CLAUDIO BAGLIONI

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    E adesso la pubblicità
    Claudio Baglioni


    Tu dietro a un vetro guardi fuori
    Lungo il luccichio dei marciapiedi
    E la gente si è dissolta nella sera
    Tua madre altezza media sogni medi
    Che sbatte gli occhi da cammello
    E non si è rassegnata e neanche spera
    Un cespuglio di spini tuo fratello
    Che pensa sulle unghie delle dita
    Appitonato con un aria da bollito
    Tuo padre mani da operaio a vita
    Che ride e gli si spacca il viso
    Impallidito di tivù
    Tu fretta di vivere qualcosa
    E ogni cosa è già un ricordo liso
    E adesso la pubblicità

    Tu e le tue voglie imbottigliate
    Occhi come buchi della chiave
    E un'ansia indolenzita sotto neve bianca
    Tuo padre aspetta sempre qualche nave
    Funambolo sul filo del passato
    E cena insieme a una bistecca stanca
    Tuo fratello è un grammofono scassato
    Un fiume di pensieri in fuga
    Si specchia in un cucchiaio e fa una bocca storta
    Tua madre si rammenda qualche ruga
    E una domanda di dolcezza
    Che porta in tavola e va via
    Tu nascosta in fondo a un'amarezza
    A far finta che il mondo sia un bel posto
    E adesso la pubblicità

    Ma che giorno è è tutti i giorni
    Ed una sera ogni sera
    E questa sera come le altre
    Che si siede accanto
    E non c'è niente che ritorni
    Niente allegria e nessun cerino
    Per dare fuoco a tutto quanto
    Tu in quella schienuccia di uccellino
    Che s'incurva e si vedono gli affanni
    Dei tuoi domani e dei tuoi pochi anni
    Tuo padre che si strofina le mascelle
    Come impanate nella barba
    Una sigaretta in mezzo ai denti
    E lui ci parla intorno
    Tua madre che si sveglia a strappi
    E scuote tutta la polvere di un giorno
    Senza persone e novità
    Tuo fratello scemo che dà uno spintone
    Al tuo cuore rovesciato come tasche vuote
    E adesso la pubblicità

    Oggi è quasi un secolo di noia
    E che si fa domani e dopo
    E poi nei prossimi vent'anni
    Figli di speranze
    Per un attimo di gioia
    Nella città di antenne e cielo
    E luci grigie delle stanze
    E la notte cade come un velo
    A smorzare gli occhi ed i televisori
    E tu dietro a un vetro guardi fuori

    From: Laura




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  2. tomiva57
     
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    Un Treno Per Dove

    vorrei un biglietto per un posto
    dove non ci sono i cani
    poveri granelli di pepe
    abbandonati in mezzo ad un'estate
    un posto dove non ci sono vecchi soli
    che amavano molto la moglie
    e tengono i nipoti in un portafoglio
    di foto ciancicate
    dove gli uccelli tagliano l'autunno
    e l'aria non si rompe in uno sparo
    dove nessuno e un'isola
    e l'anima non s'incarta nel denaro
    dove la paura non passa più
    nei nostri occhi di conigli
    e non c'è più da scavalcare nessun muro
    dove i soldati tornano alle case
    e si accovacciano coi figli
    a colorare un cielo un po' più largo di fururo
    un treno per dove
    il giorno non finisce
    e il sole e un grido in mezzo al viso
    dei mattino di un sorriso
    un treno per dove
    non arrivi il vemo di follia
    che gela il cuore
    e che ci trascina via
    un posto senza le borgate
    calce e polverone
    bucate da mille finestre uguali
    che si mangiano la campagna
    dove non c'è più attesa
    ma un lavoro da sputare nelle mani
    dove il tempo inganna gli orologi
    e questa corsa assurda per domani
    dove le ombre corte dei bambini
    non si fermano in un pianto
    lasciate indietro dalla fretta degli adulti
    dove tutti sono persone
    e ognuno ha un sogno ed un pensiero suo soltanto
    e un uomo non si piega con le botte e con gli insulti
    un treno per dove
    il mare e grano azzurro
    e un saluto di gabbiani
    sulle barche e tra le mani
    un treno per dove
    accenderai la luce
    e sarai un bicchiere d'acqua
    nelle notti dei miei guai
    un treno per dove
    libero e ribelle
    correrò come un cavallo
    sotto grappoli di stelle
    un treno per dove
    non ci sia lo spazio
    per perderti di più
    un treno per dove esisti tu





     
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  3. tomiva57
     
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    Notte Di Note, Note Di Notte


    notte di note note di notte
    di luna che imbroglia i cani
    vagabondi invisibili nelle vie che sanno tutto
    e ci cammino
    a tempo col rumore della terra che gira
    e fornai che fanno il pane di domani
    secchi d'acqua che svegliano i balconi
    cotti di sole del mattino
    in questa notte di ragnatele
    di fili notturni sul mio viso
    l'alito largo del vento mi segue
    annusando i pantaloni
    e quante dita stanno acchiappando note
    che cadono giù dal paradiso
    e le giornate si chiudono
    dietro le serrature dei portoni
    buona notte ai piccoli dolori
    buona notte a tutti i suonatori
    buona notte a queste nubi d'inchiostro
    buona notte a questo figlio nostro
    qui in questa curva di cielo
    ed ogni odore è un ricordo
    che torna a bruciapelo
    e porta via
    la sete i giorni sbagliati
    per una notte di pace
    nei cuori affaticati
    notte di note note di notte
    tesa come pelle di tamburo
    fari che bucan la pazienza dell'aria
    cercando di capirmi gli occhi
    in questo stesso istante tra la California e il
    Giappone
    c'è chi inventerà il futuro
    per tutti gli uomini che passano
    sui fogli del mondo come scarabocchi
    in questa notte di stelle distratte
    sorprese da un'alba che confonde
    muri vecchi
    che respirano un giovane cielo rattoppato
    e un risveglio salato di mare
    nei cortili deserti che scavalcano le unde
    come qualcosa di rauco
    che ti chiedi cos'è mentre ti è già passato
    buona notte ad ogni nota d'arganto
    buona notte a un sollievo di vento
    buona notte a questo silenzio d'oro
    buona notta buona notte tesoro
    qui in questa via di nessuno
    mi sto frugando parole
    per far sognar qualcuno
    quando verrà
    dal cielo dove si trova
    una speranza di luce
    una canzone nuova
    qui in questa notte di note
    a guardarmi la vita
    dentro le mani vuote
    ma che cos'è mai
    che mi fa credere ancore
    mi riga gli occhi d'amore
    e mi addormenterà dalla parte del cuore




     
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  4. tomiva57
     
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    Assolo (album)


    Da Wikipedia


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    Assolo è un triplo album live di Claudio Baglioni, registrato durante il tour del 1986 e pubblicato nello stesso anno.

    L'album vede un Baglioni che si accompagna non con una band, ma con il solo aiuto di tastiera, pianoforte, chitarra e sequencer.

    Il coordinamento di questi strumenti è stato reso possibile grazie al protocollo MIDI (Musical Instrument Digital Interface). La tecnologia MIDI era appena entrata in commercio, e Howard Jones era stato il primo artista a eseguire dal vivo concerti di questo tipo. Tuttavia, Jones suonava su basi prefissate, con un numero di battute prestabilite, mentre Baglioni eseguiva personalmente i pezzi e poteva modificarli dal vivo, con l'aiuto di un tecnico del suono (Pasquale Minieri) che stabiliva al mixer quali strumenti aprire e quali chiudere. La tecnologia MIDI rese possibile la registrazione automatica delle partiture e l'editing del triplo album, suonato in playback in studio con l'aggiunta della voce del cantante registrata in presa diretta.

    Il disco presenta il brano inedito Il sogno è sempre, ideale continuum del disco La vita è adesso.

    L'album ha venduto più di 1.000.000 copie.





    DISCO 1
    01. Introduzione - 0:41
    02. Strada facendo - 4:39
    03. Fotografie - 5:16
    04. Medley all'organo - 6:32
    Ninna nanna nanna ninna
    Gagarin - Via
    05. Ragazze dell'est - 5:23
    06. Uomini persi - 4:52
    07. Medley al piano elettrico - 9:17
    Notte di Natale - Giorni di neve
    Ragazza di campagna - Un po' di più
    Chissà se mi pensi - Puoi?
    08. Amori in corso - 6:13
    09. Poster - 5:05
    10. Quanto ti voglio - 4:00
    11. Medley alla chitarra acustica - 12:56
    Un nuovo giorno o un giorno nuovo - Notti
    Doremifasol - Il mattino si è svegliato
    Quanta strada da fare - A modo mio
    E apri quella porta - W l'Inghilterra
    Una faccia pulita - Porta Portese
    Mia libertà - Isolina - Signora Lia
    12. Avrai - 5:34

    DISCO 2
    01. E adesso la pubblicità - 4:42
    02. Medley alla chitarra elettrica - 7:21
    Ancora la pioggia cadrà - Quante volte
    Io me ne andrei - Ora che ho te
    03. Amore bello - 4:10
    04. Medley al pianoforte - 7:17
    Con tutto l'amore che posso - Sabato pomeriggio
    E tu come stai? - Solo
    05. E tu - 6:27
    06. Notte di note, note di notte - 5:27
    07. I vecchi - 5:52
    08. Questo piccolo grande amore - 6:08
    09. Tutto il calcio minuto per minuto - 7:06
    10. La vita è adesso - 5:45
    11. Finale - 2:17
    12. Il sogno è sempre - 5:06



    Release Ottobre 1986
    Casa Editrice - CBS






    Chissà Se Mi Pensi



    chissà se mi pensi
    seduta sul letto
    e se tieni stretto
    quel tuo vecchi orsacchiotto
    e gli parli di me
    e smorzi la luce
    ma non trovi più pace
    e ti domandi perché
    chissà se mi cerchi
    li sotto al cuscino
    se mi hai trovato carino
    se mi vuoi li vicino
    se mi vuoi li con te
    e fra le lenzuola
    tu ti senti più sola
    e ti domandi perché
    ma chissà se è proprio vero
    che tu stai pensando a me
    o se cerchi qualcun altro col pensiero
    ma chissà se nel tuo cuore
    ci sta un posto anche per me
    e se c'è tu non tenerlo più nascosto
    più nascosto
    ma chissà
    se non ti addormenti
    e mordi nervosa
    le tue labbra fra i denti
    se ripensi un po' a me
    e piano pianetto
    disfi tutto il tuo letto
    e ti domandi perché
    ma chissà se è proprio vero
    che tu stai pensando a me
    o se cerchi qualcun altro col pensiero
    ma chissà se nel tuo cuore
    ci sta un posto anche per me
    e se c'è tu non tenerlo più nascosto
    più nascosto
    ma chissà se mi pensi
    se non ti addormenti e quante pecore conti
    una due o centoventi
    e te la prendi con me
    riaccendi la luce
    ma ti senti felice
    e ti domandi perché


     
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  5. tomiva57
     
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    IL MATTINO SI E' SVEGLIATO


    Il mattino si è svegliato
    e disteso s'è contro il cielo
    mentre il prato si è sposato già
    a uno spicchio di sole più in là
    ed un passero
    tutto intento
    a beccar qua e là
    tra il frumento
    e la nebbia lenta sale su
    e lo stagno non dorme già più
    e la luce ritrova i colori
    tra le foglie dei vecchi filari
    mi sento vero
    come questo cielo chiaro
    e un pensiero
    torna dolcemente
    dentro la mia mente
    e soffiare piano piano
    su quel fiore lì così strano
    e pensare mentre soffio che sembra neve
    ma neve non è
    e poi correre quasi volando
    tra i papaveri mossi dal vento
    mi sento vero
    come l'aria che respiro
    e un pensiero
    sempre più impaziente
    dentro la mia mente
    il mattino si è svegliato
    e mi accorgo che
    voglio te ...

     
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  6. tomiva57
     
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    QUANTA STRADA DA FARE

    La mia faccia
    riflessa sul vetro
    ogni cosa sparisce
    succhiata all'indietro
    tutto quanto
    si è fatto sbiadito
    ed il campo diventa
    un immenso tappeto
    la mia borsa di corda
    mi fa da cuscino
    non posso dormire
    nemmeno
    una striscia di asfalto
    che corre vicino
    insegue noiosa
    il mio treno
    ed il sole più rosso
    laggiù all'orizzonte
    dà l'ultimo addio lentamente
    un mucchietto di case
    aggrappate ad un monte
    mi sembrano
    come dipinte
    e un pupazzo di paglia
    sperduto tra il grano
    non ha per compagno
    nessuno
    la mia mente
    si perde lontano
    mi sento più libero
    sopra il mio treno
    quanta pioggia ho veduto
    cadere leggera
    quante volte ho sognato
    sui ponti la sera
    quanta polvere
    quante città'
    quanta vita ho lasciato
    qua e là
    quanta strada da fare
    però
    quanta strada
    ancora non lo so
    ed i fili dell'alta tensione
    si incrociano
    e danzano
    senza ragione
    la mia giacca di pelle
    ha perso un bottone
    è vecchia
    ma va ancora bene
    l'acqua calma del fiume
    riposa di lato
    più grigia
    vicino al canneto
    la mia faccia
    riflessa sul vetro
    ogni cosa sparisce
    succhiata all'indietro
    quanta pioggia ho veduto
    cadere leggera
    quante volte ho sognato
    sui ponti la sera
    quanta polvere
    quante città'
    quanta vita ho lasciato
    qua e là
    quanta strada da fare
    però
    quanta strada
    ancora non lo so

     
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  7. tomiva57
     
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    A modo mio

    Io nella vita ho fatto un po' di tutto
    non so se ho fatto poco oppure tanto
    non sono stato un santo e questo lo sa pure Dio
    lo sa pure Dio
    ho camminato con la pioggia e il vento
    ho riso spesso e qualche volta ho pianto
    e cento e mille volte son rimasto solo io
    ma me la son cavata
    sempre a modo mio
    a modo mio
    a modo mio
    che tu ci creda o no
    a modo mio
    a modo mio
    a modo mio
    avrò sbagliato ma
    a modo mio
    e tu che sei comparsa tutto a un tratto
    e in un momento hai colorato tutto
    tu sei diversa sei importante e ho paura io
    ho paura io
    e chissà se ci riuscirò
    a dirti che
    ti amo a modo mio
    a modo mio
    a modo mio
    per una volta ancora
    a modo mio
    a modo mio
    a modo mio
    poi sei venuta tu
    amore mio







    E Apri Quella Porta



    ed apri quella porte
    ed apri quella porte
    ed apri quella porte
    ed apri quella porte
    e falla corta ... insomma ...
    sai che me ne importa? ...
    fammi entrare un momento solo
    poche storie cielo!
    cosa vai a pensare?
    ma giusto ... solo per parlare ...
    e vado via ... sto andando via ...
    me ne sono quasi andato via ...
    se tu non cambi idea parola mia! ...
    che faccio qualche fesseria ...
    mondo fottuto la farò finita ...
    fatti 'sta risata te lo sei voluto ...
    ah ... non t'avessi incontrato
    mai incontrato ...
    son perduto ormai
    che spero domani sul "Messaggero"
    tu vedrai ... se è vero ...
    Gesù si fa scuro
    questo non è un gioco
    pensaci ancora ... almeno un poco ...
    "e dai coraggio un uomo come me
    una donna come te ..."
    mannaggia alle donne
    a tutte quante le donne
    una per una
    sono tutto un programma
    ci ho certe madonne
    mamma mia! che madonne!
    ma dai non torna la tua mamma
    ... hai capito male è uno sfogo
    anche se il gioco ... vale
    quando dura poco
    ma che razza di fesso sono stato ...
    anche se ... lo confesso
    mi ero innamorato ...
    e Dio ti benedica
    Dio ti benedica
    sei una vera amica
    io non ti mangio mica
    e che fatica! ...
    tu sei proprio una gran ... donna ...
    che bella casa complimenti cara
    non ci credo ancora ti sei persuasa
    oh grazie ... bevo una "gazzosa"
    che comoda poltrona statti buona
    guardo un po' che birbacciona! ...
    ti prego ... buona ...
    statti un poco buona
    ferma con le mani ...
    buona ...
    mi sembra presto poi ... non è poetico ...
    il solletico no ... non volevo questo
    e statti un poco al tuo posto ...
    al tuo posto!
    sono disposto ma non era adesso ...
    non starmi sempre qui addosso
    stammi almeno ... a un passo
    ho il fiato grosso
    questo non è un gioco
    vorrei pensarci ... almeno un poco ...
    " ... e dai ma si ma insomma
    te ... una donna ... non è questo"
    mannaggia alle donne
    a tutte quante le donne
    una per una
    sono tutto un programma
    ci ho certe madonne
    mamma mia! che madonne!
    e se tornasse tua mamma?! ...
    ... hai capito male è uno sfogo
    sei una donna ideale proprio tutta fuoco ...
    dove vuoi che vada? ... sta' tranquilla
    scendo un attimo in strada
    a spostar "Camilla" ...



     
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  8. tomiva57
     
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    Questo Piccolo Grande Amore (1972) > Una Faccia Pulita


    finalmente una strada fuori mano e un bar
    sono tutto sudato mi conviene entrar
    mi sentivo osservato dalla testa in giù
    "che mi dai da fumare che io non ne ho più?..."
    nel sentir questa voce mi voltai
    manco a farlo apposta ho visto lei
    la maglietta scollata
    una faccia pulita ...
    "scusa se sono stata sfacciata"
    e con lei con lei
    mi son messo seduto ...
    però che peccato!
    mi avesse veduto
    un poco più pettinato ...
    e con lei con lei
    seduto in quel posto
    quanto sono rimasto ...
    ci provavo gusto
    e chi s'è visto s'è visto ... c'è lei ...
    una coca un panino e quel suo naso in su
    le Muratti finite "le ricompri tu"
    "sei mai stato operato?" ... "si una volta qui" ...
    "hai avuto paura?" "mah così e così" ...
    di nascosto sbirciavo sotto il tavolino
    per guardarle le gambe da vicino ...
    ma non mi riusciva
    lei che se ne accorgeva
    ma non se la prendeva e rideva ...
    e con lei con lei
    il tempo andò in fretta
    "c'è mia madre che aspetta" ...
    "non casca giù il mondo
    se tu resti un secondo" ...
    e con lei con lei
    mi son chiesto spesso
    che cos'era successo ...
    ma ci avrei scommesso
    di starle ad un passo ... dal cuore ...
    "il telefono è questo ... devo andare via ...
    se ti va di chiamarmi sono a casa mia" ...






    Ancora Assieme (1992) > Porta Portese

    è domenica mattina
    si è svegliato già il mercato
    in licenza son tornato e sono qua
    per comprarmi dei blue jeans
    al posto di questa divisa
    e stasera poi le faccio una sorpresa
    c'è la vecchia che ha sul banco
    foto di Papa Giovanni
    lei sta qui da quarant'anni o forse più
    e i suoi occhi han visto re
    scannati ricchi ed impiegati
    capelloni ladri artisti figli di...
    Porta Portese
    Porta Portese
    Porta Portese
    cosa avrai di più...
    vado avanti a gomitate
    tra la gente che si affolla
    le patacche che ti ammolla
    quello là
    ci ha di tutto pezzi d'auto
    spade antiche quadri falsi
    e la foto nuda di Brigitte Bardot
    Porta Portese
    Porta Portese
    Porta Portese
    cosa avrai di più...
    tutti rotti quei calzoni
    si va bè che è roba usata
    ma chi sà chi l'ha portata
    quanto vuoi?
    quella lì non è possibile che è lei
    insieme a un altro
    non è certo suo fratello quello
    e se l'è scelto proprio bello
    ci son cascato come un pollo io...
    (a ragà ma che hai fatto?
    ma sti carzoni li voj o non li voj?)
    Porta Portese
    Porta Portese
    Porta Portese
    cosa avrai tu?
    Porta Portese
    Porta Portese
    Porta Portese
    cosa avrai di più?
    fiore de sale
    l'amore fa penà ma nun se more
    d'amore nun se more me se sta male



     
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  9. tomiva57
     
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    Isolina


    Isolina stanotte che fai
    nel tuo letto a chi penserai
    la tua gente ora mangia e non bada se corri da me
    che aspetto
    Isolina vuoi dirmi perché
    la tua estate non spendi con me
    la tua gente ora canta e qualcuno fra un po' si amerà
    sull'erba
    Isolina lascia i dolori
    non è vita la vita che fai
    sul tuo corpo metti i colori
    che i colori non piangono mai
    Isolina negli occhi tu hai
    cieli che non hai visto mai
    la tua gente è ubriaca e le pene s'affogano già
    nel vino
    Isolina io so che verrai
    con i sogni più belli che hai
    la tua gente ora dorme e anche il fuoco fra un po'
    volerà
    nel vento







    Avrai


    avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle
    storie fotografate dentro un album rilegato in pelle
    tuoni d'aerei supersonici che fanno alzar la testa
    e il buio all'alba che si fa d'argento alla finestra
    avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare
    schiuma di cavalloni pazzi che s'inseguono nel mare
    e pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate
    un treno per l'America senza fermate
    avrai due lacrime più dolci da seccare
    un sole che si uccide e pescatori di telline
    e neve di montagne e pioggia di colline
    avrai un legnetto di cremino da succhiare
    avrai una donna acerba e un giovane dolore
    viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore
    avrai una sedia per posarti ore
    vuote come uova di cioccolato
    ed un amico che ti avrà deluso tradito ingannato
    avrai avrai avrai
    il tuo tempo per andar lontano
    camminerai dimenticando
    ti fermerai sognando
    avrai avrai avrai
    la stessa mia triste speranza
    e sentirai di non avere amato mai abbastanza
    se amore amore avrai
    avrai parole nuove da cercare quando viene sera
    e cento ponti da passare e far suonare la ringhiera
    la prima sigaretta che ti fuma in bocca un po' di tosse
    Natale di agrifoglio e candeline rosse
    avrai un lavoro da sudare
    mattini fradici di brividi e rugiada
    giochi elettronici e sassi per la strada
    avrai ricordi di ombrelli e chiavi da scordare
    avrai carezze per parlare con i cani
    e sarà sempre di domenica domani
    e avrai discorsi chiusi dentro mani
    che frugano le tasche della vita
    ed una radio per sentire che la guerra è finita
    avrai avrai avrai
    il tuo tempo per andar lontano
    camminerai dimenticando ti fermerai sognando
    avrai avrai avrai
    la stessa mia triste speranza
    e sentirai di non avere amato mai abbastanza
    se amore amore amore avrai






     
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  10. tomiva57
     
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    Quante Volte


    me ne vado nella notte logorando strade
    han lavato il cielo ed ora è ad asciugar sui muri
    come quando i miei si vomitavano parole
    ed allora mi mandavano a giocare fuori
    tu non ci sei
    tu non sei più con me
    il mio amico sta dicendo che mi vuole bene
    ha bevuto troppo e non ricorda più il nome
    le finestre occhi spenti stanno già sognando
    mulinelli di cartacce e le panchine vuote
    non avrei voluto essere il primo della classe
    non avrei voluto mai portare i primi occhiali
    ho paura di specchiarmi dentro una vetrina
    e scoprirmi a ridere di me e dei miei pensieri
    sotto il tacco il tacco delle scarpe mezzo
    consumato
    un giornale spiegazzato pieno di pedate
    grande prima eccezionale per il film dell'anno
    avventura sesso e una valanga di risate...
    quante volte ti ho pensato
    sulla sedia di cucina
    quante volte ti ho incontrato
    nelle cicche che spegnevo
    quante volte ti ho aspettato
    quante volte ti ho inseguito
    quante volte ho chiesto te...
    e come gridavo sul cavallo del barbiere
    il mio amico si è fermato e sta scalciando un sasso
    lui non ha una donna perché ha l'alito cattivo
    soffre un po' di tenerezza e parla con se stesso
    guardo le mie dita gialle sono tanto stanco
    di sputare i mozziconi di tutta una vita
    giro salto e ballo come un orso ammaestrato
    come vorrei fare a pezzi quella luna idiota
    quante volte ti ho pregato
    mentre mi graffiavi il cuore
    quante volte ti ho guardato
    mentre mi cavavi gli occhi
    quante volte ti ho cercato
    quante volte ti ho trovato
    quante ho perso te...





    Ora Che Ho Te


    giorni di un tenero grido di sole
    rauchi di mille parole
    ora che ho te
    che mi sei piaciuta senza fare niente
    ora che ho te
    amo l'altra gente
    giorni passati a dividere il cielo dal mare
    a prendere la rincorsa per volare
    ora che ho te
    passata nei miei occhi e entrata dentro il cuore
    ora che ho te 6a me e il mio dolore
    giorni per vivere come due stelle cadenti un
    minuto
    e baci pieni di tempo perduto
    ora che ho te
    in qualche parte del mio corpo a farmi male
    ora che ho te
    non e più uguale
    ora che scrivo il tuo nome
    anche sull'acqua e non so come
    ora che ho te
    e avrai sempre il sorriso di adesso
    lo stesso cuore lo stesso
    quando non ci sarò più io
    perché‚ ogni incontro e già un addio
    quando non ci sarò più io
    che ora ho te


     
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  11. tomiva57
     
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    I vecchi

    I vecchi sulle panchine dei giardini
    succhiano fili d'aria a un vento di ricordi
    il segno del cappello sulle teste da pulcini
    i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi
    I vecchi che si addannano alle bocce
    mattine lucide di festa che si può dormire
    gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce
    per una malattia difficile da dire
    I vecchi tosse secca che non dormono di notte
    seduti in pizzo a un letto a riposare la stanchezza
    si mangiano i sospiri e un po' di mele cotte
    i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza
    I vecchi un po' contadini
    che nel cielo sperano e temono il cielo
    voci bruciate dal fumo
    e dai grappini di un'osteria
    i vecchi vecchie canaglie
    sempre pieni di sputi e consigli
    i vecchi senza più figli
    e questi figli che non chiamano mai
    I vecchi che portano il mangiare per i gatti
    e come i gatti frugano tra i rifiuti
    le ossa piene di rumori e smorfie e versi un po' da matti
    i vecchi che non sono mai cresciuti
    I vecchi anima bianca di calce in controluce
    occhi annacquati dalla pioggia della vita
    i vecchi soli come i pali della luce
    e dover vivere fino alla morte che fatica
    I vecchi cuori di pezza
    un vecchio cane e una pena al guinzaglio
    confusi inciampano di tenerezza
    e brontolando se ne vanno via
    i vecchi invecchiano piano
    con una piccola busta della spesa
    quelli che tornano in chiesa lasciano fuori bestemmie
    e fanno pace con Dio
    I vecchi povere stelle
    i vecchi povere patte sbottonate
    guance raspose arrossate
    di mal di cuore e di nostalgia
    i vecchi sempre tra i piedi
    chiusi in cucina se viene qualcuno
    i vecchi che non li vuole nessuno
    i vecchi da buttare via
    I vecchi i vecchi
    se avessi un'auto da caricarne tanti
    mi piacerebbe un giorno portarli al mare
    arrotolargli i pantaloni
    e prendermeli in braccio tutti quanti
    sedia sediola oggi si vola
    e attenti a non sudare
    e attenti a non sudare





    Il sogno è sempre





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  12. tomiva57
     
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    Oltre (Claudio Baglioni)



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    Oltre è l'undicesimo album da studio di Claudio Baglioni, pubblicato nell'autunno del 1990 dalla CBS.

    L'album, la cui uscita era prevista per l'autunno del 1989, inizialmente doveva chiamarsi “Un mondo più uomo sotto un cielo mago”, dicitura che poi, modificata in "Un mondo uomo sotto un cielo mago", è andata a formare il sottotitolo dell'album stesso. Nella copertina dell'album è ritratto un disegno dello stesso Baglioni a torso nudo.

    L'album in questione segna una svolta artistica e umana nella vita di Baglioni. Musicalmente Baglioni intraprende un percorso artistico che lo porterà a cambiare profondamente il metodo di scrittura con il quale aveva, fino a quel momento, prodotto i suoi maggiori successi. Se questo da una parte porterà un rinnovamento del suo stile musicale, comunque avviato già da qualche anno, dall'altra creerà perplessità iniziali in critica e pubblico.

    Alcuni dei fan pensano che Baglioni abbia voluto cambiare troppo il suo stile, in cui ad esempio vengono introdotti elementi di musica etnica dopo il suo incontro con Peter Gabriel, non riconoscendosi più nelle melodie cantate nell'album, stavolta meno orecchiabili che nei dischi precedenti.

    I testi delle canzoni riflettono questo cambiamento, diventando a volte criptici e intricati, tanto che alcuni critici[senza fonte] parlano di uno stile molto vicino a quello di Pasquale Panella, paroliere di Battisti durante gli anni ottanta e novanta, famoso per i suoi testi surreali. Sul risultato finale pesa anche il fatto che i testi delle canzoni non furono inclusi nell'album, ma solamente pubblicati su TV Sorrisi e Canzoni. Al loro posto Baglioni scrisse un lungo racconto incluso in una edizione speciale del doppio vinile, disponibile inizialmente tramite prenotazione, in cui è inclusa la quasi totalità dei testi, senza soluzione di continuità, in ordine sparso rispetto a quello di ascolto e inframmezzato da altri pensieri. Il tutto è accompagnato da un poster su cui compare l'immagine di copertina e sul cui retro è scritto il racconto in calligrafia, (mentre è solamente stampato nell'edizione standard): una sorta di guscio narrativo che è anche impaginato a guisa di conchiglia, fedele alla frase iniziale che recita "Cucaio viene dal mare" e che rimanda, per il suo stile privo di punteggiatura, al monologo interiore di Molly Bloom nell'Ulisse di James Joyce.

    Nonostante gli elementi innovativi, che lo affrancano dall'etichetta di cantante dei buoni sentimenti, l'album ottiene un notevole successo commerciale, arrivando a stazionare in classifica per oltre quaranta settimane, rientrando in occasione delle varie serie di concerti, trainato in modo particolare da alcuni pezzi divenuti dei classici, tra cui Dagli il via (primo videoclip promozionale mai girato da Claudio) e alla ballad confidenziale "Mille giorni di te e di me".

    In molte interviste Baglioni si è poi riferito a questo disco come l'inizio di una trilogia del tempo, in cui Oltre rappresenta il passato, Io sono qui, del 1995, il presente e Viaggiatore sulla coda del tempo, del 1999 il futuro.

    Attraverso le canzoni dell'album viene raccontata la storia di Cucaio, un personaggio nel quale Baglioni riversa parte della sua storia personale e artistica. Infatti Cucaio era il modo in cui Baglioni pronunciava il proprio nome da bambino.


    Canzoni
    Dagli il via


    Dagli il via, è la canzone con cui si apre l'album e racconta di un uomo che corre e attraversa un paesaggio costituito da una mescolanza dei propri ricordi, del proprio vissuto, ma anche spinto dal bisogno di emanciparsi da esso.

    Io dal mare

    "Io dal mare" è un'intensa ballata dal sapore mediterraneo, grazie alla chitarra e ai cori di Pino Daniele, le cui atmosfere malinconiche rimandano a un passato dove la realtà e la fantasia si fondono tanto da trasformare il mare nel luogo d'origine del protagonista e dell'umanità intera.

    Naso di falco

    "Naso di falco" (ipotetico nome di Claudio alla maniera dei nativi d'America) analizza la curiosità, e allo stesso tempo, l'inquietudine del protagonista nei confronti della natura e dei suoi fenomeni, ma anche sulle alcuni tragici avvenimenti della storia, attraverso una serie di domande che a volte denotano ingenuità, altre spingono a riflettere, come la caduta del muro di Berlino, la tragedia di Chernobyl, la strage dell'Heysel, il mistero di Ustica. Musicalmente si nota un bel crescendo nel finale, quando la melodia diventa più aperta.

    Io lui e la cana femmina

    "Io lui e la cana femmina" introduce una delle peculiarità dell'album: un improvviso cambio d'atmosfera, di ritmo e d'umore. Infatti se le prime canzoni denotano una certa tensione drammatica, in questo brano non ce n'è traccia, essendo una canzone molto allegra e scanzonata. Il tema trattato riguarda il rapporto tra il protagonista e due cani, (probabilmente i due esemplari di pastore tedesco che Claudio possedeva) ritratti come due vagabondi, con il tipico tocco surreale che caratterizza l'intero album.

    Stelle di stelle

    Le influenze jazz di questa canzone riescono a creare un'atmosfera da locale notturno di un vecchio film, in cui il protagonista siede ad un tavolo con un bicchiere di whisky ascoltando il canto malinconico di una cantante. Il duetto con Mia Martini in questo caso riesce ad essere molto emozionante, attraverso parole che raccontano sia una storia d'amore che la speranza del protagonista di essere al riparo della vita e delle sue problematiche grazie alla sua identità d'artista. Le due voci si intersecano a partire dalla seconda strofa, formando due melodie distinte con due testi distinti, che si incontrano con la parola "storia" e i frammenti di frase "...senza di noi. Anche le stelle bruciate..."

    Vivi

    Il rimpianto di un amore ormai passato pervade questa canzone, facendo riflettere sul fatto che, talvolta, i ricordi sono più vivi della vita stessa. Questo rimpianto trova sfogo nel ritornello, quando il protagonista rievoca gli attimi d'amore ormai trascorsi e paragona quegli attimi alla forza della terra, dell'aria, dell'acqua e del fuoco, trasformando la melodia in un canto epico. Nel finale sono riportati nomi di minoranze etniche in via di estinzione.

    Le donne sono

    Ancora una canzone più distesa, in cui Baglioni racconta le proprie esperienze personali e le proprie impressioni in fatto di donne. Claudio tuttavia ebbe modo di definire questa, una canzone "sugli uomini e non sulle donne". Un elenco di parole, a gruppi di quattro e accomunate foneticamente, vengono sciorinate nel finale.

    Domani mai

    Una canzone che parla di sesso e passione, una novità per un cantautore che fino a quel momento era famoso per le canzoni d'amore che aveva portato al successo. Questa canzone però porta in se una certa drammaticità, come se il protagonista e la sua donna non riuscissero a fondersi in un unico essere, nonostante non siano mai sazi l'uno dell'altra. Su tutto domina la chitarra dello spagnolo Paco de Lucia, famoso chitarrista di flamenco, che con i suoi arpeggi evoca atmosfere cupe e sensuali, quasi un riflesso della storia raccontata.

    Acqua dalla Luna

    Il protagonista della storia racconta il rimpianto di non essere diventato un grande mago, capace di stupire tutti con le sue magie. I testi surreali dell'album toccano qui il vertice, attraverso giochi di parole, doppi sensi, paradossi (Far apparire l'uomo invisibile, gettar coltelli e sguardi come gelo, mettere la testa in bocche di leone) ecc. con cui evocare anche il mondo circense da cui Baglioni era attratto, come da lui stesso dichiarato in varie occasioni. Una canzone con un sound molto oscuro, sostenuto dal basso di Toni Levin, ex bassista dei King Crimson e bassista di Peter Gabriel.

    Tamburi lontani

    Una canzone dai toni delicati e solenni, introdotta da un adagio suonato da un'orchestra di fiati e ritmata appunto da un tamburo in lontananza. I temi trattati sono molteplici. Si va dalla solitudine sentita da Cucaio - Baglioni, fino al suo rapporto con il padre e con gli altri, specialmente la donna da lui amata, ormai andata via. Alla fine rimane la speranza di riuscire a superare le avversità della vita.

    Noi no

    Dopo un'introduzione di tastiere che accompagna la voce di Baglioni il brano prende forma in un in mid-tempo dal sapore corale. Infatti durante il ritornello, semplice quanto incisivo, si può ascoltare come una specie di coro che fa da eco alle parole "noi no".

    Signora delle ore scure

    Un ritmo piuttosto cadenzato e lento introduce l'ascoltatore in un'atmosfera soffusa, quasi di tipo onirico, anche se il testo parla di un'alba dopo una notte d'amore. Infatti proprio durante l'alba Cucaio si sofferma ad osservare la propria donna trasfigurandone il corpo con elementi della natura, tanto da far sembrare i suoi capelli alghe del mare,suoi occhi "olive dolci e mandorle amare" e le sue gambe "rami forti e umido fieno". La melodia esplode poi nel ritornello spezzando l'atmosfera generale della canzone, tramite gli acuti emessi da Baglioni.

    Navigando

    Il ritmo allegro imposto dalla fisarmonica di Richard Galliano spezza ancora una volta l'atmosfera creata dalla canzone precedente, confermando ancora una volta la voglia di Baglioni di creare un disco il più vario possibile, in cui è facile passare dalla tristezza all'allegria in poco tempo. Anche stavolta si parla, in modo meno drammatico naturalmente, del rapporto con l'altro sesso, a volte in maniera scherzosa, sempre e comunque attraverso i giochi di parole e di metrica a cui Baglioni non rinuncia. Le parti anatomiche femminili vengono elencate abbinandole con una differente provenienza geografica (gambe andaluse, piedi africani ecc...)

    Le mani e l'anima

    Canzone dal punto di vista dell'emigrato nordafricano, che a quei tempi era soprattutto chiamato "vucumprà": su questa falsariga, il ritornello recita "l'anima che vucampà... vuparlà... vutornà". Partecipa Youssou N'Dour nei cori dal inizio al finale della canzone. Il brano è un esempio del coniugio tra pop ballad e musica etnica, coniugio del quale Peter Gabriel è un noto precursore.

    Mille giorni di te e di me

    Le note dolenti di un piano aprono questa canzone d'amore che all'epoca ebbe molto successo e che ancora oggi gode di una certa popolarità. Ascoltando questo brano si capisce che il periodo della semplicità a tutti i costi per Baglioni è una questione chiusa da tempo. Infatti il testo vive di una metrica lontana da un certo romanticismo retorico e snocciola la fine di una storia tra un uomo e una donna in modo abbastanza disincantato.

    Dov'è dov'è

    Come da consuetudine un altro repentino cambio d'atmosfera, l'ultimo, per raccontare un po' la vita da celebrità, con tutti i suoi pregi e difetti, come ad esempio la mancanza di riservatezza, di cui Baglioni è molto geloso. Una canzone ancora attuale con i suoi continui riferimenti ai paparazzi e alla loro ossessione per gli scoop scandalistici, soprattutto in occasione della lunga assenza di Claudio dalle scene. Sono presenti come ospiti speciali l'attore e doppiatore Oreste Lionello che introduce il brano, e i genitori di Claudio, oltre alla colf di Claudio, e un suo ex professore, che cantano un versetto. È forse il primo e unico caso nella musica italiana che nel brano di un artista prendano parte dei genitori non cantanti.

    Tieniamente


    Per ricordare gli studenti di piazza Tienanmen, che nel giugno 1989 protestarono per avere più democrazia nel loro paese, Baglioni scrive un intenso e sognante brano pianistico interrotto solo dalle parole: "Tienanmen: tieni a mente". Una specie di monito a non dimenticare chi ha lottato per la democrazia pagando con la vita. Il medesimo gioco di parole ricorre già in una canzone dei Litfiba Il vento e in una di Enzo Gragnaniello Tien' a ment' cantata in dialetto napoletano, entrambe incentrate sullo stesso tema.

    Qui Dio non c'e

    Tutta l'amarezza accumulata da Cucaio in precedenza viene riversata in questo brano dai toni piuttosto cupi. Il protagonista non può far altro che reagire con tristezza e rassegnazione ad un mondo in decadenza che lui stesso ha contribuito a creare (il mondo è così, no il tuo mondo te lo fai, questo mondo è lui che ci si fa). Anche la ricerca di Dio sembra un'impresa disperata, sottolineata dalla ripetizione del titolo e da un assolo di violino che rimanda alle parole "ma il cielo è un vecchio pazzo con un violino aspide". Il brano presenta un insolito tempo dispari in 5/4.

    La piana dei cavalli bradi

    A questo punto Cucaio si rende conto che deve lasciarsi tutto alle spalle per ritrovare un po' di serenità, tanto da poter essere libero come un cavallo selvaggio, animale che viene menzionato più volte all'interno del testo, come paragone di una vita che durante la sua corsa ha cambiato percorso molto spesso.

    Pace

    Finalmente Cucaio - Baglioni è libero dal male oscuro che lo affliggeva, raggiungendo quella pace tanto desiderata e raggiunta con tanta fatica. Il testo riprende molte suggestive immagini della natura per rendere tutto questo, dagli stambecchi di montagna alle cicale che aspettano sotto terra "una notte più irreale come una cattedrale". Le parole conclusive sembrano chiudere non solo l'intero album ma anche un ciclo: "ora sono libero... un uomo... oltre...".

    Tracce

    * Disco 1
    o Dagli il via
    o Io dal mare (con Pino Daniele ai cori)
    o Naso di falco
    o Io lui e la cana femmina
    o Stelle di stelle (duetto con Mia Martini)
    o Vivi
    o Le donne sono
    o Domani mai (con Paco De Lucia alle chitarre)
    o Acqua dalla luna
    o Tamburi lontani

    * Disco 2
    o Noi no
    o Signora delle ore scure
    o Navigando
    o Le mani e l'anima (con Youssou N'dour ai cori)
    o Mille giorni di te e di me.
    o Dov'è dov'è (introduzione di Oreste Lionello)
    o Tienamente
    o Qui Dio non c'è
    o La piana dei cavalli bradi
    o Pace




    Dagli il via


    L'uomo
    che corre l'ora del gallo
    polmoni che gonfiano le costole
    di un'aria di metallo
    e gomiti di treno
    sarà più mulo o cavallo
    i piedi si spaccano di collera
    martelli sul terreno
    lasciai per sempre a questo braccio destro
    un portafortuna d'acqua incandescente
    feci l'amore il primo insieme a una
    senza guardarla mai né dire niente
    vidi il diavolo più volte in faccia
    misi i guantoni e scaricai giù botte
    guidai fischiando sulle gomme a caccia
    del mio Brigante di Strada bianco nella notte

    Dagli il via
    falla scorrere
    la pazzia
    dentro me che mi grida
    o la corsa o la vita
    dagli il via dagli libertà
    che non sia mai più qua
    dove fugge e va dove non fu mai
    dagli il via a questo uomo che va.

    L'uomo
    in cerca del suo destino
    polpacci si tendono più solidi
    di ruote di mulino
    e grandine di cuore
    in un diluvio assassino
    ricade giù e srotola le vertebre
    cingoli di trattore
    mi ubriacai di una città polacca
    e vodka e vento e non sarei tornato
    rubai e costò una mano e uno spavento
    bruciai una macchina e il mio passato
    fui tra luoghi santi e spogliarelli
    portati un jet nei corridoi dei cieli
    sorpresi donne a sciogliersi i capelli
    come poterne sapere odori e gli altri peli

    Dagli il via
    fagli prendere
    la sua scia
    che non c'è solitudine
    quando si è soli
    dagli il via dagli libertà
    che non sia mai più qua
    dove fugge e va dove non fu mai
    dagli il via
    a questo uomo che sa l'amore
    e ama meno
    che sa il dolore che si dà
    pioggia e veleno
    e sempre va e muore

    Dagli il via dagli libertà
    che non sia mai più qua
    dagli il via dagli libertà
    che non sia mai più qua
    dagli il via dagli libertà
    a quest'uomo che va.

     
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  13. tomiva57
     
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    Io Dal Mare



    Saranno stati scogli di carbone dolce
    dentro il ferro liquefatto
    di una luna che squagliò un suo quarto
    come un brivido mulatto
    o un bianco volar via di cuori pescatori
    acqua secca di un bel cielo astratto
    chissà se c'erano satelliti o comete
    in un'alba senza rughe
    larghe nuvole di muffa e olio
    appaiate come acciughe
    o una vertigine di spiccioli di pesci
    nella luce nera di lattughe
    e io
    dal mare venni e amare mi stremò
    perché infiammare il mare non si può
    aveva forse nervi e fruste di uragani
    scure anime profonde
    tra le vertebre di vetro e schiuma
    urla di leoni le onde
    o tende di merletto chiuse su farine
    corpi caldi di sirene bionde
    forse era morto senza vento nei polmoni
    graffio di cemento bruno
    barche stelle insonni a ramazzare
    nelle stanze di Nettuno
    o turbini di sabbia tra le dune calve
    sulle orme perse da qualcuno
    e io
    dal mare ho il sangue e amaro rimarrò
    perché calmare il mare non si può
    i miei si amarono laggiù
    in un agosto e un altro sole si annegò
    lingue di fuoco e uve fragole
    quando il giorno cammina ancora
    sulle tegole del cielo
    e sembra non sedersi mai.
    e innanzi al mare ad ansimare sto
    perché domare il mare non si può
    e come pietra annerirò
    a consumare
    a catramare
    a tracimare
    a fiumare
    a schiumare
    a chiamare
    quel mare che fu madre e che non so...

     
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    naso di falco
    (c.baglioni)

    fu il sogno di volare solitario
    la' dove soltanto il falco va
    ma era ancora incerto
    come un pulcino bagnato
    in cerca di tornar nel guscio
    appena nato
    e di quel falco cacciator di stelle
    pur non avendo le ali mai
    gli venne naso e gambe a guadagnare
    un ramo sospeso
    e gli occhi andavano lontano
    e senza peso
    perche' crescono i capelli
    come l'erba sopra le campagne
    e se i pesci ed i coralli
    hanno mai veduto le montagne
    chi colora una farfalla
    e se stanno le isole a galla
    perche' il cielo e' cosi' azzurro
    quando l'aria e' trasparente
    e non si tocca
    se le stelle fanno un carro
    se la luna ha veramente
    occhi naso e bocca
    e se l'infinito esiste
    non e' anche dentro me
    naso di falco
    a becco in su
    sull'albero piu' alto
    guarda laggiu'
    chi ha ingannato il cielo ad ustica
    chi ha imbiancato medelin
    chi ha ne gato gia' timishoara
    mille aghi nella mente
    e niente mai risposte
    se ci fossero due soli
    che cosi' sarebbe sempre giorno
    perche' pure gli animali
    non si fanno un fuoco e stanno intorno
    l'acqua non si puo' tagliare
    e se e' maschio o femmina il mare
    se si puo' scavare un pozzo
    fino al centro della terra
    e che si trova
    e il mio cuore di ragazzo
    perche' batte e se mai battera'
    una guerra nuova
    &o &
    se i cavalli delle giostre
    corrono le praterie
    naso di falco
    a becco in su
    e il tempo e' freccia e arco
    e soldato blu
    chi ha insozzato il vento a chernobyl
    chi ha assetato napoli
    chi ha schiacciato i cuori dell'heysel
    mille aghi nella mente
    e niente mai risposte
    naso di falco
    si e' fatto grande il piccolo guerriero
    a becco in su
    (legni inarcati non ci son piu')
    il tempo e' freccia ed arco
    (da cavalcare sul sentiero del sole)
    e non torna piu'
    (e del serpente contadino)
    cuore all'assalto
    (fu il sogno di volare solitario)
    a becco in su' lassu'
    (la' dove solo c'e' verita')
    di un albero piu' in alto
    (incerto come un uomo che si e' perduto
    di tutto il blu
    (e cerca di tornare indietro)
    per salire lassu'
    (dove un sogno e' ancora libero)
    per salire piu' su'
    (l'aria non e' cenere)
    per salire piu' su'
    (la mia casa e' sopra un albero)
    per salire piu' su'
    (nelle strade ci si perde in cielo
    e in mare no)
    per risalire lassu' di salire lassu'
    (dove un sogno e' ancora libero)

     
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