MITOLOGIA EGIZIA

7 LUGLIO 2010

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  1. gheagabry
     
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    Animali e divinità nell'Antico Egitto



    Il falco, che gli egiziani vedevano volare alto nel cielo e osservare tutte le cose sulla terra con vista aguzza divenne per queste caratteristiche un naturale simbolo del sole. Il falco rappresentava diverse forme del dio sole, quali Horus e Ra.
    A partire dalla IV dinastia il faraone cominciò a chiamarsi “Figlio di Ra” mentre viene assimilato direttamente al dio che per eccellenza è sentito come il protettore della monarchia faraonica, cioè Horus.
    Il falco, simbolo di queste due divinità (Horus e Ra) divenne quindi un modo di identificare la sovranità del faraone. Falconi e dischi di sole con ali di falcone decorano quasi tutti i templi in Egitto.



    Il serpente, e in particolare la femmina del cobra, è un serpente che, se minacciato, può dilatare la parte posteriore della testa e tendere la pelle del collo fino ad assumere una forma simile a una racchetta, posizione che gli consente di sputare il veleno contro l’aggressore.Secondo i racconti mitologici egizi, la femmina del cobra è il simbolo della dea Wadjet (Uadjet). In questa veste l’immagine del serpente femmina si trovava posta sulla fronte del faraone, colui che rappresentava il dio solare Ra sulla terra. Quindi il serpente sulla corona del sovrano simboleggia la forza distruttrice, al servizio del sovrano per sterminare i suoi nemici, che sono poi anche i nemici dell’Egitto, ella proteggeva il faraone (e il sole) sputando veleno contro i nemici di questi.
    Wadjet significa “La Verde”, “Quella del colore del papiro”, e divenne il simbolo della protettrice del Basso Egitto, colei che proteggeva l’inondazione necessaria alla sopravvivenza del paese. Wadjet era quindi una specie di “serpente buono”, che vegliava perché il mondo non precipitasse nel caos; in generale invece i serpenti erano per lo più visti come animali pericolosi, indipendentemente dal fatto che la specie cui appartenevano fosse velenosa o meno. Si credeva che l’aldilà fosse pieno di serpenti che rappresentavano il potere del caos, che minacciava il buon funzionamento del mondo.
    L’esempio principale di serpente “cattivo” era Apophis il grande serpente cosmico, avvolto intorno alla terra che minacciava continuamente di distruggerla. Il sole era in continua lotta con Apophis per cercare di sconfiggerlo per ripristinare l’ordine nel modo. In questa lotta, tutte le notti Apophis attaccava il sole mentre questo viaggiava sulla barca che lo portava nell’aldilà. Apophis tentava di inghiottire tutta l’acqua del mare in modo di poter poi circondare la barca e ogni notte le divinità che mantenevano l’ordine nel mondo riuscivano ad avere la meglio su di lui. Ma questa vittoria non si poteva dare per scontata.


    La mucca rappresentava la dea Hathor che era la principale divinità dell’amore e della fertilità, governava la bellezza e la musica. Veniva spesso rappresentata con una donna con corna di mucca o come una mucca che era uno dei molti simboli con cui venivano rappresentate le divinità materne. Il latte aveva per gli egizi un particolare significato rituale di resurrezione e purificazione.



    Il babbuino veniva associato con la divinità lunare Thot , che era anche il dio della saggezza. Molte statuette o amuleti del dio lo mostrano come un babbuino seduto, spesso con le mani alzate e con indosso un disco solare o una falce di luna in mano. Gli egiziani avevano creduto di notare che i babbuini avevano l’abitudine di sedersi con la testa rivolta verso est poco prima del sorgere del sole e agitavano le zampe quando vedevano il sole salire. Per questo motivo pensavano che i babbuini fossero in grado di predire il sorgere del sole e di festeggiare con devozione l’evento, il babbuino divenne così il simbolo della sapienza del mondo e come tale era ritenuto inventore della scrittura e patrono degli scribi.
    Per quanto riguarda invece le scimmie in generale, erano tenute come animali domestici e si riteneva che simboleggiassero l’amore e la fertilità.

    Il cavallo fece un ingresso tardivo nell'Antico Egitto e probabilmente per questo nessuna divinità egiziana si manifesta in forma di cavallo. Fu introdotto in Egitto durante il Medio Regno dagli invasori Hyksos che insegnarono agli egiziani a cavalcare e a guidare il carro. Da allora l’allevamento dei cavalli divenne una attività di grande prestigio, riservata ai grandi dignitari del regno.



    Sono stati ritrovati in Egitto arpioni e ami risalenti all’età della pietra, e questo ci fa capire che il pesce del Nilo è sempre stato un’importante risorsa di cibo per la popolazione. Non era però un cibo ritenuto molto pregiato, anzi piuttosto vile e comune, tanto che talvolta i sacerdoti o i dignitari si rifiutavano di mangiarlo.
    La pesca era anche un’azione simbolica, che manteneva l’ordine del mondo e eliminava il caos. Il caos era descritto come ‘le acque primitive e gli Egizi avevano una certa forma di timore per tutto quello che giaceva sotto il livello del mare.

    L’antica parola egizia per la parole ‘anatra’ è ‘Geb’ associato al dio della terra. Nella concezione Egizia del mondo, Geb era unito in matrimonio con la dea del cielo Nut. L’anatra era anche sacra a Amon-Ra, insieme al gatto e all’ariete.



    Animali della famiglia della pecora come l’ibex, la gazzella e l’antilope erano anche sacri alla dea del Nilo Anukis ed erano associati con la fertilità.

    Il gatto che per noi è un animale domestico in origine era un animale selvatico. Gli egizi iniziarono ad addomesticarlo fra l’altro per la sua abilità a tenere lontani i piccoli roditori delle abitazioni e dalle provviste di cibo. Una rappresentazione del dio del sole Ra fu “il grande gatto” protettore del corso solare dalle insidie del serpente Aphopis. I gatti, e in particolare le gatte, dal Medio Regno vennero considerati animali sacri alla dea Bastet, una divinità molto popolare, figlia di Ra, che regnava sull’amore, sulla fertilità e sui giorni di festa. Bastet veniva raffigurata come un gatto o con la testa di gatto e il corpo di donna. Uno dei suoi attributi era la cesta, un oggetto che ancora oggi associamo ai gattini. Gatti sacri vivevano nel tempio di Bastet e quando morivano venivano mummificati e rivestiti di bende di lino. Il loro capo veniva ricoperto da una maschera in bronzo con la loro effige e la sepoltura consisteva in un sarcofago a forma di gatto seduto, collocato poi nel cimitero del tempio.



    Lo scarabeo rappresentava una forma del dio sole Ra. In natura, lo scarabeo compone una palla di sterco fresco nella quale depone le uova e che poi fa rotolare in un luogo sicuro. Quando nascono i piccoli, questi dipendono dallo sterco come fonte di nutrimento. Gli egizi, vedendo lo scarabeo uscire dalla palla di sterco che poi spingeva, ritennero che l’insetto si creasse da sé e potesse essere paragonato al dio sole che spinge davanti a sé la palla del sole. Quindi lo scarabeo fu venerato da un lato come “Khepri”, colui che esce dalla terra, - un po’ come il sole che risorge ogni giorno- e dall’altro come Atum, dio demiurgo, autocreatosi, origine degli dei e dell’intero universo.
    Gli egizi pensavano infatti che sia la vita che l’ordine dell’universo avessero avuto origine da uno stato di caos.


    La pantera si riteneva avesse il potere di proteggere il sovrano.
    Era venerata perché connessa al dio sole e alla dea del cielo.

    L’ariete con le corna ricurve era uno degli animali sacri al dio sole Amon-Ra, ma anche a Khnum, divinità che gli Egizi credevano fosse stato, con la sua ruota da ceramista, il creatore di tutti dal fango del Nilo.



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