GLI EPIDOTTERI E LE FARFALLE..

..un leggero battito di ali

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    Ragazzi che splendida rubrica ... GRAZIE DAVVERO DI CUORE ... UN'ALTRA PERLA DELLA NOSTRA ISOLA FELICE!!!

     
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  3. ZIALAILA
     
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    La farfalla è uno degli insetti più tatuati al mondo. Il suo evolvere da bruco a farfalla e la breve durata della sua esistenza la rendono metafora del cambiamento, della rinascita, della fugacità della vita, così come simboleggia la leggerezza, la libertà



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    La comparsa della farfalla nei sogni suggerisce una evoluzione in qualche ambito della vita del sognatore e l'accesso a nuove esperienze con una consapevolezza diversa, che deriva dall'aver affrontato precedenti fasi, e con una maturità che è culmine di energia, di autonomia, di potenzialità. La farfalla che compare nei sogni è simbolo di una trasformazione che avviene a livello psichico, di un cambiamento che si sta verificando nella vita del sognatore, di un passaggio da una fase all’altra, può essere anche un’esortazione a “vedere” la bellezza e le potenzialità presenti e a lasciarle esprimere.

    E’ sostanzialmente un segno di trasformazione e di rinascita

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    La farfalla non vive per cibarsi e invecchiare, vive solamente per amare e concepire, e per questo è avvolta in un abito mirabile…questo significato della farfalla è stato avvertito in tutti i tempi e da tutti i popoli…


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  5. aux
     
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    NEL REGNO DELLE FARFALLE

    di Alice Paglia

    Ciò che colpisce l’occhio umano è innanzitutto l’esteriorità. Del fiore ci si meraviglia dei petali coloratissimi, del mare ci sorprende la vastità dell’azzurro, di una persona ci colpisce l’aspetto fisico: l’uomo è ininterrottamente affascinato da ciò che è esterno.

    Questa realtà non è da considerarsi affatto negativa per l’uomo, perché, come ci tramanda il celebre Aristotele, è la meraviglia che induce l’essere umano alla ragione: quando guardiamo le stelle, per esempio, non è forse quel loro splendore, quella loro lucentezza che stimola la nostra mente a coltivare l’astronomia?

    Ecco dunque che l’esteriorità diviene qualcosa di indispensabile per tutti noi. In ragione di questo, se una persona osserva solo l’esteriorità delle cose, rischia giorno per giorno di non saper riconoscere i veri significati della vita e tende anche a guardare solo con gli occhi e non più con l’occhio della mente: la conoscenza profonda rischia di non esistere più.

    Dunque, è vero che è l’esteriorità e lo stupore che essa suscita, che incita l’uomo alla ragione, ma è tanto vero che se l’essere umano si limitasse all’osservare, si ritroverebbe un giorno a conoscere solo le cose che più lo attraggono. Quindi, dal momento che ogni individuo su questa terra pensa, osserva, parla e vive in maniera diversa, noi tutti dobbiamo imparare a guardare le cose nella loro interiorità, affinché il nostro sapere non si limiti al nostro interesse.

    Come afferma il grande filosofo Aristotele, voglio invitare chiunque stia leggendo il mio messaggio a riflettere su ciò che ha fatto la storia di una data cosa, su ciò che esiste per quella data cosa e su ciò che c’è in quella data cosa.

    Una farfalla per infiniti saperi

    APOLLO, IL PARNASO E LE NOVE MUSE


    Il Museo “nel Regno delle Farfalle” mira alla cultura completa. Infatti, la farfalla che noi esponiamo alla vista dei visitatori non è solamente da intendere come lepidottero colorato, ma intorno ad essa ruotano in un ciclo interminabile tantissimi concetti, soprattutto riguardanti la mitologia, l’astronomia, la storia, la filosofia o anche lingue antiche come il greco e il latino.

    Pensiamo ad esempio alla farfalla chiamata Parnassius apollo. Il nome ovviamente latino può essere tradotto letteralmente “Apollo del Parnaso”. Apollo, secondo la cultura greca, era uno degli Déi più rinomati dell’Olimpo: egli si dedicava all’arte e alla musica, alla ragione e alla filosofia ed era il Dio del Sole e dell’iniziazione, in quanto uccise il Pitone. Sede di Apollo era la celeberrima Delfi, ma viene spesso rappresentato sul monte Parnaso.

    Cominciamo dunque a riflettere: perché la farfalla è stata chiamata “Apollo”? Perché si è deciso di darle il nome “Parnassius” invece di “Delphicus”? La spiegazione è semplice: da una parte si chiama “Apollo” in quanto lepidottero di notevole forza e bellezza e perché ciascun punto rosso sulle ali bianche sembra un Sole, di cui Apollo era Dio; dall’altra è stata denominata “Parnassius” perché farfalla di montagna.

    Esiste poi un’altra farfalla detta Parnassius, ma questa volta si chiama mnemosyne. Mnemosyne è la personificazione della memoria. Ella era figlia di Urano: il cielo, e di Gea: la terra, e unitasi per nove giorni con Zeus: Dio di tutte le divinità, diede alla luce nove figlie: le cosiddette “Muse” (dette in seguito Pieridi poiché nate in Pieria). Ora, cosa lega Mnemosyne al monte Parnaso? Molto semplicemente le figlie di Mnemosyne: le Muse, erano le compagne di vita del Dio Apollo, che proprio sul monte Parnaso dirigeva i loro canti.


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    imageScolitantides-orion





    ORIONE E LE PIRAMIDI DI GIZA

    Pensiamo ora alla farfalla Scolitantides orion. Come vedete nella foto, il rovescio della farfalla è marcato da punti neri molto evidenti. Se osservate l’attaccatura delle ali anteriori, noterete in particolare tre punti distinti fra loro abbastanza distanziati.

    Tali punti appariranno assai familiari ad un astronomo: infatti in primavera nel cielo si vede un’importante costellazione, quella di Orione. La particolarità di questa costellazione sono le tre stelle centrali, volgarmente chiamate “cintura di Orione”, che nella loro disposizione sono tali eguali a quei tre punti della “Scolitantides Orion”.

    Orione, secondo la mitologia greca, è stato il primo eroe-cacciatore e fu anche il primo a essere soggetto di catasterismo, ovvero quel fenomeno per cui un eroe o un animale viene trasformato in costellazione della volta celeste. Egli ebbe la cattiva idea di dare la caccia alle Pleiadi, le sette bellissime figlie di Atlante che componevano il corteo della dea Diana (Artemide alla greca). Orione rincorse le Pleiadi finché gli Dèi decisero di trasformare queste in stelle e porle nella costellazione del Toro. Diana, tuttavia, volle punire Orione mandandogli contro un enorme Scorpione che lo uccise con il suo veleno. Anche Orione e lo Scorpione furono posti fra gli astri, e ancor oggi nel cielo troveremo Orione e Scorpione situati in zone opposte dell’emisfero celeste.

    Ma non finisce qui il nostro excursus, perché questi punti interni alla base dell’ala anteriore della Scolitantides orion sono collegabili al magnifico complesso delle piramidi di Giza. Sono stati attuati molti studi riguardo a queste piramidi, giacchè la loro disposizione è molto simile, per non dire identica, alla cintura della costellazione di Orione. Si dice infatti che gli Egizi rimasero talmente affascinati dalla costellazione della volta celeste, tanto da voler costruire un complesso di piramidi che ne riportassero la disposizione. Qui possiamo osservare una veduta aerea delle piramidi di Giza. Notate quanta somiglianza c’è tra l’ordine di queste piramidi, i punti dell’ala anteriore della “Scolitantides Orion” in alto a destra e la cintura della costellazione di Orione in basso a destra

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    Quante cose si possono imparare dalle farfalle!

    Il più delle volte ciò che sembra di poca importanza può nascondere un patrimonio infinito di sapienza, perché spesso l’apparenza inganna. Dunque, come avrete potuto leggere, da una semplice farfalla diffusa dalle Alpi Marittime alle Alpi Giulie della nostra bella Italia, siamo giunti in Egitto, da cui poi ci siamo elevati sino al cielo azzurro. E ancor prima, da due farfalle di montagna siamo tornati al tempo degli antichi greci, che ci hanno tramandato una cultura straordinaria.


    Nel Museo “nel Regno delle Farfalle” si possono imparare queste e ben altre cose, perché mai ci stancheremo di imparare e conoscere.

    MUSEO ENTOMOLOGICO NEL REGNO DELLE FARFALLE - ONLUS
    Via Lago di Aleghe, 33 - 36015 Schio (VI) ITALY - Tel/Fax +39 0445 576457 - P.iva 03210090241


    Primavera e farfalle



    Fiocchi di cielo

    alitano intorno

    alla chioma fiorita

    degli albicocchi:

    messaggeri del sole

    intessuti di seta

    T'Ang





     
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    Grazie amici ... ho imparato davvero tantissime cose ... anche in questa rubrica ... sono davvero orgoglioso della nostra isola felice ...

     
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  7. gheagabry
     
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    CATTURARE i colori delle ali di farfalla non è stato un gioco da ragazzi. I ricercatori dell'università di Cambridge hanno avuto bisogno di anni e strumenti assai più complessi di un retino. Alla fine sono riusciti a comprendere e riprodurre la maliziosa iridescenza della Papilio blumei, che appare verde agli occhi dei predatori, mimetizzandosi tra il fogliame, ma si presenta di un bel blu brillante quando a guardarla sono dei partner interessati all'accoppiamento.

    Non è un interruttore a trasformare la livrea di questa farfalla, né un pigmento colorato dalle proprietà magiche, ma una struttura che osservata al microscopio elettronico appare come un mare solcato dalle onde. Quando la luce rimbalza nel cavo il riflesso appare giallo, quando rimbalza sulla cresta appare blu. E, a seconda dell'occhio che raccoglie la radiazione, le tonalità si miscelano in modo diverso. "La striscia brillante al centro delle ali di questa farfalla - spiega Mathias Kolle, uno degli autori dell'esperimento che viene presentato oggi su Nature Nanotechnology - è una vera meraviglia dell'ingegno della natura. A occhio nudo le strisce appaiono verdi. Ma se un uomo le osserva attraverso uno strumento ottico, inizia a vederle blu". Il colore del mare è ciò che appare anche agli altri esemplari di Papilio, che hanno tutto l'interesse a distinguere i potenziali partner dal fogliame dei boschi o dal colore dell'erba.

    Dai prati ai laboratori, i fisici del Centro per le nanotecnologie dell'università di Cambridge si sono messi al lavoro per riprodurre il segreto del colore delle farfalle. Ci sono riusciti scendendo nella scala dell'infinitamente piccolo e ricreando la struttura ondulata delle ali quasi atomo per atomo. Gli undici strati alternati di allumina e biossido di titanio avevano infatti uno spessore medio di 70 nanometri, cioè milionesimi di millimetro, mentre le cavità delle "onde" avevano un diametro di 4,5 micrometri (millesimi di millimetro) e una profondità di 2,3.
    Estratte dal laboratorio, le ali artificiali sono riuscite a riprodurre la stessa combinazione di iridescenze fra il giallo, il verde e il blu. "Il nostro materiale - spiega ancora Kolle - potrà ora servire come codice per banconote, carte di credito o passaporti. Riuscire a contraffarlo senza strumenti avanzati sarà impossibile".
    Le forme e i colori della ali di farfalla sono considerate uno dei prodotti più raffinati della selezione naturale di Darwin.
     
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  9. ZIALAILA
     
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    Allevamento delle farfalle Papilio polytes, Papilio rumanzovia, Papilio memnon, Papilio demoleus e specie affini

    Queste specie sono originarie dell’Asia tropicale e si prestano particolarmente bene ad essere allevate in casa.
    L’UOVO
    Sono piccole sfere gialle, del diametro di un millimetro. Diventano scure un paio di giorni prima della schiusa, che avviene dopo circa una settimana dalla deposizione. Possono essere conservate alla temperatura di casa (minima non inferiore ai 15 gradi) in un piccolo contenitore di vetro o plastica senza coperchio, poiché l’apertura andrà chiusa con del cotone idrofilo, o un tovagliolo di carta.

    IL BRUCO
    All’uscita dall’uovo, i piccoli bruchi (o larve) sono molto delicati, e dovranno essere spostati con delicatezza sulle foglie della pianta nutrice, per esempio con l’ausilio di un pennellino. Questa operazione deve essere fatta entro il giorno della nascita, in quanto i piccoli non sopporterebbero un digiuno troppo lungo. I bruchi possono essere disposti direttamente sulla pianta se questa è in vaso, oppure su rami recisi, messi in acqua per mantenere le foglie fresche.
    Le piante consigliate sono limone, arancio e agrumi in genere (citrus spp.), facili da reperire in vaso. Una pianta di 1,5 metri potrà sostenere 5-10 bruchi (dipende dalle dimensioni della specie di farfalla allevata), e su questa completeranno il ciclo.
    A questo punto i bruchi cominceranno a mangiare e a crescere senza tregua. Cambieranno la loro pelle più volte, non potendo quella vecchia contenere il corpo sempre più grande. Non toccateli troppo e se lo fate lavatevi le mani prima, o potrebbero ammalarsi. Se dovete spostarli avvicinate a contatto il ramo vecchio a quello nuovo (ci penseranno loro a cambiare sede) o spostate l’intera foglia ove si trovano ancorati.

    LA CRISALIDE E LA METAMORFOSI
    Dopo circa un mese, raggiunte le massime dimensioni, l’animale si appresta ad affrontare la cosiddetta metamorfosi, cioè la trasformazione in farfalla adulta. Il bruco maturo si ancora ad un rametto o ad una foglia mediante dei filamenti di seta che produce con particolari ghiandole. A questo punto elimina la vecchia pelle, cambia forma, colore e diventa rigido. E’ immobile ed assomiglia ad una foglia o ad un ramo, il che lo rende difficile da individuare. Questo stadio viene chiamato crisalide, durante il quale l’animale trasformerà gli organi dello stadio giovanile in quelli dell’adulto.
    La crisalide può essere lasciata sul ramo ove si è fissata.
    Se l’umidità dell’ambiente è troppo bassa (sotto il 60 per cento), bisognerà disporre i rami con le crisalidi in un box dove vi sarà un vaso con dell’acqua. Il box sarà abbastanza ampio da permettere che le farfalle stendano le ali. Non spruzzare acqua direttamente su di esse.

    L’ ADULTO
    Dopo circa due settimane, la crisalide avrà completato la metamorfosi, e dalla vecchia pelle emergerà l’adulto. Questo rimane aggrappato alle vecchie spoglie, e in circa un’ora riesce a stendere e asciugare le ali.
    E’ questo lo stadio che comunemente noi chiamiamo farfalla, seppure anche il bruco e la crisalide abbiano diritto a questo nome.


    OK INTERESSANTE ..... MA ....... L'UOVO DOVE LO TROVO ? :o:
     
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    Avere farfalle nello stomaco ... quante volte abbiamo provato questa sensazione? Ecco un'altro luogo ideale a cui si avvicinano nell'immaginario queste soavi creature ...

     
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  11. neny64
     
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    GRAZIE LIA!!!
     
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  12. aux
     
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    PREGO SANDRO!!!
     
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  13. almamarina
     
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    la valle delle farfalle a rodi



    Sulla costa occidentale dell'isola di Rodi si trova la singolare Valle delle Farfalle, così chiamata per le migliaia di farfalle che da giugno a settembre vi arrivano.
    La valle o Petaloudes è uno dei più rari biotipi dell'Europa. E' verdissima e vi scorrono ruscelli e cascate.
    Da metà giugno fino a metà settembre vi vivono le farfalle di colore giallo e nero, attirate dall'odore della resina e dell'ambiente fresco, che rimane tale anche nei giorni di maggior caldo.
    La valle è piena di sentieri e percorsi su ponti per poter godere di una bella passaggiata in un ambiente naturale e suggestivo dovunque tappezzato di ali gialle e nere.
     
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  15. gheagabry
     
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    TIPI DI FARFALLA






    Esperidi



    Sono farfalle di media taglia, tra 20 e 80 mm, robuste, con il primo paio di zampe con epifisi ben sviluppate, le ali corte, la testa larga con inserzione delle antenne e gli occhi largamente separati.
    Il volo è velocissimo e imprevedibile. In riposo presentano le ali chiuse, tipico dei Ropaloceri, ma a volte le pongono come gli Eteroceri.



    Le uova sono emisferiche, con fini sculture; le larve hanno una grossa testa e vivono al riparo delle foglie avvolte con fili di seta; l'impupamento avviene in un bozzolo formato da fili di seta e da parti della foglia.
    Le piante nutrici sono rappresentate da una vasta gamma di Angiosperme.





    Licenidi





    Si stimano almeno 5000 o 6000 specie appartenenti a questa famiglia. Sono di solito di piccole dimensioni, coloratissime, blu, rosse, verdi e azzurre. Gli occhi sono spesso pelosi, mancano i palpi mascellari; il dimorfismo sessuale, quando presente, è a carico della colorazione delle ali e comporta la riduzione delle zampe anteriore nei maschi. In molte specie sono presenti sulle ali una o più code.




    L'uovo è schiacciato e a forma di disco o di cupola. La larva è schiacciata, con testa retrattile, talvolta molto pelosa. La pupa si presenta attaccata all'estremità caudale, cinturata oppure libera nel suolo.
    Le piante nutrici sono innumerevoli ed è molto difficile limitare l'elenco a poche famiglie vegetali.




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    Papilionidi





    E' certamente la famiglia più conosciuta e più popolare tra le farfalle diurne. Comprende circa 500 specie cosmopolite e largamente distribuite nelle regioni tropicali e subtropicali. Le loro dimensioni vanno da soli 30 mm a oltre 200 mm di apertura alare.




    L'uovo è quasi sferico, liscio, e viene deposto in genere singolarmente. Le larve presentano spesso tubercoli carnosi e sono caratterizzate dalla presenza dell'osmeterium, una struttura ghiandolare capace di secernere acido butirrico. La pupa è spesso attaccata al cremaster e ad una cintura di seta, in altri casi rimane libera sul terreno.




    Si pensa che i Papilionidi più primitivi siano quelli che si nutrono di Aristolochiacee (vedi genere Zerynthia), gli altri si sono adattati via via a piante con olii essenziali più o meno simili passando alle Rutacee e alle Ombrellifere.


     
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77 replies since 27/5/2010, 12:47   32822 views
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