LA CITTA’ SUL FIUME..LE SUE MURA ANTICHE..I RIONI..ROMA UN DIAMANTE DI INFINITE SFACCETTATURE...

Sabato 13 Marzo 2010

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    IO.METTO UN PO' DI MUSICA..COSI'..MENTRE VOI FATE LE RICERCHE..AVETE..IL SOTTO FONDO..MUSICALE..OK?!!!]CIAO..MAGHETTO CHE FAI..NN MI SALUTI..SMACK.....
     
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  2. Ispa
     
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    CITAZIONE (Lussy60 @ 13/3/2010, 15:05)
    IO.METTO UN PO' DI MUSICA..COSI'..MENTRE VOI FATE LE RICERCHE..AVETE..IL SOTTO FONDO..MUSICALE..OK?!!!]imageCIAO..MAGHETTO CHE FAI..NN MI SALUTI..SMACK..... (FILE:www.youtube.com/v/F7jv8zmtnxE&hl=it_IT&fs=1&)

    CIAO LUSSY..............SCUSA MA UNA BRUTTA GIORNATA..........NON RIESCO A SEGUIRVI...........
     
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  3. gheagabry
     
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    ciao lussy ok per la musica!
     
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  4. zara67
     
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    RAGAZZI MI ALLONTANO PER UN PO CI VEDIAMO PIU TARDI O DOMANI UN BACIO A TUTTI
     
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    Pincio - Storia moderna -

    Gian Lorenzo Bernini scolpì sulla Porta del Popolo, l’ingresso nord della città dove giungono pellegrini, mercanti, imperatori, artisti, il benvenuto alla Regina Cristina di Svezia, convertitasi al cattolicesimo e scesa a Roma: "Felici faustoque ingressu". La leggenda dei cronisti del tempo racconta che la Regina del Nord, il giorno del suo arrivo, il 20 settembre 1655, prima spianò il viso con la fronte corrugata, e poi sorrise. Nel giugno 1816 fu approvato il progetto di piazza del Popolo di Giuseppe Valadier, che in otto anni costruì l'attuale piazza e il vasto giardino del colle del Pincio. Nel parlare comune viene ancora detto "il Pincio" la parte di Villa Borghese all'interno delle Mura aureliane, dalla terrazza su piazza del Popolo a Villa Medici. Il Pincio è il primo giardino pubblico di Roma, voluto da Napoleone, e tra le passeggiate storiche è forse la più cara ai romani. Mira dell'osservatorio e busto di Angelo Secchi alla Casina Valadier. La sistemazione odierna è dovuta, appunto, a Valadier che, su richiesta di Pio VII (il cui ritorno è festeggiato proprio con l'arco trionfale di piazza del Popolo), unì il colle più bello della città alla porta Flaminia e a piazza del Popolo in un unicum neoclassico, simmetrico: si è negli anni dell'influenza neoclassica napoleonica, anzi l'esercito francese è ancora a presidio della città eterna. Valadier studiò il delicato disegno dei due tornanti che salgono convergendo a metà della collina dal lato orientale della piazza verso la vasta terrazza panoramica dedicata a Napoleone I, con un viale in falsopiano, oggi viale Gabriele d'Annunzio, che sfiora i bassorilievi, la fontana, e poi i tre alti nicchioni fino alla terrazza panoramica; ideò pure la notevole quinta botanica, formata da palme e altre essenze sempreverdi, che guardano al di sopra delle rampe da piazza del Popolo fino a un incredibile panorama della Roma rinascimentale e vaticana. L'elemento urbano della piazza fu così collegato mirabilmente da Valadier mediante rampe e terrazze a quello paesistico dei giardini del Pincio. Valadier pose inoltre sul Pincio la sua residenza privata, la Casina Valadier, similmente al cassero della nave che Nelson comanda a Trafalgar. Purtroppo per lui morì prima di potervi alloggiare, e diventò così subito caffetteria pubblica e punto di contemplazione sulla città, come ancora oggi. Per i viali del Pincio sono collocati numerosi busti, voluti originariamente durante la Repubblica Romana. Il Triumvirato infatti, il 28 maggio 1849 stanziò 10000 lire per la creazione di alcuni busti in marmo di personaggi famosi della storia d'Italia. Ne vennero scolpiti 52, che finirono comunque nei magazzini comunali per essere rispolverati solo nel 1851, quando Pio IX li fece collocare ad ornamento del Pincio e della casina Valadier. Alcuni busti furono scartati in quanto considerati dal pontefice atei, eretici o rivoluzionari e nel 1857 il conte Luigi Antonelli decise che questi ultimi avrebbero dovuto essere cambiati in "aspetto e denominazione". Girolamo Savonarola, Caio Gracco, Pietro Colletta, Leopardi, Machiavelli, Giovanni dalle Bande Nere e Vittorio Alfieri diventarono quindi, rispettivamente, Guido d'Arezzo, Vitruvio, Plinio il Vecchio, Zeus, Archimede, Lorenzo il Magnifico e Vincenzo Monti. Il numero dei busti aumentò nel tempo, e alla fine degli anni sessanta i busti erano 228[5], periodicamente afflitti da epidemie di vandalismo che ne attaccano preferibilmente i nasi, le donne ritenute meritevoli di un busto sono solo 3: Vittoria Colonna, santa Caterina da Siena e Grazia Deledda. Uno di questi busti ha una storia interessante: nel 1860 fu collocata al Pincio, vicino alla Casina Valadier, la "mira" dell'Osservatorio astronomico del Collegio Romano per la determinazione del meridiano di Roma, su richiesta del suo direttore, l'astronomo gesuita Angelo Secchi. Era, in origine, soltanto un segnale a scacchi poi perfezionato in colonna con un foro che permetteva di illuminarlo di notte. Nel 1878, alla morte del Secchi, il suo busto venne piazzato sulla colonna. Danneggiato nel 1960, fu ripristinato nel 2001 e fornisce ancora la mira (anche se non serve più). In un angolo in fondo c'è anche un monumento a Enrico Toti del 1922.

    laghetto del Pincio

    tramonto visto dal pincio



    CITAZIONE (Ispa @ 13/3/2010, 15:00)
    GIORNATACCIA............................

    VILLA ALDOBRANDINI

    (IMG:http://i41.tinypic.com/25gs2nt.jpg)



    VILLA PALLAVICINI

    (IMG:http://i42.tinypic.com/314v4go.jpg)


    Ciao Antonioooooooooooooooooooooo!!!!



    Ciao Raf ... a turno un pò tutti abbiamo avuto piccoli o grandi problemi col pc o l'accesso al forum, ho chiesto ad Elena e mi ha detto che dipende dal forumcommunity.net che sta lavorando sull'aggiornamento del suo sistema ... A PIU' TARDI ... Ciao Zara ... a dopo ....

     
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    CITAZIONE (Ispa @ 13/3/2010, 15:12)
    CITAZIONE (Lussy60 @ 13/3/2010, 15:05)
    IO.METTO UN PO' DI MUSICA..COSI'..MENTRE VOI FATE LE RICERCHE..AVETE..IL SOTTO FONDO..MUSICALE..OK?!!!]imageCIAO..MAGHETTO CHE FAI..NN MI SALUTI..SMACK..... (FILE:www.youtube.com/v/F7jv8zmtnxE&hl=it_IT&fs=1&)

    CIAO LUSSY..............SCUSA MA UNA BRUTTA GIORNATA..........NON RIESCO A SEGUIRVI...........

    MI..DISPIACE..SEMBRA CHE.OGGI..SIA LA BRUTTA GIORNATA..DI MOLTI.......VAI..RESISTI..MAGHETTO..FRA UN PO'..ARRIVA LA DOMENICA..POI..TI RIPOSI...........UNA CANZONE PER TE.................
     
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  7. gheagabry
     
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    ISOLA TIBERINA





    Una leggenda narra che dopo la caduta di Tarquinio il Superbo, il popolo romano ne gettò il corpo nel Tevere; sul corpo depositato sul fondo del fiume si accumularono sabbia e detriti, dando il via al formarsi dell’isola Tiberina.

    Un'altra versione narra che il sito si sia formato per la sedimentazione e l'accumulo dei detriti provocati dal lancio nel fiume dei beni della famiglia dei Tarquini.
    A causa delle sue oscure origini, l’isola Tiberina era considerata dai romani un posto di cattivo presagio, tanto che fin quando non vi fu costruito il tempio, evitavano di recarsi sull’isola, e solo i peggiori criminali erano condannati a passarvi il resto della loro vita.






    L'Isola Tiberina sorge nel mezzo del fiume Tevere a Roma: guado naturale, fu determinante per il costituirsi di insediamenti stabili sulle alture circostanti.
    E' collegata alla terraferma dai ponti Fabricio e Cestio.




    Con l'aggiunta di successive costruzioni artificiali, si sarebbe nel tempo formata una vera e propria isola.
    In seguito, dopo una terribile pestilenza verificatasi nel 230 a.c., si sarebbe rifugiato proprio sull'isola il sacro serpente simbolo del dio Esculapio, che avrebbe dovuto proteggere la città. I cittadini costruirono lì il tempio dedicato al dio, tempio di cui sono state ritrovate le vestigia proprio durante i lavori di restauro della chiesa di San Bartolomeo, sull'Isola Tiberina.





    La leggenda e il profilo dell'isola suggerirono la sistemazione del perimetro esterno in forma di nave da guerra, con un obelisco come albero maestro. Sulle colonne del tempio di Esculapio, sorge la chiesa di San Bartolomeo. Sotto l'attuale ospedale si troverebbero i resti dell'obelisco che fungeva da albero per la nave.
    Nel Rinascimento, grazie all'iniziativa di un ordine religioso cattolico, ebbe luogo la costruzione dell'ospedale, oggi gestito dalla Confraternita Fatebenefratelli.
    L'Isola Tiberina è attualmente patrimonio artistico dell'Umanità.


     
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    UN PO' DI MUSICA..DOLCE.......

    GABRY...COME VA'..OGGI?!!!...
     
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  9. gheagabry
     
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    ISOLA TIBERINA






    Si narra che nel 293 a.C. Roma fu colpita dalla peste. Dopo aver consultato i Libri Sibillini, il Senato romano decise di costruire un tempio dedicato ad Esculapio, il dio greco della medicina, e allo stesso tempo organizzò una delegazione per ottenere la statua del dio. Al ritorno della delegazione, mentre questa risaliva il fiume, un serpente, il simbolo del dio, fu visto scivolare via dalla barca e nuotare verso l'isola. Questo fatto fu considerato come la volontà di Esculapio di scegliere il posto dove far sorgere il tempio a lui dedicato. Il tempio fu edificato sull'e la peste terminò di flagellare Roma. L'evento miracoloso imprisola essionò così tanto i romani che l'isola fu resa somigliante ad una nave romana.

    Rivestimenti in travertino furono aggiunti alle rive, scolpiti a somiglianza della prua e della poppa, ed un obelisco fu eretto nel mezzo dell'isola, a raffigurazione del pilone di una nave; infine mura circondarono tutta l'isola, così che questa divenne verosimilmente la raffigurazione di una nave. Alcuni resti del rivestimento sono ancora visibili nella parte orientale e parte dell'obelisco che qui sorgeva è custodito nel Museo archeologico nazionale di Napoli.

    Nella parte meridionale dell'isola era edificato il Tempio di Fauno, l'unico dedicato a questo dio a Roma.

    L'isola
    Per la sua posizione al centro del fiume, l'Isola si prestava ad essere - in caso di necessità - separata dalla città e luogo di isolamento essa stessa.

    Nel Medioevo la struttura templare venne infatti utilizzata come residenza fortificata dei Pierleoni, ai quali successero i Caetani. Il palazzo Pierleoni Caetani divenne poi convento francescano dal XVI al XVIII secolo e adibito, in caso di pestilenza, a lazzaretto; nel '900 fu concesso in uso all'Ospedale israelitico, che vi mantiene ancora un ambulatorio.

    La parte a monte dell'Isola, edificata tra il 1930 e il 1935 su progetto di Cesare Bazzani, ospita ora l'Ospedale Fatebenefratelli, uno dei più rinomati della città.

     
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  11. gheagabry
     
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    ..lussy...va bene!!!

     
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    CITAZIONE (gheagabry @ 13/3/2010, 16:04)
    ..lussy...va bene!!!

    OK..AHAHAH..NN SPRECARE MOLTE PAROLE..ALTRIMENTI..POI...TI SECCA LA LINGUA E DEVI CORRERE A BERE.....AHAHA.......VADO AVANTI CON LA MUSICA....CHE CANTANTE VUOI?!!!
     
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  13. Ispa
     
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    NON SO VOI.......MA PER ME CI VUOLE.............FAVORITE????

     
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  14. zara67
     
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    LUSSY GABRY VADO AL CINEMA I BIMBI VOGLIONO VEDERE ALICE WANDERFOL QUINDI STASERA NON CREDO CHE RIUSCIRO' A VENIRE CI VEDIAMO DOMANI SE STO IN CASA UN BACIO VI AUGURO UNA BUONA SERATA E UNA BUONA DOMENICA UN SALUTO A TUTTI RAFFA AUGUSTO CLAUDIO RINO LIA PATTY UIN BACIONE
     
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    ... sempre all'interno del Pincio ...

    Casina Valadier

    è il nome con cui è solitamente conosciuto il caffè del Pincio, un piccolo ed aggraziato edificio del celebre parco alle pendici settentrionali del centro storico di Roma sito in piazza Bucarest. La palazzina prende il nome dal suo progettista, l'architetto romano Giuseppe Valadier, che l'aveva disegnata e realizzata tra il 1816 e il 1837 rielaborando un precedente casale del XVII secolo. Nel periodo che spazia dal Regno d'Italia alla fine dell'Ottocento conosce un periodo felice finché non cade in declino divenendo la dimora del custode del parco del Pincio. Nel 1920 fu acquistato da un certo A. Banfi che inaugurò il ristorante. Nella seconda guerra mondiale fu occupata dai militari tedeschi, dopodiché la casina conobbe un nuovo periodo felice finché passaggi di proprietà sbagliati crearono un nuovo declino perdurato fino al 1990, anno in cui venne chiusa al pubblico. Riapre il 19 giugno 2004 dopo vari interventi di restauri

    L'idrocronometro del Pincio

    L’idrocronometro del Pincio meglio conosciuto dai romani “Orologio ad acqua” è sicuramente una di quelle cose che da bambino (e non solo) ti colpiscono e ti affascinano in modo particolare per i suoi movimenti . Fu inventato da “Padre Giovan Battista Embriaco” e collocato nel giardino del Pincio nel 1873 in una fontana realizzata appositamente dall’architetto Giocchino Ersoch. La sua realizzazione in realtà è del 1867 e fu presentata all’Esposizione Universale di Parigi. Narra la storia che l’orologio è stato realizzato con un funzionamento ad acqua perché in quel periodo l’attuale amministrazione di Roma stava facendo uno sforzo enorme per portare l’acqua potabile in più punti possibili della città grazie a molte fontane da li l’idea di “Padre Giovan Battista”. L’orologio è stato restaurato e rimesso in funzione il 29 giugno del 2007 dopo circa due anni di lavoro ad opera della Scuola ELIS di Roma.

    Obelisco del Pincio

    (o obelisco di Antinoo)

    è uno dei tredici obelischi antichi di Roma, su viale dell'Obelisco (Pincio). Ha una altezza di 9,24 metri e con il basamento e la stella sulla cima 17,26 metri. Venne realizzato all'epoca di Adriano in onore di Antinoo e collocato inizialmente a decorare un monumento dedicato al giovane dopo la sua morte in Egitto; Eliogabalo lo fece spostare per ornare la spina del Circo Variano nella sua residenza suburbana. Fu rinvenuto nel XVI secolo fuori Porta Maggiore (dal luogo di ritrovamento, presso le mura aureliane, viene chiamato "obelisco Aureliano"), nel secolo successivo venne spostato dai Barberini nel loro palazzo, senza essere però rialzato, e venne quindi donato a papa Clemente XIV che lo fece spostare nel Cortile della Pigna in Vaticano; venne innalzato solo nel 1822 nei giardini del Pincio per volere di papa Pio VII.

    Busti del Pincio

    Fu la prima passeggiata creata a Roma con l'intento di mettere a disposizione di tutti i cittadini un'area di verde pubblico. Venne costruita tra il 1810 ed il 1818 sul colle Pincio, area occupata nell'antichità da alcune splendide ville dell'aristocrazia romana, che contornavano Roma con i loro orti. Il Parco venne disegnato e realizzato dall'architetto e archeologo romano Giuseppe Valadier (1762-1839), nel contesto del più ampio progetto di sistemazione della zona di Piazza del Popolo che incluse, oltre al giardino, al colle Pincio e alla Casina, anche il monastero degli Agostiniani, l'imbocco delle vie di Ripetta e del Babuino e la caserma. Oltrepassata la Casina Valadier (che ospita un noto Ristorante) ed imboccato il vasto Piazzale Napoleone I si arriva alla "terrazza del Pincio", da cui è possibile godere uno tra i più belli e famosi panorami di Roma. Una delle curiosità da segnalare è senza dubbio la presenza tra i viali del Parco dei busti di oltre 200 italiani illustri di tutti i tempi. Commissionati dalla Repubblica romana con l'obiettivo immediato di sostenere gli artisti rimasti disoccupati a seguito degli eventi rivoluzionari del 1848, rispondevano sicuramente ad un gusto dell'epoca di collocare opere scultoree negli anfratti di parchi e giardini, ma anche ad un'esigenza culturale e politica di utilizzare uno spazio aperto al pubblico come luogo didattico per la coscienza nazionale in formazione, attraverso la memoria e l'esempio di tanti personaggi. La decisione della loro collocazione lungo i viali del Pincio fu presa dopo l'occupazione francese ed il ritorno di Pio IX da Gaeta, ma problemi burocratici e mancanza di fondi ne ritardarono l'attuazione fino al 1852 quando il Municipio di Roma, che nel frattempo aveva ricevuto i busti in donazione, provvide a porli in opera. Non tutti i personaggi poterono però vedere la luce a causa dell'ostracismo papale. La consuetudine di collocare i busti si è mantenuta anche con l'unità d'Italia e nel corso del secolo attuale: l'ultimo intervento risale infatti alla fine degli anni '60, ed ha fatto raggiungere alle opere il considerevole numero di 228. La disposizione è rimasta tuttavia casuale (nonostante i diversi progetti di risistemazione elaborati nel tempo) ad eccezione del gruppo di busti realizzati dopo il 1918 in memoria di illustri caduti nella I Guerra Mondiale, che sono stati collocati tutti nella Piazza dei Martiri ad essi dedicata. Solo tre i busti dedicati a donne: Vittoria Colonna, Santa Caterina da Siena, Grazia Deledda.

    ...

    Altri busti ... lungo la passeggiata al Pincio ...

     
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191 replies since 13/3/2010, 02:13   4134 views
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