
    ha gli occhi stanchi, è sempre bello
    ma tiene addosso quel mantello
    che non si toglie e non si toglierà.



    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:32
     
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  2. tomiva57
     
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    L'estraneo

    Lontano, lontano
    qualcuno mi darà la mano
    lontano, lontano...
    Dai dottori di Smirne ho imparato
    il triangolo e il libro della vita
    scorreva piano fra le dita;
    coi mercanti di Tebe ho giocato
    tutti i sensi di scacchi e di pedine
    coi chicchi bianchi e le palline;
    e dai profughi celti ho visto segni
    per capire le stelle e aprire un velo
    e far salire menhir al cielo.
    Sotto i portici di Toledo
    ho preso un bimbo sero per la mano
    e mi portavano lontano i suoi occhi;
    e correvo nelle mille sere,
    con i dadi fermi nel bicchiere
    e intorno amore, amore, amore, amore...
    E in un attimo di Granada
    ho ucciso per due volte uno stesso uomo
    e non chiedevano perdono i suoi occhi...
    e correvo nelle mille sere,
    con i dadi fermi nel bicchiere
    e intorno amore, amore, amore, amore...
    E il mio vecchio che sa la verità
    guarda il tramonto dalla collina:
    da qualche punto lontano
    suo figlio tornerà.
    E ho imparato le mille posizioni
    fra le gambe di donne e di bambini
    le loro bocche come fiori
    e ho giocato le cento rivoluzioni
    la mia rabbia e le cento delusioni
    che son mille e son tante
    e son belle e son sante il giorno dopo.
    E provai ogni droga più che vino,
    il linguaggio del bruco e l'assassino
    e a saper tutto senza parole.
    E in una sera di Gerusalemme
    dal vecchio ebreo che contrattava gemme
    ho visto un dio che mi veniva incontro
    e ho provato tutto per scappare,
    ma lui insisteva: "Dài, fatti salvare,
    ho tanto amore, amore, amore...".
    E in un cortile di Gerusalemme
    che aveva scelto lui da chissà quanto
    mi abbracciò e baciò e stava delirando,
    e aver capito tutto in un istante
    fu come morir le morti tutte quante
    e non volere essere più niente, niente, niente...
    E il mio vecchio che sa la verità
    guarda il tramonto dalla collina:
    da qualche punto lontano
    suo figlio tornerà.








    10/03/2011 - intervista


    Vecchioni: "Canto per gli italiani:
    anche se non lo sanno
    sono tutti uguali"
    Roberto Vecchioni salirà sul palco di piazza Vittorio




    Il cantautore protagonista della Notte Tricolore


    GUIDO TIBERGA


    Ipocriti, frustrati, incostanti, malfidenti, mammoni, buffonari, insicuri, irresponsabili. Ecco chi sono gli italiani».

    Roberto Vecchioni, è proprio sicuro di voler venire a cantare in Piazza Vittorio? Sa, la chiamiamo «Notte Tricolore»...
    «Sicuro? Sono orgoglioso di cantare per l’Unità. Io sono fiero di essere italiano. Molto fiero».

    Che cos’è? Una crisi di autostima? Davvero si sente ipocrita, frustrato, incostante eccetera eccetera? In fondo ha appena vinto Sanremo... «Ma l’italiano non è solo quella roba lì, l’italiano va al di là: ci sono cose che a forza di passare dal sangue dei nonni sono arrivate fino a noi».

    Per esempio?
    «La capacità di muoverci, di difenderci, di trovare sempre soluzioni ingegnose».

    La mitica furbizia italiana?
    «La mitica cultura italiana. Il nostro talento logico, che anche se meno coltivato, è pari a quello artistico: il piacere per le cose sensibili, il culto del sublime. Sono sempre stati nostri, fin dai tempi dei greci e dei latini. Abbiamo inventato generi letterari di ogni tipo, abbiamo inventato la pittura, l’urbanistica. Nessuno le ha mai fatte come noi. Abbiamo inventato pure le canzoni...»

    Beh, adesso non esageri.
    «Guardi che non scherzo. Le prime canzoni napoletane, le villanelle, sono state portate ovunque. Il mondo ha imparato a cantare da Napoli, seicento anni fa».

    Qualcuno potrebbe dirle che Napoli è Napoli, e il Nord è il Nord. Lei che cosa risponderebbe?
    «Che dentro siamo tutti uguali. La gioia di vivere e di esprimersi non sono roba da meridionali. Ce l’abbiamo tutti: un torinese in vacanza sembra un sudista: è l’ambiente, il triangolo industriale, che non gli lascia il tempo di tirar fuori il suo essere italiano. E i meridionali al Nord? Lontani dal sole lavorano più di tutti: ci sono pugliesi che hanno fatto Milano. E’ il posto dove viviamo che ci fa diversi, non la nostra indole. Siamo tutti entusiasti, pronti a fare del bene, pieni di fantasia per la vita».

    Allora perché c’è gente che appena vede il Tricolore protesta?
    «Sta parlando della Lega?».

    Direi di sì...
    «Il discorso è complicato: nella Lega ci sono alcuni, non tutti, che sentono di dover dimostrare che appartengono a un’altra cultura. Ma non sono tutti così: Maroni, per dire, è diverso».

    Vecchioni, la bandiera...
    «La bandiera non si tocca».

    Qualche tempo fa, patria e bandiera erano cose «di destra». Lei avrebbe detto questa frase nel Sessantotto?

    «Il Sessantotto ci ha dato molte cose buone, ma anche qualche errore. E poi avevamo un alibi: i tempi del fascismo erano vicinissimi. Avevamo paura che amare troppo la bandiera o parlar troppo bene della patria ci facesse cadere nel qualunquismo dei nostri padri e dei nostri nonni».

    Oggi i giovani sono diversi?
    «Loro si battono come dannati per avere risposte da un’Italia che non gliele sa dare».

    Ma si sentono italiani?
    «Nessuno si sente italiano, se glielo chiedi a bruciapelo. Ma poi, se lo fai ragionare, alla fine ti dà ragione. Si riconosce nella grandezza del passato. A un ragazzo devi insegnare la storia, devi fargli capire che cosa vuol dire essere italiano».

    Che cosa dirà dal palco ai torinesi?
    «Che siano fieri di quello che hanno fatto per l’Unità, ma che non credano di essere gli unici. Cavour è stato lungimirante, ma c’erano pure gli altri: la borghesia intellettuale del Sud, gli scriteriati come Pisacane o i garibaldini che combatterono e persero contro il Papa a Mentana. Sa chi è stato davvero il primo re italiano?»
    Vittorio Emanuele II?
    «Federico II, il nipote del Barbarossa battuto dai Legnanesi. Dalla Sicilia, seicento anni prima del Risorgimento, ha inventato l’arte e la cultura italiana».

    fonte:la stampa.it

    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:33
     
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    Robinson, come salvarsi la vita



    Da Wikipedia

    robinsono


    Robinson (1979) sottotitolo come salvarsi la vita è un album del cantautore Roberto Vecchioni


    Il disco

    L'album nasce in un periodo molto confuso per il cantautore: il rapporto con la moglie Irene è in crisi da tempo, ha rotto il contratto con la vecchia casa discografica, la Philips, per passare alla neonata Ciao Records, ed inoltre viene anche accusato di spaccio sostanze stupefacenti dal giudice istruttore di Marsala, l'accusa si riferisce ad un episodio avvenuto durante una serata alla Festa dell'Unità di Marsala, nel 1977, quando il cantautore avrebbe offerto uno spinello ad un ragazzo quattordicenne.

    A seguito delle ammissioni del ragazzo Vecchioni venne arrestato e rilasciato dopo alcuni giorni, il ragazzo in seguito ritrattò ma il processo proseguì per qualche anno, per concludersi alla fine con la sua assoluzione.

    L'uscita del disco, che doveva essere pubblicato in giugno, venne fatta slittare (a causa di queste vicende) all'autunno; inoltre dalla disavventura Vecchioni trasse l'ispirazione per scrivere due canzoni di questo disco, Lettera da Marsala e Signor giudice, quest'ultima un attacco alla magistratura e alle lacune del sistema giudiziario che il cantautore aveva sperimentato in prima persona visto che il giudice che lo aveva fatto arrestare era poi partito il giorno dopo per le vacanze al mare, e solo dopo un mese interrogò, al suo ritorno, Vecchioni. L'episodio è citato nei versi iniziali della canzone: «Signor giudice le stelle sono chiare per chi le può vedere magari stando al mare...».

    Crediti

    Le registrazioni furono effettuate negli studi GRS Sound di Milano (il tecnico del suono è Bruno Malasoma), allo studio Fontana sempre di Milano (tecnico del suono: Pino Ciancioso) e negli Stone Castle Studios di Carimate (il tecnico è Allan Goldberg).

    I testi e le musiche sono tutti di Vecchioni, tranne che per Luci a San Siro (che è reincisa senza la prima strofa), la cui musica è di Andrea Lo Vecchio, le edizioni musicali delle canzoni sono di proprietà delle Edizioni Babajaga, mentre gli arrangiamenti sono di Mauro Paoluzzi (tranne per gli archi in Mi manchi e Lo stregone e il giocatore, arrangiati dallo stesso Vecchioni).

    Robinson è il primo di una serie di dischi di Vecchioni con la copertina disegnata da Andrea Pazienza (è apribile e illustra una serie di disegni) le foto interne invece sono opera di Maria Pia Giarrè.

    Artista

    Roberto Vecchioni - voce
    I musicisti

    1. Mauro Paoluzzi - Batteria in Luci a San Siro, percussioni, chitarra elettrica e chitarra acustica
    2. Walter Calloni - Batteria (tranne Luci a San Siro)
    3. Stefano Pulga - Tastiere
    4. Oscar Rocchi - Tastiere in Vorrei
    5. Terry James - Pianoforte in Luci a San Siro
    6. Carlo Coccioli - Chitarra acustica in Mi manchi e Lo stregone e il giocatore
    7. Lucio "violino" Fabbri - Violino
    8. Dino D'Autorio - basso
    9. Fulvio Massi - basso
    10. Claudio Pascoli - sax r fiati
    11. Marivana Viscuso - voce in Roland - Chanson de geste e Lettera da Marsala

    Tracce

    LATO A

    1. Signor giudice (un signore così così)
    2. Roland - Chanson de geste, chanson sans geste
    3. Mi manchi
    4. Luci a San Siro
    5. Come salvarsi la vita

    LATO B

    1. Lettera da Marsala
    2. Robinson
    3. Lo stregone e il giocatore
    4. Allonsanfàn
    5. Vorrei







    Signor giudice

    Signor giudice
    Le stelle sono chiare
    Per chi le può vedere
    Magari stando al mare
    Signor giudice
    Chissà chissà che sole
    Si copra per favore
    Che le può fare male
    Immaginiamo che avrà
    Cose più grandi di noi
    Forse una moglie
    Troppo giovane
    E ci scusiamo con lei
    D'importunarla così
    Ma ci capisca
    In fondo siamo uomini così così
    Abbiamo donne abbiamo amici così così
    Leggiamo poco leggiamo libri così così
    E nelle foto veniamo sempre così così
    Signor giudice
    Lei venga quando vuole
    Più ci farà aspettare
    Più sarà bello uscire
    Signor giudice
    Si compri il costumino si mangi l'arancino
    coi suo pomodorino
    Noi siamo tanti siam qua, già la chiamiamo papà
    Di quei papà
    Che non si conoscono
    Quel giorno quando verrà giudichi senza pietà
    Ci vergognamo tanto d'essere uomini
    così così
    Sogniamo poco sogniamo sogni così così
    Abbiamo nonne abbiamo mamme così così
    E quasi sempre sposiamo mogli così così
    Se ci riusciamo facciamo figli così così
    Abbiamo tutti le stesse facce così così
    Viaggiamo poco, vediamo posti così così
    Ed ogni sera ci ritroviamo così così
    Signor giudice noi siamo quel che siamo
    Ma l'ala di un gabbiano può far volar lontano
    Signor giudice qui il tempo scorre piano
    Ma noi che l'adoriamo coi tempo ci giochiamo
    L'ombra sul muro non è una regola
    Però ci fai l'amore per abitudine
    Lei certamente farà quello che è giusto
    Per noi che ci fidiamo e continuiamo
    A vivere così così così
    Sappiamo poco sappiamo cose così così
    Ci accontentiamo perchè noi siamo così così
    A casa nostra ci sono quadri così così
    E se c'è sole è sempre sole così così
    Sogniamo poco sogniamo sogni così così
    E nelle foto veniamo sempre così così
    Ed ogni sera ci ritroviamo così così











    Mi manchi

    Così a distanza d'anni aprì la mano
    E aveva tre monete d'oro finto
    Forse per questo non sorrise
    Forse per questo non disse "ho vinto"
    Richiuse il pugno, roba di un minuto
    Per non sentirlo vuoto
    E mi manchi.
    E la ragazza fece op-là una sera
    E fu un op-là da rimanerci incinta
    Vestì di bianco ch'era primavera
    E nella polaroid sorrise convinta
    Fecero seguito invitati misti
    e dodici antipasti
    E mi manchi, mi manchi, e mi manchi
    E quando dodici anni fa dal bagno
    Gli disse "è tardi, devo andare..."
    Pensò che si trattasse di un impegno
    Non dodici anni senza ritornare
    Da allora vinse quasi sempre tutto
    E smise di pensare
    E mi manchi, mi manchi, e mi manchi
    Ma finchè canto ti ho davanti
    Gli anni sono solo dei momenti
    Tu sei sempre stata qui davanti
    .



    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:30
     
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  4. tomiva57
     
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    Vecchioni sta sulle palle, Vecchioni annoia, Vecchioni deqquà e dellà. Vecchioni è un professore, Vecchioni ha messo su boria, Vecchioni rifà se stesso.
    Di Giò con Giò
    di Leon Ravasi

    Lo Smeraldo apre lo sipario, scalca un concerto al solito autocelebrativo, e in effetti sarebbe stupido negare che il prof non sa come lavorare "lungo un facile vento di sazietà...": Vecchioni Roberto conosce perfettamente i meccanismi del gioco e dei sentimenti di chi compra i suoi dischi, sa come toccarli e quando-quanto premerli. L'ultimo disco trasuda mestiere, è vero. Il concerto gronda mestiere, altrettanto da riconoscere. Però, però.. Però questo cazzuto "lanciatore di coltelli" nel mestiere non si "imbroglia le dita" ma lo porta a passeggio ancora bello (l'ultimo disco è, bello), proprio perché il suo mestiere, come dice quella canzone, è la sua ragazza e minchia, lui è uno che l'amore lo striglia giù duro.

    Ancora prima che si apra il sipario mi sento risuonare dentro le solite musiche. Non è una “Viola d’inverno”, per fortuna, ancora non l’ho sentita mai. Ma è la storia di Celia de la Cruz, quella di Mariù, la musica degli Anni. Un percorso minimalista individuale. Hai visto mai che si coincida?

    "..forse non lo sai ma pure questo è amore.."

    “Parlami d’amore/ parlami d’amore Mariù”

    Vecchioni fa il drammatico, il saccente, il barone.. Sì, però quel suo stile così uguale a sè stesso, quando ti prende le viscere, non te le molla. Che la Passione in cui intinge gesti e parole sia in parte calcolata è chiaro, uno dopo trentanni-e-deppiù di carriera il mestiere se lo trova nelle tasche e lui è uno che le mani le mette e le esce di tasca in continuazione, la farina dell'esperienza (quella il cui colore conosciuto anche ai muri ne dipinge le canzoni) spolvera le dita, è inevitabile.

    Buio in sala. Puntuale come un orologio il prof! Suona la campanella e lui comincia. E come prima cosa ti lancia un coltello proprio in mezzo alla figura. Non è vestito esattamente come “Il padre” dei “Sei personaggi in cerca d’autore” come l’ultima volta che l’ho visto dal vivo, ma, diciamo così, nessuna concessione all’estro. Ma è lì pronto, a lato del palco a lanciare i suoi pugnali diritti verso il cuore, perché Vecchioni si commuove e sa commuovere. Perché si sente che è vero e non finge.

    Ma Vecchioni è bravo e lo rimane.

    Ma bravo, in fondo, ha sempre saputo di esserlo. Forse più di quanto sia.

    Le tematiche sono sempre quelle, e allora? La grande storia dell'Amore è di poterne parlare all'infinito, senza tornare a noia quando uno è saputo di parole. E lui lo è. Eccome se lo è. Non è ermetico come nei primi album? Vero, però le robe, spesso, se le sai dire con millimetrica semplicità - e ci credi... - si sentono più di cento metafore ad incrocio carpiato. "..figlio so che devi colpirmi a morte e colpire forte.." ".. forse t'avrei fatto pure piangere di più ma non hai scherzato neanche tu.." E perché, ebbene menefrego, a me uno che c'ha ancora voglia di parlare con convinzione dei sogni fa piacere, e tanto. "..sogna ragazzo sogna quando sale il vento nelle vie del cuore.."

    No, le tematiche non sono più quelle. È quella solo l’attitudine. La capacità di trarre lezioni generali da episodi minimi, di continuare a svisare dal particolare all’universale e, viceversa, dall’universale al particolare. In un continuo viaggio andata e ritorno cielo-terra. Dove il terminale terreno di dio è lui, il Vecchioni stesso. Ma è un dio buono, che accetta di parlare con un Vecchioni buono. Persino la morte si ammansueta tra le sue braccia, tra le corde della sua chitarra. E a suo figlio parla come parlerebbe se fosse li’. La Figlia se l’e’ dimenticata tra le ruote del carro del tempo. Troppo grande per dedicarle ancora una Ninna nanna. E’ l’ora del figlio: “parliamoci da uomo a uomo”.

    Perché, proviamo a dirla tutta, Vecchioni è come Milano. Una città che molti dicono "mi fa cagare", ma a quelli cui piace slacciarle le stringhe, ustrega.. piace sul serio. Per i tram sgangherati, per i binari lucenti sotto la pioggia, per quell'appannaggio di specchio che fanno i navigli quando capolinea il sole, per quel vecchio grigio che non significa solo smog. Vecchioni è come il ferro per terra, colore scuro, ruggine del tempo, l'odore acre e freddo di quando si bagna, il rischio di taglio..

    Ma perche’ Vecchioni e’ Milano e sa di Milano. Nato da un padre napoletano, ma formatosi e fermatosi quasi per sempre in citta’. Vecchioni e’ Milano quasi piu’ di Jannacci. O meglio, Jannacci e’ “una” Milano, particolare. Una citta’ che quasi non c’e’ piu’. Quella delle case di ringhiera, dell’immigrazione giovane, di Vincenzina e delle sue fabbriche. E Vecchioni e’ la Milano di ora e di sempre. Anche il centro, anche i suoi vezzi e vizi. Ma rigorosamente una Milano e Milano 1. Con Milano2 e dintorni il professore non ha niente da spartire e ci tiene a farlo sapere, a rendercelo chiaro. A spiegarci che bisogna resistere e reagire. E non smettere mai di essere vivi. Nemmeno quando sai che sta per iniziare a suonare la tua “Viola d’inverno”.

    Vecchioni sa, e a volte scoccia sentirsi dire quello che si è. Perché quando parte è come se ti sorprendesse in un abbraccio un vecchio(ni) amico. E le foto in biancoenero fanno effetto.

    Lo spettacolo punta quasi tutto sul nuovo disco, come e’ logico. Sullo sfondo uno schermo propone filmati tratti dalla fase di registrazione e progettazione del disco che si interrompono con dei bizzarri “stop a seguire”, come quelli che tentava Ciccio Graziani con un pallone tra i piedi. La regia della moglie Daria Colombo (ora regista anche dei “Girotondi” della sinistra autoconvocata) ogni tanto zoppica incerta. Le colonne che minacciano di fare del Grande Vecchio un busto al Pincio, sono da urlo (“NOOOOO! Le colonne no!”) e le idee sceniche per altro non abbondano. Ci pensa lui, il Grande Vecchio, e fa tutto lui. Come Mazzola con i nove tocchi in area contro il Vasas (sara’ stato il Vasas? Mah, memoria mia!). Stoppa, dribbla, alza la palla, palleggia, controlla e via segnare fino a una conclusiva (e inevitabile) “Luci a San Siro” con Mauro Pagani ospite al violino (che ha suonato anche in “Shalom” e “Samarcanda”).

    Di politica si parla un po’, perché Vecchioni è di sinistra e noi pure (sto Governo ha proprio risvegliato, inutile cianciare). Mentre lo stomaco girola e la lacrimuccia aspetta "Luci a SanSiro" (stando lilì sul bordo anche in qualche altra occasione), distolgo l'occhio dall'uomo in camicia e gli guardo intorno: Lucio Bardi alla chitarra.. Pietro Cantarelli alle tastiere e fisarmonica.. Claudio Fossati alla batteria.. Mauro Pagani al violino (hah!).. Sulla balconata s'appollaia Maurizio Viola con la sua photomachine.. Evabbè, stamo proprio a casa. Tanto più che dopo l'intervallo si rinizia con "L'Inter ha vinto il derby". E allooooraaa!

    "..luci a San Siro di quella sera che c'è di strano siamo stati tutti là.."

    “..Milano mia, portami via. Ho troppo freddo schifo e non ce la faccio piu’…”
     
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  5. tomiva57
     
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    Come salvarsi la vita

    Salvarsela con un Martini
    salvarsela con i cretini
    salvarla quando gira il vento
    giurare il falso incrociando le dita
    però salvarsela la vita.
    Salvarla con le figurine
    salvarla con le patatine
    con il rimorso di arrivare
    soltanto quando la nave è partita
    però salvarsela la vita












    Lettera da Marsala

    Lettera da marsala
    ad un'ipotesi di donna
    che non ricorda più in che posto sia
    lettera da marsala
    per dirle che la penso sempre
    ma non è proprio tutta 'a vita mia
    e fuori ci sarà qualcuno
    ('a vita mia m'a porto 'n pietto)
    qualcuno fuori ascolterà
    ('o core mio fa oilì oilà)
    mica saremo tutti...
    Lettera da marsala
    solo tre righe di biglietto
    il resto l'ho pensato ma non l'ho scritto
    lettera da marsala
    a un amicizia ch'è finita
    ma che m'mporta io canto e chesta è 'a vita
    la vita mia m'a porto 'n pietto
    (e fuori ci sarà qualcuno)
    o core mio fa oilì oiià
    (mica saremo tutti qua)
    e nun va rongo pe' dispetto
    'sta libertà...




    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:34
     
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  6. tomiva57
     
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    Robinson


    Il bambino segue un sogno
    l'avventura fuori dal cortile
    onda piena nelle notti chiare
    la sorpresa di una fata
    che dal niente fa una palizzata
    una nave persa fra le stelle
    quando il grillo dal camino canta e non si sa dov'è
    ma l'eroe sorride ed è con te
    quando il vento ha il suono di una voce dentro l'albero
    e la luna fa sognare io da grande sarò
    come Robinson, Robinson, Robinson...

    L'orologio dei trent'anni
    batte colpi che non lascian segni
    e non ne ha lasciati il tuo fucile;
    qui la notte è solo vento
    roba consumata, è un fuoco finto,
    chi non dorme aspetta le astronavi
    qui l'amore passa e passa il tempo di cantarselo
    nel cortile chi ti aspetta più?
    Sotto il cielo, sulla spiaggia, un vecchio mago zingaro
    e la luna fa pensare; " io da grande sarò
    come Robinson, Robinson, Robinson..."

    Ma il bambino sulla nave non ha fantasia
    quando torna crede di andar via
    ora chiude a chiave la sua roba per difenderla
    ha il fucile nella mano
    e dallo specchio gli sorride
    Robinson, Robinson, Robinson...







    Lo stregone e il giocatore

    Quando arrivò lo fece molto piano
    e il vecchio con la mente era lontano
    e poi neppure il cane si svegliò,
    non abbaiò, rimase immobile.

    Così pensò che fosse qualche amico,
    o una rondine, o lo spirito dei lupo,
    o il vento, perchè il vento
    quando entra è svelto più di una lucertola.

    E niente più da perdere
    e niente da aspettare
    gli disse: "Appendi pure il tuo cappello
    facciamo finta di giocare".

    Gli anziani gliel'avevan raccontato:
    portava i dadi e il gioco era truccato
    ma t'incantava il fondo di un sorriso,
    su quel viso ancora giovane.

    E poi sentì ululare forte il lupo
    e quando aveva già quasi perduto,
    vide che sulla luna gli sfuggì
    la sua vita e se ne innamorò.

    "Io sono un vecchio inutile
    puoi prendere di meglio
    tu dammi ancora un giorno
    e in cambio ti darò
    mio figlio".





    Vorrei

    Tu sei bella anche se non ridi
    sai cadere quasi sempre in piedi
    io non ho la giacca ed il coltello
    ma sul muro il tuo sorriso è bello.

    Io vorrei
    rivederti per tutte le sere
    che ho guardato
    la tua foto in un vaso di mele.

    Non ti ho mai voluto tanto bene
    vedi, quasi quasi ti conviene;
    ti ho mai scritto lettere d'amore
    quando stavi sveglia ad aspettare?

    Sì lo so
    che poi sei ritornata, lo so
    ma qui dentro
    io continuo a vederti partire...

    Io vorrei
    fare a pezzi il ricordo di un treno
    i tuoi treni
    e quell'uomo che vedi e che tieni...

    Io vorrei
    ammazzarlo per farti tornare
    sulle scale
    con la voglia di ricominciare.

    Hai ragione, forse sono solo
    ho comprato il cielo ma non volo
    sono piccolo come un bambino
    puoi tenermi tutto in una mano.

    Io vorrei
    rivederti per fare l'amore
    non sognarti
    quando il sogno comincia a finire.

    Io vorrei
    fare il cambio con te per scoprire
    tu chi sei
    ed accorgermi che siamo uguali.

    E vorrei contare i tuoi capelli
    fino all'ultimo senza sbagliare
    e alla fine
    dire che son belli
    e confonderli e ricominciare.

     
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    Montecristo (album)



    Da Wikipedia


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    Montecristo (1980) sottotitolo Una città senza donne è un album del cantautore Roberto Vecchioni

    Il disco

    Il periodo di confusione discografica per Vecchioni continua: dopo un solo album Robinson, come salvarsi la vita inciso per la Ciao Records torna alla Philips per incidere questo disco, ma la Ciao Records, appellandosi all'inadempienza del contratto, fa causa al cantautore, e vince la causa, il disco viene ritirato dal commercio e furono distrutti i master analogici originali, cosa che ha reso impossibile, finora, la ristampa in CD.

    Il singolo

    Dall'album fu tratto il seguente singolo a 45 giri:

    * Montecristo/La città senza donne (Philips, 6025 272)

    Le canzoni


    Rispetto al precedente, musicalmente vi è una svolta quasi rock, specialmente in alcuni brani come La strega, L'anno che è venuto e la title track. Le registrazioni furono effettuate negli Stone Castle Studios di Carimate, il tecnico del suono è Allan Goldberg.

    I testi e le musiche sono tutti di Vecchioni, tranne che per La città senza donne e L'anno che è venuto (le cui musiche sono scritte da Vecchioni insieme a Mauro Paoluzzi) e Reginella (di cui è cantata, insieme ad Eugenio Finardi, solo una strofa ed il ritornello), celebre canzone napoletana scritta per il testo da Libero Bovio e per la musica da Gaetano Lama.

    Al termine di quest'ultimo brano vi è la registrazione di un coro di bambini che recita alcuni versi della canzone popolare toscana E cinquecento catenelle d'oro, fatta conoscere al grande pubblico da Caterina Bueno; per la precisione si tratta dei versi:
    « E cinquecento catenelle d'oro hanno legato lo tuo cuore al mio e l'hanno fatto tanto stretto il nodo che non si scioglierà né te né io, ed hanno fatto il nodo così forte che non si scioglierà fino alla... »


    ...manca nella versione di Vecchioni la parola conclusiva, che è morte.

    Crediti

    Le edizioni musicali delle canzoni sono di proprietà delle Edizioni Babajaga (tranne che per Reginella, edizioni musicali La Canzonetta), mentre gli arrangiamenti sono di Mauro Paoluzzi.

    La copertina (che si apre in tre parti e raffigura il cantautore mentre tenta di scappare da una torre), ideata da Michelangelo Romano e da Andrea Pazienza, è disegnata, come per il precedente album, dallo stesso Andrea Pazienza, così come i disegni interni e quelli della camicia. Nell'interno è presente una dedica: A Betta, Eva (la mamma), Irene (la prima moglie), Francesca (la figlia primogenita), Gloria, Grazia e Theodora.


    Musicisti

    1. Walter Calloni - Batteria (tranne L'anno che è venuto)
    2. Beppe Sciuto - Batteria (in L'anno che è venuto)
    3. Mauro Paoluzzi - Polymoog, Chitarra elettrica e chitarra acustica, mandolino (in Reginella)
    4. Mike Frazer - Tastiere
    5. Sandro Centofanti - Pianoforte, piano elettrico Fender
    6. Lucio Dalla - sax (in La strega)
    7. Dino D'Autorio - basso (tranne L'anno che è venuto)
    8. Massimo Spinosa - basso (in L'anno che è venuto)
    9. Claudio Pascoli - sax (nei fiati)
    10. Eugenio Finardi - voce (in Reginella e in Montecristo)
    11. Antonello Venditti - voce (in Montecristo)

    Tracce

    LATO A

    1. La città senza donne - 3:30
    2. Ciondolo - 9:01
    3. Montecristo - 4:45
    4. Reginella (e cinquecento catenelle d'oro) - 2:43

    LATO B

    1. L'anno che è venuto (via dalla pazza folla) - 4:30
    2. Canzone da lontano - 9:38
    3. La strega - 5:42
    4. Madre - 4:43
    5. La città senza donne (finale) - 2:07








    La città senza donne

    Stavolta parto davvero
    Con un vento leggero
    Che mi soffia alle spalle.
    Tu dormi bene il tuo sonno
    Dove vado lo sanno
    Solo le stelle.
    Una città senza donne
    Una città senza amori
    E senza fortuna
    Una città senza tempo
    Una città senza musica
    E senza luna
    Amore amore lontano
    Amore del quinto piano
    E ballerino
    Sei solo un'ombra sul cuore
    Se ti penso di sera
    Ma ci dormirò...
    Mi porto dietro soltanto
    II tuo fischietto d'argento
    Io, poi, le cose le perdo
    II giorno che mi hai sorpreso
    II giorno che mi hai deluso
    Nessun altro ricordo
    Amore dietro la porta
    Amore con la valigia
    Ti senti solo?
    Amore fotocopiato
    Amore parli d'amore
    Oppure no
    Amore troppo vicino
    Amore che sei lontano
    Solo un anno e un giorno
    Sei come un'ombra sul cuore
    Silenziosa e leggera
    Ma mi abituerò
    Amore senza rimorsi
    Amore all'ultimo piano
    E ballerino
    Mi giuri forse domani
    Se diventi lontana
    Ti avrò vicino
    Amore se lo volessi
    Amore, amore a due passi
    Mi sento solo...
    Dal giorno che mi hai sorriso
    Al giorno che mi hai deluso
    Ma mi abituerò.
    Una città senza donne
    Una città senza amori
    E portafortuna
    Una città senza tempo
    Una città senza musica
    E senza luna.
    Stavolta parto davvero
    Quanto vento stasera
    Che mi soffia alle spalle
    C'è solo un'ombra sul cuore
    Silenziosa e leggera
    ma ci dormirò.










    Ciondolo


    E tintinnò, da dove non si sa, lei lo portava al
    piede
    E tintinnò dietro di lui che la vide e le sorrise
    Poi si trovò ad appendere i quadri alle cornici
    E a decidere se erano meglio i topi o gli amici
    Da navigante prese barca ma non andò lontano
    A chi intendeva "Hai due sette solamente" disse
    "Era un'altra mano"
    A chi intendeva "Ricordi" disse "Non ho più
    monete
    Le ho spese tutte in baci perugina nelle ore liete"
    E se qualcuno lo chiamava
    E se qualcuno lo riconosceva
    E se qualcuno lo fermava
    Sapete cosa rispondeva?
    Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
    io
    E cambiò faccia e sussurri e maniera di fare
    l'amore
    Fece la punta al suo coltello per difendere il suo
    soffio al cuore
    Tirò col naso dove si sa che ha sede l'intelligenza
    Per annusare molto meglio la gente con più
    pazienza
    E ogni volta che una donna gli diceva "E' ora che
    io vada"
    Le regalava i sassolini per farle ritrovare la
    strada
    Ma le infilava nella tasca la foto di un altro uomo
    Perchè chiedesse indifferentemente scusa o
    perdono
    E se qualcuno lo chiamava
    E se qualcuno lo riconosceva
    E se qualcuno lo fermava
    Sapete cosa rispondeva?
    Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
    io
    E i pompieri dì Milano ogni tanto lo vanno a
    cercare
    Per quello scherzo della casa da cui disse "Me ne
    voglio andare"
    E se non fosse per questo avrebbe avuto la
    coscienza pura
    E non avrebbe mai avuto odore di magistratura
    Ma aveva scritto tante buone parole da meritarsi
    un santuario
    E poi reggeva i palloni sul naso in un modo
    straordinario
    Sapeva ridere quando non succedeva proprio
    niente
    E una ragazza sarda lo trovò persino intelligente
    E se qualcuno lo fermava
    E se qualcuno lo riconosceva
    E se qualcuno lo chiamava
    Sapete cosa rispondeva?
    Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
    io
    E tintinnò da dove non si sa, lei lo portava ai
    piede
    E tintinnò nella sua testa da sbronzo un martedì
    di fine mese
    E tintinnò come la prima volta che lei venne a
    letto
    Quel suo ciondolo, ciondolo d'oro, maledetto
    E allora prese molto bene la mira perchè era un
    entusiasta
    E lo fece nel preciso momento di calare la pasta
    E lo fece tirando, tirando dritto nel naso
    Perchè sparire a tutti sembrasse proprio un caso
    se qualcuno lo ha chiamato
    se qualcuno lo ha fermato
    se qualcuno lo ha parlato
    e se qualcuno lo ha deluso
    non sono io non sono io
    non sono io non sono io
    non sono io














    Montecristo

    Visto dall'alto mi sembrava un paradiso in mezzo
    a quei sentieri
    Di tutto mi aspettavo tranne che una spiaggia di
    carabinieri
    Ci han chiuso dentro tutti tranne l'avvocato
    Che si porta a letto la sua scimmia
    Chissà in che mari ne ha lanciati di messaggi
    Chiusi bene dentro la bottiglia
    Sorrido sempre sto aspettando che mi cresca il
    mio primo dentino
    Non apro più gli armadi per non incontrare quelli
    di torino
    Da un po' di tempo c'è al mio posto
    Quando viene gente un manichino di cartone
    Così lui ascolta gli altri e io mi posso
    Dedicare in pace alla masturbazione
    Montecristo Montecristo Montecristo...
    Il tuo ritratto me lo tengo stretto stretto
    con la mano sopra il cuore
    0 grande amore solo amore
    per fortuna mio finito amore
    Nella mia cella non si stava tanto male
    C'era il frigo con le noccíoiine
    Ed ogni tanto mi veniva a visitare per studiarmi
    Un gruppo di bambine
    Hanno sparato cento volte
    in cento posti ad ottime persone
    Sinceramente non mi ha mai colto
    una crisi di disperazione
    Sono sconvolto dagli insetti
    Che continuano a far figli tutti a casa mia
    Per non parlare della piccola cinese
    Che mi ha dato solo un bacio e via
    Montecristo Montecristo Montecristo...
    Oggi ho scavato un buco
    che non porta in nessun posto come ieri
    Ho messo sotto terra il frigorifero
    ed un po' dei tuoi pensieri
    Le ballerine di provincia ballano
    Due volte al giorno senza fantasia
    E tu mi vieni a dire che quel rosso
    Nei miei occhi è stata solo malattia
    Il vento non ha mai sfiorato i tuoi capelli
    (che sciocchezza è questa?!?)
    Al vento, s'è un po' serio,
    certe idee non vengono neanche in testa
    E il vecchio intanto mi diceva:
    "fuggi dentro il sacco, fuggi, questa è una
    prigione"
    e il vecchio mi diceva: "fuggi che ti faccio ricco
    questa si ch'è un'occasione!"
    Montecristo Montecristo Montecristo...





    Disco del 1980 per il cantautore milanese Roberto Vecchioni, , l'album è stato rippato da me dal vinile originale che fu' all'epoca ritirato dal commercio e furono distrutti i master originali analogici per una causa persa dall'artista con la Ciao Records per inadempienza del contratto cosa che ha reso impossibile, finora, la ristampa in CD..
    Copertina di Michelangelo Romano e Andrea Pazienza disegnata da Andrea Pazienza.
    In questo brano omonimo dell'album le voci sono di Eugenio Finardi e Antonello Venditti. Distributed by Tubemogul.

    fonte:milestones2011









    Da: canzonenelsole


    Per la serie "dolce fruscio del caro, vecchio vinile"....Da MONTECRISTO(1980)L'ultimo brano del lato A con il superbo mandolino di Mauro Paoluzzi e la partecipazione straordinaria di Eugenio Finardi.
    Un brano che visivamente ho sempre associato a Gustav Klimt

    REGINELLA (e cinquecento catenelle d'oro)

    (Lama - Bovio)

    Reginè quanno stive cu mmico,
    nun magnave che pane e cerase
    nuie campavamo 'e vase - e che vase! -
    tu cantave e chiagnive per me...
    e 'o cardillo cantava cu ttico:
    "reginè 'o vo bene a stù re"
    T'aggio voluto bene a te...
    Tu m'aie voluto bene a me!
    Mo nun 'nce amammo cchiù!
    A 'e vvote, tu, distrattamente, pienze a me!
    (e cinquecento catenelle d'oro
    hanno legato il tuo cuore con il mio
    e l'hanno fatto così stretto il nodo
    che non lo scioglierà ne tu ne io
    e l'hanno fatto un nodo così forte
    che non si scioglierà fino alla...)

    piano:MIKE FRAZER
    voce: EUGENIO FINARDI
    chitarra acustaica, mandolino, sintonizzatori: MAURO PAOLUZZI



    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:28
     
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    L'anno che è venuto

    Caro amico non scrivermi, vado via
    Da stasera non abito a casa mia
    Il disordine arriva già fino al tetto
    Qui restare significa finire matto
    Sento voglia di vivere la mia vita
    La sua faccia di rimmel si è scolorita
    Per le antiche scale c'è un poeta nuovo
    Troppo giovane per dire "mi sento solo..."
    Lei ritorna tardissimo dal dentista
    Io la spio dietro i sacchi dalla mia finestra
    Ha due gambe da musica giapponese
    E una bocca ch'è buona per tutte le scuse
    Bella la sua testa da assassina
    Da senza sogni, da malandrina
    Ha cambiato tutto cambierà mariti
    Cambieranno i suoi amici travestiti
    E l'anno che è venuto
    E' solo un anno che è venuto
    E l'anno che è venuto
    E' solo un anno che è passato
    E l'anno che è passato
    E' solo un anno che se n'è andato via...
    Caro amico non scrivermi vado via
    Da bambino giocavo con la nostalgia
    Oggi lascio da autentico gentiluomo
    E pensandoci bene, poi, forse non l'amo...
    Belle le sue calze, bello il suo balcone
    Il suo letto, la sua conversazione
    Non avrò più paura di farmi male
    E l'anno che è venuto
    E' solo un anno che è venuto
    E l'anno che è venuto
    solo un anno che è passato
    E l'anno che è passato
    E' solo un anno che ho vissuto
    E l'anno che è passato
    E' solo un anno che se n'è andato via.











    Canzone da lontano


    Il passero ti seguirà
    non sarai piccola sempre, piccola sempre
    ma ti seguirà, ti seguirà
    il falco ti difenderà
    non sarai debole sempre, debole sempre
    ma ti difenderà, ti difenderà
    "Lontano" mi chiedi,
    "Ma dov'è questo lontano?"
    Lontano è un paese che non ti dò la mano
    com'è lontano questo lontano...
    La volpe ti incanterà
    le volpi vestono bene, le volpi parlano bene
    ma non le ascolterai, non le ascolterai
    e il vento ingarbuglierà
    i tuoi pensieri, l'amore e i tuoi capelli
    e ti cambierà, ti cambierà.
    Lontano vuoi dire che
    domani non ritorno
    lontano vuo, dire sempre un altro giorno
    com'è lontano questo lontano.
    La luna ti sorveglierà
    quando avrai sonno e nel sonno avrai paura
    e ti passerà, ti passerà
    e il grillo ti racconterà
    che mi assomigli negli occhio e nelle stelle
    e gli crederai, gli crederai.
    E quando ti sento dire:
    "Fa presto che ti aspetto"
    quando so che mi pensi andando a letto
    non è lontano questo lontano.



    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:35
     
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    La strega

    È vestita d'argento e di sonaglierre
    ma se bussa alla porta non farla entrare
    è venuta per farti dimenticare
    un uomo, un ricordo, un amore...
    Con le ali di porpora e d'amaranto
    voi farfalle volatele tutte incontro
    lei che vive di notte, di dentro e di fuori
    è grigia: non sopporta i colori.
    Chi la ferma la strega sulla strada di casa
    di casa mia?
    Chi la ferma la strega sulla porta di casa
    dic asa mia?
    Chi la brucia la strega, chi la caccia di casa
    chi la caccia via?
    Fuori da casa mia
    fuori da casa mia
    fuori dai piedi
    fuori di casa
    casa, casa, casa, casa mia...
    Principessa, va bene che donna è bello
    ma il mio letto è diverso dal tuo castello
    non ti pungere ancora con l'arcolaio
    non bere, non mangiaaaare le mele.
    Principessa, quei giorni sono lontani
    non ricordi nemmeno i sette nani
    questa strega vuol farti dimenticare
    un uomo, una storia, un dolore...
    Chi la ferma la strega sulla strada di casa
    di casa mia?
    Chi la ferma la strega,chi la salva la sposa
    la sposa mia?
    Chi la brucia la strega, chi la caccia di casa
    via da casa mia?
    Fuori da casa mia
    fuori da casa mia
    fuori dai piedi
    fuori di casa
    casa, casa, casa, casa mia...
    Gatto, gatta, gattini, restate all'erta
    aspettatela tutti sulla mia porta
    accendetele gli occhi come tizzoni
    di luce, non sopporta la luce...
    Sette anni di lacrime che ho versato
    sette paia di scarpe che ho consumato
    sette boschi di querce che ho attraversato
    da solo, per poterla incontrare...
    Chi la ferma la strega sulla strada di casa?
    La fermo io!
    Chi la ferma la strega sulla porta di casa?
    la brucio io!
    Chi la ferma la strega, chi la caccia di casa?
    La caccio io!
    Fuori da casa mia
    fuori da casa mia
    fuori dai piedi
    fuori di casa
    casa, casa, casa, casa mia...









    Madre

    Da: milestones2011

    Disco del 1980 per il cantautore milanese Roberto Vecchioni, , l'album è stato rippato da me dal vinile originale che fu' all'epoca ritirato dal commercio e furono distrutti i master originali analogici per una causa persa dall'artista con la Ciao Records per inadempienza del contratto cosa che ha reso impossibile, finora, la ristampa in CD..


    Hai sorriso e da quel giorno sono imperatore
    E di tutto il mondo signore
    Con un bacio mi hai insegnato
    Che le stelle là fuori
    Cadono quando se ne vanno i peggiori
    E ogni stella che è caduta mi ha portato via
    Mi ha salvato la fantasia
    La fantasia
    Ogni buco ogni nascondiglio e galleria
    Mi ricordano che tu sei mia
    Mi hanno detto che un giorno
    Hai sognato sotto un uomo
    E questa forse non te la perdono
    Il nostro incontro è una corda di funivia
    La nostra storia è solo roba tua
    E roba mia...
    Sono qui con questa mezza voglia di svegliarmi
    Sto pensando a quando eri bambina
    Alle cose che hai visto
    Prima di vedermi
    E se adesso sono uguali a prima...
    Le avrò detto "T'amo" a questa di Siracusa
    Spero di non averla delusa
    Delusa
    Le altre mi hanno dato quello che si può immaginare
    Tranne il modo di poter scappare
    C'era il sole e mi parlavano
    Del tuo ritorno
    E ho sentito freddo tutto il giorno
    Ma non c'è giorno così lungo che non venga sera
    Non c'è sera come questa che non sia leggera
    Leggera...
    Forse avresti dovuto farmi nascere vecchio
    Per tornare lentamente bambino
    Avrei avuto meno ombre
    Da temere la notte
    E più voglia di aspettare il mattino
    Forse, o forse dovevi farmi nascere sempre
    Ogni volta che facevi l'amore,
    Che facevi l'amore
    .







    La città senza donne


    Stavolta parto davvero
    con un vento leggero
    che mi soffia alle spalle.
    Tu dormi bene il tuo sonno
    dove vado lo sanno
    solo le stelle.
    Una città senza donne
    una città senza amori
    e senza fortuna
    una città senza tempo
    una città senza musica
    e senza luna.
    amore amore lontano
    amore del quinto piano
    e ballerino
    sei solo un'ombra sul cuore
    se ti penso di sera
    ma dormirò...
    Mi porto dietro sontanto
    il tuo fischietto d'argento
    io, poi, le cose le perdo:
    il giorno che mi hai sorriso
    il giorno che mi ha deluso
    nessun altro ricordo
    Amore dietro la porta
    amore con la valigia
    ti senti solo?
    Amore fotocopiato
    amore parli d'amore
    oppure no
    amore troppo vicino
    amore che sei lontano
    solo un anno e un giorno
    sei come un'ombra sul cuore
    silenziosa e leggera
    ma mi abituerò
    Amore senza rimorsi
    amore all'ultimo piano
    e ballerino
    mi giuri forse domani
    se diventi lontana
    ti avrò vicino
    amore se lo volessi
    amore, amore a due passi
    mi sento solo...
    dal giorno che mi hai sorriso
    al giorno che mi hai deluso
    ma mi abituerò.
    Una città senza donne
    una città senza amori
    e portafortuna
    una città senza tempo
    una città senza musica
    e senza luna.
    Stavolta parto davvero
    quanto vento stasera
    che mi soffia alle spalle
    c'è solo un'ombra sul cuore
    silenziosa e leggera
    ma ci dormirò.



    roberto_vecchioni



    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:37
     
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    Hollywood Hollywood



    e91d_35


    Hollywood Hollywood (1982) è un album del cantautore Roberto Vecchioni.


    LATO A

    1. Hollywood Hollywood - 6:00
    2. Ricetta di donna Fellini 8 1/2 - 2:44
    3. Dentro gli occhi - 4:07
    4. Sestri Levante - 4:33

    LATO B

    1. Parigi (o cara) - 7:00
    2. Hollywood Hollywood - 1:00
    3. Casa dolce casa - 5:20
    4. Morgana (luce di giorni passati) - 4:30





    Sestri Levante

    Poi Forse quest'inverno sarà freddo
    e ci sarà la neve
    e conterò ordinatamente i figli
    quelli persi in teatro
    quelli lasciati agli altri
    mi curerò le zampe dalle schegge di vetro
    farò più lunghi i passi
    per non guardare indietro.
    Parlerò con le stelle
    parlerò con le stelle
    parlerò con le stelle.
    E la ragazza andava via leggera
    che pareva volare
    si portò via ordinatamente i sogni
    a ogni passo piccina
    così bene lontana
    guardandola di schiena
    pensai: "È la prima volta
    che lei sta con un altro
    e che non me ne importa"
    e ho finito di amarla
    oggi ho smesso di amarla
    ho finito di amarla.
    Darei unn soldino per un tuo pensiero
    se pesasse una piuma
    ed è un po' poco quando in altri tempi
    ti ho promesso la luna
    e l'ho presa fra i denti:
    così ho detto ai soldati
    che non c'è più battaglia
    molti scrivono a casa
    qualcuno se la squaglia.
    Ma faranno l'amore
    ma faranno l'amore
    ma faranno l'amore.
    Io èerderò i capelli lentamente
    vicino a qualche donna
    lei sarà lei d'estate fra la gente
    come un granchio di sabbia
    felice finalmente
    e guardandola uscire dall'ultimo concerto
    pensai che forse è meglio
    per lei avermi perso
    oggi a Sestri Levante
    oggi a Sestri Levante
    oggi a Sestri Levante







    Ricetta di donna Fellini 8 ½

    Costano, le donne costano,
    più dei gioielli,
    dei motori e delle lacrime,
    ballano, le donne ballano,
    ma quelle vere sono rare e non ritornano
    puoi farle piangere, ma non rimpiangere
    Robert Robert Robert Robert
    Robert Robert Robert Robert
    Robert Robert Robert Robert
    Robert Robert Robert Rober
    t








    Dentro gli occhi


    Noi ci ritroveremo ancora insieme
    davanti a una finestra.
    ma molte molte lune in là
    e poche stelle in meno
    e forse sarai stanco per la corsa del topo
    probabilmente vecchio per inventare un nuovo gioco
    dimmi come t'inganni
    e quando avrò i tuoi anni?
    Lei ci avrà già lasciato
    in fondo a qualche data
    probabilmente a maggio
    ma lei per te sarà meno di un'ombra
    l'ombra di un'altro viaggio
    perchè i ricordi cambiano
    come cambia la pelle
    e tu ne avrai di nuovi e luminosi
    come le stelle
    e comunque vada
    guardami dentro gli occhi
    gli occhi ch'eran bambini
    guardami dentro gli occhi
    E non verranno i briganti
    a derubarti di notte
    perchè tutti i briganti
    prenderanno le botte
    e non verranno i pirati
    perchè tutti i pirati
    andranno in fondo al mare.
    E non verranno i piemontesi
    ad assalire Gaeta
    con le loro land rover,
    con le loro toyota
    e se verranno gli indiani
    con i lunghi coltelli
    noi daremo le botte le botte
    anche a quelli
    e adesso chiudi i tuoi occhi
    chiudi gli occhi che ho sonno
    son vent'anni che guardo
    e che non dormo.
    E i nostri figli se ne andranno per il mondo
    come fogli di carta
    sopra lunghi stivali silenziosi
    e li avremo già persi
    ed una incontrerà tutti quelli
    che io sono già stato
    e ci farà l'amore
    come in un sogno disperato
    scriverà sui cerini
    parole da bambini.
    E le parole invece tu
    le mischierai tutte dentro un cappello
    alla tua età scrivere una canzone
    non sarà più che quello
    e non so che farai, chi vedrai,
    se crederai a qualcuno,
    se ci sarà una donna con te
    o forse - meglio - nessuno
    ma comunque vada
    guardami dentro gli occhi
    gli occhi ch'eran bambini
    guardami dentro gli occhi.
    E non verranno i briganti
    a derubarti di notte
    perchè tutti i briganti
    prenderanno le botte
    e non verranno i pirati
    ad abbordare la nave
    perchè tutti i pirati
    andranno in fondo al mare
    e non verranno i piemontesi
    ad assalire Gaeta
    con le loro land rover,
    con le loro toyota
    e se verranno gli indiani
    con i lunghi coltelli
    noi daremo le botte
    le botte anche a quelli.
    E adesso chiudi i tuoi occhi
    chiudi gli occhi che ho sonno
    son vent'anni che guardo
    e che non dormo.











    Parigi ( o cara)

    Per cercare le stelle chiuse nella tua mano
    quante volte nel buio io l'ho stretta ma piano
    trovai forse mille forse più
    forse più forse più parole
    cantai così tanto
    che la notte gridò che così non vale
    non è più amore
    e il sole di maggio ricomincia a bruciare
    non aspetto i tuoi passi, non le guardo le scale
    e quando partivi senza più
    senza più senza più tornare
    e adesso ritorni e ora che ora che ora che mi parli
    sai che mi perdi
    Parigi Parigi
    Parigi Parigi è lontana
    ma oramai ci so arrivare
    io la vedo e tra un momento
    la potrò toccare
    Parigi Parigi
    Parigi Parigi è vicina,
    è una stella nella sera
    dove fuggono i ricordi di una notte scura
    e vanno via
    Fino a quando mi lasci fino a dove mi aspetti
    sono tanti i miei giochi per passare le notti
    ma dopo ogni notte riapro e richiudo la porta
    e fuori è già l'alba,
    non c'eri e non c'è nessun'altra
    eri la sola, e cammina cammina solo per i tuoi occh
    li vedevo vicini ma era un gioco di specchi
    ma forse era in sogno forse fu forse fu forse fu in sog
    ma forse era vero quello che quello che quello che
    sognavo
    ed io non c'ero
    Parigi Parigi è lontana
    è una luce Sopora il mare,
    è l'amico che hai lasciato
    e che ti sa aspettare
    Parigi Parigi Parigi
    Parigi è un momento, una stella nella sera
    dove fuggono i ricordi di una notte scura
    e vanno via
    Parigi Parigi Parigi
    Parigi è lontana
    è una stella nella sera
    E il tuo viso che mi manca non mi fa paura
    Parigi Parigi Parigi
    Parigi è vicina e oramai ci so arrivare
    io la vedo e tra un momento la potrò toccare
    Robert Robert Robert Robert
    Cruscion, le san mon, le poul var,
    mon mart, trasart, bodleir, jarry,
    è tempo di riaccendere le steile consigliere
    la sopra le lamiere della tour eiffeil
    Robert, metrò, bistrou, gigolò,
    Rimboud veleggerà sul tetto della città
    Nuvola artificiale di alluminio
    E costruiremo riformatori più grandi e luminosi
    i delinquenti di oggi saranno i dirigenti di domani
    Tiscion, le san mon, le vui fan,
    la prima volta che mi uccisi, là,
    sulle lamiere della tour eiffeil
    lo feci solamente per far rabbia alla mia amante
    ormai son solo al mondo e se muoio anche io
    non avrò più nessuno
    Robert Robert Robert Robert





    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:40
     
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    Casa dolce casa

    Al terzo piano c'era scritto
    "Vado e torno" proprio sulla soglia.
    Entrava gente ed ogni tanto
    uno chiedeva: "Sì, ma tu chi sei?"
    Ed io coi fiori in una mano
    e dentro l'altra sempre la bottiglia
    pensavo: "Guarda com'è bello
    stare tutti insieme, noi".
    Ma venne l'uomo del destino
    e da quel giorno non staccò il cappello.
    Vide la donna, poi la casa
    e di tutt'e due s'innamorò.
    Misero insieme un grande sogno
    in due vetrine ed era tanto bello
    che lei mi disse: "Adesso è meglio
    che tu vada, per un po'..."
    Casa, dolce casa mia
    dove passa qualcuno e fa l'amore
    io cantavo e tu restavi ad ascoltare
    casa, dolce casa mia
    non ricordo nemmeno più chi sei
    io che ti camminavo al buio senza lei.
    E cambio strada, cambio gioco
    cambio modo di restare insieme.
    La donna indiana innamorata
    per sei mesi in volo mi portò
    poi chiese: "Caro, ti dispiace
    se ti tolgo dalla porta il nome?"
    Ed io con la bottiglia in mano
    le risposi: "Non lo so".
    E lei cantava e le passava
    quella strana luce dentro gli occhi.
    "Vivremo sempre insieme"
    stava già per dire ed io pensai:
    "Nessuna donna può fermare
    quelli fatti come noi, my darling"
    volto il cavallo e addio per sempre nel tramonto
    non pensarmi più.
    Casa, dolce casa mia
    quante notti eravamo io e te da soli
    e nel silenzio io scrivevo e tu ascoltavi.
    Casa, dolce casa mia
    t'allontani nel sole in un momento
    e adesso, amica mia, tu sei soltanto vento.
    Casa, nuova casa mia, dove
    forse qualcuno sta aspettando
    noi due faremo un viaggio
    grande intorno al mondo.
    Casa, vecchia casa mia
    se la notte qualcuno fa l'amore
    fa' pure finta di dormire insieme a me










    Morgana

    E come sempre arrivo al solito posto
    a raccontarle quello che non ho visto
    e come sempre questo giorno è passato
    e non ricordo come e quando sia stato
    lei nel fuoco si vede e non si vede
    non conosco i suoi anni ma sorride:
    è la sua mano come un velo sottile
    e mi piega il capo per farmi bene
    e come tutte le altre volte nel letto
    fa l'amore, mi addormenta sul petto
    mi accarezza alla luce di una fiamma
    e mi canta una strana ninna nanna.
    Tu che torni, quando torni
    non ritorni, tu non torni mai
    sono giorni, sono sogni
    tu ritorni ma non torni mai.
    Tu che torni, quando torni
    non ritorni, tu non torni mai
    ora dormi, che se dormi
    mentre sogni forse tornerai.
    Ho un solo tempo quando il cielo è già scuro
    e sono un servo, un saltimbanco, un guerriero
    ma non ricordo le figure del giorno
    ed ogni volta è sera quando mi sveglio
    oggi ho quasi vent'anni e sono biondo
    l'altra volta quaranta e l'altra cento
    e mi risveglio mentre sono a cavallo
    e sfioro gli alberi aggrappato al suo collo
    e le racconto sempre un'altra mia vita
    e lei fa finta che non l'abbia inventata
    ora è piena di luci la capanna
    e lei canta una vecchia ninna nanna.
    Tu che torni, quando torni
    non ritorni, tu non torni mai
    sono giorni, sono sogni
    tu ritorni ma non torni mai.
    Tu che torni, quando torni
    non ritorni, tu non torni mai
    ora dormi, che se dormi
    mentre sogni forse tornerai



    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:41
     
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    Il grande sogno (album)



    Da Wikipedia

    grandesogno_b



    Il grande sogno è un album di Roberto Vecchioni, pubblicato del 1984 dall'etichetta discografica CGD.

    Tracce

    1. Il grande sogno (I)
    2. Lettera da Marsala
    3. Signor giudice
    4. Mi manchi
    5. Dentro gli occhi
    6. La città senza donne
    7. Samarcanda
    8. Calle mai più
    9. Ridi Laura
    10. A.R.
    11. Ulisse e l'America
    12. Pagando, s'intende
    13. Il grande sogno (II)
    14. Canzone in cerca d'autore
    15. Carnival







    Il grande sogno


    E naviga, naviga, musica naviga va
    tienimi forte stasera qualcuno verrà
    ma perché in questa notte di luna tu dimmi perché
    vado in giro a pescare ricordi e a scordarmi di te
    l'importante è chi il sogno ce l'ha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù
    voglio Pepita Moreno la diva del jazz
    voglio ballarle sul seno nell'atrio del Ritz
    voglio tutto, lo voglio stanotte, ne voglio di più
    voglio subito, lo voglio adesso, puoi darmelo tu?
    E voglio la donna che ride, la voglio di più
    noi due soli nell'alba dorata dei mari del sud
    e fatine dagli occhi turchini, zecchini per me
    e portamele tutte nell'isola che adesso c'è
    l'importante è chi il sogno ce l'ha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù
    Mamma mia, ma che notte di stelle stanotte per noi
    canta tu, canto io, l'importante è non smettere mai
    mamma mia, ma che notte stanotte di stelle e di idee
    sempre quelle, però sono belle perchè sono mie
    l'importante è chi il sogno ce l'ha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù
    Mamma mia, ma che notte stanotte di stelle per noi
    sempre quelle, però così belle le hai viste mai?
    Guardami, parlami, aspettami, canto per te
    per te che adesso mi ascolti e sei pazza di me
    mamma mia, ma che notte stanotte di stelle per noi
    sempre quelle, però così belle le hai viste mai?










    Lettera da marsala


    Lettera da marsala
    ad un'ipotesi di donna
    che non ricorda più in che posto sia
    lettera da marsala
    per dirle che la penso sempre
    ma non è proprio tutta 'a vita mia
    e fuori ci sarà qualcuno
    ('a vita mia m'a porto 'n pietto)
    qualcuno fuori ascolterà
    ('o core mio fa oilì oilà)
    mica saremo tutti...
    Lettera da marsala
    solo tre righe di biglietto
    il resto l'ho pensato ma non l'ho scritto
    lettera da marsala
    a un amicizia ch'è finita
    ma che m'mporta io canto e chesta è 'a vita
    la vita mia m'a porto 'n pietto
    (e fuori ci sarà qualcuno)
    o core mio fa oilì oiià
    (mica saremo tutti qua)
    e nun va rongo pe' dispetto
    'sta libertà...




    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:23
     
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  14. tomiva57
     
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    Calle mai più

    Correvano i bambini
    si sentivano tranquillamente stonare i violini
    le mogli degli artisti
    i giovani leoni
    e gli ottimisti
    da quando cambio casa
    io parlo con le scimmie e i pappagalli
    e noto con sorpresa
    che meno penso e più divento bello
    Da piccolo ero grande
    e riconosco modestamente che le ho pensate tutte
    ma desso non fa niente
    se vinco, perdo, prendo e do le botte
    rimangono dei figli
    gli lascerò la strada per un sogno
    e molti, molti fogli
    di queste cose non c'è bisogno
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più









    Ridi Laura


    Ridi Laura per i giorni
    ridi Laura per i giorni che ho vissuto e che hai giocato
    ridi Laura per le notti
    ridi Laura per le notti che ho bevuto e che mi hai parlato
    ridi Laura per l'amico che sta fermo e non ti aspetta più
    ridi Laura per le cose che io dico
    ridi solo tu.
    Ancora,
    per una minuto ancora,
    per i tuoi occhi ancora,
    ancora,
    in qualche stanza ancora,
    finché sorridi ancora.
    Ancora,
    per una minuto ancora,
    per i tuoi occhi ancora,
    ancora,
    in qualche stanza ancora,
    finché sorridi ancora




    Edited by tomiva57 - 27/5/2012, 08:42
     
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  15. tomiva57
     
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    Vecchioni sbarca a Partanna per la Notte dei sapori e dei musei

    Palermo, 3 set. - (Adnkronos) - Dopo il successo della serata inaugurale giovedi' scorso con oltre 20mila presenze a Partanna (Trapani) in occasione del concerto dei Matia Bazar, 'TerraMare', la kermesse enogastronomica in programma fino a domenica prossima, oltre che nella cittadina della Valle del Belice, anche a Castelvetrano e Mazara del Vallo, cerca il bis e punta su un cantautore d'eccezione.

    Sara', infatti, Roberto Vecchioni ad impreziosire la 'Notte dei Sapori e dei Musei', in programma stasera a Partanna. A partire dalle 21 lungo Corso Vittorio Emanuele una lunga isola pedonale accogliera' i visitatori accompagnandoli in un viaggio tra i piatti tipici e i prodotti della terra e del mare. Tra una prelibatezza e l'altra si potra' assistere a momenti di intrattenimento musicale o visitare i luoghi d'arte della citta', il Museo e l'area archeologica di contrada Stretto.

    Alle 24 l'appuntamento e' in piazza Falcone-Borsellino con il concerto, ad ingresso gratuito, di Roberto Vecchioni e della sua band, a cura dell'assessorato regionale al Turismo. Il cantautore-professore, reduce con 'Chiamami ancora amore' dal trionfo di Sanremo, incantera' il pubblico, ripercorrendo oltre 50 anni di carriera per una lunga notte all'insegna del divertimento e della buona musica. Vecchioni ricevera' simbolicamente il testimone dai Matia Bazar, che giovedi' sera hanno emozionato fan di tre generazioni tra vecchie hit e nuovi successi. Oltre due ore di grande musica per un vero e proprio ''viaggio del cuore''.

     
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128 replies since 28/9/2010, 16:34   9947 views
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