CE PIACENO LI POLLI..L’ABBACCHIO E LE GALLINE..PERCHE’ SO SENZA SPINE..LE TRADIZIONI ROMANE ...

Lunedì 15 Marzo 2010

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    Buongiorno a tutti, amici isolani, Claudio, Gabry, Mela, Augusto, Patrizia, Maili, Giuliana e Fabrizio e mi scuso se dimentico qualcuno

    Caprarola (VT) Sagra della nocciola



    Le nocciole di Caprarola
    Caprarola è famosa per la grande produzione di nocciole, con le quali si preparano dolci tradizionali, tozzetti, amaretti, pampepati, da cui la spettacolare sagra che si celebra ogni anno alla fine di agosto.
    A Caprarola funziona una piccola industria artigianale che produce una Crema di Nocciola, simile alla Nutella, ma completamente senza coloranti e conservanti e si chiama Nellina.
    Dal 1982 è stata istituita la Riserva Naturale Lago di Vico, di cui il Comune di Caprarola è l'unico Ente gestore.





    Caprarola e Palazzo Farnese
    Alla decorazione del Palazzo lavorarono i pittori più importanti presenti a Roma.
    Gli architetti più illustri si dedicarono non solo alla realizzazione del Palazzo, ma anche alla ricostruzione del nucleo urbano che doveva essere adattato alla mole ed al pregio del Palazzo.
    Così oggi è possibile ammirare la complessa struttura architettonica, i mirabili affreschi persi tra le false immagini di porte, finestre, tende, marmi e statue ed un giardino armonicamente inimitabile.











    Riserva Lago di Vico
    La Riserva si estende per 3240 ha, ad una quota sul livello del mare compresa tra i 510 m circa del Lago di Vico e i 965 m circa del Monte Fogliano.
    In essa sono presenti ambienti con situazioni ecologiche completamente diverse tra loro ma condensate in un ambito territoriale ristretto e pertanto a contatto l'una con l'altra a costituire la caratteristica, forse più importante, di questo territorio.
    Seguendo il profilo altitudinale, gli ambienti più caratterizzanti sono rappresentati dal lago con il canneto che lo circonda quasi ovunque, la zona umida in corrispondenza della località Pantanacce, i prati-pascoli naturali, i seminativi, i coltivi a nocciolo e, più in alto, a castagneto da frutto; seguono il bosco ceduo e d'alto fusto con la cerreta e la faggeta nella parte più alta.







    Edited by loveoverall - 11/3/2011, 03:12
     
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    Edited by loveoverall - 11/3/2011, 03:13
     
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    RINO...............HAI..DIMENTICATO..ME...]TI PARE POCO?!!!..E METTI PURE LA CIOCCOLATA..PER ATTIRARMI....]..ORA VADO A PRANZO..CI SENTIAMO..POMERIGGIO..UN BACIONE..A TUTTI..(tranne rino)....V.V.B.....
     
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    CITAZIONE (ringo47 @ 15/3/2010, 11:40)
    Buongiorno a tutti, amici isolani, Claudio, Gabry, Mela, Augusto, Patrizia, Maili, Giuliana e Fabrizio e mi scuso se dimentico qualcuno

    Caprarola (VT) Sagra della nocciola



    Le nocciole di Caprarola
    Caprarola è famosa per la grande produzione di nocciole, con le quali si preparano dolci tradizionali, tozzetti, amaretti, pampepati, da cui la spettacolare sagra che si celebra ogni anno alla fine di agosto.
    A Caprarola funziona una piccola industria artigianale che produce una Crema di Nocciola, simile alla Nutella, ma completamente senza coloranti e conservanti e si chiama Nellina.
    Dal 1982 è stata istituita la Riserva Naturale Lago di Vico, di cui il Comune di Caprarola è l'unico Ente gestore.


    (IMG:http://i42.tinypic.com/21kffrc.jpg)


    Caprarola e Palazzo Farnese
    Alla decorazione del Palazzo lavorarono i pittori più importanti presenti a Roma.
    Gli architetti più illustri si dedicarono non solo alla realizzazione del Palazzo, ma anche alla ricostruzione del nucleo urbano che doveva essere adattato alla mole ed al pregio del Palazzo.
    Così oggi è possibile ammirare la complessa struttura architettonica, i mirabili affreschi persi tra le false immagini di porte, finestre, tende, marmi e statue ed un giardino armonicamente inimitabile.


    (IMG:http://i43.tinypic.com/qoyv85.jpg)


    (IMG:http://i40.tinypic.com/annh9z.jpg)


    (IMG:http://i40.tinypic.com/zinej4.jpg)


    Riserva Lago di Vico
    La Riserva si estende per 3240 ha, ad una quota sul livello del mare compresa tra i 510 m circa del Lago di Vico e i 965 m circa del Monte Fogliano.
    In essa sono presenti ambienti con situazioni ecologiche completamente diverse tra loro ma condensate in un ambito territoriale ristretto e pertanto a contatto l'una con l'altra a costituire la caratteristica, forse più importante, di questo territorio.
    Seguendo il profilo altitudinale, gli ambienti più caratterizzanti sono rappresentati dal lago con il canneto che lo circonda quasi ovunque, la zona umida in corrispondenza della località Pantanacce, i prati-pascoli naturali, i seminativi, i coltivi a nocciolo e, più in alto, a castagneto da frutto; seguono il bosco ceduo e d'alto fusto con la cerreta e la faggeta nella parte più alta.


    (IMG:http://i43.tinypic.com/10x5z01.jpg)


    (IMG:http://i43.tinypic.com/294hs9z.jpg)


    Ciao Rino ... Buongiorno amico mio ... TI AUGURO UNA BUONA GIORNATA E UN BUON INIZIO SETTIMANA ... TI ABBRACCIO FORTE FORTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!



    CITAZIONE (ginakarlo @ 15/3/2010, 11:19)
    image buon lunedì sorellone mio e a tutti isolani..bok friend's giùfab..ghea grazie x la colazzione..il panino da ferdibar..isa..isa..mi e rimasto fra i denti..eehhee..bok biondina..pusa a tutti..


    Ciao Gina sorellona mia ... Buongiorno e Buon inizio settimana ... TI ABBRACCIO FORTE FORTEEEEEEEEEEEEEEEE!!!

     
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    CITAZIONE (Lussy60 @ 15/3/2010, 11:51)
    RINO...............HAI..DIMENTICATO..ME...]imageTI PARE POCO?!!!..E METTI PURE LA CIOCCOLATA..PER ATTIRARMI....]image..ORA VADO A PRANZO..CI SENTIAMO..POMERIGGIO..UN BACIONE..A TUTTI..(tranne rino)....V.V.B.....

    :wub: :wub: :wub: Perdonami Lussy e ora mi scuso con....


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    Infiorata di Genzano

    A Genzano ogni anno, da oltre due secoli, si tiene nel mese di giugno l'Infiorata, immenso tappeto floreale che si estende, articolandosi in vari quadri, per circa 2000 mq sulla centrale Via Italo Belardi (già Via Livia). Per la realizzazione dei quadri, disegnati sul selciato, occorrono, oltre alle essenze vegetali, almeno 350.000 fiori; i singoli petali vengono utilizzati dagli infioratori così come i colori di una tavolozza dai pittori: il giallo della ginestra, l'azzurro della torrena, il rosso dei garofani, il verde del bosso e del finocchio selvatico. La manifestazione si articola in vari fasi: l'ideazione e la preparazione del bozzetto, la raccolta dei fiori e delle essenze vegetali, lo "spelluccamento" - separazione dei petali dalla corolla e loro conservazione nelle grotte del Comune - i disegni a terra (il sabato sera), la posa in opera dei petali (la domenica mattina), l'Infiorata completata (primo pomeriggio della domenica), la Processione del Corpus Domini (domenica sera), ed infine lo "spallamento" - quando i bambini correndo dalla scalinata della Chiesa di Santa Maria dìsfano i quadri infiorati.

    Storicamente l'Infiorata è una festa strettamente collegata alla celebrazione cristiana del Corpus Domini e le sue origini risalgono al XIII secolo, quando in occasione della Processione del SS. Sacramento "si spargevano alla rinfusa dei fiori a piene mani".
    Il 29 giugno 1625, poi, a Roma, nella Basilica Vaticana, per iniziativa di Benedetto Drei, Capo della Floreria Apostolica, per dare maggiore lustro alla Festa di San Pietro e Paolo, ebbe inizio la tradizione di decorare la chiesa con fiori disposti a mosaico, usanza questa che si estese in molti paesi cattolici. L'Infiorata di Genzano si distingue però dalle altre infiorate sia per le notevoli dimensioni dei suoi quadri sia per il suggestivo contesto scenografico della seicentesca Via I. Belardi (già Via Livia). L'origine dell'Infiorata di Genzano, così come oggi noi la conosciamo, è piuttosto incerta. Alcuni ricercatori riconoscono nel 1778 l'anno ufficiale di inizio nella nostra città della manifestazione. Un manoscritto anonimo del 1824, invece, intitolato "Storia dell'origine dell'Infiorata", conservato nella Biblioteca Nazionale di Roma, indica nel 1782 l'anno in cui venne realizzata, in occasione dell'ottavario della Festa del Corpus Domini, in Via Sforza la prima Infiorata totale - estesa cioè su un'intera strada - su iniziativa dei fratelli Arcangelo e Nicola Leofreddi. Don Arcangelo Leofreddi ottenne dal Vescovo di Albano che almeno una delle tre processioni passasse per Via Sforza e, quando nel 1782 passò per la prima volta su questa strada il Santissimo Sacramento, invitò tutti gli abitanti della via a realizzare dei tappeti di fiori ma non, come si usava fino ad allora, di piccole dimensioni e davanti alle case, bensì tutti insieme al centro della strada. Quell'anno demarca quindi la nascita della "vera" Infiorata: tappeto di fiori dai vivaci colori che rappresenta immagini religiose alternate a motivi decorativi. Da insieme di petali sparsi alla rinfusa diviene quindi tappeto di fiori disposti in modo tale da delineare una vera e propria opera d'arte, in cui ogni petalo racconta una storia. L'Infiorata ebbe luogo in Via Sforza soltanto fino alla fine degli anni Trenta del secolo scorso. Nel 1836 la fontana monumentale di San Sebastiano, opera di Virginio Bracci, eretta attorno al 1776, venne spostata dal centro della via corriera all'imbocco di Via Sforza, dove si trova ancora oggi. Gli abitanti di questa via, non tollerando la cosa, non vollero più partecipare alla manifestazione, che venne allora realizzata soltanto dagli abitanti di Via Livia (odierna Via Italo Belardi) che già agli inizi del secolo scorso imitarono i concittadini di Via Sforza. Dalla fine dell'800 l'Infiorata ebbe una sostanziale trasformazione: la realizzazione dei tappeti floreali non era più affidata unicamente agli abitanti di questa singola via, ma all'intera comunità cittadina. Nel corso della sua storia l'Infiorata di Genzano è stata visitata da molti personaggi illustri che, affascinati da un simile spettacolo, ne hanno lasciato testimonianza in alcune loro opere: H.C. Andersen, N. Gogol, Antonio Colarieti, Massimo D'Azeglio, August Bournonville. Garibaldi, in occasione di una speciale Infiorata realizzata in suo onore nel 1875, invitato dalle autorità genzanesi a passare sul tappeto di fiori, si rifiutò dicendo: "Certe cose divine non si calpestano". Nel corso dei secoli la nostra Infiorata da manifestazione popolare locale è divenuta manifestazione internazionale di arte, di cultura e soprattutto di fede - è realizzata infatti in onore della Festa del Corpus Domini ed è omaggio a "Colui che passa" - che attrae ogni anno migliaia di visitatori dall'Italia e dall'estero.



    Edited by loveoverall - 11/3/2011, 03:14
     
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    Un saluto a Sandro Gina,Giuly Fabry Lussi Mali, Rino

     
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    Infiorata di Bolsena

    Capolavori d'Arte e Tradizione nell'Opera dei Fiori di Bolsena.

    Le prime infiorate "artistiche", come le conosciamo oggi, probabilmente hanno avuto la loro consacrazione ufficiale nel 1600. Ne riporta notizia Giovan Battista Ferrari nel suo "De Florum Cultura", dove il prete gesuita descrive l'infiorata composta in Vaticano il 29 giugno del 1625, per la celebrazione dei Santi Pietro e Paolo, alla quale parteciparono anche artisti di grande rilievo.
    La storia dell'Infiorata di Bolsena è antichissima come la storia di Bolsena stessa. Le prime popolazioni che abitarono le rive del Lago, gli Etruschi, i Romani, durante molti dei loro rituali sacri, utilizzavano fiori profumati, petali variopinti, erbe aromatiche e foglie di piante belle e significative per omaggiare le divinità e i loro sommi sacerdoti. Il Miracolo Eucaristico di Bolsena avviene nel 1263 e, l'anno successivo, Papa Urbano IV istituisce la solenne festività del Corpus Domini, celebrata in tutto il mondo cristiano. Per onorare il passaggio della processione eucaristica, il clero e le popolazioni locali vennero invitate, come riporta il Cerimoniale dei Vescovi, ad adornare le vie con tappeti, pitture, fiori e piante verdi, a seconda delle possibilità della natura del luogo. In tempi recenti, nelle celebrazioni di San Giorgio, di Sant'Antonio, della Madonna di Maggio o di Santa Cristina in Fiore, le composizioni floreali, oltre al lancio di petali al passaggio delle processioni, erano costituite da "macchine composte di fiori". Nel 1800 a Bolsena sono documentate grandi opere floreali sul tragitto della solenne Processione: nel 1811, epoca in cui lo Stato Pontificio era in mano ai francesi,questi, presenti sul territorio bolsenese, minacciarono di distruggere la basilica di Santa Cristina. Allora il sacerdote P. Francesco Cozza, per scongiurare il pericolo e allontanare le intenzioni sacrileghe dei francesi, fece portare solennemente in processione una delle Sacre Pietre insieme all’ostia consacrata, "su un percorso ricoperto completamente di fiori e con enorme concorso di popolo". Da quel momento, nel giorno del Corpus Domini, a Bolsena la processione percorre le vie dell'intero paese, passando su un meraviglioso tappeto di fiori, lungo tre chilometri e fatto di grandi quadri artistici, dove lo spazio lo permette, composti interamente di petali di fiori freschi, ancora raccolti nelle campagne intorno al Lago, o lunghe guide con disegni geometrici e floreali che si snodano per i vicoli del centro storico. La raccolta dei fiori, la scelta del disegno e tutto l'enorme lavoro di preparazione e messa in opera dell'Infiorata è affidato alla volontà dei cittadini bolsenesi che, legati strettamente alle loro tradizioni e fortemente orgogliosi di essere infioratori, si prodigano mirabilmente affinché l'Infiorata riesca ogni anno, senza aiuti, senza finanziamenti, senza premi, senza riconoscimenti di alcun tipo se non quello di essere gli artefici dell'Opera dei Fiori di Bolsena.




    INFIORATA GENAZZANO




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    Usanze tipiche e curiose degli antichi romani

    Pare che diverse tradizioni matrimoniali siano derivate dagli antichi romani, dall’usanza di prendere la sposa in braccio mentre si attraversa la porta della casa coniugale al lancio del riso, simbolo di abbondanza e fertilità. Anche il divorzio era previsto dalla legislazione romana; fu però considerato moralmente disdicevole, ancorchè consentito, a partire dall’età repubblicana.

    La casa era un aspetto molto importante della vita quotidiana dei romani, e al suo interno l’ambiente più vissuto era la sala da pranzo o triclinio. Le dimore patrizie erano dotate di comodità quali acqua corrente calda e fredda e riscaldamento, oltre a contenere vere e proprie opere d’arte, dai pavimenti musivi alle pareti affrescate, alle sculture.

    I piccoli romani ricevevano un’istruzione in apposite scuole pubbliche che con gli anni prevalsero sul più arcaico insegnamento individuale. L’anno scolastico iniziava a marzo ed erano previste vacanze estive. Le lezioni occupavano mattino e pomeriggio con una pausa verso mezzogiorno. Le classi erano miste, ma dopo i dodici anni di fatto solo i maschi più abbienti proseguivano gli studi, e le ragazze si sposavano e/o proseguivano gli studi privatamente.

    La mania delle scarpe, così diffusa ai nostri giorni, era già presente tra gli antichi romani. Un po’ come accade oggi, scarpe, sandali e stivali esibivano lo status sociale di chi li indossava, insieme ad altri tipi di ornamenti utilizzati sia dagli uomini sia dalle donne. Le donne romane si depilavano e utilizzavano cosmetici, dalle lozioni idratanti per viso e corpo al makeup.

    Lo street-food, tendenza così diffusa ai nostri giorni, era già tipica nell’antica Roma, dove si usava consumare i pasti per strada acquistando i cibi da venditori ambulanti; erano molto diffuse anche le taverne. I pasti degli antichi romani erano tre, e di questi il più importante era la cena, soprattutto per la classe povera e i lavoratori. Il condimento più diffuso presso l’antica Roma era la salsa garum, composta da acciughe salate e fermentate con l’aggiunta di erbe aromatiche.

    Il periodo pasquale, ormai imminente, aveva delle traduzioni che in qualche modo sono giunte fino a noi. Alcune fonti narrano infatti che gli antichi contadini romani usavano seppellire un uovo dipinto di rosso nei loro campi al fine di propiziare il raccolto; le uova erano infatti simboliche di vita e di rinascita, e in questo senso erano riconducibili all’arrivo della primavera dopo lo sterile inverno.

    Erano molte, a Roma, le feste primaverili che omaggiavano le divinità in qualche modo riconducibili all’abbondanza e alla prosperità; molte di esse si tenevano al Circo Massimo con spettacoli di vario tipo. Di queste usanze, una delle più macabre è il sacrificio delle vacche gravide a Tellus per garantire la fertilità del bestiame. Meno impressionante ma sicuramente curiosa è la festa denominata Parilia, che si svolgeva ogni anno il 21 aprile: in quell’occasione si pulivano accuratamente sia gli ovili sia gli armenti, in segno di purificazione della comunità e delle greggi e di rimozione degli aspetti negativi dell’esistenza; a questo scopo venivano anche accesi dei fuochi per illuminare le tenebre e simboleggiare l’arrivo della stagione più soleggiata e luminosa.

    Anche il nostro Carnevale con l’usanza del travestimento può trovare una corrispondenza con i Saturnalia, antica festività romana che si svolgeva tra il 17 e il 23 dicembre; in questa occasione, gli schiavi venivano considerati uomini liberi ed eleggevano un princeps che si travestiva da nobile, solitamente con un abito rosso, il colore degli dei; in questo senso, alcuni ritengono che derivi da qui la figura di Babbo Natale. Durante i Saturnalia era anche eccezionalmente permesso il gioco d’azzardo, e di qui deriverebbe l’usanza della nostra tombola natalizia. Ne nostre “strenne” prendono poi il nome dalle “strenae” degli antichi romani, che erano dei rametti portafortuna di una pianta propizia che venivano donati all’inizio dell’anno nuovo ad amici e parenti.

    Parlando di mode molto diffuse nel mondo di oggi, anche il tatuaggio era praticato dagli antichi romani. A differenza dei giorni nostri, però, il tatuaggio era associato all’umiliazione e all’emarginazione: erano tatuati gli schiavi, i malviventi, i gladiatori; pare che, di rado, venissero tatuati anche i nobili, qualora si macchiassero di qualche colpa o reato evidente.

    Parlando di ornamenti meno invasivi, anche i gioielli erano molto diffusi nell’antica Roma e in particolare erano gli orecchini a godere del favore delle matrone romane. Secondo alcune fonti, a volte le donne indossavano anche più orecchini su uno stesso orecchio.



    Edited by loveoverall - 11/3/2011, 03:17
     
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    L’acconciatura nell’antica Roma


    è una materia il cui fascino arriva fino ai giorni nostri, come dimostrano alcuni tipi di styling che spesso vengono proposti in passerella o nei saloni di bellezza in caso di matrimoni e cerimonie di vario tipo. Osservando le sculture delle donne dell’antica Roma, si resta colpiti dalla creatività della acconciature, molto elaborate soprattutto se si tratta di donne sposate delle classi elevate. Se la moda romana rimase nei secoli relativamente semplice e immutabile, l’evidenza dello status sociale venne affidata perlopiù ai tipi di tessuto, ai gioielli, agli accessori e, appunto, alle acconciature.



    Se le fanciulle potevano anche solo raccogliere i capelli con una crocchia sul retro o con un nodo a spirale nella parte superiore della testa, le donne dedicavano alle acconciature molto tempo e sforzo. Erano assistite da esperti parrucchieri che aumentavano il volume della chioma o la allungavano tramite ciuffi posticci e parrucche. I capelli venivano tinti e decolorati, stirati e arricciati tramite ferri roventi, scolpiti con un esercito di forcine, retine e ausili meccanici di vario tipo. Grande importanza avevano poi gli accessori che venivano apposti sulle chiome: nastri, fermagli, forcine preziose erano accessori indispensabili affinché il risultato fosse sofisticato quanto si conveniva.



    Le tinture arrivavano dalle più svariate parti dell’impero: l’henné, ad esempio, molto usato durante l’epoca imperiale, veniva dall’Egitto. Le tonalità erano estremamente varie e pare arrivassero fino all’azzurro.



    I primi stili sono abbastanza semplici, e vanno dalla ciambella e chignon all’usanza di legare strettamente i capelli alla sommità della testa con dei nastri, all’usanza etrusca. Ben presto però queste semplici pettinature vennero sostituite con grandiose creazioni che per altezza e complicazione non hanno avuto rivali fino alla corte francese di Luigi XVI. La pettinatura era così importante che venivano commissionate acconciature rimovibili per i busti, in modo che l’immagine della persona ritratta venisse ricordata al culmine della moda dell’epoca.



    I capelli venivano anche profumati attraverso prodotti appositi; per l’acconciatura venivano usati diversi tipi di pettine e spazzole, nastri, retine in fili d’oro finemente intessute, nastri, ghirlande di fiori e gioielli preziosi: l’oro e le perle erano molto usati negli ornamenti per i capelli.



    Anche gli uomini, dal canto loro, col passare dei secoli presero a farsi arricciare e tingere i capelli – tra i primi che sfoggiarono boccoli artificiali ricordiamo l’imperatore Adriano e suo figlio Lucio Cesare; chi soffriva di calvizie iniziò a farsi applicare capelli posticci, la qual cosa era presa molto di mira dai poeti satirici romani.



    Sagra della Braciola Camerata Nuova

    La Sagra della Braciola rievoca annualmente il ricordo dell'incendio che nel 1859 distrusse il vecchio borgo di Camerata. Quest'anno la manifestazione assume un rilievo particolare in quanto cade il 150° anniversario. La tradizione vuole che ad incendiare il paese sia stato un incendio propagatosi da una casa nella quale alcune persone stavano arrostendo delle braciole di castrato.



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    CIAO AUGUSTO BUON PRANZO....CIAO..CLAUDIO..CIAO..RINO...GRAZIE DELLA CIOCCOLATA E DEI FIORI...SMACK....OK..PAR5TO..CON LA RICERCA..... CAMERATA NUOVA..SAGRA DELLA BRACIOLA...image
     
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    CIAO CLAUDIOOOOOOOOOOOO E BUONA SETTIMANA.............E BUONA SETTIMANA A TUTTI I VIAGGIATORI ED ISOLANI DI QUESTO ANGOLO INCONTAMINATO........PIENO DI PACE, TRANQUILLITÀ, CULTURA, COMPAGNIA, ECCC.........
     
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    CITAZIONE (Ispa @ 15/3/2010, 13:47)
    CIAO CLAUDIOOOOOOOOOOOO E BUONA SETTIMANA.............E BUONA SETTIMANA A TUTTI I VIAGGIATORI ED ISOLANI DI QUESTO ANGOLO INCONTAMINATO........PIENO DI PACE, TRANQUILLITÀ, CULTURA, COMPAGNIA, ECCC.........

    CIAO...MAGHETTO..BEN TORNATO FRA NOI.....SMACK.....T.V.B................

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