UCCELLI E VOLATILI

..volatili domestici .. e del mondo

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  1. gheagabry
     
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    Una volta che hai conosciuto il volo, camminerai sulla terra con gli occhi rivolti sempre in alto,
    perché là sei stato, e là agogni a tornare come......


    l'OCA indiana



    L’oca indiana, Anser indicus, è una specie del genere Anser, della sottofamiglia delle Anserinae, della famiglia delle Anatidae. L’oca indiana è un uccello migratore, che in colonie di migliaia di individui, trascorre l’estate pascolando sull’erba bassa sulle rive dei laghi sugli altipiani, nelle zone umide, paludi e rive dei laghi, vicino a affioramenti rocciosi, nel sud-est della Russia, in Mongolia, nell’India del nord e nell’ovest della Cina. Nutrendosi di erbe, radici, steli e le parti verdi di varie piante e carici. In queste zone per l’oca indiana dalla fine di maggio a giugno inizia la stagione della riproduzione, il nido lo fanno le femmine e viene fatto, in colonie, sul terreno, spesso su isole nei laghi palustri ma anche su affioramenti rocciosi e, a volte negli alberi, probabilmente anche utilizzando vecchi nidi di altre specie. Poi vengono deposte da 4 a 6 uova bianche...



    ........Nate per volare in alto.............


    Un nuovo studio rivela che l'uccello in grado di raggiungere quote più elevate è l'oca indiana (Anser idicus), che può superare la catena montuosa più alta al mondo, l'Himalaya, in appena otto ore. ”È molto carina”, dice la coautrice dello studio Lucy Hawkes, biologa alla Bangor University del Galles, “ma non ha esattamente l'aspetto di un superatleta”.
    Nel 2009, l'équipe internazionale di cui fa parte Hawkes ha marcato 25 oche in India con trasmettitori GPS poco prima che gli uccelli partissero per la loro migrazione primaverile per la Mongolia.Per arrivare nell'area di riproduzione estiva, le oche devono sorvolare l'Himalaya, la catena montuosa più alta al mondo, in cui si trova la vetta più alta in assoluto, l'Everest, con i suoi 8.850 metri. Grazie agli strumenti applicati sui volatili, i ricercatori hanno scoperto che nel corso della migrazione di 8.000 km della durata di due mesi le oche indiane raggiungono la quota record di 6.437 metri.
    Nonostante le oche compiano varie tappe nel corso della migrazione, a quanto pare avrebbero coperto la tratta himalayana del viaggio in una sola trasvolata della durata di circa otto ore, senza soste. Per un essere umano, sottolinea Hawkes, un'arrampicata del genere senza acclimatizzazione sarebbe fatale.
    "Per le oche il decollo è un grande dispendio energetico, quindi è possibile che facciano la tratta in un solo colpo per evitare di fermarsi e sprecare energie in un nuovo decollo”, ipotizza la studiosa.
    Un altro aspetto che ha colpito i ricercatori è che le oche avrebbero completato l'ascesa dell'Himalaya con il solo ausilio della propria forza muscolare, senza sfruttare correnti ascensionali o venti a favore. "Gran parte delle specie identificate come volatori d'alta quota utilizzano correnti ascensionali per arrivare in alto”, spiega il capoprogetto Charles Bishop della Bangor University. L'oca indiana, invece, arriva a quote elevatissime semplicemente sbattendo le ali con vigore, ma non necessariamente con grazia. "Queste oche tendono a emettere il loro richiamo mentre volano”, dice Hawkes. "Non sono esattamente i migratori più eleganti che si conoscano”. Gli uccelli sfrutterebbero diversi adattamenti fisiologici - molti dei quali non sono del tutto evidenti - per effettuare questa faticosa migrazione. "L'impresa è resa possibile da diversi adattamenti morfologici interni”, dice Bishop. Per esempio, studi passati hanno dimostrato che questa specie ha più capillari e globuli rossi più efficienti rispetto ad altri uccelli, il che significa che sono in grado di portare ossigeno alle cellule muscolari più velocemente. I muscoli del volo di queste oche hanno anche più mitocondri (strutture che procuono energia all'internod elel cellule) rispetto a quelli daltri volatili. Un altro trucco a disposizione dell'oca indiana è l'iperventilazione: al contrario degli esseri umani, questi uccelli sono in grado di inspirare ed espirare molto velocemete senza rischio di giramenti di testa o svenimenti. "Iperventilando, incrementano la quantità di ossigeno nel sangue”, spiega Hawkes.Le oche indiane potrebbero anche aggirare la catena montuosa volando a est o a ovest piuttosto che sorvolarla, ma questo allungherebbe di molto la durata del loro viaggio, e alla fine sprecherebbero una maggiore quantità di energia.

    .... più antiche dell'Himalaya .....

    Un' ipotesi sul motivo per cui la specie scelga di sorvolare l'Himalaya è che questi uccelli lo fanno da milioni di anni, cioè da molto prima che la catena raggiungesse la sua attuale altezza. "Le oche sono un gruppo di volatili relativamente antico”, dice Hawkes, “ed è possibile che quando l'oca indiana si è evoluta come specie a se stante l'Himalaya non fosse alto come lo è oggi”.
    ( Ker Than, national geographic)




    ....Martina.....



    Martina, ha avuto il merito di essere tra gli animali fondatori dell'etologia....
    Infatti Konrad Lorenz amò così tanto questa oca selvatica e lei considerava lui come sua madre, che dalla loro reciproca convivenza nacquero in Lorez le osservazioni geniali che ci ha lasciato nei suoi libri.
    "A lungo, molto a lungo mi fissò l'ochetta, e quando io feci un movimento e pronunciai una parolina, quel minuscolo essere improvvisamente allentò la tensione e *mi salutò*: col collo ben teso e la nuca appiattita, pronunciò rapidamente il verso con cui le oche selvatiche esprimono i loro stati d'animo, e che nei piccoli suona come un tenero, fervido pigolio......Posai la cestina con la culla riscaldata proprio in un angolo della camera e mi infilai anch'io sotto le coperte. Proprio nell'attimo in cui stavo per addormentarmi udii Martina emettere, già tutta assonnata, ancora un sommessso 'virrrr'. Io non mi mossi, ma poco dopo risuonò più forte, come in tono interrogativo, quel richiamo 'vivivivi?' che Selma Lagerloef nella sua stupenda storia del piccolo Nils Holgerson, che ha avuto su di me tanta influenza quand'ero bambino, traduce con geniale, penetrante intuizione nella frase: 'io sono qui, tu dove sei?'. 'Vivivivi?: io sono qui, tu dove sei?'. Io continuai a non rispondere, rannicchiandomi sempre più tra le coltri, e sperando intensamente che la piccola si sarebbe addormentata. Macchè! Ecco di nuovo il suo 'vivivivivi?', ma ora con una minacciosa componente tratta dal lamento dell'abbandono: un 'io sono qui, tu dove sei?' pronunciato con il viso atteggiato al pianto, con gli angoli della bocca abbassati e il labbro inferiore voltato in fuori; cioè, presso le oche, con il collo tutto ritto e le piume del capo arruffate. E un istante dopo ecco uno scoppio di striduli e insistenti 'fip... fip... '. Dovetti uscire dal letto e affacciarmi sul cestino; Martina mi accolse beata salutandomi con un 'vivivivivi'. Non voleva più smettere, tanto era il sollievo di non sentirsi più sola nella notte. La posi dolcemente sotto la coperta termostatica: 'virrrr, virrrr'. Si addormentò subito, deliberatamente, e io feci lo stesso. Ma non era passata neppure un'ora (erano circa le dieci e mezzo), quando di nuovo risuonò il 'vivivivivi' interrogativo, e si ripetè la sequenza di cui sopra. E poi di nuovo alle dodici meno un quarto, e all'una. Alle tre meno un quarto mi levai e decisi di cambiare radicalmente la disposizione degli elementi nell'esperimento. Presi la culla e me la posi a portata di mano presso la testata del letto. Quando, secondo le previsioni, alle tre e mezzo si fece sentire il solito interrogativo 'io sono qui, tu dove sei?', io risposi nel mio stentato linguaggio di oca selvatica con un 'gangangangang' e diedi qualche colpetto alla coperta termostatica. 'Virrrr,' rispose Martina 'io sto già dormendo, buonanotte'. Presto imparai a dire 'gangangangang' senza neppure svegliarmi, e credo che ancor oggi risponderei così se, nel profondo del sonno, udissi qualcuno sussurrarmi sommessamente 'vivivivivi?'.
    (da L'anello di Re Salomone, di Konrad Lorenz -1949)




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209 replies since 13/6/2010, 17:44   165766 views
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