GLI EPIDOTTERI E LE FARFALLE..

..un leggero battito di ali

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    belle le storie sulle farfalle..grazie
     
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    Nella Georgia centrale il monitoraggio delle farfalle nelle riserve della fauna selvatica viene utilizzato come spia per seguire il corso dei cambiamenti climatici in atto, e valutarne la gravità.
    Alcuni ricercatori sono fortemente preoccupati dal declino delle popolazioni di farfalle, da interpretare come un segnale del peggioramento delle condizioni ambientali in cui versa la terra. Le farfalle sono infatti tra gli insetti più sensibili ai cambiamenti nel loro habitat, e sono un po’ come i canarini nelle miniere di carbone. Jerry Payne, entomologo in spedizione al Piedmont National Wildlife Refuge, a circa 70 miglia da Atlanta, spiega:
    Quando si nota l’assenza delle farfalle, si sa già che qualcosa non sta andando per il verso giusto.
    Purtroppo, abbiamo individuato il nemico – siamo noi. L’uomo è la causa principale del declino della popolazione di farfalle. Stiamo portando via la loro terra.

    Payne ha monitorato l’habitat delle farfalle per anni. Le farfalle svolgono un ruolo chiave come insetti impollinatori, nella concimazione delle piante coltivate e selvatiche, portando il polline da un fiore all’altro. Agli occhi dell’uomo, le farfalle sono anche un potente simbolo per la loro trasformazione da bruco a grazioso volatile. Ciò le rende un buon alfiere per sensibilizzare l’opinione pubblica sul declino degli habitat e sulla conservazione delle specie.
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    FARFALLE DI MONTAGNA


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    “In Svizzera volano la bellezza di 3600 specie circa, nella maggior parte notturne! Quelle diurne sono più o meno il 5% e almeno la metà sono già iscritte nella lista rossa delle specie minacciate. Le farfalle per la loro sopravvivenza dipendono dalle piante e la cementificazione o la “desertificazione” dei giardini, impedisce o almeno limita di molto la loro proliferazione. Quasi tutti i giardini pubblici, ma anche quelli privati di case e ville oggi sono belli, perfettamente verdi, perfettamente piani, perfettamente rasati, con una sola specie di erba e niente “erbacce”. E invece non esistono erbacce, ma solo erbe cresciute nel posto sbagliato e sono quelle che fanno bello un territorio… che lo arricchiscono di farfalle, di fiori volanti! La comparsa di un tarassaco, di una gramigna o di una primula viene combattuta con estrema drasticità! Estirpazione! Ma non è tutto. Invece delle nostre stupende piante indigene vengono piantate specie esotiche, che non hanno nulla a che fare, con i nostri meravigliosi insetti che così trovano sempre meno nutrimento per i loro figlioli, i bruchi! Inoltre quando vediamo nel nostro giardino una pianta con le foglie piene di buchi, cerchiamo immediatamente il colpevole che è destinato a fare una brutta fine. Povero bruco, schiacciato o spruzzato con un pesticida! Eppure, è solo da quel brutto essere bruco che i giardini e i prati si arricchiranno di mille colori, di mille fiori che volano! Tutti gli ambienti ospitano farfalle: dalla pianura, all’alta montagna. Alcune specie si sono adattate all’umidità, altre alla scarsa illuminazione, altre ancora addirittura all’inquinamento!” Pensiero del mio grande amico naturalista Ely Riva. Ma la maggior parte scompare quando il loro ambiente viene appena alterato. Quando vediamo una farfalla cerchiamo anche di capire la sua dura vita per continuare ad esistere e non solo godere dei suoi colori.
     
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    FARFALLE: IL CICLO VITALE.

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    Le farfalle, come la maggior parte degli insetti, compiono la metamorfosi, vale adire la trasformazione da larva ad adulto. Nelle farfalle lo stadio larvale si chiama bruco. Il bruco si schiude dall'uovo e per accrescersi compie da 4 a 5 cambi di pelle (mute), a seconda delle specie e del sesso.
    Una volta maturo il bruco si fissa per mezzo di fili di seta ad un supporto o cerca un rifugio o tesse un bozzolo di seta e si trasforma in crisalide.
    La crisalide è praticamente immobile, non potendo spostarsi dal luogo dove si è fromata, e dopo circa due settimane si apre sotto la spinta della farfalla. In genere la vita da farfalla è abbastanza breve, varia da qualche giorno a settimana o due e, solo in alcuni casi, raggiunge il mese di vita. Non mancano le eccezioni che vanno dalle grandi falene della famiglia delle Saturnidae, le quali hanno vita breve e non si nutrono, tanto che hanno perso la bocca per atrofia,ad altre specie, relativamente piccole, come gli eliconidi, i quali vivono diversi mesi ed in gruppi anche numerosi.




    Una Storia

    La farfalla è un insetto - MargotMorgue


    Stava distesa sull’erba e fissava il sole. Non sembrava darle fastidio avere quei raggi di fuoco dritto negli occhi.
    La sua pelle ricamata da perle di sudore scintillanti. Mi chiedevo come facesse a resistere a tanto calore.
    Intanto io mi dedicavo a contare le foglie di un ramo spezzato e mi godevo l’ombra di questo pesco che mi conosce da una vita. Ogni tanto una folata di vento smuoveva l’erba più alta. Sulle colline sembrava dare movimento a delle onde. E la cosa non poteva far altro che incantarmi.
    Da qui si apriva una vista enorme che abbracciava mare e monti: il sole del primo pomeriggio faceva cantare i grilli e volare le farfalle leggere. Per quanto bello quest’insetto mi ha sempre richiamato pensieri malinconici riferiti alla sua misera esistenza da bruco per poi avere un solo giorno di gloria e magnificenza nei panni d’un essere cosi perfetto, leggero, senza pensieri. Un’alba ed un tramonto. Poi il pensiero passava spesso alle principesse anche loro condannate a misere vite nei panni di bellissime donne che vestono capi firmati e fanno la bella vita, destinate un giorno a diventare anziane e morire. Per loro sicuramente morire da giovani era qualcosa di magico: sarebbero arrivate in paradiso con una pelle tesa e non avrebbero mai saputo cosa significasse avere i segni del tempo sulle gote.
    Mi son sempre chiesta se una mattina ti alzi e guardandoti allo specchio ti rendi conto d’essere invecchiata. Succede cosi?
    Lei stava lì distesa e il tempo sembrava passarle accanto e dimenticare che anch’ella fosse un essere umano. Sembrava che le ballasse attorno impaurita al solo pensiero di sfiorarla, come fosse cristallo, fragile, che al solo toccarlo si frantuma. E lei fragile lo era e tanto anche. Ma ricordo d’averla sempre vista piangere, imprecare e rialzarsi.
    Mai una volta la vidi sbattere i piedi perché qualcosa non andava.
    Mai una volta la vidi mollare al primo tentativo.
    Testarda, ingenua. Sin da bambina.
    Ora che stava li sembrava l’essere più vulnerabile del mondo, in un mondo troppo grande per un essere minuto come lei che aveva fatto delle sue mani fili d’erba e dei suoi capelli paglia dorata.
    Alzai il volto e notai che il sole era calato e filtrava dolce tra i rami pieni di foglie, ma lei non si era spostata d’un millimetro.
    Mi sollevai e mi pulii li palmi delle mani sporchi di terra, odoravano di linfa per colpa del ramo che tenevo in mano.
    Avevamo due vestiti bianchi, leggeri. Uguali. I piedi nudi.
    Camminavo verso lei e con lo sguardo seguivo il regolare movimento del suo respiro.
    Su e giu.
    E non capivo perché si affannava il mio, diveniva più veloce e pesante.
    I piedi sfioravano il suolo, dove spighe di grano spiccavano qua e là. Sedermi accanto a lei, quando la raggiunsi, fu come trovare la pace.
    Mi prese per le mani e mi disse di guardare il sole, che non m'avrebbe mica ucciso.
    E cosi mi stesi accanto a lei e notai che il caldo era più sopportabile e che il sudore che scendeva sulla pelle faceva il solletico. Che stando fermi si rischiava meno di pungersi con le spighe di grano più basse e che se ti mettevi seduta velocemente la testa ti girava causando un annebbiamento della vista e al suo ristabilirsi rimanevi meravigliato da ciò che ti si presentava davanti.
    Solo poco dopo mi accorsi che oltre al comando di mettermi giù vicino a lei, ella non aveva detto più nulla. Aveva privato le mio orecchie della sua melodia.
    Voltandomi mi accorsi che il suo respiro era assente, che stava passivamente a terra con le braccia discostate dal corpo e la testa china.
    Il tramonto volgeva all’orizzonte e si portava con se l’ennesima farfalla.
    Piangevo mentre stringevo tra le mani la vecchia me ed abbracciavo col pensiero la donna che ero diventata.
     
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    Adoro le farfalle...Probabilmente le invidio. Loro riescono a volare e sono imbellettate di colori come l’arcobaleno...
    Le invidio perchè hanno quella polverina che le cosparge e
    gli permette di andare via con un semplice e soffice battito d’ali.
    In silenzio, nelle strade del mondo.

    (Alessia Auriemma)



    LE FARFALLE




    Le farfalle hanno da sempre esercitato sull’uomo un fascino particolare, sono state per anni oggetto di studio e collezione... costituiscono un ordine molto importante all’interno della classe degli insetti, ne sono state descritte più di 120.000 specie e sono presenti in tutti i continenti ed in tutti gli ambienti dai
    confini coi ghiacci ai bordi dei deserti. La vita delle farfalle è indissolubilmente legata al mondo vegetale, la loro funzione biologica è di importanza vitale nella natura e nel perfetto equilibrio ecologico, gran parte di esse impollinano i fiori che frequentano per cercarvi il nettare, purtroppo il degrado ambientale ha modificato negativamente molti biotopi naturali dove volavano indisturbate, minacciate pressoché ovunque le farfalle assumono un preciso significato, si possono considerare indicatori ecologici dello stato di salute dell’ambiente...I lepidotteri (dal greco "lepís, lepídos" cioè squama e "pterón" cioè ala), costituiscono un ordine appartenente alla classe degli esapodi o insetti. Noti con il termine volgare di farfalle comprendono sia volatori diurni che notturni. Il legame tra le farfalle e i fiori è molto stretto: così come per altri insetti si può parlare di una coevoluzione che ha portato in milioni di anni ad un adattamento reciproco delle strutture riproduttive nei fiori ed alimentari nei lepidotteri....Quelli diurni sono tra gli insetti più variopinti del mondo animale. Le loro forme e i loro colori hanno attirato da tempo memorabile l'interesse, e purtroppo, anche la raccolta indiscriminata da parte degli uomini.
    I colori delle farfalle possono avere sia origine chimica che fisica: nel primo caso le scaglie sono colorate da pigmenti rossi, bruni, gialli, neri; nel secondo caso i colori, quali i blu e i violetti, sono dovuti alla struttura della scaglia formata da piccolissime lamelle che provocano riflessioni multiple della luce e fenomeni di interferenza.... questi cromatismi, dovuti a fenomeni fisici, conferiscono alla farfalla una lucentezza metallica e variano
    d'intensità e di sfumatura a seconda dell'angolo di osservazione.
    Si potrebbe affermare che conoscere le farfalle non e solo un piacere estetico, ma ci aiuta a comprendere l’ambiente naturale.
    Anche l’indiscriminata raccolta per collezionismo ha procurato seri danni, perciò molti paesi Europei proibiscono la cattura di alcune specie di farfalle, il Regno Unito, Lussemburgo, Germania, Austria, Francia, Svizzera ed è auspicabile che anche in Italia si possa arrivare a proteggere le specie più rare per non privarci così di una delle cose più belle che madre natura ci ha donato, il leggiadro volo di una farfalla.


    « Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla
    sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo »



    Affrontano oltre 5.000 chilometri ogni anno nella più straordinaria e colorata migrazione animale e nonostante la distanza e gli ostacoli non perdono mai la direzione. Il mistero delle farfalle Monarca, che si spostano a milioni dal Nord America verso Messico e California, è stato svelato dai ricercatori dell'Università del Massachusetts. La loro bussola è il Sole e grazie ai suoi raggi riescono a sincronizzare un orologio interno, sorta di "gps" biologico che le conduce a destinazione sane e salve anche quando è nuvoloso. Il meccanismo è molto sofisticato: le "antenne" cerebrali sono neuroni specializzati nella localizzazione che identificano i campi magnetici emessi dal Sole e quindi la sua posizione.


    La farfalla non conta gli anni ma gli istanti:
    per questo il suo breve tempo le basta".
    Tagore



    A Capalbio, antico borgo medioevale nel cuore della maremma Grossetana, c’è una bella farfalla che ha scelto di vivere nella zona di Capalbio, e precisamente nei boschi dove si trovano le piante di corbezzolo. Il suo nome scientifico è Charaxes jasius, mentre il suo soprannome un po’ romantico è “Ninfa del corbezzolo”. Gli amici però la chiamano familiarmente Jasio o addirittura, se sono proprio in confidenza, “la sbronzona”, visto che beve alcolici con grande piacere. E’ una delle farfalle più belle e più grandi che esistano in Italia, con un’apertura alare che può arrivare a otto centimetri. La sua livrea è di un delicato velluto bruno orlato di arancione e traversato da una fascia d’argento, con riflessi verdi, lunule azzurre e guarnizioni rosse e bianche. Le ali, che sembrano lavorate a sbalzo, hanno due code.




    La mente umana e’ paragonabile ad una farfalla
    che assume il colore delle foglie sulle quali si posa…
    si diventa cio’ che si contempla.
    Gustave Flaubert


    ...nella mitologia....



    "Le farfalle, queste creature affascinanti e misteriose sono da sempre ammirare per la loro straordinaria bellezza e il loro volo ondeggiante tra i fiori ... Purtroppo la loro vita dura poco, ma i pochi mesi di vita sono compensati dalla loro straordinaria bellezza...Numerose sono le leggende soprattutto nel continente Americano tra le tribù del sudovest come i Navajo o gli Hopis che praticavano la danza associata a questo meraviglioso insetto associato all’aria e al volo con copricapi sgargianti.
    Le donne non sposate si acconciavano i capelli con nastri e suppellettili
    come se fossero le ali di una farfalla per indicare la loro libertà.
    Per i nativi americani era simbolo di resurrezione, di libertà
    ma anche di equilibrio per il fatto che nasce dalla crisalide.
    In Europa invece era vista in modo negativo associata spesso agli spiriti dei morti o a malattie.
    Solo in Scozia e Irlanda la farfalla dorata era associata alla possibilità per le anime di andare in paradiso.
    Secondo i nativi americani che la vedono come animale totem dona i poteri della trasformazione, la rigenerazione, la bellezza , la sensibilità e l’amore per il suo volo aggraziato e rapido, viene associata all’elemento aria e al sud...in Germania vedere una farfalla indica nascite in arrivo e spesso le “quasi” mamme se ne fanno tatuare una proprio in occasione della prima maternità.
    I Maya, invece, credevano che le farfalle fossero gli spiriti dei defunti che tornano sulla terra per salutare i propri cari.
    Vedere una farfalla che si posa sul tronco di un albero indica l’imminente arrivo delle piogge, senza poi contare che in alcune tradizioni antiche la farfalla è vista come simbolo delle streghe, grazie alla sua capacità di cambiare aspetto
    (Quando la bandiera di Giovanna d’Arco, decorata con fiori di iris, garriva al vento, si vedevano volteggiare miriadi di farfalle bianche attorno ad essa. Fu questa una delle tante ragioni per cui fu definita strega e mandata al rogo)."



    “Sono qui per stupirmi”, affermava un verso di Goethe...
    "Bisogna essere ciechi o estremamente aridi se, alla vista di una farfalla,
    non si prova gioia, fanciullesco incanto......."




    ....una leggenda....


    Un giorno il Creatore Wakan Tanka, mentre seduto se ne stava riposando, osservò dei bambini che giocavano in un villaggio. I bambini ridevano e cantavano, ma tuttavia, mentre li guardava, sentiva che il suo cuore era triste. Pensava: «Questi bambini diventeranno adulti. La loro pelle si raggrinzirà, i loro capelli diverranno grigi ed i loro denti cadranno. Il braccio del giovane cacciatore perderà il vigore e queste amorevoli ragazzine diverranno brutte e grasse.I cuccioli giocherelloni diverranno ciechi cani rognosi, e quei meravigliosi fiori — gialli e blu, rossi e purpurei — appassiranno. Le foglie cadranno dagli alberi e seccheranno.E stanno già diventando gialle! ».Perciò il Creatore si sentiva sempre più triste.
    Era autunno, ed il pensiero dell’inverno che stava arrivando, con il suo freddo e la scarsità di selvaggina e di verde, rendeva il suo cuore sempre più triste. Tuttavia faceva ancora caldo ed il sole stava splendendo.
    Il Creatore osservò il gioco della luce del sole e delle ombre sul terreno, mentre le gialle foglie erano sospinte qua e là dal vento.
    Vide l’azzurro del cielo e la bianchezza della farina macinata dalle donne; e d’un tratto sorrise.Pensò: « Tutti questi colori, dovrebbero essere preservati. Farò qualcosa che rallegrerà il mio cuore, qualcosa che questi bambini guardandola ne gioiranno ». Il Creatore tirò fuori la sua borsa e cominciò a raccogliere delle cose: una macchia di luce solare, una manciata di blu del cielo, la bianchezza della farina, l’ombra dei bambini che giocano, il nero dei capelli corvini d’una bella ragazza, il giallo delle foglie cadenti, il verde degli aghi di pino, il rosso, il viola e l’arancio dei fiori che gli erano attorno. Mise tutte quelle cose nella sua borsa e, dopo un ripensamento, vi aggiunse anche il canto degli uccelli. Poi andò nel luogo erboso dove i bambini stavano giocando e chiamandoli porse loro la borsa: « Bambini, piccoli bambini, questo è per voi. Apritela, c’è qualcosa di bello dentro ». I bambini aprirono la borsa e all’istante centinaia e centinaia di farfalle colorate volarono via, danzando intorno alla testa dei bambini, posandosi sui loro capelli, tornando a battere le ali per sorseggiare il polline da questo o da quel fiore, ed i bambini incantati dicevano che non avevano mai visto niente di così bello. Le farfalle cominciarono a cantare, ed i bambini ascoltavano sorridendo. Ma in quel momento un uccello canterino arrivò volando, si posò sulla spalla del Creatore e lo rimproverò dicendo: « Non è giusto che tu dia le nostre canzoni a queste nuove graziose creature. Quando ci hai fatto ci hai detto che ogni uccello avrebbe avuto un suo canto. Ed ora l’hai dato anche a loro, a caso. Non è sufficiente che tu abbia dato ai tuoi nuovi balocchi i colori dell’arcobaleno? ». « Hai ragione », ammise il Creatore. « Ho creato un canto per ogni uccello e non avrei dovuto prendere ciò che vi appartiene ». Così il Creatore tolse i canti alle farfalle, ed ecco perché sono silenziose. « Sono belle anche così! » pensò
    - leggende indiane -



    "La farfalla non conta i mesi ma gli attimi ...
    fa che la tua vita danzi sui bordi del Tempo
    come rugiada sulla punta di una foglia!"
    Tagore





    ...una canzone....


    Sentire il rumore delle ali...delle farfalle e poi immedesimarsi in una piuma...
    che sfiora la pelle..scoprire delle impronte digitali...
    sulle cose più belle... che hai gelosamente custodito
    e che egoisticamente hai tenuto per te
    ma non serve perché… se si è soli lo sai...tutto è niente fra le dita

    sentire il frusciare della vita... di boschi remoti
    sentire intimamente certe voglie... accendere fuochi... ignoti
    [...] un estraneo lo sai... che ha cambiato la tua vita

    si fa tanta fatica... a capire l’amore, sia che duri due ore...o per tutta la vita
    è una cosa infinita... e nemmeno io e te..in un vortice...
    di mille farfalle che volano a valle potremmo spiegare... che cosa vuol dire

    sentire il rumore in mezzo ai sassi... che fa una formica
    sentire nella pancia di una madre... calciare la vita... si la vita
    trovarsi a disegnare sopra un foglio l’universo ideale... il meglio...
    per noi, ma trak...si rompe la matita
    e quel nostro grande disegno di vita dov’è?
    cancellato perché… ...mi si è rotta fra le dita

    davvero riconoscere il rumore... che fa un altro cuore
    si può arrivare a vivere e sentire le stesse cose...le spine e le rose
    ma nemmeno io e te... in un turbine di un letto di foglie... coperti di voglie...
    potremmo spiegare che cosa vuol dire... amare…
    che cosa vuol dire sentire il rumore delle ali ...... delle farfalle...
    - Gatto Panceri -



    "my soul is painted like the wings of butterflies.."
    "la mia anima è colorata come le ali delle farfalle"
    (da "The show must go on" dei Queen)





    ...una poesia...



    Nascere a primavera, morire con le rose,
    sulle ali di uno zefiro nuotare nella luce,
    cullarsi in grembo ai fiori appena schiusi,
    in una brezza pura di profumi e d'azzurro,
    scuotere, ancora giovane, la polvere alle ali,
    volare come un soffio verso la volta infinita:
    ecco della farfalla il destino incantato!
    Somiglia al desiderio che non si posa mai, che mai si sazia,
    ogni cosa sfiorando per poi tornare al cielo, in cerca di piacere.

    Alphonse De Lamartine




    "Puoi rincorrere una farfalla per tutto il prato e non prenderla mai.
    Ma se ti siedi tranquillo sull'erba verrà a posarsi sulla tua spalla."





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    Due Farfalle uscirono a Mezzogiorno -per un valzer su una Fattoria -
    Poi s'incamminarono dritte attraverso il Firmamento - E riposarono, su un Raggio -
    E poi - insieme s'involarono su un Mare scintillante -
    Però tuttora, in un qualsiasi Porto
    - mai che il loro arrivo, sia stato - menzionato -
    Se parlarono a un lontano Uccello - Se incontrate nel Mare Etereo
    Da Fregata, o da Mercante - Nessuna notizia - giunse - a me -

    (Emily Dickinson)





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    Ti amo disse il fiore alla farfalla

    Ti amo disse la farfalla al fiore, scuotendo le grandi ali dorate. Volerò via, lo sai, e il vento mi strapperà da qui, perderò la strada, la pioggia piangerà sulle mie ali e le renderà pesanti, ma ti amerò per sempre.

    Il fiore ebbe un sussulto, forse una brezza o chissà. Vorrei mettere le ali per seguirti ovunque ma non posso. Il sole asciugherà i miei petali, il vento li disperderà, ma le mie radici sono solide e io ti aspetterò.

    La farfalla dorata agitò le ali sollevandosi appena. Avremo un’altra vita. Ti amerò per sempre.

    Il fiore schiuse i petali dal colore del tramonto. Avremo un’altra vita. Ti amerò per sempre.

    (dal web)



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    Farfalla cobra

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    Fotografia per gentile concessione Constantijn Mennes

    Benché non nuova alla scienza, questa gigantesca farfalla cobra è una delle migliaia di creature e piante censite durante una recente spedizione sul Monte Kinabalu nell'isola indonesiana del Borneo, che ha individuato anche specie del tutto nuove.

    Questa falena diffusa nelle foreste dell'Asia può raggiungere i 30 centimetri di larghezza, ed è considerata la più grande del mondo.

    La spedizione, composta da biologi olandesi e malesi, ha trovato almeno 160 specie finora sconosciute; tra queste, ragni, coleotteri, lumache, damigelle, termiti e mosche.

    "Il Monte Kinabalu ospita un elevato tasso di specie che non si trovano da nessuna altra parte sulla Terra", afferma il responsabile della spedizione Menno Schilthuizen, del Naturalis Biodiversity Center di Leida, in Olanda. "Il nostro obiettivo è capire meglio come si sono evolute queste specie endemiche".



    national geographic
     
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    NEL REGNO DELLE FARFALLE

    di Alice Paglia

    Ciò che colpisce l’occhio umano è innanzitutto l’esteriorità. Del fiore ci si meraviglia dei petali coloratissimi, del mare ci sorprende la vastità dell’azzurro, di una persona ci colpisce l’aspetto fisico: l’uomo è ininterrottamente affascinato da ciò che è esterno.

    Questa realtà non è da considerarsi affatto negativa per l’uomo, perché, come ci tramanda il celebre Aristotele, è la meraviglia che induce l’essere umano alla ragione: quando guardiamo le stelle, per esempio, non è forse quel loro splendore, quella loro lucentezza che stimola la nostra mente a coltivare l’astronomia?

    Ecco dunque che l’esteriorità diviene qualcosa di indispensabile per tutti noi. In ragione di questo, se una persona osserva solo l’esteriorità delle cose, rischia giorno per giorno di non saper riconoscere i veri significati della vita e tende anche a guardare solo con gli occhi e non più con l’occhio della mente: la conoscenza profonda rischia di non esistere più.

    Dunque, è vero che è l’esteriorità e lo stupore che essa suscita, che incita l’uomo alla ragione, ma è tanto vero che se l’essere umano si limitasse all’osservare, si ritroverebbe un giorno a conoscere solo le cose che più lo attraggono. Quindi, dal momento che ogni individuo su questa terra pensa, osserva, parla e vive in maniera diversa, noi tutti dobbiamo imparare a guardare le cose nella loro interiorità, affinché il nostro sapere non si limiti al nostro interesse.

    Come afferma il grande filosofo Aristotele, voglio invitare chiunque stia leggendo il mio messaggio a riflettere su ciò che ha fatto la storia di una data cosa, su ciò che esiste per quella data cosa e su ciò che c’è in quella data cosa.

    Una farfalla per infiniti saperi

    APOLLO, IL PARNASO E LE NOVE MUSE


    Il Museo “nel Regno delle Farfalle” mira alla cultura completa. Infatti, la farfalla che noi esponiamo alla vista dei visitatori non è solamente da intendere come lepidottero colorato, ma intorno ad essa ruotano in un ciclo interminabile tantissimi concetti, soprattutto riguardanti la mitologia, l’astronomia, la storia, la filosofia o anche lingue antiche come il greco e il latino.

    Pensiamo ad esempio alla farfalla chiamata Parnassius apollo. Il nome ovviamente latino può essere tradotto letteralmente “Apollo del Parnaso”. Apollo, secondo la cultura greca, era uno degli Déi più rinomati dell’Olimpo: egli si dedicava all’arte e alla musica, alla ragione e alla filosofia ed era il Dio del Sole e dell’iniziazione, in quanto uccise il Pitone. Sede di Apollo era la celeberrima Delfi, ma viene spesso rappresentato sul monte Parnaso.

    Cominciamo dunque a riflettere: perché la farfalla è stata chiamata “Apollo”? Perché si è deciso di darle il nome “Parnassius” invece di “Delphicus”? La spiegazione è semplice: da una parte si chiama “Apollo” in quanto lepidottero di notevole forza e bellezza e perché ciascun punto rosso sulle ali bianche sembra un Sole, di cui Apollo era Dio; dall’altra è stata denominata “Parnassius” perché farfalla di montagna.

    Esiste poi un’altra farfalla detta Parnassius, ma questa volta si chiama mnemosyne. Mnemosyne è la personificazione della memoria. Ella era figlia di Urano: il cielo, e di Gea: la terra, e unitasi per nove giorni con Zeus: Dio di tutte le divinità, diede alla luce nove figlie: le cosiddette “Muse” (dette in seguito Pieridi poiché nate in Pieria). Ora, cosa lega Mnemosyne al monte Parnaso? Molto semplicemente le figlie di Mnemosyne: le Muse, erano le compagne di vita del Dio Apollo, che proprio sul monte Parnaso dirigeva i loro canti.


    Papolloschema


    Scolitantides-orionScolitantides-orion



    ORIONE E LE PIRAMIDI DI GIZA

    Pensiamo ora alla farfalla Scolitantides orion. Come vedete nella foto, il rovescio della farfalla è marcato da punti neri molto evidenti. Se osservate l’attaccatura delle ali anteriori, noterete in particolare tre punti distinti fra loro abbastanza distanziati.

    Tali punti appariranno assai familiari ad un astronomo: infatti in primavera nel cielo si vede un’importante costellazione, quella di Orione. La particolarità di questa costellazione sono le tre stelle centrali, volgarmente chiamate “cintura di Orione”, che nella loro disposizione sono tali eguali a quei tre punti della “Scolitantides Orion”.

    Orione, secondo la mitologia greca, è stato il primo eroe-cacciatore e fu anche il primo a essere soggetto di catasterismo, ovvero quel fenomeno per cui un eroe o un animale viene trasformato in costellazione della volta celeste. Egli ebbe la cattiva idea di dare la caccia alle Pleiadi, le sette bellissime figlie di Atlante che componevano il corteo della dea Diana (Artemide alla greca). Orione rincorse le Pleiadi finché gli Dèi decisero di trasformare queste in stelle e porle nella costellazione del Toro. Diana, tuttavia, volle punire Orione mandandogli contro un enorme Scorpione che lo uccise con il suo veleno. Anche Orione e lo Scorpione furono posti fra gli astri, e ancor oggi nel cielo troveremo Orione e Scorpione situati in zone opposte dell’emisfero celeste.

    Ma non finisce qui il nostro excursus, perché questi punti interni alla base dell’ala anteriore della Scolitantides orion sono collegabili al magnifico complesso delle piramidi di Giza. Sono stati attuati molti studi riguardo a queste piramidi, giacchè la loro disposizione è molto simile, per non dire identica, alla cintura della costellazione di Orione. Si dice infatti che gli Egizi rimasero talmente affascinati dalla costellazione della volta celeste, tanto da voler costruire un complesso di piramidi che ne riportassero la disposizione. Qui possiamo osservare una veduta aerea delle piramidi di Giza. Notate quanta somiglianza c’è tra l’ordine di queste piramidi, i punti dell’ala anteriore della “Scolitantides Orion” in alto a destra e la cintura della costellazione di Orione in basso a destra
    Giza

    Quante cose si possono imparare dalle farfalle!

    Il più delle volte ciò che sembra di poca importanza può nascondere un patrimonio infinito di sapienza, perché spesso l’apparenza inganna. Dunque, come avrete potuto leggere, da una semplice farfalla diffusa dalle Alpi Marittime alle Alpi Giulie della nostra bella Italia, siamo giunti in Egitto, da cui poi ci siamo elevati sino al cielo azzurro. E ancor prima, da due farfalle di montagna siamo tornati al tempo degli antichi greci, che ci hanno tramandato una cultura straordinaria.


    Nel Museo “nel Regno delle Farfalle” si possono imparare queste e ben altre cose, perché mai ci stancheremo di imparare e conoscere.

    MUSEO ENTOMOLOGICO NEL REGNO DELLE FARFALLE - ONLUS
    Via Lago di Aleghe, 33 - 36015 Schio (VI) ITALY - Tel/Fax +39 0445 576457 - P.iva 03210090241



    Primavera e farfalle



    Fiocchi di cielo

    alitano intorno

    alla chioma fiorita

    degli albicocchi:

    messaggeri del sole

    intessuti di seta

    T'Ang





    lia
     
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