GLI EPIDOTTERI E LE FARFALLE..

..un leggero battito di ali

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  1. gheagabry
     
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    Pieridi





    Comprende più di 1000 specie distribuite in tutto il mondo, di cui una ventina presenti in Italia. Alcune specie sono molto abbondanti numericamente, come il genere Pieris, altre sono migratrici e quindi largamente distribuite in molti paesi.



    Molti generi e specie presentano uno spiccato dimorfismo sessuale (genere. Colias), variabilità stagionale (Pieris napi) e alcune sono polimorfiche (Colias. crocea).



    In questa famiglia è prevalente la colorazione bianca o gialla, ma alcuni generi sono vivacemente colorati.
    Sono molto affini ai Papilionidae, ma ne differiscono per vari caratteri: le ali anteriori presentano 3-5 nervature radiali, le zampe sono ben sviluppate in entrambi i sessi, i tarsi sono di 5 articoli con unghie bifide

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    Le uova, allungate a forma di fuso, spesso a colori brillanti giallo-arancio, con solchi longitudinali, sono deposte singolarmente o a grappoli. Le larve sono glabre, a colorazione criptica con fasce longitudinali o a colorazione aposematica di avvertimento, come in Pieris brassicae. Le pupe, con prominenza frontale a volte molto lunga, si trovano attaccate al supporto per mezzo del cremaster e cinturate.
    Le piante alimentari sono costituite essenzialmente da Leguminose e da Crucifere.





    Ninfalidi





    Con più di 5000 specie, assieme alla famiglia dei Licenidi, i Ninfalidi sono la famiglia più numerosa di farfalle diurne. Difficilmente si può immaginare una diversità di colori e di forme confrontabile con gruppo di insetti. Tra i caratteri in comune, sicuramente il più importante, è la riduzione delle zampe anteriori, sostituite da un cuscinetto peloso, specialmente nei maschi.
    L'uovo alto che largo, oppure sferico, talvolta liscio.




    Le larve hanno lunghi filamenti carnosi accoppiati e ricoperti da lanugine. Le pupe non sono cinturate e si trovano sospese oppure libere sul terreno. L'apertura alare è varia: da 25 mm agli oltre 200 mm del genere Morpho. Molte specie sono migratrici, come la notissima Vanessa (Cynthia) cardui, che forse è la farfalla a più ampia distribuzione mondiale.
    Le piante nutrici sono tipicamente le Urticacee, Salicacee e Leguminose.









    Satiridi





    Famiglia che comprende circa 1500 specie in cui predominano i colori marrone e arancione nella porzione superiore di entrambe le ali. Tipico di questo gruppo di farfalle sono le macchie circolari ("ocelli") presenti in numero variabile in prossimità del margine delle ali anteriori e posteriori. Scarso il dimorfismo sessuale, e se presente è a carico delle maggiori dimensioni delle femmine.






    Le uova sono ovali e allungate e presentanti coste. La larva è tipicamente di colorazione mimetici con toni che vanno dal bruno al verde; presenta una pelosità diffusa su tutto il corpo. La pupa è appesa a testa in giù come per i Nymphalidae o è libera nel terreno.
    Le piante nutrici sono principalmente le Graminacee.








    Edited by gheagabry - 20/6/2010, 00:41
     
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  3. ZIALAILA
     
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    La Farfalla del pero - la farfalla piu' grande d'Europa


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    Il suo nome generico, Saturnia del pero (saturnia pyri), deriva da quello del dio mitologico

    Saturno, mentre il nome specifico, si riferisce alla pianta a cui questa farfalla è legata: il pero.

    E' una grande falena che può superare i 15 cm di apertura alare molto diffusa in Italia e in

    Europa

    Le ali sono marroni con la parte anteriore tendente al grigio e, ciascuna, presenta disegni concentrici e linee sfumate a zig zag.

    Questa specie è notturna e vive in spazi aperti con alberi; è frequente anche nei parchi, nei vigneti e nei frutteti.

    Le femmine più grandi dei maschi, ma volano poco e per lo più rimangono alla base degli

    alberi ad attirare i maschi per l'accoppiamento. ha un record è la farfalla più grande d'Europa!



    questa farfalla diffusa in tutta Europa raggiunge i 16cm di ampiezza alare. La femmina

    attrae, attraverso secrezioni di sostanze chimiche attive chiamate ferormoni sessuali, il

    maschio che percorrendo distanze comprese tra i 3 e 5 Km, la raggiunge per l'accoppiamento.

    La particolarità è che la bocca di queste farfalle è atrofizzata e quindi dopo due o tre

    settimane e dopo aver utilizzato tutte le energie per l'accoppiamento, non gli resta altro che

    morire di stenti. Il maschio fotografato (lo si riconosce dalle antenne pennate), probabilmente

    si è fermato per un breve attimo di riposo e poi è ripartito per la sua breve, ma appassionata

    vita.
     
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  4. ZIALAILA
     
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    La farfalla solitaria
    La solitaria delle torbiere
    I mirtilli non servono solamente a preparare torte deliziose! La loro foglie nutrono i bruchi della solitaria, questa farfalla gialla bordata di rosso che vive nelle torbiere d'alta montagna tra i 1600 e i 2500 metri. I suoi bruchi passano l'inverno sotto uno spesso strato di neve che ricopre il terreno per più di sei mesi all'anno. È come una specie di cappotto a 0°C!


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    Il Podalirio
    Campione di deltaplano
    Qualche colpo d'ali. e avanti per una lunga planata in pieno cielo. Ali immense che planano alla perfezione, abbastanza da percorrere chilometri senza stancarsi. Grandi ali bellissime con strisce nere che si ripetono simmetricamente da una parte all'altra. È una meraviglia della natura che fa invidia a tutti i fanatici del volo libero.


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  5. gheagabry
     
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    le falene






    Le falene sono degli insetti che, come le farfalle, appartengono all'ordine dei Lepidotteri.

    Hanno abitudini generalmente notturne.

    Le antenne delle falene, a differenza di quelle delle farfalle, possono avere diverse forme: pennate o bipennate, cioè ramificate come un pettine, filiformi, a bastoncello, ecc., mentre le ali, a riposo, sono chiuse a tetto o aperte.

    La distinzione tra farfalle ((EN) butterflies) e falene ((EN) moths) non risponde a una classificazione scientifica tassonomica, ma deriva dall'uso comune. In base a tale distinzione "popolare", alcuni autori del passato hanno proposto una distinzione tra Ropaloceri o "Rhopalocera" (farfalle) ed Eteroceri o "Heterocera" (falene) che però non è scientificamente accettata. Nella classificazione moderna ai Ropaloceri corrispondono le superfamiglie Hesperioidea e Papilionoidea, mentre gli Eteroceri sono un gruppo eterogeneo privo di alcuna validità, essendo formato da superfamiglie anche molto lontane tra loro dal punto di vista evolutivo.

    Un’altra distinzione di comodo del passato è tra macrolepidotteri o “Macrolepidoptera” (che comprendono le farfalle e le famiglie di falene di dimensioni maggiori) e microlepidotteri o “Microlepidoptera” (le famiglie con esemplari di dimensioni minori, a volte anche solo 2 mm di apertura alare, anche se alcuni sono in realtà più grandi). Gli eteroceri vengono talvolta indicati anche come macroeteroceri o “Macroheterocera” per distinguerli dai microlepidotteri. Queste distinzioni, pur non essendo più ritenute valide, vengono talvolta ancora utilizzate dagli entomologi per ragioni pratiche, dato che corrispondono a differenze nei metodi di studio dei diversi gruppi.




    Ornithoptera alexandrae





    La farfalla della regina Alessandra (Ornithoptera alexandrae) è la più grande farfalla del mondo.

    Il nome a questa specie venne dato da Lionel Walter Rothschild nel 1907, in onore della regina Alessandra di Danimarca, moglie di re Edoardo VII del Regno Unito. Il primo europeo a scoprire la specie fu Albert Stewart Meek nel 1906, un collezionista al servizio di lord Walter Rothschild per raccogliere campioni di storia naturale da Papua Nuova Guinea. Il suo habitat è ristretto alla Provincia di Oro nell'est di Papua Nuova Guinea.

    Sebbene la maggior parte delle autorità classifichi questa specie nel genere Ornithoptera, inizialmente era inserita nel genere Troides o Aethoptera. Nel 2001 il lepidotterista Gilles Deslisle propose di inserirla in un proprio sottogenere (che alcuni scrittori hanno trattato come genere); inizialmente propose il nome Zeunera, ma sarebbe stato omonimo della Zeunera Piton 1936 [Orthoptera], così venne rimpiazzato con Straatmana.





    Le femmine di farfalla della regina Alessandra sono più grandi dei maschi con ali marcatamente più ampie e rotondeggianti. Le femmine possono raggiungere un'apertura alare di 31cm, una lunghezza corporea di 8 cm e un peso fino a 12 grammi, tutte misure enormi per una farfalla. La femmina ha ali marroni con disegni bianchi ed un corpo color crema con una piccola sezione sul torace ricoperta di pelo rosso. I maschi sono più piccoli delle femmine con ali marroni dai disegni blu e verdi iridescenti ed un addome giallo brillante. L'apertura alare dei maschi è approssimativamente di 20 cm, ma più comunemente di 16 cm. Una spettacolare forma del maschio è la atavus, che ha punti dorati sulle ali posteriori



    Le larve di questa specie si nutrono con i germogli del genere Pararistolochia (famiglia Aristolochiaceae), incluse P. dielsiana e P. schlecteri. Inizialmente si cibano del fogliame fresco della pianta ed infine divorano la corteccia prima di mutarsi in crisalide. Gli adulti si cibano a fiori provvisti di un'ampia piattaforma si cui posarsi, incluso l'Hibiscus.

    Le farfalle della regina Alessandra femmina depongono circa 27 uova durante tutta la loro vita; questa stima fu fatta da Ray Straatman dissezionando alcune femmine adulte. Le larve neonate mangiano il guscio del loro uovo prima di nutrirsi delle foglie. La larva è nera con tubercoli rossi con una striscia colorata al centro del corpo. La pupa è di un giallo dorato o marrone rossiccio con segni neri. Le crisalidi maschio possono essere distinte da una leggera chiazza marrone in corrispondenza delle ali; Questo particolare diventa poi la tipica colorazione dei maschi di questa specie che svolge un ruolo di richiamo sessuale. Il tempo per svilupparsi da uovo a crisalide è di circa sei settimane, mentre lo stadio di pupa dura un mese o più. Gli adulti escono dalla pupa la mattina presto mentre l'umidità è ancora alta, dato che le enormi ali potrebbero seccarsi prima di essersi completamente distese se l'umidità svanisse. Gli adulti vivono per tre mesi o più ed hanno pochi predatori, esclusi grandi ragni del genere Nephila ed alcuni piccoli uccelli.

    Gli adulti sono ottimi volatori più attivi nelle prime ore del mattino ed al crepuscolo quando si nutrono ai fiori. I maschi pattugliano anche le aree delle piante ospiti alla ricerca di femmine neonate durante la mattina. Le femmine passano la maggior parte del tempo alla ricerca di piante ospiti. Il corteggiamento è breve ma spettacolare; i maschi si librano sopra una potenziale compagna, cospargendola con un feromone che induce all'accoppiamento. Le femmine recettive permetteranno al maschio di posarsi ed accoppiarsi, mentre quelle non recettive voleranno via o scoraggeranno il maschio in qualche maniera. I maschi sono fortemente territoriali e cacceranno via potenziali rivali, a volte inseguendo piccoli uccelli così come altre specie di troidini. Il volo è solitamente alto nel fogliame della foresta ma entrambi i sessi discendono fino a pochi metri dal terreno per nutrirsi o deporre le uova blu.

    La farfalla della regina Alessandra è considerata a rischio dall'IUCN, essendo ristretta approssimativamente a 100 chilometri quadrati di foresta pluviale vicino a Popondetta, nella provincia di Oro in Papua Nuova Guinea. Il maggior pericolo per questa specie è la distruzione dell'habitat per far posto a piantagioni di palme da olio. Tuttavia, va notato che l'eruzione del vicino Monte Lamington nel 1950 ha distrutto una vasta area di origine di questa specie ed è una delle ragioni più importanti della sua attuale rarità. A causa di ciò, questa farfalla ha un valore estremamente alto sul mercato nero.

    La specie è anche molto valutata dai collezionisti, con campioni illegali venduti anche per migliaia di dollari. Anche se i collezionisti sono spesso coinvolti col declino di questa specie, il pericolo maggiore resta comunque la distruzione dell'habitat. I primi raccoglitori, frustrati dall'altezza a cui gli adulti volano durante il giorno, spesso usano piccoli fucili da caccia per catturali, ma siccome i collezionisti esigono campioni di qualità, molti di essi sono ricavati da larve e pupe.




    Morpho menelaus





    Morpho menelaus è una farfalla tropicale iridiscente dell'America centrale e meridionale. Essa ha un'apertura alare di 15 cm. La farfalla adulta si nutre bevendo il succo da frutta marcia con la sua lunga proboscide, che è come un tubo aspirante. I maschi adulti hanno colori più vivaci delle femmine.

    La larva si nutre di piante durante la notte; essa è di color marrone-rosso con macchie giallo-verdi o gialle. Le larve sono anche fortemente cannibaliste. Morpho menelaus è apparsa nel film britannico-canadese del 2004 The Blue Butterfly, con William Hurt.

    Il nome della farfalla deriva da Menelao, il re dell'antica Sparta. Le farfalle del genere Morpho si trovano in centro-America, in Messico, in sudamerica compresi Brasile, Costa Rica e Venezuela. Esse dimorano nelle zone riparate della foresta e raramente nelle zone aperte. La farfalla Morpho beve il suo cibo anziché mangiarlo; essa utilizza la sua proboscide (la lunga parte della bocca protrusa) per suggere la linfa e il succo dei frutti. La farfalla ha sensori tattili sulle zampe e percepisce l'aria con le sue antenne. Morpho menelaus si ciba anche dei fluidi corporei di animali morti e di funghi; ciò la rende importante per la dispersione delle spore dei funghi.
     
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  6. gheagabry
     
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    Apatura iris





    La farfalla Iride (Apatura iris Linnaeus, 1758) è una farfalla appartenente alla famiglia Nymphalidae.

    I maschi posseggono brillanti sfumature viola-porpora, che non sono dovute a pigmenti chimici, come avviene nella maggior parte delle farfalle, ma a fenomeni fisici di diffrazione e interferenza della luce; per questo motivo cambiano a seconda dell'angolo di incidenza dei raggi luminosi. Entrambi i sessi sono caratterizzati da una colorazione marrone-scura sulle pagine inferiori, linee bianche e un anello arancione su ogni ala posteriore. Le femmine sono generalmente più grandi e presentano disegni più estesi.
    La lunghezza delle ali anteriori oscilla tra i 33 e i 42 mm.
    I bruchi sono invece verdi con bande gialle e bianche e con due corni.





    È una specie sciafila (che vive nell'ombra).
    Le femmine trascorrono la maggior parte della loro vita sui rami, scendendo a terra solo per depositare le uova. Anche i maschi trascorrono la maggior parte della propria vita sulle cime degli alberi, difendendo il loro territorio dai rivali, sebbene discendano di tanto in tanto per bere dalle pozze fangose o per nutrirsi.
    Il bruco vive invece sull'olivello spinoso in agosto/settembre e nuovamente in maggio/giugno dopo l'ibernazione. Esiste una sola generazione annuale con sfarfallamento nelle vicinanze del mese di luglio.
    A differenza della maggior parte delle farfalle, l'Apatura iris si nutre di sostanze zuccherine secrete dagli afidi, di fiori di rovo, di urina e di carogne.

    Abita nelle regioni meridionali dell'Inghilterra e in gran parte dell'Europa centro-orientale.
    In Italia si ritrova nelle regioni settentrionali, nei boschi e nelle radure del piano basale e montano tra i 500 e 1.900 m slm, specie dove abbonda la quercia.



    i lepidotteri





    I Lepidotteri (Lepidoptera) rappresentano un vasto ordine di Insetti olometaboli a cui appartengono più di 165.000 specie, note come farfalle e falene.

    La distinzione tra farfalle e falene non risponde a una classificazione scientifica tassonomica ma deriva dall'uso comune.

    In base a tale distinzione "popolare", alcuni autori del passato hanno proposto una distinzione tra Ropaloceri o "Rhopalocera" (farfalle) ed Eteroceri o "Heterocera" (falene) che però non è scientificamente accettata. La distinzione si basa sulla forma delle antenne. Nei ropaloceri le antenne sono clavate, cioè terminano con un rigonfiamento. Negli eteroceri le antenne possono avere diverse forme: bipettinate, filiformi, a bastoncello, etc.

    Nella classificazione moderna ai Ropaloceri corrispondono le superfamiglie Hesperioidea e Papilionoidea, mentre gli Eteroceri sono un gruppo eterogeneo privo di alcuna validità, essendo formato da superfamiglie anche molto lontane tra loro dal punto di vista evolutivo.




    Un'altra distinzione di comodo del passato è tra macrolepidotteri o “Macrolepidoptera” (che comprendono i ropaloceri e le famiglie di eteroceri di dimensioni maggiori) e microlepidotteri o “Microlepidoptera” (le famiglie con esemplari di dimensioni minori, a volte anche solo 2 mm di apertura alare, anche se alcuni sono in realtà più grandi). Le famiglie di eteroceri che non fanno parte dei microlepidotteri vengono talvolta indicate anche come macroeteroceri o “Macroheterocera”. Queste distinzioni, pur non essendo più ritenute valide, vengono talvolta ancora utilizzate dagli entomologi per ragioni pratiche, dato che corrispondono a differenze nei metodi di studio dei diversi gruppi.

    L'ordine dei Lepidotteri è costituito da circa 130 famiglie (per un totale di 165.000 specie), ed è secondo, nella classe degli Insetti, solo all'ordine dei Coleotteri . La parola lepidotteri significa letteralmente “ali con le scaglie” in relazione alla presenza di minute scaglie che rivestono intensamente le ali e il corpo donando la tipica colorazione.
    Occhio composto e spiritromba di un lepidottero

    Il corpo dei Lepidotteri, come quello di tutti gli Insetti, è diviso in capo, torace ed addome. Le ali e le zampe sono delle appendici del torace. La testa è piccola e arrotondata ed è occupata da un paio di occhi composti, così chiamati perché ognuno di essi è costituito da centinaia talvolta migliaia di piccole lenti (ogni unità è detta ommatidio). Molte farfalle posseggono anche un paio di occhi semplici, detti ocelli, posti sopra a quelli composti.

    Gli ocelli, ricoperti dalla peluria e dalle scaglie del capo, sono molto sensibili all'intensità luminosa. Tra gli occhi sono poste le antenne, costituite da molti piccoli segmenti. Le antenne fungono da organi di senso (tattile e chimico).




    Quasi tutti i Lepidotteri si nutrono di liquidi zuccherini, principalmente di nettare. Questo è aspirato grazie alla presenza di un apparato boccale succhiante, detto spiritromba, formato dai lobi esterni delle mascelle, le galee, che molto sviluppate si uniscono a formare un lungo tubo. A riposo, questa proboscide viene avvolta a spirale posizionandosi sotto il capo. La spirotromba può essere lunga quanto l'intero corpo.

    I Lepidotteri posseggono due paia di ali membranose e quelle anteriori sono solitamente più grandi. La struttura alare della farfalla è costituita da tessuto vivo attraversato da svariate fibre nervose e da tubicini, dette trachee, che trasportano ossigeno. L'intera superficie alare è ricoperta da scaglie, disposte come le tegole di un tetto. La maggior parte delle scaglie contiene dei pigmenti chimici che determinano le colorazioni ed i complessi disegni che caratterizzano le ali. Talvolta invece i colori sono dovuti a fenomeni fisici di diffrazione e interferenza della luce: è il caso delle livree iridescenti di alcune Uraniinae e del bianco e del blu delle Nymphalidae del genere Morpho; i colori di queste farfalle variano secondo l'angolo di incidenza della luce, come avviene anche nelle specie italiane Apatura iris e Apatura ilia.



    Durante la propria vita, i lepidotteri cambiano radicalmente la struttura del corpo e le abitudini alimentari (metamorfosi). Il loro ciclo vitale è caratterizzato da 4 stadi: uovo, larva (o bruco), pupa (o crisalide) ed infine la forma adulta (o immagine).



    La femmina depone le uova su un vegetale adatto. Dopo un certo tempo le uova schiudono e nasce una larva detta bruco, priva di ali e incapace di volare, che si muove grazie a tre paia di zampe toraciche e alle pseudozampe addominali. Il bruco è privo di occhi composti e di spirotromba. Possiede però un apparato boccale masticatore con delle robuste mandibole, grazie alle quali si nutre principalmente di parti vegetali, soprattutto foglie.





    Il rivestimento della larva non si accresce e quindi deve essere cambiato periodicamente per 3-5 volte (mute). Dopo aver subito varie mute cuticulari e aver raggiunto il suo massimo sviluppo, la larva matura smette di nutrirsi e cerca un luogo adatto dove trasformarsi in pupa, sotto una foglia, su un ramo o a terra. Con la seta la larva si costruisce supporti con cui attaccarsi al substrato; la sua cuticola si lacera e fuoriesce la crisalide o pupa.




    In questo stadio, l' insetto rimane immobile, può essere ancorato a capo in giù ad un substrato mediante un uncino posteriore detto cremaster (in particolare nelle Nymphalidae) oppure la metamorfosi può avvenire all'interno di un bozzolo sericeo o in una celletta nel terreno. In questa fase subentrano notevoli modifiche che porteranno la pupa a trasformarsi in una farfalla adulta. Quando il rivestimento della pupa si lacera, fuoriesce faticosamente la farfalla (sfarfallamento) che, dispiegate le ali, prende il volo.




    La durata della vita larvale e il numero delle generazioni annue dipendono dalla specie, dalla qualità del nutrimento e da fattori ambientali come la temperatura.


    Edited by gheagabry - 27/6/2010, 20:13
     
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  7. gheagabry
     
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    Papilio alexanor




    Papilio alexanor Esper, 1799,) è una farfalla della famiglia Papilionidae.

    L'apertura alare dell'adulto va da 62 a 70 mm. Può essere confusa con specie molto più comuni, come Papilio machaon e Iphiclides podalirius. Si distingue per le bande nere pressoché parallele che attraversano verticalmente le ali. Rispetto al macaone è più piccolo e presenta una tonalità giallo brillante più intensa; inoltre in entrambi i sessi lo spazio basale dell’ala anteriore è giallo, anziché cosparso di squame nere. La femmina è spesso più grande del maschio.

    Il bruco è lungo fino a 65 mm. Presenta delle bande trasversali nere, interrotte da macchie arancioni; il capo è nero.

    È diffusa dal sud-est della Francia (Provenza), attraverso l'Italia, l'Istria e alcune località dei Balcani, fino ad Anatolia, Iran, Afghanistan e Pakistan. In Italia è conosciuta di poche località di Alpi Marittime (Valle Gesso), Liguria occidentale (al confine con la Francia), Sicilia (coste nordorientali) ed Aspromonte.

    Ha una sola generazione annuale con sfarfallamenti in maggio-luglio (talvolta già in aprile). I bruchi si rinvengono in luglio. La specie sverna come crisalide.

    Predilige zone montagnose, fino a 1700 m di altitudine. Frequenta pendii assolati ed aridi caratterizzati dalla presenza di rocce calcaree. Il volo dell'adulto è rapido, si posa di preferenza su fiori di cardo, lavanda, Centranthus ruber e altri. Durante la riproduzione i maschi si esibiscono in voli di pattugliamento.

    Il bruco vive su varie specie di ombrellifere: in Italia è stato trovato su Trinia glauca, Ferula communis, Opopanax chironium, Seseli montanum, un'altra pianta alimentare conosciuta è Ptychotis saxifraga. Se disturbato, estroflette a scopo difensivo una ghiandola da dietro la testa in modo simile al macaone.




    Papilio machaon





    Il Macaone (Papilio machaon Linnaeus, 1758) è una farfalla della famiglia delle Papilionidae, famiglia prevalentemente tropicale, di cui solo 9 specie presenti in Italia.

    Con i suoi quasi 8 centimetri di apertura alare massima, non è difficile incontrarla e notarla soprattutto nelle campagne o in collina dall'inizio della primavera (periodo in cui le crisalidi sfarfallano), fino ad autunno inoltrato.




    I bruchi si nutrono di Apiaceae, come ad esempio il finocchio e la carota.

    Se disturbati, estroflettono da dietro la testa un paio di ghiandole a forma di corno (osmeterium), che emettono un odore repellente che tiene lontani i predatori.
    Elegante ed agile nel volo, il maschio è anche difensore del proprio territorio; se vi capitasse di vederne due che volteggiano vicini in audaci acrobazie, probabilmente uno sta cercando di cacciare l'altro.

    Anche il Macaone presenta il tipico comportamento da butterfly hilltopping, ovvero cerca di volare sopra il punto più alto del terreno in cui si trova (dominio).

    Si riviene nei prati e nelle paludi di Europa,Asia temperata e Giappone,ed è presente anche nelle regioni artiche o subartiche del canada e degli stati uniti


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  8. gheagabry
     
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    Iphiclides podalirius





    Il podalirio (Iphiclides podalirius Linnaeus, 1758) è una farfalla diurna della famiglia dei Papilionidae.
    Ha una livrea giallo pallida, a fasce trasversali bruno-nerastre, a forma di V dirette verso l'angolo dell'ala anteriore. In alcune varietà il colore di fondo può essere bianco e le fasce essere di un nero marcato. Ha un'apertura alare di 6.5-8 cm. Le ali posteriori hanno delle macchie ocellate arancioni e azzurre e le code sono piuttosto allungate e scure.

    Può avere 2-3 generazioni annue. Il bruco ha una forma che ricorda una piccola limaccia, ha il corpo verde con linee gialle ed è spesso macchiato di rosso. Si sviluppa a spese di specie arbustive e Rosaceae (come Prunus spinosa e Crataegus monogyna).

    È una specie termofila con buona tendenza migratoria. Il volo avviene da marzo a settembre, nelle aree aperte e/o coltivate, ma provviste di copertura arboreo-arbustiva. La specie frequenta le foreste temperate e le pianure assolate fino a circa i 1700 m di quota, ma sta risentendo della rarefazione delle siepi in pianura. Diffusa in Europa, Africa settentrionale, Asia temperata e parte della Cina; in Italia è presente ovunque dalle zone di pianura a quelle montuose.



    Parnassius apollo






    La farfalla apollo (Parnassius apollo Linnaeus, 1758) è una specie di farfalle della famiglia dei papilionidi diffusa nelle regioni montuose dell'Europa e dell'Asia centrale.

    Parnassius apollo è contraddistinta da una livrea bianca, e da ali punteggiate di piccole macchie nere nella zona anteriore e di due o più grandi macchie rosse, circolari e bordate di nero, alle estremità inferiori.

    Questa specie, prettamente montana, predilige i prati e le vallate fiorite delle montagne Europee, quali i massicci spagnoli, fennoscandinavi e dell'Europa centrale, i Balcani fino al nord della Grecia e le Alpi italo-francesi; è inoltre presente in alcune zone del centro Asia. Tipica delle alte quote, il suo areale va dai 400 ai 2000-2300 metri, sebbene sia di gran lunga più presente al di sopra dei 1000 metri.


    Parnassius mnemosyne






    La Parnassius mnemosyne Linnaeus, 1758, è una farfalla diurna della famiglia dei Papilionidi.

    È una delle tre specie del genere Parnassius presenti in Italia.

    Caratterizzata da un colore di fondo bianco con venature nere e da alcune macchie nere, la P. mnemosyne è rara e localizzata in radure umide di collina o di media montagna, sia a ridosso delle Alpi che degli Appennini.

    La larva si ciba di piante del genere Corydalis.

    Come tutte le specie del suo genere, deve la forma della sua attuale area di distribuzione ad eventi di isolamento in rifugi montani durante l'ultima era glaciale con successive colonizzazioni all'inizio dell'odierno periodo interglaciale.
     
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  9. gheagabry
     
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    Zerynthia polyxena






    Zerynthia polyxena è una farfalla della famiglia dei Papilionidae (famiglia prevalentemente tropicale, di cui solo 9 specie presenti in Italia), con apertura alare di 50-60 mm.

    I bruchi si nutrono di varie specie di aristolochie, compiono 5 mute nell'arco di 4/5 settimane, dopo di che le crisalidi, legate ad un sostegno, svernano per sfarfallare nella primavera successiva. Gli adulti sono attivi per non più di 3 settimane.

    La particolare alimentazione delle larve fornisce alle stesse sostanze tossiche, che passano poi anche alle farfalle adulte, rendendole incommestibili. La colorazione della livrea dell'adulto, gialla, con caratteristici disegni neri, rossi e blu, è detta "aposematica" (cioè "ammonitrice"), in quanto serve proprio a scoraggiare i potenziali predatori.

    In Italia, la farfalla è diffusa al di sotto delle Alpi più o meno fino all'altezza del Po. A lititudini inferiori si trova soprattutto l'endemismo italiano Zerynthia cassandra.



    Zerynthia cassandra





    Zerynthia cassandra Carl Geyer, 1839, è un Lepidottero della famiglia Papilionidae.
    Questa specie è stata a lungo ritenuta una sottospecie di Zerynthia polyxena. Solo recentemente sono state scoperte due linee genetiche a livello del DNA mitocondriale. La diffusione delle due linee genetiche ricalca l'esistenza di due morfotipi a livello dei genitali maschili. Uno dei due morfotipi (Z. polyxena) è distribuito dalla Francia alla Russia, l'altro morfotipo è limitato all'Italia peninsulare, alla Sicilia e all'Isola d'Elba. I due morfotipi sono anche simpatrici in almeno una località della Liguria nei pressi del Monte Beigua senza dar luogo a individui intermedi (ibridi). Queste evidenze dimostrano l'esistenza di due specie di Zerynthia. In particolare le popolazioni dell'Italia centro-meridionale devono essere riferite a Zerynthia cassandra che rappresenta quindi un elemento endemico italiano.

     
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  11. gheagabry
     
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    EUSCHEMON RAFFLESIA





    Questo grande Esperide giallo e nero è rappresentato in Australia da due razze distinte. Le farfalle di questa specie visitano i fiori di molte piante, nutrendosi spesso sulle lantane. Sono attive nelle ore soleggiate, e presentano un caratteristico volo rapido e ballonzolante. Si riposano sulle foglie ad ali distese.Un ‘insolita particolarità del maschio è il meccanismo di aggancio delle ali, simile a quello delle falene. Le sue antenne hanno un apice ricurvo e sottile , il lato inferiore dell’addome all’apice è rosso.


    PHOCIDES POLYBIUS





    Esperide dall’aspetto insolito e notevole possiede ali anteriori e posteriori ad angolo acuto, di colore nero con venature d’un blu verdastro metallico.Ciascuna ala anteriore presenta all’apice due macchie d’un rosso vermiglio che distinguono questa specie dalle consimili. Le ali posteriori hanno frange marginali bianche. Il corpo è nero, superiormente con riflessi metallici.
    Vive in America centrale e meridionale fino all’Argentina.
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  12. gheagabry
     
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    PAPILIO AEGEUS






    Il maschio è riconoscibile per la ridotta fascia obliqua formata da macchie bianche che spicca sul fondo nero dell’ala anteriore, e per la singola macchia rossa posta lungo il margine interno di quella posteriore. Vi sono diverse varietà di femmine, sono molto più grandi del maschio, ma tutte hanno le ali anteriori largamento tinte di bianco, e ali posteriori con una serie di macchie rosse lungo il margine esterno. La specie presenta un volo sostenuto ed irregolare. Le ali posteriori di entrambi sono prive di code.
    Distribuzione – Australia, Nuiva Guinea







    PAPILIO PARIDE







    Le vistose chiazze metalliche poste sulle ali posteriore, collocano questa farfalla in un gruppo di specie chiamate farfalle pavone. Il vistoso colore delle ali è prodotto da squame verdi spase su un fondo nero. Le macchie ocellate e le code creano un illusione di una “falsa testa” che disorienta i predatori.

    Distribuzione – Diffusa a basse altitudini in India, Thailandia, Sumatra e Giava. Nella Cina sudorientale si rinviene a quote elevate.


     
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  13. gheagabry
     
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    PAPILIO ANCHISIASES





    Questa specie ampiamente nera , presenta sulle ali posteriori macchie rosa, rosso rubino o purpuree prive di coda

    Distribuzione – America centrale e regioni tropicali del Sud America




    PAPILIO ZALMOXIS





    Questo magnifico Papilionide varia dal blu al verde o al bronzo, le nervature alari rilevate e tinte di nero. Le femmine sono più piccole dei maschi, ed hanno ali posteriori blu grigiastre tinte di giallo al centro. Tutte e due hanno un caratteristico addome giallo.
    Distribuzione – Africa eccetto la zona desertica



     
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  14. gheagabry
     
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    PAPILIO CRESPHONTES








    Caratteristica per la colorazione gialla e nera, questa è una delle specie più grandi fra le farfalle nord americane. Le dimensione delle macchie la distinguono dalla specie P. thoas. Presenta macchie ocellate gialle sulle code
    Distribuzione – E’ diffusa nell America centrale e Stati Uniti meridionali






    PAPILIO ANTIMACHUS








    Questa speciepresenta una caratteristica livrea nera ed arancione, ed è la più grande farfalla diurna africana. La sua colorazione è dovuta all’elevato livello di carotenoide velenosi contenuti nei pigmenti. E’ attiva in ogni parte dell’anno. Le ali anteriori sono assotigliate in modo caratteristico, le antenne sono piccole in proporzione alle dimensioni complessive, l’addome è lungo e stretto


    Distribuzione – E’ diffusa in Uganda, Congo, Angola e Sierra Leone




    PAPILIO GLAUCUS – FARFALLA TIGRE






    Il maschio e la femmina diquesta specie sono gialli con fasce tigrate, vi è però una varietà femminile in cui il colore di fondo è bruno scuro o nero. Presenta un insolito disegno a V sul margine interno posteriore. Il dorso ha una fascia longitudinale nera che si accompagna ai diseegni alari. La farfalla tigre presenta un volo vigoroso e veleggiante
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    Il bruco, tozzo, è verde con macchie ocellate gialle e nere. La specie si sviluppa a spese di salici e pioppi.

    Distribuzione - Ampiamente diffusa nel Nordamerica, Alaska, Canada e Stati Uniti fino al golfo del messico



     
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  15. almamarina
     
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    Luglio e' il mese Wwf delle farfalle

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    Al via il mese delle farfalle. Parte l'iniziativa del Wwf che vede una ventina di oasi, dal nord al sud Italia, attive sia nei fine settimana, ma anche in altri giorni con aperture speciali, per visite guidate a tema fornendo ai visitatori una speciale scheda di riconoscimento delle specie di farfalle più frequenti.

    "Sebbene in Europa siano presenti 482 specie di farfalle diurne tra cui 142 esclusive del continente, queste stanno subendo una sensibile diminuzione: negli ultimi 10 anni, il 31% delle farfalle europee ha subito un sensibile declino e il 9% è considerato ormai a rischio. In Italia sono oltre 270 le specie presenti e anche da noi molte sono in declino, si legge in una nota del Wwf Italia.

    A minacciare le farfalle, riferisce il Wwf, la distruzione e la trasformazione degli habitat, l'agricoltura intensiva, l'inquinamento atmosferico e da pesticidi, i cambiamenti climatici e il mercato del collezionismo.

    Perderle, spiega l'associazione, "significa eliminare i servizi ecologici di primaria importanza che sono in grado di fornire, dall'impollinazione, al controllo dei parassiti, all'essere una fonte importante di cibo per i predatori, senza considerare che le farfalle sono anche ottimi indicatori della salute dell'ambiente e dell'impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi".

    Le aree del Wwf ospitano da anni appositi "giardini delle farfalle", che grazie alle fioriture di piante appositamente inserite e ricche di nettare o che sono fonte di nutrimento per i bruchi, "attirano moltissime farfalle, nel pieno della loro attività - ha affermato Antonio Canu, presidente di Wwf Oasi - l'invito per questo mese di luglio è, quindi, di venire nelle Oasi per ammirarle da vicino, apprezzarne l'importanza e scoprirne le caratteristiche meno conosciute".
     
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77 replies since 27/5/2010, 12:47   32822 views
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