Là, mami Era la casa di marzapane Là, mami Era la notte più fresca che c'è Il sogno si fermò Comincia a sanguinare Ero bambino, bambino, bambino Quella era la grande città La`, mami il tempo corse violento e distratto Dai, gioca Giochiamo a ridere e a batterci qui Il sogno si fermò Comincia a sanguinare Ero bambino, bambino, bambino Quella era la grande città E non la smettevo di scoprire Oltre i confini della città Ero bambino, bambino, bambino Fino ai confini della giungla Ero bambino, bambino, bambino Quella era la grande città Non la smettevo di scoprire Oltre i confini della realtà Bambino, bambino Non nascere mai
El diablo è il quinto album in studio della rockband italiana Litfiba, pubblicato dalla CGD nel novembre del 1990. È il disco che fa raggiungere ai Litfiba il grande pubblico, andando a vendere l'importante cifra di circa 400.000 copie solo in Italia (risultato impensabile per il gruppo fino a poco tempo prima).
È il primo disco dei Litfiba degli anni novanta, quindi il primo che non sia suonato dalla formazione originaria; la band rimane capitanata dal duo Piero Pelù/Ghigo Renzulli, che si avvale della collaborazione del tastierista Antonio Aiazzi. L'album getta le basi per la costruzione della cosiddetta "tetralogia degli elementi" che prenderà corpo negli anni successivi, e che rappresenterà i quattro elementi naturali; questo disco è dedicato al fuoco. Il disco è caratterizzato da pezzi di denuncia, come la title track, che denuncia il presunto satanismo del rock, "Woda Woda", sulla penuria di acqua sul pianeta terra e la celebre "Proibito" che descrive un mondo limitato in tutto, dove niente è più effettivamente libero. Ci sono pezzi molto più intimi e introspettivi come "Il volo", che ricorda la triste perdita di Ringo de Palma, morto per un'overdose di eroina, e "Ragazzo". Con questo album la band si sposta su un rock più diretto e meno underground proseguendo sull'onda del cambiamento iniziato con Litfiba 3 e Pirata e avendo ormai abbandonato la vecchia formazione in cui le sonorità erano decisamente più vicine alla New wave/Dark e più genericamente al rock alternativo. Questo disco è inoltre caratterizzato da un suono ricco di influenze latine.
Terremoto è il sesto album in studio della rockband italiana Litfiba, pubblicato nel gennaio del 1993 dalla CGD. È il secondo capitolo della cosiddetta "tetralogia degli elementi" iniziata nel 1990 con l'uscita del precedente El diablo, e che comprenderà anche i successivi Spirito e Mondi sommersi. Il disco è caratterizzato da un suono molto duro e aggressivo, percorso da una vena di forte critica sociale e politica, e rappresenta, insieme a Grande nazione, l'episodio più "duro" dell'intera carriera del gruppo. Terremoto risulta uno degli album più amati dai fan dei Litfiba, e lo testimoniano anche le oltre 400 000 copie vendute dal disco in Italia.
L'album
Seguito dell'enorme successo del precedente El diablo, Terremoto è forse l'album più potente e vicino al metal che la band abbia mai prodotto, nonostante l'amore del gruppo per la melodia sia indubbiamente presente anche in questo lavoro. Abbastanza influenzato anche dalla musica grunge che spopolava in quel periodo, il disco vede una chitarra molto presente e distorta, nonché una vocalità di Piero Pelù molto teatrale, spesso gridata e aggressiva, per certi versi simile a quelle dei vari James Hetfield e Dave Mustaine. Alla batteria Franco Caforio (ex-membro dei Death SS), che ha permesso ai Litfiba di avere sonorità indirizzate più sull'heavy metal. Proprio queste caratteristiche resero l'album particolarmente ben visto a livello commerciale, tanto che riuscì ad arrivare alla seconda posizione nelle classifiche di vendita in Italia. Le vendite furono seguite da un trionfale tour, che vide anche qualche data all'estero. Tra queste va segnalata una a Roma, che venne ritardata per un allarme bomba. Dall'album furono estratti tre singoli: Maudit, Sotto il vulcano e Prima guardia. Tutti i brani dell'album sono firmati Pelù-Renzulli, eccetto Sotto il vulcano (Pelù-Aiazzi/Renzulli). L'album risulta il 14º più venduto del 1993.
Le tematiche
La tematica principale di questo album (che nell'ambito della tetralogia degli elementi è dedicato alla terra) è indubbiamente la critica sociale e politica. Influenzato dallo scenario sociopolitico italiano (con la cosiddetta Tangentopoli che aveva scoperchiato le storture della Prima Repubblica) vede l'attacco al malaffare e al vecchio sistema di potere corrotto (Dimmi il nome, Dinosauro), la critica allo strapotere dei mass media (Maudit) e il ritratto della propria città, Firenze, come vittima di una inarrestabile decadenza. A questi brani si uniscono poi un sarcastico e allusivo ritratto di una coppia in crisi (Il mistero di Giulia) e i due brani forse più notevoli dell'album, la ballata antimilitarista Prima guardia (ispirata da Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati) e la poetica Fata Morgana, giudicata tra le migliori canzoni mai composte dal gruppo e legata al fenomeno ottico omonimo. A chiudere l'album sta poi Sotto il vulcano, dedicata dalla band ad Augusto Daolio, cantante storico dei Nomadi scomparso in quel periodo. Nonostante molti brani si basino su un'evidente ironia, la sensazione che traspare all'ascolto è di una durezza tipicamente heavy metal, dovuta all'impasto sonoro generale in cui le liriche trovano posto, oltre che all'esecuzione vocale di Pelù. Terremoto venne prodotto in un periodo musicale nel quale il grunge e l'heavy metal dominavano il mercato. Proprio la qualità del disco permise al gruppo di suonare al Roskilde Festival, evento unico e storico per un gruppo rock italiano; in quell'edizione i Litfiba divisero il palco con, tra gli altri, Anthrax, Motorhead, Suicidal Tendencies e Sonic Youth.
Tracce
Dimmi il nome – 3:41 (Pelù/Renzulli) Maudit – 4:54 (Pelù/Renzulli) Fata Morgana – 5:13 (Pelù/Renzulli) Soldi – 3:49 (Pelù/Renzulli) Firenze sogna – 4:38 (Pelù/Renzulli) Dinosauro – 3:47 (Pelù/Renzulli) Prima guardia – 4:56 (Pelù/Renzulli) Il mistero di Giulia – 5:57 (Pelù/Renzulli) Sotto il vulcano – 4:50 (Pelù/Renzulli-Aiazzi)
Spirito è il settimo album in studio della rockband italiana Litfiba, pubblicato a novembre del 1994 dalla EMI italiana. Il disco è il terzo capitolo della cosiddetta tetralogia degli elementi, iniziata nel 1990 con l'uscita di El diablo, proseguita con Terremoto e che comprenderà anche il successivo Mondi sommersi. L'album, caratterizzato da un suono meno aggressivo rispetto ai precedenti due dischi (El diablo e Terremoto), mostra un approccio al rock meno cupo e serioso, con una particolare tendenza all'utilizzo di strumenti acustici e di influenze etniche.
Il disco
Inizialmente pensato con il titolo di "Serpente d'asfalto", Spirito è l'album in cui i Litfiba si rendono conto di poter costruire una tetralogia completa, continuando quindi con un album dedicato all'aria un discorso che, senza aver una precisa guida, aveva già toccato il fuoco (El diablo) e la terra (Terremoto). Nonostante l'approccio sia diverso dal precedente album per solarità e suoni, meno duri rispetto ai due album precedenti, il disco non perde una vena di profonda critica politica e sociale, meno sarcastica e più diretta. A livello sonoro le influenze latine (con l'utilizzo di strumenti acustici e percussioni di vario tipo) si mischiano con il rock più classico, puntando alle contaminazioni con i generi e con i paesi del mondo. Per la prima volta si affidano inoltre a un produttore artistico esterno: giudicato oramai esaurito l'apporto che Alberto Pirelli poteva fornire da questo punto, la band si affidò a Rick Parashar, già produttore di Ten dei Pearl Jam. Nonostante questo la band non fu particolarmente soddisfatta del lavoro produttivo, tanto che i singoli Lo spettacolo, Spirito, Lacio drom, No frontiere furono appositamente fatti remixare a Los Angeles da Tom Lord-Alge con Fabrizio Simoncioni in qualità di assistente alla produzione. Il disco incontrerà un buon riscontro di pubblico, e arriverà al terzo posto in classifica, risultando il tredicesimo più venduto del 1994.
Tracce
Testi e musiche di Piero Pelù e Ghigo Renzulli eccetto dove diversamente indicato.
Lo spettacolo – 4:10 Animale di zona – 4:36 Spirito – 4:41 La musica fa – 5:12 Tammùria – 4:10 Lacio drom (Buon viaggio) – 4:12 No frontiere – 5:15 (Piero Pelù, Antonio Aiazzi, Ghigo Renzulli) Diavolo illuso – 4:27 Telephone blues – 1:03 Ora d'aria – 5:07 Suona fratello – 2:09
A volte vorrei vivere nell'aria E rimanere sospeso senza più ostacoli Giocare coi mostri delle mie insicurezze E trasformarli in canzoni come un miracolo Su tutta la terra che corre sotto i piedi Come un mappamondo di pezzi fragili C'è ogni uomo che cerca e cerca la sua idea Insegue la verità e il suo contrario La musica fa sognare e volare capire La musica da la forza di reagire La musica fa viaggiare senza partire La musica fa capire ciò che vuoi capire Tutta la banda e un detonatore Musica a randa con la testa e con il cuore È mediterranea e corre a sangue caldo Tutta la banda fa musica a randa Il mondo è a pezzi e i pezzi siamo noi In un rompicapo di gesti fragili Cerchiamo la gioia ma la gioia è dentro di noi Perché è magica la verità non è il contrario La gioia è dentro di noi La musica fa sognare e volare capire La musica da la forza di reagire La musica fa viaggiare senza partire La musica fa capire ciò che vuoi capire Tutta la banda è un detonatore Musica randa con la testa e con il cuore È mediterranea e corre a sangue caldo Tutta la banda fa musica randa Vitamina adrenalina ah ah ah Sono il carburante di questa musica Vitamina giù in cantina ah ah ah Il mio viaggio è un'indecenza e non finisce qua La musica fa sognare e volare capire La musica da la forza di reagire La musica fa viaggiare senza partire La musica fa capire ciò che vuoi capire La musica fa la musica da Il mondo è a pezzi pezzi siamo noi... Col cuore a pezzi pezzi siamo noi... Il mondo è a pezzi pezzi siamo noi... La musica fa la musica da...
Mondi sommersi è l'ottavo album in studio della rockband italiana Litfiba, pubblicato dall'etichetta discografica EMI italiana il 2 gennaio 1997. Il disco, dedicato all'acqua, è l'ultimo della cosiddetta tetralogia degli elementi, iniziata nel 1990 con l'uscita di El diablo.
L'album
Il disco prosegue ed estende il lavoro che, tre anni prima, aveva portato all'uscita di Spirito, aprendo la produzione del gruppo a un rock più melodico e sperimentale, legato all'influenza delle musiche anglosassoni. Di quella che era la formazione originaria del 1980 sono ormai rimasti solo Piero Pelù e Ghigo Renzulli, che scrivono in coppia (Pelù i testi, Renzulli le musiche) nove degli undici brani (Dottor M. e Sparami sono invece attribuiti nel testo a Pelù e nella musica a entrambi). Alla linea strumentale classica della produzione della band e formata dall'insieme chitarra solista, basso, batteria, viene aggiunto l'uso di campionamenti e grooves, cercando quindi una commistione tra il linguaggio classico del rock e l'utilizzo dell'elettronica più moderna. Proprio quest'ultimo è uno degli elementi di maggiore interesse del disco, che riprendendo i Garbage è emerso fin dall'inizio come un disco assolutamente innovativo per la produzione del gruppo e del rock italiano fino a quel momento. Penultimo album assieme di Pelù e Renzulli, prima del successivo Infinito, fu quello che fece apprezzare alle grandi masse il gruppo fiorentino, vendendo in poco tempo quasi settecentomila copie anche grazie a tre singoli (Ritmo #2, Regina di cuori e Goccia a goccia) che ebbero grande riscontro radiofonico. Il disco è l'ottavo più venduto in Italia del 1997 ed ebbe un ottimo riscontro di vendite nel resto d'Europa. I Litfiba parteciparono al Roskilde Festival '97.
Tematiche del disco
I testi, scritti interamente da Piero Pelù, si focalizzano soprattutto su temi già cari alla band, ma con un approccio più diretto e meno oscuro del passato: alcuni riguardano in modo frivolo i rapporti controversi con l'altro sesso (Regina di cuori); altri in modo caustico la situazione politica e sociale (L'esercito delle forchette); altri ancora in modo efficace la critica alla società attuale (Dottor M., Sparami) e la conseguente incitazione al desiderio di rivalsa e di liberazione dagli schemi sociali (Si può, Apri le tue porte). Non vanno poi dimenticati i testi legati all'esame di se stessi e dei propri sbagli cercando di migliorare (Imparerò e Goccia a goccia). Da questo elenco rimangono fuori il singolo di lancio del disco e l'omonima canzone di apertura, Ritmo #2 e Ritmo rispettivamente, e la goliardica In fondo alla boccia, una sorta di stralunato demo che chiude l'album. La tematica dell'album rimane tuttavia chiaramente l'acqua, con un continuo ritorno di termini chiave e l'incitazione a scoprire molteplici nature nelle situazioni più diverse, compresi i significati delle liriche. Un tema che la varietà del disco sembra a suo modo confermare, e che l'impasto sonoro stratificato e complesso invita a fare anche a livello musicale.
Tracce
CD - EMI Italiana (8557422)
Ritmo – 4:13 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli) Imparerò – 3:27 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli) Regina di cuori – 4:05 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli) Goccia a goccia – 4:42 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli) Si può – 4:34 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli) Ritmo 2 # – 4:34 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli) L'esercito delle forchette – 5:12 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli) Sparami – 4:38 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli, Piero Pelù) Apri le tue porte – 4:12 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli) Dottor M. – 5:05 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli, Piero Pelù) In fondo alla boccia – 3:43 (Piero Pelù – Ghigo Renzulli)
Infinito è il nono album in studio della rockband italiana Litfiba, pubblicato il 22 gennaio 1999.
Il disco, l'ultimo in cui appare come cantante Piero Pelù prima della separazione, durata fino al 2009, e dedicato al tema del tempo, viene definito dalla band come l'ultimo disco di quella che avrebbe dovuto essere la tetralogia degli elementi, divenuta quindi pentalogia degli elementi, se si considera il tempo come quinto elemento, e iniziata nel 1990 con l'uscita di El diablo e che invece raccoglie cinque album aventi ognuno un tema definito. L'album è stato promosso durante l'Infinito Tour.
L'album
Il disco costituisce una svolta nella discografia del gruppo. Seguito dell'acclamato Mondi sommersi, presenta musiche lontane dall'ormai caratteristico stile rock della band, con l'utilizzo di chitarre più morbide e di un suono meno aggressivo. La voce di Piero Pelù provoca non pochi dibattiti tra i fans del gruppo: il suo modo di cantare, femmineo e spesso vicino al falsetto, rappresenta una rivoluzione rispetto al suo tipico cantato aggressivo. I nove brani che compongono l'album, scritti da Piero Pelù e Ghigo Renzulli si muovono tra il pop, come il singolo Il mio corpo che cambia, e la sperimentazione rispetto alle musiche nere, come Frank, e addirittura al disco-pop, Mascherina. Il disco e il successivo tour, durante il quale i dissapori tra i due componenti principali portarono alla rottura definitiva, sono comunque grandi successi di pubblico, tanto che l'album arriva a vendere un milione di copie. Dal disco sono stati estratti i singoli Il mio corpo che cambia, Vivere il mio tempo e Mascherina. L'ultimo concerto del gruppo nella formazione con Pelù cantante fu l'11 luglio 1999 al Monza Rock Festival. Avrebbe dovuto tenersi il giorno precedente ma venne spostato al giorno successivo perché sul posto si abbatté un acquazzone.
L'album ebbe un notevole successo commerciale, per la forte promozione che ne seguì ma soprattutto per la dimensione pop e di facile ascolto dello stesso. In una video-intervista al duo Pelù-Renzulli svoltasi nel periodo della riunione i due ammetteranno di aver realizzato il disco a tavolino, cioè costruendolo con in testa l'interesse del mercato di massa nonché ripescando pezzi scartati dai precedenti lavori, e che, sulla lunga distanza, si è rivelato il disco che ha venduto di più all'interno della loro discografia.
Dal tour promozionale di questo album verrà tratto il doppio CD live '99 Live pubblicato nel 2005 da Piero Pelù dopo l'acquisto dei master dell'Infinito Tour degli anni novanta. L'album risulta il quarto più venduto in Italia nel 1999.
Le tematiche
I testi, scritti interamente da Piero Pelù, non hanno una particolare coerenza tematica, anche se il tempo nelle sue varie declinazioni torna ripetutamente. Le liriche dei brani vanno così dall'intimismo (Il mio corpo che cambia, Incantesimo, Canto di gioia) alla critica sociale in senso molto largo (Nuovi rampanti e Mascherina). Troviamo poi anche un brano dedicato a un amico francese della band, Frank, uno legato alla lotta contro lo scorrere del tempo, dedicato durante il tour a Marco Pantani, Prendi in mano i tuoi anni, e una dolce ballata d'amore, Vivere il mio tempo, che Pelù dichiarò di aver scritto per le figlie. In Sexy Dream, Pelù duetta con Mara Redeghieri, storica voce degli Üstmamò.
Tracce
Testi di Piero Pelù, musiche di Ghigo Renzulli.
Il mio corpo che cambia – 4:00 Mascherina – 4:09 Sexy Dream – 4:39 Canto di gioia – 4:09 Nuovi rampanti – 4:27 Prendi in mano i tuoi anni – 3:55 Vivere il mio tempo – 4:25 Frank – 3:14 Incantesimo – 5:43