LA CITTA’ SUL FIUME..LE SUE MURA ANTICHE..I RIONI..ROMA UN DIAMANTE DI INFINITE SFACCETTATURE...

Sabato 13 Marzo 2010

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    ... Rione Monti è davvero uno scrigno ricco di sorprese e bellezze che travalicano il tempo ... in questo rione ci sono le Terme di Caracalla che abbiamo visto ieri .... quindi andando oltre nei luoghi di questo rione troviamo ... e premettendo che Il taglio moderno del rione, che coincise con l'apertura di via Nazionale, ridusse anche il "verde" di cui i "monticiani" andavano fieri: nel 1774 il rione contava 17 ville e 7 giardini, a parte gli orti e le vigne. Il Piano Regolatore Viviani della Roma umbertina fece scempio del "verde" e così scomparvero villa Giustiniani, villa Casali e villa Altieri, ingoiate dalla speculazione edilizia: uniche oasi di verde sono rimaste villa Aldobrandini, villa Pallavicini e il parco archeologico del Colle Oppio.

    ... andiamo a Via Nazionale

    è una via di Roma che da Piazza della Repubblica conduce verso Piazza Venezia, fermandosi a largo Magnanapoli. Nel suo percorso attraversa i rioni di Castro Pretorio e Monti. Dopo il trasferimento da Firenze a Roma della capitale del Regno d'Italia, il collegamento tra la Stazione Termini e il centro direzionale dell'epoca (via del Corso) fu tracciato seguendo il percorso del romano Vicus Longus, lungo la valle di San Vitale, attraverso una zona che era all'epoca pochissimo abitata, e i cui terreni erano stati acquistati dal monsignor de Merode proprio nella previsione di questo utilizzo. Le prime strade urbanizzate in questa zona furono Via Torino, Via Firenze, Via Napoli e Via Modena, e per quest'area il nuovo Comune di Roma fece propria, già nel marzo 1871, la convenzione edilizia già stipulata tra lo Stato pontificio e il De Merode.

    Colle Oppio

    a Roma, è una delle tre alture che, con Fagutal e Cispius costituivano il Mons Exquilinus. Il colle fu sede di uno dei villaggi da cui sorse Roma, e la memoria di questa sorta di nobiltà civile era ancor viva in epoca repubblicana, stando ad un'iscrizione ritrovata presso le Sette Sale, alle Terme di Traiano, che cita il restauro del sacellum compitale fatto a spese degli abitanti (de pecunia montanorum). Nella suddivisione augustea della città il Mons Oppius fu compreso nella Regio III, denominata Isis et Serapis dal grande tempio che sorgeva alle sue pendici sudorientali, tra le odierne via Labicana e via Merulana. Già sede (in direzione del Vicus Suburanus) del Portico di Livia, l'altura fu occupata in epoca neroniana dalla Domus aurea e dalle successive Terme di Tito e di Traiano. Vi si stabilirono poi, in epoca cristiana, il Titulus Eudoxiae (odierno San Pietro in Vincoli) e il Titulus Equitii (oggi San Martino ai Monti). Oggi appartiene al rione Monti, di cui costituisce il polmone verde, ed è compreso tra via Labicana, via degli Annibaldi, via Cavour, via Giovanni Lanza, via Merulana. Le strade circostanti furono intensamente edificate tra fine ottocento e inizio novecento, mentre le emergenze archeologiche (quanto ne rimaneva, almeno, dalle spoliazioni) furono incluse nel vasto Parco del Colle Oppio, che degrada verso la valle del Colosseo. Il Colle Oppio fu sede di intensa urbanizzazione e di fastose realizzazioni architettoniche in età romana.
    Durante il Medioevo venne progressivamente abbandonato e per larga parte occupato da giardini ed orti. Nel 1871, nell'ambito delle programmazioni urbanistiche rese necessarie dalle nuove esigenze di Roma capitale, l'area venne destinata a giardini pubblici e fu più tardi inserita nel grandioso progetto di tutela e valorizzazione della cosiddetta "zona monumentale riservata".Ma fu solo nell'ambito dei programmi urbanistici della Roma mussoliniana, caratterizzati dall'esaltazione del passato imperiale e dal forte interesse per il verde pubblico, che le pendici del Colle Oppio assunsero, in due differenti fasi, il loro assetto attuale. Il primo nucleo del parco, comprendente la zona presso le sostruzioni della grande esedra meridionale delle Terme di Traiano, la scarpata prospiciente via Labicana ed il lato verso via Mecenate, fu infatti realizzato, tra il 1928 ed il 1932, dall'architetto Raffaele de Vico. Il giardino si impernia sull'incrocio di due assi viari principali (Viale Mizzi e Viale della Domus Aurea) dotati di ingressi monumentali ed arricchiti da una serie di fontane realizzate sfruttando la naturale pendenza dei luoghi. Tra queste, vanno ricordate la fontana delle anfore, il grande ninfeo con decorazioni in tufo realizzate da A. Giorgiutti e le due fontane gemelle affacciate su Via Labicana. Lungo il Viale della Domus Aurea si trova la statua in bronzo raffigurante Alfredo Oriani, eseguita da Ercole Drei nel 1935. La vegetazione presenta una piacevole sintesi tra piante mediterranee (pini, lecci, cipressi, oleandri), essenze esotiche tipiche del giardino paesistico (palme) e specie tipiche dei giardini antichi (rose, mirto, alloro). La sistemazione del settore superiore del colle, vero e proprio parco archeologico comprendente imponenti ruderi delle Terme di Traiano, venne successivamente curata (1935-1936) da Antonio Muñoz, Direttore delle Antichità e Belle Arti del Governatorato di Roma. Nella progettazione dell'area, Muñoz tese comunque a privilegiare le esigenze urbanistiche e la ricerca di prospettive spettacolari a scapito della visione d'insieme del complesso monumentale antico, la cui unitarietà risulta pertanto, allo stato attuale, difficilmente percepibile.

     
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  2. zara67
     
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    CITAZIONE (Lussy60 @ 13/3/2010, 14:01)
    CIAO..TOPOLINA.BEN TORNATA.....SMACK..T.V.B..........................ZARA...GRRRRRRRR...NN SEI MAI CONTENTA DI NIENTE.imageTI HO APPENA SERVITA..AL BAR....ORA MI HAI FATTO INTERROMPERE..LA MIA STUPENDA RICERCA....CONTENTA?!!!!............... -_-

    EM....GABRY.......MI SA CHE IL NOSTRO CLAUDIO....E' UN POCHINO...MEGLIO..CHE NE DICI......AHAHAHA :lol: :lol:

    MA COME IO TI HO DETTO QUELLE COSE BELLISSIME AL BAR E TU MI TRATTI MALE :angry: :angry:
     
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    CITAZIONE (zara67 @ 13/3/2010, 13:56)
    ROMA E MERAVOGLIOSO CI SONO STATA SPESSO APPENA MIGLIORA IL TEMPO VOGLIO PARTARCI ANCHE I MIEI FIGLI IL GRANDE MI STA CHIEDENDO SPESSO DI ANDARCI


    Ciao Zara ... Buongiorno, scusami ero preso da immagini e altro ... mi offro come Cicerone dei tuoi figli e della tua famiglia ... ahahahahahaahahahaahahah ... se ne avete piacere ovviamente .... BUONA GIORNATA ... TI ABBRACCIO FORTISSIMO ....

     
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  4. zara67
     
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    La Fontana di Trevi è la più grande ed una fra le più note Fontane di Roma; è considerata all'unanimità una delle più celebri fontane del mondo.

    La settecentesca fontana, progettata da Nicolò Salvi, è un connubio di classicismo e barocco adagiato su un lato di Palazzo Poli.





    La più famosa e monumentale fontana di Roma, è una delle più belle creazioni del '700; opera dell'architetto Salvi che la realizzò nel 1735 sotto il pontificato di Clemente XII. E' considerata una delle più belle fontane del mondo. Il palazzo che fa da sfondo alla fontana è quello dei Duchi di Poli. Situata in in trivio (da cui il nome) ha una scenografia eccezionale formata da scogli e statue (Oceano sulla biga trascinato da focosi cavalli marini, guidati da tritoni.
    Eretta nella piazza omonima non lontana da via del Corso, è probabilmente uno dei luoghi più affollati di visitatori di Roma. Migliaia di persone ogni giorno visitano l'opera per potere gettare nella vasca una moneta, che come da leggenda, garantisce al turista di tornare ancora a Roma nella sua vita; nel caso poi il turista o la turista vogliano avere una fidanzata/o, devono gettare nella vasca due monetine, tre monetine per avere un figlio italiano. Il film "La dolce vita" di Federico Fellini ha contribuito ad arricchire la fama mondiale di questa fontana.
    La fontana di Trevi è divisa in tre nicchie da quattro colonne. Le sculture che la compongono narrano varie vicende allegoriche. Nella nicchia centrale si trova la statua di Oceano, rappresentato su un cocchio a forma di conchiglia trainato da cavalli alati. Nelle nicchie laterali ci sono le statue dell'Abbondanza e della Salubrità. Nella grande vasca, simboleggiante il mare, fra le sculture si trovano figure di tritoni e di animali marini, mitologici e reali.

    CITAZIONE (loveoverall @ 13/3/2010, 14:06)
    CITAZIONE (zara67 @ 13/3/2010, 13:56)
    ROMA E MERAVOGLIOSO CI SONO STATA SPESSO APPENA MIGLIORA IL TEMPO VOGLIO PARTARCI ANCHE I MIEI FIGLI IL GRANDE MI STA CHIEDENDO SPESSO DI ANDARCI


    Ciao Zara ... Buongiorno, scusami ero preso da immagini e altro ... mi offro come Cicerone dei tuoi figli e della tua famiglia ... ahahahahahaahahahaahahah ... se ne avete piacere ovviamente .... BUONA GIORNATA ... TI ABBRACCIO FORTISSIMO ....


    CIAO CLAUDIO GUARDA CHE TI PRENDO IN PAROLA AHHHHH
     
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  5. gheagabry
     
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    IMPERATORE AUGUSTO






    da una iscrizione dettata dal lui

    "Gaio Giulio Cesare Ottaviano, detto l'Augusto (63 a.C. – 14), primo imperatore romano.

    * All'età di diciannove anni per mia sola deliberazione ed a mie spese formai un esercito con il quale restituii la libertà alla repubblica dominata e oppressa da una fazione. Per questo il senato con decreti mi accolse nell'ordine suo attribuendomi il diritto di esprimere fra i consolari la mia sentenza e mi conferì il comando militare; e ordinò che io provvedessi, in qualità di pretore, insieme con i consoli, affinché lo stato non patisse danno. Il popolo in quell'anno medesimo mi fece console, essendo in guerra entrambi i consoli caduti, e triumviro con l'incarico di riordinare la repubblica.
    Quelli che il mio padre trucidarono mandai in esilio punendo il loro delitto con procedimenti legali; e movendo poi essi guerra alla repubblica li vinsi due volte in battaglia. Guerre per terra e per mare civili ed esterne in tutto il mondo combattei spesso; e vincitore lasciai in vita tutti quei cittadini che implorarono grazia. Quasi cinquecentomila cittadini romani in armi sotto le mie insegne; dei quali più di trecentomila inviai in colonie o rimandai nei loro municipi, compiuto il servizio militare; e a essi tutti assegnai terre o donai denaro in premio del servizio.
    Due volte ricevette l'onore trionfale dell'ovazione e tre curili trionfi celebrai; e fui ventuno volte acclamato imperator, pur decretando altri numerosi trionfi a me il senato, ai quali tutti io rinunziai. [...] Triumviro per riordinare lo stato fui per dieci anni continui. Princeps senatus fui fino al giorno in cui scrissi queste memorie per anni quaranta. E fui pontefice massimo, augure, quidecemviro alle sacre cerimonie, settemviro degli epuloni, fratello arvale, sodale Tizio, feziale. [...] Nel mio sesto e settimo consolato, dopo di aver estinto l'avvampare delle guerre civili, avendo io per consenso universale assunto il potere supremo, trasferii dalla mia persona al senato e al popolo romano il governo della repubblica. Per questo mio atto, in segno di riconoscenza, mi fu dato il titolo di Augusto per deliberazione del senato. Dopo di allora tutti sovrastai per autorità, ma potere non ebbi più ampio di quelli che in ogni magistratura mi furono colleghi. (da Atti del Divino Augusto"
     
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    CITAZIONE (gheagabry @ 13/3/2010, 13:57)


    Claudio Imperatore



    (IMG:http://i43.tinypic.com/34dso42.jpg)



    Alla morte del giovane Caligola, l'Impero passa a suo zio Claudio.

    Costui si distingue per un proprio stile di governo estremamente dimesso, essendo il suo un principato privo o quasi di eventi politici appariscenti. A ciò principalmente è dovuta la bassa stima che i suoi contemporanei tendono a riservargli, oltre che la scarsa risonanza del suo regno presso i posteri.

    Eppure, nonostante una tale 'invisibilità', la sua gestione dello stato sarà molto oculata, e perfino astuta.


    Claudio (Parigi, Louvre)

    La politica che egli decide di seguire è fondata essenzialmente sui seguenti assunti:

    a) rafforzamento della centralità politica della parte occidentale dell'Impero, oltre che della sua identità culturale e politica;
    b) mantenimento di un atteggiamento di rispetto formale nei confronti dell'autorità senatoria (ciò anche attraverso la sua politica culturale, decisamente filo-occidentale);
    c) avvicinamento ai ceti possidenti occidentali, attraverso facilitazioni di carattere economico e fiscale.

    E' chiaro dunque, già da tali punti come la politica di Claudio si situi su una linea praticamente opposta rispetto a quella del suo predecessore, Caligola.

    Tuttavia, contemporaneamente, egli agisce anche al fine di aumentare i poteri politici e istituzionali imperiali, a spese di quelli senatori e nobiliari.

    Ciò avviene, tra l'altro, con l'accrescimento del numero delle milizie dell'esercito pretorio e con la riduzione dei poteri politici e giudiziari del Senato.

    La sua strategia consiste - anziché nell'umiliare e indebolire l'aristocrazia sul piano morale, politico e economico - nel favorirne lo sviluppo dal punto di vista economico, valorizzando al tempo stesso le sue radici culturali (mantenendo un atteggiamento fondamentalmente filo-occidentale), ma anche sottraendole impercettibilmente alcuni degli antichi poteri politici al fine di accrescere quelli del nascente apparato imperiale.

    E' un modo per cercare di risolvere, almeno in parte e a favore del princeps e dell'Impero, l'annoso conflitto tra gli antichi e radicati poteri nobiliari e quelli dell'apparato imperiale, molto più vasti ma di origine decisamente più recente.

    Altre azioni sostenute da Claudio sono una spedizione in Britannia nel 42 (compimento di quella progettata e mai realizzata da Caligola) e la creazione di alcune nuove province: Tracia, Giudea, Licia e Mauritania.

    Imperatore romano, figlio di Druso Maggiore e di Antonia Minore, nipote di Augusto (Lione 10 aC - Roma 54 dC). Dopo l'uccisione di Caligola, furono i pretoriani a proclamarlo imperatore (41 dC), dietro promessa d'un generoso donativo, imponendolo al Senato incline a una restaurazione repubblicana.

    Fino ad allora Claudio, anche a causa dei suoi difetti fisici, era vissuto appartato, dedito a studi sull'età primitiva di Roma e sugli Etruschi. Claudio caratterizzò il suo governo con provvedimenti intesi a dare allo Stato una ben definita organizzazione burocratica e finanziaria. Promosse imponenti opere pubbliche, tra le quali strade e acquedotti (avanzi grandiosi rimangono dell'acquedotto chiamato col suo nome, terminato nel 52, con un percorso di ben 69 km); dispose il prosciugamento del lago Fucino; concesse con larghezza la cittadinanza romana, aprendo il Senato a notabili della Gallia.

    In campo militare, conquistò la Britannia, spingendosi fino a Camulodunum, odierna Colchester; rafforzò le frontiere del Reno (fondandovi, nel 50, Colonia) e del Danubio, annettendo la Tracia. In Oriente fermò i Parti avanzanti; in Africa incorporò la Mauritania, favorendo dappertutto il processo di romanizzazione, specialmente con l'istituzione di nuove colonie.

    In materia di religione fu tradizionalista: nel 49 espulse da Roma gruppi inquieti di Ebrei seguaci di Cristo. Severo nella repressione delle ricorrenti congiure (oltre alla prima moglie Messalina avrebbe fatto uccidere ben 35 senatori e 221 cavalieri), fu avvelenato dalla seconda moglie Agrippina, che era riuscita a fargli adottare suo figlio Nerone in luogo di Britannico che Claudio aveva avuto da Messalina.

    Ciao Gabry dolcissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ... ahahahahahahahaahah ...GRAZIEEEEEEEEEEEEEEE!!! ... allora come imperatore il mio omonimo non era poi così male ... ahahahahahahahahaah ... ehm ... credo devo mettermi a leggere meglio un pò di storia ... ahahahahahahahaahah ...



    CITAZIONE (zara67 @ 13/3/2010, 14:12)
    La Fontana di Trevi è la più grande ed una fra le più note Fontane di Roma; è considerata all'unanimità una delle più celebri fontane del mondo.

    La settecentesca fontana, progettata da Nicolò Salvi, è un connubio di classicismo e barocco adagiato su un lato di Palazzo Poli.




    (IMG:http://i42.tinypic.com/flgj1s.jpg)
    La più famosa e monumentale fontana di Roma, è una delle più belle creazioni del '700; opera dell'architetto Salvi che la realizzò nel 1735 sotto il pontificato di Clemente XII. E' considerata una delle più belle fontane del mondo. Il palazzo che fa da sfondo alla fontana è quello dei Duchi di Poli. Situata in in trivio (da cui il nome) ha una scenografia eccezionale formata da scogli e statue (Oceano sulla biga trascinato da focosi cavalli marini, guidati da tritoni.
    Eretta nella piazza omonima non lontana da via del Corso, è probabilmente uno dei luoghi più affollati di visitatori di Roma. Migliaia di persone ogni giorno visitano l'opera per potere gettare nella vasca una moneta, che come da leggenda, garantisce al turista di tornare ancora a Roma nella sua vita; nel caso poi il turista o la turista vogliano avere una fidanzata/o, devono gettare nella vasca due monetine, tre monetine per avere un figlio italiano. Il film "La dolce vita" di Federico Fellini ha contribuito ad arricchire la fama mondiale di questa fontana.
    La fontana di Trevi è divisa in tre nicchie da quattro colonne. Le sculture che la compongono narrano varie vicende allegoriche. Nella nicchia centrale si trova la statua di Oceano, rappresentato su un cocchio a forma di conchiglia trainato da cavalli alati. Nelle nicchie laterali ci sono le statue dell'Abbondanza e della Salubrità. Nella grande vasca, simboleggiante il mare, fra le sculture si trovano figure di tritoni e di animali marini, mitologici e reali.

    CITAZIONE (loveoverall @ 13/3/2010, 14:06)


    Ciao Zara ... Buongiorno, scusami ero preso da immagini e altro ... mi offro come Cicerone dei tuoi figli e della tua famiglia ... ahahahahahaahahahaahahah ... se ne avete piacere ovviamente .... BUONA GIORNATA ... TI ABBRACCIO FORTISSIMO ....


    CIAO CLAUDIO GUARDA CHE TI PRENDO IN PAROLA AHHHHH

    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH ... Zara ... puoi contarci ...

     
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  7. gheagabry
     
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    Imperatore CALIGOLA





    La morte di Tiberio il 13 marzo del 37 d.C. fu occasione di sollievo per il popolo romano. Morto alla età di sessantotto anni, Tiberio aveva regnato per gli ultimi ventitrè della sua vita, e venne ai suoi tempi considerato un tiranno, per via dei cattivi rapporti instaurati con il popolo, il senato e i militari. Pare infatti che la sua morte non fu accidentale, ma di questo parleremo in altra sede.

    Quando gli succedette il pronipote Caligola il mondo apparve più roseo. Caligola, allora venticinquenne, protendeva infatti verso la repubblica, e iniziò ben presto una efficace collaborazione con i Pater Conscriptis della città. Tutti lo giudicavano con favore, come persona e come Imperatore. Caligola promosse amnistie, diminuì le tasse, organizzò giochi e feste, rese di nuovo legali i comizi. Questo periodo felice non durò in eterno. Dopo soli sette mesi da Imperatore Caligola venne colto da una improvvisa e strana malattia. Ne uscì sconvolto nel fisico ma soprattutto nella mente. Divenne rapidamente cinico, megalomane, sanguinario e assolutamente folle. Condannava a morte per i motivi più futili, e spesso condannava due volte la stessa persona, non ricordando di averla già fatta uccidere. I senatori, visto il pericolo che era diventato, tentarono di farlo assassinare, ma inutilmente. Quando poi morì la sorella di Caligola, Drusilla, con la quale pare avesse avuto rapporti incestuosi, la salute mentale dell'imperatore ne risentì ancora di più. Divenne rapidamente un autentico despota, facendosi chiamare Imperator, oltre che padre della patria. Davanti a lui tutti dovevano genuflettersi, e aveva stabilito che il 18 marzo di ogni anno doveva diventare festa in suo onore. Si faceva chiamare come gli dei: Giove, Nettuno, Mercurio, e Venere. Spesso infatti si vestiva con abiti femminili, e portava braccialetti e gioielli vistosi. In confronto ai suoi i crimini attribuiti a Tiberio impallidivano.

    Il suo regno durò solo quattro anni. Fu infatti ucciso il 24 gennaio del 41, quando stava lasciando una arena durante i Ludi Palatini. Lo pugnalarono trenta volte. Assieme a lui vennero giustiziati tutti i parenti prossimi. Neppure la sua giovane bambina Giulia Drusilla venne risparmiata.Come suo padre, anche Caligola verrà ricordato come un tiranno. Il regno passerà in mano a suo zio Claudio Germanico, cinquantenne, e unico parente superstite.

     
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  8. zara67
     
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    TRASTEVERE MI PIACE TANTO QUESTA ZONA DI ROMA



    IMG]http://i43.tinypic.com/ac4dxc.jpg[/IMG]

     
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    AMICI SOSPENDO PER UN PO'....

    A PIU' TARDI.... VVB


    (non sò voi, ma il mio Pc fà le bizze... si blocca e sono costretto a resettarlo)
     
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    CITAZIONE (falcon58 @ 13/3/2010, 14:28)
    AMICI SOSPENDO PER UN PO'....

    A PIU' TARDI.... VVB


    (non sò voi, ma il mio Pc fà le bizze... si blocca e sono costretto a resettarlo)

    A PIU'..TARDI AMICO.....ANCHE IL MIO PC....OGNI TANTO..FA LE BIZZE...MA OGGI..VA BENISSIMO...........TORNA PRESTO..SMACK...TI ADORO..... :wub: :wub: :wub:
     
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  11. zara67
     
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    RAFFA CIAO A DOPO
     
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  12. gheagabry
     
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    Famiglia Claudia



    La vicenda dei quattro imperatori successivi - appartenenti tutti alla dinastia Giulio Claudia....

    Sarà proprio a causa della mancata mediazione tra tali forze infatti, che i due più giovani imperatori, Caligola e Nerone, falliranno nella propria missione politica. E sarà sempre sul piano della mediazione che - al contrario - sia Tiberio che Claudio consolideranno il proprio principato, grazie alla capacità di tenere insieme e conciliare i differenti aspetti della vita politica e economica dell'Impero.

    Così, se le vicende di Nerone e Caligola (a tutti in qualche modo note, perché divenute - grazie alla tradizione storicistica senatoria - parte dell'immaginario collettivo) si concluderanno tragicamente con la morte dei protagonisti, il bilancio dei principati di Claudio e Tiberio sarà invece decisamente più positivo.

    Entrambi riusciranno infatti a conservare un certo equilibrio e una discreta stabilità politica all'interno della costruzione imperiale, e con essa anche l'appoggio dei ceti più influenti (ricorsi in altre situazioni all'arma della congiura anti-imperiale).


    Titolo Augusteo


    Augusto è il titolo che fu portato dagli imperatori romani, dagli imperatori bizantini fino al 610, e poi anche dai sacri romani imperatori a partire dall'800.
    Indice

    Il Senato romano assegnò per la prima volta questo titolo a Ottaviano, dopo che questi aveva rifiutato il titolo alternativo di Romolo nel 27 a.C.. In questo stesso anno Ottaviano era stato eletto princeps senatus.

    Nel Basso Impero il titolo indicò un imperatore di rango superiore rispetto al semplice Cesare. Infine, a partire dall'imperatore Diocleziano il titolo di Augusta venne assegnato alle imperatrici, legittime mogli dei Cesari.

    Dietro l'appellativo di Augusto si identificano diversi significati: esso è innanzitutto una traduzione latina dell'aggettivo greco Sebastòs, ovvero venerabile. Tale aggettivo veniva utilizzato in Oriente per indicare le divinità, o i sovrani più importanti, innalzati al grado di teòs dopo la morte. Già Ottaviano, ricevuto il titolo di Augusto, iniziò a farsi adorare appunto come un Dio nelle province, soprattutto appunto in quelle orientali, che a questi onori erano avvezze; a Roma invece, ai suoi tempi, questo epiteto forniva esclusivamente prestigio politico, collocando Ottaviano al di sopra di tutti gli altri cittadini: il primo imperatore romano, infatti, non volle mai, come ci ricorda Svetonio, il culto della sua persona all'interno dell'Urbe.

    Il termine "Augusto", inoltre, deriva del verbo augeo, che ha in latino il significato di accrescere: dunque gli Augusti, gli imperatori, sono coloro che accrescono la ricchezza, il benessere, la floridità dello Stato, grazie al potere che rivestono.

    Inoltre Romolo fu il fondatore di Roma e proprio costui, prima di compiere l'atto che avrebbe cambiato le sorti del mondo, aveva ricevuto un permesso divino: un augurium augustum. Una cerimonia atta a fornire a Ottaviano (il primo degli Augusti, come già detto) un permesso analogo a questo, fu fatta dal Senato appunto nel 27 a.C. E questo sarebbe un altro motivo per cui a coronare la figura dell'imperatore venne scelto il nome di Augusto: Ottaviano, e così gli altri dopo di lui, avevano sulle loro spalle pari merito rispetto a Romolo, perlomeno secondo il loro titolo. Avevano fondato una nuova Roma. È in particolare un verso di Ennio a ricordarci nello specifico questo significato. Nota. Il verbo latino augere, viene fatto risalire ad una cerimonia etrusca che si svolgeva all'aria aperta e durante la quale la maestà ed il potere del re venivano 'accresciuti' con una sorta di investitura o consenso dedli dei ( la trinità etrusca: Tinia, Uni e Menvra, poi Giove. Giunone e Minerva 9:
     
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    Certamente non potrò raccontare nel dettaglio tutti i rioni di Roma, sono 21, ma specificherò quelli nei quali vi sono luoghi degni di interesse particolare ... quindi dopo il Rione Monti ... andiamo nel

    Rione Campo Marzio

    Il simbolo araldico del rione Campo Marzio è una mezzaluna in campo azzurro, forse tratto dall'immagine marziale di un cimitero ornato da falce di luna. Infatti Tito Livio racconta che il "campo dei Tarquini consacrato a Marte fu destinato agli esercizi militari e ginnastici fin dalla fondazione di Roma". Polo di attrazione della zona, fin da epoca molto antica, era un santuario, l'Ara di Marte. Questo altare era connesso con la funzione principale di questa pianura, quella militare, tanto importante da dare il nome alla zona. Come campo militare decadde assai presto e con l'aumento della cavalleria disposto da Cesare, il campo militare si spostò a Centum Cellae (Centocelle, un nuovo quartiere di Roma) e gli alloggiamenti dei soldati, in particolare gli armati barbari, furono posti sul Celio. Il Campo Marzio non fu abitato fino all'impero, quando entrò a far parte della IX Regio. Il rione fu istituito il 18 maggio 1743 con chirografo di Benedetto XIV. I quartieri medioevali e rinascimentali del Campo Marzio hanno conservato in gran parte l'orientamento e l'aspetto topografico che avevano in antico. Numerose strade seguono ancora il primitivo percorso: non solo la via del Corso (via Lata) ma anche assi rettilinei formati da via della Scrofa- via di Ripetta; via dei Coronari- via delle Coppelle; via dei Giubbonari-piazza Campo dei Fiori- via del Pellegrino, per citarne solo alcuni. Ciò a causa della continuità di vita che ha consentito la conservazione dell'impianto urbanistico antico.È certamente il rione che più degli altri può vantare i monumenti più famosi al mondo, come piazza del Popolo, piazza di Spagna, la scalinata di Trinità dei Monti, il Mausoleo di Augusto e il porto di Ripetta, andato distrutto per la costruzione dei muraglioni del Tevere.

    Piazza Borghese

    ... in questo rione non possiamo non ammirare ...

    Il Pincio

    (o colle Pinciano, dal latino mons Pincius) è un colle di Roma. Il colle si trova a nord del Quirinale, e guarda sul Campo Marzio. Diverse ville e giardini occupano il colle, compresa Villa Borghese. Da piazzale Napoleone I, in cima al colle, c'è un ampio panorama su piazza del Popolo e su quello che è oggi il rione Prati ed era, fino alla fine dell'800, i Prati di Castello .

    Storia antica

    Era al di fuori dei confini originali della città e non fa parte dei sette colli, tuttavia si trova all'interno delle mura costruite dall'imperatore Aureliano tra il 270 ed il 273. Faceva parte della VII regio augustea. Molte famiglie importanti dell'Antica Roma avevano dimore e giardini (horti) sul Pincio nell'ultimo periodo repubblicano: tra i personaggi noti, vi avevano proprietà Scipione Emiliano e forse Pompeo. Sicura invece la presenza di possedimenti di Lucullo, gli Horti Lucullani, dove in seguito venne uccisa Messalina, la moglie di Claudio, costruiti grazie al bottino realizzato con la vittoria su Mitridate nel 63 a.C.. Vi si trovavano inoltre gli Horti Sallustiani, proprietà in origine dello storico Sallustio e in seguito unificati agli horti luculliani in un'unica proprietà detta in Pincis nell'era imperiale, gli Horti Pompeiani, e gli Horti Aciliorum, degli Acilii. Il colle era noto nell'antichita come il Collis Hortulorum (il colle dei giardini). Il nome attuale viene da una delle famiglie che l'occupò nel IV secolo, i Pincii: la loro villa, con quella degli Anicii e degli Acilii, occupava la parte settentrionale della collina e un resto delle sostruzioni di queste residenze è il cosiddetto Muro Torto. In epoca augustea la regio subì un'intensa urbanizzazione: qui Agrippa fece edificcare il Campus Agrippae (dedicato nel 7 a.C.), una villa e la sua tomba, mentre sua sorella Polla fece edificare la Porticus Vipsania. In prossimità di piazza Santi Apostoli si trovava la caserma della I coorte dei vigili e poco lontano era il mercato della carne suina, il Forum Suarium.
    Alle pendici del colle c'era la tomba dei Domizi, in cui vennero sepolte le ceneri di Nerone. La fascia della VII regio lungo la via Lata nel corso del II secolo d.C. si trasformò in una zona intensamente edificata con abitazioni. Scavi occasionali in più punti hanno rinvenuto i resti di grandi edifici in mattoni a più piani (insulae), con porticati a pilastri lungo la strada dove si aprivano le botteghe. Tra questi edifici si doveva trovare il Catabulum, una sorta di sede delle "Poste Centrali", nei pressi della chiesa di San Marcello. Anche nel III secolo l'attività edilizia fu intensa. Sotto Gordiano III abbiamo notizia dell'erezione di un portico lungo mille piedi (pari a cira 3 chilometri) alle pendici del Quirinale, anche se la mancanza di resti ha fatto mettere in dubbio la veridicità della fonte; qui inoltre Aureliano, a partire dal 273, innalzò il grande Tempio del Sole, tra via del Corso e piazza San Silvestro. Era circondato da portici e sotto uno di questi aveva sede la distribuzione gratuita di vino (vino fiscalia). Nei Cataloghi regionari si ricorda nella regione VII anche un portico di Costantino, forse una parte del complesso delle vicine terme di Costantino, magari facente parte del distrutto recinto.



    La fontana del Pincio.



    Edited by loveoverall - 7/12/2010, 14:37
     
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