LA TERRA IBLEA..ULISSE..RAGUSA..MODICA..CALTANISETTA..PER FINIRE A MUSSOMELI LA TERRA DI MANFREDI..

Sabato 10 Aprile 2010

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    BUONGIORNO ISOLA FELICE ... BUON RISVEGLIO A TUTTI


    “ ... Sabato ... il fine settimana inizia mentre voliamo verso ovest e risaliamo leggermente verso Nord all’interno della Sicilia.. dopo Siracusa la nostra mongolfiera fa rotta verso l’entroterra siciliano ... terre bagnate da un sole che illumina ma non brucia e regala colori d’orati alle cose che i suoi raggi toccano ... la Sicilia ci regala ad ogni passo ricordi dei popoli che la hanno prima conquistata, poi vissuta ed infine amata ... viaggiare all’interno di questi luoghi regala viaggi nel tempo senza fine ... mi piace il dialetto che risuona in questa terra ... è una nenia, un madrigale che accompagna i silenzi dando loro spessore, colore e musica.. Anche oggi, nel darvi il Buon risveglio, mi piace accompagnarlo con alcuni versi scritti con l’idioma del luogo..chiudo gli occhi e mi lascio cullare da questi suoni, che ogni attimo di più prendono la forma delle parole per diventare infine carezze...Vinticeddi amurusi carizzanu rappa 'i racina, fatica 'i viddanu sutta un suli liuni, 'nta stu paisi vasatu 'i ddu' mari. Un ciascu 'i vinu teni allegru un cuntu d'amuri luntanu 'nto cori 'j 'n omu. Riordi 'i jurnati ricchi a Pachinu, quannu 'u travagghiu cantava a ciumi 'i racina 'a gioia 'i picciotti ca nun parteru 'e negghi ddo' nord...

    (Claudio)



    LA TERRA IBLEA..ULISSE..RAGUSA..MODICA..CALTANISETTA..PER FINIRE A MUSSOMELI LA TERRA DI MANFREDI..



    “Il paesaggio Ibleo è pietra di dorato calcare, forte e tenero compatto e poroso, ora inciso profondamente nelle "cave" degli insediamenti rupestri, ora strappato con fatica alla terra ed utilizzato per "scrivere" lungo valli ed altipiani, con muri, bagli, cisterne, aie, case, ballatoi, chiese e palazzi, la vita e la storia…. la pietra grigioazzurra dei muri a secco ornati di fregi e blasoni delle ville signorili …La pietra e gli alberi, soprattutto i sempreverdi carrubi, gli argentei ulivi, le tenere viti ed i solitari palmizi ripetono, in vasti orizzonti, un gioco di forme.. Il protagonismo della campagna iblea è custodito dalle sue "pietre vissute", che narrano le tracce di possedimenti gattopardescamente frantumati o le dimore rurali di piccoli e medi proprietari … Anche la costa iblea, compresa tra il torrente Dirillo ed il canale del Pantano Longarini, riserva continua affinità di luce e di colore, di sangue e di pietra. Rugosi scogli, coperti di ciuffi di palme nane e di filari di agave, vegliano su vasti e fuggenti arenili, cospirando a tessere le maglie del mito e della storia….. Da porto Ulisse a Kamarina, da Pozzallo a Marina di Ragusa ed a Scoglitti si snoda il lungo percorso delle vicende marinare….non solo il mare e la campagna compongono le sorprendenti peculiarità paesistiche e culturali dell’area iblea. Anche i centri urbani, testimoni del leggendario prestigio dei Conti Modica, esibiscono le particolarità costruttive ed architettoniche di questa area, ridisegnata dopo il "terribile" evento sismico del 1693….. “



    “……Narra la leggenda che Ulisse sbarcò anche nella terra Iblea a Marina di Ispica, in quel luogo che oggi si chiama Porto di Ulisse. Il grande Ercole, invece, sfiorò con le sue mani liberatrici, la colonia greca più orgogliosa della Sicilia, la città di Kamarina che riporta la sua effigie nelle monete dell’epoca. Ma la storia della provincia di Ragusa affonda le sue radici nella notte dei tempi….con i primi insediamenti preistorici di 60 mila anni fa, testimoniati dai resti delle grotte di Fontana Nuova, questa isola dentro l’isola doveva avere le sembianze di una estesa foresta di lecci, querce e macchia mediterranea, ricca di animali anche molto grandi e magari, come sostiene il mito, abitata dai Feaci e Lotofagi…..Poi 3300 anni fa, i Siculi, il più antico popolo che diede il nome alla Sicilia, crearono le città fortificate di Motyche e Hybla Heraia, le attuali Modica e Ragusa, di Sicli e Geretanum, oggi Scicli e Giarratana. Ma la vera storia della Sicilia inizia con la colonizzazione Greca e la nascita di Kamarina diviene a pieno titolo la pietra miliare della storia arcaica iblea. La città Corinzia venne distrutta più volte, a causa della sua ribellione a Siracusa in nome della libertà alla quale sacrificò sangue e vite umane. Kamarina fu dedicata ad Athena Ergane, la protettrice del lavoro femminile, in onore della quale fu eretto il tempio….Quando la Sicilia divenne Provincia Romana, Ragusa e Modica furono classificate "decumane", obbligate cioè a pagare a Roma la decima parte dei raccolti….. Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi e Angioini: furono i popoli che dopo i Romani lasciarono le loro tracce …..Dagli Arabi, gli Iblei ereditarono le nuove tecniche e le colture, con i Normanni consolidarono invece il Feudalesimo. Il popolo riuscì sempre a conservare, un dominio dopo l’altro, la sua integrità e l’armonia dei costumi sino a rinascere con un’unica coscienza civile, sotto la dinastia dei Chiaramonte . L’episodio decisivo che determinò questa unità fu il matrimonio del Conte di Ragusa, Manfredi Chiaramonte, con Isabella Mosca, sorella del Conte di Modica. Le nozze permisero l’unificazione delle due contee. “Grandi non furono, ma potenti, splendidi", scrisse di loro lo storico ibleo Raffaele Solarino. Pur nel loro essere avventurieri e talvolta spregiudicati, il popolo amò la stirpe dei Chiaramonte che si dice fossero discendenti dal grande imperatore di Francia, Carlo Magno…Nel 1392 ai Chiaramonte successero i Cabrera, fedeli servitori della casa reale di Sicilia eppur meno amati dal popolo. Ciò nonostante uno di loro, Bernardo Cabrera, ebbe la felice idea di spezzettare i grandi latifondi e di concedere ai contadini, in enfiteusi, i piccoli terreni. La leggenda dipinge Bernardo come un uomo ostinato, che non sopportò il rifiuto alla sua richiesta di nozze da Bianca di Navarra…Il tremendo terremoto del 1693, fu un destino intriso di morte per le gravissime perdite umane, ma per i posteri è stato anche simbolo fulgido di vita, grazie alla splendida rinascita che determinò nelle città di Ragusa, Modica, e in tutti gli altri centri minori. Quella tragedia, produsse accanto alle macerie .. lo slancio edilizio del barocco della Sicilia Orientale .. La ribellione della natura scosse ancora alle fondamenta la contea. Come nel passato divenne terra di conquista e luogo di passaggio da una casa regnante ad un’altra. Dagli spagnoli finì nelle mani dei Savoia che riuscirono a tenerla a bada solo per pochi anni sino al subentrare del regime borbonico….Proclamato il regno delle due Sicilie, con la caduta di Napoleone., Ferdinando di Borbone, nel 1816, divise la Sicilia in sette province e la contea venne così inglobata in quella di Siracusa.”



    “Furono i massari a trovare nel lavoro della terra e nella loro operosità, la forza per superare la crisi post borbonica... Anche nella seconda guerra mondiale i frutti della terra, le arance e le carrubbe, salvarono dalla fame la popolazione rurale. Via via che si accentuò il risveglio delle masse, andò acuendosi lo scontro di classe….La storia degli anni ’50 viene attraversata da un movimento rinnovatore e dalla esigenza di attuare la riforma agraria, per la rimodulazione dell’assetto proprietario….La masseria è la tipica fattoria ragusana, a conduzione familiare, di cui il territorio ragusano è ricco; è il luogo in cui le tradizioni locali si tramandano di generazione in generazione ed è da sempre stata luogo di produzione ma soprattutto il focolare domestico. La famiglia seduta intorno ad un braciere, la caratteristica conca , si riuniva e i nonni raccontavano le favole, "i cunta" , ai nipotini. Nelle tavole erano presenti cibi poveri ma genuini "I causunieddi, i "manichi ri fauci" e i"u' maccu" una zuppa di fave tipicamente ragusana”



    “Ragusa è il capoluogo di provincia più a sud d'Italia, e fa parte dei pochi capoluoghi ad oltre 500 metri di altezza. Ha un comune vastissimo che parte dal mare e arriva ad altezze collinari elevate…. Il territorio ibleo è prevalentemente collinare, formato da grandi altipiani e vallate. Su uno di questi altipiani, il “Patro”, sorge la città. Il territorio è prevalentemente calcareo…dalla pietra calcarea che abbonda nell’intero territorio, nascono i muri a secco, che delimitano le chiuse e che creano un grande effetto paesaggistico. In passato l’intero territorio di Ragusa era ricoperto di vegetazione mediterranea… Il fiume più importante di Ragusa è l’Irminio, un tempo navigabile, come si evince da antichi documenti arabi…sbarrato da una diga…. ha dato luogo a un lago artificiale di S.Rosalia che si trova a metà tra il territorio di Ragusa e quello di Giarratana…. Il quartiere più antico, Ibla, sorge in basso, sulle rovine della mitica Hybla Heraìa, fondata dai siculi migliaia di anni prima di Cristo, e conserva una struttura urbanistica tipicamente medievale e barocca. Ragusa Superiore è invece settecentesca. I due nuclei della città sono messi in collegamento attraverso i quattro ponti della Valle dei Ponti, un burrone profondo attraversato appunto da essi…… Il Palazzo Bertini di Ragusa fu edificato alla fine del settecento, a seguito dell'abbassamento della sede stradale subì delle sostanziali modifiche. I balconi dell'attuale piano ammezzato erano infatti a livello della strada e costituivano gli ingressi dei locali….questi originari ingressi sono oggi la caratteristica principale del palazzo, grazie a tre "mascheroni" raffiguranti un mendicante, un nobile e un uomo dell'oriente….il Duomo di S. Giorgio, in Piazza Duomo, nella parte antica della città , ed è una delle più belle chiese barocche della Sicilia…. notevole la cupola in stile neoclassico, alta 43 m…..Il Museo Archeologico è situato invece a Ragusa superiore..la Cattedrale S. Giovanni Battista con un ‘ampia facciata in stile barocco, con tre portali, di cui quello centrale ornato da tre statue rappresentanti l’Immacolata, il Battista e San Giovanni Evangelista, e da un orologio solare….il Giardino Ibleo….si trova nella parte bassa di Ibla,…al suo interno .. la chiesa di S. Domenico e la Chiesa di S. Giacomo, del XIV sec., che presenta un campanile con le sculture di S. Giovanni Evangelista e di S. Giacomo raffigurato mentre combatte contro i musulmani….Il castello di Donnafugata…a pochi chilometri da Ragusa…. una grande villa, che occupa con el sue 122 stanze ..la facciata principale e’ ornata da una bellissima loggia in stile gotico-veneziano.”


    "Modica. Città nobile, opulenta e popolosa, capo dell'antica ed amplissima Contea". La descrizione ottocentesca, appartiene allo storico ed ecclesiasta Vito Amico, ed elegantemente racchiude l'importanza economica, politica e culturale di una città, le cui radici sembrano affondare in tempi e circostanze remote e non sempre chiare… "Motyca" abitata dai Siculi attorno all'ottavo secolo a.C., all'epoca delle colonie greche in Sicilia; lo storico Carrafa (XVIII sec.) narrò di monete trovate nel territorio medicano, su cui era leggibile in lettere greche la parola "Motayon"….le denominazioni della città nel corso dei secoli, "Motica, Motuca, Mohac, ecc". ..Tracce più chiare si hanno di una dominazione di Roma e di una dominazione araba, che nell'845 conquistò il castello di "Mudiqah"..i Normanni nell'XI sec "cacciarono" i mussulmani..introducendo il culto di San Giorgio, cui Ruggero di Hautetville, capo dei Normanni, fu fedelmente devoto….. Il titolo di Contea risale, seppur per un breve periodo, proprio al dominio Normanno, quando Gualtieri, prode capitano di Ruggero, fu designato Conte di Modica…Ma è soprattutto durante il dominio degli Aragona di Spagna (XIII - XVII sec.), successivo a quello degli Angioini di Francia, che Modica, come Contea, conobbe i suoi fasti maggiori, rappresentando, con i Conti Mosca e soprattutto Chiaramonte e Cabrera, quel ruolo di importantissimo potere locale, tipico del feudalesimo, che, per autorità, ricchezza e magnificenza, nulla aveva da invidiare a quello dello stesso Re, il quale solo indirettamente controllava il territorio…un "Regno nel Regno”



    “Modica è situata nell'area meridionale dei Monti Iblei ed è divisa in due originali aree: Modica Alta, le cui costruzioni quasi scalano le rocce della montagna, e Modica Bassa, giù nella valle, dove un tempo scorrevano i due fiumi Ianni Mauro e Pozzo dei Pruni, poi ricoperti a causa delle numerosi alluvioni, e dove è ora situato il Corso Umberto, principali strada e sito storico della città…L'aspetto è prevalentemente tardo barocco, quasi interamente risalente al dopo-terremoto ...Modica si è poi estesa su altre aree: Modica Sorda, Monserrato, Idria, ecc…Ciò che rende la città così unica e affascinante è, prima di tutto, l'aspetto barocco e la presenza di pittoreschi vialetti e stradine, ricche di vecchie botteghe, casupole o ricchi palazzi…La chiesa di San Giorgio….la sua struttura, stando a quanto asserito dallo storico Carrafa, risalirebbe all'Alto Medioevo, e sarebbe poi stata distrutta dagli Arabi…Ruggero il "Normanno" ne ordinò la ricostruzione nel primo dodicesimo secolo…. La "meridiana pavimentale" e il "tesoro" della chiesa… la "Santa Arca", un'opera d'arte rivestita in argento, che contiene le reliquie del Santo…. una scalinata di 250 scalini, realizzata nel 1818 per volontà del Gesuita Francesco di Mauro…..La chiesa del Carmine.. convento di Carmelitani. …splendido il suo portale e il sontuoso "Rosone" aperto….La chiesa di Santa Maria di Betlemme, a Modica Bassa, ospita le tombe della nobile famiglia dei conti Cabrera ….la navata sinistra accoglie un bellissimo presepe in terracotta, realizzato da Padre Benedetto Papale, nel 1882…..Una strada ricca di tornanti conduce alla cattedrale di San Giovanni, che si innalza alla sommità di una lunga ed elegante scalinata. …Palazzo De Leva..Palazzo Polara, situato a fianco della cattedrale di San Giorgio….. Modica città di Salvatore Quasimodo, scrittore e premio Nobel per la letteratura nel 1959, e di Tommaso Campailla, scienziato e filosofo del '700.”



    “Una specie di montagna del Purgatorio, coi gironi uno sull’altro, forati dai buchi delle porte delle caverne saracene”: così Pier Paolo Pasolini descriveva Scicli, incantevole gioiellino barocco incastonato fra le colline e il mar Mediterraneo, a pochi chilometri da Ragusa e Modica. La descrizione che ne fornisce il celebre scrittore fa riferimento alla città vecchia, che sorse per l’appunto all’incirca tremila anni fa su una montagna, monte San Matteo, dove ancora oggi è possibile scorgere dei sepolcreti scavati nella roccia……Scicli … deriva secondo alcuni da Sikla, che in greco indica il secchio che raccoglie il latte appena munto, o secondo altri da Siclis, appellativo con cui anticamente erano conosciuti i Siculi… è risorta dalla ceneri in cui fu ridotta dal terribile terremoto del 1663….. è il trionfo del barocco… il Palazzo Beneventano che il critico Anthony Blunt definì “il più bello della Sicilia”, barocchi sono gli splendidi palazzi che circondano piazza Italia, Palazzo Spadaro e Palazzo Fava, nel cuore della cittadina; barocca è la Chiesa Madre della Madonna delle Milizie, ricca di preziosi stucchi dorati e antichi affreschi…. ci troviamo di fronte a una storia millenaria e una tradizione antichissima ma, a consacrarla a livello nazionale sono state le avventure televisive del Commissario più famoso d’Italia: vale a dire Salvo Montalbano….non tutti sanno che proprio a Scicli, sono state girate le scene nelle quali ha trovato ambientazione il genio letterario di Andrea Camilleri.”


    “Ispica…. domina il mare da una piccola altura ed è una località adiacente alla famosa cava dov'era ubicata l'antica città (Spaccaforno) poi distrutta dal terremoto del 1693…Il fascino di questa località, ricca di grotte, necropoli e chiese, ha catturato nei secoli artisti e scrittori…. Alla fine del XIII secolo la terra di Spaccaforno venne aggregata alla contea di Modica….La storia di Ispica vide succedersi al potere diverse famiglie nobiliari siciliane: i Lanza, i Chiaramonte, i Cabrerà, i Caruso ed, infine, gli Statella …i più importanti monumenti….la Chiesa Madre, la chiesa dell'Annunziata, il Palazzo Alfieri, il Palazzo Bruno di Belmonte (uno dei migliori monumenti liberty presenti in Sicilia), la chiesa di S. Maria Maggiore …l'area archeologica di Cava d'Ispica con il Parco archeologico della Forza con la famosa la galleria inclinata scavata nella roccia detta Centoscale che, con i suoi 280 scalini, arriva a 50 metri sotto il livello del fiume.”



    “Caltanisetta…reperti archeologici delle vicine località, come quella di Sabucina, testimoniano l'origine sicana della città….Nella zona della Montagna felice (Gebel Habib) è stata rinvenuta un'epigrafe pregreca che accenna all'antica Nissa, villaggio dal cui nome derivò quello di Caltanissetta: dall'arabo Qalat-an-Nisa, cioè "Il castello delle donne” Dopo gli arabi, i normanni, che occuparono Nissa nel 1087, vi consacrarono la bella chiesa romanica di Santo Spirito… Quando, tre secoli dopo, Guglielmo Peralta diviene signore di Caltanisetta, inizia in Sicilia il cosiddetto "Governo dei quattro Vicari"….l dominio dei Peralta è testimoniato dalle rovine del castello di Pietrarossa, dove si riunirono, nel 1358, i quattro più potenti signori della Sicilia (Alagona, Ventimiglia, Peralta, Chiaramente), per decidere le sorti dell'Isola sotto il nuovo governo. …Per favorire l'esportazione dello zolfo, i Moncada (1553) fecero costruire, sul fiume Salso, il ponte di Capodarso, la cui possente arcata è oggi ancora visibile insieme al grandioso ma incompiuto palazzo Moncada… Durante il dominio borbonico (1735-1860), Caltanissetta divenne capoluogo di provincia; questo fatto allontanò i nisseni dalle mire separatistiche di Palermo, le cui bande armate, indotte dal principe San Cataldo ed avide di sangue e di bottino, diedero alle fiamme il quartiere della Grazia……Nel 1849 una delegazione di palermitani offrì, proprio a Caltanissetta, la capitolazione della Sicilia ai borboni al termine della rivoluzione federale guidata da Ruggero Settimo.”


    “Lei è come una donna brutta, ma dalle segrete virtù, da imparare a volerle bene solo scoprendola”. Così scriveva su Caltanissetta Luigi Santagati, architetto e appassionato studioso di storia siciliana nel 1989. A distanza di vent’anni, tale definizione sembra calzarle ancora perfettamente….. a differenza di altre, Caltanissetta è riconducibile a una perla, la cui bellezza è sapientemente celata da una conchiglia….. Nel cuore della città, proprio dove le due arterie principali che l’attraversano - Corso Umberto I e Corso Vittorio Emanuele - s’incrociano in piazza Garibaldi, sorge il Duomo di Santa Maria La Nova, costruito tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600…con la maestosa cupola e i due campanili ..basta varcarne la soglia per restare letteralmente rapiti dalle numerose arcate dipinte (che sostengono le tre navate … dinanzi al duomo e al centro della piazza si trova il monumento simbolo della città,… la fontana del tritone, scolpita da Michele Tripisciano alla fine del 1800….Il Castello che le sorge accanto, ridotto ormai a un rudere e la cui origine è dubbia, conobbe di certo il suo splendore sotto il regno aragonese, divenendo - proprio in quel periodo - sede dei tre parlamenti siciliani…Un sito archeologico ai piedi della montagna di Sabucina.. Lo sfruttamento delle miniere nel nisseno fu talmente preponderante dall’Ottocento fino agli anni cinquanta del secolo scorso, da farle guadagnare l’appellativo di “capitale mondiale dello zolfo”! .. la miniera di Gessolungo e quella di Trabonella, una delle più importanti della Sicilia, per grandezza e innovazione tecnica.”



    “Mussomeli, nota come la terra di Manfredi, sorge su un altipiano ad oltre 750 metri sul livello del mare nel cuore della Sicilia e fa da spartiacque fra la provincia di Caltanissetta, e quella di Agrigento…Fu fondata nel XIV secolo da quel Manfredi Chiaramonte che le diede il nome - Manfreda - e che fece erigere un castello soprelevato di maestosa bellezza ….è stato il set di uno sceneggiato Rai di grande successo: “La Baronessa di Carini” ….Il castello domina il territorio di Mussomeli da una rocca calcarea a 80 metri d’altezza e la leggenda vuole che Manfredi ne avesse decretato la costruzione proprio in quel punto perchè era rimasto letteralmente folgorato dalla bellezza mozzafiato del paesaggio sottostante. Trattandosi di un cavaliere e di un grande stratega politico, è più facile supporre che di quella posizione arroccata avesse intuito gli indubbi vantaggi difensivi che ne sarebbero derivati…Dalla sommità rocciosa il paese appare un dedalo di viuzze strette e lastricate, circondate da massicce mura perimetrali .. inerpicarsi lentamente per quella rupe isolata, a respirare a pieni polmoni l’aria della montagna, farsi accarezzare dal vento tiepido, sentire il profumo dei vitigni e delle ginestre…sembra di sentire echeggiare storie di principi e di dame, di intrighi e tradimenti …Le storie più suggestive sono indubbiamente quelle legate al maniero…a raccontarle è la cammara di li tri donni, cioè la “stanza delle tre donne” in cui il principe Federico in partenza per la guerra fece murare le sue tre sorelle per garantirne la sicurezza ….a Chiaramontano si aggira un fantasma maledetto…si tratta dello spirito di don Guiscardo de la Portes separato a forza dalla sua amata Esmeralda, che pronunciando una bestemmia in punto di morte venne condannato alla dannazione eterna. Il custode del castello asserisce di essere stato depositario delle confidenze del fantasma, ma a quanto si racconta in giro non pare essere stato l’unico a godere di tale privilegio…Altrettanto numerose sono le vicende che sopravvivono nelle strade del centro storico medievale, uno dei più antichi dell’Isola. Sopravvivono nei palazzi nobiliari: quello del Barone Mistretta in piazza Umberto I, quello dei principi di Trabia che per più di trecento anni dal 1600 ospitò i signori del Paese; la Torre dell’Orologio annessa a palazzo Moncada, fatta costruire da Cesare Lanza, padre della sfortunata baronessa di Carini che morì per sua stessa mano; Palazzo Langela e palazzo Minneci …..la Chiesa di Santa Margherita, risalente al ‘300, la monumentale Chiesa Madre dedicata a San Ludovico, la Chiesa di San Domenico, la più importante della città, che accoglie al suo interno la Madonna dei miracoli, patrona dei devotissimi Mussomelesi …”





     
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  2. sognatrice09
     
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    buongiorno caro Claudio......
    che il viaggio cominci.........

    tienimi con te......

     
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  3. gheagabry
     
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    buongiorno claudio

    buona giornata...abitanti dell'isola e buona colazione









    ......camminando.....





    Un passo alla volta
    mi basta...
    (Gandhi)


    Poi si vedrà..










     
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  4. mela20
     
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    ACCADDE OGGI


    1990
    I guerriglieri libanesi di Abu Nidal, liberano 3 ostaggi europei: una donna francese un uomo belga ed una bambina di due anni nata durante la prigionia, in seguito all’appello del leader libico Gheddafi.
    1978
    Le Brigate Rosse fanno pervenire a Genova, Roma, Milano e Torino un verbale del processo a cui hanno sottoposto l’onorevole Aldo Moro.
    1963
    Papa Giovanni XXIII divulga l’enciclica “Pacem in terris”.
    1957
    Viene riaperto al traffico il canale di Suez.
    1954
    L’EIAR trasforma la sua denominazione sociale in RAI, Radio Audizioni Italiane.
    1954
    Muore Auguste Marie Lumiere, inventore con il fratello Louis Jean del proiettore cinematografico e pioniere del cinema.
    1919
    Muore il rivoluzionario messicano Emiliano Zapata.
    1849
    Viene brevettata la spilla da balia, o spilla di sicurezza.


    NATI OGGI



    Nancy Brilli 1964, Roma (Italia) Attrice



    Omar Sharif 1932, Alessandria d'Egitto (Egitto) Attore



    Steven Seagal 1951, Lansing (Michigan - USA) Attore



    EVENTI DI OGGI


    Riding Season 2010 a Milano



    Il 10 aprile 2010, appuntamento il Piazza Castello a Milano
    per il raduno motociclistico Riding Season,
    che apre la stagione fatta di motoraduni, di bikershow,
    di manifestazioni legate al mondo delle due ruote,
    ma soprattutto di migliaia di chilometri percorsi in sella alla propria moto.
    Destinazione Hells Angels Club House. Si attendono centinaia di Harley’s Davidson,
    chopper (moto da strada con forcella lunga in stile “Easy Rider”) e moto di ogni genere.
    In testa al gruppo ci saranno proprio i membri dell’ Hells Angels MC Milano,
    organizzatori dell’evento, che con la loro bandiera con il teschio alato
    guideranno il gruppo di bikers che sfilerà per le vie milanesi.



    Bergamo - 4 in scena al Creberg



    Il 10 aprile 2010, RBR dance Company saranno in scena al Teatro Creberg di Bergamo
    con lo spettacolo 4, direzione artistica di Cristiano Fagioli e Cristina Ledri.
    La compagnia propone, per il decimo anno di attività, un nuovo spettacolo del tutto innovativo,
    con il supporto di effetti video e fondali tecnologici in uno scenario mistico e surreale.
    Nove artisti si alterneranno sul palco, apparendo e scomparendo, moltiplicandosi
    grazie ad uno studio accurato di luci che incanterà il pubblico,
    ritrovandosi piacevolmente proiettato in un’atmosfera rarefatta dalle magiche illusioni ottiche.
    Lo spettacolo 4 sarà un viaggio attraverso i quattro elementi: vento, acqua, fuoco, terra.



    OGGI IN TV



    ore 21.10 varietà: TI LASCIO UNA CANZONE (Antonella Clerici)

    ore 21.05 telefilm : CRIMINAL MINDS (Jennifer Jareau)

    ore 21.30 documenti: ULISSE - IL PIACERE DELLA SCOPERTA (Alberto Angela)

    ore 21.05 varietà: LO SHOW DEI RECORD (Paola Perego)

    ore 21.45 sport motociclismo: G. P. DEL QATAR prove moto GP

    ore 21.30 telefilm: BONES ( Emily Deshanel)


    L'OROSCOPO



    Ariete
    Il lavoro procede spedito, anche se l’esperienza consiglia di non abbassare la guardia. Chiarite una questione controversa, realizzate un’idea che vi frulla in testa da tempo. Toccando le corde della sensualità, stuzzicate il desiderio della persona amata per riguadagnarne l’attenzione, di recente un po’ affievolita.
    Toro
    Successo garantito su tutti i fronti, con un occhio di riguardo per quello sociale e delle amicizie. Atmosfera incandescente e umore luminoso. In serata, una performance teatrale da non perdere. Per qualcuno un’ex fiamma si ripresenta all’orizzonte, lasciandovi increduli e disorientati, mentre il cuore batte a velocità supersonica.
    Gemelli
    Se vi siete alzati con il piede sbagliato, potete prendervela con la quadratura della Luna, che fomenta il nervosismo e genera una certa stanchezza. Occorrerebbero dosi industriali di tolleranza e pazienza, peccato che non siano il vostro forte! Non prendetevela con il partner, se la vita a due oggi vi va stretta.
    Cancro
    La giornata è un susseguirsi di piccole e grandi conferme nel lavoro, in amore e in società. Incisività, mordente, forza di persuasione. Se volete assicurarvi appoggi utili, dettate le vostre condizioni: verranno accettate ad occhi chiusi! Se si parla d’amore, si prevedono fantastiche conquiste e altissima resa nell’alcova.
    Leone
    Complice un’abile organizzazione, gli impegni funzioneranno per il meglio e, con somma gioia, potrebbero presentarsi anche gradite entrate extra. Siete ancora nell’occhio del ciclone nel lavoro, ma sfoggiate un piglio combattivo e vincente. La serata con la persona del cuore sarà all’altezza dei vostri sogni.
    Vergine
    La Luna vi rema contro. Vi sentite tesi, affaticati, sfasati, pieni di pretese. Evitate lo shopping: non siete in vena di fare acquisti interessanti né tantomeno a buon prezzo. C’è un po’ di maretta nella vita di coppia, ma tutto potrebbe rientrare nei ranghi, grazie ad una salutare spiegazione e ad un pizzico d’umiltà da parte vostra.
    Bilancia
    Potete realizzare molto con le potenzialità evidenziate dagli astri odierni: l’intuito, la ricchezza di idee e il coraggio delle vostre opinioni. Date seguito ai progetti di viaggio o di nuovi interessi!
    Cercate di essere più regolari nei pasti e nel riposo per non sottoporre il vostro fisico a uno stress eccessivo che nuocerebbe alla salute.
    Scorpione
    È facile capire che oggi tutto va per il meglio e che avete riacquistato serenità, sicurezza, lucidità; d’altro canto, con la Luna in Pesci, non potrebbe essere altrimenti. Padronanza dei gesti, controllo emotivo, una logica che non fa una grinza. Se confidate in un incontro speciale, potreste anche essere accontentati.
    Sagittario
    Con la Luna di traverso, è logico che i doveri quotidiani vi costino fatica e che gli altri, invece di darvi una mano, vi ostacolino: oggi dovete fare i conti con il nervosismo e una certa inconcludenza. Le schermaglie amorose forse servono a rendere vivo il rapporto, ma dovete convenire che si sta meglio quando si è in pace. O no?
    Capricorno
    Sponsorizzati da una splendida Luna Pesci, finalmente gli affari (sia di cuore che di denaro) procedono senza intoppi. Siete in grado di realizzare qualunque desiderio, ma non dimenticate che esistono anche gli altri! Chance imperdibili per i single! Spigliatezza, loquacità e simpatia vi assicureranno un mare di conquiste.
    Acquario
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    CLAUDIO....PATTY....GABRY.....MELA......CIAO AMICI....
    OGGI HÒ PROBLEMI DI LINEA SONO PASSATA SOLO PER AUGURARE A TUTTI GLI ISOLANI.. UN....

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    CIAO GINA....LUSSYYYY.....LIA......MALI.....CINZIA....ZARA....
    AUGUSTO....RINO...RAFFA....SILVANA....ELENA...FEDERICA....
    E TUTTI GLI AMICI NON CITATI.....
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    DA....GIULY....
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  6. malimalu
     
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    BUON GIORNO....ISOLANI::: LOVE...GABRY ..MELA...GIUFA....LUSSY..FEDERICA e ELENA...LAILA....ZARA....LIA.........RINGO ...NENY...FALCON...GULLIT....NUCCIO....CHECCO....ISPA....SILVANA...CALI .....BUON SABATO....A TUTTI..... :wub: :wub:
     
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  7. ringo47
     
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    Buongiorno Claudio, Buongiorno Lussy, uongiorno Patrizia, buongiorno Gabry, buongiorno Mela, buongiorno Giuly, buongiono Fabri, buongiono Mali, buongiorno a tutta l'isola e a tutti coloro che saliranno in mongolfiera.per una nuova avventura.

    Sono in partenza e ritorno domani sera per cui auguro a tutti voi...




     
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    BUONNNNNNNNNNNN...SABATO A TUTTI...CIAO..PATTYYYY...CIAO GABRY.......CIAO..MELA..GIULY FABRY.MALI'..RINO...RAFFA..LIA..SUSYNA...ZARA...AUGUSTO ANTONELLA...CHICCA..NADIA...NUCCIO...E..TUTTI..QUELLI CHE SALIRANNO A BORDO...BUONA..GIORNATA ANCHE A TE..CAPITANO.... .
     
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    RAGUSA

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    MARINA DI SIRACUSA

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    Edited by loveoverall - 13/8/2011, 15:09
     
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  10. maurizio5
     
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    Piazza Armerina in provincia di Enna

    Villa Romana del Casale




    La villa romana del Casale è una villa tardo-romana i cui resti sono situati nei pressi di Piazza Armerina (EN), in Sicilia. Dal 1997 fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

    La Villa fu costruita tra la fine del sec. III e l'inizio del sec. IV d.C., nell'ambito di un sistema di latifondi appartenenti a potenti famiglie romane, che vi si recavano a caccia o in vacanza. Alcuni studiosi suppongono che la villa fosse appartenuta ad una personalità altolocata della gerarchia dell'Impero Romano (un Console), mentre altri sostengono che la villa sia appartenuta all'Imperatore M. Valerio Massimiano, detto Herculeos Victor.



    Le prime campagne di scavo a livello scientifico dentro la villa romana del casale, promosse dal Comune di Piazza Armerina, furono eseguite nell'anno 1881.
    Gli scavi furono ripresi nel 1935 fino al 1939, ed infine, con l'intervento della Regione Siciliana negli anni 50, fu portato completamente alla luce l'intero complesso, grazie all'opera dell'archeologo Vinicio Gentili che ne intraprese l´ esplorazione in seguito alle segnalazioni degli abitanti del posto.





    Basandosi principalmente sullo stile dei mosaici, il Gentili datò in un primo momento l´impianto della sontuosa abitazione sorta su una più antica fattoria non prima della metà del IV secolo. Successivamente lo stesso studioso assegnò la villa all'età tetrarchica (285-305 d.c.).





    Abitata anche in eta' araba, la villa fu parzialmente distrutta dai normanni, in seguito, una valanga di fango, provenienti dal monte Mangone, che la sovrasta, la coprì quasi totalmente.
    I mosaici, di una ricchezza e di una varietà unica al mondo, ne fanno una gemma inestimabile nella storia dell´arte.





    Chi ha detto che il "bikini" è nato in epoca moderna....!!!!!!



    un simpatico burlone ne ha tratto questo video




    Molte delle sale della residenza presentano il pavimento con mosaici figurati in tessere colorate. Le differenze stilistiche fra i mosaici dei diversi nuclei sono molto evidenti. Questo, tuttavia, non indica necessariamente un'esecuzione in tempi diversi, ma probabilmente maestranze differenti, che mediavano eredità alessandrine e tendenze siriache utilizzando vari "album di modelli".


    questo è un breve virtual tour....QUI


    ecco un altro virtual tour....QUI

    conclusione personale: è da visitare, parole o descrizioni, racconti o foto non rendono a pieno il patrimonio che abbiamo.........



    Edited by loveoverall - 13/8/2011, 15:11
     
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    CIAO..MAURIZIO..BUON SABATO AMICO..AHAHAH..MOLTO DIVERTENTE IL TUO VIDEO!!!!................
     
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  12. gheagabry
     
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    ciao maurizio.......


    ciao lussy ....vado a mangiare qualcosa e poi via alle ricerche di questa bellissina isola
     
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    PIAZZA DUOMO DI RAGUSAhttpimage.
     
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  14. gheagabry
     
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    Ragusa “iusu” e “supra”





    Ragusa si snoda tra aspri speroni rocciosi affacciati su dirupi torrentizi, su cui si è andata disegnando una tipologia urbana a nastro, interrotta da dislivelli e rapidi declivi.
    Una terra d’elezione per gli architetti del settecento che valorizzarono le irregolarità naturali, creano arditi raccordi e monumentali effetti scenici che danno al barocco Ibleo una peculiarità tale da renderlo un barocco “altro”.



    Litinerario ha inizio dalla Ragusa Nuova, nata dopo il sisma del 1693.
    In Piazza S. Giovanni sorgono il collegio di Maria Addolorata (1801) e la Chiesa di San Giovanni, edificata a partire dal 1694, quando si decise di demolire ciò che restava dell’antico impianto che sorgeva a Ragusa Ibla.



    La chiesa, posta su un’ampia terrazza delimitata da balaustre e sorretta da arcate, presenta un prospetto che è risultato di differenti fasi progettuali.
    Il primo ordine è suddiviso i cinque campate scandite da colonne libere d’ordine corinzio e da lesene in parte lisce e in parte diamantate.
    Il portale centrale è sovrastato da una nicchia contenente la statua della Vergine affiancata su plinti dalle statue dei santi Giovanni Evangelista e Battista.



    Il secondo ordine porta incisa la data del 1751 in corrispondenza della meridiana solare. La torre campanaria cuspidata si erge lateralmente ed è delimitata da balaustre.
    L’interno presenta una pianta a croce latina a tre navate. Caratteristica fondamentale della chiesa è il ricorso alla pietra pece -usata in corrispondenza delle colonne, della zoccolatura, dei capitelli, e della pavimentazione- che mirava a creare un’effetto scenografico in contrasto con il biancore degli stucchi e delle dorature.
    Tuttavia nel secolo scorso gli interventi di scialbatura con intonaco bianco e avorio hanno cancellato questo gioco di colori.
    Nel transetto, notevoli gli stucchi (1775-1776) dei palermitani Gioacchino e Giovanni Gianforma. La chiesa conserva, tra le opere di notevole pregio, il San Filippo Neri di Sebastiano Conca, una Madonna di Dario Guerci (XIX sec.) e il San Gregorio di Paolo Vetri.
    L’organo (XIX sec.) è della ditta Serassi di Bergamo.
    L’urna reliquiaria costituisce uno dei maggiori tesori dell’arte orafa siciliana.



    Scendendo per Corso Italia verso Ibla si può ammirare a sinistra Palazzo Bertini, costruito dalla famiglia Floridia verso la fine del 1700, poi acquistato dalla famiglia Bertini, da cui prese il nome.
    Il prospetto è reso suggestivo dai tre mascheroni, collocati nella chiave di volta delle finestre, che rappresentano i Tre Potenti: si ritiene che siano allegorie delle tre classi sociali.



    Alla fine del Corso Italia, che segna il confine tra Ragusa Nuova e Ibla, inizia la via Mazzini, ove, ad angolo, si staglia la chiesa di Santa Maria delle Scale, abbarbicata su un “mammellone” da cui sovrasta la cava Gonfalone e domina il colle di Ibla.



    Fu eretta tra il 1120-1160 per volontà del normanno Silvestro conte di Marsico e di Ragusa che la affidò all’ordine dei cistercensi, la cui presenza è suffragata da un’affresco murale dedicato a San Cono (il cui culto è assolutamente estraneo a questa zona).
    La chiesa non fu distrutta per intero dal terremoto del 1693.
    Lo testimoniano i resti del pulpito e del portale presenti nella facciata esterna e la navata di destra dello spazio interno, costituita da quattro arcate gotico-catalane e da una rinascimentale.



    Il terzo arco fonde insieme elementi decorativi arabi e gotici, inseriti in un’architettura romanica; i ricami lapidei di quercia e fiori, le figure umane zoomorfe e mostri creano un clima mistico unico nel suo genere.



    All’interno si conserva una splendida terracotta policroma l’Assunzione di Maria (1538) attribuita ad Antonino Gagini.
    Proseguendo verso la città bassa si giunge alla cosiddetta salita del Commendatore dove si susseguono: Palazzo della Cancelleria (Nicastro), la chiesa della Madonna dell’Itria e Palazzo Cosentini. Palazzo Nicastro (1760) ospitò la Cancelleria comunale di Ragusa sino al 1865. L’edificio si erge in un angusto angolo barocco che riempie per intero col suo magnifico portale a tutto sesto.
    Il balcone, lievemente panciuto, è decorato con fioroni ed ornato con archi spezzati, festoni, conchiglie e teste di putti.



    La chiesa della Madonna dell’Itria sorta nel 1626 sui ruderi di una chiesa bizantina, divenne chiesa Commentale per il Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta. Originariamente intitolata a San Giuliano, fu ricostruita nella prima metà del settecento grazie ai contributi economici di famiglie nobili ragusane come la famiglia Cosentini.
    Nel 1746, la chiesa risultava già ricostruita con l’attuale impianto a tre navate, ma intitolata alla Madonna dell’Itria -dal greco “odigitria”, prtoterrice del cammino.



    La parte più incantevole della facciata, tozza e accademica, è rappresentata dalla torre campanaria a costoloni, che riproduce nelle maioliche che la rivestono la pianta dell’iris in vari colori.
    Da notare all’interno la tela seicentesca di San Giuliano e San Giovanni attribuita a Mattia Preti e collocata nell’omonimo altare.
    Palazzo Cosentini (1762-1767) rappresenta una delle maggiori espressioni dell’architettura tardo-barocca siciliana.



    L’edificio, collocato ad angolo tra Corso Mazzini e la salita del Commendatore, è caratterizzato da due prospetti raccordati da una cantonata in corrispondenza della quale è collocata la statua di San Francesco di Paola. Il balcone più bello è quello che si affaccia sulla salita del Commendatore i cui mensoloni, da attribuire al grande capomastro-scultore Pietro Cultraro, possono essere suddivisi in due sezioni; la fascia alta comprende sculture di fanciulle seminude con cornucopie




    Il personaggio centrale sembra essere una madre scolpita nell’atto di sorreggere la propria creatura.
    Nella fascia in basso ricorrono esseri antropomorfi che stringono tra i denti animali viscidi.
    Il loro intento pare essere quello di condannare coloro che sputano sentenze e dicono maldicenze.



    Giunti a Piazza della Repubblica, conosciuta come Piazza degli Archi, si scorge la Chiesa delle Anime Purganti (1658).
    Il tempio presenta un’impaginazione seicentesca, soprattutto nel primo ordine del prospetto, caratterizzato da tre portali d’ingresso separati da colonne scanalate a fusto libero di ordine corinzio e poste su alti piedistalli.



    Quello centrale è affiancato da colonnine corinzie sormontate da dadi diamantati, su cui, a tutto tondo, sono raffigurate le Anime Purganti. Lateralmente sono disposte due nicchie con conchiglietta nel catino, nelle quali si trovano le statuette di San Pietro e San Paolo.
    Il secondo ordine appare di fase progettuale successiva.
    Lo spazio interno conserva degli elementi seicenteschi nell’impaginazione a lesene scanalate con capitelli compositi e negli stucchi posti sopra le lesene, proponenti il motivo iconografico dei teschi con cappelli curiali e regali.



    Tra le tele della chiesa occorre menzionare quella delle Anime Purganti (XVIII sec.) di Francesco Manno, posta sull’altare centrale, la Madonna e Santi Domenicani dei fratelli Manno e la Sacra Famiglia di Tommaso Pollace.



    Proseguendo per via Capitano Bocchieri, proprio dietro il Duomo si erge Palazzo La Rocca, edificio settecentesco che ospita attualmente la sede dell’Azienda Provinciale per il Turismo di Ragusa.
    Il palazzo si distingue per la sua vigorosa forza plastica, ma soprattutto per l’espressionismo delle sue sculture che richiamano alla mente i personaggi di scene desunte da quinte teatrali.
    Da notare il balcone finale, che ritrarrebbe nei suoi mensoloni un membro della famiglia La Rocca (il personaggio “piumato”) nonché un curioso vampiro occhialuto che secondo molti era un esponente di spicco dell’epoca.



    Scendendo lungo la via si apre alla vista Piazza Duomo, dominata dalla Chiesa di San Giorgio (XVIII sec.) la cui facciata ha un asse prospettico divergente rispetto allo spazio antistante.
    Sorta sui ruderi di un’antica chiesa dedicata a San Nicola, fu progettata dal maggiore architetto del Val di Noto, il siracusano Rosario Gagliardi a cui si può riferire con certezza il primo ordine della facciata, mentre gli altri due ordini sono da attribuire al nipote Vincenzo Sinatra. Il prospetto è a tre ordini, convesso al centro e concavo ai lati e movimentato da colonne libere di ordine corinzio.
    Da notare la cancellata in ferro battuto del 1890 di Angelo Paradiso di Acireale.



    L’impianto è a tre navate che si arrestano al transetto ove si innalza la cupola neoclassica (1820), alta 43 metri, dell’ingegnere Stefano Ittar, costruita dal capomastro locale Carmelo Cultraro.
    Lo spazio interno colpisce per le decorazioni tutte in pietra calcarea. Occorre menzionare l’organo della ditta Serassi di Bergamo del 1881 e le vetrate di Elena Panigatti del 1926.




    Di grande interesse le tele di Dario Guerci San Giorgio e Il Riposo in Egitto (1864-1866), di Vito D’Anna, il Trionfo di San Nicola, l’Immacolata (1767), l’Angelo Custode (1763). Nella sagrestia è conservata un’icona del Gagini che riproduce i Santi Giorgio, Ippolito e Mercurio (1573-76) e che apparteneva all’originaria chiesa di San Giorgio. La statua lignea di san Giorgio (1877) è dell’artista palermitano Bagnasco.
    Essa è portata in processione in occasione della festa del Santo (ultima domenica di maggio) assieme all’urna reliquiaria in argento di Salvatore La Villa. (XIX sec.).
    Attraversata Piazza Duomo, chiusa da edifici tardo barocchi e neoclassici -fra cui spiccano il Circolo di Conversazione e Palazzo Donnafugata- si giunge a Piazza Pola ove sorge la chiesa di S. Giuseppe, ricostruita sui ruderi di ciò che restava della chiesa di San Tommaso.



    L’attuale prospetto sembra essere la riduzione minimalistica del Duomo di San Giorgio nella convessità del partito centrale. Nel rimo ordine, scandito da colonne a tutto tondo di ordine corinzio, si apre un bel portale d’ingresso affiancato dalle statue dei santi Agostino e Gregorio, e nei comparti estremi delle statue delle sante Scolastica e Gertrude.



    Il secondo ordine, raccordato al primo da ampie volute affiancate su alti plinti dalle statue dei santi Benedetto e Mauro, presenta un finestrone centrale con grata a gelosia.
    L’interno è a pianta ovale ed è caratterizzato da una pavimentazione in basole in pietra pece, calcarea e maioliche colorate gialle, verdi, blu.
    L’arredo interno comprende la tela della Sacra famiglia (1779), posta sull’altare centrale, di Matteo Battaglia, e quelle di Santa Gertrude (1802) di Tommaso Pollace e la Trinità e Angeli (1801) di Giuseppe Crestadoro.
    Sulla volta Sebastiano Lo Monaco affrescò La Gloria dei Santi Giuseppe e Benedetto.
    Lasciando per un attimo Corso 25 aprile , proseguendo sulla sinistra verso via Chiaramonte si può visitare la Chiesa di San Francesco all’Immacolata, edificata nel luogo ove un tempo sorgeva uno dei palazzi dei Conti Chiaramonte.
    Il tempio fu gravemente danneggiato dal terremoto ma sopravvisse il portale gotico della facciata occidentale.
    L’interno ha tre navate ed è caratterizzato dal largo impiego della pietra pece in corrispondenza degli apparati decorativi. Interessante è all’interno la tela di Antonio Manoli che ritare San Lorenzo e il martirio ai ferri (1724).

    [IMG]http://i40.tinypic.com/2rn9c9c.jpg[/IMG
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    Ritornando lungo il corso si scende verso la Chiesa di San Tommaso e il Giardino Ibleo.
    La chiesa, dedicata alla Madonna del Carmine sino al 1896, un tempo era annessa al monastero di Santa Maria di Valverde.
    Il prospetto della seconda metà del ’700 presenta pochi elementi architettonici. Pregevole è il fonte battesimale in pietra asfaltica di Vincenzo de Blundo del 1545.
    Il Giardino Ibleo sorse per volontà dei nobili Ragusani (Arezzo, Maggiore, La Rocca) e ospita all’interno ben tre chiese: San Vincenzo Ferreri, dalla cella campanaria arricchita con ciottoli policromi; San Giacomo e la Chiesa dei Cappuccini, dove si conserva il trittico di Pietro Novelli il Monrealese (1639).
    A pochi metri dal Giardino Ibleo si può ammirare il Portale di San Giorgio, portale laterale dell’originaria chiesa del Santo.
    Il tempio fu costruito in epoca normanna per volontà del conte Ruggero d’Altavilla e nel 1217 fu annesso al monastero di Mileto in Calabria.
    La chiesa presentava in origine tre navate, una cuspide conica e una torre campanaria alta e slanciata del 1550 di Antonio Di Marco.
    Con il terremoto sopravvisse il portale della fine del ’400 in stile tardo-gotico.
    Esso è costituito da un fascio di colonnine lavorate e istoriate con motivi fogliacei, da una strombatura ove è inciso il bassorilievo del santo e una bella croce ricamata in corrispondenza dell’ogiva, affiancata nelle losanghe dallo stemma degli aragonesi, ovvero l’aquila reale.

    Una data storica ha determinato l’assetto urbanistico di Ragusa: il 1693. Quell’anno la città andò completamente distrutta, come quasi tutta la Sicilia sud-occidentale, in un catastrofico terremoto.



    Fu la ricostruzione a determinare la “spaccatura” tra il vecchio abitato di Ibla, Ragusa “iusu” (di sotto) e Ragusa “supra”, la parte moderna. Divisi, riuniti, nuovamente divisi fino alla definitiva accorpazione dell’inizio del secolo scorso, contestuale all’elevazione al rango di capoluogo di provincia, i due centri continuano a evidenziare caratteristiche urbanistiche opposte: Ragusa Ibla è rimasta borgo medievale, di stradine contorte e tracciate a caso; Ragusa supra, con le sue vie diritte e gli incroci ad angolo retto è una città moderna.
    I circa 70.000 abitanti godono del benessere che deriva dall’industria petrolifera e da quella della produzione di asfalto, ma sentono tutti, gli iblei come i ragusani supra, la mancanza del mare, tanto che hanno chiamato Marina di Ragusa una località che, in realtà, dista 24 chilometri dal capoluogo.


    Da vedere, a Ragusa iusu, la monumentale basilica di San Giorgio, in piazza del Duomo, costruita tra la metà e la fine del XVIII secolo da Rosario Gagliardi e la chiesa di San Giuseppe, a porta Pola, molto simile alla basilica.



    Raffinato esempio di atre gotica è invece il portale della chiesa di Sant’Antronio, in via Orfanotrofio, di antica origine medievale.
    E’ ancora gotico, del tardo stile “fiorito”, il portale di San Giorgio Vecchio, nei pressi del giardino Ibleo. All’interno del giardino altre due chiese notevoli: San Domenico e la chiesa dei Cappuccini Vecchi.
    Spostiamoci ora “supra” per ammirare Santa Maria delle Scale, in via XXIV Maggio, antologia di stili sull’originaria struttura quattrocentesca, e poco lontano, la chiesa settecentesca di Santa Maria dell’Idria. Nei pressi di piazza della Repubblica, i palazzi Cosentini e Bertini, costruiti nel settecento. La meta più interessante di Ragusa supra resta comunque, in via Natalelli, il Museo Archeologico Ibleo, ricca e ben ordinata raccolta di testimonianze delle civiltà che si sono susseguite nel territorio, dai Siculi ai greci ai romani


    L’escursione classica è verso il sud, verso il mare di Marina di Ragusa (a 24 chilometri). Da lì, risalendo la costa a ovest, potrete visitare i resti di Camarina, antico insediamento paleolitico. Sulla via del ritorno, un’altra piccola deviazione vi porterà ai ruderi del castello di Donnafugata dove Giuseppe Tomasi di Lampedusa ambientò “Il Gattopardo”.





    Il Castello di Donnafugata
    A pochi Km da Ragusa è possibile visitare il Castello di Donnafugata, location degli episodi del "Commissario Montalbano" e de "Il capo dei capi" e di numerosi film tra cui ricordiamo "I vicerè" ed "Il Gattopardo" di Luchino Visconti.




    Le sue origini documentate risalgono al 1648 con un atto di vendita con cui la famiglia Cabrera vendeva il feudo comprensivo di una tenuta di caccia con antica torre di avvistamento Arabo- Normanna del XII secolo alla famiglia Arezzo che ne terrà la proprietà per tre secoli fino al 1982 quando verrà acquistato dal Comune di Ragusa.
    La famiglia Arezzo avviò una lunga opera di trasformazione del nucleo originario che culminò alla fine del 1800, quando il Barone Corrado Arezzo de Spucches (1824-1895) diede alla struttura l'immagine di Castello, con la sua varietà di stili dal gotico-veneziano al tardo-rinascimentale.
    Occupa una superficie di 2500 mq circondato da otto ettari di parco.
    Conta in tutto 122 stanze anche se quelle visitabili sono quelle del piano nobile (circa 28). L'eclettismo degli stili che caratterizza la facciata del Castello si riflette anche negli ambienti interni e nei mobili che per la maggior parte datano metà '800 e '900.
    Immobili di Prestigio
    consulenza immobiliare compravendite locazioni, permute affitti residenziali, commerciali e turistici nelle provincie di Ragusa e Siracusa immobili di prestigio e case di charme nella Sicilia Sud Orientale assistenza pratiche bancarie, catastali, tecniche e notarili




    Edited by loveoverall - 13/8/2011, 15:13
     
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  15. nuccio47
     
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    BUON POMERIGGIO A TUTTI

    GLI AMICI DELL'ISOLA


    NUCCIO

     
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118 replies since 10/4/2010, 00:00   4773 views
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