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gheagabry.
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by bad-nut
La famosa pioggia di Piombino
Una volta a Piombino piovvero confetti. Venivano giù grossi come chicchi di grandine,
ma erano di tutti i colori: verdi, rosa, viola, blu.
Un bambino si mise in bocca un chicco verde, tanto per provare, e trovò che sapeva di menta.
Un altro assaggiò un chicco rosa e sapeva di fragola.
“Sono confetti! Sono confetti!”.
E via tutti per le strade a riempirsene le tasche.
Ma non facevano in tempo a raccoglierli, perchè venivano giù fitti fitti.
La pioggia durò poco ma lasciò le strade coperte da un tappeto di confetti profumati
che scricchiolavano sotto i piedi.
Gli scolari, tornando da scuola, ne trovarono ancora da riempirsi le cartelle.
Le vecchiette ne avevano messi insieme dei bei fagottelli coi loro fazzoletti da testa.
Fu una grande giornata.
Anche adesso molta gente aspetta che dal cielo piovano confetti,
ma quella nuvola non è passata più né da Piombino né da Torino,
e forse non passerà mai nemmeno da Cremona.
Tratto da "Favole al telefono". -
gheagabry.
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. Le filastrocche del cavallo parlante
di Gianni Rodari
Un perfetto gentiluomo di Livorno
ogni volta che si vedeva nello specchio
si diceva: buongiorno
Lo specchio, da vero maleducato,
gli faceva le boccacce
appena era passato.
Un giorno quel signore si voltò:
lo specchio gli stava mostrando la lingua
e per la confusione se la mangiò.. -
gheagabry.
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Una volta c’era un pittore
povero in canna:
non aveva nemmeno un colore,
e per fare i pennelli
si era strappati i capelli.
Andò dal padrone del Blu
e gli disse:” Per favore, dammi tu
un po’ di colore
per dipingere un cielo.
Ma mica tanto, soffio, un velo”.
“Vattene, vattene, fannullone,
pezzo di accattone,
se non vuoi che ti lisci il groppone
col bastone!”
Andò dal padrone del Giallo
e gli disse così:
“Prestami qualche avanzo
di colore, un ritaglio,
abbastanza per fare un girasole”.
Ma quello lo aggredì
con un torrente di male parole:
” Pezzente, delinquente,
la finisci di seccare la gente!”
Andò dal padrone del Verde,
andò dal padrone del Bruno,
ma non gli dava retta nessuno.
Infine pensò:
“Il Rosso ce l’ho!”
Detto fatto un dito si tagliò.
E il Rosso gocciò sulla tela:
era una lagrima appena,
una perla di sangue,
ma tinse in un istante,
la tela intiera,
rossa come un falò di primavera,
rossa come una bandiera,
come un milione di rose.
E il povero pittore
adesso che aveva un colore
si sentì ricco più di un imperatore.. -
gheagabry.
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La mia bambina ha una bambola,
e la sua bambola ha tutto:
il letto, la carozzina,
i mobili di cucina,
e chicchere, e posate, e scodelle,
e un armadio con i vestiti
sulle stampelle, in folla,
e un’automobile a molla
con la quale
passeggia per il corridoio
quando le scarpe le fanno male.
La mia bambina ha una bambola,
e la sua bambola ha tutto,
perfino altre bamboline
più piccoline,
anche loro con le loro scondelline
chiccherine, posatine eccetera.
E questa è una storiella divertente
ma solo un poco, perché
ci sono bambole che hanno tutto
e bambini che non hanno niente.
.Dal dottore di Gianni Rodari
E’ tanto magrino
signora il bambino.
A respirare stenta:
quando gli si fa dire trentatre
è già tanto se dice trenta.
Un cambiamento d’aria
secondo me si addice:
lo mandi a quel campeggio
sulla Chioma Berenice.. -
gheagabry.
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. Neve di Gianni Rodari
Poveretto chi non sa
sciare né pattinare.
Di tanta neve, che se ne fa?
Tutto quel ghiaccio non gli serve a nulla.
Di tanta gioia lui non può godere:
al massimo si farà
una granita in un bicchiere.
.I mari della Luna
Nei mari della Luna
tuffi non se ne fanno:
non c’è una goccia d’acqua,
pesci non ce ne stanno.
Che magnifico mare
per chi non sa nuotare.. -
gheagabry.
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Armi dell’allegria
Eccole qua
le armi che piacciono a me:
la pistola che fa solo “pum”
(o “bang”, se ha letto
qualche fumetto)
ma buchi non ne fa…
Il cannoncino che spara
senza fare tremare
nemmeno il tavolino…
il fuciletto ad aria
che talvolta per sbaglio
colpisce il bersaglio
ma non farebbe male
nè a una mosca nè a un caporale…
Armi dell’allegria!
Le altre, per piacere,
ma buttatele tutte via!. -
gheagabry.
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Chi è uomo
Tratto da "Il secondo libro delle filastrocche"
Con un gran frullo d’ali
dal campo, spaventati,
i passerotti in frotta
al nido son rivolati.
Raccontano ora al nonno
la terribile avventura:
“C’era un uomo! Ci ha fatto
una bella paura.
Peccato per quei chicchi
sepolti appena ieri.
Ma con quell’uomo… Ah, nonno,
scappavi anche tu, se c’eri.
Grande grande, grosso grosso,
un cappellaccio in testa,
stava li certamente
per farci la festa…”.
“E che faceva?”. “Niente.
Che mai doveva fare?
Con quelle braccia larghe
era brutto da guardare!”.
“Non lavorava?”. “O via,
te l’abbiamo già detto.
Stava ritto tra i solchi
con aria di dispetto…”.
“Uno spaventapasseri,
ecco cos’era, allora!
Non sapevate che
non è un uomo chi non lavora?”.. -
gheagabry.
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Distrazione interplanetaria
Chissà se a quest’ora su Marte,
su Mercurio o Nettuno,
qualcuno
in un banco di scuola
sta cercando la parola
che gli manca
per cominciare il tema
sulla pagina bianca.
E certo nel cielo di Orione,
dei Gemelli, del Leone,
un altro dimentica
nel calamaio
i segni d’interpunzione …
come faccio io.
Quasi Io sento
lo scricchiolio
di un pennino
in fondo al firmamento:
in un minuscolo puntino
nella Via Lattea
un minuscolo scolaretto
sul suo libro di storia
disegna un pupazzetto.
Lo sa che non sta bene,
e anch’io lo so:
ma rideremo insieme
quando lo incontrerò.. -
gheagabry.
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IL CALAMAIO
Che belle parole
se si potesse scrivere
con un raggio di sole.
Che parole d’argento
se si potesse scrivere
con un filo di vento.
Ma in fondo al calamaio
c’è un tesoro nascosto
e chi lo pesca
scriverà parole d’oro
col più nero inchiostro.. -
gheagabry.
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Il treno degli emigranti
Non è grossa, non è pesante
la valigia dell’emigrante…
C’è un po’ di terra del mio villaggio,
per non restar solo in viaggio…
Un vestito, un pane, un frutto
e questo è tutto.
Ma il cuore no, non l’ho portato:
nella valigia non c’è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.
Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù…
Ma il treno corre: non si vede più.. -
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F come FELICITA'
Quando a Rodari fu chiesto in che cosa consiste la felicità e se si può essere felici tutta la vita......
Rispose:
Per essere sicuro di non sbagliare a rispondere, sono andato a cercare in un grosso vocabolario la parola "felicità" ed ho trovato che significa "essere pienamente contenti, per sempre o per un lungo tempo".
Ma come si fà ad essere pienamente contenti, con tutte le cose brutte che ci sono al mondo, e con tutti gli errori che facciamo anche noi, ogni giorno dell'anno?
Ho chiuso il vocabolario e l'ho rimesso in libreria, con molto rispetto perchè è un vecchio libro e costa caro, ma ben deciso a non dargli retta.
La felicità deve essere per forza qualche altra cosa, una cosa che non ti costringa ad essere sempre allegri e soddisfatti ( e un pò stupidi) come una gallina che si è riempita il gozzo.
Forse la felicità sta nel fare le cose che possono arricchire la vita di tutti gli uomini; L'essere in armonia con coloro che vogliono e fanno le cose giuste e necessarie:
Allora la felicità non è semplice e facile come una canzonetta: è una lotta.
Non la si impara dai libri, ma dalla vita, e non tutti vi riescono: quelli che non si stancano mai di cercare e di lottare e di fare,vi riescono, e credo che possano essere felici per tutta la vita.. -
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Questa è una sua poesia dedicata a suo padre fornaio, che morì quando Gianni aveva nove anni sul finire degli anni ’20. Questo componimento fu pubblicato postumo da Einaudi. È un ricordo che affiora involontariamente dopo un viaggio nell’URSS del ’79, dove si era recato per studiare il mondo infantile.
L’atto spontaneo dei piccoli ospiti che gli offrivano un pane appena sfornato lo ricondusse per analogia al lontano ricordo paterno.Festa d'autunno
Oggi ho rivisto mio padre….
Giunto in età non più verde
alla porta del Caucaso,
Ho visto d’improvviso,
mio padre bambino,
lontano da casa, diviso dai suoi,
operaio di otto anni in un forno
tra le dure montagne dell’Ossola.
Io l’ho riconosciuto nei bimbi sorridenti
che mi offrivano danzando il pane
della festa d’autunno,
mi ha chiamato per nome dalla cupola dorata
di quel grande, bellissimo pane:
così sogna il pane chi ha fame
e solo in sogno ne sente
il profumo.
Era contento, mio padre, e cantava
con le acute voci infantili
come non l’ho mai udito cantare quando era
in vita
Nel mio cuore batteva forte il suo.
Grazie, amici, per il dolce pane,
per i ricordi dolci e amari,
per mio padre bambino
solo con la sua fatica
a impastare nel dolore
il pane degli altri.. -
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Indovina se ti riesce:
la balena non è un pesce,
il pipistrello non è un uccello;
e certa gente, chissà perché,
pare umana e non lo è.
Gianni Rodari. -
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Lettera ai bambini
E’ difficile fare
le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi.
Gianni Rodari. -
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O fattorino in bicicletta
dove corri con tanta fretta?
“Corro a portare una lettera espresso
arrivata proprio adesso”.
“O fattorino, corri diritto,
nell’espresso cosa c’è scritto?”
“C’è scritto – Mamma non stare in pena
se non rientro per cena,
in prigione mi hanno messo
perché sui muri ho scritto col gesso.
Con un pezzetto di gesso in mano
ho scritto sui muri della città
“Vogliamo pace e libertà”.
Ma di una cosa mi rammento,
che sull’a non ho messo l’accento.
Perciò ti prego per favore,
va’ tu a correggere quell’errore,
e un’altra volta, mammina mia,
studierò meglio l’ortografia.
Gianni Rodari.