QUANTO SEI BELLA ROMA QUANN’E’ SERA..VEDO LA MAESTA’ DEL COLOSSEO..VEDO LA SANTITA’ DER CUPPOLONE..

Domenica 14 Marzo 2010

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ringo47
     
    .

    User deleted


    Il Mosè di Michelangelo





    Il Mosè è una delle più celebri sculture di Michelangelo.
    Essa è parte della tomba ubicata in San Pietro in Vincoli, a Roma, costruita da Michelangelo Buonarroti nel 1505 su commissione di Papa Giulio II, tomba completata nell'arco di quarant'anni a causa delle continue modifiche apportate al progetto originario. Nel primo progetto la tomba doveva essere costituita come un mausoleo a tre piani, ornato da quaranta statue in marmo e rilievi in bronzo, con una pianta di 11 metri per 7 al cui interno stava la tomba del pontefice massimo: il Mosè doveva fare da pendant con la statua di San Paolo, in quanto entrambi avevano ricevuto la visione di Dio.



    particolare del volto

    Inizialmente Papa Giulio II fu entusiasta del progetto, tanto che ordinò all'artista di partire per le cave apuane per scegliere i marmi più adatti a tal opera. Michelangelo passò otto mesi a Carrara, dal maggio al dicembre del 1505, contrattando e trasportando, su muli, navi, infine su rulli e slitte, i materiali più belli fino a Piazza San Pietro. Talmente tanti e belli erano che era diventata distrazione popolare andarli a rimirare. Si pensa che il Mosè sia stata una delle prime opere dello scultore.[senza fonte]Papa Giulio II non amava gli indugi, presa la decisione chiese al Bramante, l'architetto più illustre di quegli anni di progettare una nuova chiesa che prendesse il posto della vecchia Basilica Costantiniana, in Piazza San Pietro. Doveva essere il tempio della Cristianità, tanto smisurato da contenere il suo altrettanto enorme sepolcro. Giulio II, partito il progetto di quella che è oggi la Basilica di San Pietro, perse interesse per il suo maestoso sepolcro, distratto da ancor più maestosi affari e forse fuorviato da altri artisti invidiosi di Michelangelo.
    Michelangelo arriva perfino a scappare da Roma, con il papa che aveva interrotto i pagamenti e lo evitava e i marmi che continuavano ad arrivare e che lui doveva pagare. Tornò solo due anni dopo, sperando di poter rimettere mano al Mosè. Le sue aspettative furono deluse e gli fu commissionato un nuovo lavoro che fu per lui fonte di frustrazioni, anche fisiche, e allo stesso tempo forse la sua opera più famosa e osannata, la Cappella Sistina.
    Pochi mesi dopo Papa Giulio II muore, gli succedono Papa Leone X, Papa Adriano VI e Papa Clemente VII, che addirittura progetta di ucciderlo e per Michelangelo si profilano altri ostacoli al compimento del Mosè. Scappa spesso a Firenze. Michelangelo giunge, comprensibilmente, a dire che il Mosè è «la tragedia della mia vita». Era diventato la sua ossessione. Morto Papa Clemente VII, il nuovo pontefice Papa Paolo III vuole che l'artista esegua il Giudizio Universale, ma gli eredi di Papa Giulio II pretendono a gran voce che il Buonarroti finisca la tomba del loro antenato.
    Papa Paolo III si rese conto che Michelangelo era preso tra due fuochi. Convinse e rabbonì il nipote del papa. E rimandò ancora il compimento del sepolcro. Finito il Giudizio Michelangelo doveva riprendere e finire il Mosè. Ma il papa volle che dipingesse un'altra cappella intitolata a suo nome.
    Intanto passano gli anni, e bisogna arrivare al 1545, proprio 40 anni, per vedere completata l'opera. Michelangelo era un vigoroso 30enne e ora è un vecchio triste di settant'anni. Gli eredi di Giulio II lo accusano di volersi tenere e investire in vari affari i soldi che ha percepito in quei quarant'anni. Quello che avrebbe dovuto essere un superbo mausoleo s'è ridotto a una "misera" parete.
    Negli anni Michelangelo si occupò di altri progetti, a cui deve la sua gloria, ma se il Mosè ora fosse quello che era stato progettato, come dice Corrado Augias nel suo I segreti di Roma, «certamente sarebbe ancora oggi una delle meraviglie del mondo.»




    È legato a questa scultura l'aneddoto secondo il quale Michelangelo, contemplando la stessa al termine delle ultime rifiniture e stupito egli stesso dal realismo delle sue forme, abbia esclamato "Perché non parli!?" percuotendone il ginocchio con il martello che impugnava.[1]

    Sempre per questa statua si racconta che Michelangelo aveva appena finito di scolpirla quando ricevette la visita del gonfaloniere Pier Soderini, il quale fece subito notare all’artista che il naso della statua era sproporzionato. Michelangelo, dando l’impressione di apprezzare la critica, prese martello e scalpello e con spalle rivolte al gonfaloniere, finse di dare alcuni colpi per ridurre il naso. “Ora va benissimo!”, commentò soddisfatto il Soderini. [2]

    A proposito della maestosa barba del Mosè, il Vasari disse che è scolpita con una perfezione tale da sembrare più “opera di pennello che di scalpello”. [3] Secondo la fantasia popolare, nella barba del Mosè, sotto il labbro inferiore, leggermente a destra, Michelangelo avrebbe scolpito il profilo di papa Giulio II e una testa di donna.[4]

    Curiosamente le tavole della legge risultano rovesciate, come se fossero scivolate dalle braccia del Mosè.[5]

    Celebre lo sguardo del Mosè definito come “terribile”. Esso è stato interpretato come espressione del carattere di Michelangelo, così irascibile, orgoglioso e severo che per esso è stato appositamente coniato il termine "terribilità".[6]






    Edited by loveoverall - 24/1/2011, 11:01
     
    Top
    .
136 replies since 14/3/2010, 01:31   7656 views
  Share  
.