« Io qui, io puntuale ancora mi vendo così per non morire qui! La favola mia dimmi che non finì! Io ancora il jolly, qualunque sarà la tua idea fra i manichini, su quei marciapiedi ancora ti aspetterò io qui! »
(dall'inedito "Io qui")
Identikit Zero è il titolo di un album di Renato Zero, pubblicato nel 1985. L'album è stato promosso durante l'Identikit Tour.
Il disco
In seguito all'insuccesso di Leoni si nasce, Zero tentò il rilancio pubblicando una raccolta di successi del passato, per l'esattezza si tratta di una serie di remake, completamente riarrangiati, insieme a due inediti, La gente come noi e Io qui (nel cui testo Renato concatena alcuni titoli di sue canzoni), il tutto incorniciato da una "Introduzione" e un "Finale" parlati (come già in Leoni si nasce e alla stregua dei suoi spettacoli dal vivo), L'operazione non ottenne però il successo sperato, e per la prima volta dopo otto anni, un disco di Renato Zero non raggiunse la Top 10. I brani - più che grandi successi, tranne Mi vendo e Marciapiedi, si tratta per lo più dei pezzi più significativi - sono tratti tutti da quelli che all'epoca costituivano i 6 album più recenti (e più conosciuti) di Renato: Zerofobia del 1977, Zerolandia del 1978, EroZero del 1979, Tregua del 1980, Artide Antartide del 1981 e Via Tagliamento 1965/1970 del 1982. Il titolo dell'album deriva dal brano che segue l'"Introduzione", "Io uguale io" («Io voglio un identikit/carta e matita, presto, io sono qui»), l'unico pezzo non inedito di cui viene riprodotto il testo nello scarno libretto interno e a cui si fa spesso riferimento come a "Identikit" (la versione originale, contenuta su Zerolandia, occupa un posto di rilievo nel film/commedia musicale del 1979, Ciao nì).
Orchestra
Nell'album, suona un'orchestra «a contratto» (probabilmente con i turnisti della RCA), diretta dal maestro Renato Serio. Inoltre l'album è stato registrato "dal vivo" anziché sovrapporre, come quasi sempre accade oggi, il suono e la voce.
Tracce
Io uguale io Marciapiedi Sogni di latta Niente La tua idea Mi vendo Arrendermi mai La gente come noi Guai Padre nostro Fermati Periferia Resisti Io qui
« Fuori da casa mia, spioni e intriganti andate via! / Tenetevi quei dollari per voi. / Questa è casa mia, un piatto di spaghetti in allegria... / Fila! Vattene! / Il naso qui non mettere... / Fuori! Qui comando io! / Ridammi indietro il Colosseo! / È mio! »
(dal brano "Colosseo")
Soggetti smarriti è il titolo di un album di Renato Zero, pubblicato nel 1986.
Il disco
L'album, così come il precedente Leoni si nasce, non vende molto. Da gran parte della critica viene definito un disco non bello; sicuramente, non è uno dei migliori dischi di Renato Zero, anche se testimonia la volontà da parte dell'autore di cercare una nuova strada musicale, più vicina a suoni funky rispetto al passato genericamente pop rock, avvalendosi della collaborazione fondamentale di Piero Pintucci, autore con Zero di quasi tutti i brani. Il singolo di lancio è "Infiniti treni", che sicuramente resta il brano manifesto della ricerca di questa nuova musicalità. Rimane un disco arrangiato musicalmente con i nuovi mezzi elettronici, in linea con le tendenze anni ottanta e affronta diversi temi: tra questi, una canzone dedicata all'universo femminile ("Donna donna donna"), la bella "Fantasmi" che parla di amori sepolti e che non si vorrebbero rivivere, e "Ostinato amore" che tratta invece di amori rapidi e consumati in fretta, nei posti più strani. Inoltre, il lavoro anticipa di 19 anni, l'attuale "Stai bene lì" (dal recente Il dono), con la canzone "Colosseo"; e tematiche simili al pezzo di chiusura, "Pizza & rock and roll". Per il brano "Fiori d'arancio" fu realizzato un videoclip, che doveva andare in onda durante una puntata di Mixer, ma poiché Renato non ne era pienamente soddisfatto, il video non venne mai trasmesso. Fu il trentaquattresimo album più venduto dell'anno.
Tracce
Infiniti treni Strade su strade Fantasmi Donna donna donna Mai dire mai Colosseo Ostinato amore Fiori d'arancio Problemi Pizza & rock and roll
Renato Zero: nei negozi il 12 marzo 'Amo', il nuovo album di inediti
da: rockol.it
06 feb 2013 - Raggiungerà i negozi il prossimo 12 marzo "Amo", il nuovo disco di inediti in studio di Renato Zero, ideale seguito di "Presente", pubblicato quattro anni fa: la nuova fatica in studio dell'artista romano (che per sottotitolo ha "Capitolo 1", e che - quindi - ci si aspetta essere solo la prima parte di un progetto più ampio) è stata prodotta da Danilo Madonia e Celso Valli, con la collaborazione di Trevor Horn, nome storico sul panorama rock mondiale in passato già alla corte di - tra gli altri - Paul McCartney, Simple Minds, e Genesis.
Il primo estratto dal disco, “Chiedi di me”, verrà diffuso presso il pubblico a partire dal prossimo primo marzo.
La pubblicazione della nuova fatica in studio preluderà ad una vastissima operazione dal vivo che vedrà Zero esibirsi per oltre un mese al Palalottomatica di Roma. La lunga residency dell'artista prenderà il via il prossimo 27 aprile: le prime dieci date sono state fissate per il 29 e 30 aprile e per il 3, 4, 9, 10, 12, 13 e 15 maggio 2013. I biglietti per gli spettacoli saranno disponibili in prevendita a partire dal prossimo 8 febbraio sul circuito TicketOne: a chi acquisterà il tagliando online verrà consegnata una carta che - oltre a fungere da titolo d'ingresso alla struttura - darà diritto a vantaggi, sconti e convenzioni che saranno pubblicati sul sito ufficiale della società che cura l'attività dal vivo dell'artista, www.fepgroup.it.
Zero è il titolo di un album di Renato Zero, pubblicato nel 1987.
Il disco
Questo doppio LP/MC/CD è un album che ospita brani musicali dai risultati molto diversi, per lo più di impostazione tradizionale, in linea con la scuola melodica italiana ed un occhio al recupero del passato (anni trenta e cinquanta). I brani di maggiore rilievo sono senza dubbio Siamo eroi, Vagabondo cuore, Ho dato e Artisti, riproposti più volte da Zero anche nei live anni novanta e del Nuovo Millennio. Da sottolineare anche l'intensissima "Più o meno", la quale chiude il disco in maniera superba. Molto belle anche la foto di copertina e quelle interne, che presentano un Renato elegantissimo, tutto in nero, che, abbandonati lustrini e paillettes già da qualche anno, si affida a vari stilisti, per uno stile sobrio e pulito. Nell'MC e nell'LP, i quattro lati erano contrassegnati dalle quattro lettere del titolo/cognome d'arte: «Z» per il Lato 1, «E» per il Lato 2, «R» per il Lato 3 e «O» per il Lato 4. Questo particolare titolo doveva rappresentare un nuovo, ideale punto di partenza, cosa che in parte fu, anche se non come sperato. Assente, come già nei precedenti Leoni si nasce del 1984 e Soggetti smarriti del 1986, la dedica interna al disco, che caratterizza quasi tutti gli album di Renato, a partire da Zerolandia del 1978. Fortunatamente, dal punto di vista dell'ispirazione creativa, nel 1989 sarebbe arrivato il viaggio «voyeuristico» a Londra, da cui sarebbe nato un disco di discreto successo e l'inizio di una lenta ma costante ripresa. Il doppio album avrebbe dovuto contenere originariamente 20 pezzi, ma 2 furono scartati all'ultimo momento, confluendo poi entrambi sulla raccolta di inediti del 1991, La coscienza di Zero, lasciando la tracklisting definitiva composta da 18 brani, articolati in un primo disco contenente 8 tracce e un secondo con 10. Dal lavoro non fu estratto nessun singolo e la promozione fu affidata principalmente al brano "Vagabondo cuore" (scelta piuttosto discutibile, vista l'estrema lentezza e la scarsa incisività del brano dal punto di vista musicale, testo escluso, e vista soprattutto la presenza di altri brani indubbiamente più adatti) e al pezzo di apertura "Lei" (dedicato non a una donna, come potrebbe sembrare a prima vista, bensì alla musica e, nella fattispecie, alla forma della canzone). Anche questo disco non rinuncia comunque all'immancabile «episodio ameno», costituito dalla divertente e ironica "Danza macabra". Gli arrangiamenti dell'album sono curati da Dino D'Autorio.
Tracce
Disco 1:
Lei - 4:05 Calendario - 5:10 Verde - 3:27 Ho dato - 5:28 Vagabondo cuore - 5:03 Souvenir - 3:10 Danza macabra - 4:48 Siamo eroi - 4:34
Disco 2:
Astronatività - 4:53 Facile - 3:48 Seminando - 2:00 Telecomando - 4:23 Artisti - 4:00 Immunità - 3:15 Il primatista - 3:50 Promessa - 5:04 Infernale dilemma - 5:40 Più o meno - 3:38
Danza macabra Fra un sorriso, e una bugia, questa vita, alza i tacchi e va via Oh yes E tu credi che, non ci sia più niente dopo di te. After you dear. Quando, sarai, lassù, in the sky. Chi ti reclama più. Oh baby, chissà se siamo vivi? Sarebbe life. (Coro donne) Schiuby du ah (Coro uomini) Spiegaci perché noi siamo, pallidi e rigidi. (Coro donne) Schiuby du ah (Coro uomini) Dicci come mai, noi siamo, gelidi e frigidi. E' tutto un funerale, le salme non si contano, più. C'è un traffico, di bare, sarcofagi, e fornetti, però, non so Se devo, arrendermi, e accettare di spegnermi, Oh baby, vorrei godere almeno un po'. Schiuby du ah Spiegaci perché noi siamo, pallidi e rigidi. Schiuby du ah Dicci come mai, noi siamo, gelidi e frigidi. Essere o non essere, l'enigma non si scioglie mai Amleto è già impazzito, intorno a quel quesito, ma poi chissà se siamo vivi noi, o siamo zombie ormai. Oh baby, che questo sia già l'aldilà, chissà. Noi qui, vaghiamo così Sospesi fra nubi tossiche. Psicofarmaci e poi, eccitanti se vuoi, di noia si può morire, dottore? Ci sei solo se hai. una carta di credito, un motore che va', un po' di coca e chissà, una donna che aspetta là e, non sa, che tu hai già scelto lui. Candelotti, moccolotti, ceri... Ci vedo, ci vedo, ci vedo... E' solo un sogno il mio, o questo scheletro sono io. Oh baby, almeno tu sei viva o no? Noi qui che facciamo, noi qui Sconvolti da mille incognite, da isterismi e fobie contorsioni e manie aspettiamo il giudizio, che finisca sto strazio. Vorrei, ancora vorrei, riscoprire che ho un'anima Che so volare più su, che posso dare di più, a questa vita che morirà, se non ha chi la difenderà. Crisantemi, corone, cuscini,... becchini!! Non seppelliteci, riesumateci. Oh baby, noi siamo vivi più che mai. (Coro donne) Schiuby du ah Siamo ancora vivi noi. (Coro donne) Schiuby du ah Noi siamo ancora vivi!!! ...Siamo ancora qui, questa storia non finisce così, This is not the end. Io mi spenderò, fino all'ultima emozione che ho, vivrò I'm living Pensando ai feretri, e a voi, cari scheletri. Scherzando e ridendo, the time..., il tempo... Se ne va...
Voyeur è il titolo di un album di Renato Zero, pubblicato nel 1989. e ripubblicato nel 2011
Il disco
Dopo due anni di pausa, Zero pubblica questo album, nel quale emergono una ritrovata ispirazione e nuove sonorità, rispetto ai passi falsi di Leoni si nasce, Soggetti smarriti e Zero. Il disco ottiene un discreto successo, grazie a brani come "Accade", "Ha tanti cieli la Luna" ed il brano che dà il titolo all'album, "Voyeur". Merito di questa rinascita la produzione affidata a Geoff Westley, che introduce un'aria internazionale negli arrangiamenti dei pezzi, e la nuova collaborazione con Stefano Senesi, per la stesura di alcune canzoni, oltre al ritorno di Roberto Conrado. L'album esce in due differenti versioni, una più breve, quella del vinile, con soli 8 brani, e una integrale, quella della cassetta e del compact disc, con 11 brani. Ancora una volta, non viene estratto nessun singolo e la promozione viene affidata per lo più alla title-track "Voyeur" e ai brani di punta "Accade" e "Il grande mare". Una particolarità di questo disco, rispetto ai precedenti e gran parte dei successivi di Renato Zero, è quello di essere composto da quasi tutti brani lunghissimi, spesso oltre i 7 minuti (per esempio, "Il canto di Esmeralda", posto in apertura del lavoro, piccolo capolavoro di pura poesia). Il pezzo di chiusura, "Ha tanti cieli la luna", verrà ripreso da Mina nel suo tributo al cantautore romano, N° 0.
Tracce
Il canto di Esmeralda - 6:10 Voyeur - 5:01 I nuovi santi - 5:31 Accade - 6:55 Sciopero - 5:41 Il grande mare - 7:10 Rose - 5:47 Sosia - 5:20 Talento - 4:47 Ricreazione - 6:06 Ha tanti cieli la Luna - 4:45
Dormirò la mia mente si è esaurita dormirò perché spendere la mia genialità se ogni giorno è uguale a un altro e il sesso mio non va. Dormirò non mi va di intossicarmi coi perché mentre il corpo esulta l'anima dov'è e chissà se un'altra vita poi davvero c'è. Fuori Negrieri sciacalli banchieri e falsi benefattori. Fuori! Qui tutti si credono Dio. Fuori! Antenne microfoni penne una minaccia perenne Muori per ciò che puoi avere e non hai lui ruba ma sei tu che pagherai. Sciopero che la vita faccia finalmente sciopero Umiliata offesa appesa a questa incognita che sordido ricatto è questo mai Fosse sciopero per gli amanti che ci sono e non li vedono per quel pugno di poeti che ci credono quante speranze violentate già. Troppi assassini ancora in libertà. Dormirò sono stato troppo sveglio dormirò un satellite mi scruta da lassù dovrò difendermi anch'io o non sarò più io, mai più. Muto il mondo appiattito scontato delle ricchezze spogliato Mondo conteso da mille Net Work Fiuto un destino arbitrato e giocato come fosse un campionato rifiuto chi passa la palla e chi si crede in a e poi muore in serie c Sciopero delle pillole e di tutti i profilattici fra non molto a chi serviranno quei giocattoli bambini di ottanta anni tu vedrai. Fosse sciopero perché un uomo possa ritornare libero non si può sempre sperare in un miracolo è già un miracolo se siamo qua solo l'amore ci risveglierà