Posts written by loveoverall

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    RISULTATI Euro 2016, Girone B: Inghilterra-Russia 1-1.

    Apre le danze una punizione di Dier, pareggio al 92' di Berezutski.





    Inghilterra e Russia pareggiano 1-1 un match valido per la prima giornata del gruppo B di Euro 2016. Primo tempo vibrante: inglesi pericolosi con Lallana (tiro da dentro l'area di rigore fuori di poco) e Rooney (il portiere russo Akinfeev respinge con i pugni). Nella ripresa la Russia concede meno spazio all'Inghilterra e prova a pungere in contropiede, una conclusione di Smolov al 63' fa venire i brividi al n.1 inglese Hart. Al 70' un destro di Rooney dal limite dell'area di rigore viene deviato sulla traversa da Akinfeev. Il gol inglese arriva tre minuti dopo con una punizione di Dier. Per la nazionale di Hodgson sembra fatta ma al 92' un colpo di testa di Berezutski dona il pareggio alla Russia. Mercoledì a Lilla Russia-slovacchia e giovedì a Lens Inghilterra-Galles.




    (Ansa)

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    RISULTATI Euro 2016, Girone B: Galles batte Slovacchia 2-1.

    Non basta ad Hamsik e compagni il momentaneo pareggio di Duda. Nell'esordio ad una fase finale degli Europei alla fine a brindare con copiosi boccali di birra - e non solo a Bordeaux (dove comunque a farla da padrone è il vino) e a Cardiff - e' il Galles di Bale, che supera la Slovacchia di Hamsik per 2-1 con gol decisivo del subentrato Robson-Kanu a 9' dalla fine.





    La sfida in terra bordolese, che apriva il gruppo B di Euro 2016, era stata presentata come un 'duello' tra Bale e Hamsik, e ha cominciato il capitano del Napoli a dar fuoco alle polveri sfiorando il vantaggio dopo 3 minuti: recupera palla a centrocampo, salta tre avversari calciando a botta sicura ma la sua conclusione viene salvata quasi sulla linea da Davies. Immediata la risposta dell'esterno del Real Madrid che al 10' supera il portiere slovacco Kozacik (apparso non impeccabile nell'occasione) con un calcio di punizione carico di effetto.





    Con il passar del tempo il Galles si dimostra più concreto e va vicino al raddoppio al 17' con Ramsey. La partita ha un discreto ritmo ma fino alla fine del tempo non regala particolari emozioni. Il Galles sembra controllare il match e il solito Bale mette ancora paura alla retroguardia slovacca. Poi la svolta del match: al 59' il ct della Slovacchia Kozak sostituisce Duris e Hrosovsky, peraltro già ammonito, con Nemec e Duda. Ed e' lo stesso Duda che, dopo soli 52 secondi dal suo ingresso in campo, realizza il gol del pareggio con un sinistro dall'interno dell'area dopo un'incursione sulla destra di Mak.





    Il gol ha la capacità di rivitalizzare la Slovacchia che per alcuni minuti sembra poter avere il sopravvento ma all'80' i Dragoni gallesi, spinti dai canti dei loro tifosi, tornano in vantaggio con Robson-Kanu, anch'egli entrato nel secondo tempo, che trasforma nel gol del 2-1 l'assist di Ramsey. La Slovacchia, che è troppo nervosa (cinque gli ammoniti) non molla e colpisce il palo all'85' con un colpo di testa di Nemec, ma è l'ultima emozione di una partita che manda in paradiso gli uomini di Coleman.
    (Ansa)

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    Euro 2016, il doodle di Google.

    RISULTATI Euro 2016: Francia Romania 2-1. Decide un gol capolavoro di Payet all'89'. Ospiti sempre a testa alta. LA CRONACA - La Francia soffre a St.Denis nella gara inaugurale di Euro 2016, imponendosi 2-1 solo nel finale su una Romania concreta e solida grazie ad una prodezza balistica di Payet. Dopo un primo tempo chiuso sullo 0-0, a sbloccare il risultato è Giroud, che al 12' della ripresa anticipa di testa, fallosamente, il portiere Tatarusanu e firma la prima rete del torneo. La Romania però non ci sta e otto minuti dopo pareggia con Stancu su rigore causato da un fallo ingenuo di Evra. I transalpini faticano a mettere sotto pressione la difesa romena, che peraltro in tutto il girone di qualificazione ha incassato solo due reti, e al 32' per cercare di cambiare le cose Deschamps toglie un poco ispirato Pogba per inserire Martial. Ma è Payet a dare la svolta, battendo Tatarusanu da lontano con un sinistro che si infila all'incrocio. Chiamato in panchina, il match winner esce in lacrime e gli applausi.



    LA FESTA PRIMA DEL MATCH - "Joie de vivre", gioia di vivere: un titolo azzeccato per la cerimonia inaugurale di un Euro 2016 vissuto finora sul precipizio della paura e del disagio. Scenografie colorate e costumi di grande impatto hanno fatto da contorno ai 550 performer in campo per 12 minuti di show. Guetta, dj e autore dell'inno di Euro 2016, si è esibito insieme a Zara Larsson. La cerimonia ha reso omaggio alla Francia, alle sue tradizioni e alla sua storia.



    Via alla cerimonia inaugurale di Euro 2016 allo Stade de France in un ambiente festoso, con cori e incoraggiamenti ai calciatori che sono entrati - prima delle coreografie - per il riscaldamento. Lo stadio è pienoin ogni ordine di posti, l'organizzazione di controlli capillari sembra aver funzionato nonostante le difficoltà, gli scioperi e l'afflusso di 80.000 persone da perquisire in due perimetri diversi di accesso.



    Controlli a setaccio agli ingressi dello Stade de France a Saint-Denis, dove tutti vengono sottoposti a perquisizione personale e tutti i veicoli sono stati fermati e controllati in modo scientifico. Anche gli ingressi per i giornalisti, quelli per le autorità e i parcheggi ufficiali non sono sfuggiti al setaccio della polizia. Due i perimetri di accesso, un primo per la perquisizione, il secondo per la verifica dei documenti. La zona dello stadio è intasata di auto ma le tribune sono quasi piene. Circa 20.000 i romeni sulle gradinate.



    Una delle sale stampa dello stadio di Saint-Denis è stata brevemente evacuata poco fa dalla polizia per un controllo antiesplosivo di routine a 5 ore dall'inizio di Francia-Romania, incontro di apertura di Euro 2016. Alcuni giornalisti presenti hanno riferito di essere stati invitati a lasciare la sala per consentire una accurata perquisizione. Secondo quanto apprende l'ANSA, la polizia e gli artificieri con i cani anti-esplosivo stanno continuando le loro minuziose perlustrazioni, palmo a palmo, in tutto lo Stade de France, a 4 ore dall'inizio della partita. Attorno all'impianto sono parcheggiate decine e decine di blindati della polizia, mentre militari in tenuta antisommossa pattugliano il perimetro dello stadio.
    (Ansa)

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    Euro 2016: Francia Romania, Bleus sognano finale.

    Pogba, "per la squadra darò tutto". Deschamps predica serenità. Una delle sale stampa dello stadio di Saint-Denis è stata evacuata per controlli antiesplosivo. Francia-Romania, prima partita del gruppo A - per i padroni di casa senza dubbio il più agevole, completato da Svizzera e Albania - va in scena stasera allo Stade de France. Dove Zidane e Deschamps, oggi ct, sollevarono la coppa del Mondo nel 1998 dopo aver azzerato il Brasile di Ronaldo. Ma anche dove, lo scorso 13 novembre, si fecero esplodere tre kamikaze durante l'amichevole Francia-Germania.

    Controlli a setaccio agli ingressi dello Stade de France a Saint-Denis, dove tutti vengono sottoposti a perquisizione personale e tutti i veicoli sono stati fermati e controllati in modo scientifico. Anche gli ingressi per i giornalisti, quelli per le autorità e i parcheggi ufficiali non sono sfuggiti al setaccio della polizia. Due i perimetri di accesso, un primo per la perquisizione, il secondo per la verifica dei documenti. La zona dello stadio è intasata di auto ma le tribune sono quasi piene. Circa 20.000 i romeni sulle gradinate.

    Una delle sale stampa dello stadio di Saint-Denis è stata brevemente evacuata poco fa dalla polizia per un controllo antiesplosivo di routine a 5 ore dall'inizio di Francia-Romania, incontro di apertura di Euro 2016. Alcuni giornalisti presenti hanno riferito di essere stati invitati a lasciare la sala per consentire una accurata perquisizione.

    Secondo quanto apprende l'ANSA, la polizia e gli artificieri con i cani anti-esplosivo stanno continuando le loro minuziose perlustrazioni, palmo a palmo, in tutto lo Stade de France, a 4 ore dall'inizio della partita.

    Attorno all'impianto sono parcheggiate decine e decine di blindati della polizia, mentre militari in tenuta antisommossa pattugliano il perimetro dello stadio.

    Tornerà allo stadio il presidente Francois Hollande, che quella terribile sera - mentre i commando jihadisti imperversavano davanti ai bistrot di Parigi e massacravano i giovani del Bataclan - veniva "evacuato" dallo Stadio e portato a sirene spiegate nella sala di crisi dell'Eliseo. Compito numero 1, l'ha capito perfettamente uno esperto come Deschamps, è lasciare da parte tutto questo, farsi trovare sereni al fischio d'inizio, non con la "mascella serrata": "Indipendentemente dalla partita, c'è il contesto, con tutto quello che poi rappresenta un match inaugurale.



    Ma non bisogna poi nemmeno esagerare. Ci siamo preparati per due anni, non è che conta soltanto quello che facciamo adesso...non bisogna prendere sottogamba la partita, ma meno l'ambiente influenzerà i giocatori, meglio sarà per loro". Dopo la raffica di infortuni che hanno decimato i Bleus, e dopo le prove mediocri della difesa, la squadra ha ritrovato un equilibrio. E anche un po' d'entusiasmo con la rivelazione di Champions Antoine Griezmann e la sorpresa N'Golo Kanté, sostituto all'ultimo istante dell'ennesimo infortunato Lassana Diarra ma promosso titolare grazie al vento giusto, quello della sua squadra di club, il Leicester di Claudio Ranieri

    . La Romania non si presenta con credenziali straordinarie, non ci sono le star dei tempi di Hagi, in conferenza stampa i giocatori francesi non sono riusciti a citare neppure uno dei loro avversari. Il ct Iordanescu manderà però in campo dall'inizio due "italiani", il portiere viola Ciprian Tatarusanu e il difensore panchinaro del Napoli, Vlad Chiriches. "vogliamo dimostrare che siamo al livello della Francia" ha detto il ct, sottolineando che - al contrario degli avversari - "noi le loro individualità le conosciamo bene". Con la testa che per molti sarà altrove - soprattutto nei primi minuti - lo spettacolo potrebbe arrivare dallo fra una Francia dal forte potenziale offensivo e una Romania ostica in difesa. La frustata viene dall'uomo in più dei francesi, Paul Pogba: "Io do tutto quello che ho, il 100 per 100 per la squadra. Voglio ammazzarmi per questa squadra. Non voglio lasciare nulla di intentato". Poi fa qualche conto: "ogni volta che abbiamo disputato un torneo in casa - Euro '84 e Mondiale '98 - abbiamo vinto, se continua così, se proseguiamo su questa spinta, l'obiettivo è quello di vincere il titolo. Non andiamo all'Europeo per arrivare solo in semifinale, vogliamo vincere. Do appuntamento al pubblico francese il 10 luglio, ma dirò di più: ho voglia di farli saltare dalla gioia, di sollevare la coppa".
    (Ansa)



    Edited by loveoverall - 10/6/2016, 21:30
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    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 023 (06 Giugno – 12 Giugno 2016)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 6 Giugno 2016
    S. NORBERTO VESCOVO

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    Settimana n. 23
    Giorni dall'inizio dell'anno: 158/208
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    A Roma il sole sorge alle 04:36 e tramonta alle 19:42 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 04:35 e tramonta alle 20:09 (ora solare)
    Luna: 6.04 (lev.) 20.57 (tram.)
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    Proverbio del giorno:
    Non si può cantare e portar la croce
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    Aforisma del giorno:
    Se uno non vuole morire, non vuole vivere: la vita ci è stata data
    con la condizione della morte; noi avanziamo verso di essa.
    (Seneca)










    RIFLESSIONI



    ... IL MITO E LE SUE FRASI …
    ... I campioni non si costruiscono in palestra. Si costruiscono dall'interno, partendo da qualcosa che hanno nel profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Devono avere l'abilità e la volontà. Ma la volontà deve essere più forte dell'abilità. Io sono il più grande. L'ho detto persino prima di sapere di esserlo. L'amicizia non è qualcosa che impari a scuola. Ma se non hai imparato il significato dell'amicizia, non avrai mai realmente imparato nulla. Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un'opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti. Impossibile non è per sempre. Muhammad significa degno di lode, e Ali significa altissimo. Clay significa creta, polvere. Quando ho riflettuto su questo, ho capito tutto. Ci insegnano ad amare il bianco [white] ed odiare il nero [black]. Il colore nero significa essere tagliato fuori, ostracizzato. Il nero era male. Pensiamo a blackmail [ricatto]. Hanno fatto l'angel cake [pane degli angeli] bianco e il devil's food cake [torta del diavolo] color cioccolato. Il brutto anatroccolo è nero. E poi c'è la magia nera... Quel che voglio dire è che nero è bello. Nel commercio il nero è meglio del rosso. Pensate al succo di mora: più nera è la mora, più dolce il succo. La terra grassa, fertile, è nera. Il nero non è male. I più grandi giocatori di baseball sono neri. I più grandi giocatori di football americano sono neri. I più grandi pugili sono neri. L'uomo senza immaginazione non ha ali. Volteggia come una farfalla, pungi come un'ape. Le mani non possono colpire ciò che gli occhi non possono vedere. In una sola parola KASSIUS CLAY… Buon Maggio amici miei … (Claudio)






    Alì e quel 'match' con bimba di 3 anni

    A Kinshasa prima di Foreman, Susanna ora è ricercatrice Cagliari. Pochi giorni prima di combattere il celebre incontro di Kinshasa con Foreman, Cassius Clay aveva fatto le 'prove generali' del grande match per il titolo mondiale con una bambina di tre anni. Lei, Susanna Barsotti, oggi ricercatrice all'Università di Cagliari, seduta in grembo ai familiari aveva assestato una serie di destri alla spalla del grande campione. Lui, sorridendo, aveva simulato di essersi fatto molto male. E per tutta risposta aveva finto di mordere la mano della bambina.

    Ecco il video che racconta l’incontro della famiglia Barsotti con il grande campione, si vede la piccola Susanna in braccio alla mamma che scherza con il pugile.



    Tutto era finito in grandi risate e con i guantoni regalati alla vivace bimbetta che aveva tenuto testa al pugile che si preparava a diventare "il più grande". Video, immagini e racconto di quel simpatico siparietto sono tutti nelle pagine web curate dall'Ufficio stampa dell'Università di Cagliari. Era il 1974. "Mi trovavo con la mia famiglia a Maluku, un piccolo villaggio sul fiume Congo - racconta la ricercatrice - a pochi chilometri dalla capitale dell'allora Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo), Kinshasa. Mio padre lavorava per la Sosider, acciaieria siderurgica di Maluku, insieme ad altri tecnici ed ingegneri delle Acciaierie di Piombino e dell'Ansaldo di Genova".

    Poi l'incontro. "Qualche giorno prima dell'incontro - ricorda - fu organizzata una cena a casa dell'allora direttore della Sosider insieme agli italiani di Maluku in quell'ottobre del 1974. Io ero la più piccola tra i bambini presenti, Alì si mise a scherzare con me fingendo un combattimento e dicendomi quello che avrebbe fatto da lì a pochi giorni a Foreman. Mi regalò i suoi guantoni da allenamento autografati che ancora conservo. Dopo l'incontro, per ricambiare la cortesia, fummo invitati a cena nella casa di Kinshasa, ma Alì era già partito".
    (Ansa)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Primavera …

    Nel giardino

    Nel bel giardino, sotto il sole d’oro,
    un ragno tesse la sua tela fina
    fra stelo e stelo; alla sua casettina
    porta un chicco di grano la formica.
    Un’ape succhia il nettare di un fiore
    e, con voli felici, il suo nidietto,
    fa un passero canoro sotto il tetto.
    Una gallina insegna ai suoi pulcini
    come si becca… Ognuno ha il suo lavoro
    nel bel giardino, sotto il sole d’oro.
    (Cesare Bettelloni)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    PILLY

    Questa è la storia di Pilly….di come è entrata nella mia vita e di come mi ha insegnato tante cose…è una storia vera, accaduta poco tempo fa e la dedico a Giuseppe, un mio carissimo amico.
    Giuseppe amava vivere in campagna e amava molto gli animali. Viveva quasi ai piedi delle montagne in una grande casa circondata da un bel giardino, e quando lo conobbi insieme a lui c’erano Linda e Bobi.
    Linda era la padrona di casa, una bella cagnona, di colore nero ed era grande, sembrava feroce, ma era dolcissima e le uniche cose che non poteva soffrire era quando i ragazzi venivano coi loro motorini a correre nella strada davanti a casa, cioè, a dire il vero, erano i motorini che non poteva soffrire, e i leprotti che le correvano sotto il naso al di là del recinto, a cui avrebbe dato volentieri la caccia… A fare la guardia era aiutata da Bobi, un bel pastore tedesco, già un po’ avanti con gli anni, ma insieme formavano una coppia formidabile…con due guardiani come loro nessuno si avvicinava a casa senza essere annunciato dal loro abbaiare, e vivevano felici nel loro giardino, liberi di correre e giocare, coccolati e viziati da Giuseppe che li amava moltissimo. Purtroppo un giorno Bobi ci lasciò e andò a giocare al ponte dell’arcobaleno…era già abbastanza anziano, ma lasciò un grande vuoto specialmente a Linda che era stata sua compagna da quando erano cuccioli. Si intristì moltissimo quando rimase sola e perse il suo amico…a nulla valevano le carezze del suo padrone, stava accucciata e indifferente a tutto.
    Io andavo spesso a trovarla e cercavo di farla giocare, ma lei ne aveva perso la voglia, stava accucciata e il suo sguardo era assente e lontano. Giuseppe pensò di trovarle un nuovo amico, forse avrebbe ritrovato la voglia di giocare e correre…
    Fu così che adottammo Pilly.
    Pilly era una deliziosa cagnolina meticcia, bianca a macchie nere, forse era un incrocio con un setter, timida, spaventata e diffidente, e ne aveva ragione, perché era tenuta legata in un piccolo recinto vicino a delle caprette. Non era maltrattata e non aveva patito la fame, ma poche carezze.
    Appena portata a casa si nascose sotto il letto e ci vollero parecchi giorni per conquistare la sua fiducia e amicizia …parecchi giorni, parecchie carezze e paroline dolci e parecchi biscotti, e alla fine la nostra costanza fu premiata… si avvicinava, voleva giocare ma sempre però con un po’ di diffidenza….
    L’unico momento che si riusciva a coccolarla era al mattino, appena sentiva muovere veniva in casa e si lasciava accarezzare, le prendevo il musetto fra le mani e le parlavo e lei lasciava fare, perché sapeva che dopo avrebbe avuto la sua ricompensa…un bel bocconcino o un biscotto. Poi per tutto il giorno si teneva a distanza di sicurezza, pur facendoti capire che voleva giocare…camminava vicino, ma come facevi per prenderla si ritraeva, ma il suo sguardo parlava.
    Linda a vedere un nuovo cane sulle prime si sdegnò e si schivò altezzosa, mentre Pilly la guardava e studiava se poteva fidarsi di lei…anche Linda era già un po’ avanti con gli anni e quel nuovo arrivo forse turbava un po’ la sua tranquillità e sicurezza, ma piano piano in lei prevalse l’istinto materno, si affezionò a Pilly, ritrovò la voglia di giocare e ritornò ad essere la cagnona allegra di prima.
    Un mattino trovammo una sorpresa…Pilly aveva trovato un amico, un piccolo volpino beige…non si seppe mai da dove arrivava, ma si era accucciato vicino al cancello e ci guardava da dietro le sbarre con occhi imploranti e non si muoveva…anzi , riuscì a intrufolarsi nel cortile e non volle più andarsene…Forse aveva fame, forse l’avevano abbandonato o forse era stato maltrattato e aveva deciso lui di andarsene dalla casa in cui abitava e aveva scelto noi…Fatto sta che adottammo anche Lapo e nessuno venne mai a cercarlo o reclamarlo, così la famiglia crebbe.. Lapo era un cane buono e affettuoso, si ambientò benissimo insieme a Pilly e Linda..anzi si nominò capogruppo, del resto era l’unico maschio e si rivelò un ottimo guardiano.
    Ma anche per Linda venne il momento di raggiungere Bobi al ponte dell’arcobaleno…ultimamente era sempre stanca e stava in disparte limitandosi a osservare Pilly e Lapo che giocavano e provammo nuovamente il dolore della perdita… però stavolta il dolore fu mitigato dalla notizia che Pilly e Lapo avrebbero avuto i loro cuccioli e questo ci riempì di gioia e aspettativa… A volte Giuseppe doveva assentarsi da casa per qualche giorno, e io mi fermavo a casa sua coi cani. Avevo notato che Pilly ultimamente era spesso pensierosa e il suo sguardo era diverso dal solito…sembrava volesse dirmi qualcosa…infatti un giorno, proprio mentre il suo padrone era assente ed eravamo sole, si accucciò vicino a me, posando la testa sulle mie ginocchia..
    “Che succede Pilly – le dissi – ti manca il tuo papà, vero….ma vedrai che presto ritorna”
    Lei si allungò…l’accarezzai…e improvvisamente capii quello che voleva dirmi…sarebbe diventata mamma…
    La vita toglie e poi dà…avevamo perso Linda e Bobi da poco e fra poco ci saremmo trovati con una nidiata di cuccioli. Ne nacquero sei …alcuni bianchi e neri come la mamma e alcuni neri e marroni, forse come qualche nonno, di Lapo avevano solo qualche leggera sfumatura beige. Trovarsi con sei cuccioli, vederli nascere, aprire gli occhi, crescere piano piano, fare i primi passi, i primi giochi , le prime corse, le ciabatte rosicchiate… fu un’esperienza nuova. Pilly era una mamma premurosa e affettuosa, non li perdeva di vista, quando ci avvicinavamo stava sempre vigile e attenta, anzi teneva a distanza anche Lapo, perché li lasciasse tranquilli...Però giunse il momento che si dovette pensare a cercare una casa per i cuccioli, ma tre rimasero con noi. Non ho dimenticato lo sguardo di Pilly e la sofferenza che ho visto nei suoi occhi quando si vide portar via tre dei suoi figli… e si dedicò ancora con più amore a quelli rimasti. Rimasero con noi Monfy e Bibina, bianche e nere come la mamma , Talpa, nera e marrone come i nonni.
    Monfy era la più vivace, non stava mai ferma, Talpa la più dolce, cercava sempre coccole e Bibina la più viziata perché era più piccolina di tutti, ma insieme combinavano un sacco di guai, non so quante cose e scarpe sparirono, quante sgridate si presero, ma quanta allegria e risate portarono nella nostra casa . Un giorno Giuseppe dovette nuovamente assentarsi, pensavamo una breve assenza e non ritenemmo necessario trasferirmi, un amico andava tutti i giorni a portare da mangiare ai cani, ma quando capimmo che Giuseppe non avrebbe più fatto ritorno a casa andai e mi fermai.
    Non so cosa pensassero i cani quando videro che il loro papà non tornava a casa, non so se avevano la nozione del tempo che passava, non so se si credettero abbandonati… o se non vedendolo arrivare l’avessero dimenticato, se soffrissero la solitudine e la mancanza delle sue carezze… So solo che lo sguardo che mi rivolgevano mi faceva male, specie quello di Pilly …vedevo tristezza, domande, attesa, fiducia e affetto…e quando piangendo le sussurrai che il suo papà non sarebbe più tornato, che anche lui era al ponte dell’arcobaleno, sono sicura che capì e pianse con me. L’abbracciavo e mi chiedevo cosa sarebbe stato di loro, quale sarebbe stato il loro destino…senza più padrone dove sarebbero finiti, in qualche canile chiusi in gabbia…o da qualche altra parte legati a una catena…li avrebbero separati…loro erano sempre stati liberi e sempre insieme…e penso che fu proprio stare uniti che consentì di sopravvivere nei rimanenti mesi, in attesa di trovare un modo per non dividerli.
    Nei primi giorni passati senza più vedere il loro papà non volevano mangiare, si erano intristiti, ora però li vedevo nuovamente giocare e correre, abbaiare ai leprotti o agli uccelli, fare la guardia, forse si erano abituati alla sua assenza, ma non tutti allo stesso modo penso. Monfy, Talpa e Bibina erano nate lì ed erano sempre state con Pilly e Lapo, ma Pilly che aveva già avuto cambiamenti? E Lapo, arrivato per caso? Si sarebbero sentiti nuovamente persi e soli?
    Fu un periodo difficile per tutti, per i cani e per me che dovetti poi lasciarli e tornare a casa. Senza Giuseppe io non potevo restare in quella casa, passavo a volte a vederli, ma era triste accarezzarli dalle sbarre del cancello. Io non potevo tenere animali, forse uno si, ma quale? La timida Pilly? Separare nuovamente la mamma dai figli? O Monfy, scatenata e birichina? Talpa? Così dolce….o Bibina, più piccolina…o Lapo, il compagno di Pilly e loro papà?... era giusto separarli?…ma era anche difficile trovare chi li avrebbe accolti tutti… Un amico si offrì di prendere uno e scelse Bibina, e almeno lei dopo i primi giorni di smarrimento e distacco trovò una casa, affetto e carezze e altri amici con cui giocare, sono andata a trovarla e ho visto che sta bene e le vogliono bene. Gli altri rimasero nella casa ormai senza abitanti e un parente di Giuseppe portava da mangiare tutti i giorni, in attesa di trovare una soluzione. Così trascorse l’estate, venne l’autunno e quando ormai la situazione sembrava precipitare ed era impensabile continuare a farli vivere così in inverno, una famiglia si fece avanti, accettò di prenderli tutti, di non separarli, di tenerli liberi e sopratutto di amarli…
    So quanto Giuseppe amasse i suoi cani e si preoccupasse e pensasse al loro destino nei suoi ultimi giorni di vita. Io spero che da dove si trova ora e se ci vede non ci giudichi troppo severamente, hanno certamente sofferto in quei giorni, non la fame o maltrattamenti, ma solitudine e mancanza di affetto…Bibina è lontana, in un’altra casa, ma sta bene ed è stato fatto il possibile per non separarli ancora.
    Conosco le persone che li hanno presi…Ogni tanto vado a trovarli nella nuova casa, passo un po’ di tempo con loro e gioco, quando mi vedono arrivare mi fanno le feste, si ricordano di me…e mi chiedo se aspettano sempre di vedere arrivare Giuseppe. Si sono ambientati nel nuovo cortile, corrono e sembrano felici e spero abbiano dimenticato il brutto periodo passato. Monfy, Talpa e Lapo mi coinvolgono nei giochi, poi tornano fra di loro.
    Pilly invece mi viene incontro sempre un po’ timida… l’accarezzo, le parlo, con la sua sensibilità di mamma è quella che si è resa conto più di tutti dei cambiamenti che ci sono stati nella sua vita.
    Ha sopportato tante cose, da cucciola legata ad una catena, in silenzio la sofferenza del parto e quando la separarono dai figli, perdere il padrone e la sua casa, vivere mesi quasi in solitudine senza le carezze a cui era abituata, ma non ha mai dimenticato che era mamma, e ha sopportato tutto con dignità e rassegnazione.
    Mi ha insegnato ad avere fiducia e non perdere mai la speranza e che quando tutto sembra perso e senza soluzione, c’è sempre Qualcuno che provvede a noi. Quando vengo via e li saluto, mi guardano coi loro occhi dolci che dicono tante cose…domande… rimproveri… dolore, speranza e delusione, tristezza e ricordi, …ma tanto amore….perchè quando ti danno il loro amore non te lo toglieranno mai, qualunque cosa succeda… e mentre mi allontano e mi seguono con lo sguardo alcune lacrime scendono sul mio viso.

    (Monferrina)



    ATTUALITA’


    Facebook stile Snapchat, testa i post 'usa e getta'.

    Contenuti visibili nel news feed degli amici ma non sul diario. Facebook sta testando una sorta di post "usa e getta", che vengono pubblicati per essere letti sul momento dagli amici ma che non non vengono memorizzati nella bacheca dell'utente. Come riporta The Newt Web, il social network avrebbe introdotto per un gruppo limitato di membri una nuova opzione, "nascondi dalla bacheca", che può essere attivata nel momento in cui si sta postando qualcosa. Scegliendola, il contenuto pubblicato è visibile dagli altri utenti nel news feed, e può essere trovato tramite ricerca, ma non viene inserito nella propria bacheca, che rappresenta una sorta di storia digitale dell'utente.

    La novità ricorda i messaggi a tempo di Snapchat, quelli che si auto-cancellano dopo alcuni secondi dalla ricezione, e probabilmente punta a incoraggiare gli utenti a condividere più pensieri in modo estemporaneo, senza preoccuparsi che in seguito ne resterà memoria in bacheca. Di questi post, infatti, non rimarrà quasi traccia quando saranno troppo vecchi per comparire nel news feed degli amici.

    In sostanza, dunque, l'utente all'atto di pubblicare potrà scegliere se scrivere quel contenuto nel suo diario digitale, e dunque renderlo leggibile in qualsiasi momento, o se condividerlo sul momento con la rete di amici, come se si trattasse di qualcosa detto a voce.
    (Ansa)





    8 giugno Giornata mondiale oceani, plastica nemico numero uno.

    Ban Ki-moon (Onu), servono azioni urgenti su scala globale. La salute del globo dipende anche dalla salute dei suoi mari: gli oceani coprono tre quarti della superficie terrestre, garantiscono sopravvivenza a 3 miliardi di persone e generano circa 3 mila miliardi di dollari all'anno in termini di risorse e industrie, il 5% del Pil globale. Lo ricorda l'Onu in occasione della Giornata mondiale degli oceani che si celebra l'8 giugno.

    Quest'anno il tema della ricorrenza è "Oceani sani, pianeta sano" e l'impegno delle Nazioni Unite è particolarmente concentrato sulla lotta all'inquinamento da plastica, una delle principali 'piaghe' dei mari dei nostri giorni. "C'è bisogno di azioni urgenti su scala globale per alleviare gli oceani dalle molte pressioni che devono affrontare e per proteggerli da pericoli futuri", ha affermato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Ogni anno nella acque del pianeta finiscono circa 8 milioni di tonnellate di plastica. Rifiuti che si scompongono in pezzi sempre più piccoli fino a diventare microplastiche.

    L'inquinamento prodotto dalla plastica è una minaccia seria, sottolinea l'Onu, perché ha un impatto notevole sulla salute degli animali marini. Solo pochi giorni fa uno studio su Science evidenziava che le larve di alcuni pesci preferiscono le microplastiche al loro cibo naturale (il plancton), assuefatte come i ragazzi allo 'junk food'. Tendenza che ha influito sul loro sviluppo, portando le larve anche alla morte. ‬
    (Ansa)





    Identificati i trucchi con cui i tumori sfuggono ai farmaci.

    Sono alterazioni genetiche che li rendono resistenti a terapie. Identificati i trucchi con cui i tumori aggirano i farmaci: sono alterazioni genetiche che li rendono più aggressivi e resistenti alle terapie. Li ha individuati il gruppo guidato da uno dei pionieri degli studi del Dna dei tumori, Antonio Iavarone, che da molti anni lavora negli Stati Uniti, nella Columbia University di New York.
    Pubblicata sulla rivista Nature Genetics, la ricerca è stata coordinata anche da Raul Rabadan della stessa università. Per scoprire quali sono le armi che permettono a uno dei più aggressivi tumori del cervello, il glioblastoma, di difendersi e ricomparire generalmente entro un anno dalle prime cure, i ricercatori hanno analizzato il Dna di 114 tumori, già sottoposti a terapie. La scoperta di queste alterazioni, secondo Iavarone, ''potrebbe portare a cure personalizzate e di precisione contro questo tumore, perchè alcune di queste alterazioni possono essere potenzialmente aggredite''.

    Lo stesso gruppo aveva già ottenuto l'identikit molecolare del glioblastoma, analizzando il Dna di 1.200 tumori alla diagnosi, e questi dati sono stati utilizzati per confrontare il Dna del tumore prima e dopo il trattamento. E' stato scoperto che quando il tumore viene colpito da una terapia le sue cellule subiscono un processo di selezione 'darwiniana': alcune vengono eliminate ma un sottoinsieme di cellule più resistenti sopravvive, continua a moltiplicarsi, e si evolve acquisendo nuove alterazioni, per esempio mutazioni e fusioni di geni (molte delle quali non erano state identificate finora) che rendono il tumore più aggressivo.
    Grazie a una simulazione è stato possibile seguire l'evoluzione del tumore passo per passo nel corso delle terapie e, con sorpresa, i ricercatori hanno scoperto che l'evoluzione non segue un processo lineare. E' stato visto, ha osservato Iavarone, che ''il tumore cambia continuamente e deve essere sempre monitorato''. Le alterazioni, ha aggiunto, compaiono in momenti diversi del suo sviluppo: alcune subito dopo la diagnosi, altre in seguito, altre durante la ricaduta, e questo può essere la chiave per sviluppare cure più efficaci e personalizzate.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    Fräulein - Una fiaba d'inverno




    locandina


    Un film di Caterina Carone. Con Christian De Sica, Lucia Mascino, Therese Hämer, Irina Wrona, Andrea Germani.


    Una commedia delicata che racconta una fiaba contemporanea e originale.
    Paola Casella


    Fraulein, la signorina, è il soprannome che il paese ha affibbiato alla quarantenne Regina per sottolineare il suo status di "zitellona di montagna", anche se non si sa quale sia l'uovo e quale la gallina: ovvero se Regina sia diventata così dura e mascolina da guadagnarsi sul campo il dispregiativo (per come è usato) fraulein o se si sia adattata ad uno stereotipo che il paese le avrebbe assegnato comunque, con quella compulsione ad etichettare tutti che hanno le piccole comunità. Fraulein vive nel suo albergo dismesso con la sola compagna di una gallina bianca, Marylin, l'ospite più manifestamente femminile del consesso, per il resto disabitato. Fino a quando non si presenta alla porta uno sconosciuto che vuole a tutti i costi soggiornare all'Hotel Regina: Walter arriva da lontano e sembra determinato a vincere la riluttanza di Fraulein a intrattenere rapporti col resto del genere umano, soprattutto maschile. Inutile dire che vincerà ben più della riluttanza della donna, perché questa è una commedia romantica, anche se non convenzionale.
    Il racconto comincia con un C'era una volta, classificando subito Fraulein come una fiaba contemporanea ambientata in un luogo - il Sud Tirolo - che sembra la location classica per una favola tradizionale. Mascino e De Sica giocano contro le aspettative generate dalla loro presenza scenica: l'esile ed eterea Lucia si trasforma nella massiccia e pragmatica Regina, abbassando il tono di voce e mettendosi al volante di un'Ape; Christian abbandona il personaggio dello sbruffone arrogante per diventare un uomo fragile e spaesato, una sorta di Chance il giardiniere perso oltre il giardino dell'Hotel Regina, dove c'è un lago quasi sempre ghiacciato che non vede l'ora di scongelarsi. E Walter sarà all'origine dello scongelamento progressivo di Regina, che avverrà mentre i media annunciano l'arrivo di una tempesta solare che spinge le persone ad assumere comportamenti imprevedibili.
    Caterina Carone debutta alla regia con questa commedia delicata, da lei stessa scritta, che ha dalla sua l'originalità dei personaggi e il desiderio di raccontare due solitudini in modo inconsueto, ma sconta una caduta nella descrizione macchiettistica che non decide mai se spingere sull'acceleratore della commedia o rimanere entro i toni sfumati del racconto fiabesco. C'è una cura evidente nella composizione, nei dettagli e nella ricerca di un'estetica non scontata, ma la trama è esile e la regia esitante. Sicuramente in futuro Carone potrà dimostrare in modo più incisivo le sue innegabili doti.



    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    Sai niente di uno che gira soffiando in un'armonica?
    Se lo vedi te lo ricordi; invece di parlare,
    suona... e quando dovrebbe suonare, parla!
    (Cheyenne)


    C'ERA UNA VOLTA IL WEST


    Lingua originale italiano, inglese
    Paese di produzione Italia, USA
    Anno 1968
    Durata 165 min (versione cinematografica)
    175 min (director's cut)
    Colore colore
    Audio sonoro
    Rapporto 2,35:1
    Genere western, avventura, epico
    Regia Sergio Leone
    Soggetto Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Sergio Leone
    Sceneggiatura Sergio Donati, Sergio Leone
    Produttore Bino Cicogna
    Produttore esecutivo Fulvio Morsella
    Casa di produzione Paramount Pictures, Rafran Cinematografica, Finanzia San Marco
    Distribuzione (Italia) Euro International Film
    Fotografia Tonino Delli Colli
    Montaggio Nino Baragli
    Effetti speciali Eros Bacciucchi
    Musiche Ennio Morricone
    Tema musicale "C'era una volta il West"
    Scenografia Carlo Simi
    Costumi Carlo Simi
    Trucco Alberto De Rossi

    Interpreti e personaggi

    Claudia Cardinale: Jill McBain
    Henry Fonda: Frank
    Jason Robards: Cheyenne
    Charles Bronson: Armonica
    Gabriele Ferzetti: Morton
    Paolo Stoppa: Sam
    Woody Strode: Stony
    Jack Elam: Snaky
    Marco Zuanelli: Wobbles
    Benito Stefanelli: Tenente della banda di Frank
    Keenan Wynn: Sceriffo di Flagstone
    Frank Wolff: Brett McBain
    Lionel Stander: Barista



    C'era una volta il West è un film del 1968 diretto da Sergio Leone. È un western all'italiana di tonalità epica prodotto dalla Paramount Pictures. È il primo episodio della trilogia del tempo di Leone, che proseguirà con Giù la testa (1971) e C'era una volta in America (1984). La versione originale del regista era lunga 165 minuti quando il film uscì il 21 dicembre 1968. Questa versione venne proiettata nelle sale cinematografiche europee, e fu un successo al botteghino. Per l'uscita negli Stati Uniti il 28 maggio 1969, C'era una volta il West venne tagliato dalla Paramount fino a una durata di 145 minuti, ricevendo un'accoglienza critica per lo più negativa e fallendo finanziariamente. Il film è oggi considerato tra i migliori mai realizzati.
    Nel 2009 il film venne incluso nel National Film Registry dalla Biblioteca del Congresso per essere "culturalmente, storicamente o esteticamente" significativo.
    La musica è stata scritta dal compositore Ennio Morricone, collaboratore regolare di Leone, sotto la direzione del regista prima dell'inizio delle riprese. Come ne Il buono, il brutto, il cattivo, la musica ossessionante contribuisce alla grandezza del film e, come quella del suddetto film, è considerata una delle più grandi composizioni di Morricone.
    La colonna sonora del film venne pubblicata nel 1972, e includeva originariamente 10 tracce. Nel mondo vennero vendute circa 10 milioni di copie dell'album.

    TRAMA



    Jill, una ragazza dal passato burrascoso, giunta a Red Land, trova il marito, l'irlandese Bret McBain, assassinato dal bandito Frank, il quale ha agito su mandato di Morton, un individuo che, nonostante una grave infermità, continua a perseguire il suo scopo di costruire una ferrovia nel West dall' Atlantico al Pacifico. A proteggere Jill interviene un misterioso meticcio, "Armonica", il quale, deciso a vendicare l'uccisione di suo fratello compiuta da Frank, si allea con un fuorilegge, Cheyenne, sul quale pende una taglia di cinquemila dollari. Per l'intervento di costoro, non essendo riuscito Frank ad uccidere Jill - unica erede della fattoria McBain e del terreno sul quale dovrà passare la ferrovia -, il bandito rapisce la donna e cerca di costringerla a vendere ad una asta pubblica la sua proprietà ai propri accoliti. Ma "Armonica", che d'accordo con Cheyenne ha riscosso la taglia posta su questi, compra i beni di Jill facendo fallire così il piano del bandito. Frattanto Morton per liberarsi di Frank, diventato un incomodo socio, cerca di farlo uccidere dai suoi stessi uomini; ma interviene "Armonica" che gli salva la vita. Deciso a vendicarsi, il bandito cerca di raggiungere Morton ma trova che questo è già stato ucciso da Cheyenne, evaso dalla prigione. Frank raggiunge allora la fattoria di Jill dove già si trovano Cheyenne ed "Armonica" per conoscere da quest'ultimo i motivi dell'intervento in suo favore. Nel successivo duello, "Armonica", dopo aver ferito mortalmente Frank, gli svela di averlo salvato per potersi vendicare di lui. Salutata Jill, "Armonica" si allontana con Cheyenne; ma lungo la strada quest'ultimo, a suo tempo gravemente ferito da Morton, muore.

    ...recensione...


    Per "C'era una volta il west" Leone pretese e ottenne il massimo sfarzo. Non si dovevano vedere le brulle pianure d'Almeria ma le cime della Monument Valley (la cattedrale di Padre John Ford e i suoi confratelli; la sua sabbia rossa trasportata a Roma a tonnellate per legare gli interni girati a Cinecittà, come figure umane gli Statunitensi e non i messicani sombrerati). I set naturali furono Arizona e Utah, e una briciola di Sardegna. Vennero ricostriute intere città chiodo per chiodo uguali a quelle vere; per i costumi, Carlo Simi non dovette più rovistare tra i saldi della Western Costume ma farsi trovare il meglio che si poteva. Il treno su cui Morton si muove è di un decòr di precisione viscontiana. La musica di Enio Morricone tralascia le asprezze beat/contemporanee (a parte il tema di Armonica) e si apre in ouvertoures di stampo wagneriano. Questo film è un melodramma, infatti.
    E il cast. Tutte stelle di prima grandezza e un semisconosciuto dalla faccia giusta: Charles Buchinski, in arte Bronson che divenne una star proprio con questo film, interpretando Armonica, melanconica e pietrosa variante dello straniero eastwoodiano. Per ognuna di esse Leone fece realizzare una serie di flani a grandezza elefante con il loro volto.
    Le celebrità furono Claudia Cardinale, stupenda più che mai e incarnante Jill, la Puttana e la Matriarca; Jason Robards jr., grande attore versatile e misurato (vedetelo anche su Cable Hogue di Sam Pechinpah, un film che in maniera diversa racconta un po' la stessa storia) nel ruolo di Cheyenne, il Bandito; Gabriele Ferzetti, Morton è, l'Imprenditore, l'uomo che con le sue rotaie stese dall'Atlantico al Pacifico e con i suoi nuovi sistemi, sta uccidendo il West degli Uomini Veri.
    E soprattutto Henry Fonda, l'Attore Americano, il Buono, il Presidente democratico, a interpretare Frank, il freddo Killer al soldo di Morton, affascinato dai nuovi mezzi ma in conflitto con essi. La sua esuberante salute fisica lotta contro la tubercolosi ossea del magnate dei treni. Toccherà scoprire che c'è un potere più forte della propria carne e che, nonostante la morte di Morton, le cose non possono più fermarsi.

    Fonda, quando raggiunse il set, si presentò con barba e lenti a contatto nere (gli occhi azzurri di Fonda sono il simbolo dell' Onestà Americana); Leone, pian piano, gli fece scoprire il volto e l'attore capì che più che Frank era Fonda a dover choccare gli spettatori con la sua ferocia (uccide un bambino a inizio film...). Non era la prima volta che l'interprete ricopriva un ruolo ambiguo; vedi l'imbecille generale de "Il massacro di Fort Apache" o l'ambiguo pistolero dalle Colt d'oro dell'importante "Ultima notte a Warlock" ma nessuno aveva avuto il coraggio di presentare il Buono per eccellenza in una luce così perversa e irredimibile.
    Ciò appare evidente nella scena finale: Frank viene ucciso nel duello, poi Armonica se ne va, rifiutando il sorriso di Jill. Lui sa che nonostante il cattivo imprenditore e il suo braccio armato siano morti, non per questo la modernità si può fermare. Tocca ad una sana Jill il compito di portare avanti quelle rotaie, abbeverare gli operai, ricevere qualche pacca sul sedere (come suggerisce Cheyenne).
    Nella storia si sa che le cose non filarono così lisce; quanti saranno stati i Morton che, incuranti della trasformazione anche drammatica, irrimediabile di un Paese, hanno mietuto soldi e potere?

    Quest'epica antimoderna di Sergio Leone presenta, ingranditi, i pregi e i limiti dell'autore: abbiamo le scene madri realizzate con grandissima maestria (l'attesa alla stazione dei tre killers, Elam, Mulloch e Strode) la scena d'amore tra Frank e Jill, la caccia al killer nella città in costruzione, e soprattutto, il duello finale, magnifico, dove è intersecato il celebre flashback completo con lo showdown tra i due.
    I difetti sono nelle parti di raccordo: anche nella versione restaurata (grazie a clavie Salizzato) lo sviluppo della storia, scritta a quattro mani dai giovani Dario Argento e Bernardo Bertolucci, l'andamento è asmatico e farragginoso.

    Le facce degli attori secondari peraltro debilitano la pellicola che vorrebbe essere (e spesso è) di altissima classe ed elevata melodrammaticità. Aldo Sambrel che segue Cheyenne catturato dallo sceriffo (Keenan Wynn) o la scena del vecchietto a cui viene schiacciato il naso quando cerca di puntare per i terreni di Jill, per esempio, fanno di leone un vorrei ma non posso. Il suo vecchio maestro, Luchino Visconti al cui spirito "C'era una volta il west" si avvicina, non avrebbe mai commesso questi errori, curando il grande e il dettaglio allo stesso modo.

    La retorica messa in bocca agli Ultimi Uomini, se da un lato ha battute memorabili, per il resto è davvero ingenua e suona come una nenia alla Mark Knopfler (amante di questo film, non a caso).

    Ci sono tre finali, bellissimi presi uno ad uno ma troppi anche per un superfilm come questo (all'epoca uscì con 4 tempi e tre intervalli).

    Leone è un bambino che sogna alla grande, come si poteva sognare una volta, leggendo Sandokan e andando a vedere i cowboy al cinema parrocchiale. Nella foga di vivere con la fantasia grandi scene, si saltano a piè pari le incongriuenze. Ma: questa voglia di sognare, quest'idea di un cinema grande, più grande della vita, fanno passare in secondo piano le mie critiche.
    Sì, oggi non ci sono più tanti soldi ma neanche il desiderio di riempire gli occhi dello spettatore; ci si assesta sul minimalismo-maxibon e si crede di aver fatto un capolavoro. Siamo depressi e il titanismo leoniano ci manca tanto. Tornatore non ce l'ha fatta a rinverdirlo ma perlomeno ha fatto vedere che volendo i soldi si trovano.

    C'era una volta il cinema italiano?
    ( www.debaser.it/sergio-leone/cera-una-volta-il-west-1968/recensione)

    (Gabry)





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    La musica del cuore


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    I grandi Cantautori Italiani



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    foto:lucabarbarossa.it


    Luca Barbarossa


    Luca Barbarossa (Roma, 15 aprile 1961) è un cantautore e conduttore radiofonico italiano.

    Inizia la gavetta con la strada come palcoscenico, suonando il repertorio folk americano e i classici dei cantautori italiani. In questo periodo formativo dal punto di vista professionale e personale suona con Mario Amici compagno di liceo e collaboratore da sempre del cantautore romano. Nel 1980 viene notato da Gianni Ravera, che lo invita a partecipare al Festival di Castrocaro. In quell'occasione Barbarossa presenta il brano Sarà l'età, firmando il suo primo contratto discografico con la Fonit-Cetra. Come vincitore di Castrocaro partecipa di diritto al Festival di Sanremo 1981 con Roma spogliata, riscuotendo un buon successo classificandosi a sorpresa al quarto posto e primo tra i giovani (Luca scrisse questo brano sui banchi di scuola durante l'ora di italiano). A settembre esce il suo primo e omonimo album, Luca Barbarossa, prodotto da Shel Shapiro, dove vanta la partecipazione di Antonello Venditti e da cui viene estratto il 45 giri Da stasera, che il cantautore romano pubblicizza alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia senza però riscuotere lo stesso successo del singolo sanremese; a fine anno poi parte in tournée come spalla di Riccardo Cocciante.

    Nel 1982 partecipa al disco per l'estate con un nuovo singolo La strada del sole prodotto ancora da Shel Shapiro. La canzone pur entrando in classifica risentì della crisi già in atto alla Fonit-Cetra; questo portò Barbarossa a firmare con la CBS, che prima di dargli la fiducia per un album intero gli fece pubblicare una serie di 45 giri: Colore nel 1984, Vita nel 1985 e Via Margutta nel 1986; quest'ultima segnò l'inizio della collaborazione con Antonio Coggio e il ritorno a Sanremo. Di nuovo al Festival nel 1987 con Come dentro un film, titolo dell'album che finalmente la CBS accettò di pubblicare; pochi mesi dopo vince Un disco per l'estate a Saint Vincent come migliore album e come migliore canzone con Roberto, mentre nel settembre dello stesso anno riceve anche il premio come miglior rivelazione nel concorso Vota la voce.

    Nel 1988 la sua popolarità aumenta, con una nuova partecipazione a Sanremo. Sul palco dell'Ariston presenta L'amore rubato, una canzone che tratta senza remore il tema della violenza sessuale, e che gli vale il terzo posto, e più avanti il primo posto in classifica. Luca ricevette in diretta televisiva i complimenti da Franca Rame e Dario Fo, che gli inviarono un telegramma. Un'altra canzone popolare è Yuppies, satira sui giovani rampanti degli anni ottanta, mentre Fiorella Mannoia partecipa alla canzone Quartiere. Sul finire dell'estate del 1988, dopo aver girato l'Italia in tournée con Paola Turci, Luca si ritrova per la prima volta all'apice del vero successo, l'album Non tutti gli uomini ha infatti venduto 350.000 copie. Sempre nello stesso anno rappresenta l'Italia all'Eurovision Song Contest con Ti scrivo (Vivo). Nel 1989 esce Al di là del muro, album che contiene il singolo omonimo il cui titolo profetico anticipò di pochi mesi l'evento della caduta del muro di Berlino seppure il brano facesse riferimento alle barriere mentali. Nel disco anche una canzone dedicata a Nelson Mandela mentre Eros Ramazzotti collabora suonando la chitarra elettrica in Senza panico, canzone su un improbabile esodo apocalittico. Un altro brano da menzionare è Fine di un amore, una tra le canzoni d'amore più intense scritte dal cantautore romano.

    Nel 1992 passa alla Columbia e partecipa a Sanremo, in cui trionfa con Portami a ballare, brano dedicato a sua madre Annamaria. Sia la canzone, sia l'album Cuore d'acciaio prodotto da Roberto Costa, lo proiettano nelle prime posizioni in classifica. Nel 1993 esce Vivo (titolo ispirato alla omonima canzone del 1988), un album live che è una raccolta dei suoi brani più famosi, dove regala uno spaccato dell'atmosfera che si respira quando Luca sale sul palco. Nell'estate del 1994 esce con il brano Cellai solo te, canzone sui rapporti di coppia, intrisa di ironia (a cominciare dalla grafia volutamente errata del titolo). Nell'album Le cose da salvare, prodotto da Vincenzo Mancuso, spicca la partecipazione alla chitarra di Francesco De Gregori nella canzone Ho bisogno di te, oltre alle cover di Shower the people (sciogli l'amore) di James Taylor e La canzone del sole di Lucio Battisti. Il disco contiene una traccia intitolata Cercautore, dove Luca invita gli acquirenti del suo disco a inviare un testo, indicando che avrebbe scelto i testi migliori per proporli durante i suoi concerti. Il testo prescelto e poi inciso fu Onda controvento scritto da Paolo Audino. Nel 1996 firma con la Sony Music e al Festival di Sanremo presenta Il ragazzo con la chitarra, brano di matrice country. Fa seguito l'album Sotto lo stesso cielo, contenente tra le altre Ali di cartone e Sette candele, che tratta delle persecuzioni razziali verso gli ebrei durante il fascismo. Nell'estate del 1999 pubblica Musica e Parole, canzone che prende il titolo dell'album, prodotto da Romano Musumarra pubblicizzato con il singolo Segnali di fumo, cantato in duetto con Tina Arena.

    Nel giugno del 2001 esce la sua prima raccolta di successi Viaggio di ritorno, con i brani inediti Viaggio di ritorno, Zerosei e Nessuno come noi. Nel 2003 partecipa a Sanremo con Fortuna, inserita nel disco omonimo, che vede come ospiti Marco Conidi e Roy Paci; sempre nello stesso anno compone il brano Il canto per Luciano Pavarotti, che il tenore inserisce nel suo album Ti adoro. In qualità di autore Barbarossa, oltre a Pavarotti, ha scritto per Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Raquel del Rosario, Paola Turci, Tosca, Tina Arena, Alessandro Safina e i Dhamm. Nel giugno del 2007 esce dopo 4 anni di silenzio con il singolo Aspettavamo il 2000, anticipazione dell'album Via delle storie infinite che viene distribuito nell'aprile del 2008. Nel 2009 ha cantato nell'album di Claudio Baglioni Q.P.G.A., nella canzone Mia libertà.

    Tra il 2008 e il 2010, è protagonista con l'attore Neri Marcorè di una tournée teatrale intitolata Attenti a quei due, il cui DVD uscirà il 7 dicembre 2010, mentre nel febbraio del 2011 partecipa al festival sanremese, in coppia con la cantante spagnola Raquel del Rosario, con il brano Fino in fondo; nello stesso mese esce la raccolta Barbarossa Social Club, celebrativa dei suoi trent'anni di carriera, che vede la partecipazione di Max Gazzè, Roy Paci, Neri Marcorè, Fiorella Mannoia e Raquel del Rosario.

    Tra il 2008 e il 2010 è stato protagonista dello spettacolo teatrale intitolato Attenti a quei due (il titolo è ispirato alla serie televisiva omonima), con l'attore Neri Marcorè. Dal gennaio del 2010 è il conduttore di Radio 2 Social Club, programma di Rai Radio 2 in onda dapprima nel weekend e, dal 2015, giornalmente; in questo show radiofonico, ambientato in un immaginario locale dove si chiacchiera, si gioca e si fa musica, Barbarossa è stato affiancato nel corso degli anni da Virginia Raffaele, Paola Minaccioni, Lucia Ocone e Andrea Perroni.

    Il 9 maggio 2012 debutta in televisione, a fianco di Max Giusti, come conduttore del programma Super Club su Rai 2. Nel maggio del 2014 conduce, assieme a Sandrine Testud, la trasmissione Happy Hour sull'emittente SuperTennis, seguendo giornalmente gli Internazionali d'Italia[2].

    Il 17 e 18 dicembre 2015 conduce assieme a Gloria Guida, in prima serata su Rai 3, la trasmissione Il mondo a 45 giri.

    Nel 2016 viene riconfermato da Rai 3 questa volta come conduttore del Concerto del Primo Maggio. Poche settimane più tardi, il 18 maggio, si cimenta per la prima volta come telecronista sportivo, a fianco di Bruno Pizzul in occasione della Partita del cuore.

    Ha scritto la prefazione del libro A est dell'Avana di Roberto Goracci.

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    foto:gossip.it
    Sposato con Ingrid Salvat, è padre di tre figli: Valerio, Flavio e Margot.

    È il capocannoniere della Nazionale cantanti, con cui ha segnato 221 gol in 259 partite giocate.


    fonte:wikipedia.org



    Se potesse parlare la mia chitarra

    La mia chitarra mi ha seguito
    Senza chiedere dove vai
    È l'unica da quando son nato
    Che non mi ha tradito mai
    Ha suonato le mie canzoni
    Ha sopportato la mia età
    Ha vibrato con l'emozioni della mia felicità
    E quante strade e quanti sogni
    Abbiamo fatto insieme noi
    Pochi soldi ma a monte dei pegni
    Non l'avrei portata mai
    E la gente che abbiamo incontrato
    Nelle piazze delle città
    Le retate al commissariato
    Solamente lei lo sa
    Se potesse parlare la mia chitarra
    Quanti strani ricordi salterebbero fuori
    Le nottate giù al fiume
    Ubriachi dei nostri amori
    Se potesse parlare la mia chitarra
    Se potesse descrivere le emozioni
    Se potesse aiutarmi a ritrovare
    E quante volte mi ha aiutato
    Quante volte mi aiuterà
    A rivivere il mio passato
    A scoprire la verità
    E anche adesso che sto cantando
    La mia chitarra è sempre qua
    Tra le mani miei sta aspettando
    Di dire tutto quello che sa
    Se potesse parlare la mia chitarra
    Quanti strani ricordi salterebbero fuori
    Le nottate giù al fiume
    Ubriachi dei nostri amori
    Se potesse parlare la mia chitarra
    Se potesse descrivere le emozioni
    Se potesse aiutarmi a ritrovare
    Se potesse parlare la mia chitarra
    Se potesse descrivere le emozioni
    Se potesse aiutarmi a ritrovare te


    (Ivana)





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    (Redazione)





    L’ISOLA NELLO SPORT


    CRONACA SPORTIVA


    Calcio: Roma, Totti da Pallotta per il rinnovo del contratto.

    Spalletti incotra il presidente: andrebbero tenuti tutti. È ufficiale: Francesco Totti indosserà la maglia della Roma per un'ultima stagione. Il capitano giallorosso, che il 27 settembre compirà 40 anni, ha firmato il contratto che lo legherà al club per la 25/a stagione della sua carriera. "Ho fortemente desiderato questo contratto, che rappresenta la realizzazione del mio sogno": le prime parole dopo la firma del n.10 alla presenza del presidente James Pallotta. "Ho firmato per tre anni. Se sono contento? Dovete chiederlo al presidente", ha anche scherzato Totti.

    "La Roma ha un bel motore per cui sarebbe bene lavorare su quelli che sono i particolari e non andare a mettere le mani sui 'cavalli' del motore, perché la squadra ha dei bei cavalli che andrebbero mantenuti". Così il tecnico della Roma Luciano Spalletti dopo le quasi due ore passate assieme al presidente James Pallotta, sbarcato ieri nella Capitale, e il dg Mauro Baldissoni. Nell'incontro di lavoro, negli uffici della società a due passi da Piazza del Popolo, si è parlato molto anche del mercato giallorosso. E il riferimento non è solo ai pezzi pregiati come Pjanic, Nainggolan e Ruediger. ""Rassicurato da Pallotta dopo che ha detto che i giocatori più importanti resteranno? Ne stiamo parlando - aggiunge Spalletti - e io penso che sia difficile rassicurare in un mercato aperto come questo qui. La nostra volontà è quella di tenere sia Szczesny sia Digne. Ma nel caso di quest'ultimo bisogna andare a chiedere al Psg se ce lo lasciano un'altra volta, e mi sembra che lo vogliano tenere da quanto ho capito".

    "L'incontro è andato bene - racconta il tecnico giallorosso -. Era tanto che non vedevo il presidente. Ci siamo fatti i complimenti a vicenda, e poi abbiamo parlato un po' in generale di quelle che sono le nostre situazioni". Quanto al rinnovo del contratto di Francesco Totti "ne parlerà Pallotta - spiega Spalletti - perché noi siamo una squadra e ogni componente ha il suo ruolo". Il tecnico dribbla invece sugli obiettivi futuri: "Vincere lo scudetto? E' facile porre questo tipo di domanda, ma il discorso non è semplice da affrontare. La risposta è che noi lavoriamo e stiamo cercando di renderci conto di tutto, anche della crescita degli altri per stare di conseguenza al loro passo. Le difficoltà però ci sono. Le squadre forti ci sono, e quindi bisogna solo lavorare e fare le cose seriamente perché questa piazza lo richiede di fare le cose con professionalità. Se si parla poi di passare davanti alla Juventus nel tentativo di vincere lo scudetto - conclude - bisogna fare delle grandi cose. E noi abbiamo gli uomini giusti nel posto giusto, come Sabatini che fa il mercato".
    (Ansa)




    Pellegrini, a Rio con grande sicurezza.
    Dopo Giochi io e Magnini decideremo se fermarci o continuare. "Il bilancio annuale lo fa la gara che conta però arrivarci dopo delle gare che sono andate bene in inverno ti dà grande sicurezza: così Federica Pellegrini ai microfoni di Premium sport. "Sono soddisfatta - le parole della nuotatrice veneta - perché pur non essendo specialista di vasca corta è andata bene sia agli Assoluti che agli Europei. Mi alleno per arrivare alle Olimpiadi a lottare su tempi di grandissimo livello, che non sono quelli che abbiamo visto a Kazan. Bisogna migliorarsi molto, in cuor mio spero di farlo, poi vedremo lì come andrà. Cosa faremo io e Magnini dopo Rio? L'Olimpiade segna per noi un punto fondamentale della nostra vita - conclude - perché dopo decideremo se andare avanti o se fermarci e dedicarci ad altro. Dopo Rio si snoccioleranno molte cose ma per il momento non è successo niente".
    (Ansa)




    70 anni Nba tra integrazione e spettacolo.
    I neri in campo negli anni '50, Russell e Chamberlain prime star. Settanta anni, ma non li dimostra. Nel bel mezzo di una finale tra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers, che sembra pendere sempre di più verso Stephen Curry, piuttosto che verso LeBron James, la Nba taglia un altro anniversario.

    Il 6 giugno 1946 a New York nacque la National Basketball Association, nota come NBA, la principale lega professionistica di pallacanestro degli Usa. In realtà allora non si chiamava ancora così: fu battezzata Basketball Association of America (BAA), ma tre anni dopo adottò la nuova denominazione, con la fusione con la lega rivale National Basketball League, che da allora non è più cambiata.

    Negli anni della segregazione razziale e della Guerra in Vietnam la NBA si pose all'avanguardia del cambiamento, facendo esordire già nel 1950 i primi giocatori afroamericani (Chuck Cooper, Nat "Sweetwater" Clifton ed Earl Lloyd).

    La prima 'dinasty' a livello di team fu quella negli anni Cinquanta dei Minneapolis Lakers con 5 anelli, ma il primo vero campione fu Bill Russell, che fece grande i Boston Celtics trascinandoli a 11 titoli in 13 stagioni. Con l'arrivo di Wilt Chamberlain ai Philadelphia Warriors nacque una delle più grandi rivalità nella storia dello sport americano e mondiale. Chamberlain dominò tutto il decennio successivo, segnando il record di punti in una sola partita (100 nel 1962) e di rimbalzi (55).

    Almeno fino a quando nel 1967 ad affacciarsi nel firmamento NBA fu Kareem Abdul-Jabbar (ex Lew Alcindor), che insieme a Oscar Robertson guidò i Milwaukee Bucks al titolo nel suo secondo anno nella lega, e che più tardi giocò con i Los Angeles Lakers vincendo altri cinque titoli.

    Intanto nell'ABA, la nuova lega professionistica, poi assorbita definitivamente nel 1976 esplose Julius Irving, meglio noto come 'Doctor J' ai Philadephia 76ers, il primo giocatore spettacolare. La nuova regola dei tre punti mutuata nel 1979 dall'ABA esaltò lo show business e creò i nuovi idoli: Larry Bird e Magic Johnson. Il primo guidò i Boston Celtics a tre titoli, l'altro i Los Angeles Lakers a cinque titoli.

    Ma negli anni Novanta arrivò il ciclone Michael Jordan che rivoluzionò la NBA con i Chicago Bulls (sei anelli e cinque volte mvp). Poi arrivarono gli 'stranieri' (da Olajuwon a Nowitzki, da Pau Gasol a Yao Ming), segno della globalizzazione.

    Nel Duemila fu Kobe Bryant (5 titoli ai Lakers), ritiratosi da poco, l'erede di Jordan. Fino ad arrivare alla cronaca, a James e Curry. Per un finale ancora tutto da scrivere.
    (Ansa)

    (Gina)





    GOSSIPPANDO!!!




    Taylor Swift, amore al capolinea con Calvin Harris




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    Il musicista rompe il silenzio su Twitter




    Dopo quindici mesi d'amore Taylor Swift e Calvin Harris si sono detti addio. Se le prime indiscrezioni parlavano di separazione affrontata in modo maturo, citando come causa troppi impegni di lavoro di entrambi, nuovi rumors sostengono che Calvin non riuscisse a gestire il successo della cantante... e qualche capriccio. Intanto su Twitter lui ribadisce che ciò che rimane tra loro è amore e rispetto.

    Difficile scoprire la verità quando si tratta di personaggi del calibro di Taylor Swift. Una fonte vicino alla cantante ha dichiarato a People Magazine che la storia sia finita perchè il dj era intimidito dai successi della compagna, motivo per cui non si è visto al suo fianco sia al Met Gala sia ai Grammy.

    The Sun conferma che la coppia ha intrapreso strade differenti aggiungendo che il rapporto tra la cantante e il musicista si è concluso perché per lei era prematuro pensare al matrimonio e ad allargare la famiglia, mentre lui sognava un futuro a lungo termine insieme.

    Per continuare, fonti sicure hanno affermato a E! News che Taylor sia rimasta molto delusa da Calvin e che il loro legame non stava proseguendo nel modo in cui lei lo aveva immaginato.

    Di fronte a tutte queste versioni Calvin Harris rompe il silenzio sulla sua pagina Twitter con un post di poche parole: "The only truth here is that a relationship came to an end & what remains is a huge amount of love and respect". Al momento Taylor tace.




    www.tgcom24.mediaset.it/

    (Lussy)





    … TRA CURIOSITA’ E CULTURA …



    TAKING CARE.
    PROGETTARE PER IL BENE COMUNE


    dal 28 Maggio al 27 Novembre 2016



    “TAKING CARE, Progettare per il bene comune / Designing for the common good” è il titolo del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2016. Architettura come servizio alla comunità, cura degli individui, degli spazi, dei luoghi, dei principi e delle risorse. Per un’architettura che faccia la differenza, secondo il proposito di TAMassociati, il team curatoriale di questa edizione del Padiglione, composto da Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso.

    Un’architettura partecipata e intelligente, in grado di scardinare gli status quo e di immaginare un futuro migliore. Un progetto proposto alla Biennale Architettura 2016 con l’intenzione di radicarsi e riprodursi al di fuori di essa, per generare una nuova consapevolezza civica. Un’architettura al servizio del bene comune sociale, baluardo contro le frontiere create da marginalità ed esclusione. “Le periferie sono la vera sfida del XXI secolo, luoghi in cui vive, lavora e sogna la grande maggioranza degli abitanti delle nostre città. Organizzare questi spazi, connetterli ai grandi flussi metropolitani rispettandone le identità, restituire loro bellezza e armonia è il grande ruolo che gioca l’architettura in questo contesto” dichiara Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

    Il tema della 15. Mostra Interna-
    zionale di Architettura della Biennale di Venezia - scelto dal Direttore artistico Alejandro Aravena - indaga la necessità di coniugare l’architet-
    tura con la qualità della vita delle persone. Questo è avvalorato da Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia, che dice: “Abbiamo temuto che l’ architettura rischiasse di non avere altre alternative, oltre a quella della realizzazione di interventi spettacolari o di bricolage. Questa Biennale vuol dirci che l’architettura è partecipe di una grande finalità: dar forma allo spazio comune.”
    Le periferie, territori in continua trasformazione e aperti alla sperimentazione, affrontano i cambiamenti della contemporaneità. Ma la cultura può fare molto per le periferie, in particolare nella missione della DGAAP, che vede tra i suoi compiti proprio la promozione di politiche culturali volte a sostenere processi virtuosi di riqualificazione. Federica Galloni, a capo della Direzione generale Arte, Architettura contemporanee e Periferie urbane, sottolinea: "Al di là degli interventi specificatamente urbanistici o di politica sociale sulle periferie, l'architettura può e deve fare molto: è questa la principale missione della Direzione generale che vede tra le sue azioni la promozione della qualità del progetto di architettura e di politiche culturali volte a sostenere processi virtuosi di riqualificazione".
    Un tema – quello dell’“avere cura” - che vuole essere una prova tangibile di come l’architettura possa contribuire a diffondere e rendere efficaci i principi di cultura, socialità, partecipazione, salute, integrazione, legalità in qualsiasi luogo e a qualsiasi scala.

    All’interno del Padiglione Italia, 20 progetti di studi italiani in cui si evidenziano molteplici approcci, varietà di attori, pluralità di obiettivi dei lavori svolti. La selezione spazia in campi come l’abitare, il lavoro, la salute, l’istruzione, la cultura e valorizza il rapporto tra una committenza variegata (pubblica, privata, associativa, civica) e un’architettura parte attiva nel processo di partecipazione e condivisione. Quindi, il percorso espositivo si apre a una rassegna di scatti fotografici che diano forma visibile all’idea di bene comune in Italia. Infine si sviluppa in una sperimentazione sul campo e in un esplicito invito all’azione.
    Nel Padiglione verranno presentati 5 progetti inediti di realizzazioni assegnate ad altrettante associazioni nazionali impegnate nel contrasto alla marginalità in aree periferiche del nostro Paese, 5 artefatti personalizzati in un lavoro congiunto tra progettisti e associazioni, che porteranno - in un progetto complessivo di sussidiarietà sociale -, qualità, bellezza e diritti laddove manchino o risultino limitati.

    “Desideriamo un’architettura che sia motore di nuove visioni, potente mezzo comunicante, strumento attraverso cui le tante periferie dell’abitare possano rivendicare diritti, progresso, opportunità, inclusione”, spiega il team di TAMassociati. Progetti come strumenti per agire nelle periferie e nelle zone di degrado, ausili per azioni di impatto sociale, presidi per l’appropriazione dello spazio collettivo, modelli per la cura e lo sviluppo delle risorse umane e ambientali, supporti alle politiche pubbliche di riqualificazione. Per rendere efficaci queste azioni, gli oggetti saranno finanziati con una raccolta di sponsorizzazioni private e una campagna di crowdfunding lanciata in occasione dell’inaugurazione della mostra.
    L’allestimento di TAKING CARE avviene all’insegna del ‘low-cost’, privilegiando la riduzione del superfluo e la creazione di valore aggiunto, ottimizzando costi, efficienza e riuso.
    Anche quest’anno la DGAAP curerà, grazie di nuovo all’ospitalità del Parco tecnologico di Vega a Marghera, un programma d’iniziative ideate d’intesa con TAMassociati che coinvolgeranno i neoiscritti di alcune Facoltà di Ingegneria e Architettura italiane (Padova, Reggio Calabria, Siracusa ed altre). In linea con il tema della 15.Mostra Internazionale di Architettura, saranno realizzati 3 workshop di formazione sul tema dell’architettura sociale.
    (www.arte.it)

    (Gabry)





    BALLERINI FAMOSI!!!




    Svetlana Jur'evna Zacharova


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    Svetlana Jur'evna Zakharova (in russo: Светлана Юрьевна Захарова?; Luc'k, 10 giugno 1979) è una danzatrice ucraina.

    Biografia
    A dieci anni entra alla Scuola Coreografica di Kiev dove ha come insegnante Valerja Sulegina. Nel 1995, dopo aver terminato i sei anni di corso alla Scuola di Kiev, vince il secondo premio al Concorso Internazionale per giovani ballerini di San Pietroburgo.

    Viene ammessa alla prestigiosa Accademia di Ballo Vaganova di San Pietroburgo e iscritta direttamente all'ultimo corso avendo come insegnante Elena Evteeva.

    Nel giugno 1996 si diploma dall'Accademia di Ballo Vaganova ed entra a far parte del Balletto del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo.

    Nel 1997 viene promossa prima ballerina nella compagnia del Teatro Mariinskij dove lavora con Ol'ga Moiseeva, figura determinante nella sua evoluzione artistica.

    Dal 1997 al 2003, per il Balletto del Teatro Mariinskij, Svetlana Zakharova danza la maggior parte dei ruoli principali del repertorio della compagnia, spaziando dai balletti classici ottocenteschi ai lavori moderni dell'ultimo Novecento.

    Nel 1999 riceve il premio Golden Mask come migliore interpretazione femminile per Serenade di George Balanchine e nel 2000 per la sua interpretazione di Aurora ne La bella addormentata.

    Dal 1999 è Étoile ospite delle maggiori compagnie di danza del mondo, tra le quali il l'American Ballet Theatre, il Ballet de l'Opéra de Paris, il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, l'English National Ballet, il New York City Ballet, il New National Theatre Ballet di Tokyo. Il 7 febbraio 2014 danza all'apertura dei giochi olimpici invernali

    Nell'ottobre 2003 è prima ballerina del Balletto del Teatro Bol'šoj di Mosca.

    Dal 6 giugno 2005 Svetlana Zakharova è Artista Emerito di Russia. Nello stesso anno riceve il Prix Benois de la Danse.

    Nel 2006 riceve il Premio di Stato di Russia. Due anni dopo, nel 2008, diviene Artista Popolare di Russia e viene eletta alla Duma di Stato della Federazione Russa nelle file del partito Russia Unita. È membro del comitato statale per la cultura della Duma.

    Nell'aprile 2009 è protagonista di "Zakharova Supergame", spettacolo scritto appositamente per lei dal compositore italiano Emiliano Palmieri in collaborazione con il coreografo del Teatro alla Scala di Milano Ventriglia, presentato all'interno del Gala a lei dedicato al teatro Bolshoj. In Italia ha ballato alla Scala con partner Roberto Bolle Il lago dei cigni, Giselle e La Bayadère e a Napoli al San Carlo Don Quixote.

    Il 17 febbraio 2011 dà alla luce una bambina, Anja, avuta dal celebre violinista russo Vadim Repin con cui è sposata. A distanza di un anno dal parto, il 18 febbraio 2012 ritorna sul palco del Teatro alla Scala di Milano interpretando da protagonista Giselle accanto al partner Roberto Bolle.

    Principali interpretazioni

    Svetlana Zakharova e Andreï Merkuriev, 2006
    Lo Schiaccianoci di Vassily I. Vainonen (ancora da allieva all'Accademia Agrippina Vaganova)
    La fille du Pharaon di Marius Petipa nella ricostruzione di Pierre Lacotte
    Giselle di Adolphe Adam nelle versioni coreografiche di Vasil'ev e Grigorovič
    Il lago dei cigni e La Bella addormentata
    Raymonda di Jurij Grigorovič
    Sogno di una notte di mezz'estate di John Neumeier
    In the middle somewhat elevated di William Forsythe
    Carmen di Alicia Alonso
    La Bayadère di Marius Petipa
    Paquita grand pas e La fontana di Bachčisaraj di Rostislav Zacharov
    Romeo e Giulietta di Mikhail Lavrovskij
    Shéhérazade di Michel Fokine
    Serenade, Symphony in C, Apollo e Jewels di George Balanchine
    Études di Harald Lander
    Manon di Kenneth MacMillan
    Now and Then di John Neumeier
    Premi Riconosciuti
    Secondo premio all'International Young Dancer Competition a St Petersburg.
    Premio speciale "Our Hope" dalla St Petersburg brewery "baltika" (1997).
    The Golden Mask Award per la performance in Serenade(1999).
    The Golden Mask Award per la performance in The Sleeping Beauty (2000).
    The Special St Petersburg prize "People of Our City" for her achievements in ballet (2001).
    The Etoile Prize from Italian "Danza&Danza" magazine (2002).
    Benois de la Danse for her performance in A Mildsummer Night's Dream (2005).
    Russiam State Prize for outstanding achievements in ballet (2007).
    Award "Soul of the Dance" from the Russiam magazine "Ballet" (2007).


    (Lussy)





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    foto:svetla.dreamadv.eu



    Salute e Benessere





    pictures%5CTB_other_accommodations%5C1%5C2004%5C068_4_TERME_ZRECE-obd_28842
    foto:slovenia.info

    Terme Zreče


    Alle Terme Zreče, in ogni momento potete trovare qualcosa per voi e per la vostra salute.
    Grazie alla calda acqua acratotermale, ai rinvigorenti bagni, ai benefici impacchi e alle terapie sanitarie classiche, la vostra salute sara rinforzata e vi sentirete meglio.
    L’unica medicina
    naturale, la torba del Pohorje, eccelle per la sua purezza ecologica ed efficacia nei trattamenti
    di reumatismi ed altre malattie.

    Relax e vizi

    La svariata offerta di massaggi, bagni e programmi di relax che Vi ricaricheranno di nuove energie e rigenereranno il corpo e l’anima, garantiscono un piacere assoluto e un ottimo relax anche all’ospite piu esigente.
    Potete scegliere tra una vasta gamma di massaggi, combinati a erbe
    medicinali, oli eterici, sali e fango.
    E particolarmente importante lo Sawaddee, centro di terapie
    thailandesi tradizionali.
    Tanto godimento e garantito anche dal Villaggio delle saune, dove sarete
    accarezzati dal caldo, dove vi affascineranno gli aromi e rinvigoriranno i colori e i suoni.


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    foto:smokvina.hr

    Le fonti termali nelle possenti foreste del Pohorje

    Nell’abbraccio delle possenti foreste del verde Pohorje, dove il fiume di montagna Dravinja si
    placa e collega questa zona alle colline vinicole dette Dravinjske gorice, si e sviluppata Zreče –
    una giovane, bella e simpatica cittadina slovena. Un’impronta speciale le viene data dal moderno
    centro termale che sfrutta tutti i doni della natura. A meno di mezz’ora di automobile dalle Terme Zreče sorge il Centro climatico, sciistico e sportivo Rogla (1517 m s.l.m.). Grazie al mite clima di mezza montagna e alle illimitate opportunita per lo sport e le attivita ricreative, il Rogla offre, insieme alle terme, un valido e originale arricchimento dell’offerta termale e sanitaria
    in tutte le stagioni.

    Punto d'eccellenza

    Trova il tuo sorriso
    - l’acqua termale salubre rilassa e rinvigorisce
    - i doni della natura del pohorje
    - lo sfarzo del centro delle terapie thailandesi sawaddee
    Lasciatevi abbracciare dall’acqua delle fonti termali, abbandonatevi agli effetti benefici dell’unica torba del Pohorje, toccate il misticismo del Lontano Oriente attraverso le mani di abilitati massaggiatori thailandesi.

    Trattamenti sanitari

    Fattori curativi
    - acqua salubre acratotermale (calcio, magnesio, idrogenecarbonato)
    - fango naturale (bentonite)
    - torba del Pohorje (peloide organico)
    - clima salubre, rilassante di mezza montagna

    Indicazioni

    - stati postoperatori del sistema locomotore
    - stati postraumatici del sistema locomotore
    - traumi e malattie del sistema nervoso
    - periferico e dei disturbi del sistema vascolare periferico
    - reumatismi degenerativo e infiammatorio
    - effetti benefici nel trattamento di malattie del sistema respiratorio, di allergie, della pelle,
    delle malattie del sangue


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    foto:sloveniabenessere.it


    Benessere

    Villaggio delle saune
    600 m2 di saune: bagno turco, sauna finlandese (cristalloterapia, cromoterapia), infrarossa, ruscello di Kneipp, lettini di ceramica riscaldati, piscina di riscaldamento, terrazza solarium, accompagnati da vari programmi, come peeling alle erbe, sale o zucchero, impacchi al miele e aria turbinata.

    Massaggi

    Manuali, riflessoterapia, aromaterapia con massaggio, ayurveda, massaggio Garshan ai cristalli di sale o fango, Udvartana (massaggio sportivo dei muscoli), Jambira Pinda Sveda, Tui-na, Shiatsu, SOY SOY, aromaterapia clinica secondo Eve Taylor, massaggio con miele o cioccolato.

    Bagni
    Alle perle, alle erbe medicinali, al latte, per due con spumante, per la pulizia e il refrigerio del corpo

    Sawaddee – centro di terapia tradizionale thailandese Massaggio tradizionale thailandese, massaggio
    Sawadee, massaggio Siam, massaggio thailandese con erbe medicinali o oli riscaldati, massaggio dei piedi e delle mani, massaggio del dorso contro lo stress, massaggio della testa, del viso, del collo, delle spalle, massaggio thailandese per le future mamme.

    Beauty center
    Cura del viso e del decollete, massaggio profondo e manuale del viso con oli aromatici e ampolle vitaminiche, cura dei piedi, solarium, parrucchiere.



    Indicazioni
    malattie cardiovascolari, malattie reumatiche, lesioni del sistema locomotore, malattie renali e delle vie urinarie, malattie neurologiche, disturbi neurotici, malattie del sistema respiratorio, malattie degli occhi

    Tempo libero e svago :

    - 1600 m2 di superfici acquatiche nelle piscine coperte e scoperte con acqua termale
    - parco acquatico nel bosco
    - centro fitness, palestra
    - sentieri ordinati per escursionismo e ciclismo, camminata nordica
    - pesca, sci sul Rogla
    - golf a Slovenske Konjice


    Segnavia per escursionisti :


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    foto:slovenia.info


    il villaggio di Skomarje con un’antica chiesetta Slovenske Konjice



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    foto:slovenia.info
    con il maniero medievale Trebnik


    e resti del castello Stari grad, galleria d’arte Žiče con


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    foto:slovenia.info
    le rovine di una certosa


    Strada del vino musei dell’artigianato antico: fucine, vetrerie, mulini e segherie pendii del Pohorje con agriturismi curiosita delle citta di Celje, Maribor, Ptuj e Slovenska Bistrica laghetti di Lovrenška jezera, Črno jezero, Jezerc...


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    foto:slovenia.info
    Celje



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    foto:theodora.com
    Maribor


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    foto:slovenia.info
    Ptuj


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    foto:slovenia.info

    laghetti di Lovrenška jezera

    Tr.8
    foto:quotazero.com

    Lago di Crno Jezero



    fonte:slovenia.info

    (Ivana)





    ... PARLIAMO DI ...



    ERMAFRODITO


    Ermafrodito, in greco antico Ἑρμαφρόδιτος, è un personaggio della mitologia greca, figlio di Ermes e di Afrodite. Dalla loro unione nacque un bambino dalla straordinaria bellezza e, proprio per la raggiunta perfezione dei tratti maschili e femminili, fu chiamato Ermafrodito, con la fusione dei nomi di entrambi i genitori.
    Secondo il poeta latino Publio Ovidio Nasone era un ragazzo molto bello che venne trasformato in un essere androgino dall'unione fisica soprannaturale avvenuta con la ninfa Salmace.
    Ermafrodito è unico nel mito greco, nonostante anche il veggente Tiresia aveva vissuto parte della propria esistenza sia come uomo che come donna, ma mai sperimentando i due generi sessuali allo stesso tempo.

    Figlio della Dea dell'amore e del signore delle erme è stato a lungo un simbolo classico di androginia ed effeminatezza, ritratto nell'arte greco-romana come una figura femminile dotata di genitali maschili.
    Teofrasto asserisce che possa sussistere un legame tra Ermafrodito e l'istituzione del matrimonio; data l’ incarnando sia le qualità maschili che quelle più prettamente femminili, simboleggiava l'unione di uomini e donne nella sua qualità di evento sacro.
    I genitori divini sono entrambi figure erotiche e rappresentanti della fertilità, che possiedono sfumature distintamente sessuali. Talvolta "Hermaphroditus" viene denominato ed equiparato ad Afrodito, la versione maschile di Afrodite. Il dio itifallico Priapo in alcune versioni del mito è considerato anch'esso figlio di Ermes, quindi fratello di Ermafrodito; mentre lo stesso dio giovanile del desiderio erotico e della passione amorosa, Eros, lo si considera figlio di Afrodite.
    Il bimbo nacque sul monte Ida, ma Afrodite, colta da tardivo senso di colpa per l’adulterio, si separò presto dal piccolo e lo affidò alle cure delle ninfe Naiadi. Intorno all’età di 15 anni, il giovane decise di lasciare il luogo di nascita e di intraprendere un viaggio attraverso tutta la Grecia. Oltre alla bellezza, aveva ereditato dai genitori la scaltrezza e l’intraprendenza, condite da una robusta curiosità per le cose della vita. Il corpo, attraente e delicato come quello di una donna, non mancava del vigore e della forza maschili. Viaggiò verso le città della Licia fino a giungere in Caria, sulle rive di un grande lago ; per via di una giornata estremamente calda, sentì la necessità di bagnarsi presso una fonte.
    Secondo la versione che Publio Ovidio Nasone racconta nelle sue Metamorfosi, qui, in un boschetto nei pressi di Alicarnasso, lo vide la giovane ninfa Salmace, figlia di Poseidone dio del mare, la quale si innamorò immediatamente di lui, cercò di sedurlo, ma fu respinta.
    Salmace stette di nascosto ad ammirare Ermafrodito, fino a quando egli non si spogliò ed entrò nelle acque vuote; allora questa, appena vide il giovinetto cominciare a bagnarsi nel lago, saltò fuori da dietro un albero e si gettò su di lui. La ninfa, allora, fece quest’ ultimo disperato tentativo: lo abbracciò fortissimo e lo trascinò con sé verso il basso. Il ragazzo provava a divincolarsi dall’abbraccio mortale, ma Salmace era determinata a non lasciarlo andare. Mentre erano così avvinghiati, lei pregò suo padre e tutti gli Dei affinché le concedessero la grazia di restare unita a lui per sempre. Nel frattempo, lui pregò i propri genitori affinché chiunque si bagnasse in quelle acque nel futuro subisse la sua stessa sorte.
    Il suo desiderio venne accolto e i due divennero un essere solo, i loro corpi furono mescolati in una creatura di entrambi i sessi, metà maschio e metà femmina. Ermafrodito ottenne in seguito dagli dei che chiunque si fosse immerso in quella stessa fonte avrebbe subito perduto la virilità.

    Ermafrodito, quindi, rappresenta la perfezione assoluta, la somma delle peculiarità maschili e femminili, sublimate in un essere completo e bellissimo. Non esisteva un vero e proprio culto dedicato a questo personaggio, mutuato sicuramente da antiche tradizioni orientali. Se ne ricordano le fattezze, piuttosto, in opere letterarie e scultoree. Il culto, al massimo, lo vide protagonista in sette misteriche ed iniziatiche, ma non certo presso la maggior parte del popolo.
    La deificazione e le origini del culto di esseri ermafroditi derivano dalle religioni orientali, ove la natura ermafrodita esprime l'idea di un essere primitivo che in origine univa in sé entrambi i sessi. Le più antiche tracce del culto, si ritrovano nell'isola di Cipro. Qui, secondo Macrobio (Saturnalia III, 8) si trovava una statua barbuta con le fattezza di un'Afrodite maschile, chiamata da Aristofane col nome di Afrodito. Filocoro nel suo Atthis ha ulteriormente identificato questa divinità che associa alla Luna, descrivendo il fatto che durante i riti sacrificali ad esso dedicati uomini e donne si scambiavano i vestiti, attuando in tal maniera una forma di travestitismo. Il successivo Ermafrodito sarebbe una diretta prosecuzione di questo Afrodito di Cipro e significherebbe semplicemente "Afrodite in forma di Erma"; in questa sua nuova forma viene menzionato per la prima volta da Teofrasto (Caratteri, 16).
    Anche Platone aveva teorizzato un’origine androgina del genere umano e ne aveva divulgato il significato attraverso uno dei suoi miti più famosi.

    (Gabry)





    STRISCIA FUMETTO






    ... LA NATURA SULL'ISOLA ...



    LA SYMPLOCARPUS RENIFOLIUS



    La Symplocarpus renifolius è una specie di piante da fiore della famiglia Araceae. Originarie negli Stati Uniti, Canada e Asia orientale in particolare in Corea, Manciuria, Russia e Giappone. In Giappone è chiamata Zazen che significa "seduto in meditazione Zen"; la caratteristica del fiore si presenta come un monaco. E' quasi sconosciuta dai giardinieri europei. Conosciuto anche come il Arum famiglia, si tratta di un gruppo di affini monocotyledonous piante da fiore in cui i fiori sono a carico su un tipo di infiorescenza chiamato un spadice.
    Il genere è caratterizzato da grandi foglie e apparati radicali profondi. Insolitamente producono anche radici contrattili che vengono utilizzate per cambiare il livello della pianta con il terreno. Le loro foglie rilasciano un cattivo odore, se schiacciate. Cresce in luoghi umidi, soprattutto a cielo aperto, anche se a volte è stato trovato sotto gli alberi ma, spesso la si trova lungo ruscelli. Il fiore è in realtà una foglia modificata, conosciuta come spata e nasce all'inizio della primavera. A differenza di molti altre piante sono impollinate dalle mosche. Utilizzando una sofisticata reazione chimica, lo spadice è in grado di produrre calore che aiuta a liberare un profumo piuttosto pungente.
    Il colore della spadice, della spata e cappuccio esterno sono viola; i fiori densamente disposti sono di colore giallo. Tutte le parti della pianta sono tossiche a causa della presenza di calcio oxylate.

    (Gabry)





    POESIE DI STAGIONE


    GIUGNO

    Giugno
    E' il mese dei prati erbosi e delle rose;
    il mese dei giorni lunghi e delle notti chiare.
    Le rose fioriscono nei giardini, si arrampicano
    sui muri delle case. Nei campi, tra il grano,
    fioriscono gli azzurri fiordalisi e i papaveri
    fiammanti e la sera mille e mille lucciole
    scintillano fra le spighe.
    Il campo di grano ondeggia al passare
    del vento: sembra un mare d'oro.
    Il contadino guarda le messi e sorride. Ancora
    pochi giorni e raccoglierà il frutto delle sue fatiche.


    (M. Comassi)




  6. .

    POESIE DI STAGIONE


    GIUGNO

    Giugno
    E' il mese dei prati erbosi e delle rose;
    il mese dei giorni lunghi e delle notti chiare.
    Le rose fioriscono nei giardini, si arrampicano
    sui muri delle case. Nei campi, tra il grano,
    fioriscono gli azzurri fiordalisi e i papaveri
    fiammanti e la sera mille e mille lucciole
    scintillano fra le spighe.
    Il campo di grano ondeggia al passare
    del vento: sembra un mare d'oro.
    Il contadino guarda le messi e sorride. Ancora
    pochi giorni e raccoglierà il frutto delle sue fatiche.


    (M. Comassi)




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    Edited by loveoverall - 1/6/2016, 10:12
  8. .






    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 022 (30 Maggio – 05 Giugno 2016)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 30 Maggio 2016
    S. FELICE I PAPA, S. FERDINANDO

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    Settimana n. 22
    Giorni dall'inizio dell'anno: 151/215
    -------------------------------------------------
    A Roma il sole sorge alle 04:38 e tramonta alle 19:37 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 04:38 e tramonta alle 20:03 (ora solare)
    Luna: 1.05 (lev.) 12.55 (tram.)
    --------------------------------------------------
    Proverbio del giorno:
    C'è chi semina e chi miete.
    --------------------------------------------------
    Aforisma del giorno:
    Siano in molti coloro che vivono in pace con te,
    ma i tuoi consiglieri uno su mille.
    (Siracide)










    RIFLESSIONI



    ... RICORDI DI MATURITA’ …
    ..."Eppure lo sapevo”. Pagine che volano e dita che velocemente le sfogliano, a volte il dito si sofferma su una riga e lo sguardo lo segue per imprimere con ancora maggiore forza le parole ed i concetti che il dito cerca di fermare puntando con forza su esse. Iniza la stagione calda e non è piacevolissimo restare in casa a leggere, studiare mentre da fuori voci di ragazzi che giocano e ridono fa salire il desiderio di scendere in strada. “Ora provo a ripassare, vediamo come espongo le cose”; dalla stanza chiusa il suono delle parole dette a voce alta risuonano come una bella melodia; la mamma in religioso silenzio ascolta felice di quel figlio che parla in quel bel modo di cose che non comprende appieno, però è contenta di quel impegnarsi e “faticare”per ottenere il miglior risultato possibile nell’esame più duro e significativo della sua vita. Prefigura un futuro luminoso per quel figlio cresciuto in un lampo che oggi è già davanti alla prima prova importante della sua giovane vita. Un pasto veloce e poi di nuovo sui libri; ci sono tante cose da studiare tante pagine da leggere e soprattutto tanti concetti e idee da fermare nella mente. Squilla il telefono, un compagno di classe chiama per raccontare la sua situazione di studio, per confrontarla e soprattutto per verificare a che punto della preparazione si è giunti e per una parola di incoraggiamento da scambiarsi in quel momento di grande sforzo mentale e di concentrazione. Arriva la sera, il papà rientra a casa dal lavoro. La mano carezza leggermente la testa piegata sui libri, un filo di voce: Tutto bene? Come procede, sei stanco?”. Avrebbe voluto continuare a fare domande preoccupate ma la voce della mamma dalla cucina lo richiama e va via chiudendo la porta con delicatezza. Dopo cena, nella quale si scambiano poche parole mai però sull’argomento del vicino esame. Squilla di nuovo il telefono, un gruppo di amici chiama per andare a prendere un gelato. “Va bene dai un gelatino veloce e poi a casa, domani altro giorno di studio e ripetute”. Chiude dietro di se la porta della casa dopo aver salutato i genitori che hanno negli occhi l’orgoglio per quel figlio e nelle intenzioni cento domande, ovviamente non pronunciate, sull’andamento di quello studiare intenso e sulle aspettative per quell’esame oramai alle porte … Ho raccontato un pezzo della mia vita, in prossimità degli esami di maturità. Auguro a tutti coloro che si accingono a questo importante passo la stessa emozione che ho provato io , le stesse aspettative e la stessa consapevolezza dell’importanza di quell’esame per la vita a venire … Buon Maggio amici miei … (Claudio)






    Maturità: pochi giorni all'esame, è corsa a tesina sul web

    Skuola.net: 'C'è chi la fa, chi la copia e anche chi la compra'. C'è chi prende la tesina da portare all'esame orale di maturità piuttosto seriamente, c'è chi invece non farà a meno di un aiuto dal web. Circa il 56% infatti si rivolgerà a Internet anche solo per trovare un'idea originale da sviluppare, ma tra i cybernauti della tesina non manca chi ricorrerà al copia e incolla. E se gli spunti della rete non bastano, gli studenti sono disposti a mettere mano al portafogli. Lo evidenzia una ricerca di Skuola.net realizzata su 2 mila maturandi. Se il 44% degli intervistati dichiara di non avere intenzione di cercare un aiuto su internet, la maggioranza (il 56%) cederà alla tentazione, ma con alcune differenze. Infatti, di questi cybernauti della tesina, 2 su 3 dichiarano di voler prendere solo ispirazione da lavori già fatti per trovare le idee e i collegamenti, per poi lavorarci su in autonomia, mentre 1 su 4 circa adopererà una tesina già fatta come "scheletro", per poi adattarla alle sue esigenze.

    Uno su dieci, invece, confessa: si dedicherà senza remore al copia e incolla. Secondo i dati della web survey realizzato dal sito, i più ligi al dovere sono i ragazzi del liceo, che vanno ad affollare la percentuale di chi "fa da sé", senza ricorrere al web. D'altro canto, al polo opposto, i ragazzi dei professionali sembrano maggiormente intenzionati al copia-copia dal web rispetto agli altri studenti. Tendenze divergenti anche per maschi e femmine. Le seconde, infatti, appaiono meno disposte a copiare o prendere spunto da lavori già fatti presenti in rete. Pur con queste differenze, una cosa è sicura: trovare una tesina (o un percorso, o un progetto) bella e pronta da portare alla maturità è un vantaggio non da poco per uno studente sotto esame.

    Un vantaggio per cui non pochi investirebbero la propria paghetta, se fosse necessario. E' circa 1 su 4 dell'intero campione a confessare di essere disposto a comprare un lavoro già pronto dal web, mentre una netta minoranza, il 3%, dichiara di averne già messo nel carrello uno già fatto. Ma c'è chi arriva a soluzioni ben più raffinate. Perché acquistare una tesina già pronta, con il rischio di essere "beccati", se si può pagare qualcuno - magari studenti universitari o professori - per farsene fare una originale e su misura? Uno su 5 circa dichiara che sarebbe disposto a mettere mano al portafogli per essere aiutato a finirla per tempo (13%) o perché qualcun altro la scriva al posto suo (6%). Un altro 4% dell'intero campione ha già pagato per farsi confezionare la tesina che porterà all'esame, interamente o solo in parte.
    (Ansa)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Primavera …

    Non piove più

    Non piove più! Sui prati
    sotto il raggio del sole,
    fra l’erba luccicante,
    s’aprono le viole.
    Tra i rovi della siepe
    l’azzurra vinca sboccia;
    ad ogni fiore in seno
    brilla una pura goccia.
    Le galline sull’aia
    ritornano a beccare,
    e i fanciulletti garruli
    riprendono a saltare.
    L’aria odora di terra,
    su, nel cielo sereno,
    con sette bei colori
    brilla l’arcobaleno.
    (O. Grossi Mercanti)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    IL VIAGGIO DI PALLINO

    Era arrivato un pomeriggio di agosto, piccolo, spelacchiato, smarrito. Era nato da appena un mese, aveva vissuto in un immenso giardino, o per lo meno a lui sembrava tale, felice con i fratellini e la sua mamma dalla quale lui, insieme ai fratelli e quasi a gara, si ciucciava il latte.
    Nel giardino correva e giocava tutto il giorno, e poi, sfinito, crollava dalla stanchezza e si addormentava aggrovigliato ai fratelli e alla mamma.
    Un giorno qualcuno lo prese e lo infilò dentro una scatola con alcuni fori da dove però non riusciva a vedere nulla. Era curioso di capire ma aveva tanta paura e così cominciò a miagolare, sembrava un cinguettio, tanto era flebile! Fuori gli dicevano “Fai il bravo che ora arriviamo” ma lui non capiva e rifugiatosi in un angolo della scatola continuava a miagolare. Poi la macchina si fermò, qualcuno prese la scatola e la diede a qualcun altro che la aprì.
    La donna sembrava felice di vederlo, quasi lo conoscesse “quanto sei carino” diceva “vieni dalla mamma, ti chiamerò Pallino perché sembri un batuffolo tondo così raggomitolato” lo tirò fuori dalla scatola e cominciò a saltellare dalla gioia stringendolo e accarezzandolo. Pallino non capiva nulla, era spaventato.
    Quel giorno e i giorni a venire graffiò diverse volte la sua mamma, a onor del vero continuò a faro anche dopo, ma quel giorno aveva troppa paura, per di più, c’era anche i rumore fastidioso di una macchina che una signora usava che lo faceva impazzire!
    Col tempo Pallino si affezionò alla signora che ogni tanto veniva per usare quell’attrezzo che la mamma chiamava aspirapolvere, anzi quando c’era lei lui era contento, andava dove andava lei, camminava sulla spazzatura, sul pavimento bagnato, saliva e scendeva le scale, si divertiva tanto, e la signora non si seccava! Man mano che il tempo passava, Pallino si abituò alla sua nuova vita, era bello stare lì, girare per la casa, salire sui mobili, sulle poltrone, sulle sedie: certo la mamma lo sgridava, ogni tanto si prendeva qualche scappellotto, però lo voleva bene, Pallino aveva imparato anche a fare le carezze e quando le faceva la mamma era felice, non lo sgridava, lo chiamava “amore”. Era bello vedere la mamma allegra, tante volte non lo era e lui non sapeva cosa fare e allora si metteva a guardarla e poi si addormentava.
    Quando passarono sei mesi dal suo arrivo, Pallino aveva più voglia di girare, un giorno saltò il muretto del terrazzino e salì sui tetti. Pallino si sentì libero e felice e anche se la mamma lo chiamava lui non si voltava, tanto la sentiva. Cominciò ad uscire ogni giorno e ogni giorno stava fuori un po’ più a lungo, girava per i tetti delle case vicine, si fermava a guardare gli uccellini che passavano, inseguiva le lucertole, guardava da lontano la signora che stendeva la biancheria come la mamma, ma non era la sua mamma, la sua mamma aveva i capelli lunghi e biondi, e poi gli fischiava e lo chiamava “Pallichicco vieni ti do i croccantini”, lui ne era ghiotto! Quando aveva fame tornava di corsa a casa, si metteva dietro la porta e cominciava a miagolare fino a quando la mamma non veniva ad aprirgli.
    Quando la porta si apriva Pallino entrava di volata e andava subito in garage dove c’era la sua cuccia, la mamma lo rincorreva “Vagabondo, dove sei stato? Hai lasciato la mamma sola, monello!” e lo chiudeva fuori. Ma Pallino sapeva, ormai, che dopo un poco gli avrebbe aperto e lo avrebbe coccolato nuovamente, e dopo lui si sarebbe messo a dormire beato davanti alla stufa. Un giorno Pallino, più in vena del solito di scorribande, ne combinò una più grossa del solito. Senza che la mamma se ne accorgesse, proprio mentre lei chiudeva il garage dopo aver uscito la macchina, sgattaiolò fuori e in men che non si dica fu avvolto dal buio.
    Era elettrizzato da quella nuova esperienza, cominciò a correre anche perché una macchina, proprio quella della mamma, cominciò ad inseguirlo, lui fulmineo con un balzo saltò su un muretto e in breve si trovò in un giardino. Aveva un po’ di timore, ma imperterrito continuò il suo viaggio. Dopo un poco, arrivò su uno spiazzale dove c’era un pollaio, quelle galline appena lo videro cominciarono a starnazzare e si muovevano tutte verso la sua direzione, all’inizio Pallino si divertì a farsi rincorrere, ma poi, vedendosele tutte quasi addosso, cominciò ad avere paura e prese a fuggire, anche perché erano più alte di lui e lo beccavano tanto da fargli male.
    Dopo aver saltato un muretto, Pallino pensò di essere al sicuro, era stremato, era caduto pure su una cosa che faceva lo stesso odore di quando la mamma accendeva la stufa e si era sporcato tutto di nero. Così cominciò a pulirsi e non si accorse che nel frattempo era sopraggiunto un cane. Quel cane odiava i gatti perchè lo stuzzicavano e gli rubavano il cibo mentre lui dormiva, vedendo Pallino lo scambiò per un randagio e cominciò ad abbaiare ferocemente per azzannarlo. Pallino, dallo spavento, fece un salto incredibile, non capiva cosa volesse da lui quell’energumeno con le fauci spalancate come se volesse mangiarselo, lui non era stato monello, non gli aveva fatto nulla. Cominciò a miagolare disperato, non sapeva come uscire da quel posto, dov’era la sua mamma? Cominciò a correre con il cane che lo inseguiva, si rifugiava in un angolo e poi in un altro sempre con il cane alle costole.
    Poi qualcuno cominciò a gridare, voleva che il cane la smettesse, “maledetto cane, se ti prendo ti rompo le ossa!”. Queste urla fecero spaventare ancora di più il povero Pallino, il quale pensava alla mamma e a perché non lo aiutava.
    Intanto, dato che il cane non smetteva di abbaiare, l’uomo usci dalla casa e con un bastone cominciò ad inseguirlo, poi si accorse di Pallino e anche l’uomo, senza che gli avesse fatto nulla, se la prese con lui. Pallino cominciò a nascondersi dietro i cespugli, il suo cuoricino batteva forte forte, si graffiò, gli faceva male ma non si poteva fermare per leccarsi la ferita. Poi miracolosamente trovò un buco, ci entrò dentro e di colpo si trovò sulla strada, ma Pallino non sapeva dove andare, non sapeva più dove era la sua casa! Provò ad andare avanti, indietro, passavano le macchine veloci, no, non sapeva proprio cosa fare, aveva ragione la mamma lui era piccolo! Disperato si appiatti sul pavimento della strada e cominciò a miagolare, si sentiva perduto.
    La mamma, intanto, era tornata a casa e, entrando la macchina in garage, si accorse che Pallino non c’era, pensò che si fosse nascosto come faceva di solito, lo chiamò, gli mise i croccantini nella ciotola ma lui non usci. Non capiva, inizialmente, cosa fosse successo, poi si rese conto che il suo gatto, approfittando di una sua lieve distrazione era scappato. Era fuori di sé, come era potuto accadere, dov’era Pallino, lo aveva perduto per sempre? Non poteva certo rassegnarsi, così, uscì fuori e cominciò a cercarlo, prima lungo una strada, poi per un’altra: ma di Pallino neppure l’ombra. Rassegnata tornò a casa, salì in terrazza, lo chiamò, gli fischiò come faceva spesso per chiamarlo: nulla! Scese in soggiorno e lasciò aperta la porta che dava sulla strada sperando di sentirlo miagolare, si affacciava continuamente ma Pallino non si vedeva.
    Dopo una mezz’oretta sentì un miagolio disperato, sperò fosse il suo gatto. Uscì per strada ma dopo averne percorso un tratto non c’era e non lo sentiva più miagolare. Tornò indietro e percorse l’altra, lo sentì nuovamente però non capiva da dove arrivava il miagolio, lo chiamò, gli fischiò, non lo vedeva.
    “E se si trova su un muro – pensava – come farò a prenderlo?” Poi lo vide, era ad un metro dal muro, appiattito a terra con gli occhi chiusi e miagolava disperato. Luisa lo prese, timorosa che fosse gravemente ferito, non sembrava, se lo strinse al petto e si avviò verso casa: il cuoricino di Pallino batteva a più non posso.
    “Tranquillo Pallino, sei con la mamma!” lo rincuorava. Arrivata a casa si accorse che, a parte lo sporco, aveva solo dei graffietti da nulla, tutto sommato erano stati fortunati lei e Pallino, poteva finire peggio. Lo adagiò su un tappeto, con un panno cominciò a pulirlo, gli disinfettò le ferite e poi cominciò ad accarezzarlo per acquietare lei e lui.
    Quando lo vide più sereno gli versò del latte nella ciotola e Pallino lo bevve. Era tranquillo ormai Pallino, il suo viaggio era finito, la sua mamma era venuto a salvarlo, poteva ricominciare la sua vita abituale con le sue solite monellerie e i graffi alla mamma! Avrebbe fatto il bravo gattino, proprio come voleva la mamma, promesso. Promesso?...

    (Mariella Di Mauro)



    ATTUALITA’


    Nuovi ragni 'pavone', si comportano come cani e gatti.

    Scoperti da biologo nel tempo libero, 'creature straordinarie'. Ragni che "si comportano come cani o piuttosto gatti": curiosi e attenti osservatori di ciò che li circonda, che si "appostano" prima di lanciarsi sulla preda cercando di non essere visti. Così il biologo australiano Jurgen Otto descrive le peculiarità delle sette nuove specie di ragni "pavone" - aracnidi coloratissimi che sul web sono stati resi noti dai video delle loro danze di corteggiamento - che ha scoperto nel Western e South Australia e descritto insieme ai colleghi David Knowles e David Hill sulla rivista Peckhamia.

    "Seguono ogni cosa che li circonda", spiega Otto in un colloquio con l'ANSA, "sono creature molto 'visuali', avendo due grandi occhi frontali e altri 6". "Percepiscono il loro ambiente in modo molto simile al nostro. Puoi vedere come reagiscono l'uno verso l'altro, ad esempio. Ti guardano, si guardano a vicenda, fissano una mosca che stanno per catturare. Le si avvicinano lentamente, cercando di non farsi scoprire", "si spingono in avanti sulle zampe per vedere meglio qualcosa, a volte ruotano la testa per avere una prospettiva differente".

    Comportamenti, dice, che "piuttosto ricordano un gatto che quelli della maggior parte dei ragni". I ragni pavone, lunghi pochi millimetri, appartengono al genere di ragni che saltano e le loro quantità di veleno sono assolutamente innocue per gli uomini. "E a dire la verità non ci pensano nemmeno a mordere un essere umano", spiega il ricercatore, "un orsacchiotto di peluche è più pericoloso". Quella di Otto per questo genere di aracnidi è una passione che va oltre il suo lavoro, che è quello di esperto di acari per il governo australiano, all'interno del Dipartimento di Agricoltura e Risorse idriche. A casa dice di aver "perso il conto" dei ragni che "nutre e cura" a scopo scientifico, dovrebbe averne circa 200. "Ai ragni mi dedico nel tempo libero, la sera o nei fine settimana. Trascorro migliaia di ore osservandoli, fotografandoli e filmandoli". "È dura, ci vuole un sacco di pazienza", ma sono creature "straordinarie".

    Jurgen Otto ha un canale YouTube particolarmente gettonato dove pubblica i filmati dei ragni pavone che studia. Il video più visto, pubblicato circa 3 anni fa, ha raggiunto oltre 5 milioni di visualizzazioni. La sua pagina Facebook "Peacock Spider" ha oltre 61 mila follower.
    (Ansa)





    In Australia massiccio sbiancamento della Grande Barriera Corallina.

    Il mare troppo caldo ha ucciso il 35% delle sue sezioni settentrionali e centrali. Un massiccio sbiancamento dei coralli provocato dall'acqua del mare troppo calda ha ucciso il 35% della Grande Barriera Corallina nelle sue sezioni settentrionali e centrali, al largo della costa nordest dell'Australia, il tutto aggravato dal fenomeno ciclico El Niño che influenza le correnti oceaniche. Lo rivela una ricerca aerea e subacquea dei 2300 km della Barriera, sito del patrimonio mondiale Unesco, condotta dalla James Cook University di Townsville. La Grande barriera corallina è il più grande ecosistema vivente al mondo, che ospita la più ampia diversità di banchi corallini e numerose specie minacciate, come il dugongo e la tartaruga verde.

    Fortunatamente è stata risparmiata per il 95% la sezione meridionale della Barriera, a sud di Cairns, importante meta turistica, grazie a un forte ciclone tropicale, accompagnato da copertura nuvolosa e forti piogge che hanno raffreddato le acque. Il corallo si sbianca quando l'acqua è troppo calda per troppo tempo. Si stressa ed espelle le colorite alghe da cui dipende per ricevere energia. L'entità del danno, avvenuto in massima parte negli ultimi due mesi, ha gravi implicazioni per le altre creature che dipendono dai banchi corallini per cibo e riparo, riferisce il responsabile della ricognizione Terry Hughes, direttore del Centre of Excellence for Coral Reef Studies dell'ateneo.

    I coralli sbiancati non ancora morti possono riprendersi se diminuisce la temperatura dell'acqua, ma i coralli più vecchi richiedono più tempo per recuperare prima che intervenga un nuovo episodio di sbiancamento. La capacità di ripresa è inoltre ostacolata dall'inquinamento delle acque causato dagli scarichi agricoli, spiega ancora Hughes. "Questa è la terza volta in 18 anni che la Grande Barriera Corallina subisce uno sbiancamento di massa a causa del riscaldamento globale, e l'evento corrente è estremo, molto più esteso di quanto sia stato misurato finora", aggiunge. "Il danno è parte di une massiccio evento di sbiancamento che colpisce i banchi corallini attorno al mondo già da due anni. Alcune isole del Pacifico hanno riportato tassi di mortalità dei coralli sopra l'80%. In tutti i casi, le aree che soffrono il peggiore sbiancamento sono quelle in cui l'acqua è stata più calda più a lungo", spiega ancora lo scienziato.

    Lo scorso anno il Comitato Unesco per il patrimonio mondiale ha minacciato la sua inclusione nella lista nera dei siti 'in pericolo', esortando il governo di Canberra a compiere un programma sostanziale di conservazione. "Lo sbiancamento dei coralli è legato direttamente al cambiamento climatico", dichiara in un comunicato il Wwf Australia. "Il riscaldamento globale, alimentato dalla bruciatura di combustibili fossili, aumenta la temperatura delle acque, mentre il loro inquinamento indebolisce i coralli rendendoli più vulnerabili e meno capaci di riprendersi. I leader dell'Australia devono affrontare le gravi minacce all'ecosistema e agire seriamente per combatterle", aggiunge l'organizzazione ambientalista. ‬
    (Ansa)





    Greco al classico, Aristotele e Platone in pole position.

    I maturandi scommettono sulle prove d'esame in un sondaggio di Skuola.net. Platone o Aristotele? Ecco la scommessa dei maturandi del classico per la seconda prova, la tanto temuta versione di greco. Secondo un’indagine di Skuola.net su 1000 studenti di quinta del liceo Classico, la maggioranza, il 20%, punta tutto su Aristotele. Ma Platone segue a ruota al 19%.

    IL TOTO-AUTORE 2016 – Altri nomi vengono citati dai ragazzi dopo Platone e Aristotele: Erodoto (13%), Plutarco (12%), Tucidide (10%): tutte opzioni realistiche per la prova d’esame. Ma anche Demostene (9%), Polibio (8%) e Luciano (6%) sono stati indicati come possibili protagonisti delle tracce. Chi la spunterà? Di sicuro i maturandi hanno fiuto per le scommesse: un sondaggio simile svolto lo scorso anno indicò Tacito per la traccia di latino del 2015. E Tacito effettivamente fu.

    VECCHIE CONOSCENZE- In effetti, indovinare si può. Infatti, il ministero tende a riproporre autori già usciti negli anni precedenti. Platone e Luciano sono ormai degli affezionati alla versione di greco agli Esami di Stato. Entrambi, negli ultimi anni, sono usciti due volte: il primo nel 2004 e nel 2010, il secondo nel 2008 e nel 2014. Motivo in più per credere che si possa tornare sui classici, e lo stesso Aristotele è una vecchia conoscenza, protagonista del 2012, così come Plutarco, autore della versione del 2006.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    Alice attraverso lo specchio




    locandina



    Un film di James Bobin. Con Johnny Depp, Anne Hathaway, Mia Wasikowska, Helena Bonham Carter, Sacha Baron Cohen.



    Le porte della percezione restano socchiuse e le cose non appaiono infinite come realmente sono.
    Andreina Di Sanzo


    Dopo molto tempo passato a bordo della nave Wonderland, il capitano Alice Kingsleigh torna sulla terra ferma londinese, rigida e ottusa.
    Alice, una sempre splendida Mia Wasikowska, lascerà presto la noia del mondo aristocratico per una nuova avventura. Attraverso uno specchio magico, con l'aiuto del Brucaliffo, tornerà dai suoi amici del Sottomondo, questa volta per salvare il Cappellaio Matto (Johnny Depp) e viaggiare nel tempo.
    Il sequel di Alice in Wonderland di Tim Burton, qui in veste di produttore, vede la nostra protagonista affrontare una vera e propria odissea spazio-temporale in cui il tempo che viene personificato (Sacha Baron Cohen) sarà il suo nemico-amico da cui trarre insegnamento e a cui insegnare qualcosa. Perché sì, il soggetto prioritario del film di James Bobin è proprio chronos in persona, l'elemento dalla duplice natura, tiranno e prezioso, cinico e amichevole, come risulta proprio il personaggio interpretato brillantemente da Baron Cohen.
    Diversamente dal romanzo di Lewis Carroll (Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò) che gioca tutto sul tema degli scacchi, qui questa tematica viene leggermente sfiorata in favore di una morale più semplicistica, ovvero ciò che si può imparare dal tempo, dagli errori o dalle esperienze del passato. Alice, per salvare il Cappellaio che lentamente si sta lasciando morire, deve recuperare la cronosfera e viaggiare nel tempo per cercare di cambiare alcuni avvenimenti e salvare la famiglia del suo amico. Dopo aver incontrato i compagni del Sottomondo, la Regina Bianca (Anne Hathaway), il Bianconiglio, Pincopanco e Pancopinco, Bayard e così via, la ragazza decide di intraprendere quest'impresa che la porterà di nuovo al cospetto della perfida Regina Rossa, anche in questo episodio interpretata da Helena Bonham Carter.
    Alice attraverso lo specchio è film in cui i personaggi di questo mondo fantastico vengono visibilmente umanizzati: l'appiglio è sempre la famiglia. L'ambiente domestico è quel locus (non sempre) amoenus da cui nascono gioie e dolori, cambiamenti e trasformazioni, ma resta in ogni caso un punto verso cui tendere. Persino la Regina Rossa, non del tutto così cattiva, sembra avere un conto in sospeso proprio con ciò che accadde tra le mura domestiche.
    Il motivo conduttore del viaggio psichedelico, molto presente nel film di animazione del 1951, e sicuramente elemento cardine dell'opera visionaria di Lewis Carroll, viene completamente abbandonato, cosa che accadde anche per il precedente film di Burton - per fortuna qui ci siamo risparmiati le lotte con i draghi. Non bastano gli abiti bizzarri e dai colori sgargianti per ricreare l'atmosfera lisergica.
    Il viaggio di Alice si fa banalmente momento di crescita in cui ancora una volta trionfano i buoni sentimenti e ci si discosta dall'intenzione carrolliana della comprensione dell'universo mentale attraverso il sogno e l'immaginazione. Nonostante si parli di viaggi nel tempo e cortocircuiti temporali, il tema portante non basta a ricreare l'atmosfera onirica e allucinata. Qui le porte della percezione restano socchiuse e le cose non ci appaiono infinite come realmente sono, ma ritratte con approssimazione e banalità.



    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    IL BUCO DI VISO, traforo alpino



    Il Buco di Viso o Buco delle Traversette, chiamato anche “Tunnel du sel”, è una galleria lunga circa 75 metri, scavata nella roccia, che collega l'Italia con la Francia, alle pendici del monte Granero, sotto il versante che separa la valle Po da quella francese del Queyras, ad un'altitudine di 2.882 m s.l.m. poco più in basso del colle delle Traversette a quota 2.950 m. È stato il primo traforo alpino della storia e rappresenta una delle più antiche opere di ingegneria civile realizzate in alta montagna. Il percorso per raggiungerlo parte dal Pian del Re, dove nasce il fiume Po, a circa 2.020 metri di altitudine, imboccando il sentiero che porta al colle delle Traversette. La galleria in origine misurava circa 100 metri di lunghezza mentre attualmente è lunga circa 75 a causa dell'erosione dei fianchi della montagna. Le cronache del tempo riportano che la galleria fu scavata con «ferro, fuoco, acqua bollente ed aceto», pertanto il tracciato è leggermente curvo e in pendenza verso la parte italiana, poiché nello scavo si sono seguite le zone di foliazione della roccia formata prevalentemente da scisti cloritici anfibolici.
    L'interno è privo di illuminazione e ha un'altezza media di 2,5 metri per circa 2 di larghezza, ovvero dimensioni appena sufficienti a far passare un mulo caricato da due some laterali. Il transito è libero e si può effettuare agevolmente solo nei mesi estivi. L'entrata sul versante italiano è più agevole di quella francese, che è più angusta poiché ostruita da rocce e dalla neve fino ad estate inoltrata.
    Le difficoltà tecniche di realizzazione dell'opera furono notevoli. A quell'epoca i mezzi esplosivi erano totalmente sconosciuti oltre alla non conoscenza delle tecniche di rilievo topografico, lo scavo del traforo fu portato avanti procedendo verosimilmente da una sola estremità, a grande discapito della velocità esecutiva. L'esiguità dell'unico cantiere, consentiva un utilizzo limitatissimo di manodopera, con un impiego di massimo due o tre uomini nel fronte di avanzamento. Il procedimento utilizzato fu quello antico descritto da Diodoro Siculo che consisteva nell'accatastare contro la parete rocciosa una pila di legname a cui si dava fuoco; la roccia, intaccata dalle fiamme, subiva un primo processo di calcinazione, a seguito del quale si screpolava e si fendeva frammentandosi gradualmente. I minatori, quindi, inondavano la roccia con grandi masse di una soluzione di acqua bollente e aceto gettata con forza al fine di disgregarla anche internamente. A quel punto la roccia diveniva sufficientemente friabile per essere attaccata con successo da martelli e picconi che venivano inseriti a forza e fatti agire nelle fessure che si erano venute a formare.

    …storia…



    Alla fine del 400, sotto la guida di Ludovico II, il Marchesato di Saluzzo si apprestava a toccare l’apice del suo splendore. Il piccolo regno esercitava da secoli un ruolo tutt’altro che secondario sul territorio cisalpino occidentale, e così pure sulla scena internazionale. La politica saluzzese aveva alternativamente seguito le linee dei Savoia e dei francesi e la strategica posizione territoriale rendeva il Marchesato particolarmente ambito dai due governi. Preso il potere nel 1475, Ludovico II invi¨° una richiesta ufficiale al Parlamento di Grenoble per realizzare una galleria che rendesse più agevole il passaggio tra le sue terre e il Delfinato. Poichè la risposta si faceva attendere, nel 1477 il marchese decise di scrivere al re di Francia Luigi XI e a Jean d’Aillon, governatore del Delfinato. Il passaggio individuato è strategico, in quanto consente di evitare le gabelle imposte, più a nord sui colli controllati dal Ducato di Savoia e, più a sud (Val Varaita e Val Maira), su colli già interamente situati nei territori del Delfinato. A rendere ancora più necessaria l’opera contribuì, probabilmente, l’avvento di una piccola era glaciale. Tale irrigidimento climatico creava condizioni avverse su tutti i valichi alpini principali e il Colle delle Travesette non faceva certo eccezione La realizzazione del traforo fu un'opera necessaria che metteva in comunicazione il piccolo territorio del Marchesato di Saluzzo con le regioni della Provenza e del Delfinato. Ludovico II ebbe un orientamento politico filofrancese e ostile ai Savoia, estipulò un accordo con il re di Napoli Renato d'Angiò, che ricopriva anche la carica di conte di Provenza e vassallo del re di Francia Luigi XI.
    Lo scopo del Buco di Viso fu quello di incremen-
    tare i traffici commerciali permet-
    tendo un passaggio più agevole alle carovane mercantili che necessi-
    tavano attraversare le Alpi. Fu un’ alternativa al pericoloso Colle delle Traversette, inoltre il transito, realizzato ad una quota più bassa del valico, avrebbe aumentato i giorni utili per i passaggi delle merci dato che già con le prime nevicate il Colle diveniva impraticabile. All’epoca non era impresa da poco forare le dure rocce della catena del Monviso, ma i vantaggi per entrambe le parti sarebbero stati notevoli. Il commercio del sale in arrivo dalla Provenza era fiorente, e sotto la galleria sarebbero potute passare anche le colonne di muli con le merci più disparate. C’è da supporre che furono i disegni espansionistici a convincere il re di Francia e il parlamento transalpino: con la nuova galleria, infatti, il percorso sarebbe stato più sicuro anche per l’eventuale passaggio degli eserciti. Il punto in cui realizzare l’opera, un po’ a nord del Monviso, fu individuato sotto il Colle delle Traversette. L'accordo per la sua realizzazione venne sancito ad Arles il 22 settembre, e la realizzazione dell’opera affidata agli impresari Baldassare di Alpiasco, oggi Piasco, e Martino di Albano.
    L’intero costo, calcolato in dodicimila fiorini, era da dividere in eguale misura tra il Delfinato e il Marchesato di Saluzzo. Si concluse un accordo che prevedeva la sistemazione delle strade di avvicinamento sul versante francese a cura del governo transalpino. Si considerò anche che dallo stagno di Berre, vicino Marsiglia, si sarebbero potute produrre 5300 olle l’anno di sale e si stabilì che la parte per il Marchesato avrebbe avuto un prezzo minore. Per evitare speculazioni, si stilarono precise regole che i mercanti dovevano rispettare.
    Dal completamento dei lavori, vi fu un aumento del traffico commerciale e il Buco di Viso divenne un percorso strategico per il transito delle merci. Le esportazioni del marchesato comprendevano vino, riso, canapa e olio di noce,]viceversa, le importazioni dalla Francia verso Saluzzo riguardavano prevalentemente stoffe, broccati e cavalli, Il piccolo marchesato non aveva sbocchi sul mare e il traforo permise l'importazione del sale dalle saline di Aigues-Mortes. Dal 1482 la gabella di Revello registrava un transito annuo di oltre 20.000 sacchi di sale, oltre a svariata altra merce.
    Il Buco di Viso fu utilizzato anche per ragioni militari e nel 1486 fu lo stesso marchese Lodovico II a servirsi del traforo per organizzare la sua fuga in Francia e, successi-
    vamente, se ne servirono anche i sovrani francesi. Nel 1494 transitò il re di Francia Carlo VIII con il suo esercito e l'artiglieria, accorrendo in sostegno alle truppe del marchesato nella Battaglia di Fornovo. Nel 1499 lo percorse Luigi XII e nel 1525 il successore Francesco I, che con il suo esercito si diresse in Italia per combattere contro l'imperatore Carlo V. In quest'occasione il traforo e il sentiero vennero anche ampliati per renderli più praticabili al passaggio dell'artiglieria.
    In seguito al Trattato di Lione del 1601 il Marchesato di Saluzzo, che aveva difeso la sua indipendenza per oltre tre secoli, venne annesso al Ducato di Savoia e pertanto il Buco di Viso perse la sua importanza strategica, vedendo alternare sporadiche aperture a lunghi periodi di chiusura. Successivamente il duca Carlo Emanuele I di Savoia, per non compromettere il flusso di traffico commerciale dei valichi del Moncenisio e del Monginevro, sui quali i Savoia esercitavano diritti daziali da lungo tempo, ne ordinò l'ostruzione; malgrado ciò dalla parte francese venne riaperto ma fu nuovamente richiuso su ordine dei Savoia.
    Nel corso degli anni successivi il Buco di Viso rimase chiuso; a questo contribuirono anche frane dovute agli eventi stagionali e al disgelo ma anche ragioni politico-militari come la guerra della Grande Alleanza e la Guerra di successione spagnola che contrappose il Ducato di Savoia al Regno di Francia. Tuttavia non mancarono richieste di riapertura come testimonia una delibera dell'attiguo comune di Crissolo del 1781 che recita:
    « [...] il passaggio nella galleria sarebbe di grandissimo vantaggio non solo a questo luogo
    oltre a tutto il Piemonte pel comodo commercio.»

    Ciò nonostante per tutto il XIX secolo il passaggio rimase impraticabile e si dovette attendere il 1837 quando, anche per via di un crescente flusso migratorio verso la Francia, vi fu un parziale e sommario ripristino su iniziativa volontaria degli abitanti della valle Po. Il traforo fu riaperto ma il transito risultava difficoltoso poiché in alcuni tratti si poteva procedere soltanto a carponi ed era economicamente sconveniente poiché era impossibile portare con sé gli animali da soma. Vide la riapertura definitiva il 25 agosto del 1907 grazie al finanziamento del governo italiano e al contributo della sezione di Torino del CAI presieduta da Ubaldo Valbusa.Nell'autunno del 1998 sono stati nuovamente effettuati alcuni lavori di rimozione dei detriti lapidei finanziati dalla sezione di Saluzzo del Rotary Club, grazie ai quali il transito all'interno della galleria è tornato ad essere praticabile.

    (Gabry)





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    La Musica del Cuore




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    I Grandi Cantautori Italiani



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    foto:televisionando.it


    Jovanotti




    Jovanotti, nome d'arte di Lorenzo Costantino Cherubini (Roma, 27 settembre 1966), è un cantautore, rapper e disc jockey italiano.

    Diventa famoso alla fine degli anni ottanta, lanciato da Claudio Cecchetto. Dalla commistione di rap dei primi successi, tuttavia, Jovanotti si discosta ben presto avvicinandosi gradualmente al modello della world music (sempre interpretata in chiave hip hop e funky). All'evoluzione musicale corrisponde un mutare dei testi dei suoi brani, che, nel corso degli anni, tendono a toccare temi sempre più filosofici, religiosi e politici, più tipici dello stile cantautorale italiano.
    Parallelamente aumenta anche il suo impegno sociale e politico. Pacifista attivo, ha frequentemente collaborato con utilità come Emergency, Amnesty International, Lega anti vivisezione, Nigrizia e Data, ha contribuito alle manifestazioni in favore della cancellazione del debito negli anni novanta e più recentemente ai movimenti Niente scuse e Make Poverty History, partecipando al Live8.
    Lorenzo Cherubini è nato a Roma il 27 settembre 1966 da Mario Cherubini (1934-2015),] facente parte della gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, e Viola Cardinali (1935-2010). È il terzo di quattro fratelli: il primo è Umberto, istruttore di volo della scuola Touchandgo, morto il 22 ottobre 2007 in un incidente aereo a Latina. A lui Lorenzo ha dedicato la canzone "In orbita" e, dopo la sua morte, la canzone "Fango" («io lo so che non sono solo, anche quando sono solo»). Il secondo è Bernardo, che ha lavorato nel mondo dello spettacolo come attore (ad esempio nel film Panarea) e come presentatore; e la quarta è Anna. Di famiglia toscana, originaria di Cortona, in provincia di Arezzo, nel corso della sua infanzia, Lorenzo torna spesso in quella cittadina, mentre adesso vi risiede stabilmente e gli è stata persino conferita la cittadinanza onoraria.
    A Roma ha studiato presso il liceo Malpighi. Il 6 settembre 2008 ha sposato a Cortona, nella chiesa di Santa Maria Nuova, la compagna Francesca Valiani con la quale conviveva da parecchi anni. I due avevano già una figlia, Teresa, nata il 13 dicembre 1998, alla quale il cantautore ha dedicato la canzone "Per te".

    Nel giugno del 1980 il fratello presenta Lorenzo ad un disc jockey di Radio Foxes di Cortona, dove inizia a muovere i primi passi come DJ. Nel 1982 inizia a fare il disc jockey anche per la discoteca Tuchulcha di Cortona. Nel 1983 lavora durante la settimana per Radio Antenna Musica a Roma. Propone sia musica dance che hip hop, genere non molto noto in Italia. Nel 1984 lavora per il Paper Moon di Roma; lascia Radio Antenna Musica per poi fondare Radio Jolly. Nel 1985 inizia a lavorare per il Veleno, uno dei locali più importanti della capitale. Qui conosce Fiorello e il produttore Giancarlo Meo. Durante l'estate fa un provino per Deejay Television, ma non viene assunto. Nel 1986 inizia a lavorare al Piper.
    L'esordio musicale vero e proprio avviene nell'aprile del 1987 con il singolo Walking, già con il nome di Jovanotti, a cui fa seguito Reggae 87, entrambi pubblicati dalla Full Time Records; inizialmente il nome d'arte che Lorenzo sceglie è "Joe Vanotti", ma il tipografo a cui commissiona una locandina promozionale per una serata in discoteca commette un refuso: anziché scrivere "Joe Vanotti" scrive "Jovanotti", un errore che però Lorenzo trova provvidenziale e decide quindi di tenere. Viene proposto dalla Full Time a Claudio Cecchetto, che però rifiuta di assumerlo. A giugno inizia a lavorare al Lanternone di Palinuro. Qui viene notato da Marina Cecchetto (ex moglie di Claudio) che lo propone all'ex marito, che questa volta decide di metterlo sotto contratto come presentatore a Deejay Television e come disc jockey a Radio Deejay.
    Cecchetto in un primo momento gli boccia il nome "Jovanotti" ma poi lo trova adatto al personaggio e gli consiglia di tenerlo; in questo periodo diventa uno dei personaggi di spicco di Radio Deejay: nella notte di Capodanno tra il 1987 e il 1988 tiene una diretta radiofonica per otto ore di fila. Nel 1988 pubblica un singolo di grande successo, È qui la festa?, seguito dal suo primo album, Jovanotti for President, contenente il singolo Gimme Five, e partecipa come unico artista italiano alla compilation di Radio Deejay Deejay rap. Questo è un periodo d'oro per il neonato Jovanotti, visto che immancabilmente tutti i suoi singoli finiscono nelle prime posizioni delle classifiche italiane, tanto che a settembre viene invitato al Festivalbar come ospite d'onore. Pur avendo già adottato lo pseudonimo di Jovanotti, nello stesso periodo si propone al pubblico anche con lo pseudonimo di "Gino Latino", pubblicando tre singoli : Yo, Welcome e Latino. Il progetto, ideato con Albertino di Radio Deejay, sarebbe dovuto sfociare in un album che però non vede mai la luce.
    Un altro pseudonimo utilizzato da Jovanotti in quel periodo è "Jeronimo", con il brano The Indian. I brani pubblicati come "Gino Latino" e "Jeronimo" sono presenti nella raccolta Jovanotti Special. In questo primo periodo, oltre a parlare regolarmente dai microfoni di Radio Deejay, Jovanotti fa le prime esperienze in televisione con le trasmissioni Dee Jay Television e 1, 2, 3, Jovanotti!. Inoltre pubblica il suo primo libro, Yo, brothers and sisters: siamo o non siamo un bel movimento?. Nel dicembre del 1988 inizia il servizio militare presso la caserma Turinetto di Albenga, in provincia di Savona. Questa esperienza porta, in seguito, alla nascita della canzone Asso, colonna sonora della serie televisiva Classe di ferro. Jovanotti in seguito dichiarerà di aver scritto la canzone unicamente perché in cambio gli venisse concessa una licenza di una settimana.
    Il giorno prima della partenza presenta a Fantastico il brano Sex No Drugs and Rock 'n Roll; nello stesso mese fonda, insieme a Cecchetto, la linea di abbigliamento "Yo". Nel 1989 pubblica l'album La mia moto, il cui singolo Vasco (omaggio a Vasco Rossi, suo idolo e per una generazione intera), viene presentato al Festival di Sanremo 1989, durante il quale è protagonista di una clamorosa gaffe. La mia moto vendette circa 600.000 copie. Al Festival si presenta con la fidanzata Rosita Celentano, figlia di Adriano Celentano, e affitta una discoteca dove, dopo le serate del Festival, riceve amici. Lo stile dei primi album di Jovanotti è caratterizzato da un divertente e festaiolo groove in stile italo disco (che domina la scena musicale in quegli anni) e il rap. L'ispirazione viene da grandi artisti hip hop come i Run DMC, Public Enemy e Beastie Boys.
    Nel 1990 Jovanotti realizza l'album Giovani Jovanotti, ancora ricco di spunti spensierati (Ciao Mamma), ma in cui iniziano ad apparire brani che anticipano una nuova linea artistica, come Gente della notte. Il mutare delle mode e la prolungata assenza dai media nazionali (causata dal servizio militare) provocano un'inesorabile caduta della notorietà di Jovanotti. Nello stesso anno partecipa come ospite fisso allo show Fantastico condotto da Pippo Baudo. Per un'inversione di tendenza si deve attendere il 1991, con la pubblicazione di Una tribù che balla. Risale a questo periodo l'episodio in cui Red Ronnie, durante una piovosa serata di "Vota la voce" dice a Vasco Rossi "Tutti dicono che Jovanotti è finito..." e Vasco risponde: "Secondo me Jovanotti comincia adesso!" Il nuovo album di Jovanotti, Una tribù che balla, dà inizio a un periodo artistico decisamente diverso, spesso descritto dai critici come una svolta (sebbene lo stesso Jovanotti in diverse occasioni affermi di non percepire una particolare discontinuità in questa sua fase artistica). Iniziano ad apparire nei suoi testi, inizialmente in sordina, i temi dell'impegno politico e sociale che caratterizzeranno in modo sostanziale la sua produzione successiva (tutte le vecchie realtà sono finite; e allora muoviti, muoviti).
    Nel 1992 realizza Cuore in memoria di Giovanni Falcone, composto di getto pochi giorni dopo la sua uccisione: il brano è solamente destinato all'airplay e mai pubblicato su disco. Nello stesso anno esce Lorenzo 1992: primo album che, pur mantenendo il suo pseudonimo, porta il suo vero nome nel titolo, nell'intento di segnalare in modo esplicito la discontinuità con le origini. L'album contiene numerosi brani che diventano celebri, a partire da Non m'annoio e Ragazzo Fortunato, ed è seguito da un tour con Luca Carboni (Carboni-Jovanotti in concerto 1992). Esso spazia inoltre su vari temi come la violenza, la contraccezione, la politica, con una presa di posizione contro l'aborto, subito rinnegata
    Con Penso positivo Jovanotti gareggia nel MTV Europe Music Awards 1995 nella categoria "Miglior videoclip dell'anno", arrivando terzo.
    Prese di posizione che ricordano scuole di pensiero sulla convivenza delle religioni e che in realtà erano già state annunciate nel precedente disco Ho perso la direzione, contenuto nell'album Lorenzo 1992, dove il cantautore si scaglia contro il sistema politico del tempo. Contenuti di questo genere si trovano in numerosi altri brani dell'album, da Barabba a Dobbiamoinventarciqualcosa. L'album è reso celebre anche dalle molte canzoni d'amore di successo, da Piove a Serenata rap; quest'ultimo brano, in particolare, si classifica come video più trasmesso in Europa e persino in Sudamerica. Nel 1994 Jovanotti è in tour per l'Europa insieme a Pino Daniele e Eros Ramazzotti. Nello stesso anno vede la luce la sua etichetta discografica Soleluna.
    Nel 1995 esce il singolo L'ombelico del mondo, con il quale Jovanotti partecipa anche agli MTV Europe Music Awards 1997 a Rotterdam. Il brano viene pubblicato nella raccolta Lorenzo 1990-1995, insieme all'inedito Marco Polo: la raccolta, come suggerisce il titolo, non comprende i brani dei suoi primi due album. Nel 1995 scrive con Zucchero il brano Alleluja, contenuto nell'album Spirito DiVino.
    L'album del 1997, L'albero, segna una nuova svolta nello stile musicale di Jovanotti; vi dominano elementi di musica etnica e di world music, e un ulteriore approfondimento dei testi (si pensi a Questa è la mia casa, una sorta di moderno Cantico delle creature multireligioso, o alla lirica introspezione de La linea d'ombra ispirata a The Shadow Line di Joseph Conrad). La pubblicazione dell'album viene accompagnata dalla distribuzione di un film omonimo. Nello stesso periodo Jovanotti inizia una serie di attività che riflettono un periodo di ricerca interiore. Inizia a occuparsi di pittura (le sue opere vengono esposte al Brescia Music Art), nel 1998 recita nel film I Giardini dell'Eden di Alessandro D'Alatri, partecipa a due tribute album in onore rispettivamente di Robert Wyatt e George Gershwin, e prende a girare il mondo, in particolare l'America latina (celebre la sua attraversata della Patagonia in bicicletta).
    In riguardo a questa esperienza commenta: «uno è attratto dai posti in fondo al mondo perché pensa che lì potrà trovare quello che è in fondo a sé stesso». In una notte di quel viaggio nasce il testo di Stella cometa, canzone d'amore per la sua ragazza lontana. L'amore per l'America latina lo porta anche a collaborare all'album Artisti Uniti per gli Zapatisti del Chapas, un album benefico i cui incassi vengono devoluti alla costruzione di un ospedale in Messico. Le vicende dei suoi viaggi sono raccontate nel libro Il grande boh!, pubblicato nel 1998. Nello stesso anno Jovanotti diventa padre; la sua gioia è raccontata nella ninna nanna Per te, uno dei successi dell'album Capo Horn (1999). Nello stesso album compare anche Un raggio di sole, con cui Jovanotti vince il Festivalbar. Sempre nel 1999, durante la Guerra del Kosovo, Jovanotti partecipa a un progetto comune con Piero Pelù dei Litfiba e Luciano Ligabue per il brano pacifista Il mio nome è mai più, il cui video viene girato da Gabriele Salvatores, e i cui proventi vengono devoluti interamente a Emergency; il singolo è il più venduto in Italia in quell'anno.
    L'impegno di Lorenzo non finisce qui. Memorabile la sua esibizione al Festival di Sanremo 2000 con il brano inedito Cancella il debito. L'esibizione di Lorenzo scuote gli animi di Sanremo (e non solo) e porta alla ribalta il problema del debito estero dei paesi del terzo mondo. A giugno Lorenzo ripropone una nuova versione di Dolce fare niente, presente già in Capo Horn. Nello stesso periodo interviene al concerto-tributo al Teatro Carlo Felice di Genova, dedicato a Fabrizio De André (da cui è tratto il doppio CD Faber, amico fragile), interpretando il brano La cattiva strada. Nello stesso anno partecipa attivamente al movimento per la cancellazione del debito ai paesi del Terzo Mondo cantando, nelle vesti di ospite, al Festival di Sanremo un brano inedito intitolato, appunto, Cancella il debito, assieme ad altri colleghi internazionali, tra cui Carlinhos Brown. A questo periodo risale la sua rottura del decennale sodalizio artistico con il chitarrista e produttore Michele Centonze, coautore della maggior parte dei brani di Lorenzo.
    L'album del 2002, Lorenzo 2002 - Il quinto mondo, conferma, anche per mezzo dei suoi singoli, l'equidistanza e l'equilibrio dei due poli della lirica di Jovanotti; la canzone d'amore (Ti sposerò) e l'impegno politico e sociale (Salvami). Salvami, in particolare, copre un ampio spettro di temi, dal pacifismo, alla globalizzazione e la necessità di giustizia nei confronti del Terzo Mondo, all'ambientalismo, e viene citata da Tiziano Terzani nell'introduzione alle sue Lettere contro la guerra. Il video di Salvami è un collage di tutte le apparizioni nei programmi televisivi dove Jovanotti aveva presentato il singolo. L'intenzione è quella di dimostrare che i media, e la televisione soprattutto, possono essere usati per buoni fini.
    Il tour di Quinto mondo, iniziato ad Ancona il 17 aprile e concluso a Roma il 1 giugno, è caratterizzato dalla presenza sul palco di 17 musicisti: Jovanotti viene accompagnato da basso, batteria, chitarra, due tastieristi, tre coriste, quattro fiati e tre percussionisti. Il "Quinto Mondo Tour" viene presentato in una data extra il 30 luglio 2002 presso il Santuario di San Gabriele dell'Addolorata ad Isola del Gran Sasso in provincia di Teramo in occasione del concerto-evento "Una Montagna di Musica per l'Acqua", promosso dalle Province di Teramo, Pescara e Ascoli Piceno per la tutela delle acque del Gran Sasso e contro la costruzione del terzo traforo in concomitanza con l'anno internazionale della montagna promosso dall'ONU e dalla FAO.
    Il concerto si svolge su un palco di 231 m² con la presenza di circa 30.000 persone e con una super band di 17 elementi composta da Jovanotti, Saturnino Celani al basso, Pier Foschi alla batteria, Riccardo Onori alle chitarre, Giovanni Allevi al pianoforte, Stefano Cecere alle tastiere, Peu Meurray e Boghan Costa alle percussioni dirette da Ernestico Rodriguez, dalle coriste June Hamm, Lorraine Barnes e Paula Clarke e dalla sezione fiati composta da Dario Cecchini al sax e flauto, Luca Marianini al flicorno e tromba, Piero Odorici al sax alto e flauto e Giuseppe Di Benedetto al trombone tutti diretti da Marco Tamburini.[26] Per la sua partecipazione all'evento contrario al terzo traforo sotto il Gran Sasso la provincia dell'Aquila cancella il concerto di Jovanotti che si sarebbe dovuto svolgere all'interno dei festeggiamenti per la Perdonanza Celestiniana e lui risponde a questa "censura" con una lettera aperta.
    Il brano Una tribù che balla viene inserito come traccia musicale nel film di Harold Ramis del 2002 - Un boss sotto stress (Analyze That) interpretato da Robert De Niro e Billy Crystal. Nel 2003, sotto l'egida della sua casa discografica, Jovanotti dà vita a un progetto musicale alternativo, spiccatamente latino americano, dal nome Roma - Collettivo Soleluna, che ottiene un buon successo con il brano A vida (Roma). Nello stesso anno, un artista brasiliano di origini italiane, Franco Cava, riarrangia e traduce alcune canzoni di Jovanotti secondo i tempi e i modi della musica brasiliana dando vita a BossaJova. In questo album spiccano Chove (Piove) e Samba è (sul ritmo di Ciao mamma) che celebra l'elezione del presidente Lula.
    L'album Buon sangue (2005) secondo alcuni appare una conferma della maturità raggiunta dal cantante, che si avvale di collaboratori (Edoardo Bennato, ma anche i Planet Funk e Danilo dei Negramaro nel brano Falla girare) e balza al primo posto in classifica, trainato dal successo dei singoli (Tanto)³ e Mi fido di te; insieme alla versione standard di Buon sangue esce anche una limited edition composta da due cd: il già citato Buon Sangue, più Extra F.U.N.K, CD contenente arrangiamenti alternativi e spezzoni tagliati e canzoni che non hanno trovato posto nell'album originale. Nel 2006 esce Buon Sangue Live, un DVD con 40 minuti di contenuti e retroscena sull'ultimo tour del cantautore italiano e il concerto svolto a Milano. Nello stesso anno collabora per la seconda volta con Zucchero Fornaciari, diventando autore del testo del brano Troppa fedeltà, incluso nell'album Fly.
    Il 1º giugno 2007, in occasione dei 40 anni dall'uscita dell'album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles, durante la grande maratona musicale tenutasi nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, è stato proiettato un video inedito di Jovanotti, Ode al Sergente Pepe, un brano inedito ispirato al disco, scritto e interpretato appositamente per questo evento. Il video, realizzato da Oliviero Toscani, si avvale del montaggio di Leandro Manuel Emede: la scelta è quella di un velocissimo collage di immagini della carriera dei Beatles, una sorta di viaggio nel tempo dagli albori allo scioglimento dei Fab Four. Nello stesso anno co-produce e contribuisce (scrivendo e partecipando al brano Cade la pioggia) a La finestra, album della band italiana Negramaro. La collaborazione con i Negramaro riprende nell'album Safari con l'omonimo brano Safari.
    Il 22 ottobre 2007 il fratello, Umberto Cherubini, istruttore di volo della scuola Touchandgo, muore in un incidente aereo a Latina. Jovanotti dopo qualche mese dalla sua morte gli dedica la canzone Fango. Sempre nel 2007 scrive il testo della canzone Aria... non sei più tu, su musica di Danijel Vuletic, incisa da Adriano Celentano nel suo disco Dormi amore, la situazione non è buona. Il 18 gennaio 2008 esce il disco, Safari, registrato tra Cortona, Los Angeles, Milano, Hannover, Berlino e Rio de Janeiro, anticipato il 7 dicembre dal singolo Fango, che si avvale della collaborazione alla chitarra di Ben Harper. A maggio Fango si aggiudica la prima edizione del Premio Mogol, riconoscimento destinato all'autore del miglior testo dell'anno da una giuria presieduta dallo stesso Mogol.
    Il 7 marzo esce il singolo A te, secondo singolo di Safari. Questo brano ha grandissimo successo in Italia ed è in testa alle classifiche per molte settimane. Il 12 maggio parte da Rimini il Safari Tour, che attraversa palasport e stadi per tutta l'estate. Il 4 luglio esce il singolo omonimo dell'album, "Safari". Il 20 ottobre viene pubblicato il quarto singolo di Safari, "Come musica". Il 23 gennaio 2009 viene pubblicato il quinto singolo dell'album, "Mezzogiorno". Safari viene eletto album dell'anno 2008 e dal sito Rockol.it il miglior album del decennio. Gira anche il primo social-clip della storia su Mezzogiorno. Nello stesso anno riceve il Kids' Choice Awards per la difesa dell'ambiente. Jovanotti scrive il testo del brano Più sole, che gareggia al Festival di Sanremo 2009 cantato da Nicky Nicolai & Stefano Di Battista.
    Raduna insieme a Giuliano Sangiorgi dei Negramaro più di 50 star della musica italiana per incidere Domani 21/04.2009, brano dedicato ai terremotati dell'Abruzzo, in cui Lorenzo incide un rap. Il 15 maggio viene pubblicato il sesto singolo dell'album, Punto, con la partecipazione di Sérgio Mendes. Il 12 giugno esce il nuovo album di J-Ax "Deca Dance", con anche la collaborazione di Jovanotti, nella canzone Vecchia Scuola. Dopo un fortunatissimo tour a New York in estate, il 4 dicembre esce un CD+DVD delle serate intitolato "OYEAH" solo per il mercato americano (in Italia è acquistabile su ITunes). A fine anno partecipa, assieme ad altri 70 artisti, al doppio Q.P.G.A di Claudio Baglioni duettando con questi, e accompagnato dal trombettista Fabrizio Bosso, nel brano Con tutto il mio cuore.
    L'8 gennaio 2010 esce Baciami ancora, colonna sonora dell'omonimo film di Gabriele Muccino con la quale si aggiudica il David di Donatello come migliore colonna sonora originale. Collabora con Cesare Cremonini alla realizzazione del singolo Mondo, uscito il 23 aprile. Realizza inoltre con Marco Tamburini la nuova colonna sonora per il film Sangue e Arena con la produzione di Gianni Salvioni. Il film edito su DVD viene presentato oltralpe al CNC, Centre National de la Cinématographie che ne riconosce il valore culturale della versione rifatta con le musiche di Marco Tamburini e Lorenzo Jovanotti dando il proprio appoggio per la produzione e commercializzazione del titolo in Francia. Durante la preparazione del suo nuovo album intraprende due brevi tour nel Nordamerica: il primo dal 22 aprile al 6 maggio ha toccato Washington, New York, Boston, Filadelfia, Montreal, Toronto e Chicago (tutte le date sold out); il secondo dal 21 luglio al 31 luglio Viper room a Hollywood, Santa Monica, San Francisco e Central Park. Ad ottobre viene annunciata l'uscita nel 2011 dell'album intitolato Ora.
    Il tutto è anticipato da diverse iniziative online sul suo sito e sui social network ai quali è legato (Facebook, Ping e Twitter) come La fabbrica delle nuvole (una serie di fumetti scaricabili dal suo sito ufficiale) e i Jovaiku (video di breve durata realizzati da Lorenzo, trasmessi sul sito uno al mattino e uno al pomeriggio fino al 3 dicembre). Il 30 novembre esce nelle librerie Viva tutto!, libro formato dalla corrispondenza per e-mail fra Jovanotti ed il filosofo suo amico Franco Bolelli, inviate durante la produzione dell'album in uscita. Il 3 dicembre esce il singolo Tutto l'amore che ho, corredato da un video pubblicato in anteprima su Facebook il pomeriggio precedente. Il 25 gennaio 2011 esce l'album Ora. L'11 marzo esce il singolo Le tasche piene di sassi, che a giugno si aggiudica la quarta edizione del Premio Mogol. Il 16 aprile parte da Rimini Lorenzo Live - Ora in Tour 2011-2012, uno spettacolo, arricchito da una scenografia curata e particolare, con tanti effetti speciali, giochi di luce e cambi d'abito.
    Il tema presentato dallo stesso Jovanotti si pone come un viaggio nel cosmo, percorso attraverso le sue canzoni ed un insieme di video e giochi di luce. L'introduzione comincia proprio con un video in cui si vedono delle stelle muoversi secondo l'effetto cinematografico di una navicella in viaggio ed è presentato da un breve asporto di video registrato da Piero Angela, il conduttore televisivo del noto documentario Superquark. La famosa barca, rappresentata sulla copertina dell'album Ora e disegnata sulla faccia di Jovanotti, viene posta nel video all'inizio del concerto ed è formata con delle linee che uniscono varie stelle, per rappresentare – come affermato dallo stesso cantante – il simbolo del viaggio per eccellenza. Questo album del cantante romano mostra, attraverso la musica, un elevato contenuto di visione spirituale del mondo, data dal tranquillo, profondo e antico rapporto dell'uomo con il sole, la luna, le stelle e gli elementi della terra. Lo stesso Jovanotti durante il concerto ne espone il messaggio al pubblico.
    Il 21 novembre esce l'album di Adriano Celentano Facciamo finta che sia vero che contiene 3 brani in cui è inclusa la collaborazione di Jovanotti: La cumbia di chi cambia, scritta per musica e testo dal cantautore diventata uno dei cavalli di battaglia del Molleggiato, Fuoco nel vento col testo di Jovanotti e Non so più cosa fare (per il quale viene realizzato anche un video) cantata con Celentano, Sangiorgi e Battiato. Si sa, ormai dalle varie interviste, che l'"idolo" di Jovanotti è proprio Celentano verso cui nutre un profonda stima. Il 27 maggio 2011 esce il singolo Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, che darà anche il titolo al varietà Il più grande spettacolo dopo il weekend di Fiorello; Jovanotti è ospite nell'ultima puntata della trasmissione. Il 1º giugno Lorenzo collabora con Michael Franti & Spearhead per la versione italiana del singolo The Sound of Sunshine che balza subito in classifica arrivando alla posizione numero 3.
    L'11 giugno Jovanotti è il primo italiano a suonare sul palco del Bonnaroo Music Festival a Manchester in Tennessee. Scrive anche il brano Tu mi porti su per la cantautrice italiana Giorgia, contenuto nel disco di inediti della cantante, Dietro le apparenze. Il 9 settembre esce il quarto singolo, La notte dei desideri. Il 25 novembre esce il quinto e ultimo singolo, Ora. Il 29 novembre esce l'album Ora nella versione Special Super Deluxe Box contenente anche il DVD live del tour e un documentario con il backstage diretti da Leandro Manuel Emede per la SUGARKANE productions. Jovanotti collabora nell'ultimo album di Adriano Celentano, Facciamo finta che sia vero componendo musica e testi e duettando in Non so più cosa fare. Lorenzo Live - Ora in Tour 2011-2012 subisce una brusca interruzione il 12 dicembre, quando durante i preparativi per la tappa di Trieste, in particolare durante il montaggio del palcoscenico, la struttura crolla travolgendo alcuni operai che in quel momento si trovavano al di sotto. Un operaio perde la vita in questa triste circostanza ed altri rimangono feriti. Jovanotti affida a Twitter le sue prime reazioni
    « Questa tragedia mi toglie il fiato e mi colpisce profondamente. Un tour è una famiglia e si lavora per portare in scena la vita e la gioia". Ancora riferendosi al povero ragazzo che ha sfortunatamente perso la vita:" "Il mio dolore è rivolto a Francesco Pinna, studente lavoratore, la cui vita si è fermata oggi nell'incidente che ha travolto la mia squadra. »
    Le date del tour sono state ovviamente rimandate; il tour si conclude nel marzo 2012 proprio a Trieste. Tiene poi dei concerti negli Stati Uniti d'America. Il 6 marzo esce nelle edicole l'album live Lorenzo in concerto per Jovanotti e Orchestra, testimonianza del concerto tenuto nel Teatro antico di Taormina il 3 settembre 2011, arrangiato e diretto da Paolo Buonvino con l'Orchestra Roma Sinfonietta. Contiene anche una bonus track registrata con l'orchestra in studio. Nella versione di iTunes è disponibile anche un video-documentario diretto da Nicolò Cerioni per la SUGARKANE productions. Il 7 agosto esce negli Stati Uniti la raccolta Italia 1988-2012. Il 22 settembre prende parte al concerto di beneficenza Italia Loves Emilia, organizzato da lui stesso insieme altri 20 artisti, in favore del terremoto dell'Emilia del 2012, che si è tenuto a Campovolo, nelle adiacenze dell'aeroporto di Reggio Emilia, assieme a 12 illustri colleghi quali Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Elisa, Tiziano Ferro, Giorgia, Ligabue, Litfiba, Fiorella Mannoia, Negramaro, Nomadi, Renato Zero e Zucchero.
    Il 27 novembre esce la raccolta Backup - Lorenzo 1987-2012 che celebra i 25 anni del cantante, ed è anticipato dal singolo Tensione evolutiva uscito il 9 novembre. Con il nuovo album di Greatest Hits, verranno realizzate quattro versioni della raccolta in: 2 CD, 4 CD, Deluxe Edition 7 CD + 2 DVD, Box Limited Edition e digital download. Nel Box Limited Edition è contenuto anche una chiavetta USB contenente l'intera discografia del cantante. La raccolta ad aprile viene certificata triplo disco di platino per le oltre 180.000 copie vendute. A maggio 2013 duetta con Clementino nell'album Mea culpa cantando Fratello e a giugno con Max Pezzali nell'album Max 20 cantando Tieni il tempo. Nello stesso mese parte il Backup Tour - Lorenzo negli stadi 2013. Il 4 agosto si esibisce in un concerto speciale a Cortona nella sua città come chiusura della manifestazione Mix Festival.
    Al concerto, dal prezzo simbolico di 2€ partecipano 2.000 persone in Piazza Signorelli e le restanti 3.000 nelle piazze adiacenti tramite schermi giganti. Ospite del concerto anche Roberto Saviano. Il 1º ottobre viene pubblicato il nuovo album di Luca Carboni Fisico & politico contenente il brano Ci vuole un fisico bestiale in duetto con Jovanotti. Il 19 novembre viene pubblicato l'album live Lorenzo negli stadi - Backup Tour 2013, tratto dall'omonimo Tour del 2013.
    Il 23 aprile 2014 Jovanotti è stato ospite del concerto-evento di Zucchero al Madison Square Garden di New York, facente parte dell'Americana Tour, seguito da 5000 spettatori e caratterizzato dalla partecipazione di ospiti d'eccezione come Sting, Elisa, Fiorella Mannoia, Fher dei Maná, Chris Botti, Sam Moore, Andrea Griminelli, Irene Fornaciari e un coro gospel. Per l'occasione Lorenzo ha eseguito Il mare in duetto con Zucchero improvvisando un medley rap.
    Il 16 dicembre 2014 è stato reso disponibile per l'ascolto il singolo Sabato, che anticipato sia il tredicesimo album in studio, intitolato Lorenzo 2015 CC. e pubblicato il 24 febbraio 2015,[37] sia il tour Jovanotti Tour 2015, partito da Ancona il 20 giugno 2015.
    Il 26 luglio 2015 si è esibito insieme a Eros Ramazzotti allo Stadio San Paolo di Napoli per rendere omaggio al cantautore Pino Daniele, scomparso sei mesi prima. Nello stesso periodo ha collaborato con i Tre allegri ragazzi morti alla composizione del brano In questa grande città (la prima cumbia), pubblicato come singolo il 25 febbraio 2016.




    fonte: wikipedia.org



    Per te

    È per te che sono verdi gli alberi
    e rosa i fiocchi in maternità
    è per te che il sole brucia a luglio
    è per te tutta questa città
    è per te che sono bianchi i muri
    e la colomba vola
    è per te il 13 dicembre
    è per te la campanella a scuola
    è per te ogni cosa che c'è ninna na ninna e...
    è per te che a volte piove a giugno
    è per te il sorriso degli umani
    è per te un'aranciata fresca
    è per te lo scodinzolo dei cani
    è per te il colore delle foglie
    la forma strana della nuvole
    è per te il succo delle mele
    è per te il rosso delle fragole
    è per te ogni cosa che c'è ninna na ninna e...
    è per te il profumo delle stelle
    è per te il miele e la farina
    è per te il sabato nel centro
    le otto di mattina
    è per te la voce dei cantanti
    la penna dei poeti
    è per te una maglietta a righe
    è per te la chiave dei segreti
    è per te ogni cosa che c'è ninna na ninna e...
    è per te il dubbio e la certezza
    la forza e la dolcezza
    è per te che il mare sa di sale
    è per te la notte di natale
    è per te ogni cosa che c'è
    ninna na ninna e...


    (Ivana)





    RUBRICHE






    (Redazione)





    L’ISOLA NELLO SPORT


    CRONACA SPORTIVA


    Giro: ora 'Lo Squalo' delle vittorie punta Olimpiadi.

    "Mi hanno fatto arrabbiare.Vado in vacanza, poi Tour e Rio 2016". Forse il segreto del successo è quello che svela mamma Giovanna nel dire che il suo Vincenzo "quando si arrabbia è ancora più forte". 'Lo Squalo dello Stretto', in piena estasi post trionfo, conferma: "E' vero, sono un testardo e anche nei giorni scorsi a qualcuno ho detto che mi stavano facendo arrabbiare. Mi sono sentito ferito da tante persone e dai media che mi hanno attaccato senza motivo. E forse è stata una delle molle del successo". L'altro segreto lo svela papa' Salvatore e riguarda un aspetto tecnico, le pedivelle accorciate su suo consiglio. "Erano troppo lunghe, ci siamo sentiti una sera e gliel'ho detto. Dopo che le ha cambiate (2,5 centimetri in meno) la pedalata era migliore".

    Il terzo segreto è lo stesso Nibali a rivelarlo: "Ieri in partenza abbiamo fatto riscaldamento e tutti hanno visto che starnutivo per via dell'allergia alle graminacee, quando si sale sto meglio. Mi alleno molto in alta quota e il mio fisico si è adattato a queste altitudini". Un successo fatto anche di cose non dette. Nibali ne approfitta per levarsi qualche sassolino dalle scarpe: "Prima della cronoscalata dell'Alpe di Siusi ho avuto dei problemi intestinali ai quali non ho dato importanza. Non l'ho detto per non dare un assist ai miei rivali". Ora lo sguardo è proiettato agli obiettivi futuri. C'e' un Tour da affrontare e poi l'impegno olimpico a Rio. "Ma prima - avverte - andrò in vacanza dieci giorni. Devo pensare a recuperare energie, poi viene il resto. Le Olimpiadi sono dure, ho fatto una ricognizione a gennaio ed é un percorso difficile. Ci giocheremo tutto in un giorno, la squadra è buona, vediamo".

    Il palmares - già ricco - si riempie di un altro trofeo: "Quando lo guardo mi rendo conto che è ricco di successi - osserva - ma cerco di non pensarci, sono venuto qui da faro e da riferimento di avversari che non conoscevo a fondo come Dumoulin, Landa, Chaves, Kruijswijk, coi quali non mi ero mai confrontato direttamente, è stata una sorpresa. Conoscevo meglio pregi e difetti di altri, ho dovuto studiare chi non conoscevo. L'ultima settimana erano tutti in calo, io sono rimasto più costante e ho vinto". Al podio 'Lo Squalo' è arrivato mano nella mano con la piccola Emma. Gli chiedono se abbia fatto un pensiero alle Olimpiadi mentre era sul podio: "No, pensavo solo a gustarmi il momento, la gioia, il pubblico, e controllavo la mia bimba. Lei è piccola, e si è messa a piangere. Ma quando sarà grande e guarderà le foto, penso le piacerà rivivere questo ricordo".
    (Ansa)




    Gioia Hamilton: "Strada è lunga, non penso al Mondiale".
    Rosberg solo settimo, beffato da Hulkenberg sul traguardo. "La strada è ancora lunga, mancano tante gare alla fine e per ora non penso al Mondiale". Parola di Lewis Hamilton, vincitore del Gp di Monaco. Che però non può fare a meno di guardare la classifica piloti. Nico Rosberg, suo compagno di squadra in Mercedes e ancora leader della stessa, era sesto a pochi metri dal traguardo, ma sul rettilineo è stato superato da Hulkenberg per appena tre decimi, finendo settimo. Così il distacco tra i due si è ridotto ad appena 24 punti. "Grazie a Dio, oggi è andato tutto come speravo - ha aggiunto Hamilton -. Devo ringraziare il team che mi ha messo a disposizione una grande macchina ed i tifosi per il loro sostegno. Sono senza parole. Ho pregato per vivere ancora un giorno come questo e per come è arrivato mi sento un privilegiato. Verso la fine non sapevo quanto potevano ancora durare le gomme e nell'ultimo giro ho rischiato di uscire". Hamilton ha poi riconosciuto la bravura di Ricciardo, che lo ha impegnato fino alla fine: "Grandi complimenti a Daniel, è stato fenomenale in tutto il fine settimana. E' uno dei piloti migliori contro cui ho corso e non vedo l'ora di confrontarmi ancora con lui".
    (Ansa)




    Volley: Piccinini dice addio a nazionale.
    Azzurra 37enne, scelte del tecnico non corrispondono alle mie. Francesca Piccinini a 37 anni si 'congeda' dalla nazionale: l'atleta simbolo della pallavolo femminile, non disputerà la sua quinta Olimpiade. Niente Rio per la campionessa toscana che dalle sue pagine social annuncia lo stop all'azzurro, lei che pure era nella squadra che nel torneo preolimpico in Giappone aveva strappato il pass per i Giochi. Ora però l'azzurra non compare nella lista del ct Bonitta che, dopo averla convocata ma scarsamente utilizzata per il preolimpico, l'ha tagliata fuori dalle 18 chiamate per il prossimo World Grand Prix, dove invece fa rientro Diouf. "Ho maturato la scelta difficilissima di mettere la parola fine a questa bellissima avventura - scrive l'atleta sui social -.
    L'ultima tappa della qualificazione olimpica in Giappone, mi ha fatto capire che le scelte dell'allenatore, che rispetto ma non condivido, non corrispondono alle mie aspettative e a quanto penso di rappresentare".
    (Ansa)

    (Gina)





    SALVIAMO LE FORME!!!




    Jogging per principianti







    Che la corsa sia un ottimo antistress e che influenzi positivamente lo stato di salute è cosa nota. Ma se siete degli inguaribili pigroni e non siete avvezzi all’attività fisica bisogna avere qualche accorgimento per iniziare a correre senza provocarsi distorsioni o malesseri. Dopo che il medico avrà dato il suo benestare per iniziare l’attività sportiva e diventare dei runners provetti, ecco i nostri consigli per cominciare al meglio, dai ritmi da tenere all’abbigliamento ideale da indossare per non prendersi dei malanni.

    I BENEFICI DEL JOGGING
    La corsa è certamente l’attività sportiva ideale per mantenere (o ritrovare) il proprio peso forma. Il metabolismo subirà una naturale accelerazione, contribuendo a fare assimilare al corpo meno grassi e a combattere disturbi gastro-intestinali, e con mezz’ora di corsa si possono bruciare circa 200 kcal, un ottimo risultato che permette di concedersi qualche strappo alla dieta. Ma non è finita qua: mentre il peso diminuisce e i muscoli e i tessuti diventano più tonici, anche il cuore sarà più forte. Il jogging ha anche effetti positivi sulla circolazione sanguigna, un ottimo alleato per la prevenzione di malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete, infarto e ictus: secondo una ricerca pubblicata sul Journal of American College of Cardiology correre abitualmente può ridurre fino al 45% il rischio di morte per malattie cardiovascolari.



    CORRERE FA BENE ALLA MENTE
    Non sarà solo il fisico a godere degli effetti benefici della corsa, questa attività infatti è una delle più consigliate dai medici per superare problemi di stress e depressione, alleviando le tensioni che si concentrano su spalle e collo. La corsa stimola la produzione di endorfine, con conseguente miglioramento del nostro umore. Inoltre anche i livelli di seratonina cresceranno praticando regolarmente jogging, ciò significa che riposeremo meglio (questo ormone regola il rapporto fra sonno e sveglia) e avremo benefici anche su memoria e apprendimento.



    LE SCARPE GIUSTE
    Per fare jogging dimenticate le sneakers da passeggio: la scarpa da indossare deve essere quella più adatta ad ammortizzare i colpi sull’asfalto e proteggere le articolazioni, tenendo ben salda la caviglia. Nei negozi di articoli sportivi ci sono le scarpe pensate apposta per il running: come sceglierle? Il parere di un esperto è il migliore consiglio che possiate ricevere, tuttavia è bene sapere che gli elementi che concorrono alla scelta della scarpa per il jogging sono il peso dell’individuo, il tipo di percorso che andrete ad affrontare (le scarpe da trail running, ad esempio, sono adatte per percorsi sconnessi e scivolosi diversi dall’asfalto), la velocità con cui vi muovete e l’uso (blando o frequente) che ne farete.



    COME PROTEGGERSI DAL FREDDO?
    Non fatevi spaventare dalle basse temperature, con i giusti accorgimenti si può correre anche in pieno inverno senza soffrire troppo il freddo, basta scegliere gli indumenti giusti. Per l’abbigliamento optate per tessuti tecnici o sintetici pensati apposta per il fitness all’aria aperta, da escludere invece il cotone che assorbe il sudore e si raffredda velocemente. Scegliete pantaloni e maglie aderenti, in modo che non passi aria fra la pelle e il tessuto, e vestite a strati: è normale avere freddo all’inizio, ma già dopo i primi minuti di riscaldamento la temperatura corporea aumenterà e dovrete spogliarvi per non sudare eccessivamente e rimanere con i vestiti bagnati addosso. Ricordate di indossare un berretto quando fa molto freddo, perché più del 30% del calore si disperde attraverso la testa, e proteggete mani e piedi con guanti e calze invernali.


    PRIMA DI PARTIRE
    La regola principale, una volta che disponete dell’attrezzatura adeguata, è riscaldare i muscoli preparando il fisico all’allenamento. Evitate di mettervi in marcia improvvisamente dopo una giornata trascorsa seduti alla scrivania dell’ufficio, altrimenti stiramenti muscolari o addirittura strappi saranno assicurati. In particolare durante la stagione fredda, la fase di riscaldamento muscolare è fondamentale: eseguite qualche esercizio di stretching stendendo delicatamente i muscoli di gambe, braccia e busto e iniziate la vostra seduta di fitness con cinque minuti di camminata a passo veloce, per poi passare gradualmente alla corsa.


    SEGUITE UN PROGRAMMA
    Non pensate di poter correre molti chilometri dopo una sola settimana di attività. Il runner che ottiene più risultati è anche quello più paziente, che si accontenta di aumentare di volta in volta le distanze, senza affaticarsi eccessivamente. Insomma, la parola d’ordine per chi è alle prime armi è la gradualità. Per questo è importante stabilire un piano di allenamento da seguire durante il primo mese di corsa. Un consiglio importante è quello di correre su terreni pianeggianti, evitando salite che metterebbero eccessivamente sotto sforzo un fisico poco allenato, discese che sono un incubo per le articolazioni delle ginocchia e fondi irregolari. Inoltre sappiate che non importa quanta distanza percorrete e a quale velocità, quello che farà perdere peso e ritrovare il benessere è la continuità con cui farete attività fisica. Insomma, meglio correre tre volte alla settimana facendo pochi chilometri piuttosto che una o due sole volte coprendo lunghe distanze.



    LE PRIME SETTIMANE
    I primi giorni di attività sono quelli che vanno eseguiti con più attenzione, perché il corpo e i muscoli si devono abituare al movimento e alla postura. L’ideale per la prima settimana di jogging è alternare cinque minuti di camminata a passo veloce a un minuto di corsa per un totale di 35 minuti, ai quali seguiranno esercizi di stretching e di rilassamento muscolare. Dalla seconda settimana potete rivedere gli intervalli di tempo e percorrere 4 minuti di camminata e due di corsa, aumentando nelle settimane successive il periodo di running, finché non riuscirete a mantenere il ritmo per tutta la seduta. Poi potrete aumentare gradualmente il periodo di allenamento, ma non sforzatevi troppo: se un giorno avete i muscoli doloranti accontentatevi di una passeggiata a passo sostenuto.



    MEGLIO STRADA O TAPIS ROULANT?
    Non c’è una risposta univoca, dipende molto dalle preferenze personali. Tuttavia ci sono dei vantaggi e degli svantaggi che valgono per tutti. La corsa sul tappeto, fatta a casa o in palestra, permette di allenarsi con qualsiasi situazione atmosferica, così i più pigri non potranno usare la scusa del “fa troppo freddo”, tuttavia il fatto di trovarsi in un ambiente chiuso rende l’attività molto più noiosa e di conseguenza più faticosa rispetto alla corsa all’aria aperta, dove si possono ammirare paesaggi differenti e osservare il mondo circostante distraendosi mentre si corre. D’altra parte il tapis roulant permette una maggiore regolarità dell’attività, non dovendo fare i conti con buche, scalini e altri runners da evitare, e i colpi che si danno sull’asfalto ad ogni falciata sono molto più ammortizzati.



    ATTENZIONE ALLA DIETA

    Avete fatto una bella corsa e vi sentite in diritto di abbuffarvi con dolci e zuccheri, visto che siete a credito di calorie bruciate? Per vedere dei risultati sulla vostra forma fisica non dovete aumentare le dosi dei pasti. Quello che dovete certamente aumentare è il consumo di acqua, per reidratare il corpo che con l’attività fisica perde liquidi e sali minerali attraverso la sudorazione. Dunque ben venga un pasto completo, ma senza esagerare. Dopo il jogging fra i prodotti ideali da consumare ci sono la frutta, la frutta secca come mandorle e noci, e pure lo yogurt.



    fonte:http://www.msn.com/it

    (Lussy)





    … TRA CURIOSITA’ E CULTURA …



    <i>BUFFONI, VILLANI E
    GIOCATORI ALLA CORTE DEI MEDICI


    dal 19 Maggio al 11 Settembre 2016



    La mostra presenta alcuni dei più bizzarri e inaspettati soggetti figurativi ricorrenti nelle collezioni medicee che, tra Cinquecento e Settecento, trovarono significative, e talvolta curiose, rappresen-
    tazioni artistiche. Si tratta di scene cosiddette ‘di genere’, un universo figurativo che nella acclarata gerarchia della pittura barocca, permetteva di illustrare, spesso anche con intenti morali o didascalici, diversi aspetti comici della vita sociale e di corte, quei temi ritenuti, cioè, altrimenti bassi e privi di decoro, indegni di una pittura alta, di soggetto sacro, mitologico o storico.
    Le opere selezionate, circa una trentina, provengono per la massima parte dai depositi della Galleria Palatina e dalla Galleria delle Statue e delle Pitture (entrambe facenti parte del complesso delle Gallerie degli Uffizi creato dalla recente riforma), e presentano al visitatore personaggi marginali e devianti come buffoni, contadini ignoranti o grotteschi, nani e praticanti di giochi tanto leciti che illeciti. Nella società apparentemente immobile dell’antico regime, cui danno volto nelle sale di Pitti i ritratti dei granduchi e dei gentiluomini della corte, la pittura ‘di genere’ diviene lo strumento critico che permette di attingere, attraverso l’arte, alla più variegata realtà del mondo.
    Un campionario variopinto, quanto inaspettato, di personaggi della corte medicea, incarna l’ambivalente mondo della buffoneria, della rusticitas e del gioco. Sono spesso personaggi realmente vissuti, cui erano demandati l’intrattenimento e lo svago dei signori, antidoto alla noia sempre in agguato tra le maglie del rigido cerimoniale spagnolesco. Così dimostrano il grottesco più sgradevole del Nano Morgante del Bronzino e, all’opposto, la leziosità cortigiana dei Servitori di Cosimo III de’ Medici.
    La comicità di questi soggetti, non esente nel profondo anche da risvolti drammatici o almeno malinconici, si declina nei buffoni di professione, qui rappresen-
    tati nei tre tipi: della parola – abilissimi nelle acrobazie verbali e nelle improvvisazioni di spirito -; del fisico – l’anomalia degli acondroplasici e dei deformi -; e, infine, della devianza mentale come il Meo Matto di Giusto Suttermans.
    “Considerati alla stregua di giocattoli viventi, di meraviglie della natura degne di una Wunderkammer, ma anche accorti consiglieri dotati di speciali licenze rispetto all’etichetta della corte, questi buffoni, nani, giocolieri spuntano dai documenti d’archivio con un’identità definita: vengono infatti ricordati per imprese (e talvolta misfatti) che li inseriscono come persone reali nella vita della corte, la cui biografia può esser tratteggiata con sapidi dettagli, e di molti si può chiarire l’alto spessore umano e culturale. La posizione dei buffoni, a metà strada tra il divertimento e la coscienza parlante del signore, li eleva a protagonisti di un’arte giocosa e bizzarra, che permette anche all’artista felicissime libertà espressive: e valgano da esempio i ritratti del nano Morgante di Bronzino e Valerio Cioli, i caramogi nelle Stagioni di Faustino Bocchi, il Meo Matto di Suttermans e tanti altri presenti in questa mostra, oltre alle figure silvane e occupate in strane attività che spuntano inaspettate tra le siepi del Giardino di Boboli.” (E. D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi)
    Partecipano inoltre alle buffonerie alcuni rustici, come la vecchia in abito di nozze, patetica corteggiatrice di un giovane garzone, smascherata da un nano impietosamente arguto in un quadro bellissimo della fine del Seicento, ma di incerta attribuzione, o come la contadina Domenica dalle Cascine, raffigurata dal Suttermans - ritrattista ufficiale dei granduchi - nel quadro omonimo, che risulta saltuariamente stipendiata dalla corte per prestazioni da “buffone”.
    Appartengono invece al mondo della buffoneria di mestiere Alberto Tortelli e Giuliano Baldassarini raffigurati da Niccolò Cassana in veste venatoria, sospesi dunque tra il piano figurativo dell’ambientazione arcadica, non altrimenti qualificati di segni allusivi al ruolo svolto a corte, e quello della verità biografica che ce li restituisce al mestiere di addetti al divertimento del gran principe Ferdinando. Della serie dei servitori fa parte anche il magnifico quadruplice ritratto di Servi della corte medicea con cui Anton Domenico Gabbiani offre una sorta di regesto di forme e temi, qui antologizzati nel bizzarro campionario di personaggi - tra cui un nano, un gobbo, un moro - tutti realmente documentati come ‘prestatori d’opera’, servile o buffonesca, a palazzo.
    Tra gli svaghi un posto non meno trascurabile di quello occupato dai suscitatori del riso avevano i giochi, nelle molteplici fattispecie di quelli di parola, da tavolo – in particolare le carte -, e quelli propriamente fisici. Non mancano testimonianze pittoriche, oltre che letterarie, di svariati personaggi di corte intenti all’esercizio di un gioco ginnico, come l’enigmatico Ritratto di giocatore con palla. Lo scenario meno lecito ed aulico dello svago, l’equivoca taverna ai margini dei ‘regolari’ confini della società, esercita una fascinazione sulla corte che ne ricerca e ne acquisisce le rappresentazioni alle proprie collezioni, come nel Suonatore di chitarra, riconducibile al Maestro dell’Incredulità di San Tommaso (alias Jean Ducamps?), in cui il giocatore/musico squaderna senza pudore sul tavolo, cui si appoggia, i proibitissimi dadi e un mazzo di carte. Similmente intriganti, nella loro dimensione di personaggi ‘irregolari’, e per questo ‘attirati’ all’occasione della presente esposizione, i protagonisti della movimentata Scena di gioco e chiromante in atto di leggere la mano di Nicolas Regnier o l’umanità errante e cenciosa dei Due cantastorie vagabondi, o quella appena più rassicurante dei Venditori ambulanti di Monsù Bernardo.
    Le forme del comico si costruiscono dunque, nel percorso che si propone, per via del contrappunto tra norma e difformità, regola e sproporzioni, registro alto e sregolatezza. In questo gioco di (s)proporzioni, il brulicante e frenetico affollarsi di affaccendatissimi pigmei in alcune opere di Faustino Bocchi, tra cui il corteo de La mascherata di gnomi (Il gatto Mammone) e le minuscole nudità de I Nani al bagno immerse nella vacuità d’abisso notturno della lavagna su cui sono dipinte, rappresenta l’esito estremo della grammatica delle distorsioni, in cui il bresciano fu maestro. Non manca nemmeno il lampo demoniaco che la società attribuiva spesso, con enorme crudeltà, alla natura deforme nell’inquietante Banchetto grottesco di creature più o meno umane e fornite di corna e nello straordinario musical infernale di Orfeo nell’Ade di Joseph Heintz il giovane, dove caramogi e nani ballano su uno scalone da fare invidia ai migliori palcoscenici di Broadway. Assieme ai dipinti in mostra troviamo le sculture in marmo del Nano musicante di Agostino Ubaldini e del Nano con sonagli di Andrea di Michelangelo Ferrucci, oltre al bronzetto del Giambologna raffigurante l’Uccellatore, proveniente dal Museo Nazionale del Bargello. L’incisione col Ritratto di Bernardino Ricci detto il Tedeschino, a cui Stefano della Bella ha affidato il racconto di una delle personalità più interessanti della buffoneria di professione al servizio dei Medici nel primo Seicento, completa - in termini di confronto e completamento - le tematiche rappresentate dai dipinti.
    A corredo della mostra è stato predisposto un itinerario nel Giardino di Boboli dove tutti questi personaggi, villani, contadini e nani, giocatori e caramogi si animano, pur pietrificati, e si nascondono nei boschetti e nelle radure come sfuggiti dall’universo pittorico che li ha creati, ad attendere i visitatori con calembour figurativi e comicissime espressioni.
    In occasione della presente esposizione sono stati effettuati i restauri di 14 dipinti, 2 sculture e diverse cornici recuperate dai depositi.
    La mostra a cura, come il catalogo edito da Sillabe, di Anna Bisceglia, Matteo Ceriana e Simona Mammana, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei.
    (www.arte.it)

    (Gabry)





    BALLERINI FAMOSI!!!




    Abbagnato Eleonora


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    Eleonora Abbagnato (Palermo, 30 giugno 1978) è una ballerina e attrice italiana.
    Dal 2015 dirige il corpo di ballo dell'Opera di Roma.



    Biografia
    Esordisce in televisione a 11 anni, ballando in diretta in un programma presentato da Pippo Baudo. A 12 anni si trasferisce a Montecarlo, dove studia nella scuola di Marika Bresobrasova, e nello stesso anno vince il DanzaEuropa.

    A 13 anni è in tournée fra Marsiglia e Parigi con La bella addormentata di Roland Petit (nel ruolo di Aurora da bambina). Quindi viene ammessa, dopo un'audizione privata, all'École de Danse dell'Opéra di Parigi come borsista.

    Nel 1996, appena maggiorenne, si diploma ed entra nel corpo di ballo dell'Opéra, dove si svolge la sua carriera: Coryphée nel '99, Sujet nel 2000, Première Danseuse nel 2001 ed Étoile dal 28 marzo 2013.

    Nel 2001 partecipa al video di musica dance Little Scare di Benjamin Diamond insieme al ballerino francese Jéremie Belingard. Nel 2005 partecipa alla seconda parte dello spettacolo di Ficarra e Picone trasmesso da Canale 5 Ma chi ce lo doveva dire?.

    Nel 2007 esordisce come attrice nel film Il 7 e l'8 di Ficarra e Picone. Sempre nello stesso anno partecipa anche come ballerina per una notte alla quarta puntata della quarta edizione del reality show Ballando con le stelle, condotto da Milly Carlucci, su Rai Uno, ed è protagonista di una puntata del programma Il testimone su MTV.

    Il 18 febbraio del 2009 affianca Paolo Bonolis alla conduzione alla seconda serata del Festival di Sanremo, con lei anche Luca Laurenti ed il modello israeliano Nir Lavi. È presente come ballerina nel videoclip di Vasco Rossi intitolato Ad ogni costo uscito il 30 ottobre dello stesso anno.

    A novembre 2009 viene pubblicato da Rizzoli il suo libro autobiografico Un angelo sulle punte.

    A dicembre 2012 posa per il fotografo Massimo Gatti nel libro totalmente a lei dedicato di Skira editore. Il libro di Eleonora Abbagnato è stato presentato dalla Galleria Robillant Voena l'11 dicembre 2012 ed è arrivato anche a Los Angeles il 17 febbraio presso il Chinese Theatre di Hollywood.

    Nel febbraio 2013 è stata membro della giuria di qualità alla 63ª edizione del Festival di Sanremo.

    Nel maggio 2013 è caposquadra dei blu nel programma di Amici di Maria De Filippi in sostituzione di Miguel Bosé.




    (Lussy)




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    Salute e Benessere




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    foto:thermenland.at


    Bad Gleichenberg



    Lo stabilimento di Bad Gleichenberg dispone del centro terapico più moderno dell’Austria. Una novità di Bad Gleichenberg è il frigidarium o stanza del freddo, per il trattamento di reumatismi e lesioni sportive. Nell’ambito di questa terapia i pazienti si muovono per due o tre minuti a una temperatura di 110 gradi sotto zero, sotto il controllo permanente di terapisti esperti. Con questo trattamento si ottiene una riduzione dei dolori per la durata di due o tre ore.
    Oltre a ciò, grazie alla vetrata trilaterale, la piscina terapica nello stabilimento termale permette di controllare e guidare la terapia in modo ottimale.

    Oltre al frigidarium, all’ampia piscina terapica e alla palestra, lo stabilimento termale dispone di ulteriori infrastrutture: reparto termale, reparto dermatologico, inalazione e reparto per massaggi.


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    foto:thermenland.at

    Il nuovo bagno termale life medicine ha una superficie totale di 2.500 m2 e comprende una piscina interna ed esterna con un’ampia zona relax. Annesso al bagno termale è un mondo wellness inondato di luce con sauna finlandese, termosauna, bagno turco con acqua salina, grotta di ghiaccio, piscina Kneipp, solarium, cabina a raggi infrarossi e una sauna privata, oppure per signore, con propria zona relax all’esterno e con camino all’interno e con vasca idromassaggio esterna.


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    foto:thermenland.at





    da:thermenland.at

    (Ivana)





    STRISCIA FUMETTO






    ... LA NATURA SULL'ISOLA ...



    Mi chiedi perché compro riso e fiori?
    Compro il riso per vivere
    e i fiori per avere una ragione per cui vivere.
    (Confucio)


    IL MORSO DI RANA



    L'Hydrocharis morsus - ranae, comunemente conosciuta come morso di rana, è una pianta acquatica perenne, originaria dell'Europa centro-meridionale e dell'Asia.
    È una pianta provvista di radici fluttuanti, che, in caso di scarsità di acqua, possono ancorarsi al substrato sottostante. Produce stoloni lunghi fino a 30 cm, che in corrispondenza dei nodi sviluppano rosette foliari che si distendono sulla superficie dell'acqua, composte da foglie cuoriformi, dotate di un picciolo lungo 5–10 cm, larghe sino a 6 cm, con venature parallelinervie, e pagina inferiore ricoperta da uno spesso tessuto spugnoso, che aiuta la pianta nel galleggiamento. Agli apici dei nodi si sviluppano delle gemme svernanti (ibernacoli) che, appesantite dall'amido di riserva accumulato, cadono sul fondo e affondano nel fango, garantendo così la sopravvivenza della pianta nel periodo invernale; in primavera, alleggeriti dall'esaurimento delle scorte di amido, i germogli risalgono in superficie avviando la nuova colonizzazione dello stagno.
    È una specie dioica, presentano solo fiori femminili o fiori maschili, entrambi con tre petali bianchi e tre sepali verdi, peduncolati; fiorisce da giugno a settembre e l’impollinazione è effettuata dagli insetti. Il frutto è una bacca ovale, contenente minuscoli semi piriformi e tubercolati.

    La forma e la disposizione delle foglie fanno assomigliare questa piccola pianta ad una ninfea in miniatura. Le nervature fogliari hanno un importante caratteristica secondaria che permette di riconoscere questa specie da altre simili che condividono i medesimi ambienti, come Nymphoides spp. e Limnobium spp., mentre le dimensioni delle foglie e il modo di vita permettono di distinguerla dalle ninfee (Nymphaea spp.).

    Introdotta agli inizi del secolo scorso in Nord America, si è diffusa nella regione dei Grandi Laghi, ove è considerata una specie invasiva. In Italia è presente al centro-nord, anche se sempre più rara; nei corsi d'acqua e nelle zone umide italiane è ormai in via d'estinzione.
    Predilige acque stagnanti poco profonde, in posizione soleggiata, da 0 a 500 m di altitudine.

    Un libro inglese afferma che il nome è dovuto al fatto che gli antichi pensavano che le rane, che vivono e cacciano abitualmente sopra le foglie galleggianti di questa idrofita, potessero mangiarsela.
    Il nome del genere deriva dal greco antico Ydrocharis, formato dalla radici di ydor (=acqua) e da charìs (=amante).
    La parola ha una storia particolare, la si trova in un poema , attiribuito a Omero, intitolato "BATRACOMIOMACHIA" (letteralmente la guerra delle rane e dei topi).
    La parola è inventata, è uno dei molti modi con cui nel poema l'autore chiama le due specie di animaletti: per i topi usa per esempio "leccapiatti", "rodipane", "rubabriciole", "scavaformaggio" mentre per le rane "gonfiagote", " strillaforte" ed appunto "godilacqua", cioè la traduzione letterale di ydrocharis.

    (Gabry)





    POESIE DI STAGIONE


    MAGGIO

    Mese di maggio

    E l'uccelletto cominciò a cantare:
    Dimmi, bel mese, che ci vuoi portare?
    Rose fiorite ed altri fiori a mazzi,
    ciocche rubizze di ciliegine nuove.
    Le prime pesche rosate e vellutate,
    da cogliere con mani delicate.
    Fiori d'arpncio dai soavi odori,
    e nidi pigolanti tra le foglie e i fiori.
    E d'altro ancor, che ci potresti offrire?
    La Madonnina cara sull'altare, che i bimbi
    buoni vuole benedire.
    Maggio è nell'aria; e l'uccelletto canta.
    Brilla nel cielo un sole tutto d'oro.


    (M. Comassi)




  9. .






    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 021 (23 Maggio – 29 Maggio 2016)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 23 Maggio 2016
    S. DESIDERIO VESCOVO

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    Settimana n. 21
    Giorni dall'inizio dell'anno: 144/222
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    A Roma il sole sorge alle 04:43 e tramonta alle 19:31 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 04:43 e tramonta alle 19:56 (ora solare)
    Luna: 6.05 (tram.) 20.52 (lev.)
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    Proverbio del giorno:
    Maggio asciutto ma non tutto, gran per tutto; maggio molle, lin per le donne.
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    Aforisma del giorno:
    Il successo degli altri mi disturba, ma molto meno che se fosse meritato
    (Jules Renard)










    RIFLESSIONI



    ... YUSRA …
    ... "La nostra casa in Siria è stata distrutta. Non abbiamo più niente" ha detto Yusra Mardini che ora vive con tutta la famiglia a Berlino. Lasciata Damasco, le sorelle hanno fatto tappa in Libano e poi in Turchia, dove hanno pagato degli scafisti per portarle in Grecia. Il primo tentativo è stato sventato dalle guardie costiere turche, così hanno poi riprovato a bordo di un piccolo gommone una sera, al crepuscolo. C'erano 20 persone a bordo e quasi nessuno sapeva nuotare. Dopo mezz'ora, il gommone iniziò a imbarcare acqua, così tutti i bagagli dei passeggeri vennero gettati in mare. La situazione rimase molto pericolosa, per cui Yusra, la sorella maggiore Sarah e un altro abile nuotatore si gettarono in acqua per garantire all'imbarcazione maggior galleggiabilità. "È stato terribilem un'esperienza molto dura - ha detto la Mardini -, ma abbiamo pensato che non potevamo non aiutare le persone che erano con noi e non sapevano nuotare. Naturalmente poi ho odiato il mare". Per circa tre ore e mezza, le ragazze sono rimaste a mollo, aggrappandosi ai bordi del gommone fino all'approdo nell'isola greca di Lesbo. Da lì è iniziato un "trekking" di settimane attraverso la Macedonia, la Serbia e l'Ungheria, marciando nei campi e cercando di sfuggire alla polizia, fino all'approdo in Austria e poi in Germania.
    Poco dopo il loro arrivo a Berlino, un traduttore egiziano che lavorava al campo profughi le ha messe in contatto con il Wasserfreunde Spandau 04, un club di nuoto locale, dove sono stati prese sotto l'ala di Sven Spannekrebs. "Negli ultimi cinque mesi, Yusra è progredita tanto - ha detto Spannekrebs -, meglio di quanto mi aspettassi". All'inizio il loro lavoro era finalizzato ai Giochi di Tokyo 2020, ma visti i progressi tutto è stato accelerato. "È l'occasione della vita, una bella possibilità e penso che devo lavorare duramente per non sprecarla - ha detto la Mardini. - Tutti gli atleti vogliono andare alle Olimpiadi. Non importa se si sfila dietro la bandiera siriana o quella olimpica. Io voglio solo poter essere un'atleta". (gazzetta.it)

    A volte lo sport ci racconta storie belle ed incredibili. Una ragazza che fugge dal suo paese natale a bordo di un gommone, poi si getta in acqua insieme a pochi altri atleti come lei per garantire al gommone una maggiore affidabilità. Ora quella ragazza, arrivata in germania spera e si allena per poter gareggiare ai prossimi giochi olimpici. Mi commuovono queste storie perché in fondo in fondo ci danno il reale senso della vita e ci dicono che sognare e perseguire i propri obiettivi è sempre la scelta più bella .… Buon Maggio amici miei …
    (Claudio)






    ORE 11: LEZIONE DI NUOTO

    Lungo le spiagge di Punta Tombo, lungo le coste della Paragonia in Argentina, si affollano ogni anno milioni di pinguini di Magellano. I pinguini di Magellano sono degli uccelli alti circa 70 centimetri con il piumaggio di colore nero sulla schiena e bianco sulla pancia. Come tutti i pinguini anche quelli di Magellano sono degli ottimi nuotatori. In acqua sono veloci e scaltri mentre sulla terra ferma con il loro corpo un po’ tozzo e le loro zampette palmate hanno un andamento un po’ ciondolante e buffo, sembrano quasi dei mimi, mentre di volare non se ne parla proprio.
    Ogni anno sul finire di agosto milioni di pinguini maschi si danno appuntamento sulle spiagge di Punta Tombo. Verso settembre arriveranno anche le loro compagne ma intanto in attesa delle femmine i maschi si preoccupano di preparare il nido, magari se sono fortunati lo stesso dello scorso anno.
    In settembre iniziano ad arrivare le femmine dando così inizio alla stagione degli amori e dei corteggiamenti: le famiglie si riuniscono e le nuove coppie si formano. Oh se sono buffi i maschi con il loro camminare ciondolante mentre tentano di corteggiare la loro amata, ogni anno le coppie ormai formate si divertono a guardare le nuove coppiette di pinguini che si vanno formando scommettendo magari sulla loro composizione.
    “Guarda la Sila con chi si è messa.” “E la Yupik?” “Ah ma lo sai che il figlio di Canetta si è messo con la figlia della Ilus, chi l’avrebbe mai detto”. E via dicendo.. i pettegolezzi e le voci corrono per la lunga spiaggia di Punta Tombo per tutta la primavera. Eh già, miei cari bambini, siamo dall’altra parte del mondo, nell’emisfero meridionale e da quelle parti le stagioni sono l’opposto di quelle a cui siamo abituati noi nell’emisfero settentrionale. Mentre da noi settembre annuncia l’arrivo dell’autunno in Patagonia annuncia l’arrivo della primavera.
    Una volta che le coppie si sono formate tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre ciascuna femmina, mamma, deporrà uno o due uova nel nido che il pinguino maschio, il papà, ha preparato in precedenza per i loro piccolini.
    L’uovo dovrà rimanere sempre al caldo per tutto il tempo fin quando il piccolo pinguino non sarà pronto per uscire dall’uovo. In tutto questo periodo il papà e la mamma si alterneranno alla cova dell’uovo mantenendolo sempre al caldo e al sicuro. Non lasceranno mai il nido incustodito, l’uovo va protetto dai predatori: i gabbiani, gli stercorari ed altri uccelli che vogliono mangiare l’uovo. Ma non ci sono solo gli uccelli da cui guardarsi anche i gatti e le volpi che di tanto in tanto tentando di rubare qualche uovo per farsi una bella frittata!
    Se qualcuno di questi, uomo compreso, si avvicina troppo al nido mamma e papà pinguino difenderanno il loro uovo a colpi di becco facendo così scappare a gambe levate il loro aggressore.
    A turno, mamma e papà, lasceranno il nido per tornare in mare a cercare il cibo con cui nutrirsi e quando il piccolo pinguino sarà nato con cui nutrire e crescere il loro piccino.
    Dopo 40 giorni, verso la fine di ottobre le uova si schiuderanno dando vita a tanti adorabili pinguini, tutti rivestiti da un sottile piumaggio grigio. I nuovi nati lasceranno il nido per la prima volta verso dicembre, prima di allora saranno stati il papà e la mamma, alternandosi a vicenda, ad accudirlo e a portargli il cibo direttamente nel nido.
    Con le prime uscite dal nido il giovane pinguino scoprirà tutto un mondo meraviglioso da scoprire, inizierà a vagare per Punta Tombo, a conoscere gli altri pinguini e a scoprire l’oceano, un’infinita distesa d’acqua dove i pinguini trascorrono la gran parte della loro vita.
    Sul finire dell’estate i giovani pinguini cambieranno il piumaggio grigio per assumere il caratteristico piumaggio bianco e nero, molto più spesso, e robusto che permetterà loro di sopravvivere nel freddo dell’oceano. E a questo punto arriverà anche per i nuovi pinguini il momento di lasciare la terra ferma per l’oceano, ed è proprio a questo punto che si colloca la storia che vi voglio raccontare.
    Come tutti gli anni è compito del signor Dunedin, l’istruttore di nuoto a Punta Tombo, insegnare a tutti i giovani pinguini a nuotare.
    Tutte le mattine alle 11 ha inizio la sua lezione e dopo una serie di lezioni teoriche dove si insegnano ai giovani pinguini i rudimenti del nuoto e a sopravvivere nell’oceano con i suoi pericoli, arriva finalmente il momento di passare dalla teoria alla pratica. Solitamente i pinguini non vedono l’ora di entrare in acqua e anche se all’inizio sono un po’ timorosi poi sarà un problema per i genitori tenerli lontano dall’oceano in attesa della partenza. - Allora ragazzi siete pronti per entrare in mare? – domanda il signor Dunedin - Siiiii Siiii – urlano in coro i giovani pinguini.
    Sono tutti scalpitanti sulla spiaggia pronti ad entrare in acqua. Tutti tranne uno. E si come tutti gli anni c’è sempre qualcuno che non è affatto coraggioso e non è per niente desideroso di entrare in mare. Zitto zitto se ne sta in un angolo della spiaggia facendo finta di nulla, sperando che il signor Dunedin non si accorga di lui e di scampare a questo primo tuffo in acqua. - Petrel, cosa fai nell’angolo? Come mai non sei ancora pronto come gli altri – Ahimè, al signor Dunedin non sfugge nulla e il nostro povero Petrel impaurito è stato scovato.
    - Ehm io.. ehm.. ho dimenticato a casa il costume – risponde speranzoso Petrel
    - Ma fammi il piacere! Il tuo piumaggio è perfetto, avanti preparati ad entrare in acqua con i tuoi compagni – Ahi ahi ahi… il signor Dunedin non si fa proprio fregare da nessuno. Beh.. sono anni che insegna ai giovani pinguini a nuotare ed ogni anno c’è qualcuno come Petrel che non è per niente desideroso di lasciare la terra ferma per cui trucchi e inganni di questi fifoni li conosce già a memoria.
    Forniti gli ultimi consigli per la prima nuotatina il signor Dunedin da il via ai giovani pinguini per entrare in acqua. Tutti si ammassano sulla spiaggia desiderosi di entrare, qualcuno non aspettava altro e velocemente si butta in acqua, altri invece con una zampetta provano a vedere quant’è fredda l’acqua altri ancora si spalleggiano per entrare. Insomma.. c’è una gran confusione ma piano piano tutti i pinguini entrano in mare, di nuovo tutti tranne uno.
    Sulla spiaggia fermo e immobile, con uno sguardo molto preoccupato, Petrel con un bel salvagente in vita se ne sta a debita distanza dall’acqua. Ma deve proprio entrare?
    I suoi compagni sono in mare che si divertono e l’istruttore di nuoto dalla riva fornisce loro consigli ed istruzioni mentre Petrel, zitto zitto, in piedi sulla riva cerca di non farsi bagnare le zampe dalle onde.
    - Petrel! Ma cosa fai con quel salvagente! – ahi ahi ahi.. il signor Dunedin lo ha di nuovo scovato.
    - Ehm io.. … - povero Petrel proprio non sa come giustificarsi.
    - Posa subito quel coso ed entra in mare con i tuoi compagni – lo incita il maestro.
    - Dai Petrel .. vieni.. è bellissimo! – le urla una compagna dal mare
    - E’ facilissimo.. non aver paura – urla un altro compagno
    - Fifone fifone fifone!!! – si mettono a cantare in coro i soliti compagni spiritosoni che non perdono occasione di prendere in giro gli altri.
    E questo però non è bello, il povero Petrel già non vuole entrare in acqua se ancora si sente deriso non troverà di certo il coraggio per provare.
    Mamma mia che giornata difficile per Petrel, deve abbandonare anche il salvagente, questa proprio non ci voleva. Ma magari.. i braccioli.. così senza pensarci troppo rovista nell’armadio dell’attrezzatura e in mezzo a pinne, maschere, salvagenti e tavolette trova anche un bel paio di braccioli rossi e oltre tutto sono anche belli gonfi.
    Senza pensarci troppo se li infila alle alette.. bene.. così almeno non affogherà e si avvia convinto ad entrare in acqua.
    Già ma l’oceano è immenso… è facile dire con i braccioli non si corrono pericoli ma poi entrare in acqua e tutta un’altra cosa. Il nostro povero Petrel ora se ne sta li immobile sulla spiaggia in riva all’acqua con i suoi braccioli alle alette, ma il coraggio di entrare proprio non arriva. Insomma mettiamo il caso che improvvisamente i braccioli si sgonfiano? O che si rompono? O che per qualche motivo inspiegabile si sfilino dalle sue alette? E se per caso arriva un’onda troppo forte? Insomma.. di imprevisti ne possono capitare tanti, non è mica così semplice entrare in acqua!
    - Petrel Petrel.. vieni.. è divertentissimo – gli urlano i compagni dall’acqua
    - Avanti ragazzo.. è ora di entrare in acqua – il signor Dunedin si avvicina a Petrel e tenendolo per un aletta lentamente si avvicinano all’acqua – A togliere i braccioli ci pensiamo dopo. –
    - Eh ma se si sgonfiano? Non possiamo rimandare? – domanda titubante Petrel.
    - Non succederà niente di tutto questo. Entriamo in acqua insieme, su su forza e coraggio -
    Appena un onda raggiunge le zampette di Petrel, lui subito cerca di tornare indietro ma il signor Dunedin, molto pazientemente, lo convince a riprovare. E così piano piano, Petrel entra in acqua ed inizia a nuotare con gli altri pinguini senza però allontanarsi dal signor Dunedin che è entrato in acqua per stare vicino ai suoi allievi e, diciamo la verità, per far sentire più sicuro e tranquillo Petrel.
    - Hai visto che non è difficile? – chiede una compagna a Petrel
    - No no… - risponde lui, ma non è troppo convinto, gli imprevisti possono sempre succedere.
    Piano piano anche Petrel acquista familiarità con l’acqua, inizia a muoversi su e giù e a divertirsi, certo che, questi braccioli gli impediscono di tuffarsi ed immergersi come gli altri, beh.. non che lui lo voglia fare.. anzi.. però…
    Convincere Petrel ad abbandonare i braccioli non è proprio possibile, appena il signor Dunedin o qualcuno dei suoi compagni gli prospetta questa prospettiva lui si oppone e scappa via. Che fare? Semplice… il signor Dunedin senza che Petrel se ne accorge lo avvicina e … pufh.. gli sgonfia i braccioli. Ovviamente uno scherzetto del genere lo può fare solamente un insegnante bravo e preparato come il signor Dunedin, sempre pronto a trarre in salvo i suoi allievi se qualcosa va storto. Petrel comunque non si accorge che i braccioli sono solo più un ammasso di plastica e continua a nuotare tranquillamente da solo senza problemi.
    Nuota e nuota e finalmente il signor Dunedin decide che è arrivato il momento di comunicare a Petrel che i suoi braccioli sono sgonfi e che, nonostante le sue paure, sta nuotando da solo. Subito Petrel si spaventa, cerca di uscire dall’acqua, ma poi si tranquillizza e si rende conto che ce l’ha fatta, che anche lui sa nuotare come gli altri e che non c’è proprio nulla di cui aver paura! Che grande conquista la sua! Ha finalmente vinto la paura! Evviva! Ce l’ha fatta!!
    Ma il signor Dunedin era sicuro che sarebbe stato così. Ogni anno gli capitano sempre dei pinguini paurosi, poco sicuri di se stessi e che hanno paura dell’acqua e di nuotare, il suo compito, il compito di un bravo istruttore di nuoto, è aiutarli ad acquistare fiducia in se stessi in modo che l’acqua diventi una loro amica e che possano così nuotare tranquilli come tutti gli altri pinguini, superando così tutte le loro paure.
    E così è stato anche per Petrel, le sue paure e la sua poca fiducia in se stesso sono un problema superato, ora nuota con tutti gli altri pinguini e presto sarà pronto per lasciare questa baia per andare a solcare i mari degli oceani per poi, un giorno, tornare su questa spiaggia per cercare una compagna e mettere su famiglia. E chissà forse ci sarà ancora il signor Dunedin ad insegnare ai suoi figli a nuotare o chissà forse sarà lo stesso Petrel che accompagnerà i suoi figli in mare per la prima volta.
    (Anna Marchisio)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Primavera …

    Filastrocca della Primavera

    Ecco ecco che è arrivata
    Primavera scapigliata,
    Primavera bella bella,
    Primavera pazzerella.
    con il sole
    con le viole,
    con i gridi,
    con gli stridi
    dentro i nidi.
    Son fioriti i biancospini,
    nasceranno i rondinini
    dentro i nidi verdi e gialli;
    danzaranno i loro balli
    le farfalle
    bianche e gialle.
    (Lina Galli)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    GATTO DI CASA VA IN BATTAGLIA

    Mi chiamo Briciola ed ho esattamente 2 anni e 4 mesi e mezzo. Come vedi sono un gatto. Un gran bel gatto se me lo concedi.
    So di essere un bel gatto perché i miei padroni, Viola, 7 anni, Mamma e Papà me lo dicono spesso: “Vieni qui micio-micio”,” Che bravo il nostro bel micione”, “ Ma che bel miciotto che sei” Eccetera, eccetera.
    E poi lo dice anche la Signora Carla, anche se io non ricambierei il complimento. La signora Carla è amica della Mamma e quando viene prendere il thè porta sempre dei pasticcini per Viola e le fa un sacco di complimenti: “Come sei bella! Ma quanto sei cresciuta!”- Eccetera, eccetera.
    La signora Carla ha un’abitudine orribile- quella di strapazzare le guance alle persone che giudica belle. Unica eccezione: il Papà. E questo soprattutto perché non si fa mai trovare quando passa la signora Carla. Quando arriva, prende una guancia di Viola tra il suo grosso pollice e l’indice, tira la pelle all’in fuori e la agita come una pazza. Con me é peggio. Non appena mi adocchia, rannicchiato sul davanzale a prendere il sole, mi solleva (spesso a testa in giù) e mi pianta in grembo. Le sue manone inanellate mi atterranno sulla testa come aeroplani e spingono pelle e pelo sopra fin sopra gli occhi. Poi, ritirando la mano, tira tutta la mia testa indietro così che mi spuntano gli occhi e le gengive, come se la mia testa fosse la pasta per la pizza. Per fortuna Viola, che é una brava bambina mi passa sempre un bignè alla fragola alla fine di questo strazio.
    Dicevo, mi chiamo Briciola perché questo é il nome datomi dalla mia famiglia, da Violetta, in verità, perché Papà voleva chiamarmi “Maximus: il distruttore dei topi”. Non mi sarebbe dispiaciuto un nome così importante, ma la verità é che i topi mi fanno senso e se mi capita di vederne uno guardo subito dall’atra parte. Gli altri gatti mi chiamano Silver perché dicono che sono nato con un cucchiaio d’argento in bocca. All’inizio non capivo, dato che è un’espressione umana e nessun gatto si è mai volontariamente messo in bocca cucchiaio d’argento o di altro metallo. Poi, Fiocco di Neve mi ha spiegato che significa che sono nato fortunato perché non sono mai dovuto andare a caccia di topi e uccellini per guadagnarmi l’affetto dei padroni, perché non ho mia frugato nell’immondizia per riempirmi il pancino vuoto con degli avanzi e perché ho un posto caldo tra le braccia di una bambina (che non mi tira mai la coda) dove rifugiarmi quando piove.
    Fiocco di Neve invece non é nata con un cucchiaio d’argento in bocca. E’ nata in una cascina abbandonata e la sua mamma é scomparsa dopo pochissimi giorni lasciando lei e i suoi fratellini senza latte e senza calore. Per fortuna Ma Yang, la grossa gatta a capo dei gatti del quartiere, li ha trovati e li ha allattati insieme alla sua cucciolata.
    Fiocco di Neve non ha mai avuto una casa e, a volte, quando siamo soli nell’orto di sera accanto ai lamponi profumati mi dice che le piacerebbe avere una bambina come Violetta che le volesse bene. Io vorrei tanto condividere Violetta con lei. Ma Yang invece non mi parlerebbe mai, anzi, mi guarda con disdegno. Lei detesta gli esseri umani. Dice che i randagi sono i più fortunati tra i gatti perché hanno libertà illimitata e nessuno li costringe ad abbassarsi a vivere con dei cani, o a farsi tirare la coda o rientrare a casa entro la mezzanotte.
    So che si riferisce a me in particolare con quel commento sulla mezzanotte perché mentre quasi tutti gli altri gatti del quartiere rimangono fuori casa le notti estive, io invece preferisco il comfort del lettino di Viola e del suo orsacchiotto di peluche.
    Questa sera Ma Yang (che deriva il suo nome dalla grossa cicatrice sulla fronte procuratale dalla signora Yang del ristorante cinese quando la trovò che rubava una trota intera dalla cucina), propone una battuta di caccia a...tenetevi.. non al disgustoso topo ma addirittura al ratto!
    Ficco di Neve vede che sono spaventato e avvicinandosi mi sussurra: “Non ti preoccupare. Ti starò vicina io. Quando Ma Yang si volta un attimo ne tramortisco uno anche per te. A te basterà solo dargli il colpo di grazia.” Mi viene il volta stomaco. Io non so come si da questo “colpo di grazia” e i ratti non li ho mai visti, so solo che non hanno paura dei gatti.
    Ma Yang forma i battaglioni cinque gatti contro sette ratti. Perché sono un gatto di casa, e secondo lei il più rammollito dei gatti di casa, mi ha lasciato per ultimo. Prima di parlare mi guarda di sbieco. Poi posa lo sguardo su Fiocco di Neve. “Tu, Briciolina, vai nello squadrone di Schwartz.” Tutti i gatti tranne Fiocco di Neve ridono perché mi ha chiamato Briciolina. Schwatz, il gatto nero più indurito e cattivo è un gatto di officina. Per non passare per gatto di casa e quindi rammollito ha voluto diventare il più grande lottatore del quartiere. Nessuno si azzarderebbe mai a fargli uno sgarro.
    Siamo appostati al buio per delle ore ad aspettare i ratti davanti ai cassonetti. Perche’ non siamo nello stesso battaglione, Fiocco di Neve non potrà aiutarmi. Sono tutto solo contro questi enormi toponi. E’ Schwartz che leva il miagolio di battaglia: ha intravisto la coda di un topolone dietro le rotelle del bidone. Travolto dalgli altri, anche io corro in avanti.
    Un rattone si piazza davanti a me. I suoi denti aguzzi luccicano nella luce del lampione accecandomi. A due balzi dal ratto mi rendo conto che non so più come proseguire l’attacco e rallento. Lui ne approfitta lanciandosi contro di me e tutto diventa nero.
    Mi risveglio ansimante sdraiato accanto al marciapiede. Fiocco di Neve mi sta sussurrando qualcosa nelle orecchie mentre mi lecca le ferite. “Povero Silver, ora è tutto passato. Sei davvero un gatto di casa.”
    Richiudo gli occhi e penso a Violetta che mi avrà aspettato invano. Penso alla Mamma e al Papà che inutilmente avranno scosso la scatola delle crocchette chiamando: “Micio-Micio. Briciola? Dov’è il nostro bel Micione?” E mi addormento.
    “Mamma, Mamma guarda!” Sento gridare “ E’ Briciola. E’ ferito.” E’ la voce di Violetta. Anche se sono stanco cerco di alzarmi su un lato. La mia Violetta è venuta a cercarmi! In un attimo sento le sue manine sul mio naso.
    “Mamma respira ancora. Presto portiamolo dal dottore!”
    “Ahi Ahi”- dice il Papa’-“il nostro Briciola ha fatto la lotta.”
    “Poverino!”- dice la Mamma- “Portiamolo dal Veterinario! Il Veterinario Violetta e’ il dottore per gli animali.”
    “E questo gatto qui?”-Chiede Papà- “Non mi dirai che gli ha fatto la guardia tutta la notte!”
    Fiocco di Neve, ha paura degli umani, le hanno insegnato che sono cattivi e si appiattisce a terra vicino a me.
    “Sembra una bella gatta sana” -dice la mamma- “Se si fa prendere potremmo portare dal veterinario anche lei.”
    “Si! Si! Teniamola!” grida Violetta estatica.
    “Vediamo…” dice sorridendo Papà mentre Mamma solleva delicatamente Fiocco Di Neve.
    Di solito io odio andare dal veterinario, ma questa volta so che al mio ritorno tutto sarà perfetto.

    (Alessandro Sorgetti)



    ATTUALITA’


    Trovato relitto sottomarino a Tavolara.

    Ultime notizie risalivano al 1942, a bordo corpi 71 militari. Ritrovato a novanta metri di profondità al largo di Olbia, davanti all'isola di Tavolara, il relitto del sottomarino inglese P311. Non si avevano più notizie del sommergibile dal 1943: la scoperta è stata effettuata dal subacqueo genovese Massimo Domenico Bondone con il supporto tecnico dell'Orso diving di Corrado Azzali a Poltu Quatu. Lo svela il quotidiano La Nuova Sardegna.
    Dai documenti di imbarco risultano a bordo del sottomarino settantuno militari: lo stato del mezzo, danneggiato da una probabile esplosione ma senza varchi, rivela che i corpi sono tuttora all'interno. L'ultima traccia del sommergibile risale alla partenza da Malta: era diretto a La Maddalena per una missione d'attacco a due incrociatori italiani durante la seconda guerra mondiale. Fatale per il sottomarino il passaggio in un campo minato di cui si ignorava l'esistenza.
    (Ansa)





    Copioni agli esami? I 4 metodi più incredibili contro il 'cheating'.

    Secondo un sondaggio di Skuola.net durante la maturità dello scorso anno, ben 1 su 3 avrebbe copiato in seconda prova. In principio erano foglietti pieni di formule, stralci di traduzioni, riassunti nascosti nei luoghi più impensabili. Oggi, invece, la tecnologia ha facilitato il compito agli aspiranti "copioni". Basta avere uno smartphone e il gioco è fatto. I numeri lo dimostrano. Secondo un sondaggio condotto l’anno scorso da Skuola.net, infatti, durante la maturità 2015, circa uno studente su tre ha ammesso di aver copiato durante la prova più ostica e temuta: la seconda prova. Il mezzo prediletto? Naturalmente Internet, con il 14 % dei copioni (1 su 7) che ha confessato di essere riuscito ad usare il proprio smartphone. Segue la stessa tendenza la terza prova, il quizzone, dove gli studenti che hanno copiato durante l’esame di Stato 2015 sono stati uno su quattro. Nel 16% dei casi utilizzando la navigazione web del proprio smartphone.

    LE CONTROMOSSE - In un quadro del genere, non si può che correre ai ripari. Qualche anno fa, per la Maturità 2013, addirittura l'associazione nazionale presidi lanciò una proposta che ha fatto molto discutere: installare dei rilevatori di telefonini nelle scuole. Un’idea subito accantonata vista la difficile realizzazione, per motivi sia organizzativi sia economici. Ma se in Italia si rimane al vecchio metodo della "passeggiata" dei commissari tra i banchi, altrove la lotta è decisamente più aspra, e le soluzioni per combattere i copioni professionisti possono rivelarsi particolarmente creative. Ecco i 4 metodi anti-cheating più incredibili riportati dalla stampa estera. Che siano di ispirazione per i professori italiani?

    #1 PROFILI SOCIAL MONITORATI
    Negli Stati Uniti, Pearson Education – tra le più importanti case editrici specializzate nel campo dell’istruzione - ha elaborato delle linee guida che permettano ai docenti di monitorare i profili social degli studenti che hanno sostenuto un determinato esame. Una soluzione che, però, ha lasciato perplessi ragazzi e genitori. Sollevando anche dubbi sul rispetto della privacy.

    #2 TELECAMERE ANTI-COPIATURA
    Sempre negli U.S.A., la Scuola di Business dell’Università della Florida centrale ha recentemente dotato l’aula riservata ai test di un sistema di monitoraggio anti-copiatura: telecamere ambientali per controllare movimenti strani, 228 computer a incasso che impediscono di fare fotografie agli schermi e un software che osserva da remoto gli schermi delle postazioni pc. E gli inventori giurano, nel tempo, si sono verificato solo 14 casi sospetti su 64mila esami svolti.

    #3 COPRICAPI CONTRO LE SBIRCIATINE
    Dalla Thailandia, invece, arriva la soluzione più a basso costo mai sentita: il copricapo creativo. Una sorta di “segnalatore anti-truffa”. Niente di più che una serie di fogli di carta applicati sulla testa degli studenti che impediscono le occhiate furtive a destra e sinistra. Una pratica diventata virale sul web grazie a un post Facebook. Sempre in Thailandia un’altra foto ha recentemente mostrato studenti con una scatola di cartone in testa. Segno che da quelle parti la fantasia non manca.

    #4 DRONI VS COPIONI
    Mentre in Cina il controllo arriva dal cielo; con un drone a sei eliche in grado di rilevare gli impulsi provenienti dai dispositivi mobile. Un esperimento testato durante gli esami di ammissione all’università in due centri della città di Luoyang. ‬
    (Ansa)





    La missione su Alpha Centauri approda al Congresso Usa.

    Proposto il lancio nel 2069, a un secolo dallo sbarco sulla Luna. Approda al Congresso degli Stati Uniti il progetto della flotta di vele solari da inviare a cercare forme di vita verso la stella più vicina, Alpha Centauri, proposto nell'aprile scorso dal miliardario russo Yuri Milner e dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, con il sostegno dell'astrofisico Stephen Hawking. La proposta, del deputato repubblicano John Culberson, dovrebbe essere discussa oggi e accompagna il documento relativo al budget della Nasa per l'anno fiscale 2017, che si apre il primo ottobre.
    Il rapporto di Culberson, reso noto dalla rivista Science sul suo sito, propone inoltre di lanciare questa a missione ai limiti della fantascienza nel 2069, in occasione dei cento anni dallo sbarco sulla Luna. "E' molto positivo che anche la parte governativa si muova, ma bisognerà vedere che cosa dirà il comitato finanziatore", ha osservato Giancarlo Genta, del Politecnico di Torino, unico italiano a far parte del comitato esecutivo del progetto.
    Il rapporto di Culberson "incoraggia la Nasa a studiare e sviluppare concetti di propulsione che possano permettere a una sonda interstellare di raggiungere una velocità di crociera pari a un decimo della velocità della luce". L'obiettivo proposto nel documento è di avere entro un anno una proposta articolata sulla fattibilità tecnologica.
    Chiamato "Breakthrough Starshot", il progetto delle vele solari lanciate nello spazio interstellare in cerca di E.T prevede un viaggio di 20 anni di una flotta di veicoli delle dimensioni di pochi centimetri, equipaggiati con vele di circa un metro, spinti dalla Terra da una schiera di raggi laser.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    La sposa bambina




    locandina


    Un film di Khadija Al-Salami. Con Reham Mohammed Titolo originale I am Nojoom, Age 10 and Divorced


    Un documento autentico nel rappresentare una pratica retrograda come il matrimonio infantile.
    Paola Casella


    Nojoom, che in yemenita significa "le stelle", ha un destino segnato fin dalla nascita: suo padre infatti cambia il suo nome in Nojoud, ovvero "nascosta", e pur amandola consegna sua figlia alle regole non scritte della convivenza nello Yemen, che comportano una totale sudditanza delle femmine rispetto ai maschi. Quando Njoud compie 10 anni il padre, in una negoziazione condotta solo fra uomini, la dà in sposa a un uomo che ha almeno trent'anni più di lei. Lo sposo promette al suocero di prendersi cura della bambina e di aspettarne la pubertà prima di consumare il matrimonio, ma appena sottratta alla casa del padre la violenta e la costringe a servire la suocera, picchiandola quando la bimba disobbedisce. Per fortuna Nojoom/Nojoud è uno spirito indomito e trova la via di fuga dal villaggio arcaico in cui l'ha segregata il marito per recarsi al tribunale di Sana'a, dove chiederà per sé il divorzio.
    La sposa bambina è l'esordio al lungometraggio di finzione di Khadija Al Salami, regista e produttrice yemenita istruita in Francia e Stati Uniti, e si basa sul romanzo autobiografico di Nojoud Ali, scritto insieme alla giornalista Delphine Minoui. La storia che racconta è in qualche misura autobiografica anche per la regista, andata in sposa a 11 anni ad un uomo di oltre vent'anni più grande, dal quale Khadija ha trovato il coraggio di affrancarsi. La conoscenza profonda dei luoghi e della mentalità che Al Salami racconta rendono La sposa bambina un documento autentico nel rappresentare una pratica retrograda come il matrimonio infantile (oltre che combinato).
    Ma la regista non commette l'errore di semplificare la storia, e rende giustizia sia alla complessità della società yemenita (la stessa che ha dato i natali all'attivista premio Nobel per la pace Tawakkol Karman) che alle oggettive difficoltà cui tentano di sopravvivere i suoi abitanti più poveri. A questo scopo Al Salami costruisce una sceneggiatura stratificata che inizia nel presente, ripercorre il passato e poi ci fa rivedere quello stesso passato dal punto di vista del padre, senza giustificarne le scelte ma contestualizzandone le motivazioni. Tutta la famiglia di Nojoom/Nojoud è vittima della miseria, dell'ignoranza e di imposizioni sociali che perpetuano nei più deboli e disinformati una situazione di iniquità. In quest'ottica anche il collaborazionismo femminile, che perpetua l'oppressione di madre in figlia, trova una sua cornice e una sua spiegazione.
    Le figure maschili e femminili sono disegnate in maniera articolata e rappresentano livelli diversi di consapevolezza e di emancipazione. Al centro c'è Nojoom che, come Malala, fa la storia rifiutandosi di soccombere alle restrizioni che reprimono il suo genere e la sua giovane età. La conclusione è pesantemente didascalica, ma se anche solo uno spettatore o spettatrice appartenente a quel mondo avrà modo di ascoltarla troverà le armi concettuali e dialettiche per difendersi da chi ammanta di religiosità il proprio desiderio di supremazia e la propria brama di potere.



    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    "Crede lei che non ci sia altro che Mantova a questo mondo?"
    (Conte Attilio ne "I Promessi Sposi")


    MANTOVA


    “...talmente bella da rimanere storditi” è questo uno dei commenti che ci vengono in mente ad ascoltare uno dei tanti viaggiatori in visita a Mantova, città scelta come patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Come le sue vicine città dell'Emilia e della Lombardia, anche Mantova deve la sua passata grandezza ed i suoi monumenti rinascimentali alle famiglie che l'hanno governata nei secoli, in particolare ad una, i Gonzaga, che da umili origini contadine riuscirono a conquistare la città nel 1328 ed a governarla per quasi quattro secoli, fino al 1707.

    Il nome “Mantova” deriva da “Manto”, una divinità adorata dai primi abitanti della città, i quali appartenevano al popolo degli Etruschi.


    PALAZZO DUCALE. Oltre 34.000 m² d'estensione per uno dei più vasti palazzi di corte in Europa, il Palazzo ducale di Mantova ha visto nascere e crescere il potere dei Gonzaga, lo stesso palazzo diventò in seguito anche residenza principale della regnante Maria Teresa d'Austria. In oltre 500 camere di valore inestimabile troviamo tesori artistici opere dei più importanti pittori del Rinascimento italiano... Andrea Mantegna, che fu pittore di corte e trascorse la maggior parte della sua vita lavorando a Mantova. Tutti gli artisti che passarono per Mantova hanno lasciato la loro firma nel grande palazzo: del Pisanello si ammira per esempio il ciclo di affreschi 'cavallereschi' arturiani (dipinti tra il 1436 ed il 1444) e riscoperto negli anni sessanta dello scorso secolo dietro un intonaco, non si perda inoltre la Sala degli Arcieri con la grande tela di Rubens raffigurante la famiglia Gonzaga. Alcune delle opere d'arte create per i Gonzaga furono nel tempo trasferite altrove in Europa, per esempio il famoso Parnaso (dipinto per lo Studiolo) è oggi custodito al museo del Louvre di Parigi, così come altre opere del Perugino, di Lorenzo Costa (tra cui il bel Isabella d'Este nel regno di Armonia) e del Correggio.
    Le tele vennero infatti donate al Cardinale Richelieu per le collezioni reali di Luigi XIV. All'interno del Palazzo si ammirino anche la statua funebre di Margherita Gonzaga Malatesta ed il busto di Francesco Gonzaga, così come il quadro di Domenico Marone, La cacciata dei Bonacolsi. La Sala degli Arazzi, che custodisce preziosi tessuti di provenienza fiamminga, creati su disegni preparati da Raffaello e dalla sua scuola, e la Galleria degli Specchi, con decorazioni pittoriche in stile neoclassico realizzate nei primi due decenni del Seicento e poi rivisitate nel 1779 da Giocondo Albertolli.
    Castello di San Giorgio di Mantova. Dalle numerose camere labirinti, corridoi, scale, cortili e direzioni varie si raggiunge il Castello di San Giorgio, diventato nel tempo parte integrante del grande palazzo di Mantova. Il castello nacque come edificio difensivo nel 1395 e poi completato nel 1406. Al suo interno sono conservate importanti testimonianze storiche ed artistiche della Mantova di un tempo: l'Appartamento dei Nani, la Galleria dei Mesi e l'Appartamento Estivale, che si affaccia su un cortile a giardini pensili. La ben nota Camera degli Sposi, (Camera Picta) situata negli appartenenti che furono di Isabella d'Este (furono necessari ben nove anni al Mantegna per completare il ciclo di affreschi alle pareti e alle volte del soffitto), un affascinante testimonianza della vita di corte del Cinquecento.
    Il Palazzo del Te è stato costruito tra il 1524 e il 1534 su commissione di Federico II Gonzaga per l'architetto e pittore Giulio Romano. Il nome ha origine da una delle isole una volta presenti nel grande canale di Mantova, il Rio, isola di Tejeto e abbreviata a 'Te'.... venne costruito come dimora 'di piacere e tranquillità' e si spiegano così le belle sale interne create dai grandi maestri pittorici dell'epoca. All'interno il grande patrimonio d'arte custodisce: opere di Tiziano, di Anselmo Guazzi e Agostino da Mozzanica, e poi ancora le sale affrescate, come la Camera del Sole e della Luna con le volte in stucco bianco e azzurro, la Sala dei Cavalli, con affreschi delle scuderie dei Gonzaga e soprattutto la famosa Camera dei Giganti, anch'essa del Romano, affrescata con scene classiche di gruppi di Titani e antiche divinità pagane. La Sala Tinelli e la Sala Fruttiere, che serviva da 'serra' invernale per la piante da frutto del palazzo.
    Palazzo di San Sebastiano. Accanto ai due palazzi precedenti, troviamo anche il Palazzo San Sebastiano originario del XVI secolo e costruito per conto di Francesco II Gonzaga, dagli architetti Gerolamo Arcari e Bernardino Ghisolfo. Dopo varie destinazioni d'uso, deposito d'armi, caserma, lazzaretto, scuola, l'edificio fu ristrutturato al su antico splendore solo alla fine del XX secolo.....da notare la splendida Loggia dei Marmi e numerosi affreschi di quasi quattro secoli di storia della Mantova dei Gonzaga, sospesa tra Umanesimo e Rinascimento.
    Cattedrale di San Pietro (Duomo di Mantova). Il campanile conserva lo stile romanico originario, mentre la facciata, graziosa e in marmo roseo, è decorata da rosoni e pinacoli in un tipico stile barocco.
    Basilica di Sant'Andrea. La più grande chiesa di Mantova è anche una delle costruzioni rinascimentali più importanti della città. La sua edificazione venne commissionata a Leon Battista Alberti nel 1462 da Ludovico II Gonzaga, del quale si riconosce la splendida facciata del Quattrocento, mentre la cupola Settecentesca è del Juvarra; l'intero edificio venne infatti costruito in oltre tre secoli. Andrea Mantegna, pittore di corte dei Gonzaga, è sepolto nella prima cappella a sinistra. Nella cripta è ospitata una teca che secondo i fedeli contiene il Preziosissimo Sangue di Cristo (presumibilmente portato qui da Longino, il soldato romano che spinse la sua lancia nel costato di Gesù) ed è oggetto della festa patronale di Sant'Anselmo di Mantova, il 18 marzo.
    Le origini del Palazzo d'Arco di Mantova sono recenti, se si considerano altri edifici storici della città. La sua costruzione risale infatti al 1784 e questo si può notare anche dallo stile neoclassico di chiara ispirazione palladiana. Il progetto è opera di Antonio Colonna, un celebre architetto dell'epoca. All'interno si ammirano diverse sale affrescate, tra cui la Sala dello Zodiaco.
    La piazza delle Erbe è così chiamata per via del mercato dei prodotti alimentari che traspare da un lato. Già nel medioevo si testimoniava la presenza di un mercato, importante centro di vita cittadina. Si spiegano così anche la serie di palazzi tardo-medievali e rinascimentali inclusi il Palazzo della Ragione e il Palazzo del Podestà, dei secoli XII e XIII e la Torre dell'Orologio, così chiamata per l'orologio astronomico del XIV secolo. Al lato della piazza è situata la struttura religiosa più antica della città, la Rotonda di San Lorenzo, una chiesa in miniatura del XI secolo. Secondo la tradizione la sua costruzione venne commissionata da Matilde di Canossa, in onore al Santo Sepolcro di Gerusalemme e dedicata al martirio di San Lorenzo, uno dei sette diaconi di Roma. L'interno della chiesa, in stile romanico, è di grande effetto visivo e si compone di un abside semircircolare che espone affreschi d'arte di scuola bizantina. La chiesa venne sconsacrata nella seconda metà del XVI secolo per poi venire gradualmente lasciata in abbandono, andando a formare parte del quartiere ebraico di Mantova. Dal 1926 la chiesa è stata riaperta al culto cristiano.
    (informagiovani-italia)

    ...storia...



    Il primo villaggio risale a circa il 2000 a.C.; in seguito, l'area venne abitata dal popolo degli Umbri. Nel VI secolo a.C. si sviluppò la città etrusca all'interno di un territorio dove numerosi sono i siti archeologici con tracce della civiltà etrusco-padana, il più importante dei quali è il Forcello, nel vicino comune di Bagnolo San Vito. Dopo la dominazione dei Galli Cenomani vi fu la conquista dei Romani avvenuta nel 214 a.C. Divenuta colonia, assurse al titolo di città libera dopo la promulgazione della Legge Giulia del 90 a.C. che estese la cittadinanza romana agli abitanti delle colonie e divenne "municipium" dal 47 a.C. Il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes, piccolo villaggio nei pressi di Mantova, nacque Virgilio (Publio Virgilio Marone). Nonostante questi importanti eventi, la Mantua romana rimase ai margine, secondaria rispetto a città vicine come Verona e Cremona. Come già nella capitale dell'Impero Romano anche a Mantova giunse il messaggio cristiano. Nel 37 d.C. fu martirizzato Longino, il centurione romano che ferì al costato Gesù e che divenne custode del suo sangue e alcuni anni dopo giunse a Mantova e vi predicò, Barnaba, autore del vangelo apocrifo Gli Atti di Barnaba.
    Nel 452 a Governolo si svolse il celebre incontro nel quale Papa Leone I fermò l'avanzata verso Roma di Attila, ma il destino di decadenza era ormai segnato. Caduto l'Impero Romano per mano di Odoacre nel 476 d.C., Mantova fu invasa dai Goti di Teodorico e successivamente fu occupata dai Bizantini. All'inizio del VII secolo la città divenne longobarda sotto la guida del re Agilulfo che la riconquistò il 13 settembre 602 e dal 774 iniziò il dominio dei Franchi. Intorno all'anno mille, con Tebaldo di Canossa, Mantova entrò a far parte dei possedimenti Canossiani. Fu elevata a capitale da Bonifacio III senza averne in cambio la fedeltà sperata. All'assassinio di quest'ultimo e dopo la quasi immediata morte dei due figli maschi, ci fu la successione con la figlia, la contessa Matilde che a Mantova vi era nata nel 1046. Durante il periodo matildico a Mantova si tenne un Concilio nel 1064 che assolse il papa Alessandro II dall'accusa di simonia e scomunicò l'antipapa Onorio II.
    Alla morte di Matilde, avvenuta il 25 luglio 1115, la città, formalmente feudo imperiale, poté costituirsi in Libero Comune in seguito alle concessioni dell'imperatore che rinunciò alla nomina di un nuovo conte. Con Pinamonte Benacolsi nel 1273, Mantova divenne una Signoria, ma il suo fulgente momento iniziò sotto la Signoria dei Corrado di Gonzaga, una delle più celebri e longevi famiglie del Rinascimento italiano, che salì al potere dopo l’uccisione in una rivolta popolare il 6 Agosto 1328 di Rinaldo detto il Passerino. Ben presto questa Signoria fu identificata solo col nome del luogo di origine, infatti inizialmente erano Capitani del Popolo, solo dopo il matrimonio nel 1433 di Gianfrancesco Gonzaga, figlio di Ludovico, con Barbara di Brandeburgo nipote dell'Imperatore germanico Sigismondo, il Casato ricevette “Il Marchesato”. La politica dei Gonzaga era una tenace difesa di un continuo equilibrio tra le potenze confinanti: Repubblica di Venezia, Milano, Ferrara e i possedimenti pontifici. Nel 1459 Papa Pio II proclamò una crociata contro i Turchi, così per decenni la maggior parte delle entrate dei Gonzaga, erano le condotte militari, proventi derivanti dal capitanato degli eserciti di stati alleati. Il culmine del prestigio per i Gonzaga si ebbe con Federico II, figlio di Isabella d'Este, che dal 1530 divenne Duca di Mantova, titolo concesso dall'Imperatore Carlo V dopo aver ricevuto un ingente somma. Nel 1536 in seguito al matrimonio tra Federico II e Margherita Paleologo ci fu l'annessione del lontano Marchesato (poi Ducato) del Monferrato. Essendo esaurita la linea primogenita, nel 1627 un ramo cadetto della famiglia, i Gonzaga-Nevers, francesi, salirono al potere con grande contrarietà dell’Imperatore Germanico, che nel 1630 per decidere la successione del Moferrato inviò un esercito di 36.000 Lanzichenecchi, che presero la città d’assalto devastandola e propagarono la peste. La città contava ormai solo 6.000 cittadini e del prestigio del passato non era rimasto più nulla. L'ultimo dei Gonzaga-Nevers, Ferdinando Carlo, si dimostrò politicamente inetto e inadeguato al ruolo alleatosi con i francesi, al tempo della guerra di successione spagnola, per paura del castigo imperiale, si rifugiò a Venezia, portando con sé quadri, gioielli, monili e denaro. Alla sua morte, nel 1708, venne dichiarato decaduto per fellonia e la sua famiglia perse tutti i diritti sul Ducato di Mantova che passò alla casa d'Austria e nel 1745 la città fu unita allo Stato di Milano. Il “Periodo austriaco” andò dal 1707 al 1797, cominciato sotto l’Imperatrice d’Austria Maria Teresa, che s’impegnò di restituire alla città quell’antica dignità e terminò con l’avvento di Napoleone Bonaparte, dopo un lunghissimo assedio dal 4 giugno 1796 al 2 marzo 1797. Durante la dominazione francese il 20 febbraio 1810 Andreas Hofer, considerato eroe della lotta armata tirolese a favore degli austriaci e contro Napoleone ritenuto invasore (ricordato tuttora nell’Inno Tirolese) fu fucilato a Mantova.

    ...miti e leggende....


    Manto è una maga immaginaria, personaggio letterario della mitologia greca. Figlia dell'indovino tebano Tiresia dal quale aveva ereditato le capacità magiche e divinatorie, è ricordata da Virgilio (Eneide X, 198-200), da Servio nel suo commento a Virgilio, da Ovidio (Metamorfosi VI, 157) e da Stazio (Thebais, IV 463-466 e VII 578)..A seconda degli autori essa ha diversi connotati. Fu consacrata sacerdotessa di Apollo a Delfo. Per Virgilio fu moglie di Tosco (il mago personificazione del fiume Tevere) e madre di Ocno, leggendario fondatore di Mantova che prese il nome proprio da Manto. Secondo altri autori greci generò Mopso. In Stazio, dopo la morte del padre durante l'assedio di Tebe, essa iniziò a vagare per molti paesi, prima di fermarsi lungo le rive del Mincio dove creò un lago con le sue lacrime, il lago che circonda Mantova appunto. Queste acque avevano il magico dono di conferire capacità profetiche a chi le beveva. Dante Alighieri la riprese per includerla tra i dannati all'Inferno, nella quarta bolgia del ottavo girone dei fraudolenti, tra altri indovini mitologici compreso il padre Tiresia (Inf. XX, 52-57). La sua presenza dà l'occasione al poeta di scrivere una lunga parentesi sulle origini di Mantova, che viene fatta pronunciare da Virgilio stesso. Smentendo sé stesso, Dante immagina che egli rettifichi la sua versione dei fatti, circoscrivendo la fondazione a fatti scevri da riti magici: Manto sarebbe morta nel sito dove poi altri uomini, "sanz'altra sorte" cioè senza sortilegi, fondarono la città, scegliendo il nome in onore della donna lì sepolta. In realtà l'Alighieri la cita anche (in Pg. XXII 113) come figlia di Tiresia ospitata invece nel Limbo, commettendo quindi una probabile svista.

    Viveva al tempo della guerra tra i Greci e i Troiani una celebre indovina chiamata Manto.
    Un giorno ella volle abbandonare la città nativa per recarsi in un luogo più tranquillo. Sbarcò nell’Italia Meridionale e camminando arrivò alle rive del Fiume Tevere. Qui incontrò un giovane dio che aveva il palazzo sotto l’acqua del fiume, ma che doveva cacciare e cavalcare. Il dio del fiume, forte e buono, la sposò. Da quelle nozze nacque un bambino a cui misero nome Ocno Bianoro. Col passare del tempo Ocno imparò molte cose: sapeva suonare la cetra e il flauto, sapeva cacciare i cinghiali per la foresta e costruire forti zattere. Durante una tempesta sul fiume il padre scomparve. Manto e Ocno, rimasti soli, pensarono di abbandonare quella terra piena di ricordi.
    Dopo aver vagato qua e là per l’Italia, giunsero ad un fiume detto Mincio che scorreva nella pianura per poi allargarsi e formare una palude. Manto vide in mezzo all’acqua due isolette piene di canne e volle rifugiarsi in quel luogo tranquillo e silenzioso. Ocno, per accontentare la madre, costruì una zattera e con essa arrivarono alle isolette del Mincio. Si costruirono una capanna di canne su una palafitta e qui l’indovina Manto visse fino alla morte. Ocno le fece una tomba sull’isola più bella. Poi invitò i pastori dei dintorni ad abitare in quella isoletta e chiamò quel luogo “Manto” in onore della madre.
    (Virgilio)

    (Gabry)





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    La Musica del Cuore




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    I Grandi Cantautori Italiani





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    foto:unita.it



    Ivano Fossati

    « È tutta musica leggera
    ma come vedi la dobbiamo cantare,
    è tutta musica leggera
    ma la dobbiamo imparare »


    (Ivano Fossati, Una notte in Italia)

    David di Donatello David di Donatello per la migliore canzone originale 2008
    Ivano Alberto Fossati (Genova, 21 settembre 1951) è un polistrumentista, cantautore e compositore italiano.

    Polistrumentista dal percorso articolato ed eterogeneo è considerato uno degli autori più importanti di tutto il panorama cantautorale italiano. In oltre quarant'anni di carriera ha spaziato nei più diversi generi musicali, dagli esordi prog alla fase rock, fino alle introspezioni colte della maturità. I testi del suo canzoniere hanno spesso toccato argomenti di natura esistenziale, producendo finanche canzoni per alcune delle interpreti più significative della musica italiana. Vincitore più volte della Targa Tenco (quattro volte per il migliore album e due volte per la migliore canzone), nel 2005 ha conseguito il Premio Librex Montale nell'apposita sezione Poetry for Music, succedendo ad altri artisti e colleghi quali Paolo Conte, Francesco Guccini, Lucio Dalla, Franco Battiato, Bob Dylan e Fabrizio De André. Ritiratosi dalle scene musicali nel marzo del 2012, esordisce nel mondo della narrativa con il romanzo Tretrecinque, edito da Einaudi nel 2014
    Nasce a Genova nel 1951. La madre, Germana, lavora come sarta al Teatro dell'Opera. Il padre, Aldo, abbandona la famiglia quando lui ha appena un anno. «L'unica cosa positiva di mio padre - ricorderà in seguito l'artista - è che è stato partigiano a diciassette anni». Viene accudito di conseguenza dalla madre e dal nonno Alberto Ricci, operaio presso una conceria della città. A tal proposito il musicista ricorda: «La figura perfetta che si vorrebbe avere come padre. Pienamente buono. Era capace di difendere la famiglia. Non avrebbe esitato a difendere i suoi affetti con tutta la forza. Il gran lavoratore che si sacrifica. Alla famiglia riservava solo i momenti buoni». Fossati cresce all'interno di un clima culturale incline alla musica: suo cugino è uno stimato direttore d'orchestra, mentre lo zio pratica lo strumento del clarinetto. A dodici anni sua madre, amante dell'Opera, lo iscrive a lezioni private di pianoforte ma quando si imbatte in due 45 giri dei Beatles (Please Please Me e Love me do), abbandona il piano per dedicarsi allo studio della chitarra. Tempo dopo il cantante dichiarerà: «Non sopportavo le canzoni: mi sembrava che le parole disturbassero la musica, ne intralciassero il cammino. Poi arrivarono i Beatles e per fortuna cambiai idea...» Il percorso musicale del giovane Fossati è assai eterogeneo: tra i quindici e i sedici anni suona l'organetto, passando poi alla chitarra elettrica, con cui ha rapporti discontinui, e a diciotto anni inizia a studiare flauto traverso. Nello stesso periodo in cui frequenta il Liceo ginnasio Andrea D'Oria si dà a svariati lavori come commesso in un negozio di elettricista, in una fabbrica di denti finti, e infine come dipendente presso un magazzino di cancelleria. Negli anni sessanta hanno inizio le prime esperienze nei vari complessi beat, all'epoca assai in voga. Nel 1967 a Genova, in piazza Galileo Ferraris, nasce il suo primo gruppo beat, "I poeti", formazione con Ivano alla chitarra, Pino Marinaro al Basso, Nicola Novielli alla batteria e Roberto Dicicco alla chitarra ritmica. Una rara foto del gruppo si trova nel libro di Fossati Tutto questo futuro, edito da Rizzoli nel 2011.
    Dopo molte esperienze di jam session al locale "Revolution" di Genova, nel 1971 viene ingaggiato dal gruppo dei Sagittari, che successivamente diverranno i Delirium, mettendosi in luce con un interessante repertorio di progressive rock, incentrato sull'ampio uso di flauti, sintetizzatori e arrangiamenti sinfonici. Così facendo, la neonata band anticipa l'impronta prog di futuri gruppi di successo quali Le Orme, gli Area, il Banco del Mutuo Soccorso e la Premiata Forneria Marconi. Il complesso (formato da Mimmo Di Martino, Ettore Vigo, Marcello Reale, Peppino Di Santo e lo stesso Fossati) incide, sempre nel 1971, il primo 45 giri dal titolo Canto di Osanna, con cui partecipa al Festival Pop di Viareggio. Il successivo esordio su 33 giri con Dolce acqua mette in evidenza le qualità di Fossati come leader e cantante. L'occasione si presenta al Festival di Sanremo del 1972 dove il gruppo presenta il brano Jesahel che ottiene successo aprendo alla band le porte per partecipare a Un disco per l'estate presentando la canzone Haum.
    L'anno seguente lascia il complesso dei Delirium per intraprendere la carriera solista. Subito dopo parte per il servizio militare, da cui è congedato dopo un anno e mezzo perché inadatto alla vita militare. Il debutto del Fossati cantante è un 45 giri dal titolo Beati i ricchi, tema dell'omonimo film di Salvatore Samperi con protagonista Paolo Villaggio. Fossati canta su musiche di Luis Bacalov, accompagnato dai Godfathers, uno dei molti gruppi r'n'b britannici dell'epoca.
    L'esordio sulla lunga distanza avviene un anno dopo, con la pubblicazione dell'album Il grande mare che avremmo traversato. La tematica del viaggio - che diverrà uno dei temi principali del canzoniere di Fossati - è il leitmotiv di un disco che, per quanto acerbo, testimonia le prime qualità autoriali dell'artista. I riferimenti letterari si presentano già numerosi (eloquente quello a Edgar Allan Poe nel brano Il pozzo e il pendolo), così come i versi dedicati al mare nel singolo Vento caldo, altro elemento-cardine dell'intero lavoro del musicista. Tra l'altro con la medesima canzone tenta di partecipare nuovamente al Festival di Sanremo, venendo scartato durante la fase delle preselezioni. In questi anni Fossati conosce l'amico e musicista Oscar Prudente con il quale darà luogo ad una stretta collaborazione che porterà alla pubblicazione di altri due album dal titolo Poco prima dell'aurora, del 1974 e Good-Bye Indiana, del 1975. Sempre nel 1975 i due musicisti scrivono per Gianni Morandi l'intero LP Il mondo di frutta candita. Il sodalizio tra i due artisti prosegue con l'uscita del long playing Infinite fortune, terzo lavoro musicale di Oscar Prudente a cui Fossati partecipa come coautore in tutte le tracce del disco.
    Le varie sperimentazioni del Fossati autore portano l'artista a toccare numerosi stilemi, che vanno dal pop classico alle influenze progressive, mostrandone il fermo tentativo di trovare una propria linea espressiva. Il primo momento di rottura avviene nel 1977. Approdato alla Rca e affidato alle cure del produttore Antonio Coggio (già ex collaboratore di Claudio Baglioni), il cantautore traccia un primo solco in direzione di quella evoluzione rock che si delineerà meglio negli anni successivi. In questa prospettiva nasce il quarto album in studio denominato La casa del serpente. Il disco si fa ricordare per il brano Anna di primavera, primo frutto di quella collaborazione con Mia Martini che si farà preponderante nel coevo LP Per amarti (ottavo album in studio della cantante), dove Fossati partecipa firmando i brani Sentimento e Se finisse qui, cover di una canzone americana di Roger Hodgson. Tale sodalizio artistico sfocerà in una duratura relazione sentimentale e vedrà una nuova collaborazione nei brani E non finisce mica il cielo (presentato dalla cantante al Festival di Sanremo del 1982) e Vola. Tale connubio porterà Fossati a divenire un prolifico autore di canzoni, spesso prestando le proprie composizioni alle qualità vocali di altri interpreti.
    Se i primi album appaiono ancora istantanee sfocate, assai distanti dagli standard dei successivi decenni, la capacità di Fossati di comporre melodie si manifesta nella scrittura per altri artisti. In questo periodo la sua penna dà vita a numerose ballate portate al successo da alcune delle interpreti più conosciute e preparate. Basti pensare alle canzoni: Un'emozione da poco (scritta per Anna Oxa), Dedicato (per Loredana Bertè), Non può morire un'idea (per Mina) e Mi vuoi (per Marcella Bella). Da ultimo si menziona la trasgressiva Pensiero stupendo, uscita nel 1978, che la voce di Patty Pravo trasformerà in evergreen della canzone italiana. Anni dopo la stessa cantante ai microfoni del Corriere della Sera affermerà: «L'idea del triangolo non mi scandalizzava visto che all'epoca vivevo con due mariti. Lui ha saputo affrontare un tema scabroso con classe e intelligenza. L'ho ascoltata e registrata subito dopo. Praticamente è andato in vendita il provino».[7] Tale serie di brani varrà a Fossati il Telegatto come miglior autore dell'anno, segno di una prima vicinanza della critica musicale al cantautore genovese.
    Tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli ottanta, Fossati mette a fuoco una scrittura peculiare, capace di dosare l'attitudine rock ad una vena propriamente intimista. Il risultato è l'uscita nel 1979 dell'album La mia banda suona il rock, dove l'impasto musicale è costituito da continui richiami alla musica rock (con preminenza di chitarre elettriche). L'ossatura del disco resta comunque a impianto pop, con richiami sonori di derivazione reggae. Registrato nei celebri Criteria Studios di Miami, con alcuni musicisti dell'entourage di Eric Clapton e Stephen Stills, La mia banda suona il rock alterna energici uptempo a ballate di stampo classico. Ne sono un esempio i brani Dedicato, E di nuovo cambio casa e Limonata e zanzare, quest'ultimo sorretto da influssi squisitamente reggae. L'album rivela l'artista al grande pubblico e gran parte del merito è da ritrovarsi nel successo dell'omonima title-track che lo stesso Fossati tenterà in vari modi di ripudiare. Per tale motivo, negli anni a venire (durante le varie tournée), proporrà il brano in maniera sempre più sporadica fino a farlo scomparire del tutto dalle relative scalette.
    Il successivo Panama e dintorni continua il percorso già tracciato nell'album precedente, avvalendosi degli arrangiamenti del tastierista soul-jazz Steve Robbins, che collaborerà nei decenni successivi con altri artisti del calibro di Robert Palmer, Sting e Irene Cara. Il disco dà l'occasione all'artista di reinterpretare la lenta ballata La costruzione di un amore, già scritta nel 1978 per l'allora compagna Mia Martini. Oltre alla canzone di lancio Panama. continue venature rock si manifestano nei brani J'adore Venice (riproposto in versione jazz, nel live Carte da decifrare) e in La signora cantava il blues, titolo usato nella propria autobiografia dalla celebre interprete Billie Holiday, alla quale il brano è dedicato. Il disco, nel gennaio del 2012, occuperà la cinquantesima posizione nella speciale classifica dei 100 album italiani più belli di ogni tempo, stilata dall'autorevole rivista Rolling Stone.
    Nel 1982 scrive e compone la hit Non sono una signora, contenuta nel disco Traslocando di Loredana Bertè, il primo di tre LP prodotti dall'artista per la cantante calabrese. Quando Fossati le fa ascoltare per la prima volta Non sono una signora, la Berté viene preventivamente addolcita da una mousse al cioccolato preparata per l'occasione dalla sorella Mia Martini, per il timore di un'eventuale reazione scomposta dell'artista. Il singolo si aggiudicherà la vittoria al Festivalbar, diventando uno dei maggiori successi commerciali della cantante, e trainando l'intero album al traguardo del disco di platino per oltre 200 mila copie vendute. Nel 2012, il mensile musicale specializzato Rolling Stone giudicherà Traslocando il miglior lavoro discografico interpretato da una cantante in Italia Il terzo capitolo del periodo rock giunge nel 1983 con la pubblicazione del nuovo LP Le città di frontiera, dedicato al musicista statunitense Randy Newman. L'opera contiene canzoni come La musica che gira intorno (sferzante apologo sulla vacuità dell'arte), Amore degli occhi, Traslocando (nuova ballata già interpretata dall'amica Loredana Bertè) e la giovanilista I ragazzi cattivi.
    Con l'uscita dell'album Ventilazione, datato 1984, l'artista porta a termine la propria sperimentazione ritmica e musicale. Il disco, assai aspro nelle sonorità e piuttosto ermetico nei testi, annovera la rivisitazione in chiave rock del brano Boogie, scritto dal collega Paolo Conte. Altra cover è la traccia La locomotiva (da The Rail Song di Adrian Belew). Da ricordare Il singolo Viaggiatori d'Occidente e in particolar modo Il pilota, canzone antesignana di quella passione per il volo che l'autore concretizzerà nell'album Lindbergh - Lettere da sopra la pioggia. Un anno più tardi, nel 1985, collabora all'album Scacchi e tarocchi del collega Francesco De Gregori producendo due brani: l'omonima title-track e Miracolo a venezia. Di lui De Gregori affermerà: «Ho sempre ammirato Ivano per la musica che ha fatto, per le canzoni, per i testi che io giudico fra i più interessanti che si possano leggere in Italia. Ho lavorato con lui in condizioni psicologiche positive, perché con Ivano ho sempre avuto l'impressione che quello che stavo facendo fosse il meglio delle mie possibilità»
    Nel 1986 il compositore genovese volta pagina. Abbandonate le sonorità rock e progressive degli anni precedenti, si cala con sicuro mestiere in una veste "cantautorale" a lui più congeniale. In tal modo, inizia a sfornare una serie di album ad alta introspezione storica e psicologica. La parte testuale, via via più colta e ricercata, viene corredata da costruzioni ritmiche ispirate alla musica sudafricana. Il primo risultato di questo nuovo corso è il disco 700 giorni. Prodotto da Allan Goldberg, l'opera è articolata da suoni e suggestioni di matrice squisitamente etnica. Basti pensare alla danza sudafricana di Buontempo, al folk celtico di Gli amanti d'Irlanda e al pastiche ritmico di Non è facile danzare. Queste tracce, assieme alla più nota Una notte in italia, testimoniano una spiccata ricerca verso quella world music che troverà definitivo compimento nei lavori successivi. Da non dimenticare il dittico antibellico Dieci soldati e Il passaggio dei partigiani, con testi che rievocano le pagine dello scrittore Beppe Fenoglio, nonché squarci del cinema neorealista. A suggellare tale svolta giunge, nello stesso anno, la conquista della sua prima Targa Tenco, nell'apposita sezione miglior album dell'anno. Durante la specifica rassegna condivide il palco con gli artisti Paolo Conte, Francesco De Gregori e Roberto Benigni, interpretando una canzone del musicista astigiano denominata Sudamerica. Nel frattempo collabora con Ornella Vanoni, per la quale produce assieme a Greg Walsh il disco O, uscito sul mercato nel 1987.
    Il contiguo La pianta del tè, uscito nel 1988, ci consegna un artista all'apice dei propri mezzi espressivi. L'opera alterna ricercati spunti orientali a composizioni più classiche, il tutto sostenuto da un'inventiva testuale sempre più solida e matura. Di rilievo la notturna title track (divisa in due parti), dove emerge il contrasto tra i vellutati flauti di canna andini e le incessanti percussioni di matrice etnica. Un'analoga ambientazione si ritrova nel brano La volpe, cupa filastrocca d'amore dove al controcanto è presente la voce di Teresa De Sio. Da menzionare la malinconica L'uomo coi capelli da ragazzo e Questi posti davanti al mare, tutta costruita su una melodia pop, costantemente cesellata da una squillante fanfara. Il brano vede la partecipazione di Fabrizio De André e Francesco De Gregori che cantano gran parte del testo alternando la loro voce a quella dell'autore. Il singolo riceverà la prestigiosa Targa Tenco come miglior canzone dell'anno. L'album continua con la "francese" Le signore del Ponte-Lance (per soli pianoforte e voce), con l'elaborata Chi guarda Genova e infine con la traccia Terra dove andare, sostenuta da un ritmo reggae, ingentilito da un ardito contrappunto per fisarmonica.
    All'inizio degli anni novanta, ispirato da un lungo viaggio in Portogallo, esce sul mercato discografico Discanto. Il terzo capitolo della "maturità" presenta uno stile linguistico ancor più colto ed elitario come dimostrano i versi delle canzoni Lunario di Settembre e Confessioni di Alonso Chisciano. La prima, tratta da una sentenza di condanna per stregoneria, è costruita su di un linguaggio volutamente burocratico e barocco; la seconda è una riflessione sui turbamenti del celebre personaggio di Don Chisciotte, mostrandone un'aura discorde da quella proposta nel romanzo. Dominante è l'uso della chitarra portoghese ("breguesa") nella traccia Lusitania, che apre il disco con elaborate sequenze ritmiche di batteria e percussioni. Inediti accostamenti strumentali si ritrovano in Passalento e nella canzone Italiani d'Argentina, mentre un recupero della fase rock è presente nell'omonima Discanto. A chiudere le canzoni Unica rosa (quasi un gioco lessicale sulle possibili rime in "osa") e il ritratto femminile di Albertina (per soli pianoforte e voce). Nella canzone Piumetta compare nel controcanto Fiorella Mannoia, artista con cui Fossati collaborerà numerose volte. Infatti, scriverà per la cantante romana molti brani tra cui: I treni a Vapore, Le notti di Maggio e 1991 L'amore per amore; il primo verrà riproposto dall'autore nel live Dal vivo, uscito nel 1993. Il nuovo LP verrà in seguito premiato al Club Tenco come miglior album dell'anno.
    A completare questa nuova tetralogia, giunge nel 1992 Lindbergh - Lettere da sopra la pioggia. Il disco viene trainato dal fortunato singolo La canzone popolare, che per beneplacito dell'artista diverrà, anni più tardi, l'inno elettorale dell'allora coalizione di centrosinistra. In merito a questo fatto il musicista rivela: «Sono di sinistra, non della sinistra» e ancora: «Per un lungo periodo non l'ho più cantata. Sapeva di politica e io non ho mai fatto concerti politici. Pentito? No, però oggi consiglierei a un collega più giovane di non farlo. La politica oggi ha bisogno di buone idee e non di canzoni: rischi di farti fraintendere». Il disco è ispirato alle leggendarie imprese del pilota Charles Lindbergh, autore della prima trasvolata atlantica senza scalo della storia dell'aeronautica. Il musicista asciuga ulteriormente il suo songwriting creando un apposito clima intimista, mettendo spesso in rilievo gli strumenti celtici della tradizione new age. Ciò viene a esemplificarsi nel brano La barca di legno di rosa e soprattutto nella già citata La canzone popolare.
    Anche in questo lavoro la componente world music non viene tralasciata ed è senz'altro ravvisabile nella canzone Mio fratello che guardi il mondo, rafforzata dalle percussioni di Trilok Gurtu, tutte impegnate in un "fitto dialogo" con una nitida e occidentale chitarra acustica. Atmosfere da popular music si ritrovano nella traccia Sigonella, mentre commistioni jazz si rilevano nella pianistica Notturno delle tre. Inoltre, c'è spazio per due canzoni antimilitariste. La prima, Il disertore, è la traduzione di una poesia di Boris Vian, accompagnata dalla sola chitarra acustica. La seconda, Poca voglia di fare il soldato, è strutturata su un morbido tappeto di pianoforte, ricamato da improvvisi assoli di flauto. In conclusione, l'intensa Lindbergh: breve riflessione esistenziale declamata da un piccolo e solitario aviatore. La conquista della terza Targa Tenco come miglior album dell'anno conferma le sue qualità di autore eclettico e originale.
    Nel 1993 il musicista decide, di concerto con il produttore Beppe Quirici, di registrare i suoi primi album live, dal rispettivo titolo Dal vivo volume I - Buontempo e Dal vivo volume 2 - Carte da decifrare. Come lo stesso Fossati riporta nelle note di copertina del secondo disco, le registrazioni non vengono sottoposte a rielaborazioni posteriori. Esse risultano semplicemente «la fedele testimonianza di ciò che le nostre forze ci hanno consentito di fronte al pubblico del Teatro Ponchielli, nella città di Cremona, le sere del 2 e del 4 marzo 1993». Entrambi gli album ripercorrono gran parte della carriera dell'artista e alcune tracce come E di nuovo cambio casa, La volpe e J'adore venice vengono ad assumere vesti musicali nuove e inedite. L'unico brano originale è la canzone Carte da decifrare, presente come settima traccia nel secondo volume. Compare, inoltre, un'esecuzione del brano Naviganti, scritto l'anno precedente per il musicista Bruno Lauzi. Nel 1994 vede la luce il primo album-tributo dedicato all'artista ligure dal titolo I Disertori. Ivano Fossati riletto da .... Al progetto partecipano molti gruppi emergenti che, in seguito, troveranno spazio e successo come gli Afterhours, i Mau Mau, i La Crus, e i Modena City Ramblers.
    Dopo una pausa di tre anni, Fossati torna in studio per registrare il suo quattordicesimo LP denominato Macramè e pubblicato nel 1996. Il suggestivo titolo è un vocabolo derivato dalla lingua araba mahramatun (fazzoletto) o da migramah (frangia per guarnizione), che come molte parole mediorientali, è entrato nel lessico ligure grazie agli approdi dei vari marinai al porto di Genova. Nel linguaggio comune il termine ha assunto il significato di ricamo o intreccio a cui il titolo allude per evidenziare le commistioni musicali di cui l'opera si nutre. Il nuovo Long playing rinnova il connubio tra elettronica e strumenti tradizionali, senza rinunciare ai consueti accenti etnici. L'album vede la partecipazione del bassista dei King Crimson Tony Levin, presente in due tracce delle quali è al tempo stesso coautore (L'abito della sposa e La stella benigna). Lo strumento utilizzato dal musicista americano è lo stick (presente anche nel brano Speakering), mentre nella canzone Bella speranza si esibisce al contrabbasso elettrico. I brani L' amante, L'angelo e la pazienza e L'orologio americano ricalcano bozzetti di vita su trame sonore volutamente scarne, irrobustite da sequenze di percussioni molto elaborate (in alcune tracce la sessione ritmica è formata da Walter Kaiser, Trilok Gurtu, Naco, Claudio Fossati e Beppe Quirici). Il musicista risulterà per la quarta volta vincitore della Targa Tenco nella sezione miglior album dell'anno, raggiungendo un primato condiviso ex aequo con l'amico e collega Francesco De Gregori.
    Al giro di boa degli anni ottanta le strade musicali di Ivano Fossati e Fabrizio De André finiscono per incontrarsi. L'occasione arriva con la già citata partecipazione di De Andrè al disco La pianta del tè. Il rapporto tra i due artisti, anche per via delle comuni origini, si cementa due anni più tardi con la pubblicazione dell'album Le nuvole, dove Fossati partecipa al disco del collega in qualità di coautore dei brani Mégu megún e 'Â çímma. In merito a questa prima esperienza lo stesso Fossati chiarisce: «Per scrivere queste due canzoni ci abbiamo messo un sacco di tempo, vuoi per la lentezza che ci accomuna, vuoi per la nostra pigrizia e i nostri mugugni. Fabrizio in questo è rigorosissimo. Lui sa bene che dietro ogni parola c'è una responsabilità, bisogna dire le cose che si condividono, non le altre, e allora la scelta di un termine, di un aggettivo, poteva prendere anche tre giorni. È un tipo di approccio che anch'io condivido e cerco di applicare nei miei testi». Grazie a questo primo confronto nasce nei due musicisti una reciproca stima che sfocerà nella stesura a due mani dell'album Anime salve, uscito per la BMG Ricordi nell'autunno del 1996.
    Così facendo, a Longiano, in Romagna, inizia nel 1995 l'atteso album di Ivano Fossati e Fabrizio De André. Ad accompagnarli sono Michele Ascolese alla chitarra, Naco alle percussioni, Stefano Melone alle tastiere, Elio Rivagli alla batteria e Beppe Quirici al basso. Il materiale che nei giorni a venire passa in preproduzione risulta gradito a tutti, soprattutto una composizione di Fossati per solo piano che in seguito assumerà le sembianze della title-track. Però, col passare del tempo, le impostazioni pianistiche adoperate dall'artista sui vari brani non convincono De André che vede il progetto sfociare verso uno stile più prossimo al collega. Ad un certo punto i due autori si chiariscono e il musicista decide di assecondare De André acconsentendo a che il progetto venga realizzato esclusivamente da quest'ultimo. In proposito Beppe Quirici affermerà: «Ivano è molto concentrato sul piano e tutte le sue composizioni sono orientate in tal senso. Fu questa la vera causa dell'interruzione del progetto. Ci siamo comunque lasciati bene, al di là dell'ovvia amarezza del momento». In tal modo viene a termine la collaborazione tra i due; questo non impedirà a Fossati di intervenire vocalmente in due canzoni del disco: Anime salve e  cúmba. Tra le altre cose, in qualità di coautore del brano Prinçesa il musicista vincerà la Targa Tenco per la miglior canzone dell'anno. A seguito della morte del cantautore di Pegli, avvenuta nel 1999, l'artista sentenzierà: «Ero stato un suo ammiratore molto prima che un suo amico. A poco più di vent'anni avevo letteralmente consumato sul piatto del giradischi Non al denaro, non all'amore né al cielo e Storia di un impiegato. Tenevo in considerazione quei due album al pari di quelli di Jimi Hendrix o dei Rolling Stones. Nessuna differenza. Come se la musica di Fabrizio fosse arrivata anch'essa dall'America, da Plutone o da un pianeta ancora più lontano, sul quale fosse lecito scrivere canzoni in italiano»
    Tempo dopo dà alle stampe la sua prima antologia dal titolo Time and Silence - Canzoni a raccolta, uscita nel 1998. Oltre alla presenza di molti classici del suo repertorio compare l'inedito Il talento delle donne, pregno di richiami alla tradizione orientale. «In questa canzone - racconta l'autore - ho utilizzato le sillabe sacre 'Om mani padme hum', tratte da un noto mantra tibetano, affinché mi aiutassero a tracciare la linea d'ombra, il più possibile netta, fra l'idea ciclica del tempo orientale e quella lineare che è la nostra. Le parole 'tempo e silenzio', invece, sono espresse in inglese, perché più di ogni altra lingua sembra rappresentare oggi il modello occidentale». Nel frattempo, si dedica alla rielaborazione di evergreen del cantautore brasiliano Chico Buarque de Hollanda e di altri musicisti come Djavan e Supertramp. Nel merito, si ricorda l'interpretazione di Fiorella Mannoia nel brano dell'artista brasiliano O Que Será, tradotto in italiano dal cantautore genovese.
    Parimenti si cimenta in un'intensa attività per il teatro e per il cinema, scrivendo musiche per diversi spettacoli e per due film del regista Carlo Mazzacurati, rispettivamente Il toro e L'estate di Davide, e per il quale firmerà in futuro altre pellicole come La lingua del santo e A cavallo della tigre. In ambito teatrale, le sue prime composizioni risalgono agli inizi degli anni Settanta. Nell'occasione collabora con lo scenografo Emanuele Luzzati, presso il Teatro della Tosse di Genova. Sempre nel 1998, nel corso del suo tour estivo, il cantante dedica cinque concerti al comitato "Per la bellezza", allo scopo di combattere il degrado ambientale di molte città italiane. Contemporaneamente, alcuni suoi dischi vengono pubblicati in Francia, a cura della casa di produzione Columbia Tristar. Nel febbraio del 1999 partecipa come super ospite al Festival di Sanremo cantando il brano Mio fratello che guardi il mondo; la performance ottiene uno share di dodici milioni di telespettatori.
    A quattro anni di distanza dall'ultimo LP esce nel 2000 La disciplina della Terra. In termini musicali l'album vede un ritorno a sonorità elettriche, da tempo assenti in gran parte della sua produzione. Il disco si apre con il brano La mia giovinezza, strutturato da un mix di chitarra elettrica, fisarmonica, percussioni e flauto, con l'obbiettivo di riprendere consuete atmosfere world music. Treno di ferro (dedicata ai "ragazzi che partono in pace e in guerra"), è un'altra ballata antimilitarista, mentre la title track è incisa da Fossati in solitudine, con la sovraincisione dell'orchestra diretta da Gianfranco Lombardi. La satirica Iubilaeum bolero si avvale della presenza alla tromba e al flicorno di Enrico Rava e si chiude con un recitativo della cantante Mercedes Martini. Nel 2001 esce per Einaudi, Ivano Fossati - Carte da decifrare, un libro che ripercorre trent'anni di carriera dell'artista con allegato il CD Concerto in versi, parole e suoni, tratto dallo spettacolo ideato con l'attrice Elisabetta Pozzi. Canzoni come Mio fratello che guardi il mondo , Poca voglia di fare il soldato e Cow boys, dialogano con le improvvisazioni musicali e con la voce dell'attrice che recita versi di poeti quali Primo Levi, Thomas Stearns Eliot ed Edoardo Sanguineti.

    Dopo aver inciso l'ambizioso strumentale Not One Word, nel 2003 esce sul mercato discografico Lampo viaggiatore. L'artista, in un'intervista a la Repubblica, mette a confronto quest'ultima fatica con quella precedente: « Not One Word - spiega - mi ha fatto capire che la musica è come lo scafo d'una barca, le parole come il timone. E avendo capito cosa vuol dire viaggiare senza timone, mi sono semplificato. C'è molto di quel disco anche qui: credo di averlo scritto pensando più ai juke box sulle spiagge d'estate, che al ponderoso concetto di canzone d'autore». Ciononostante, emergono scenari di forte denuncia civile presenti nel brano Pane e coraggio, con un testo incentrato sul tema sociale dell'immigrazione. Degne di nota la pianistica Il bacio sulla bocca e la melodica e intensa C'è tempo. Il musicista ripercorre finanche sonorità caraibiche che si fanno esplicite nelle canzoni La bellezza stravagante e Io sono un uomo libero, regalata in precedenza all'artista Adriano Celentano. La traccia è presente nel disco Esco di rado e parlo ancora meno, uscito il 10 novembre del 2000.
    Il 15 ottobre 2004 incide un nuovo live denominato Dal vivo volume 3 - Tour acustico. Il disco costituisce, come suggerisce il titolo, la prosecuzione ideale dei due live precedenti, Dal vivo volume I - Buontempo e Dal vivo volume 2 - Carte da decifrare. La decisione di registrare le varie performance deriva dal tour acustico che l'artista ha tenuto nel novembre del 2003. Inizialmente la serie di concerti non prevede nessuna pubblicazione, ma una volta risentite alcune registrazioni, Fossati matura l'idea di un nuovo album dal vivo. Seppur nato con la definizione di Tour acustico, nel concerto non mancano strumentazioni elettriche. Acustica è però l'atmosfera, in quanto, a fianco degli strumenti convenzionali, ne vengono usati altri inusuali come i bicchieri suonati dal figlio Claudio Fossati (a mo' di vibrafono) o la ruota di una bicicletta con tanto di cartoncino inserito tra i raggi.

    Alla fine del 2005 il cantante torna in studio per incidere il suo diciottesimo album dal titolo L'arcangelo, uscito all'inizio del 2006. Definito dalla critica come "il disco più politico di Fossati", il nuovo progetto segna un deciso ritorno al rock, diluito dall'usuale sensibilità per le ritmiche sudamericane. Il termine "politico", in realtà, non rimanda a nessuna ideologia o appartenenza di partito, piuttosto pone l'accento sulla vita di tutti i giorni, affrontando tematiche sociali quali la guerra, la democrazia, l'oriente e le libertà sessuali. Argomentazioni politiche affiorano di conseguenza nelle tracce Ho sognato una strada e Cara Democrazia, mentre tematiche di natura amorosa si aprono nei testi delle canzoni La Cinese (su musiche di Pietro Cantarelli) e L'Amore Fa. Nel settembre del 2006, in concomitanza con la scadenza del contratto con l'etichetta discografica Sony BMG ed il successivo passaggio alla EMI Italiana, esce uno speciale cofanetto in tre CD intitolato Ho sognato una strada che contiene alcuni tra i suoi brani più famosi, racchiusi nel periodo tra il 1977 ed il 2006. Nello stesso anno partecipa al nuovo lavoro musicale di Zucchero, scrivendo assieme al cantautore emiliano il singolo È delicato.

    Nel 2008 partecipa alla colonna sonora del film Caos calmo, con protagonista l'attore e regista Nanni Moretti. Per l'occasione scrive il brano L'amore trasparente, che verrà successivamente premiato con il David di Donatello per la migliore canzone originale e il Nastro d'Argento alla migliore canzone L'anno seguente, lo stesso singolo farà parte del nuovo disco (uscito per l'etichetta discografica Capitol-Emi), intitolato Musica moderna. L'opera si apre con l'energica Rimedio. Segue la memorialistica Cantare a memoria, la relativa title-track, la ritmica Miss America e Last minute, interamente sostenuta dalla batteria del figlio Claudio. In precedenza, nel gennaio 2009, partecipa al tributo televisivo in onore di Fabrizio De André, interpretando la canzone Smisurata preghiera, seguito da quello dedicato a Giorgio Gaber durante il Festival teatro canzone di Viareggio, dove esegue L'illogica allegria. Mesi più tardi canta nell'ultimo disco di Claudio Baglioni Q.P.G.A., nella canzone Il rimpianto. A Luglio dello stesso anno, riceve ad Aulla il Premio Lunezia Rock d'Autore per il valore Musical-Letterario dell'album Musica moderna. Nel 2010 scrive per Anna Oxa Tutto l'amore intorno, singolo che segna il ritorno sulle scene musicali della cantante. Il brano, eseguito anche dallo stesso Fossati, esce nelle radio il 20 agosto 2010.
    La sera del 2 ottobre 2011, durante la puntata del programma Che tempo che fa, il cantautore presenta la sua ultima raccolta di inediti dal titolo Decadancing, in uscita sul mercato il 4 ottobre successivo. A sorpresa, durante la presentazione del disco, annuncia il proprio ritiro dalle scene affermando di non voler più produrre dischi né programmare future tournée, eccezion fatta per quella legata al suo ultimo lavoro. Così l'artista ai microfoni della trasmissione: «Ho pensato, non in questi due giorni, ma in due o tre anni, che non farò altri dischi, altri concerti». «Fine della carriera?», ha chiesto Fabio Fazio al cantautore genovese. «Sì», ha risposto Fossati, il quale ha aggiunto: «si tratta di una decisione serena, presa in tanto tempo. Ho sempre pensato che, alla mia età, avrei voluto cambiare. Mi sono sempre chiesto se al prossimo disco avrei potuto garantire la stessa passione che mi ha portato fino a qui. Non credo che potrei ancora fare qualcosa che aggiunga altro rispetto a quello che ho fatto fino ad ora. Il prossimo sarà l'ultimo tour».

    Giorni più tardi, al Piccolo Teatro di Milano, il musicista sottolinea: «Tirarsi fuori dai meccanismi discografici non equivale a dire addio alla musica. Non è la musica che abbandono, anzi voglio studiare, suonare molto, rimanere appassionato». Rispondendo ai numerosi giornalisti presenti chiarisce: «Come autore se dovessi scrivere qualche canzone che merita di uscire dal cassetto, magari telefonerò a qualche amico. Così come se tra cinque anni un artista mi chiedesse un assolo di chitarra gli direi di si, ma di esibirmi e cantare non se parla». In merito al disco l'autore invita a non considerarlo come un testamento in quanto il progetto non ha nulla di autobiografico. Allo stesso tempo evidenzia il carattere dell'opera, che a dispetto del titolo non vuole porsi nell'ottica di un giustificato pessimismo (come si evince nella traccia conclusiva Tutto questo futuro). L'artista, da ultimo, aggiunge:« Decadancing non nasce dal pessimismo, ma da ciò che ho visto e che va separato dalla volontà di esserci, di vedere questo futuro e di vederlo bene. E ai giovani che vogliono guardare lontano, consiglio di considerare la propria terra l'Europa intera. Non è un invito a scappare dal paese, ma a pensare che le frontiere non si devono nemmeno vedere, e questo non solo nella musica». Nell'ultimo LP si riduce sensibilmente il formato protest song che aveva caratterizzato opere come L'arcangelo, focalizzando l'attenzione al recupero di melodie per archi e pianoforte rinvenibile nelle tracce Settembre, Un natale borghese, Laura e l'avvenire e nel quadretto amoroso di Se non oggi.

    A conferma di quanto affermato nelle varie interviste, sempre nel novembre 2011, scrive per Laura Pausini la canzone Troppo tempo inclusa nel disco Inedito. Nella canzone Fossati partecipa in brevi passaggi sia come cantante che come chitarrista. Allo stesso modo, Il 5 novembre 2013, viene pubblicato l'album Senza paura della cantautrice italiana Giorgia, contenente Oggi vendo tutto, scritto e musicato dall'artista genovese. La sua ultima esibizione televisiva è andata in onda in prima serata il 23 gennaio 2012, negli studi del programma Che tempo che fa, trasmesso sul terzo canale Rai. Durante la puntata il cantante ha proposto una galleria di canzoni tratta dal suo repertorio; in studio sono intervenuti gli amici Zucchero e Fiorella Mannoia.
    Il 19 marzo del 2012 l'artista conclude la propria tournée, esibendosi per l'ultima volta al Piccolo teatro di Milano. Il giorno dopo, il 20 marzo 2012, viene pubblicato un album-tributo dove svariati artisti reinterpretano molti classici della sua produzione; il disco è intitolato Pensiero stupendo - Le canzoni di Ivano Fossati interpretate dai più grandi artisti italiani. Infine, dai concerti del Decadancing tour è stato estratto il DVD live Dopo tutto, uscito nei negozi il 4 dicembre 2012.



    fonte: wikipedia.org







    La mia banda suona il rock

    La mia banda suona il rock
    e tutto il resto all'occorrenza
    sappiamo bene che da noi fare tutto è un'esigenza
    è un rock bambino soltanto un po' latino
    una musica che è speranza,
    una musica che è pazienza
    è come un treno che è passato
    con un carico di frutta
    eravamo alla stazione si ma dormivamo tutti
    e la mia banda suona il rock
    per chi l'ha visto e per chi non c'era
    e per chi quel giorno li
    inseguiva una sua chimera.
    Non svegliatevi oh,
    non ancora
    e non fermateci no, no
    per favore no.
    La mia banda suona il rock
    e cambia faccia all'occorrenza
    da quando il trasformismo è diventato un'esigenza
    ci vedrete in crinoline, come brutte ballerine
    ci vedrete danzare come giovani zanzare
    ci vedrete alla frontiera con la macchina bloccata
    ma lui ce l'avrà fatta, la musica è passata
    è un rock bambino soltanto un po' latino
    viaggia senza passaporto e noi dietro col fiato corto
    lui ti penetra nei muri ti fa breccia nella porta
    ma in fondo viene a dirti che la tua anima non è morta
    Non svegliatevi oh,
    non ancora
    e non fermateci no
    per favore no.
    La mia banda suona il rock
    ed è un'eterna partenza
    viaggia bene ad onde medie
    e a modulazione di frequenza
    è un rock bambino
    soltanto un po' latino
    una musica che è speranza una musica che è pazienza
    è come un treno che è passato con un carico di frutti
    eravamo alla stazione si ma dormivamo tutti
    e la mia banda suona il rock
    per chi l'ha visto e per chi non c'era
    e per chi quel giorno li inseguiva una sua chimera.
    Non svegliatevi oh,
    non ancora
    e non fermateci no
    per favore no.


    (Ivana)





    RUBRICHE






    (Redazione)





    L’ISOLA NELLO SPORT


    CRONACA SPORTIVA


    Giro: Nibali cede ancora, è ora quarto a 4'43".

    Medico Astana, sottoporremo Squalo a esami clinici. Vincenzo Nibali, giunto al traguardo di Andalo con un ritardo di 1'46" dal vincitore Valverde e dalla maglia rosa Kruijswijk, scivola di una posizione in classifica e ora è quarto a 4'43" dal primo in classifica. Nibali ha perso contatto con i tre fuggitivi che si sono giocati la vittoria di tappa sulla salita del Fai della Paganella, a circa 16 chilometri dall'arrivo.

    Medico Astana, sottoporremo Nibali a esami clinici - Vincenzo Nibali, oggi in crisi negli ultimi chilometri della 16/a tappa del Giro, sarà sottoposto nelle prossime ore a una serie di esami clinici per capire "se ci sono elementi di salute che giustifichino il rendimento attuale inferiore alle aspettative". Lo ha detto - intervistato dalla Rai - il medico dell'Astana Emilio Magni. "Mi sono già attivato - ha spiegato - domani non sarà possibile, penso dopodomani". Nibali, finita la gara, ha raggiunto direttamente l'albergo per sottoporsi a una seduta di massaggi.
    (Ansa)




    Moto, lo staff di Rossi accusa: fornitura motori non all'altezza.
    Tra rammarico e polemiche, il ko di Vale al Mugello lascia strascichi. Valentino Rossi subito fuori al Mugello, forse è tutta colpa di una fornitura difettosa della Yamaha. A a far pensare che i motori in fumo del campione pesarese in gara domenica e di Jorge Lorenzo nel warm-up non siano frutto del caso è Silvano Galbusera, capo meccanico del Dottore, secondo cui, nonostante quanto accaduto all'inizio del corsa nell'autodromo toscano, il Mondiale piloti in MotoGp di non è chiuso ''perchè Vale andava più forte di tutti e nei prossimi due Gran Premi possiamo essere competitivi come domenica''. I motori Yamaha di Lorenzo e Rossi erano stati già tutti utilizzati nella gara precedente, per cui era il terzo motore di tutti e due e non avevano dato nessun problema. ''Anche perché - fa notare Galbusera - i motori che abbiamo tolto avevano quasi il doppio dei chilometri, senza problemi hanno girato per due giorni. Non siamo in grado di capire che cosa sia successo, dobbiamo analizzare tutte le parti del motore. Il motore di Valentino aveva molti meno km di quello di Lorenzo, sostituirlo preventivamente dopo quanto capitato allo spagnolo significava far correre Rossi con un motore mai utilizzato, troppo rischioso. Non abbiamo portato nulla di speciale al Mugello, i motori sono sigillati, chiusi. Niente di diverso è stato usato domenica. E' solo sfortuna - e prosegue il capo meccanico di Rossi - Valentino era molto competitivo sin da sabato, era li con Lorenzo e lo controllava, ne aveva di più dello spagnolo. Non abbiamo la controprova ma l'ha detto anche Lorenzo che Rossi ne aveva di più" sottolineando che "l'ultimo pensiero che avevamo era l'affidabilità, Valentino mi ha ricordato che l'ultimo motore rotto è stato Misano nel 2007. Certo - conclude - due motori rotti uno dietro l'altro mi fanno pensare che qualcosa nella fornitura non era all'altezza''.
    (Ansa)




    Coni: Valentina Vezzali nella "Walk of fame".
    Oltre a schermitrice anche Braglia, Mazzinghi, Pigni e Fiorillo. La Giunta nazionale del Coni ha decretato l'inserimento di 5 nuovi atleti nella 'walk of fame'. Fra di loro spicca il nome della campionessa olimpica di scherma e portabandiera a Londra 2012, Valentina Vezzali. Con lei, gli altri prescelti sono Alberto Braglia, ginnasta portabandiera azzurro ai Giochi di Stoccolma 1912, il pugile Sandro Mazzinghi, campione del mondo nei pesi medi junior, la mezzofondista Paola Pigni, bronzo ai Giochi di Monaco 1972 e il pallanuotista Mario Fiorillo, capitano del Settebello ora a Barcellona 1992.
    (Ansa)

    (Gina)



    GOSSIPPANDO!!!




    Mercedesz Henger: “Sono single, con Jonas sull’Isola solo un’amicizia”




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    La figlia di Eva Henger e Riccardo Schicchi, reduce dall'ultima edizione dell'Isola dei Famosi, ha chiesto scusa a tutti gli italiani per averli spaventati con la gara d'apnea e poi specifica il punto relativo alla sua situazione sentimentale.


    Mercedesz Henger è stata ospite di Barabara D'Urso a Domenica Live, in compagnia di sua madre Eva Henger, dopo il ritorno dall'Isola dei Famosi, edizione chiusa la scorso lunedì con la vittoria di Fragomeni inaspettata. Il pugile è riuscito a superare la concorrenza di personaggi ben più noti di lui come Marco Carta, Jonas Berami, Paola Caruso e la stessa Mercedesz, per diverse settimane favorita assoluta della seconda edizione dell'Isola dei Famosi targata Mediaset e condotta da Alessia Marcuzzi.

    Come noto, la figlia di Eva Henger e Riccardo Schicchi, morto alcuni anni fa, si è fatta notare soprattutto per un evento specifico accaduto all'Isola, ovvero lo spavento che ha fatto prendere ad Alessia Marcuzzi, tutti gli italiani e sua madre, svenuta in diretta, durante la prova apnea, nel corso della quale sembrava avesse qualche problema fisico e stesse annegando, praticamente in diretta televisiva. Anche Barbara D'Urso le ha fatto notare dello spavento che ha fatto prendere a tutti, lei compresa, così Mercedesz ha approfittato per chiedere scusa:


    Mi fermano per strada dicendomi di avergli fatto venire un attacco di cuore. Quindi volevo scusarmi pubblicamente con tutti per quanto è accaduto.

    Barbara D'Urso tenta di estorcere a Mercedesz un'informazione su cui tutti stanno tentando di indagare, riguardante la sua situazione sentimentale. Mercedesz è fidanzata oppure no? E con Jonas è scattato qualcosa sull'Isola? "Sono single e con Jonas è solo una bella amicizia", risponde lei, anche se il sorriso tende a far intuire come non sia proprio la verità e che qualcosa sotto possa esserci.


    fonte:/http://gossip.fanpage.it/


    (Lussy)





    … TRA CURIOSITA’ E CULTURA …



    MUYBRIDGE RECALL


    Dal 18 Maggio al 01 Ottobre 2016



    Finalmente un grande mostra italiana su Eadweard Muybridge (1830; 1904), il fotografo che inventò il movimento, influenzando con le sue immagini Degas e gli artisti del suo tempo, anticipando la nascita del cinema. A proporla a Milano dal 19 maggio al 1 ottobre è la Galleria Gruppo Credito Valtellinese, con la curatela di Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio.

    Muybridge, inglese emigrato negli States, ebbe il primo approccio professionale con la fotografia documentando la potente bellezza del Parco Nazionale di Yosemite. Poi la curiosità di un uomo d'affari lo spinse a verificare l'ipotesi se, nel galoppo, tutte e quattro le zampe del cavallo risultassero contemporaneamente alzate rispetto al suolo, come le aveva dipinte, per esempio, l'artista francese Théodore Géricault nel dipinto Il Derby a Epson (1821).
    Utilizzando 24 fotocamere collegate ad altrettanti fili lungo il percorso, Muybridge ottenne una sequenza di immagini che documentavano con assoluta precisione il movimento dei cavalli, confermando che per alcuni istanti effettivamente nel galoppo l'intero loro corpo risulta sollevato dal suolo, ma indicando anche che l'estensione delle zampe risultava del tutto diversa da quella immaginata agli artisti.
    Paul Valéry riconobbe come le fotografie di Muybridge rivelano chiaramente gli errori in cui sono incorsi tutti gli scultori e i pittori quando hanno voluto rappresentare le diverse andature del cavallo.

    Queste immagini divennero celebri: molti artisti, e tra loro Degas, capirono l'importanza della fotografia come fonte di documentazione oltre la capacità visiva. Divenne comune trasporre dalle foto non solo il movimento invisibile all'occhio umano ma anche altri aspetti della realtà, giungendo ad dipingere direttamente sull'immagine fotografica.
    Dopo i cavalli, gli uccelli in volo e il movimento degli animali dello Zoo di Philadelphia, il soggetto diventò l'uomo. Divennero presto celebri i suoi nudi in movimento, fotografati su uno sfondo con una griglia disegnata, mentre correvano, salivano le scale o portavano secchi d'acqua. Con la collaborazione dell'Università di Pennsylvania, Muybridge mise a punto lo Zoopraxiscopio, uno strumento simile allo Zoetropio, che consentiva di proiettare le immagini, rendendole così contemporaneamente visibili ad un piccolo pubblico. Come al cinema.

    La mostra non si limita a presentare un focus sulla storica produzione di Muybridge. Verrà anche ricomposto, in chiave contemporanea, il set che egli usava per gli scatti in piano sequenza.

    Il catalogo propone un saggio a carattere storico del prof. Italo Zannier, un testo di analisi della mostra a cura di Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra e una piccola sezione cinematografica firmata Paolo Gioli.




    FESTE e SAGRE





    Chi l’ha inventata? Il signor Sacher o il signor Demel? E la marmellata va messa soltanto sotto la glassa di cioccolato o anche a metà della torta? Inettogativi che nella storia della gastronomia hanno a lungo accompagnato la vita di questa famosa e squisita torta. Il primo è stato risolto addirittura dai giudici di un tribunale. Il secondo, come vedremo, continua invece a far discutere....


    La storia della SACHER TORTE


    L’Europa si era appena lasciata alle spalle la rivoluzione francese e le successive vicende napoleoniche. Vienna è la capitale dell’impero austro-ungarico. Alla corte del principe cancelliere austriaco Klemenz Wenzel Lothar von Metternich Winnesburg, noto per la sua fama di goloso e gourmet raffinatissimo, nonché grande amante della cucina a base di cioccolato, lavora il giovane pasticcere Franz Sacher, un'apprendista pasticciere di 16 anni...Per soddisfare il palato goloso del suo datore di lavoro, il giovane Sacher era solito inventare ogni giorno una creazione diversa senza però riuscire a suscitare nel principe alcun tipo di emozione, cosicché un giorno decise di preparare una torta leggera, morbida, non stucchevole…nacque così la Sacher Torte, composta da farina, uova, zucchero e cioccolato con l’aggiunta di marmellata di albicocche. Era l’anno 1832 quando la torta venne servita per la prima volta alla tavola del principe di Metternich. Fu un successo. Nel 1866 Sacher inaugurò, insieme al figlio Edward, un negozio di delicatessen e negli anni successivi i due aprirono un albergo destinato a diventare uno tra i più ricercati alloggi di Vienna, anche grazie alla frequentazione assidua della nobiltà, degli ufficiali dell’esercito, nonché di noti artisti e teste coronate, i quali contribuirono a decantare ogni dove quella torta al cioccolato così gustosa e leggera.Il successo della Sacher Torte fu enorme e ben presto divenne famosissima in tutta l’Austria, ma con la popolarità ne nacque una disputa legale che durò ben sette anni: la guerra dei dolci sette anni. La contesa verteva su chi aveva il diritto di ornare questa torta col nome Sacher, l' albergo Sacher o il pasticciere Demel che aveva comprato da Eduard Sacher, nipote di Franz, il privilegio di mettere nella sua torta di cioccolato, leggermente modificata da quella di Franz, il sigillo. "Originale Sacher torte". Dopo ben sette anni l'albergo Sacher vinse la causa. La sentenza stabilì la verità, racchiusa in una lettera che viene custodita nell'Hotel Sacher. Datata maggio 1888, si scoprì in questa lettera che già allora la torta Sacher aveva 56 anni..Questa lettera racchiude una lagnanza: in un articolo giornalistico infatti, nell'elencare tutte le specialità gastronomiche viennesi, fu dimenticata proprio la "torta Sacher".
    Per rimediare ad una tale svista, lo Chef di una "laboriosa casa" (Hotel Sacher, Wien) inserì in un successivo articolo la "storia della torta Sacher", nel quale è testualmente scritto: "La torta Sacher è una invenzione di mio padre, egli vive ancora. Egli stesso da giovane aveva messo insieme questo dolce e fatto apparire sulla tavola di Metternich già 56 anni fa, dove incontrò molto successo da parte dello stesso principe. Da allora questa torta fu allestita in tutti i posti dove mio padre ha lavorato, ma ora si può trovare 'solamente' nel mio albergo." Sebbene la ricetta originaria venga tenuta segreta gli addetti ai lavori sono riusciti a trarne ricette abbastanza simili, ecco spiegato il perché la ricetta si chiami “torta tipo Sacher”.
    Quanto al secondo interrogativo sulla gelatina di albicocche da spalmare secondo alcuni solo sotto la glassa di cioccolato e secondo altri anche nel mezzo del dolce, la risposta è: nella Sacher la gelatina è sia sotto la glassa sia nel mezzo della torta.
    Questa torta la cui ricetta originale è segreta, viene sempre servita nell'albergo Sacher di Vienna.


    «Cioè, lei non ha mai assaggiato la Sachertorte?»
    «No.»
    «Va beh. Continuiamo così. Facciamoci del male!» »
    (Nanni Moretti, Bianca)


    In Italia la torta Sacher è protagonista della scena del film Bianca di Nanni Moretti; in tale scena il protagonista, interpretato dallo stesso Moretti, si mostra visibilmente sorpreso del fatto che uno dei suoi interlocutori con cui si sta intrattenendo a pranzo non conosca la Sachertorte, sottolineando la gravità, a suo giudizio, di tale mancanza con la frase: «Continuiamo così. Facciamoci del male!». La scena divenne in breve tempo paradigmatica del cinema di Moretti, tanto che questi, quando nel 1987 fondò insieme ad Angelo Barbagallo la propria casa di distribuzione cinematografica, la chiamò Sacher Film, e nel 1989 istituì un riconoscimento per premiare il migliore film dell'anno, il Premio Sacher; infine, più tardi, nel 1991, acquisita la gestione del Nuovo Cinema, una vecchia sala di proiezione dei Monopoli di Stato a Roma nel rione di Trastevere, lo ribattezzò Nuovo Sacher.

    (Gabry)





    BALLANDO!!!




    Danze popolari e tradizionali in Italia


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    In Italia esistono diversi gruppi folkloristici, composti da ballerini non necessariamente professionisti, che portano avanti le tradizioni regionali, tra cui le danze popolari. Queste danze tradizionali appartengono al popolo stesso, e sono infatti legate a momenti di vita particolare di una specifica comunità. Accompagnate spesso da strumenti musicali tradizionali, si differenziano da regione a regione. Nella seguente guida elenchiamo le più comuni, conosciute dalla maggior parte delle persone.

    Della tradizione settentrionale fanno parte i balli tirolesi, i balli delle valli occitane, ed i balli staccati della Romagna. I balli tirolesi sono molto presenti a Trento, Bolzano, Rovereto e Bressanone; sono balli conviviali: sono d'obbligo infatti, durante i banchetti tradizionali con dolci e vin brulè tipici. I balli delle valli occitane sono molto diffusi in Piemonte, in occasione delle feste di paese, accompagnate dal suono dell' armonica a bocca, del violino, del clarinetto, del più classico organetto. I balli staccati della Romagna (espressione dialettale dell'Appennino bolognese), precedenti al ballo liscio, prevedono tutta una serie di passi con il saltello e si ballano in coppia o gruppo.

    Nel Centro Italia si distinguono il saltarello e il trescone. Il salterello, famoso a partire dal XVIII secolo, è diffuso principalmente nelle regioni del Lazio, Abruzzo, Molise, Marche ed Umbria, ed è essenzialmente un ballo di coppia. Il trescone, nato prettamente come danza maschile e poi femminile, è tipico della Toscana. Ha origini medievali, forse dall'anno mille fu introdotto in Germania.

    Nell'Italia Meridionale le danze più caratteristiche sono rappresentate dalla tarantella, la tammurriata, la pizzica e i balli sardi. La tarantella si diffuse maggiormente in epoca borbonica, durante il Regno delle due Sicilie.

    Il nome deriva da taranta, ossia tarantola, un ragno molto velenoso il cui morso, secondo le tradizioni popolari, provocava convulsioni, agitazione e sofferenza morale. Con il ballo il veleno veniva espulso tramite il sudore e gli umori. Alla tarantella si ricollega la pizzica, una variante con ritmi molto più accesi, da sempre usata come rituale per guarire le donne morse dal misterioso ragno. La tammurriata è tipica della Campania, ed è allietata dal suono delle tammorre, ossia i tamburelli. I balli sardi, invece, tipici della Sardegna dalle origini preistoriche, sono caratterizzati dalla presenza di grandi falò attorno ai quali i ballerini si tengono per mano, danzando in grandi cerchi.


    http://nonsolocultura.studenti.it/


    (Lussy)





    salute-benessere


    Salute e Benessere






    Thermes Marins de Monte-Carlo



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    foto:terme.info



    DESCRIZIONE


    Nel cuore di una città mitica e sempre all'avanguardia, vi apriamo le porte a un nuova concezione del relax e alle più assortite e moderne cure termali :
    Benvenuti nelle più prestigiose terme d'Europa!
    Cullati in un'atmosfera lussuosa e serena, dove la scienza delle cure termali, così come ereditata dall'antichità, si coniuga con la saggezza orientale e la tecnologia d'avanguardia, potrete lasciarvi guidare in un indimenticabile viaggio interiore verso la più meravigliosa delle destinazioni: voi stessi.
    Les Thermes Marins occupano una superficie di 6.600 mq e 4 piani, tutti dedicati al vostro benessere.Associando lo spirito umanista delle terme antiche e l'ultimo grido in materia di terapia marina, questo luminoso complesso dispensa al più alto livello i benefici effetti naturali del Mediterraneo e le tecniche più innovatrici (massaggi orientali energizzanti o agli olii essenziali, bagni di mare tonici o rilassanti). Da notare che le Terme Marine hanno ottenuto il marchio ""Qualicert"", che le classifica fra l'élite degli istituti di talassoterapia."

    les-thermes-marins-de-monte-carlo-piscina-vasca
    foto:welcometocostazzurra.com


    Monte-Carlo Marine

    Tutti gli effetti rimineralizzanti e rilassanti della talassoterapia, basati sulle terapie marine, e a cui si aggiungono le delizie della cucina mediterranea, leggera e gustosissima.

    • 3 terapie marine a scelta:
    - impacchi con alghe o fanghi,
    - idromassaggio, bagno ai sali colorati o alle alghe,
    - doccia idrogetto o doccia sottomarina,
    - massaggio a 2 mani sotto affusione al burro di Karité

    Gli aspetti migliori del mare, in pieno stile zen. Per voi, 2 terapie marine (escluso massaggio sotto affusione) associate all'effetto straordinario di un massaggio di un’ora.

    Cocooning
    Una giornata intera per ritrovare le sensazioni del «cooconing» e della serenità.

    • 1 terapia marina a scelta:
    - avviluppamento con alghe o fanghi
    - idromassaggio, bagno agli oli o alle alghe
    - doccia con idrogetto o doccia sottomarina
    • 1 massaggio Monte-Carlo 60 min
    • 1 peeling marino
    • 1 cura del viso Kéraskin
    • 1 pranzo (menù salute o menù prodotti del giorno)

    Scoperta 3 terapie marine
    Tutti gli effetti remineralizzanti e rilassanti della talassoterapia sulla base delle terapie marine.


    Programma Belleza E Armonia


    L’immagine che offriamo agli altri ha un valore fondamentale. Per continuare a «piacere» e a «piacersi», e affrontare gli anni a venire in tutta tranquillità, les Thermes Marins Monte-Carlo mettono al servizio della bellezza una tecnologia di nuova generazione (Endermolab), capace di incrementare il potenziale naturale della pelle, restituendole tutta la sua fermezza, la consistenza tipica di una pelle giovane, aiutandola a lottare contro i segni del tempo.
    Per quanto riguarda la cosmetica, ci affidiamo a un partner di altissimo livello, La Prairie, che ottimizza le sue cure più tecniche, apportandovi un tocco di rilassamento attraverso protocolli terapeutici che riservano una parte prominente al massaggio. Il massaggio «su misura» all’olio di argan, 100% produzione biologica, completa alla perfezione questo programma dedicato a una bellezza armoniosa, in cui ci si prende cura del benessere generale. Le proprietà dell’olio di argan sono ormai ben note: è ricco di antiossidanti e il suo potere rigenerante per la pelle è straordinario. Natura, Cosmetologia e Tecnologia d’avanguardia, il tutto al servizio della vostra bellezza.

    Monte-Carlo all’olio di Argan 100%

    Scoprite in esclusiva alle Thermes Marins di Monte-Carlo il massaggio all’olio di Argan 100% puro e naturale, certificato Bio Ecocert. La sua ricchezza di acidi grassi essenziali Omega 6 e di Vitamina E gli conferisce virtù ristrutturanti e idratanti, mentre i principi attivi agiscono prevenendo l’invecchiamento cutaneo. Il terapista esercita un massaggio leggero, fatto di sfioramenti e pressioni, al fine di ottimizzare la penetrazione di questo elisir ancestrale. Questo massaggio costituisce una terapia anti-aging eccezionale ; l’olio di Argan utilizzato viene prodotto da una cooperativa di donne berbere di Tiout (Provincia di Taroudant, in Marocco) le cui attività sono sostenute dal Principato e sono state inaugurate proprio da S.A.S il Principe Alberto II, il 27 ottobre 2002. Ne consegue che, acquistando quest’olio, sosterrete le dinamiche del commercio equo-solidale.

    Pacchetti benessere

    Le Thermes Marins di Monte-Carlo vi garantiscono due giornate eccezionali dedicate esclusivamente al vostro benessere con trattamenti di talassoterapia e servizi di alta qualità
    Una prima giornata di cure termali marine con due trattamenti a scelta : idromassaggio, bagno rilassante alle alghe oppure con sali marini colorati, applicazioni di alghe o fanghi ad effetti remineralizzanti e snellenti, doccia sottomarina tonificante con inoltre il massaggio di un ora “ Monte-Carlo sur Mesure”, molto apprezzato dalla clientela delle terme.
    La seconda giornata inizierà con un nuovo massaggio « Monte-Carlo sur Mesure » ad effetti rilassanti immediati seguito da esclusive cure di bellezza con prodotti La Prairie.

    Il programma include :

    - 2 notti in camera categoria lusso con vista sulla città oppure sui giardini, prima colazione inclusa a l’Hotel Hermitage.
    - Due giornate di cure benessere alle Thermes Marins di Monte-Carlo, incluso il pranzo al ristorante “l’Hirondelle”, con cucina dietetica.
    Avvalendosi di un metodo innovatore e non invasivo, Re-Oxy ridà immediatamente e durevolmente splendore alla cute, cancellandone le imperfezioni su viso e corpo.
    Il funzionamento di Re-Oxy, frutto della ricerca Re-age, si basa su una terapia anti-età che associa simultaneamente ossigeno puro concentrato e ozono, irrorando in parallelo una serie di principi attivi che penetrano in profondità nell'epidermide, senza bisogno di ricorrere a iniezioni!
    Indolore, non lascia tracce, e i risultati sono visibili fin dalla prima seduta.
    L'azione congiunta di molecole di ossigeno, ozono e di principi attivi procura una serie di benefici, attivando in particolar modo la circolazione sanguigna, svolgendo un'azione purificante, antinfiammatoria e cicatrizzante, e bruciando inoltre i lipidi.
    Si innesca inoltre una stimolazione a livello delle cellule, rallentando l'invecchiamento cutaneo e rinvigorendo il sistema immunitario.
    Dalla prima seduta i risultati sono spettacolari! Il viso è luminoso, la pelle più tonica, rivitalizzata. I tessuti si ossigenano e il corpo si libera da tossine, rimodellandosi. La circolazione sanguigna e linfatica ne trae grande beneficio. L'aromaterapia attivata dall'apparecchio procura un benessere globale portando via gli effetti nocivi dell'inquinamento, dello stress e dell'affaticamento, per una maggiore armonia.
    Come trattamento anti-età oppure preventivo, questa cura si rivolge a donne e uomini.



    fonte:welcometocostazzurra.com

    (Ivana)





    ... PARLIAMO DI ...



    .... città fantasma ....


    "...il deserto piano piano ha preso il sopravvento e si è insinuato
    lentamente e subdolamente nelle case, negli orti, nelle baracche,
    nelle finestre rotte, nelle porte ormai divelte,
    si è insinuato proprio dove un tempo fervevano intense attività."


    KOLMANNSKUPPE, Namibia



    Marsel van Oosten



    John Coleman era solito fermarsi con la sua carovana su di una collinetta lungo la strada carrabile prima di entrare a Lüderitz, la sua meta. Trasportava merci dall’interno verso la costa atlantica della Namibia. A quei tempi, prima della costruzione della ferrovia, il mezzo di trasporto più diffuso erano i carri trainati dai buoi. Anche quella mattina del 1905, giunto in vista di Lüderitz, John si fermò sulla collina, ma questa volta venne sorpreso da un’improvvisa e violentissima tempesta di sabbia. Riuscì a salvarsi per miracolo ma perse tutto il carico e tutti i suoi animali. L’evento fu così memorabile per la città che la collina venne ribattezzata ‘Coleman’s hill’, Kolmannskuppe in tedesco, la lingua dei colonizzatori di quelle regioni.

    Negli anni successivi i tedeschi iniziarono a costruire una ferrovia capace di collegare il porto di Lüderitz e nei pressi della "collina di Coleman" accadde qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la storia dell’area. Il 14 aprile 1908 Zacharias Lewala trovò una pietra lucente mentre lavorava alla manutenzione della linea ferroviaria. Quando la mostrò al suo supervisore, l’ispettore ferroviario tedesco August Stauch, questi, sospettando che si trattasse di un diamante, fece rapporto ai superiori. Ben presto il governo tedesco intuì la ricchezza della zona, tanto che dichiarò l'area Sperrgebiet ‘Zona proibita’, dando inizio allo sfruttamento del campo diamantifero. La ‘corsa ai diamanti’ aveva ufficialmente inizio.
    A dispetto della linea ferroviaria, i 10 km che separavano Lüderitz dal campo diamantifero erano una distanza enorme per recarsi ogni giorno al lavoro. Nacque così Kolmannskuppe. Nel 1909 la città possedeva già un timbro e un ufficio postale autonomo. La ricchezza dei giacimenti di diamanti fece di Kolmannskuppe una delle città più ricche della terra. La città aveva una propria elettrica quando in Germania venivano ancora usate le luci a gas. Nell'ospedale che forniva assistenza medica a tutta la Sperrgebiet, vi era addirittura la prima macchina a raggi X di tutta l’Africa australe.
    La città si sviluppò velocemente, divenendo un centro vivace e di accoglienza per i lavoratori provenienti dal difficile ambiente del deserto del Namib. Furono costruite case grandi ed eleganti per farla assomigliare a una città tedesca, e si pianificarono servizi importanti, tra cui un ospedale, una centrale elettrica, una sala da ballo, una scuola, un teatro dall’acustica perfetta costruito in Germania e poi trasportato e rimontato qui, una grande palestra, un casinò, una fabbrica del ghiaccio e svariate mense per i lavoratori. Le carni fresche potevano essere acquistate presso la macelleria, la città era dotata di un forno, di una fabbrica di mobili, di un parco giochi pubblico e persino una piscina alimentata con l’acqua dell’oceano.
    Al momento del suo massimo splendore vivevano a Kolmannskuppe circa 300 adulti bianchi, 40 bambini e 800 lavoratori neri a contratto. Nonostante l'isolamento e la desolazione del deserto circostante, Kolmannskuppe divenne una vivace oasi di cultura tedesca, in grado di offrire intrattenimento e svago per le esigenze dei colonialisti ricchi. Poi nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale. Il 18 settembre l'ufficio postale venne chiuso. Il 19 settembre le truppe dell'unione sudafricana sbarcarono a Lüderitz. Le forze tedesche in ritirata chiusero la centrale elettrica e fecero esplodere parti della linea ferroviaria. Le forze sudafricane non esitarono a deportare la popolazione civile.
    Quando nel dopoguerra riprese l’estrazione dei diamanti, i bei tempi erano ormai finiti. Il ritmo di estrazione rallentò e un nuovo più grande deposito fu rinvenuto alla foce del fiume Orange, dove la compagnia mineraria creò una nuova città: Oranjemund. Gli ultimi abitanti di Kolmannskuppe lasciarono la città nel 1956.
    Nell’arco di 40 anni Kolmannskuppe visse, fiorì e morì. Oggi le fatiscenti rovine della città fantasma lasciano indovinare poco del suo antico splendore. Le case sono state quasi demolite dal vento e il deserto sta gradualmente riprendendosi quello che era suo, avvolgendo gli edifici e riempiendo le stanze un tempo piene di vita.
    (Stefano Scolari. National Geographic)



    "...Tutta la zona di Luderitz Bay fu invasa da impiegati, doganieri, magistrati,
    oltre ai veri e propri cercatori che volevano delle concessioni.
    Un nuovo Eldorado richiamava gli uomini, ma soprattutto fomentava speranze,
    alimentava sogni impossibili!
    Oggi la città fantasma è davanti a noi con il suo abbandono,
    il suo triste squallore di incompiutezza, di qualcosa che è finito perché forse si era desiderato troppo.
    E’ quasi bella a vedersi, stagliata tra il giallo ocra della sabbia
    ed il cielo senza nubi, nitido, trasparente, di un blu intenso come possono esserlo solo i cieli africani.
    Nel 1956 è stata definitivamente evacuata ed ora la natura ne ha reclamato il possesso.
    E’ lei la vincitrice e l’uomo, il piccolo uomo presuntuoso non riesce a capirlo,
    vive nel suo labirinto, rincorrendo il suo destino e gira in tondo, batte la
    testa di qua e di là non imparando mai la lezione."
    (inviaggioconrenata)

    (Gabry)





    STRISCIA FUMETTO






    ... LA NATURA SULL'ISOLA ...



    "Lega un albero di fico nel modo in cui dovrebbe crescere,
    e quando sarai vecchio potrai sederti alla sua ombra."

    Charles Dickens



    IL FICO





    Originario dell'Asia, il fico è una pianta tipica delle zone con clima subtropicale, e la sua diffusione è oggi estesa anche alla maggioranza dei paesi del bacino mediterraneo.
    Il fico comune (Ficus Carica) appartiene alla famiglia delle Moraceae, è una pianta tipica dei climi subtropicali e da tempo immemorabile diffusasi anche nell'area mediterranea. L'appellativo “Carica” sembra far riferimento a una regione dell'Asia Minore - la Caria - che si trova in Anatolia, l'odierna Turchia. Apprezzato fin dai tempi biblici, le foglie di fico furono il primo “indumento” della storia. Si legge infatti nella Genesi 3,7 «Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture». Il Fico è una pianta molto resistente alla siccità, vive nella stessa area della vite e dell'olivo, ma non sopporta temperature inferiori a -10° C, terreni argillosi ed eccessivamente umidi. Il fico ama climi caldi, terreni calcarei, sassosi e ben drenati. La pianta si presenta con un apparato radicale molto espanso e assai invasivo, particolarmente efficace nel ricercare l'acqua.
    Il robusto tronco grigiastro può far arrivare la pianta fino a otto metri di altezza. Esistono due subspecie: ficus carica sativa (fico domestico) e ficus carica caprificus (caprifico o fico selvatico). Il fico domestico produce due tipi di frutti: i “fichi primaticci” che si formano in autunno e maturano in tarda primavera e i “fichi veri” quelli che si formano in primavera e maturano in estate. Le cultivar del caprifico sono limitate a qualche decina, mentre quelle del fico domestico qualche centinaia; molte di queste sono antichissime e si contano inoltre varietà locali e spesso poco note. La produttività di un albero dipende dal clima, dall'umidità e dal terreno su cui vegeta. Il fico inizia a produrre frutti dopo il quinto anno di vita e continua fino al sessantesimo, quando la pianta muore rapidamente.
    La più importante monografia sul fico scritta da Condit nel 1955 descrive 720 varietà di fico comprendendo anche 129 varietà di caprifico in un lavoro monumentale che rappresenta tutto il panorama varietale di questa specie nel Mondo...In Italia, nel periodo rinascimentale, se ne conoscevano più di cinquecento varietà diverse.
    Giorgio Gallesio, nella sua monumentale opera sulle varietà di piante da frutto: Pomona Italiana (1820), ne descrive quattrocentocinquanta e, per alcune di queste, ne fa ricavare delle stupende illustrazioni botaniche.




    ...nella storia....



    La scoperta dei ricercatori Ofer Bar-Yosef dell'Università di Harvard, Mordechai E. Kislev e Anat Hartmann della Bar-Ilan University, sembra riscrivere le origini dell'agricoltura. La scoperta è stata fatta in Israele, in un sito archeologico situato nella bassa valle del fiume Giordano, pochi chilometri a nord di Gerico e denominato “Gigal I”, abitato circa 11.400 anni fa. Questi ricercatori hanno scoperto in questo luogo nove piccoli fichi e 313 piccole parti di frutto ormai carbonizzati dal tempo ma, secondo gli studiosi, questi erano in realtà preparati per essere consumati in seguito. La scoperta dimostra che i fichi erano coltivati circa cinquemila anni prima di quanto si pensasse e un migliaio d'anni prima di grano e orzo.
    L'origine del fico sembra essere l'Asia Occidentale oppure, secondo altri, il Medio Oriente. È comunque una pianta dalle origini remote, molto apprezzata da tutte le popolazioni dell'antichità, non solo per il suo gusto particolare, ma anche per il suo valore simbolico. La storia è infatti ricca di testimonianze artistiche, religiose e letterarie riguardanti il fico. Nel vecchio Testamento viene citato spesso come simbolo di abbondanza. In India è un albero sacro, l'Asvattha (albero cosmico), tuttavia è bene ricordare che si tratta di un'altra pianta, il “Ficus Religiosa”. Esistono numerose varietà dell'albero di fico e non tutte producono frutti, come ad esempio il “Ficus Benjamin” (Ficus Benjamina), la nota pianta d'appartamento dalle grandi foglie lucide.
    Nell'antica Grecia il fico era protagonista di molti miti, spesso a carattere erotico. Era considerato un albero sacro in quanto albero primordiale, pianta sacra al dio Dioniso, poiché i greci attribuirono a questo dio la nascita del fico. Nel V Secolo a.C. il medico greco Ippocrate cita nei suoi scritti il caglio animale come alternativa a quello di fichi. Lo stoico Zenone di Cizio era un grande estimatore di fichi, lo era anche Platone, tanto da vedersi attribuito il soprannome di “mangiatore di fichi”. Oltre ad esserne particolarmente ghiotto, Platone li raccomandava infatti anche ad amici e studenti per rinvigorire l'intelligenza. I Greci utilizzavano il lattice di fico per far cagliare il formaggio. Omero scrive che il ciclope Polifemo produceva formaggi nella sua grotta, probabilmente utilizzando anche succo di fico per far cagliare il latte. Aristotele documenta la tecnica della coagulazione del latte con il succo di fico e con caglio di origine animale.
    La virtù e la gradevolezza del fico sedussero gli antichi Romani, anche per loro diviene pianta sacra così come l'ulivo e la vite. Publio Ovidio Nasone racconta che in occasione del capodanno era usanza offrire, ad amici e parenti, frutti di fico e del miele come augurio per il nuovo anno. Secondo Plinio mangiare fichi «aumenta la forza dei giovani, migliora la salute dei vecchi e riduce le rughe». I fichi erano un alimento amato da atleti e convalescenti, grazie all'apporto calorico e alla facile digeribilità. Fra le antiche popolazione che si nutrivano di fichi si ricordano inoltre Etruschi e Fenici.





    ......nella mitologia......



    Nella mitologia egizia, ci riferiamo al sicomoro (ficus sycomorus), pianta presente in particolare nell'Africa Orientale e, soprattutto, in Egitto. Con l'arrivo della primavera, l'Uovo cosmico (plasmato da Ptah e da lui deposto sulle rive del Nilo) si apriva e ne usciva Ra/Osiride, il Sole. Il fiume viveva in simbiosi col dio del sole. Recita infatti il "Libro dei Morti" (celebrando il perpetuo rigenerarsi della vita, la resurrezione di tutte le cose caduche): "Cresce, io cresco; vive, io vivo". Finalmente cessava il pianto di Iside (sempre alla ricerca del suo amato Osiride) e, per festeggiare la fine del suo dolore, si mettevano in scena gli episodi del mito di Osiride, culminanti nella resurrezione del dio, che avveniva quando dalle zolle alla base del sicomoro sacro iniziavano a spuntare i germogli di grano e orzo. Il fico sicomoro era insomma considerato un albero cosmico assimilato alla fenice. Era reputato quindi simbolo di immortalità, di vittoria sulla morte, di rinascita dalla distruzione. Era, in altre parole, l'Albero della Vita. Il suo succo, inoltre, era prezioso perché si riteneva donasse poteri occulti e il suo legno era usato per la fabbricazione dei sarcofagi: seppellire un morto in una cassa di sicomoro significava reintrodurre la persona nel grembo della dea madre dell'albero, facilitando così il viaggio nell'aldilà. Nel "Libro dei Morti", infine, il sicomoro è l'albero che sta fuori dalla porta del Cielo, da cui ogni giorno sorge il dio sole Ra. Esso inoltre era consacrato alla dea Hathor, chiamata anche la "dea del sicomoro". La dea Hathor appare sotto forme diverse. Dea madre, feconda e nutrice, Hathor abita gli alberi ed è la "signora del sicomoro del sud", a Menfi; ma è anche la "signora dell'occidente", ossia la signora del regno dei morti...Un ultimo accenno infine al fico sicomoro nella numerologia. Il sicomoro è legato al numero 9, il numero tre volte sacro (3x3=9), il numero dell'Amore Universale. Rappresenta l'immagine completa dei 3 mondi: materiale, psichico e animico ed è simbolo di verità totale e completa (il 9 moltiplicato per qualsiasi altro numero dà un prodotto le cui cifre sommate tra loro danno ancora 9).

    In Grecia, il fico era sacro a Dionisio e, soprattutto, a Priapo, il dio lubrico della fecondità.
    A Roma era sacro a Marte, vero fondatore della città eterna in quanto si sostiene che Romolo e Remo siano nati proprio dalla sua unione con Rea Silvia, dopo che il dio della guerra aveva posseduto con la forza la giovane vestale di Alba Longa. Essendo prole illegittima, i gemelli vennero quindi strappati alla madre per essere uccisi. Ma un servo pietoso li sottrasse a morte sicura adagiandoli in una cesta, che fu affidata alle acque del Tevere. Trasportata dallo straripamento del fiume, la cesta si fermò in una pozza sotto un fico selvatico, all'ombra del quale Romolo e Remo furono allattati dalla lupa. Secondo alcune fonti, il fico si ergeva alle pendici del colle Palatino, nei pressi della grotta chiamata Lupercale, mentre nell'iconografia è spesso rappresentato con un picchio appollaiato sui suoi rami. Esso fu chiamato "fico ruminale". L'etimologia dell'epiteto "ruminale" non è chiara e su di essa fin dall'antichità molti autori classici (tra cui Plinio il Vecchio, Tito Livio, Varrone, Plutarco e Dionigi di Alicarnasso) hanno formulato varie interpretazioni. Secondo alcuni deriverebbe dal latino "ruma" (mammella); secondo altri, al contrario, il fico prese il nome da Romolo, tant'è che gli stessi autori latini lo chiamavano talvolta "ficus Romularis". Altri, infine, ipotizzano un'etimologia etrusca. Ad ogni modo, fin dall'antichità, il fico fu collegato alla fondazione di Roma e considerato un albero fausto. Era venerato soprattutto dai pastori, che vi si recavano con offerte di latte. Più tardi vennero create due nuove divinità, Jupiter Ruminalis e Rumina, la dea dei poppanti presso i Romani. Essa veniva venerata in un tempio vicino al fico sotto cui (seconda la leggenda appunto) Romolo e Remo vennero allattati dalla lupa. Sebbene il fico ruminale fosse, in origine, solamente quello in riva al Tevere presso il quale si era fermata la cesta con i gemelli abbandonati, nel corso dei secoli successivi (e fino in epoca imperiale) altri alberi di fico furono oggetto di venerazione, talvolta con l'epiteto di "ruminale".
    Tra questi il fico navio (Ficus navia), che (secondo la leggenda) sorse spontaneo in un luogo colpito da un fulmine (Plinio, Nat. Hist. 15.77). Oppure nacque da un virgulto del fico ruminale, ivi piantato da Romolo. Lo stesso albero sarebbe poi stato trasferito dal sito originario al Comitium.
    La Repubblica Romana - giova ricordarlo - investiva i poteri formali di governo in quattro separate assemblee: i Comitia Curiata, i Comitia Centuriata, i Comitia Populi Tributa e il Concilium Plebis. E se Tito Livio afferma che nel 296 a.C. gli edili Gneo e Quinto Ogulnio avevano eretto "ad ficum ruminalem" un monumento che rappresentava i gemelli e la lupa, Ovidio racconta che alla sua epoca (43 a.C. - 18 a.C.) del fico non rimanevano che le vestigia. Plutarco e Plinio narrano invece che un fico fu piantato nel Foro Romano in quanto ritenuto di buon auspicio e che, ogni qual volta la pianta moriva, veniva prontamente rimpiazzata con una nuova. Tacito aggiunge che nel 58 d.C. l'albero "ruminale" iniziò a inaridire. Ciò fu visto come un cattivo presagio, ma la pianta risorse con gran sollievo della popolazione. Se la pianta infatti si seccava, ci si potevano aspettare le peggiori sciagure pubbliche (per questo i sacerdoti avevano cura di piantarne sempre una nuova).



    ....una favola...



    C'era una volta un fico che non aveva frutti. Tutti gli passavano accanto, ma nessuno lo guardava. A primavera spuntavano anche a lui le foglie, ma d'estate, quando gli altri alberi si caricavano di frutti, sui suoi rami non compariva nulla.
    - Mi piacerebbe tanto esser lodato dagli uomini - sospirava i fico. - Basterebbe che riuscissi a fruttificare come le altre piante.
    Prova e riprova, finalmente, un'estate, si trovò pieno di frutti anche lui. Il sole li fece crescere, li gonfiò, li riempì di dolce sapore.
    Gli uomini se ne accorsero. Anzi, non avevano mai visto un fico così carico di frutti: e subito fecero a gara a chi ne coglieva di più. Si arrampicarono sul tronco, con i bastoni piegarono i rami più alti, col loro peso ne stroncarono parecchi: tutti volevano assaggiare quei fichi deliziosi, e il povero fico, ben presto, si ritrovò piegato e rotto.
    (Leonardo da Vinci)


    (Gabry)





    POESIE DI STAGIONE


    MAGGIO

    Mese di maggio

    E l'uccelletto cominciò a cantare:
    Dimmi, bel mese, che ci vuoi portare?
    Rose fiorite ed altri fiori a mazzi,
    ciocche rubizze di ciliegine nuove.
    Le prime pesche rosate e vellutate,
    da cogliere con mani delicate.
    Fiori d'arpncio dai soavi odori,
    e nidi pigolanti tra le foglie e i fiori.
    E d'altro ancor, che ci potresti offrire?
    La Madonnina cara sull'altare, che i bimbi
    buoni vuole benedire.
    Maggio è nell'aria; e l'uccelletto canta.
    Brilla nel cielo un sole tutto d'oro.


    (M. Comassi)








    ... FOTO E IMMAGINI DAL WEB ...


    ... Il giornale non poteva prescindere da quella che è una usanza che ha unito generazioni intere. Chi di noi non ha almeno una volta passato ore alla ricerca di immagini da inviare alle persone care? Quante volte ci siamo trovati nel bar del luogo di vacanza con una pila di cartoline da mandare alla famiglia, ai parenti, ad amici e conoscenti … ebbene in questo nostro luogo di sogno, dalla nostra isola felice, ci piace raccogliere cartoline dal mondo e pubblicarle sul nostro giornale e, in questo modo sognare insieme guardando quelle immagini di luoghi da sogno del nostro meraviglioso pianeta ...

    (La redazione)




    dal web

    La natura ha una sua perfezione sorprendente e
    questo è il risultato di una somma di limiti.
    La natura è perfetta perché non è infinita.

    (Alessandro Baricco)

  10. .

    Europei di Londra, doppio argento azzurro in staffetta



    Federica Pellegrini trascina la 4x100 donne, Magnini guida gli uomini. Medaglia d'argento per la staffetta italiana 100 sl donne agli Europei di Londra. Con una grande rimonta nella quarta frazione, Federica Pellegrini trascina le azzurre Erika Ferraioli, Aglaia Pezzato, Silvia Di Pietro sul podio continentale, dietro l'Olanda e davanti alla Svezia. Per i nostri colori bene Silvia Di Pietro ed Erika Ferraioli, in difficoltà Aglaia Pezzato. Queste le dichiarazioni delle azzurre ai microfoni di Rai Sport:

    Silvia Di Pietro: “Posso fare meglio e questo mi dispiace. Quando dipende da te la sorte delle altre tre compagne di squadre è un peccato. Io penso di poter limare molto dal mio tempo ma fortunatamente siamo arrivate ad un alto livello“

    Erika Ferraioli: “Mi aspettavo sotto i 54. La condizione penso che ci sia però potevo fare molto meglio“.

    Aglaia Pezzato: “Non sono contenta per il tempo. Ho dato il massimo ma purtroppo non sono riuscito a fare il crono che mi aspettavo. Prendiamo la medaglia ma devo lavorare ancora“.

    Federica Pellegrini: “Siamo molto contente. Dopo questa mattina avevamo detto cerchiamo di sognare in grande ma purtroppo l’Olanda era fuori tiro. La medaglia è molto importante forse il miglior piazzamento europeo da anni“.

    Argento agli azzurri anche per la 4X100 sl uomini. Primi dopo le prime due frazioni (nuotate da Luca Dotto e Luca Leonardi), gli azzurri hanno subito il ritorno della Francia, ma Jonathan Boffa e Filippo Magnini hanno difeso il secondo gradino del podio davanti al Belgio.
    (http://sport.ilmessaggero.it/)

  11. .





    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 019 (09 Maggio – 15 Maggio 2016)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 9 Maggio 2016
    S. GREGORIO V., S.E DUILIO

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    Settimana n. 19
    Giorni dall'inizio dell'anno: 130/236
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    A Roma il sole sorge alle 04:56 e tramonta alle 19:17 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 04:58 e tramonta alle 19:40 (ora solare)
    Luna: 7.25 (lev.) 22.16 (tram.)
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    Proverbio del giorno:
    Se maggio va fresco va ben la fava e anco il formento.
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    Aforisma del giorno:
    Primo segno di un animo equilibrato è la capacità
    di starsene tranquilli in un posto e in compagnia di sé stessi.
    (Seneca)










    RIFLESSIONI



    ... Il bambino e le stelle marine …
    ... Una tempesta terribile scoppiò sul mare.
    Ondate gigantesche si abbattevano sulla spiaggia e aravano il fondo marino scaraventando le piccole bestiole del fondo, i crostacei e i piccoli molluschi, a decine di metri dal bordo del mare.
    Quando la tempesta passò, rapida come era arrivata, l’acqua si placò e si ritirò. Ora la spiaggia era una distesa di fango in cui si contorcevano nell’agonia migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa.
    Il fenomeno richiamò molta gente da tutte le parti della costa. Arrivarono anche troupe televisive per filmare lo strano fenomeno. Le stelle marine erano quasi immobili. Stavano morendo.
    Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c’era anche un bambino che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle di mare. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente.
    All’improvviso il bambino lasciò la mano del papà, si tolse le scarpe e le calze e corse sulla spiaggia. Si chinò, raccolse con le piccole mani tre piccole stelle del mare e, sempre correndo, le portò nell’acqua. Poi tornò indietro e ripetè l’operazione.
    Dalla balaustra di cemento, un uomo lo chiamò: «Ma che fai, ragazzino?»
    «Ributto in mare le stelle marine. Altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia» – rispose il bambino senza smettere di correre.
    «Ma ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia: non puoi certo salvarle tutte. Sono troppe!» – gridò l’uomo. «E questo succede su centinaia di altre spiagge lungo la costa! Non puoi cambiare le cose!».
    Il bambino sorrise, si chinò a raccogliere un’altra stella di mare e gettandola in acqua rispose: «Ho cambiato le cose per questa qui».
    L’uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò, si tolse scarpe e calze e scese in spiaggia. Cominciò a raccogliere stelle marine e a buttarle in acqua. Un istante dopo scesero due ragazze ed erano in quattro a buttare stelle marine nell’acqua. Qualche minuto dopo erano in cinquanta, poi cento, duecento, migliaia di persone che buttavano stelle di mare nell’acqua.
    “Per cambiare il mondo basterebbe che qualcuno, anche piccolo, avesse il coraggio di incominciare.” (Dal Web)

    Ci sono stelle nel cielo che illuminano ed ingentiliscono lo spazio infinito, ci sono stelle nel mare che abbelliscono i fondali come fossero pietre preziose incastonate … ci sono occhi, gesti e parole che gli umani fanno e dicono che brillano più delle stelle in cielo e sono più preziose di quelle incastonate sui fondali del mare .… Buon Maggio amici miei …
    (Claudio)






    Le stelle marine svelano la 'legge degli abissi'

    Regola la biodiversità. Scoperta la 'legge degli abissi', che regola la biodiversità nei fondali oceanici secondo meccanismi completamente diversi rispetto a quanto accade nelle acque più superficiali e sulla terraferma: a svelarla, per la prima volta, è la distribuzione sui fondali di oltre 2.000 specie 'parenti' delle stelle marine, ricostruita su Nature da un gruppo di ricercatori australiani e britannici coordinati dal Museum Victoria di Melbourne.

    I risultati dello studio rappresentano un importante passo avanti per la conservazione dei fondali oceanici, che ad oggi costituiscono l'ecosistema più vasto e meno esplorato del Pianeta.

    Per capire i meccanismi che lo governano, i biologi marini guidati da Skipton Woolley hanno ricostruito la distribuzione di 2.099 specie di stelle serpentine, localizzate nel corso di un migliaio di spedizioni in tutto il mondo. Confrontando la situazione a diverse profondità, i ricercatori hanno scoperto che la ricchezza di specie negli abissi (2.000-6.500 metri di profondità) culmina a latitudini maggiori rispetto che nella piattaforma continentale (20-200 metri) e nella scarpata continentale superiore (200-2.000 metri).

    Questo accade perché a profondità minori la biodiversità è condizionata dalle variazioni di temperatura, mentre negli abissi dipende dalla disponibilità di energia di tipo chimico, che riflette la presenza di cibo. I dati dimostrano inoltre che la biodiversità varia anche in relazione alla vicinanza al margine continentale.
    (Ansa)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Primavera …

    Non piove più

    Non piove più! Sui prati
    sotto il raggio del sole,
    fra l’erba luccicante,
    s’aprono le viole.
    Tra i rovi della siepe
    l’azzurra vinca sboccia;
    ad ogni fiore in seno
    brilla una pura goccia.
    Le galline sull’aia
    ritornano a beccare,
    e i fanciulletti garruli
    riprendono a saltare.
    L’aria odora di terra,
    su, nel cielo sereno,
    con sette bei colori
    brilla l’arcobaleno.
    (Grossi Mercanti)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    Scarabocchio

    Le foglie svolazzavano nel giardino tutte colorate, era autunno inoltrato e, nella scuola di un paesino molto lontano dall’Europa la direttrice dell’istituto decise di bandire un concorso di disegno; tutti i bambini vi parteciparono e i tre disegni più belli furono affissi alla parete del salone principale della scuola.

    Al primo posto una bellissima ballerina in un teatro affollato di gente, acclamata da tutti i presenti, volteggiava sul palco leggera ed elegante, con il suo bel vestitino blu; un omino allegro passeggiava per il suo giardino e contento di essere il secondo premiato ammirava il suo bel fiore e la sua splendida casetta illuminata da un sole brillante; al terzo posto un enorme drago preistorico che dominava la scena sprigionando dalla sua grande bocca fuoco e fiamme incandescenti, bruciando tutto quello che si trovava di fronte, rendendo l’aria irrespirabile e rovente come all’inferno.

    In un angolo del salone dentro al cestino, un povero scarabocchio tutto stropicciato era triste per essere arrivato ultimo. Qualcuno aveva pensato bene di gettarlo via, perché considerato da tutti poco prestigioso, non aveva il diritto di stare nemmeno dentro i cassetti con gli altri partecipanti del concorso. Tutto solo in compagnia di cartacce e sacchettini di merende accartocciati aspettava di essere buttato via per sempre.

    Usciti tutti dal salone maestre, ausiliarie e bambini il silenzio regnava e scarabocchio se ne stava li tutto rannicchiato dentro quel cestino proprio sotto i tre disegni premiati. Ad un tratto una vocina interruppe quel silenzio, era la ballerina che gongolando disse a scarabocchio “Io sono la più bella, la più lodata e tu invece sei li tutto sgualcito, non hai nemmeno una forma che somigli a qualcuno o a qualcosa”. Il piccolo omino prese parola, all’ombra del grande fiore giudicò scarabocchio e disse, rivolgendosi a lui “È vero, che forma è la tua ? Non sei un fiore, non sei una casa, sei proprio strano, che cosa mai potresti essere ?”, a quel punto una voce roboante tuonò in tutto il salone, era il drago preistorico che con una fiammata quasi bruciava scarabocchio, e gli disse “Io sono potente e non ho paura di nessuno, sono gigante e tutti mi temono, tu invece sei piccolo e schiacciato in quel cestino, non servi proprio a nulla !!!”… ancora rimbombava la voce del possente animale quando...

    … un vento né caldo né freddo portò scarabocchio al di fuori della scuola passando per una finestra, che si aprì spalancandosi energicamente quasi ad aiutare il foglio scarabocchiato a fuggire dalle beffe dei tre vincitori del rinomato concorso. Scarabocchio svolazzava di qua e di là senza una meta precisa allontanandosi sempre di più dal cestino, dalla ballerina dall’omino e dal quel pericoloso sputa fuoco.

    Pochi giorni dopo lungo una stradina vicino alla scuola, scarabocchio se ne stava li portato dal vento, disteso per terra, quando una ragazzina passeggiando tranquilla ruppe la montatura dei propri occhiali e, nel raccoglierli preoccupata, vide scarabocchio proprio davanti a lei. Con vista offuscata, incuriosita raccolse il foglio di carta, guardando stupita le forme più diverse che ne uscivano pensava a come fare per trovare la strada verso casa …

    Tutt’un tratto la vista della ragazzina tornò alla normalità, gli occhiali le poggiavano sul naso e tutt’intorno era nitido più che mai; fece pochi metri, si voltò casualmente verso una vetrina di un negozio e, specchiandosi notò con sorpresa che la montatura degli occhiali era rossa, un bel rosso acceso, tornò a casa e si fece notte. La mattina successiva si svegliò e quel rosso era svanito nel nulla, la ragazzina guardò e riguardò più volte il suo paio di occhiali cercandovi inutilmente qualche riflesso rosso; felice comunque di rivederci bene non se ne preoccupò e continuò a fare le sue spensierate passeggiate.

    Al di là del fiume del paese qualche giorno più tardi, un musicista di strada smise di suonare perché si erano rotte le corde della sua incantevole chitarra. Per un caso a noi sconosciuto scarabocchio era volato vicino allo sfortunato suonatore; il musicante non se ne accorse, era troppo preoccupato del mancato guadagno a causa dell’imprevisto. Quel giorno però fintanto che ragionava sul da farsi si appisolò qualche minuto e al suo risveglio …

    … trovò la sua chitarra con sei corde nuovissime, la meraviglia fu tanta, ma ancor di più per il colore che rivestiva le sue vecchie cordacce. Quell’evento aveva dello straordinario, era fuori dal comune, ma quando iniziò a toccare il suo strumento una melodia bellissima risuonava per tutto il piazzale e la gente lo venne ad ascoltare entusiasta. Terminato il brano vide che le corde scolorirono poco a poco; credendo che l’effetto magico svanisse, riprese a suonare immediatamente ma la musica continuò ad incantare tutti quanti.

    Poco lontano da quella piazza nella campagna circostante, tutti gli anni verso la fine di ottobre, falchetti velocissimi riempivano il cielo con numeri acrobatici e balli spettacolari, cercando il necessario per terminare il nido di famiglia. Su un albero però un nido non era del tutto ultimato e le uova si stavano per schiudere. Ai piedi di quell’albero un falchetto vide incuriosito un insolito pezzo di carta colorata, ma indaffarato nel cercare foglie e ramoscelli svolazzò via rapidissimo, al suo ritorno non ci poté credere …

    Il piccolo falchetto era nato e il nido che lo accoglieva era tutto rosso e ben costruito. Il falchetto dopo qualche settimana spiccò il volo e insieme a papà e mamma volarono contenti nel cielo sopra a quel nido speciale come a ringraziarlo dell’aiuto ricevuto.

    Affacciato alla finestra di casa, un ragazzo, ammirava il volo degli uccelli che libravano nell’aria gioiosi e distratto dal loro volteggiare gli capitò tra le mani un foglio di carta tutto stropicciato con un particolare scarabocchio rosso. Meravigliato dell’accaduto rientrò subito in casa.

    Tornato in camera sua guardò meglio lo scarabocchio, gli piacque così tanto che lo volle incorniciare. Prese il ferro da stiro e tolse tutte le pieghe dal foglio. Lo appoggiò sulla sua scrivania e andò subito in soffitta a prendere una vecchia cornice, lo sistemò all’interno di essa per poi appenderlo sulla parete più grande della stanza. Ancora oggi dopo tanti anni rimane il quadro più bello che lui abbia mai avuto..

    (Alessandro Sorgetti)



    ATTUALITA’


    Un secolo di vita per i parchi nazionali Usa.

    Tour, mostre e tante iniziative per il centenario delle aree naturali protette nordamericane. Compie cent’anni il National Park Service, l’agenzia federale statunitense che amministra e protegge i 58 parchi e le 333 aree naturali. Venne istituita nel 1916 dal presidente Woodrow Wilson, che desiderava preservare e tutelare i più importanti siti naturali del Paese. Fu così che tutti i parchi e le aree verdi degli Usa, che ricoprono oggi quasi 34 milioni di ettari, furono sottoposti alle rigide regole dell’agenzia. “La nostra futura prosperità”, ha dichiarato il presidente Barack Obama all’apertura delle celebrazioni, “dipenderà dalla leale gestione dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, della terra che seminiamo… proteggere i parchi è una fede sacra”.

    Per il centenario è in corso un programma federale che intende proteggere il patrimonio naturale del Paese con specifici programmi per la salvaguardia della fauna e della flora in pericolo di estinzione e con iniziative ancor più inflessibili, dettate dagli ambientalisti che vorrebbero introdurre il numero chiuso nei siti più frequentati. L’anno scorso, infatti, sono stati 290 milioni i turisti che hanno visitato i parchi americani, dal più vecchio, quello di Yellowstone, istituito nel 1872, fino al Great Sand Dune National Park del Colorado, protetto dal 2004.

    Durante tutto l’anno sono previste mostre storiche e fotografiche nei visit centers dei singoli parchi, assieme a tour educativi e a speciali passeggiate tematiche. Il centenario è celebrato anche con eventi, itinerari nelle aree meno conosciute e visite notturne. Per l’occasione è stato creato il sito www.parks100.com che prevede un’app per non perdere gli appuntamenti più importanti, come quelli gratuiti dal 25 al 28 agosto per il compleanno dell’agenzia Nps.

    Il centenario è un motivo in più per recarsi negli Stati Uniti e avventurarsi nei sconfinati spazi naturali, monumenti grandiosi della terra dove è assolutamente vietato cacciare e arrecare danni alle piante e al territorio, ma dove è possibile passeggiare, fare escursioni e ogni genere di sport o semplicemente rilassarsi. C’è solo l’imbarazzo della scelta: dallo Yosemite National Park, patrimonio dell’Umanità e terzo parco più visitato degli Usa, a quello della Death Valley in California; dalle straorinarie architetture della Monument Valley ai getti fosforescenti dei geyser di Yellowstone. E, ancora, dal piccolo parco naturale del Bryce Canyon nello Utah, famoso per i suoi pinnacoli naturali, all’Antelope Canyon, tra le più belle aree verdi del West; dal celebre parco del Gran Canyon, anch’esso patrimonio dell’Unesco e seconda riserva più apprezzata degli States al Great Smoky Mountains, un immenso parco sui monti Appalachi tra il Tennesse e la Carolina del Nord, il parco più visitato del Paese con più di 9 milioni di visitatori ogni anno.
    (Ansa)





    In Italia 293 spiagge al top, Liguria regina Bandiere Blu 2016.

    Riconoscimento assegnato a 152 Comuni e 66 approdi turistici. Crescono ogni anno le località balneari d'eccellenza lungo la Penisola. Quest'anno 152 Comuni rivieraschi (cinque in più del 2015) per 293 spiagge complessive (280 l'anno scorso) e 66 approdi turistici potranno fregiarsi della Bandiera Blu 2016, il riconoscimento internazionale assegnato dalla Foundation for Environmental Education (Fee), che premia la qualità delle acque di balneazione ma anche il turismo sostenibile, l'attenta gestione dei rifiuti e la valorizzazione delle aree naturalistiche.

    L'iniziativa, giunta alla XXX edizione, vede ancora sul podio la Liguria con 25 località premiate e due nuovi ingressi (Ceriale e Levanto), davanti a Toscana (19 e un nuovo ingresso, Massa) e Marche (17).

    La Campania conferma 14 bandiere con un nuovo ingresso (San Mauro Cilento) e un'uscita; stessa sorte per la Puglia, con 11 bandiere, un nuovo ingresso (Carovigno) e un'uscita. L'Abruzzo, con tre uscite e una new entry (Silvi) scende a quota 6 bandiere, L'Emilia Romagna ne perde due e scende a 7. Il Veneto e il Lazio confermano le stesse 8 bandiere dell'anno scorso; la Sardegna è presente con 11 località avendone acquistate tre (Badesi, Sassari e Teulada), e la Sicilia raggiunge le 6 bandiere con una nuova entrata (Marina di Ragusa).

    Ancora, la Calabria arriva a 5 bandiere con un nuovo ingresso (Praia a Mare), il Molise conferma le 3 bandiere dell'anno scorso e il Friuli Venezia Giulia le 2 del 2015. La Basilicata raddoppia e grazie all'ingresso di Policoro arriva a 2.

    Quest'anno vengono poi riconfermate le bandiere 2015 per i laghi: 1 per la Lombardia, 2 per il Piemonte e 5 per il Trentino Alto Adige mentre per i porti salgono a 66 aggiungendosi Marina di Capitana (Quartu Sant’Elena) in provincia di Cagliari.

    I criteri guida per l'assegnazione delle Bandiere Blu vanno 'dalla "assoluta validità delle acque di balneazione" (devono avere una qualità eccellente) all'efficienza della depurazione, dalla raccolta differenziata alle aree pedonali, piste ciclabili e spazi verdi. ‬
    (Ansa)





    I 90 anni della regina, 4 giorni di festa a Windsor.

    Il 15 megaconcerto con Bocelli. Ma vera celebrazione e' l'11/6. Quattro giorni di eventi e manifestazioni da stasera nell'amato castello di Windsor per i 90 anni della regina. Scatta la fase due dei festeggiamenti dopo le celebrazioni di famiglia del 21 aprile scorso - data esatta della ricorrenza - completata il giorno seguente con un pranzo in compagnia dei coniugi Obama, allora in visita a Londra. Questa volta lo scenario e' pero' il parco del castello ed e' aperto al pubblico. Previsti spettacoli di danza, di musica, mostre e naturalmente uno show dedicato ai cavalli: passione di un'intera vita di Elisabetta II, 'sorpresa' ancora pochi mesi fa in sella.

    Ai visitatori sara' illustrata inoltre la storia della sovrana, dalla sua nascita nel 1926 all'incoronazione solenne nel 1953 (un anno dopo l'ascesa al trono) e ai successivi oltre 60 anni di regno: il piu' longevo della storia britannica dopo il superamento del record della regina Vittoria fatto segnare l'anno scorso. Il 15 e' infine in programma un megaconcerto, al quale e' attesa Sua Maesta' in persona: sul palco, a renderle omaggio, si esibiranno stelle del pop quali Kylie Minogue e Jess Glynne, voci della lirica come Andrea Bocelli e Katherine Jenkins, ma anche attori come Helen Mirren (che ha vestito i panni di Elisabetta nel film 'The Queen'), John Boyega, Martin Clunes, Damian Lewis, Imelda Staunton e Jennifer Saunders. I veri festeggiamenti solenni di popolo restano comunque in calendario nel cuore della Londra reale per l'11 giugno prossimo, introdotti il 10 da una grandiosa liturgia di ringraziamento nella cattedrale di St. Paul.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    Florida




    locandina


    Un film di Philippe Le Guay. Con Jean Rochefort, Sandrine Kiberlain, Anamaria Marinca, Laurent Lucas, Tommy O'Brien.


    Sotto l'attento controllo di Le Guay, il duo Rochefort/Kiberlain riesce a prendere la giusta distanza dal rischio di trasformare lo script in una farsa.
    Giancarlo Zappoli


    Claude Lherminier è stato proprietario e dirigente di un'importante cartiera di Annecy ed è ora un ottantenne che inizia a sentire, senza volerli ammettere, i primi importanti segni della demenza senile. La figlia Carole, che lo ha sostituito nella direzione aziendale, cerca di occuparsene affidandolo a badanti che lui mette, più o meno scientemente, in difficoltà. C'è poi un suo desiderio ricorrente al quale non vuole rinunciare: rivedere l'altra figlia, Alice, che vive in Florida.
    Dopo averci regalato due piccoli gioielli della cinematografia d' Oltralpe (Le donne del 6° piano e Molière in bicicletta), Philippe Le Guay rivolge il proprio sguardo a quel momento difficile nella vita di molti in cui i figli si trovano a divenire genitori dei propri genitori. Da una parte c'è la fortuna di avere il padre (o la madre) ancora in vita ma dall'altra c'è il 'peso' di gestirne le apparenti stravaganze che sono invece segni del progredire del disagio psichico.
    Con un attore straordinario come Jean Rochefort tutto questo diventa facile. Le sfumature, i sorrisi astuti e quelli che esprimono disagio, i lampi nello sguardo che in un momento fanno percepire la consapevolezza dell'agire e un istante dopo si spengono affogando nella più totale distanza da quanto circonda il personaggio, sostanziano tutta la sua interpretazione. Di fronte si trova una Sandrine Kiberlain che offre a Carole tutta la disponibilità di una figlia consapevole di una situazione che rischia però di mettere a repentaglio la sua vita di coppia adoperandosi per un genitore che ha bisogno di lei ma la sente anche come un severo controllore. Poi c'è la grande assente: Alice, l'altra figlia a cui Claude pensa incessantemente e che vuole rivedere al punto da sentirsi pronto ad affrontare un volo intercontinentale per raggiungere quella Florida con cui mantiene comunque un contatto attraverso i succhi di frutta.
    Si ride grazie a questo film ma si tratta di una risata carica di tristezza soprattutto per chi è consapevole che poco o nulla degli atteggiamenti di Monsieur Claude è inventato. Il duo Rochefort/Kiberlain riesce a prendere la giusta distanza dal rischio di trasformare lo script in una farsa. Sotto l'attento controllo di Le Guay che conosce il senso della misura.




    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    « Poi che il Romano Uccello lo stendardo
    latino impose su l'itale terre,
    surgesti minaccioso baluardo. »
    (Guido Gozzano, il Castello di Agliè, vv 1-3)


    Il Castello di Aglie’


    Il Castello Ducale di Aglié si trova a poco più di 30 chilometri da Torino. Situato nell’ omonimo comune, fa parte delle Residenze Sabaude del Piemonte. Si tratta di un edificio dallo stile architet-
    tonico particolare in quanto somma di diversi stili che si sono succeduti nel corso dei secoli.
    Con i suoi ventimila metri quadrati di superficie sviluppati su quattro piani e altrettanti ammezzati, il Castello di Agliè è una delle più grandi dimore che la storia sabauda ci ha lasciato. Nei suoi saloni si conserva un enorme patrimonio di arredi, stimabile in oltre cinquemila oggetti. Gli fa corona un Giardino con labirinti, parterres, fontane, serre per le grandi piante di agrumi e un parco arricchito da piante plurisecolari, resti archeologici e un lago con un isolotto centrale. Il castello conta oltre 300 stanze, riccamente decorate e in parte arredate, come il favoloso salone da ballo centrale con affreschi del XVII secolo ed il salone d’ingresso con stucchi settecenteschi. Il castello è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO.

    Al suo interno si trovano delle sale uniche nel loro genere, come il “Museo delle Statue”, il magnifico Teatrino con gli arredi lignei integri, la Sala Cinese, dove si conserva una raccolta di oggetti. Negli ammezzati è allestito l’Ospedaletto, un vero e proprio ospedale militare realizzato negli anni della I Guerra mondiale. Il magnifico Teatrino, sorto sul luogo destinato in origine ad accogliere una cappella dedicata a S. Michele, mai compiuta, con gli arredi lignei integri e lo splendido corredo pittorico, è uno dei tesori più belli del castello
    La Sala Cinese conserva una raccolta di oggetti provenienti dall’Asia, con porcellane della Thailandia e altri oggetti tra i quali una statua di Buddha in oro. Nella stessa si trovano armature giapponesi del periodo Edo (1603-1867), appartenute a guerrieri di alto rango.
    Il “Museo delle Statue” o “Museo Tuscolano”, una Galleria d’arte d’eccezione, che raccoglie le antichità provenienti dagli scavi archeologici, condotti da Luigi Biondi nella Villa Tuscolana di Rufinella nei pressi di Roma, come quella che raffigura Enea con Anchise e Troilo che fugge da Ilio.
    La parte di giardino pensile, vicino al castello, conserva ancora oggi l´impianto tipico del giardino all´italiana. Il grande parco ad ovest realizzato tra il 1770 e il 1771, venne radicalmente trasformato dal Kurten nella prima metà dell´Ottocento secondo lo stile paesaggistico allora in voga.

    Il castello è stato usato come ambientazione per le serie televisive Maria José, Elisa di Rivombrosa e La bella e la bestia.

    …storia…



    Il nucleo originario del castello risale verosimil-
    mente al XII secolo, periodo in cui la dinastia dei San Martino si stava affermando nell’area canavesana. Nel XVI secolo il forte si presentava ancora di aspetto medievale, con un maschio centrale, una corte circondata da edifici rurali e un giardino, circondati da una robusta muraglia difensiva e da un fossato. Nel 1667 il conte Filippo San Martino, consigliere della Madama Reale Cristina di Francia, commissionò all'architetto reale Amedeo di Castellamonte la trasformazione della facciata sul giardino, il complesso della cappella di San Massimo, le due gallerie e il cortile. Nel 1764 i conti San Martino vendettero la proprietà ai Savoia, come appannaggio del secondogenito di Carlo Emanuele III, Benedetto Maria Maurizio, duca del Chiablese, e ne affidarono la ristrutturazione all'architetto Ignazio Birago di Borgaro che intervenne sugli interni realizzando ampi appartamenti. Il borgo stesso fu coinvolto nel vasto programma di rinnovamento, con l’edificazione dell’attuale parrocchiale, collegata al castello da una galleria coperta a due piani, tuttora esistente. Birago chiamò ad Agliè artisti cari alla corte torinese: i fratelli Filippo e Ignazio Collino per la statuaria delle fontane, lo stuccatore Giuseppe Bolina per gli apparati decorativi del grande atrio d’ingresso. Nei primi anni del XIX secolo, durante la dominazione napoleonica il castello fu trasformato in ospizio, il parco lottizzato e venduto a privati. A partire dal 1823 l'edificio rientrò a far parte dei possedimenti di Casa Savoia che, durante il regno di Carlo Felice, apportarono una significativa ristrutturazione degli interni, rinnovandone completamente gli arredi. La ristrutturazione venne affidata all'architetto Michele Borda di Saluzzo.
    Vennero eseguiti alti lavori, fra i quali il grande lago, il laghetto e le isole che modificarono radicalmente l'aspetto di giardino all'italiana, il tutto ad opera dell'architetto tedesco Xavier Kurten.
    La morte della vedova di Carlo Felice, Maria Cristina di Borbone-Napoli, avvenuta nel 1849, segnò il passaggio del castello a Carlo Alberto di Savoia-Carignano (Carlo Felice e Maria Cristina non ebbero eredi diretti), il quale lo lasciò al figlio cadetto Ferdinando di Savoia, duca di Genova, che nel 1939 lo vendette allo Stato italiano per 8 milioni di lire.

    ..la Famiglia San Martino d’Aglie’..



    La famiglia dei San Martino d’Aglie’ e’ tra le piu’ antiche della nobilta’ piemontese, discendente da re Arduino. Il conte Filippo Giuseppe San Martino d'Agliè è noto, oltre che consigliere politico della duchessa, letterato, musicista e coreografo, per essere stato l’amante della prima Madama Reale, Cristina di Francia, dal 1630 fino alla morte di lei. Filippo fin da giovane dimostrò un carattere libero e impetuoso: venne mandato dal padre a Roma dal cardinale Maurizio di Savoia dopo aver sfidato a duello un conte locale. E proprio frequentando la casa del mecenate Maurizio che Filippo sviluppò l’interesse e l’amore per il teatro, la musica e la letteratura che non l’abbandono’ per tutta la vita.

    Filippo e Cristina si incontrano a Cherasco, nel 1630 e provano subito una forte attrazione. Filippo d’Aglie’ divenne bersaglio delle accuse del popolo per gli stipendi, i titoli, i redditi che accumulava grazie alla benevolenza della duchessa. Nel 1638, un anno dopo la morte del marito di Cristina, il nunzio pontificio scriveva a Roma: “ Si dice che madama abbia segretamente sposato il conte Filippo e che dormano insieme ogni notte e pare che ve ne siano riscontri.” Alcuni sospettarono addirittura che Filippo sia stato il vero padre del secondo figlio della duchessa, Carlo Emanuele.

    Fu Filippo che organizzò la fuga dal palazzo di Cristina, radunando attorno a lei i sudditi rimasti fedeli, quando Tommaso entra a Torino con l’intenzione di arrestarla quale amica dei Francesi, nemici della Savoia. Fu Filippo che restò vicino a lei per tutta la guerra civile, consigliandola anche politicamente, affrontando con fermezza, al suo fianco le trattative con Richelieu e Luigi XIII.
    Per questo suo ruolo e per aver aiutato la duchessa a difendere l’autonomia sabauda, si attirò l’avversione del potente cardinale. Richelieu individuò nel conte un ostacolo ai suoi piani su Cristina e sul ducato sabaudo. Il 30 dicembre dell’anno del 1640, durante i preparativi del ballo di Capodanno a corte, mentre Cristina e la figlia Ludovica si stavano abbigliando, dei soldati francesi entrarono nel palazzo: un ufficiale si avvicinò deciso a Filippo e gli ordinò di seguirlo. “Per ordine di Luigi XIII, il conte d’Aglie’ deve lasciare Torino alla volta di Parigi, prigioniero dei Francesi. L’accusa fu quella di aver interferito, senza averne l’autorita’, nelle vicende belliche. Guardò ancora una volta la porta dalla quale avrebbe dovuto entrare da un momento all’altro Cristina, poi seguì deciso i suoi carcerieri.” Quando la duchessa apprese la notizia, svenne e la festa fu annullata.
    La prigionia di Filippo durò fino alla morte di Richelieu, nonostante tutti i tentativi di Cristina di intercedere presso il fratello Luigi. Fu una prigione dorata, nel castello di Vincennes, dove venne trattato dai nobili presenti come un loro pari e ricevette un trattamento degno del favorito della principessa “nemica”. Alla morte di Richelieu, il 30 dicembre 1642, Filippo venne liberato e riabbracciò Cristina, dopo due anni esatti di prigionia.

    (Gabry)





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    La Musica del Cuore




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    I Grandi Cantautori Italiani







    foto:intelligonews.it


    Vasco Rossi

    Vasco Rossi, anche noto come Vasco o con l'appellativo Il Blasco (Zocca, 7 febbraio 1952), è un cantautore italiano, considerato uno dei massimi esponenti della musica rock e pop italiana.

    Autodefinitosi provoca(u)tore, ha pubblicato 37 album dall'inizio della sua carriera (1977), di cui 17 album in studio, 9 album dal vivo e 11 raccolte ufficiali, e ha composto complessivamente più di 150 canzoni oltre a numerosi testi e musiche per altri interpreti. Con oltre 35 milioni di copie vendute è uno dei cantautori italiani di maggior successo e fama, e uno tra gli artisti italiani che hanno venduto il maggior numero di dischi.

    Soprannominato inizialmente Komandante dai membri del suo fan club ufficiale, tale appellativo è rimasto nell'immaginario collettivo e utilizzato anche in ambito diverso. Negli anni ottanta, per via dello stile di vita sregolato caratterizzato da alcol, droga, donne e continui tour frenetici, ricevette notevoli critiche da parte dei mass media.

    Il nome gli è stato dato dal padre Giovanni Carlo, di mestiere camionista, in omaggio a un omonimo compagno di prigionia in Germania durante la seconda guerra mondiale. Trascorre un'infanzia serena, circondato dall'affetto della sua famiglia, mostrando un carattere timido.

    Il mestiere di autotrasportatore del padre lo porta a trascorrere un paio d'anni della sua prima giovinezza a Siniscola, come da lui stesso confermato durante un suo concerto a Cagliari del 2010.

    Fin da bambino, su decisione della madre Novella Corsi, casalinga appassionata di musica, viene iscritto a scuola di canto dal maestro Bononcini e inizia ad appassionarsi al mondo della musica. A 13 anni vince l'"Usignolo d'oro", una manifestazione canora modenese, con il brano Come nelle fiabe, mentre a 14 anni entra a far parte del suo primo gruppo musicale, un quintetto chiamato "Killer", nome successivamente trasformato in "Little Boys"; del gruppo fa parte anche Marco Gherardi, che più volte sarà compagno di avventura di Vasco.
    Nel 1967, dopo la licenza media, viene iscritto dalla famiglia all'istituto dei salesiani San Giuseppe a Modena, affinché possa conseguire il diploma. L'esperienza in collegio si rivela traumatica: gli educatori, infatti, si mostrano molto severi e Vasco inizia ad avere un carattere ribelle, che lo porta ad essere poco propenso a rispettare le rigide regole dell'istituto; inoltre, lega poco con i compagni di collegio, che tendono a isolarlo e schernirlo per le sue origini di paese. È un periodo che segnerà profondamente il carattere di Vasco Rossi: il pessimo rapporto maturato coi salesiani si estenderà nei riguardi delle altre figure ecclesiastiche, sviluppando inoltre una sorta di complesso per le sue origini montanare, col quale imparerà a convivere senza mai riuscire a superarlo del tutto, neppure in età adulta. Scappa due volte, rifugiandosi a casa di una zia a Bologna; in seguito alla seconda fuga, il padre lo iscrive all'Istituto Tecnico Commerciale "Tanari" del capoluogo emiliano, dove alloggia presso la casa della zia. Finalmente, consegue il diploma di ragioniere.
    A Bologna, Vasco soggiorna in un periodo di particolare fermento sociale: la contestazione studentesca divampa e la città ne è particolarmente coinvolta. Appoggia le posizioni anarchiche, anche se non si distingue per la partecipazione alle lotte politiche, cui resta fondamentalmente indifferente. È molto affascinato, invece, dal mondo del teatro, tanto che matura il sogno di iscriversi al DAMS per frequentare il corso di teatro alternativo. Ma il padre non approva l'idea; pertanto, nell'autunno del 1972 Vasco si vede costretto ad iscriversi al corso di laurea in Economia e Commercio all'Università di Bologna.

    Pochi mesi prima, aveva aperto insieme a Marco Gherardi, suo amico d'infanzia, un piccolo locale, il "Punto Club", nei pressi di Zocca, che più tardi diventerà una vera e propria discoteca; in questo primo periodo viene utilizzato come base per organizzare feste ed eventi, e Vasco si spende per l'organizzazione con discreti risultati.

    Vasco successivamente lascia la casa della zia per andare a vivere presso una casa in affitto, sempre a Bologna, insieme a due amici, decidendo di prendere seriamente l'impegno universitario; tuttavia, dopo un buon inizio, si lascia sedurre dalla turbolenza della Bologna di quegli anni. Continua a restare sempre piuttosto ai margini della lotta politica; frequenta poi il Teatro Evento di Bologna, per il quale firmerà qualche regia e qualche presenza come attore; e, infine, si fidanza con Paola Panzacchi, una convinta femminista, iniziando una storia d'amore molto difficile, da cui uscirà "con le ossa rotte". Inoltre, amplia notevolmente la sua cultura musicale: oltre agli italiani Lucio Battisti, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, ascolta molto rock anglosassone, soprattutto i Rolling Stones.

    Nel 1974, abbandona definitivamente Economia e Commercio per iscriversi a Pedagogia, più affine alle sue inclinazioni, ma interromperà gli studi a otto esami dalla laurea. L'anno successivo si trasferisce a Modena, per risparmiare sull'affitto, dividendo l'appartamento con altri amici.

    Il 1975 è un anno storico per la sua formazione: convinto dall'idea dell'amico Marco Gherardi, fonda a Zocca Punto Radio, una Radio libera sul modello delle centinaia che nascevano in quegli anni in Italia, destinata a servire il pubblico dell'Appennino tosco-emiliano, ma anche Modena e Bologna. Punto Radio viene citata da Pupi Avati nel suo film Gli amici del bar Margherita.

    L'esperienza della radio è decisiva per la carriera di Vasco Rossi. Prima di tutto, gli dà la possibilità di maturare come showman, visto che Rossi sarà uno dei principali DJ sia dei programmi radiofonici sia delle serate speciali che la radio organizzerà presso le principali discoteche dell'Emilia-Romagna e, in secondo luogo, gli darà l'opportunità di conoscere una serie di persone fondamentali nella sua futura carriera, come Riccardo Bellei, Gaetano Curreri, Maurizio Solieri, Massimo Riva, allora giovanissimo, e Red Ronnie, che allora lavorava per la BBC, un'altra radio libera di Bologna. È proprio nelle serate-evento organizzate dalla radio nei locali emiliani che Vasco Rossi, per la prima volta, imbraccia la chitarra e canta al pubblico alcune canzoni, comprese alcune scritte da lui stesso.
    Sotto la spinta dei suoi amici, tra i quali Gaetano Curreri, leader degli Stadio, incide nel 1977 il suo primo 45 giri, Jenny/Silvia contenente i brani Jenny (una sorta di bozza di Jenny è pazza) e Silvia, per l'etichetta Borgatti Music, che fino ad allora aveva curato la produzione e distribuzione di dischi legati al ballo liscio.

    L'anno successivo esce invece il suo primo album, ...Ma cosa vuoi che sia una canzone..., distribuito solo in Emilia-Romagna. L'album è di stampo cantautorale, ancora distante dalla linea rock adottata da Vasco negli anni a venire.

    Il suo secondo album viene pubblicato nel 1979 con il titolo Non siamo mica gli americani. Il disco ottiene più successo rispetto al precedente, anche se in fatto di vendite non raggiunge livelli alti. L'album è diventato famoso soprattutto perché contiene la canzone Albachiara, che anni dopo sarà scoperta dal grande pubblico e diventerà uno dei maggiori successi di Vasco, nonché per anni pezzo conclusivo di gran parte dei suoi concerti. La prima apparizione di Rossi in televisione è datata 10 gennaio 1979, quando partecipa come concorrente alla trasmissione 10 Hertz condotta da Gianni Morandi. Alla fine del programma, Vasco canta La strega (la diva del sabato sera). Lo spezzone è stato riproposto, a trent'anni di distanza, da La Storia siamo noi nello speciale Solo Vasco di Caterina Stagno del 26 novembre 2008.

    Il 31 ottobre 1979 il padre Giovanni Carlo muore stroncato da un infarto mentre era intento a compiere una manovra a bordo del suo camion. È uno shock terrificante per Vasco, che in un primo momento, soffrendo di sensi di colpa per aver intrapreso una professione così diversa da quella del padre, pensa addirittura di abbandonare il mondo della musica.

    È di quegli anni la sua prima esibizione in piazza, precisamente nella Piazza Maggiore di Bologna su iniziativa di Bibi Ballandi, il suo primo manager

    Nel 1980 esce il terzo album, Colpa d'Alfredo. Neanche questo album ottiene molto successo di vendite, questa volta a causa della censura da parte di alcune radio della canzone che dà il titolo all'album in quanto ritenuta volgare ed offensiva in alcune parti del testo.

    Lo stesso anno nasce la collaborazione tra Vasco e la Steve Rogers Band, con la quale verrà organizzato il suo primo tour.

    La popolarità di Vasco Rossi, che inizia a farsi conoscere anche a livello nazionale, cresce in seguito a una sua esibizione dal vivo, durante la nota trasmissione televisiva Domenica In. In questa occasione canta il brano Sensazioni forti.

    La sua esibizione viene ampiamente criticata dal giornalista Nantas Salvalaggio (che sarà, nel testo della futura hit Vado al massimo, definito da Vasco "quel tale che scrive sul giornale") che, in un suo articolo sul settimanale Oggi, si scaglia contro il cantante e contro la RAI, colpevole di ospitare nel suo più popolare programma della domenica un simile esempio di "ebete, cattivo e drogato".

    Il rocker ed il suo staff protestano nei confronti del giornalista, ma l'inconveniente, nei fatti, aumenta il nascente mito del Blasco, soprannome nato d'altronde in quel periodo.

    È con il quarto album che inizia ad arrivare il successo, Siamo solo noi viene pubblicato nel 1981 e, tuttora, viene considerato uno dei migliori lavori del cantante; la canzone che dà il titolo all'album verrà più volte identificata come un vero e proprio "inno generazionale", tutt'oggi attuale per i suoi fan.

    Così, nel 1982, Vasco partecipa al Festival con la canzone Vado al massimo, ironica risposta a Nantas Salvalaggio, il giornalista che due anni prima lo aveva criticato ferocemente sulle pagine del settimanale Oggi (che nel testo viene apostrofato come "quel tale che scrive sul giornale".). La performance del rocker fece scalpore: al termine della sua esecuzione, nell'atto di abbandonare il palco, Vasco si infilò il microfono nella tasca della giacca, con l'intenzione di darlo al concorrente successivo. A causa del filo troppo corto tuttavia esso gli si sfilò e cadde a terra, facendo diffondere l'opinione che egli lo avesse gettato intenzionalmente sul pavimento, per spregio nei confronti della manifestazione.

    Fu lo scalpore che proprio il rocker di Zocca voleva creare per distinguersi dagli altri partecipanti di una manifestazione.

    Nell'aprile dello stesso anno esce l'album omonimo, che resterà in classifica per sedici settimane.

    L'anno seguente Vasco si presenta di nuovo a Sanremo con Vita spericolata. La canzone diventerà uno dei classici della musica italiana (così come Siamo solo noi) e raggiunge lo stesso anno il 6º posto nella classifica dei 45 giri; al Teatro Ariston, entrata in finale, si classificherà al penultimo posto nella graduatoria. Anche in questa occasione la partecipazione del rocker emiliano fece scalpore: all'attacco dell'ultimo ritornello, Vasco abbandonò improvvisamente il palco, mentre la base musicale continuava a suonare, evidenziando che aveva cantato in playback.
    Segue l'uscita dell'album Bollicine. È il sesto album in sei anni, quello che consacra definitivamente Vasco Rossi a icona del rock italiano: resta in classifica per 35 settimane, e si piazza come quinto album più venduto dell'anno. L'ironica canzone Bollicine, farcita di slogan e frasi ad effetto (con chiari riferimenti all'uso della cocaina), vince il Festivalbar '83, e il tour per promuovere l'album è un trionfo. È sicuramente uno dei periodi di massimo successo dal punto di vista musicale, ma non dal punto di vista umano: secondo alcuni biografi, in quel periodo Vasco sta veramente andando al massimo: è farmaco-dipendente, vive come se fosse sempre su un palco, non dorme per giorni interi mentre continua ad assumere anfetamina e Lexotan, tanto da costringere il manager Guido Elmi ad annullare vari concerti.

    Nel 1983 si approfondisce anche la collaborazione con gli Stadio di Gaetano Curreri e Ricky Portera (all'epoca ancora presente in formazione), per i quali scrive il testo del brano Acqua e sapone che diverrà hit nazionale anche in quanto colonna sonora dell'omonimo film di Carlo Verdone. Nel 1984 ulteriori interventi di Vasco Rossi con gli Stadio sono il testo e la voce (con cori di Lucio Dalla) in La faccia delle donne, brano di spicco dell'omonimo album della band di Curreri.

    All'inizio del 1984, esce la prima raccolta dal vivo: Va bene, va bene così, che resterà in classifica 33 settimane di cui 8 al primo posto. Ma il 20 aprile dello stesso anno, il rocker viene fermato in una discoteca nei pressi di Bologna e arrestato. Dopo una perquisizione in un casolare di Casalecchio, dove abita insieme ad altri componenti della sua band, Rossi consegna spontaneamente 26 grammi di cocaina ai carabinieri. Trascorre 22 giorni di prigione (di cui 5 in isolamento) presso il carcere di Rocca Costanza a Pesaro, con l'accusa di detenzione di cocaina e spaccio non a scopo di lucro. Nei giorni di detenzione riesce a liberarsi dalle anfetamine, nonostante la sua situazione psicofisica rimanga piuttosto precaria. Del panorama musicale italiano soltanto Fabrizio De André e Dori Ghezzi danno pieno sostegno al cantante, visitandolo in carcere. Il 12 maggio Rossi ottiene la libertà provvisoria. Il processo lo scagiona dall'accusa di spaccio, ma lo condanna a due anni e otto mesi con la condizionale, per detenzione di sostanze stupefacenti.

    Di lì a poco, nel 1985, Vasco pubblica l'album Cosa succede in città, considerato secondo certi aspetti l'album della rinascita. Sebbene contenga canzoni storiche poi divenute pilastri delle composizioni di Vasco, secondo la critica l'album è tecnicamente perfetto ma per i testi ed i contenuti viene considerato un album piuttosto "fiacco", anche a causa delle vicende che lo precedettero, tanto che secondo alcune persone vicine a Rossi l'album non soddisfece completamente né Vasco né Elmi. Ciò nonostante, l'album resta in classifica per 29 settimane.

    L'anno seguente, diventa padre a Pagani per la prima volta e per due anni sparisce completamente. Qualcuno parla di esaurimento nervoso, ma è un periodo in cui Vasco ricerca se stesso e rivede vecchi amici di infanzia. A questo periodo risale anche la frequentazione con un ancora relativamente sconosciuto Zucchero Fornaciari. Come raccontato da Zucchero nella sua autobiografia Il suono della domenica - Il romanzo della mia vita tra i due cantanti è poi nata un'amicizia duratura: i due hanno più volte manifestato stima reciproca.


    Nel 1987 Vasco torna sulla scena pubblicando C'è chi dice no, che resterà in classifica 38 settimane, di cui 12 in testa. Il successo è tale che perfino Adriano Celentano lo vuole ospite in Rai. Lui inizialmente accetta, salvo poi cambiare idea il giorno prima della trasmissione facendo infuriare i vertici dell'emittente televisiva, che minacciano di bandirlo per sempre da ogni trasmissione. Ma Rossi a questo punto della sua carriera può ampiamente permetterselo, tanto che il sempre crescente successo di spettatori costringe il cantante ad abbandonare i palazzetti per orientarsi verso spazi più ampi: inizia l'epoca degli stadi.

    Il 1º luglio 1988 viene nuovamente arrestato mentre da solo a bordo della sua BMW 750 procede zigzagando sulla A14 con a bordo un grammo di cocaina, uno sfollagente e una pistola lanciagas. Viene prontamente rilasciato tra le guardie carcerarie e i fan che gli chiedono abbracci e autografi.

    Nel 1989, prima dell'uscita dell'album Liberi liberi realizzato per conto della EMI, Rossi rompe con Guido Elmi e la Steve Rogers Band ritrovandosi praticamente da solo con Maurizio Lolli. Senza Solieri e Riva, parte comunque il Liberi Liberi Tour, il cui grande successo porta alla pubblicazione dell'album dal vivo Fronte del palco (1990).

    Il 6 dicembre 1989 viene condannato ad un'ammenda di 2 milioni e 800 000 lire in seguito all'infelice episodio del 1984.

    L'anno successivo vengono organizzati in rapida successione (10 e 14 luglio) due concerti rispettivamente negli stadi San Siro a Milano e Flaminio a Roma, per un totale di circa 90.000 spettatori Con il concerto a S. Siro Vasco Rossi diventa il terzo artista italiano, dopo Edoardo Bennato nel 1980 e Claudio Baglioni nel 1985, a raccogliere un numero di fan così ampio da riempire lo stadio Giuseppe Meazza. Una parte del concerto di Milano viene pubblicata nell'album Vasco live 10.7.90 San Siro.

    Nel 1992 torna a collaborare con la band degli Stadio per la quale scrive il testo della hit radiofonica Stupidi all'interno dell'album Puoi fidarti di me.

    Diventato padre per la seconda volta, il cantante fa uscire l'album Gli spari sopra (1993) col quale vincerà 10 dischi di platino (suo record di vendite tutt'oggi imbattuto). L'album fu preceduto dal singolo Gli spari sopra, mini-CD che contiene, oltre ad alcune versioni alternative de L'uomo che hai di fronte e Delusa con riferimenti alle allora ragazze di Non è la RAI, anche l'inedito Se è vero o no, che non fu inserito nell'album Gli spari sopra. Nel 1994, regala agli iscritti al suo fan club ufficiale un CD contenente l'inedita Senza parole.

    Nel 1995 il rocker è di nuovo a San Siro con un doppio concerto evento, Rock sotto l'assedio, contro la guerra in Jugoslavia. Sul palco sono ospitati gruppi musicali, di etnie diverse, fatti giungere clandestinamente dalla zona della guerra con l'aiuto di collaboratori come il fotoreporter Massimo Sciacca e l'organizzatore Enrico Rovelli. In questa occasione canta per la prima volta Generale di Francesco De Gregori, cantautore che da sempre è un suo riferimento, interpretandola nel proprio inconfondibile stile rock. Vasco promuove la serata come occasione di riflessione contro la violenza della guerra, ma molti giornalisti polemizzeranno con lui per non avere devoluto l'incasso alla causa jugoslava. Vasco con Maurizio Lolli e Mirco Bezzi realizza un sito internet, il primo in Italia per un artista musicale, dedicato a raccogliere le testimonianze di reporter dalle zone di guerra intercettate sulla nascente rete di comunicazione, e le biografie dei gruppi musicali che si esibiscono.

    Nel 1996 pubblica l'album Nessun pericolo... per te, contenente una canzone, Gli angeli, dedicata all'amico Maurizio Lolli morto di cancro ai polmoni e il cui video (una produzione colossale di 600 milioni di lire) viene diretto da Roman Polański. Il video viene messo a disposizione su internet, un evento abbastanza inusuale per quegli anni, cosicché Vasco diventa un precursore del tempo e dei nuovi sistemi tecnologici che avanzano. La canzone viene distribuita in un singolo a forma triangolare a tiratura limitata. La forma del cd singolo potrebbe essere un chiaro omaggio all'attributo femminile, al quale spesso Vasco fa riferimento con gesti inequivocabili nei suoi concerti e nello specifico nella canzone Rewind, la cui musica è scritta per lui dall'amico di sempre Gaetano Curreri leader degli Stadio.

    Nel 1997 esce Rock, una raccolta di vecchi pezzi riarrangiati, che porterà il cantante ad esibirsi nell'ex stabilimento Italsider di Bagnoli, nell'ambito della prima edizione del Neapolis Rock Festival. Quell'anno Rossi è presente come autore al Festival di Sanremo (in coppia con Gaetano Curreri e Roberto Ferri) con ...E dimmi che non vuoi morire scritta per Patty Pravo, insignita del premio della critica. Sempre per il Festival di Sanremo, nel 1999 scrive la canzone Lo zaino cantata dagli Stadio.

    Nel 1998 esce Canzoni per me, in cui, tra le altre, riprende anche vecchie canzoni, scritte all'inizio della carriera e mai pubblicate. In quel periodo trionfa al Festivalbar '98 ottenendo la sua seconda vittoria in tale competizione, con Io no, e ottiene per la prima volta la Targa Tenco nella categoria miglior album dell'anno.


    Il 1998 è un anno storico per la carriera di Vasco Rossi: il disco non porta, infatti, com'era abitudine, una nuova tournée, ma viene deciso di tenere un unico concerto, accettando la proposta di essere headliner della prima edizione dell'Heineken Jammin' Festival a Imola.

    Alla serata partecipano 130.000 persone, segnando un evento nell'intera storia della musica italiana: il successo di Vasco diviene di massa, e il rocker di Zocca viene universalmente riconosciuto come la star della musica italiana contemporanea.

    La serata viene immortalata nel video Rewind e relativo album dal vivo Rewind nel 1999, a cui fa seguito il Rewind tour.

    A pochi giorni dalla prima tappa del tour allo stadio Curi di Perugia, viene a mancare per un'overdose di eroina, l'inseparabile "compagno di avventure" Massimo Riva, chitarrista della band e autore-coautore di una buona parte del repertorio musicale di Vasco. A partire dal Rewind tour, il rocker di Zocca ricorderà l'amico scomparso in ogni concerto, dopo aver cantato il brano Canzone.

    Nel 1999, esce il singolo La fine del millennio, i cui proventi vengono devoluti all'associazione onlus per il recupero dei tossicodipendenti, fondata dai parenti di Massimo Riva. La copertina riprende il Cristo bendato di una immagine di scena tratta dal "Teatro delle orge e dei misteri" dell'austriaco Hermann Nitsch.

    Nel 2000, si ricompone la collaborazione con Patty Pravo, alla quale l'artista dedica un tributo con il brano scritto insieme a Pia Tuccitto per lei Una donna da sognare, titolo anche dell'album, nel quale c'è la firma di Vasco Rossi (che è anche produttore del cd) anche in Una mattina d'estate, condotta al successo dalla Pravo al Festivalbar di quell'anno.

    Sempre quell'anno Vasco firma come coautore il testo della canzone La tua ragazza sempre, portata al Festival di Sanremo da Irene Grandi, che si piazza in seconda posizione. La collaborazione con Irene Grandi si consoliderà negli anni: nel 2003, Vasco firmerà per la cantante fiorentina il brano Prima di partire per un lungo viaggio.

    Il 2001 è l'anno di Stupido hotel e anche del terzo Festivalbar vinto con la canzone Ti prendo e ti porto via.

    Nel 2002 esce la prima raccolta pubblicizzata come ufficiale dalla EMI di brani in versione originale e rimasterizzati, Tracks, che contiene al suo interno la reinterpretazione di Generale di Francesco De Gregori, cantata durante il tour "Rock sotto l'assedio" del 1995 e mai pubblicata prima. All'uscita della raccolta fa seguito il triplo concerto evento tenutosi di nuovo a San Siro nel 2003 e dal quale sarà tratto il DVD Vasco Rossi @ S.Siro 03, non seguita, però, da una traccia audio. La reinterpretazione di Generale rappresenta una sorta di risposta e ringraziamento alla versione di Vita spericolata incisa da De Gregori nel 1993 e inclusa nel suo album Il bandito e il campione.

    Nel 2004 esce l'album Buoni o cattivi, registrato tra Bologna e Los Angeles, e successivamente venduto anche negli Stati Uniti. Il disco risulterà il più venduto in Italia nel 2004. All'album seguirà il Buoni o Cattivi Tour, articolatosi in due estati e che tocca gran parte degli stadi italiani, bissandoli dove richiesto e facendo registrare il tutto esaurito. Inoltre, il 24 settembre dello stesso anno, ha voluto regalare ai suoi fan un concerto gratuito tenutosi a Catanzaro (nel quartiere Germaneto), di fronte a 400.000 persone (record di presenze). Lo stesso Vasco ha ribattezzato questo evento "Vascstock".[38] Vasco in questa occasione si dimostrò attento all'ambiente, perché questo concerto fu ad "emissioni zero": infatti il cantante dichiarò che sarebbero stati piantati tanti alberi quanti ne fossero serviti per riequilibrare le emissioni di CO2 dovute all'energia elettrica necessaria per alimentare il concerto.

    L'11 maggio 2005 lo IULM di Milano conferisce a Rossi la laurea "honoris causa" in Scienze della comunicazione, per essere «stato protagonista di una vera rivoluzione musicale che ha anche significativi connotati sociali e relazionali introducendo uno stile espressivo, unico e insuperato, con temi del privato che fanno parte del tessuto sociale e arrivano direttamente a colpire la sensibilità dei giovani. I suoi concerti sono eventi di eccezionale portata emotiva e aggregativa. un "pezzo di carta" che Vasco esibisce con emozione e fierezza dedicandolo alla madre e ai suoi studi universitari a suo tempo interrotti.

    Il 9 settembre 2005 esce È solo un rock'n'roll show, doppio DVD, lanciando così il concetto di movieclip, in cui tutte le canzoni di Buoni o cattivi si intrecciano in un lungo videoclip di oltre due ore.

    Tre mesi dopo, il 2 dicembre 2005, esce Buoni o cattivi Live Anthology 04.05, un cofanetto comprensivo di doppio cd e triplo DVD che documenta il grande successo del "Buoni o cattivi tour" del 2004 e del 2005.

    Nel 2005 ritorna a Sanremo come ospite per la serata finale, in segno di riconoscenza al festival che gli aveva offerto una vetrina importante nonostante i magri piazzamenti allora riconosciuti, quando la sua carriera era ancora agli albori. Questa volta il pubblico lo accoglie con entusiasmo e Vasco risponde cantando l'introduzione di Vita spericolata, introdotto da Maurizio Solieri alla chitarra, e l'hit del 2004 Un senso. Dopo la performance pronuncia poche parole contro la legge anti-fumo (legge 3/2003) varata dal ministro Sirchia ed esce di scena, sottraendosi all'abituale intervista del conduttore Paolo Bonolis ai suoi ospiti.

    Il 17 dicembre 2005 Vasco torna a Zocca, la sua città natale, dove gli amici d'infanzia e tutta la comunità hanno organizzato un tributo in suo onore. Per l'occasione viene allestita anche una mostra fotografica.
    Vasco Rossi ha sostenuto nella campagna elettorale per le elezioni politiche del 2006 la lista della Rosa nel Pugno (concedendo l'utilizzo della canzone Siamo solo noi come colonna sonora dello spot del partito) e ha finanziato la coalizione L'Unione. È la prima volta che il rocker prende una posizione politica netta: in passato si era limitato a mostrare simpatia per le lotte abolizioniste di Marco Pannella, acquisendo la tessera del partito dei Radicali e prestando, nei primi anni ottanta, il suo volto ad alcune campagne antiproibizioniste. Alle elezioni per il Presidente della Repubblica del 2006, alla seconda e terza votazione il cantante ottiene in entrambe le occasioni 1 voto.

    Sempre nel 2006, Vasco annuncia pubblicamente di non cedere più i diritti delle sue canzoni per gli spot pubblicitari diventate per sua stessa ammissione un errore e per molti dei suoi fan delle emozioni che non considerano giusto commercializzarle in quel sistema.

    Il 19 gennaio 2007 esce il singolo Basta poco. Per volontà del cantautore non è venduto in alcun negozio e può essere ascoltato esclusivamente tramite radio oppure scaricato dal web o dal portale di una nota azienda telefonica. Il nuovo singolo fa registrare il record italiano di download legali, oltre centomila a distanza di due giorni dall'uscita del brano.

    L'11 maggio 2007 Vasco Rossi pubblica un mini CD, Vasco Extended Play, contenente Basta poco, la versione "original demo" della stessa, il video con i personaggi disegnati da suo figlio Luca e una reinterpretazione de La compagnia, scritta da Mogol e Carlo Donida, portata al successo da Marisa Sannia nel 1969 e reinterpretata nel 1976 da Lucio Battisti: si tratta di un brano a cui Vasco si è dichiarato molto legato e che ha reinterpretato in chiave rock.

    Il 23 novembre 2007 esce il DVD [email protected], registrato durante le due date del 27 e 28 giugno del Vasco live Tour 2007 nello stadio romano.

    Il 28 marzo 2008 esce Il mondo che vorrei, ventunesimo album del cantautore (quindicesimo in studio). Il mondo che vorrei è anche il nome del primo brano estratto da questo album, che viene lanciato in radio il 14 marzo e in tutti gli oratori della diocesi di Milano il 16 marzo, il brano entra subito al primo posto della classifica digitale Fimi. L'album raccoglie subito un enorme successo di critica e di vendite: il 3 aprile 2008 viene annunciata sul suo sito ufficiale la cifra di 400.000 copie vendute in soli 2 giorni.

    Nel maggio del 2008 è stato nominato cittadino onorario della città di Genova dal Sindaco Marta Vincenzi, in quanto ha omaggiato i genovesi regalando loro quella che è stata la "data 0" del Vasco.08 Live in concert. Inoltre, ha ricevuto a titolo onorifico la tessera che dà libero accesso agli oratori della diocesi di Genova.

    Nell'estate del 2008 prosegue il tour, iniziato a Genova, negli stadi delle principali città italiane. In sole 24 ore dall'apertura delle prevendite vennero venduti 120.000 biglietti, costringendo gli organizzatori ad aggiungere ulteriori date per le tappe di Milano, Roma, Ancona e Salerno.

    Vasco si esibisce anche all'Heineken Jammin' Festival di Mestre il 21 giugno 2008. Oltre alle canzoni del nuovo disco, Vasco regala ai fan brani come T'immagini e La noia.

    Il 5 luglio 2008, tramite il suo sito ufficiale, Vasco annunciò un ritorno sul palco a settembre, per la seconda parte della tournée, la cui data zero si è svolta il 5 settembre a Teramo.

    A fine anno, secondo i dati SIAE, Vasco detiene il primato della musica dal vivo grazie al record di presenze registrato nelle diciotto date del tour 2008.

    Il 13 marzo 2009 esce Il mondo che vorrei live, il primo concerto rock registrato in alta definizione Blu-ray durante il doppio concerto tenutosi allo Stadio Dall'Ara di Bologna il 19 e il 20 settembre 2008.

    La prima apparizione dal vivo di Vasco Rossi del 2009 ha avuto luogo in occasione del ventennale del Concerto del Primo Maggio a Roma, a 10 anni di distanza dalla sua prima partecipazione. L'esibizione è durata circa cinquanta minuti, nel corso della quale sono state proposte dieci canzoni tra cui Un ragazzo di strada, brano del 1966 scritto da I Corvi, cantato per la prima volta da Vasco Rossi.

    Il 6 ottobre 2009 ha iniziato una tournée indoor in giro per l'Italia e l'Europa, a 13 anni di distanza dall'ultimo tour al chiuso datato 1996, il Nessun Pericolo Per Te Tour. Durante questi concerti ha presentato un nuovo brano inedito intitolato Ad ogni costo, cover della hit dei Radiohead, Creep. Da notare l'anomalia della data sarda, unico concerto del tour previsto all'aperto.

    Il 27 novembre 2009 esce l'album Tracks 2 - Inediti & rarità, che contiene 3 inediti (tra cui proprio Ad ogni costo, Ho fatto un sogno e Sto pensando a te), Sally cantata interamente da Vasco ad una tappa del Europe Tour 2009, sei tracce dal vivo tratte dal "Nessun pericolo per te tour" del 1996 e tre cover suonate negli anni dal vivo una sola volta, ovvero Il tempo di morire, Un ragazzo di strada e Amico fragile). In poco più di una settimana l'album ottiene quattro dischi di platino.

    Nello stesso mese la Sony ha prodotto SingStar Vasco Rossi, gioco per PlayStation 2 e PlayStation 3.

    Successivamente viene pubblicato il secondo singolo appartenente al nuovo album, Sto pensando a te, trasmesso nelle radio a partire dal 18 dicembre del 2009.

    Il 10 marzo 2010 è uscito un numero di Topolino dove Vasco si trasforma nel Comandante Brasko, un cantante amatissimo dal pubblico che si è ritirato dai palchi e cui Zio Paperone chiede di risollevare le sorti della manifestazione canora più importante di Paperopoli, quella al Teatro Arroston. All'interno si può trovare un'intervista allo stesso Vasco dove parla della passione per Topolino. La storia, ideata da Vincenzo Mollica, è sceneggiata da Fausto Vitaliano, mentre i disegni sono di Giorgio Cavazzano.

    Nello stesso mese decide di investire sulla rivista di critica letteraria Satisfiction, divenendone editore.

    Il 22 giugno 2010 è uscito in edizione limitata l'album Vasco London Instant Live 04.05.2010 registrato appunto il 4 maggio 2010 all'Hammersmith Apollo di Londra. Questa data, segna un evento importante nella carriera del rocker, in quanto si tratta del suo primo concerto in Gran Bretagna.

    Il 7 luglio 2010, tramite la sua pagina di Facebook, Vasco ha dichiarato di avere già pronto un nuovo album che uscirà nel 2011. Il 29 novembre, sempre tramite Facebook, comunica che insieme a Gaetano Curreri ha scritto il quinto singolo di Noemi Vuoto a perdere; il brano è anche la colonna sonora di Femmine contro maschi di Fausto Brizzi.

    Il 1º febbraio 2011 viene annunciata l'uscita del nuovo album di inediti fissata per il 29 marzo; il 7 marzo è stato annunciato il nome del nuovo lavoro: Vivere o niente. Il primo singolo estratto, pubblicato il 7 febbraio (giorno del cinquantanovesimo compleanno di Vasco Rossi), si intitola Eh... già. Il disco balza subito in testa alle classifiche di vendita. Il secondo singolo è Manifesto futurista della nuova umanità, in rotazione dal 6 maggio 2011 in Italia.

    Il 15 aprile 2011 viene presentata, dal sovrintendente Stephane Lissner, la stagione 2011-2012 del Teatro alla Scala di Milano, con le musiche e la drammaturgia a firma di Vasco utilizzate per la produzione L'altra metà del cielo, spettacolo incentrato sulla figura femminile e sui giovani.[58] La "prima" doveva avere luogo il 31 marzo 2012, con successive sette repliche, ma è stata rinviata di tre giorni per uno sciopero dei lavoratori.

    L'11 giugno 2011 prende il via dall'Heineken Jammin Festival a Mestre, il tour Vasco Live Kom 011. Il tour prevede quattro concerti nel giro di pochi giorni allo stadio di San Siro e due repliche allo Stadio Olimpico. Durante l'ultima data a Milano, il rocker è stato obbligato ad accorciare la scaletta, iniziando con un evidente ritardo, causa un forte mal di schiena che nonostante le cure necessarie non accennava a passare.

    Il 26 giugno 2011, in un'intervista a Vincenzo Mollica per il TG1, parlando del suo futuro ha dichiarato che modificherà il suo modo di rapportarsi con il pubblico, in particolare ha affermato: «è felicemente conclusa la mia straordinaria attività di rockstar» e che «questa, quella in corso in quel momento, è l'ultima tournée di questo tipo». In questo periodo viene pubblicato il libro Vasco complete canzoniere.

    Il 18 luglio 2011 decide di farsi ricoverare in una clinica privata nei pressi di Bologna, per verificare la natura del mal di schiena e dagli esami si scopre che la causa del dolore, deriva da una costola fratturata. Inoltre approfitta della permanenza nella clinica per fare un check-up completo. Il 23 luglio viene annunciata l'uscita di un film-documentario sulla sua vita, artistica a privata, diretto da Alessandro Paris e Sibylle Righetti, dal titolo Questa storia qua e in uscita il 7 settembre. È stato proiettato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia ed in contemporanea in oltre 200 sale facendo registrare il tutto esaurito già in prevendita. Dal film viene estratto il singolo I soliti, in rotazione nelle radio dal 29 agosto.

    Il 22 agosto 2011, dopo una visita medica concordata alla clinica Villalba, i medici che seguono le sue condizioni di salute lo obbligano ad un riposo assoluto di almeno sessanta giorni, che ha provocato l'annullamento delle ultime quattro date del Vasco Live Kom '011: Torino, Udine, Bologna e Avellino. Al cantante viene diagnosticata un'infezione da stafilococco aureo che gli ha causato un'osteomielite al torace, un'endocardite e, in seguito, anche una polmonite.

    Il 24 novembre 2011 è uscita in editoria un'altra sua biografia, intitolata La versione di Vasco, con una tiratura di 80.000 copie; dopo tre giorni il libro è andato in ristampa con altre 50.000 copie. Il libro si è piazzato subito al primo posto nella sezione "varia" o "saggistica", mentre ha occupato la quarta posizione nella classifica generale. I proventi delle vendite sono andati ad una comunità di don Ciotti.

    Il 9 dicembre 2011, solo ed esclusivamente su iTunes, è uscita una speciale versione dell'album Vivere o niente, denominata Vivere o niente - Kom.011 Edition, contenente, oltre all'album in studio, anche un CD con 13 brani registrati durante una tappa del Vasco Live Kom '011. Il 31 marzo 2012 è stato pubblicato l'album L'altra metà del cielo contenente alcune tra le più famose canzoni di Rossi dedicate alle donne riarrangiate per l'esecuzione sul palco de La Scala; l'album ha raggiunto subito la prima posizione fra le vendite. Il 4 aprile, alla "prima" de L'altra metà del cielo, ci sono stati sei minuti di applausi finali.

    Dal 9 giugno al 14 luglio 2012 si è svolta una mostra sulle opere di Vasco in 3D, dal titolo Notte Rossi, presso il Palazzo Isolani di Bologna. Nel frattempo viene pubblicata la canzone La Luna, scritta per Patty Pravo con Gaetano Curreri e uscita ufficialmente il 15 giugno. A giugno il suo storico chitarrista Maurizio Solieri parla del rapporto tra lui e Vasco in un'intervista cui segue una piccata risposta di Vasco che lascia intendere la fine del decennale rapporto di collaborazione.

    L'8 settembre 2012 torna a esibirsi per un mini-concerto a Castellaneta Marina, in provincia di Taranto. Il 14 settembre viene di nuovo ricoverato in clinica per problemi respiratori. Il 27 novembre 2012 esce l'album dal vivo Live Kom 011: The Complete Edition, che debutta direttamente al primo posto della Classifica FIMI Artisti; in due settimane ottiene il disco d'oro e a dicembre viene certificato disco di platino per le oltre 60.000 copie vendute.

    Il 21 gennaio 2013 esce il singolo L'uomo più semplice che arriva primo in classifica, quindi vengono ufficializzate le date di sette concerti nel mese di giugno, prosecuzione del tour interrotto per problemi di salute nel 2011.. Alla morte di Enzo Jannacci avvenuta il 29 marzo 2013 Vasco scrive sulla sua pagina Facebook le proprie condoglianze e racconta l'influenza avuta sulla sua carriera artistica.

    Il 20 settembre 2013, tramite la sua pagina ufficiale di Facebook, annuncia l'incisione e la successiva uscita per il mese di ottobre di un nuovo singolo di cui anticipa sempre sul social network le prime strofe. Nello stesso post viene caricata una foto che immortala lo stesso Vasco alla guida di un'auto elettrica decapottabile. Il 15 ottobre 2013 esce pertanto il singolo Cambia-menti, che guadagna immediatamente la prima posizione nella classifica dei singoli più venduti in Italia.

    Successivamente vengono comunicate le date del Live Kom 2014 che vedranno il cantante impegnato allo Stadio Olimpico di Roma e allo Stadio San Siro di Milano. Inizialmente previste quattro date ne sono state poi aggiunte altre tre. Nessun altro, ad eccezione dello stesso Vasco con il Tour Live Kom 011, è mai riuscito a fare a San Siro ben quattro concerti di fila. Il 14 marzo esce il singolo Dannate nuvole che anticipa l'album in uscita a novembre. Ad aprile Vasco firma un accordo con la casa discografica Universal Records che prevede la pubblicazione dei prossimi tre album. Il 29 maggio 2014 riceve il riconoscimento di "Cittadino onorario della Puglia creativa" dal presidente della Regione Nichi Vendola.

    Il 25 giugno 2014 parte il Live Kom 2014; in occasione della preparazione allo spettacolo allo Stadio Olimpico di Roma, annuncia di voler dare alla sua musica una svolta metal, affermando che «A forza di fare rock duro è inevitabile finire nel metal, è una evoluzione naturale». Questo Tour raggiunge la cifra di circa 400.000 spettatori, per un incasso certificato di oltre 26 milioni di dollari, entrando al secondo posto nella classifica mondiale "Hot Tours 2014" di Billboard, subito dopo i Rolling Stones.

    L'album di inediti successivo, intitolato Sono innocente esce all'inizio di novembre. L'album segna un riavvicinamento con alcuni vecchi collaboratori (il brano Sono innocente ma... presenta come coautori Roberto Casini e Andrea Righi, entrambi ex membri della Steve Rogers Band). Inusuale è anche la presenza di un brano strumentale. Inoltre vi si trovano un inedito di Vasco scritto a 15 anni, (Marta piange ancora) e una canzone del figlio Luca Rossi (L'ape regina).

    Vasco Rossi ha tre figli di cui due, Davide e Lorenzo, sono nati entrambi nel 1986, da due madri diverse. Davide fa l'attore ed è anche un disc jockey. Lorenzo, invece, è stato riconosciuto solo nel gennaio 2003, dopo essersi sottoposto volontariamente al test del DNA. Vasco Rossi spiega questo ritardo come...

    « ...indipendente dalla mia volontà. L'avrei riconosciuto anche 15 anni fa, ma quella storia d’amore era già finita e allora non mi fu permesso di fare l'esame del DNA. »

    Il terzo, Luca, che vive con lui, è nato nel 1991 da Laura Schmidt, sua compagna dal 1987 e sua moglie dal 7 luglio 2012. Quest'ultimo risulta, tramite i registri della SIAE, coautore di diverse canzoni.

    Tra le storie negli anni ottanta, una con la conduttrice televisiva Barbara d'Urso, che ha anche dichiarato che le sarebbero state dedicate due canzoni, Brava ed Incredibile romantica. Il cantautore ha però smentito.

    È un sostenitore del Partito Radicale di Marco Pannella nel maggio 2009 s'è iscritto al Partito Radicale per la 23ª volta consecutiva. Nel 2000 era proprietario di una scuderia privata collegata ad Aprilia Racing, la Vasco Rossi Racing, che vinse il campionato del mondo ed il pilota che la guidava era Roberto Locatelli. Possiede il 90% di una società di charter. Rossi non ha mai nascosto la sua simpatia per la squadra di calcio dell'Inter, ricambiata dalla società con un comunicato ufficiale in occasione dei sessantesimo compleanno dell'artista. È inoltre ateo e favorevole all'eutanasia, dichiarandolo dopo un attacco subito dalla Chiesa Cattolica per il contenuto dell'album di Vasco Vivere o niente, uscito pochi giorni prima.

    Nel febbraio 2010 Vasco, tramite i suoi avvocati, chiede al sito satirico Nonciclopedia di cancellare la pagina lui dedicata, ritenendola diffamatoria; nell'agosto e settembre 2011 alcuni amministratori del sito sono convocati dalla polizia postale per questa stessa questione. Per protesta, il 3 ottobre 2011, gli amministratori di Nonciclopedia sospendono il servizio di loro iniziativa. Il giorno seguente il sito viene ripristinato privo della voce su Vasco contestualmente alla promessa di ritiro della querela.

    Appassionato di danza classica, nell'ottobre del 2011, insieme a Stefano Salvati, ha fondato l'associazione culturale l'Associazione Culturale Vasco Rossi Dancing Project. Nel dicembre del 2011 dona 75.000 euro all'Università degli Studi di Bologna per sostenere la ricerca (triennale) sui Biofilms Microbici, principali responsabili di varie forme infettive.



    fonte: wikipedia.org



    Albachiara

    Respiri piano per non far rumore,
    ti addormenti di sera e ti risvegli col sole.
    Sei chiara come un'alba, sei fresca come l'aria.
    Diventi rossa se qualcuno ti guarda
    e sei fantastica quando sei assorta
    nei tuoi problemi, nei tuoi pensieri
    Ti vesti svogliatamente
    non metti mai niente che possa attirare attenzione!
    Un particolare. Solo per farti guardare.
    Respiri piano per non far rumore,
    ti addormenti di sera e ti risvegli col sole.
    Sei chiara come un'alba, sei fresca come l'aria!
    Diventi rossa se qualcuno ti guarda
    e sei fantastica quando sei assorta.
    Nei tuoi problemi, nei tuoi pensieri!
    Ti vesti svogliatamente
    non metti mai niente che possa attirare attenzione
    Un particolare, per farti guardare,
    e con la faccia pulita
    cammini per strada mangiando una mela
    coi libri di scuola, ti piace studiare
    non te ne devi vergognare!
    E quando guardi con quegli occhi grandi.
    forse un po' troppo sinceri, sinceri, sinceri.
    si vede quello che pensi, quello che sogni!
    e qualche volta fai pensieri strani
    con una mano, una mano ti sfiori!
    Tu sola dentro la stanza
    e tutto il mondo fuori


    (Ivana)





    RUBRICHE






    (Redazione)





    L’ISOLA NELLO SPORT


    CRONACA SPORTIVA


    Tania Cagnotto trascina l'Italia agli Europei, oro e doppiette azzurre a Londra.

    Tania Cagnotto si conferma regina continentale nel trampolino da un metro, conquistando il 7/o oro di specialità, 4/o consecutivo, davanti a Elena Bertocchi, al primo podio che conta. L'ultima doppietta europea risale a Torino 2009. Un mercoledì da leoni per Tania Cagnotto e l'Italia agli Europei di nuoto e tuffi in corso a Londra, con cinque medaglie pesanti e di buon auspicio in vista di Rio.

    Tania Cagnotto si è confermata regina continentale nel trampolino da un metro all'Acquatics, conquistando il settimo oro nella specialità, quarto consecutivo, davanti all'altra azzurra in gara, Elena Bertocchi, al primo podio che conta. L'ultima doppietta europea risale a Torino 2009, con Cagnotto e Marconi. Poco dopo la bolzanina è tornata sulla tavola per andarsi a prendere la medaglia d'argento nella prova sincro misto da 3 metri insieme con Maicol Verzotto. Due medaglie sono venute dal sincro, dopo quelle conquistate lunedì di squadra nel tecnico e ieri da Linda Cerruti nel solo libero.

    La ligure, in coppia con Costanza Ferro, ha riportato l'Italia sul podio europeo del duo dopo otto anni, mentre nel duo misto libero brilla l'argento di Mariangela Perrupato e Giorgio Minisini. Dal piccolo trampolino, Tania Cagnotto sembrava avviata ad una facile vittoria, ma un errore l'aveva relegata al sesto posto e solo un recupero da fuoriclasse le ha permesso al sesto e ultimo tuffo di chiudere con neanche tre punti di vantaggio sulla milanese Bertocchi. medaglia di bronzo per la russa Nadezhda Bazhina.

    "Non ho mai pensato a battere Tania, però standole vicino ho centrato il mio obiettivo che era la medaglia e sono veramente soddisfatta", ha detto Bertocchi. Intanto Tania raggiungeva Verzotto per cominciare la gara in coppia dai tre metri, dove nonostante la stanchezza e la tensione è riuscita a portare a casa la sua 27/a medaglia continentale. A sbarrare la strada ai due azzurri per l'oro sono stati i britannici Reid-Daley, mentre ancora una volta la russa Bazhina si è dovuta accontentare del bronzo insieme con Nikita Shleikher Che la terza giornata della rassegna europea promettesse bene l'avevano dimostrato in vasca gli azzurri del sincro, che in fretta hanno rimpinguato il medagliere.

    La coppia ligure Cerruti-Ferro (91.2667) ha ceduto alle russe Natalia Ishchenko e Svetlana Romashia, che hanno incantato il pubblico sulle note di 'Mermaids' di Ekimyan vincendo l'oro con 96.9000, e alle ucraine Lolita Ananasova e Anna Voloshyna, d'argento con 93.3333. le azzurre hanno scelto "Sweet dreams" degli Euritmics, remixato in salsa underground. "Siamo proprio contente - ha dichiarato Cerruti - Ho nuotato molto più tranquilla dopo la medaglia conquistata nel solo e il punteggio è il migliore mai raggiunto. Ci stiamo avvicinando all'Ucraina e questo deve essere il nostro obiettivo".

    Poco dopo è arrivato il primo argento, nella prima prova agli Europei del duo misto libero, grazie a Minisini e Perrupato, che hanno avvicinato il duo russo formato da Aleksandr Maltsev e Mikhaela Kalancha. Il loro 'Lago dei Cigni' di Tchaikovsky ha fruttato 90.4667 punti mentre gli azzurri hanno concluso l'esercizio con 87.4667 punti con "Dream On" degli Aerosmith. "Siamo riusciti ad allenarci bene - ha dichiarato il 20enne romano Minisini - Avremmo potuto ottenere un punteggio più alto, ma i giudici sono stati più severi rispetto ai mondiali. Sono convinto che il sincro misto continuerà a crescere e che prima o poi arriverà alle Olimpiadi".
    (Ansa)




    Sesta tappa: si sale a Roccaraso, banco di prova per i big.
    Due Gran premi della montagna, chi non ne ha può uscire di scena. Finalmente le prime salite di un certo livello. Dopo cinque prove appannaggio di velocisti e cacciatori di tappe, la Ponte-Roccaraso, di 157 km, rappresenta un gustoso antipasto per gli amanti della montagna. E soprattutto un valido banco di prova per le aspirazioni dei big.
    E' la tappa più impegnativa della prima settimana di Giro, con due Gran premi della montagna previsti, entrambi di seconda categoria: il primo a Bocca della Selva, a quasi 1400 metri di altezza, dopo 18 km di salita al 5,6% di pendenza media ma con punte del 10%. Ma è dopo Castel di Sangro che la salita si fa più dura: si va verso l'Aremogna per 17 km alla media del 4,8%. La prima parte dell'ascesa è abbastanza ripida con un tratto al 12%; si prosegue con un falsopiano da percorrere a tutta prima di ricominciare a salire verso il traguardo con pendenze tra il 4 e il 7%. Il 7% è la pendenza anche dell'ultimo chilometro, da percorrere tutto in salita fino all'arrivo fissato a 1572 metri.
    Con ogni probabilità non si deciderà qui il vincitore del Giro, ma è qui che qualcuno dei protagonisti annunciati potrebbe lasciarci le penne. Il Giro torna a Roccaraso dopo 29 anni. Era il 1987 e quell'anno Moreno Argentin, campione del mondo in carica, si impose nella settima tappa
    (Ansa)




    Internazionali di Tennis Roma 2016: Federer eliminato, Thiem ai quarti.
    Svizzero non al meglio sconfitto in due set da giovane austriaco. Malagò: "Crisi azzurri?Ripartire da giovani". Si ferma agli ottavi il cammino del n.2 al mondo Roger Federer agli Internazionali Bnl d'Italia. Il campione svizzero, non al meglio della condizione fisica, è stato eliminato sul campo Centrale del Foro Italico di Roma dal 22enne Dominic Thiem in due set col punteggio di 7-6 (2) 6-4 in un'ora e 18 minuti di gioco. Ai quarti il tennista austriaco affronterà il vincente della sfida tra il francese Gasquet e il giapponese Nishikori.

    Malagò: "Crisi azzurri?Ripartire da giovani" - L'assenza di risultati del tennis azzurro agli Internazionali Bnl d'Italia 2016 è dovuta "in parte a casualità e sicuramente a un momento che storicamente non è buono", allo stesso tempo apre una crisi e la necessità di rifondare il movimento, come sottolinea Giovanni Malagò: "Ci siamo abituati molto bene, soprattutto con le donne negli ultimi dieci anni: inutile essere ipocriti, c'è da ricostruire un percorso partendo dai giovani, è un dato di fatto", sostiene il presidente del Coni a margine della presentazione della nuova partnership con Peanuts che porterà Snoopy a Rio 2016 come mascotte azzurra. Proprio in vista di Rio, tuttavia, il capo dello sport italiano non si dice preoccupato: "No, non lo sono affatto. Magari vengo smentito, ma credo sia una gara a parte, una partita secca a prescindere dai risultati durante l'anno. Mi dispiace che Bolelli, che era un punto fermo nel doppio, ha dei problemi fisici e questo è sicuramente importante, ma lì si gioca anche il doppio misto, è una competizione particolare". Dubbi, invece, restano sull'accoppiata rosa, dove Malagò sembra ancora nutrire chance di convincere Flavia Pennetta a tornare alle attività: "Secondo me ci sarà qualche sorpresa...", profetizza il numero uno del Coni. "Chissà, magari giocano la Errani e la Vinci che ultimamente non hanno giocato insieme, ma comunque dico che qualche sorpresa ci sarà". Ultima battuta proprio su Roberta Vinci, che dopo l'eliminazione al secondo turno di ieri aveva lasciato intendere che questo potrebbe essere il suo ultimo anno: "Ha detto un 'nì'... Quello che Roberta pensa di fare è giusto", conclude Malagò.
    (Ansa)

    (Gina)



    GOSSIPPANDO!!!




    Fedez fidanzato con Tigerlily, le news sulla coppia che appassiona i social network




    fedez-tigerlily-bacio


    Fedez si è fidanzato con Tigerlily. Verità o menzogna? Nell'ultimo periodo, il rapper sembra aver perso la testa per la dj australiana dai capelli turchini tanto che, solo per lei, ha fatto un lungo viaggio di venticinque ore...


    Fedez si è fidanzato con Tigerlily? Hanno passato tanto tempo insieme - e le news ce lo confermano -, nonostante vivano a venticinque ore di areo l'uno dall'altra! Sì, la deejay dai capelli turchini abita in Australia, dove è ben conosciuta la sua musica, che è riuscita a stregare anche il rapper dal cuore tenero. Quando la vede, batte il suo cuore, e battono tutti i tatuaggi, all'unisono.

    Non ha voluto tenere tutta per sé questa grande attrazione che prova per Tigerlily e, su Twitter, ha chiesto un immenso piacere ai suoi fan: "Aiutatemi a sposarmi con Tigerlily, vi invito tutti alle nozze". Attento, che potrebbero sorprenderti e poi saresti costretto a cercare una chiesa grande quanto una città!

    Fedez non si ferma un attimo. È affamato di musica, alla continua ricerca di generi particolari, che possano influenzare il suo mondo, ed è persino volato a Miami per il Winter Music Conference. Proprio in questa occasione, ha incontrato Tigerlily (Dara Hayes è il vero nome) che, dalla loro prima foto insieme, è stata subito etichettata come la sua fidanzata.

    I pettegoli ci hanno visto giusto? Pare proprio di sì. Ora che Giulia Valentina è un ricordo, Fedez ha solo occhi per la dj australiana:

    "Venticinque ore... Meglio berci sopra! Sto arrivando. Federico piccolo romanticone, la prossima fidanzata in Tibet".

    E, in effetti, Fedez ha proprio gli occhi a cuoricino. Non appena l'ha vista, l'ha ricoperta di baci (e lo potete vedere bene nella foto d'apertura) ed è pronto a conoscerla sempre meglio. Lei sarà d'accordo? Non ci meraviglieremmo più di tanto se, un giorno, vedessimo Fedez e Tigerlily insieme aggirarsi per i negozi di Milano.



    Fedez non ha paura della distanza e sicuramente troverà il modo per passare quanto più tempo insieme a lei. Anche se trascorrere una intera giornata in areo non è proprio il massimo... Ma, per amore, questo e altro! Aspettiamoci di vedere Fedez e Tigerlily, da perfetti fidanzati, in un prossimo video musicale. Dopo la collaborazione con J-Ax (avete ascoltato la nuova canzone Vorrei ma non posto?), ci potrebbe regalare qualche bel pezzo con la dj!



    fonte:http://www.gossippiu.com/

    (Lussy)





    … TRA CURIOSITA’ E CULTURA …



    PEREGRINATIO SANCTA.
    LE BOLLE DEI GIUBILEI DALL'ARCHIVIO SEGRETO VATICANO


    Dal 04 Maggio al 31 Luglio 2016



    "Peregrinatio Sancta. Le Bolle dei Giubilei dall'Archivio Segreto Vaticano" è un'esposizione unica che raccoglie le Bolle dei Giubilei, dal primo Giubileo della storia indetto da papa Bonifacio VIII nel 1300 fino all'ultimo Grande Giubileo indetto da Giovanni Paolo II nel 2000.
    Organizzata dall'Opera Romana Pellegrinaggi la mostra rende visibili per la prima volta al pubblico le bolle di indizione dei Giubilei Ordinari conservate presso l'Archivio Segreto Vaticano. Di norma questi documenti non sono accessibili ma in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, indetto da papa Francesco, è possibile ammirare le bolle originali e scoprirne il significato e l'importanza dal punto di vista storico. In esposizione anche tre bolle conservate presso la Biblioteca Apostolica Vaticana e un incunabolo conservato presso la Biblioteca Casanatense.



    LA BELLEZZA RITROVATA.
    CARAVAGGIO, RUBENS, PERUGINO, LOTTO
    E ALTRI 140 CAPOLAVORI RESTAURATI


    Dal 01 Aprile al 17 Luglio 2016


    Un nuovo appuntamento alle Gallerie d’Italia che ha il carattere di un vero evento: La Bellezza Ritrovata. Caravaggio, Rubens, Perugino, Lotto e altri 140 capolavori restaurati.
    Una mostra che è il frutto del progetto “Restituzioni” nato nel 1989, dapprima legato al territorio veneto, ma poi ampliatosi a tutta l’Italia: con il sostegno di Intesa Sanpaolo, capolavori che versano in condizioni precarie, selezionati dalle Soprintendenze del nostro Paese, vengono restaurati e restituiti alla collettività in tutta la loro bellezza.
    Terminati gli interventi di restauro, le opere si espongono in mostre temporanee, così che il grande pubblico possa conoscerle ed apprezzare i risultati di tali interventi.

    Nella preziosa cornice delle Gallerie d’Italia per più di tre mesi, 140 fra pitture, affreschi, mosaici, sculture, manufatti tessili, oreficerie tornati a nuova vita, faranno mostra di sé. Un viaggio lungo i secoli nella storia dell’arte, un percorso nelle diverse tecniche artistiche, un approccio alle metodologie di restauro. Fra i capolavori restituiti l’intenso ritratto del Cavaliere di Malta del Caravaggio e il trionfo barocco del Cristo Risorto di Rubens di Palazzo Pitti.
    www.arte.it




    FESTE e SAGRE





    UN LIBRO..UN AUTORE


    «Viaggiano, gli oggetti smarriti. Cercano l'amore perduto.
    Non tradiscono, non si lamentano.
    Michele li raccoglie, ma l'unico oggetto smarrito
    al quale non riesce a trovare casa
    è proprio il suo cuore abbandonato.» -
    (Maurizio de Giovanni)


    Lo strano viaggio di un oggetto smarrito

    di Basile Salvatore



    Il mare è agitato e le bandiere rosse sventolano sulla spiaggia. Il piccolo Michele ha corso a perdifiato per tornare presto a casa dopo la scuola, ma quando apre la porta della sua casa nella piccola stazione di Miniera di Mare, trova sua madre di fronte a una valigia aperta. Fra le mani tiene il diario segreto di Michele, un quaderno rosso con la copertina un po’ ammaccata. Con gli occhi pieni di tristezza la donna chiede a suo figlio di poter tenere quel diario. Lo ripone nella valigia, promettendo di restituirlo. Poi, sale sul treno in partenza dalla banchina. Sono passati vent’anni da allora. Michele vive ancora nella piccola casa dentro la stazione ferroviaria. Addosso, la divisa di capostazione di suo padre. Negli occhi, una tristezza assoluta, profonda e lontana. Perché sua madre non è mai più tornata. Michele vuole stare solo, con l’unica compagnia degli oggetti smarriti che vengono trovati ogni giorno nell’unico treno che passa da Miniera di Mare. Perché gli oggetti non se ne vanno, mantengono le promesse, non ti abbandonano. Finché un giorno, sullo stesso treno che aveva portato via sua madre, incastrato tra due sedili, Michele ritrova il suo diario. Non sa come sia possibile, ma Michele sente che è sua madre che l’ha lasciato lì. Per lui. E c’è solo una persona che può aiutarlo: Elena, una ragazza folle e imprevedibile come la vita, che lo spinge a salire su quel treno e ad andare a cercare la verità. E, forse, anche una cura per il suo cuore smarrito.

    ....recensione....



    Tutte le sere alle 19:45 in punto il treno torna alla stazione da cui era partito la mattina, Miniera di Mare, e tutte le sere, dopo che i passeggeri stanchi dalla giornata di lavoro sono scesi e sono tornati nelle loro case, Michele sale sul treno, lucida le maniglie, butta le cartacce e recupera gli oggetti dimenticati dalle persone. Ombrelli, chiavi, giacche, borse, valige, un guantone da pugilato (e chissà cosa ne è stato del fratello). Tutto, debitamente archiviato, finisce nella casa in cui abita all'interno della stazione stessa, sulle mensole ad aspettare insieme agli altri oggetti il ritorno a casa di Michele, ad osservalo preparare la stracciatella che manco gli piace, guardare un film in tv, andare a dormire e, il giorno dopo, ricominciare tutto di nuovo, ancora e ancora. Questa è la vita di Michele. Ha sempre vissuto in quella stazione, ci viveva già quando la mamma una mattina prende una valigia e se ne va per sempre, lasciandolo solo con un padre che di lui si è sempre interessato il giusto. Michele da quella stazione non si è mai allontano, è rimasto lì, chiuso nella sua routine, convinto di avere tutto quello che gli serve. Ma nella vita, come ogni buon libro insegna, ad un certo punto un vento fresco arriva, spalanca le finestre e rimescola le carte in tavola. Quel vento ha il nome di Elena che irrompe nella vita di Michele e lo spinge alla ricerca non solo di sua madre ma anche di una vita che vale la pena di essere vissuta, che ha ogni giorno un colore diverso.
    Salvatore Basile ci racconta una storia dal sapore di favola, in cui la leggerezza e la spontaneità dell'infanzia si unisco all'abbandono e al dolore. Michele è un protagonista gentile e sensibile, che guarda il mondo con gli occhi di un bambino, eppure è riuscito più volte a farmi perdere le staffe, si avete letto bene. Più lui guardava quello che lo circondava con occhi trasognati, più non parlava e rispondeva a monosillabi, più io avevo voglia di andare lì e scuoterlo, colpirlo per avere da lui una vera reazione. Michele si lascia correre la vita davanti, proprio come il treno che ogni mattina apre per la sua nuova corsa. Ma su quel treno lui ci sale solo dopo aver conosciuto Elena, che con la sua allegria e spontaneità disarmante lo convince che oltre le quattro mura di quella stazione c'è altro, magari una madre che per un buon motivo se ne è andata, magari un orso polare bianco che aspetta solo di essere trovato. Nel suo viaggio di pochi giorni Michele, finalmente, vive tutti insieme quegli episodi che nei suoi 30 anni non aveva mai vissuto: conosce persone nuove e particolari, ritrova un amico di infanzia, viene picchiato, aiuta a rubare una ruota, partecipa ad una vera cena di famiglia. Eppure in lui resta una rabbia repressa, anzi direi compressa, data da quel senso di abbandono affibbiatogli in tenera età dalla madre (ma anche dal padre).
    Per scelta non ho voluto leggere niente su questo libro, nessuna recensione o articolo. Mi sono confrontata con chi lo aveva letto prima di me e in generale ho sentito un vero entusiasmo nei confronti di questa storia. Io però non sono così convinta. La storia mi è piaciuta nella sua leggerezza, nel suo raccontare i drammi di due protagonisti in maniera però semplice e quasi ovattata, cosa che ha dato a mio parere un accento ancora più doloroso alle vicende di Michele ed Elena. Tuttavia ho trovato alcuni punti troppo lenti, troppo descrivi e troppo ripiegati su se stessi. Tutto viene descritto, ogni cosa che Michele mette nello zaino, posa su una tavola, guarda da una finestra, ogni profumo, ogni riverbero di luce, ogni strada percorsa. Tanto, troppo per una storia che invece ha il sapore della delicatezza.
    Michele è poi un protagonista sicuramente particolare ma dal carattere difficile da inquadrare. A volte mi è sembrato un cucciolo smarrito, altre un pentolone pronto ad esplodere. In più di un'occasione se io fossi stata Elena avrei girato i tacchi per lasciarlo nel suo brodo.
    (http://labibliotecadieliza.blogspot.it/)

    (Gabry)





    I BIMBI E LO SPORT!!!




    Il rispetto delle regole? Si impara con lo sport


    Bimbi_Palloncino.600


    Lo sport è una scuola di vita perché insegna ad avere rispetto per sé e per gli altri. Attenzione però: non deve essere vissuto dal bambino come qualcosa di imposto da mamma e papà, ma come un piacevole diversivo.


    Imporlo no, proporlo sì “Lo sport è un’occasione che dobbiamo offrire ai nostri figli - sottolinea Paola Scalari, psicologa e psicoterapeuta veneziana -. Essendo venuto meno lo spazio nei cortili, noi genitori dobbiamo metter loro a disposizione dei luoghi dove possano muoversi in libertà. In un’epoca in cui non si hanno molte possibilità di giocare con fratelli, cugini o vicini di casa, mancano infatti al di fuori della scuola, altre occasioni per stare insieme ad altri bambini. Attenzione, però: lo sport non deve essere vissuto come qualcosa di imposto da mamma e papà, ma come un piacevole diversivo. Soltanto la scuola e i compiti a casa sono obbligatori, lo sport è tempo libero e il tempo libero deve essere una scelta, non un dovere".

    Lo sport educa alla vita
    “Qualunque sport si pone come obiettivo la crescita armonica non solo del fisico, ma anche della personalità dell’individuo, della sua sfera emotiva e sociale - spiega Giuseppe Gangemi, coordinatore della scuola nuoto Fin (Federazione italiana nuoto) del Villaggio dello sport Parco Caserta dio Reggio Calabria. “Praticare uno sport offre al bambino l’opportunità di socializzare con altri coetanei, insegna a ‘lavorare’ insieme per un progetto comune e a rispettare le regole del gioco. Ma insegna anche ad aver rispetto per sé stessi e per gli altri, non sentirsi invincibili di fronte ai compagni solo perché si riesce bene nella pratica sportiva e a non sentirsi degli sconfitti solo perché si è più lenti degli altri”.

    Come di dovrebbero comportare i genitori? Dovrebbero "proporre più attività sportive, tra le quali il bambino possa scegliere in libertà quella (o quelle) che più lo attrae - dice la psicologa -. Solitamente in tutte le scuole all’inizio dell’anno vengono proposte delle lezioni di prova gratuite: è bene approfittarne, così il bambino può sperimentare che cosa gli piace di più”.
    Il diritto di dire basta “Così come ha il diritto di scegliere l’attività sportiva, il bambino ha diritto di rinunciare a frequentare un corso in qualsiasi momento, senza essere obbligato a continuare fino alla fine dell’anno magari solo perché si è già pagata la retta,” dice la psicologa. Dunque meglio pagare le lezioni ogni mese e verificare in corso d’opera che nostro figlio sia ancora contento di andarci.
    Certo, "prima di annullare l’iscrizione è bene parlare con l’istruttore per cercare di capire se ci può essere stato qualche motivo banale e facilmente superabile (magari un piccolo litigio con un compagno) alla base del suo rifiuto - continua Scalari - ma se il bambino si mostra determinato nella sua scelta, non insistere. Soprattutto se si tratta del periodo della fine dell’anno scolastico: il bambino è già stanco di suo, cerchiamo di capirlo e non di imporgli il saggio di fine anno".
    Allo stesso modo, dice la psicologa, "non bisogna fissarsi che una certa attività sarà portata avanti per tutta la vita: è una fantasia dei genitori, che sperano che il loro figlio diventerà un campione in una data disciplina. L’unico risultato che si potrebbe ottenere è di fargli odiare quello sport".
    Innanzitutto, un gioco “Lo sport per il bambino deve essere un gioco e niente più - continua Scalari - i genitori non devono riversare su di lui i loro desideri e non devono pretendere che primeggi sui compagni. Devono essere contenti di lui se è bravo, ma anche se non riesce benissimo. Anzi, in questo caso è bene parlare con il proprio figlio per capire se gli insuccessi gli procurano frustrazione, in modo da sostenerlo e decidere eventualmente se vuole smettere".
    E conclude: “Lo sport può essere un’ottima occasione di socializzazione anche tra le famiglie: cercare di organizzarsi per accompagnare e andare a prendere a turno i bambini può essere più comodo (i genitori non rischiano di trasformarsi in tassisti a tempo pieno!) e dà vita a nuove amicizie, per i bambini e non solo!”


    fonte:FONTE:http://www.nostrofiglio.it/

    (Lussy)





    salute-benessere



    Salute e Benessere



    Lendava1
    foto:saunamecum.it


    Terme Lendava


    Le Terme Lendava, al punto di contatto tra Slovenia, Ungheria e Croazia, sorprendono non solo per i loro effetti benefici, ma anche per le loro curiosita naturali, culturali ed etnologiche. Lungo le mortizze del fiume Mura nidificano le cicogne, qui sono anche di casa le particolari fauna e flora. Oltre 400 vigneti delle Lendavske gorice (colline vinicole) donano vini di qualita. La citta conserva la memoria dei tempi del re Mattia e del cavaliere Mihael Hadik e sorprende con la simbiosi delle diversita: con la sinagoga e la chiesa evangelica, con il poderoso castello e soprattutto con la cordialita della gente.


    jpeg
    foto:media03.tvtrip.it

    La verde simbiosi con l’acqua verde

    La piu grande curiosita naturale e l’unica acqua termominerale contenente paraffina, con riflessi verdi. L’acqua e stata scoperta nel 1965, e i suoi miracolosi influssi sulla bellezza e sul ringiovanimento hanno dato il via alla costruzione del centro termale in questo ambiente specifico che rende possibile un’infinita di esperienze nella natura. L’acqua verde con un alto contenuto di paraffina e la base della balneoterapia.


    Il vantaggio dell’essere piccoli

    L’intera offerta delle Terme Lendava e disponibile sotto un solo tetto, tutte le strutture sono collegate da un cortile. Il moderno centro balneare termale con saune e la ricca offerta di
    trattamenti per il benessere vengono completati dalle speciali esperienze gastronomiche e dalle
    numerose opportunita ricreative. Il centro termale di dimensioni minori fa da punto di partenza
    per i grandi centri termali e per le sempre
    diverse gite nei dintorni.

    La scelta giusta per chi ama la compagnia della gente amichevole
    - il miracolo dell’acqua verde
    - tutta la gentilezza sotto un tetto
    - gli attraenti vigneti dei dintorni
    L’acqua verde paraffinica di origini fossili ha effetti particolari sulla pelle, e nello stesso tempo aiuta ad attenuare tanti altri problemi. Gli ospiti amano ritornare nel piccolo centro dove tutto si unisce sotto lo stesso tetto, dove tutto si trova a portata di mano.



    Trattamenti sanitari


    Fattori curativi
    L’acqua fossile ipertermale idrogencarbonata e stata dichiarata fattore naturale curativo e viene usata per i trattamenti, la prevenzione, la riabilitazione, la ricreazione e il relax. La specificita dell’acqua di Lendava e il suo alto contenuto di paraffina, grazie al quale l’acqua e particolarmente adatta per la prevenzione e per i trattamenti di patologie del sistema locomotore, ed ha alcuni effetti farmacologici.

    Indicazioni
    Malattie reumatiche (reumatismo infiammatorio, degenerativo, extraarticolare); stati postoperatori e postraumatici del sistema locomotore; stati postraumatici e postoperatori del sistema nervoso periferico; stati derivanti da ustioni (secondo le esperienze dei nostri ospiti, l’acqua ha effetti benefici anche sulla psoriasi e sulle infiammazioni croniche dell’apparato riproduttore).

    Terapie
    Idroterapie, meccanoterapie, termoterapie, elettroterapie, magnetoterapie, cinesiterapie ed altro.

    Programmi
    - programmi curativi: antidolorifico, riabilitativo, contro problemi causati da reumatismi, osteoporosi
    - programmi preventivi manageriali, vacanze attive sotto la sorveglianza di un medico, per il benessere, contro lo stress

    Benessere

    Ricca offerta di prestazioni per il benessere. Lasciatevi consigliare, vi prepareremo programmi individuali su misura. Ecco alcuni suggerimenti per il »relax del corpo e dell’anima«:
    - programmi antistress
    - aromaterapia
    - massaggi con pietre
    - camera rigenerativa Panthermal
    - programmi perla di Lendava, mondo dei massaggi dei sogni, sorgente della giovinezza del tiglio, pelle come velluto e seta, sogni del viticoltore, signore del castello …


    Indicazioni
    malattie reumatiche, malattie neurologiche, lesioni del sistema locomotore, malattie ginecologiche


    Tempo libero e svago :

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    foto:slovenia.info

    Le Terme Lendava sono un interessante punto di partenza per girovagare nei vicini dintorni, dove resterete entusiasti per le curiosita paesaggistiche delle colline vinicole, le Lendavske gorice.

    Offerta
    - sentieri per passeggiate
    - sentieri ciclabili attraverso la pianura del Prekmurje e nelle regioni vicine
    - camminata nordica
    - equitazione
    - giochi con pallone
    - caccia e pesca
    - grazie alla gente cordiale e alla vicinanza delle regioni limitrofe, non vi annoierete mai

    Segnavia per escursionisti : Lendava con il suo castello, cantina del castello, nonché galleria d’arte e museo Lendavske gorice con la chiesetta della Ss. Trinita chiesa della S. Vergine Maria a Turnišče, la chiesa di Plečnik a Bogojina curiosita del Pomurje e del Medjimurje escursioni in Ungheria .


    300px-Cerkev_sv._Katarine,_Lendava
    foto:upload.wikimedia.org
    Chiesa di S.Katerine




    012_Palazzo
    foto:sloveniabenessere.it/



    Pubblicato da Snom
    Centri Termali, Slovenia

    (Ivana)





    ... PARLIAMO DI ...



    LE NUOVE....ARTI



    Riusuke Fukahori



    L’arte di Riusuke Fukahori è la capacità di far sembrare vero ciò che non lo è, creando abilmente un illusione ottica, che viene ingannata e privata del suo aspetto reale solamente dalla staticità dei soggetti.
    L'artista giapponese, nella sua serie di piccoli acquari con pesci unisce tecniche tradizionali, molto simili a quelle adottate nell'artigianato da souvenir nei mercatini, e le reinventa riuscendo a donare alle sue opere quella patina di semplicità e raffinatezza tipica del mondo orientale. Per dare la sensazione di profondità, alterna strati di resina trasparente su piccole figure disegnate e colorate a mano con tecnica minuziosa. Pesci prendono forma, profondità e tridimensionalità e l'inganno visivo è spettacolare.

    Caitlin Levin e Henry Hargreaves


    Caitlin Levin e Henry Hargreaves, due artisti, hanno realizzato delle mappe geografiche di diversi continenti e Paesi con i prodotti tipici del luogo. L'intento era quello di dimostrare come il cibo viaggia, non solo tra i diversi continenti ma, anche tra i diversi Paesi, diventandone icona e parte dell’identità nazionale. Mappe geografiche tutta da mangiare come quella dell’Italia che viene rappresentata nelle varie regioni da pomodori, i due artisti hanno scelto di rappresentarci da pomodori di ogni genere e preparati in diversi modi anche secchi. Poi troviamo il mais negli Stati Uniti d’America, banane di ogni tipo in Africa, una grande varietà di spezie in India e gamberetti in Australia. In Cina, la mappa è composta da soli noodles, mentre nella Francia è un fiorire di formaggi di ogni tipo. Il prodotto scelto per rappresentare e comporre la cartina geografica dell’Inghilterra sono i biscotti, ovvero i cookies. Per la Nuova Zelanda c'è una distesa di kiwi, mentre il Sud America è tutto un… limone.

    (Gabry)





    STRISCIA FUMETTO






    ... LA NATURA SULL'ISOLA ...



    “La macadamia è considerata una delle noci più squisite del mondo
    per il suo sapore unico e delicato,
    la sua croccantezza e l’intenso color crema”.
    (Chronica Horticulturae)


    LA MACADAMIA


    La Macadamia è un genere di piante perenni della famiglia delle Proteaceae che comprende nove specie. Di queste sette sono native dell' Australia orientale, una della Nuova Caledonia ed una, la Macadamia hildebrandii dell'Indonesia.
    Il nome del genere Macadamia è un omaggio al famoso scienziato australiano John McAdam, collega del botanico britannico Ferdinand von Mueller che fu il primo, insieme a Walter Hill (direttore del giardino botanico di Birsbane) a descrivere questa pianta.
    I Sinonimi della piante sono: Noce australiana, Noce del Queensland , Noce di Baphal o del “bush”.
    Sono piante sempreverdi e maestose, può arrivare a 50 anni di vita, nel corso della quale la produzione di noci cresce di pari passo. In condizioni ottimali con la presenza di climi umidi e subtropicali , l’albero di macadamia raggiunge un’altezza di 15 metri. Le foglie sono unite in gruppi da 3-6, hanno una forma ellittica, sono lunghe da 6-30 cm ed hanno una larghezza tra i 2 e i 13 cm. I fiori sono prodotti in grappoli della lunghezza variabile tra i 5-30 cm, mentre i singoli fiori sono lunghi circa 10-15 mm, con una colorazione tra il bianco-rosa-porpora, con quattro tepali. In Australia la fioritura ha inizio nel corso della stagione fredda quando le giornate sono brevi, a mese di maggio.

    La pianta della noce di macadamia cresce molto lentamente e mediamente e produce le noci solo una decina di anni dopo essere stata piantata, ma la fruttifica-
    zione può continuare per tutto l’arco della vita. La raccolta comincia a diventare interessante quando l’albero ha circa 7 anni e un albero di 15 anni riesce già a produrre 50 kg di noci ogni anno. La Macadamia è un genere di pianta che può autoimpollinarsi, ma all’interno della stessa specie ci sono cultivar autocompatibili e cultivar autosterili. Trascorse 5-8 settimane dall’inizio della fioritura le noci presentano le dimensioni di un pisello e molte di queste si distaccano e cadono al suolo, solo l’1% dei fiori procede nello sviluppo e diviene frutto maturo. La lignificazione del guscio comincia all’inizio di dicembre seguita da un rapido accumulo di olio fra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio. Le drupe (frutti con nocciolo) pendono dall’albero in lunghi grappoli che assomigliano a quelli dell’uva. Il frutto, sferico e commestibile, con un diametro va dai 2 ai 3 centimetri, è racchiuso in un guscio marrone, molto duro, che a sua volta è racchiuso in uno spesso involucro protettivo di colore verde. Le noci cadono al suolo quando sono mature contemporaneamente.
    Le noci sono vendute solamente seccate, bollite o arrostite (salate e non salate) dato che la noce fresca si deteriora facilmente e in poco tempo diventa rancida.
    I gusci delle noci di macadamia, duri come sassi, hanno un potere calorifico che si avvicina a quello della lignite. Una società elettrica australiana usa i gusci per produrre elettricità, impiegata sia dagli stabilimenti nei quali si lavorano le noci che dalla rete elettrica in generale. Si tratta del primo progetto waste-to-energy (energia dai rifiuti) realizzato in Australia; se più coltivatori forniranno il “combustibile”, la quantità di energia prodotta potrebbe aumentare considerevolmente.

    I Componenti dell’ olio di noce di macadamia: circa 80% di acidi grassi mono-
    insaturi, dei quali il 50% è acido oleico e il 20% acido palmi-
    toleico, vitamine A, B ed E , minerali. La noce: circa il 70% di grassi, vitamina B, calcio, ferro,. Fosforo. Secondo recenti studi, un consumo modesto di noci di macadamia può effettivamente ridurre le lipoproteine a bassa densità, o colesterolo cattivo, e i trigliceridi, nonché abbassare la pressione sanguigna. Il prezioso estratto di olio è facilmente assorbito dalla pelle alla quale dona un aspetto luminoso e una testura morbida, a effetto seta. E’ ricco di acido palmitoleico che è un antiossidante e rallenta così l’invecchiamento della pelle. L’olio fornisce anche una leggera protezione dai raggi solari. Per ottenere l’olio di noce di macadamia le noci vengono pressate e quindi l’olio viene delicatamente filtrato. Vengono raccolte solo le noci cadute dall’albero, che hanno il giusto punto di maturazione.
    Nella cosmesi, è usato per saponi, solari, lozioni, shampoo e creme.

    Le noci macadamia sono tossiche per i cani e anche per i gatti. La tossicità viene manifestata da debolezza, unita all'incapacità di stare sulle zampe fino a 12 ore dopo l'ingestione. Le condizioni si normalizzano generalmente entro le 48 ore dall'ingestione.

    ..storia, miti e leggende..



    Molto tempo prima la scoperta di questa noce per noi così preziosa, gli aborigeni australiani la usavano come fonte di proteine e grassi. Le noci vennero scoperte nelle foreste sud orientali dell' Australia, più precisa-
    mente sul Monte Bauple nel Queensland australiano. Per questo motivo i frutti sono noti fra la popolazione come “Bauple nuts” (noci di Bauple). Narra una leggenda della tribù Budjilla: un ragazzo chiamato Baphal portò per primo la noce alla sua gente. Questo avvenne subito dopo che il dio Yindingie aveva lasciato la Montagna e non c’era nessuno a tutelare la terra. Così Baphal partì per la Montagna per verificare che tutto fosse a posto. Durante il cammino cadde e si ferì un piede. Il suo animaletto da compagnia, una lucertola, si rivolse al wallaby e gli chiese che fare. Il saggio wallaby a sua volta cercò l’aiuto del canguro per portare acqua a Baphal. Poi si rivolsero al acatua che raccolse noci dall’albero di macadamia così da nutrire Baphal. Infine, crearono un falò con le foglie dell’albero. La tribù di Baphal vide il fumo e mandò i soccorsi. Da allora le noci sono state chiamate “noci di Baphal” .

    "Il Botanico Walter Hill guardava inorridito il suo giovane assistente. Il ragazzo aveva appena mangiato le noci di un albero, una specie scoperta di recente che cresceva nelle foreste pluviali subtropicali del Queensland sud-orientale, in Australia. Si diceva che quelle noci fossero velenose. Ma il ragazzo non dava alcun segno di malessere, anzi, trovava le noci deliziose. Così Hill ne assaggiò una e si disse d’accordo. Subito dopo cominciò a inviare piantine di macadamia ad amici e botanici di tutto il mondo."

    In Australia i primi tentativi di coltivazione della noce di macadamia risalgono al 1880; l’eccezionale resistenza del guscio comportò molte difficoltà e rallentamenti nell’automazione del processo di lavorazione. Si deve attendere fino alla metà del XX secolo perché in Australia si diffonda la coltivazione a scopo commerciale nei territori del New South Wales e del Queensland.

    Il guscio è coriaceo e difficile da schiacciare. Gli aborigeni usavano sassi. John Waldron, un pioniere nel settore della frutticoltura, si serviva di incudine e martello. Con questi semplici arnesi schiacciò circa otto milioni di noci nell’arco di cinquant’anni.

    (Gabry)





    POESIE DI STAGIONE


    MAGGIO

    Mese di maggio

    E l'uccelletto cominciò a cantare:
    Dimmi, bel mese, che ci vuoi portare?
    Rose fiorite ed altri fiori a mazzi,
    ciocche rubizze di ciliegine nuove.
    Le prime pesche rosate e vellutate,
    da cogliere con mani delicate.
    Fiori d'arpncio dai soavi odori,
    e nidi pigolanti tra le foglie e i fiori.
    E d'altro ancor, che ci potresti offrire?
    La Madonnina cara sull'altare, che i bimbi
    buoni vuole benedire.
    Maggio è nell'aria; e l'uccelletto canta.
    Brilla nel cielo un sole tutto d'oro.


    (M. Comassi)








    ... FOTO E IMMAGINI DAL WEB ...


    ... Il giornale non poteva prescindere da quella che è una usanza che ha unito generazioni intere. Chi di noi non ha almeno una volta passato ore alla ricerca di immagini da inviare alle persone care? Quante volte ci siamo trovati nel bar del luogo di vacanza con una pila di cartoline da mandare alla famiglia, ai parenti, ad amici e conoscenti … ebbene in questo nostro luogo di sogno, dalla nostra isola felice, ci piace raccogliere cartoline dal mondo e pubblicarle sul nostro giornale e, in questo modo sognare insieme guardando quelle immagini di luoghi da sogno del nostro meraviglioso pianeta ...

    (La redazione)





    scatto dal web


    Ciò che è opposto si concilia, dalle cose in contrasto
    nasce l'armonia più bella, e tutto si genera per via di contesa.
    (Eraclito, Frammenti, VI-V sec. a.e.c.)

  12. .

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    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 018 (02 Maggio – 08 Maggio 2016)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 2 Maggio 2016
    S. CESARE, S. ATANASIO

    -------------------------------------------------
    Settimana n. 18
    Giorni dall'inizio dell'anno: 123/243
    -------------------------------------------------
    A Roma il sole sorge alle 05:04 e tramonta alle 19:10 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 05:08 e tramonta alle 19:31 (ora solare)
    Luna: 2.29 (lev.) 14.01 (tram.)
    --------------------------------------------------
    Proverbio del giorno:
    Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore.
    --------------------------------------------------
    Aforisma del giorno:
    Se si dice la verità si è sicuri,
    prima o poi, di essere scoperti
    (Oscar Wilde)










    RIFLESSIONI



    ... SE IL TEMPO POTESSE FERMARSI …
    ...Se il tempo potesse fermarsi. Andrei verso quel gigantesco albero e, presa una scala a pioli sulle spalle, mi arrampicherei fin sopra i più alti rami, le fronde più elevate. Sbucherei sopra la nuvola che cinge, come fosse anello, il ramo che sparische nell’azzurro cielo. Arrivato in cima muoverei un passo su quella soffice nuvola bianca, poi un altro ed un altro ancora fino al limite estermo del bianco tappeto. Poggerei la scala in terra e la userei come se fosse ponte levatoio per raggiungere la nuvoletta più vicina e cosi di nuvola in nuvola, fino a raggiungere quella più grande che si intravede all’orizzonte. Messo il piede su di essa spingo lo sguardo ovunque per cercare qualcosa, qualcuno. Un rapido pensiero, forte come un tuono e veloce come il lampo; un passo poi un altro sempre più veloci sempre più frequenti fino ad iniziare una corsa verso un dove un qualcuno o qualcosa. Al termine della nube un prato fiorito dal quale si solleva profumo e fraganze di fiori. Il passo si fa ora più incerto, qualcosa mi chiama in quel luogo … se il tempo potesse fermarsi … quella frase mi gira nella mente mentre vago in quel prato colorato e fiorito più di un quadro di arte astratta più della tavolozza del pittore mentre crea la sua opera. Dopo molto girovagare, un albero fiorito, un’altalena che si muove sospinta dal vento, più in là una figura di spalle che guarda verso l’orizzonte. Mi avvicino, un istinto, veloce al punto di non permettere al pensiero la minima azione, un sussurro delicato come il petalo di una rosa …”mamma” … “mamma sei tu?”. Un folata di vento, la figura si volta, un sorriso grande come l’universo, luminoso come il sole e caldo come l’amore. “Mamma sei tu? Ti prego rispondimi”. Chiudo gli occhi per un attimo cercando di trovare energie per affrontare questa emozione, li apro di nuovo sentendo una mano, che il mio cuore conosce, carezzare il mio viso. “Mamma, mammina mia”. Ancora un sorriso, e quella carezza più volte ripetuta con amore sul mio viso; “Se il tempo potesse fermarsi, sei tu figlio mio che puo i fermarlo, almeno il tuo tempo. Chiudi gli occhi, apri il tuo cuore e chiamami, io sarò sempre con te”. Svanì lentamente lasciando il dolce calore della sua mano sul mio viso, e con quella emoizione di cui avevo perso in questo tempo la sua profondità, l’emozione di pronunciare quel nome e vedere i suoi occhi illuminarsi … “Mamma”.… Buon Maggio amici miei … (Claudio)






    Che cosa è una mamma

    Rititì lo vuoi saper tu
    Che cosa è una mamma? Nessuno,
    nessuno dei bimbi lo sa.
    Un bimbo nasce e …va.
    Lo sanno, ma forse, ma tardi
    quelli che non l’hanno più.
    Rititì che pensi e mi guardi,
    Rititì lo vuoi saper tu?

    Una mamma è come un albero grande
    che tutti i suoi frutti ti dà:
    per quanti gliene domandi
    sempre uno ne troverà.
    Ti da il frutto, il fiore, la foglia,
    per te di tutto si spoglia,
    anche i rami si taglierà.
    Una mamma è come un albero grande

    Una mamma è come una sorgente.
    Più ne togli acqua e più ne getta.
    Nel suo fondo non vedi belletta:
    sempre fresca, sempre lucente,
    nell’ombra e nel sol è corrente.
    Non sgorga che per dissetarti,
    se arrivi ride, piange se parti.
    Una mamma è come una sorgente.

    Una mamma è come il mare.
    Non c’è tesori che non nasconda,
    continuamente con l’onda
    ti culla e ti viene a baciare.
    Con la ferita più profonda
    non potrai farlo sanguinare,
    subito ritorna ad azzurreggiare.
    Una mamma è come il mare.

    Una mamma è questo mistero:
    Tutto comprende tutto perdona,
    Tutto soffre, tutto dona,
    non coglie fiore per la sua corona.
    Puoi passare da lei come straniero,
    puoi farle male in tutta la persona.
    Ti dirà: «Buon cammino bel cavaliero!»
    Una mamma è questo mistero
    (Francesco Pastonchi)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Primavera …

    Primavera che c'è e non c'è

    Primavera che c'è e non c'è:
    ora scappa, ora è accanto a te.
    Giuca a nascondersi come un bambino;
    ha un occhio grigio e uno turchino;
    ieri portava cuffietta e pastrano
    e un fiocchetto di neve in mano;
    oggi ha in grembo primule e viole
    e, nei capelli raggi di sole.
    (Dina Rebucci)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    L'orso e il pesce

    C'era una volta un orso di nome Eddy, che stava sempre su di un fiume a cercare pesci da mangiare.
    Un giorno vide un pesciolino tutto dorato con riflessi di tutti i colori. Era molto difficile acciuffarlo perchè era velocissimo e, pur saltando fuori dall'acqua in continuazione, tornava immediatamente nel fondale del fiume.
    L'orso Eddy si stancò di attendere il momento giusto e per un pò di giorni mangiò solo miele.
    Dopo 2 o 3 settimane, Eddy decise di tornare ai metodi vecchi e si tuffò in acqua per pescare più facilmente. Catturò svariati pesci ma non quello dorato perchè era troppo agile.
    Un giorno passò lungo il fiume una barchetta guidata da un vecchio pescatore di trote e salmoni. Eddy la guardò incuriosito perchè notò che il pescatore aveva appena attirato all'amo proprio il tanto desiderato pesciolino dorato. Pochi minuti ancora e si scatenò una tempesta di pioggia e vento che agitò il fiume. Il pescatore stava annegando ma l'orso Eddy lo spinse verso la riva e lo salvò.
    La barchetta, fragile come era, si scontrò con un masso e si rovesciò coprendo il bellissimo pesciolino dorato. Eddy, cercando di riportare a riva i pezzi di barca non ancora affondati, vide qualcosa che si muoveva: era lui, il pesciolino. Era spaventato a morte, ma Eddy lo prese nelle sue zampe e lo tranquillizzò. Il pesciolino ringraziò l'orso per avergli salvato la vita e gli regalò una delle sue squame dorate. Da quel giorno diventarono grandissimi amici e l'orso non gli diede più la caccia.

    (DAVIDE, di 8 anni)



    ATTUALITA’


    Scoperta una stella dal 'cuore' unico, diverso da quello del Sole.

    E' alimentata da una dinamo differente. Scoperta una stella dal 'cuore' diverso da quello del Sole: è alimentata da una dinamo differente da quella che 'disegna' sul nostro Sole le macchie prodotte dal campo magnetico. Si chiama Zeta Andromeda e le sue macchie, che si formano ai poli e non all'equatore come accade sul Sole, indicano che il suo campo magnetico è guidato da forze completamente diverse da quelle attive sulla nostra stella. Descritta su Nature, la stella è stata studiata dal gruppo coordinato da Rachael Roettenbacher, dell'università americana del Michigan.

    La stella si trova nella costellazione di Andromeda, a 180 anni luce di distanza dalla Terra. E' stata osservata con il telescopio Chara Array, in California, che ha permesso di studiarla nel dettaglio e scoprire che è una stella molto diversa dal Sole. Secondo Korhonen è per questa ragione che anche la dinamo interna, innescata dalle particelle elettricamente cariche, è differente.

    Zeta Andromeda ha il diametro 16 volte maggiore rispetto a quello del Sole e ha una compagna un po' più piccola. Fa parte perciò di un sistema binario e, come le stelle che appartengono a sistemi simili, ruota molto rapidamente sul suo asse, al ritmo di 40 chilometri al secondo contro i 2 chilometri al secondo del Sole. Per Korhonen, è proprio questa rotazione molto rapida a generare un effetto dinamo più complesso e un campo magnetico più intenso. Di conseguenza anche le macchie solari si formano in modo diverso.

    Queste strutture appaiono scure perché sono regioni raffreddate dai campi magnetici e quindi sono più fredde rispetto al resto della superficie. Sul Sole appaiono e scompaiono in maniera regolare nella zona equatoriale e il loro numero aumenta periodicamente circa ogni 11 anni. Il campo magnetico, responsabile della formazione delle macchie solari, può anche innescare eruzioni di plasma. Quando la nube di particelle solari colpisce la Terra genera le aurore polari e può generare tempeste magnetiche che disturbano le comunicazioni radio e le reti elettriche.
    (Ansa)





    E' il World password day, in futuro useremo occhi e voce.

    Ricerca, 37% utenti dimentica password 1 volta la settimana. "Una password non è abbastanza, l'autenticazione multipla è la nuova linea di difesa. Migliora la tua sicurezza da oggi": è questo lo slogan della World Password Day, la giornata mondiale promossa per aumentare la consapevolezza su ciò che gli utenti possono fare per rendere più sicuri i propri account online e proteggere i propri dati.

    Una protezione che oggi mettiamo in campo con la password ma che in un prossimo futuro sarà affidata alla biometria, cioè al riconoscimento di occhi, voce e anche battito cardiaco. Secondo una ricerca di Intel, una delle realtà che sostiene questa iniziativa mondiale, il 37% degli intervistati dimentica una password una volta la settimana, in media ha 27 password per altrettanti differenti account privati o di lavoro, il 21% degli intervistati ritiene che dimenticare una password sia fastidioso "come tagliarsi con la carta".

    Sul sito passwordday.org, ci sono i consigli per mantenere la sicurezza: creare una password forte, usare password diverse per ogni account, passare ad un livello di multi-autenticazione della password che vuol dire aggiungere un altro elemento come il numero di telefono o il codice inviato attraverso un sms.

    Sul sito c'è anche un quiz per scoprire il livello di sicurezza della nostra password e testare le nostre cognizioni in materia. ‬
    (Ansa)





    ll metabolismo ultra-rapido ha reso l'uomo 'cervellone'.

    Suo cervello più grande rispetto ai primati. Se l'uomo ha un cervello più grande rispetto a quello degli altri primati, il merito è del suo metabolismo ultra-rapido e di una maggiore riserva di energia: grazie a queste caratteristiche può ospitare un cervello più grande, che consuma più calorie, avere più prole e vivere più a lungo. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve ai ricercatori guidati da Herman Pontzer, dell'Hunter College di New York, e potrebbe aprire a nuove strade per combattere l'obesità.

    Secondo i ricercatori, gli uomini si sono evoluti con una percentuale di grasso corporeo maggiore di quella di gorilla e oranghi per avere le riserve di energia necessarie ad alimentare questo imponente metabolismo. Gli esseri umani, rispetto agli altri primati infatti, non solo hanno un cervello più grande, ma vivono più a lungo, si riproducono di più, hanno più grasso, e un intestino relativamente più piccolo. Caratteristiche dal metabolismo dispendioso e che hanno fatto la differenza tra l'uomo e le scimmie.

    I ricercatori hanno misurato direttamente la quantità di energia 'spesa' in 141 persone e 56 specie di primati ospitati negli zo o per 7-10 giorni e hanno così visto che l'uomo ha sviluppato nel corso dell'evoluzione un metabolismo più veloce e con un maggior budget di energia, che viene spesa in termini di chilocalorie. Usa 400 calorie in più giornaliere rispetto agli scimpanzè, 635 in più dei gorilla e 820 in più degli oranghi. Il che indica una maggior attività metabolica negli organi.

    Oltre ad avere più grasso rispetto ai primati, l'uomo mostra differenze anche tra i sessi: negli uomini la percentuale di grasso corporeo è del 22,9%, nelle donne del 41,7%. ''Gli uomini hanno sviluppato una predisposizione al deposito di grasso - scrivono i ricercatori - mentre gli altri primati rimangono relativamente magri, anche in cattività e con poco movimento''.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    Fuga dal pianeta terra




    locandina


    Un film di Callan Brunker. Con Brendan Fraser, Rob Corddry, Ricky Gervais, Jonathan Morgan Heit, Jessica Alba.


    Grandi modelli e mezzi modesti rendono l'avventura dei fratelli alieni un prodotto epigonale ma funzionale al suo scopo.
    Marianna Cappi


    L'astronauta Scorch Supernova è l'eroe del pianeta Baab e del suo nipotino. Pochi, però, sanno o si curano del fatto che dietro alle sue eroiche imprese c'è un grande navigatore, suo fratello Gary, che non si sposta mai dalla stazione di comando ma ha salvato più di una volta Scorch dai nemici di turno. Stavolta, però, Gary non ci sta: il fratellone avventuroso vuole andare in missione sul Pianeta Oscuro, ma nessuno è mai tornato da laggiù e lui non lo lascerà partire. Scorch, però, fa di testa propria, parte comunque e viene catturato. Gary dovrà fare appello a tutto il suo coraggio per seguirlo sulla Terra e aiutarlo ad evadere dall'Area 51.
    Non è un film che si avventura in zone cinematograficamente inesplorate, Fuga dal pianeta Terra, ma conduce la propria missione d'intrattenimento a destinazione con successo e suscita là dove deve l'emozione e la risata, senza eccessi e senza gravi dimenticanze. Non un prodotto particolarmente artistico, dunque, né sul piano visivo né su quello del racconto, ma il risultato di un solido mestiere, incarnato principalmente da Cal Brunker (debuttante alla regia ma esperto di lunga data del settore), che ha il pregio aggiunto di uscire da condizioni produttive non comparabili con quelle dei colossi più noti dell'animazione.
    Rientra nel merito del buon mestierante, d'altronde, anche quello di saper individuare i giusti modelli di riferimento: in questo caso, non è difficile rintracciare, dietro le imprese di Garu Scorch e compagni, due grandi esempi recenti dell'avventura di gruppo al cinema, vale a dire Guardiani della galassia e Mostri contro alieni. Dal primo, il film di Brunker prende a prestito l'ispirazione per la scena della rivolta in prigione e per il personaggio di Aiò, sorta di Groot al femminile, decisamente meno incisiva e raffinata, mentre il film della Dreamworks è un riferimento diretto sotto numerosi aspetti (il blutonium al posto del quantonium, e non solo), al punto che Fuga dal pianeta Terra può quasi considerarsi un suo epigono. In entrambi i casi, i due modelli restano inarrivabili, lontani qualche galassia almeno.
    Le buone intenzioni del film della Rainmaker Entertainment, infatti, restano ancorate a terra da un disegno senza grande espressività e da una sceneggiatura spesso ingenua, che accenna ma non scava, accontentandosi di chiudere il cerchio con una favola famigliare a lieto fine e lasciando al resto della compagnia una colorata funzione di sfondo.



    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    Clarissa non aveva dubbi,
    si sentiva un silenzio particolare, una solennità;
    una indescrivibile pausa,
    una sospensione prima dei rintocchi del Big Ben.
    Ecco! Rimbombò forte. Prima un’avvisaglia, in musica;
    poi l’ora, irrevocabile.
    I cerchi di piombo si dissolsero nell’aria.
    (Virginia Woolf)


    IL BIG BEN



    Il Big Ben può essere considerato il simbolo dell’Inghilterra; si trova nell’angolo nord-est del Palazzo di Westminister, suona ogni quarto d’ora la sua campana principale, propagando il suono per circa due chilometri e scandendo così il ritmo della città, mentre le altre quattro campane che lo compongono, suonano un’aria particolare allo scadere dei quarti. I quattro orologi hanno la stessa misura: 7 metri di diametro, 2,7 metri per le lancette delle ore e 4,3 metri per quelle dei minuti.Le quattro sfere dell’orologio hanno la stessa iscrizione in latino: “Domine Salvam Fac Reginam Nostram Victoriam Primam” (“Dio salvi la nostra Regina Vittoria Prima”).
    Il nome Big Ben indica l’intera torre dell’ orologio, in stile gotico, alta 96,3 metri (105 yarde).Big Ben è il nome che viene dato alla campana principale del Grande Orologio del Palazzo di Westminister, sulla Clock Tower, la Torre dell’Orologio, dedicata a Santo Stefano, anche se tradizionalmente è l’intera torre dell’orologio ad essere chiamata Big Ben. Il nome ufficiale di una delle cinque di cui è composto l’orologio del Big Ben, è “Great Bell“. La campana principale, pesa 13,5 tonnellate. Il trasporto della campana lungo le poche miglia che separavano la fonderia da Westminster con un carro trainato da 16 cavalli fu un grande evento, celebrato da una vasta presenza di pubblico. Le campane del Big Ben copiano la melodia composta da William Crotch per la torre della chiesa Great St Mary's dell'Università di Cambridge. Il compositore inglese si ispirò a una frase del Messiah di Händel relativa al Salmo 37 Versetti 23 e 24. Suona ogni quarto d’ora e il suono viene udito circa nel raggio di due chilometri, mentre le altre quattro campane che lo compongono, suonano un’aria particolare allo scadere dei quarti. Il primo rintocco si sentì nel 1859.Poco dopo la sua entrata in funzione la campana si fratturò e si preferì ripararla sul posto, perché fonderne un’altra e procedere con una nuova installazione sarebbe stato molto costoso. A quella frattura riparata al meglio possibile si deve il suono molto caratteristico e un po’ stonato dell’orologio quando segna le ore. L’orologio, considerato un capolavoro di ingegneria meccanica, è il più preciso al mondo, l’esattezza del movimento è controllata dal posizionamento di alcuni penny all’interno del meccanismo e ogni anno viene aggiunto o rimosso un penny dai contrappesi della meccanica per correggere piccole imprecisioni dello scandire del tempo. Si tratta di un meccanismo talmente particolare, tanto che anche durante la seconda guerra mondiale, nonostante i bombardamenti, continuava a funzionare, rappresentando un simbolo di speranza e di incoraggiamento.

    Di notte e quando la Camera dei Comuni è riunita in sessione, il Big Ben si illumina, le lampadine vengono spente a mezzanotte e si riaccendono al tramonto del giorno dopo. Non si conoscono notizie sicure circa l’origine del nome Big Ben. Si dice derivi dal nome (Benjamn) di un Sir membro della Camera dei Comuni e supervisore dei lavori di ricostruzione del palazzo di Westminster. Altri affermano che derivi dal nome (sempre Benjamin) di un campione dei pesi massimi di pugilato.
    La Torre dell’Orologio non occupa una posizione completamente verticale, ma è inclinata verso sinistra di 46 centimetri. Dovranno passare varie migliaia di anni prima che l’inclinazione raggiunga quella della Torre di Pisa, e varie migliaia di anni ancora perché l’angolo di inclinazione sia realmente preoccupante. Fino a poco tempo fa, soltanto i residenti in Gran Bretagna potevano richiedere un permesso speciale per salire i 334 gradini della torre. Passavano vari mesi prima che la richiesta, gratuita, fosse evasa. Adesso, l’accesso è a pagamento e non è più limitato esclusivamente ai britannici.

    Il Big Ben smetterà di suonare per diversi mesi a causa di alcuni urgenti lavori di ristrutturazione e riparazione. I lavori, che costeranno l’equivalente di 37 milioni di euro, dureranno tre anni: ma i rintocchi del Big Ben saranno sospesi solo per un periodo dei lavori. I rintocchi avverranno solo in occasione di eventi importanti. La scorsa estate per circa due settimane il Big Ben aveva suonato le ore in anticipo o in ritardo fino a sei secondi a causa di alcuni problemi al suo meccanismo interno, che segna il tempo da 156 anni. I lavori cominceranno all’inizio del 2017.
    «Questo orologio funziona ventiquattro ore al giorno, per sette giorni, da 150 anni»


    ...Storia...



    La storia del Big Ben risale alla notte del 16 ottobre 1834 quando un incendio distrusse l’antico palazzo di Westminster.
    Per la ricostruzione venne bandito un concorso e il vincitore, tra i 97 progettisti concorrenti, risultò essere l’architetto Charles Barry; i lavori di progettazione della Torre dell’Orologio vengono affidati a Augustus Pugin che fa riferimento ad un suo precedente lavoro effettuato per la torre dell’orologio della città di Scarisbrick nel Lancashire. I lavori terminarono nel 1858, dopo una serie di difficoltà incontrate nella realizzazione, in particolare quella di posizionare l’orologio nella torre a causa del suo enorme peso. L’orologio entrerà in funzione soltanto nel 1859. L'astronomo reale, Sir George Airy, ha voluto l'orologio per avere una precisione millimetrica, compresi i controlli due volte al giorno con l'Osservatorio Reale di Greenwich. Mentre molti orologiai asserivano che questo obiettivo come impossibile, Airy contando sull'aiuto di Edmund Beckett Denison, un avvocato formidabile conosciuto per la sua competenza in orologeria, e la scienza della misurazione del tempo. Quello della torre è considerato l’orologio di maggior precisione al mondo e fu disegnato da Edmund Beckett Denison, che fu nominato Lord dalla regina.
    Siamo in piena Epoca Vittoriana e tutto ciò che si realizza in questo periodo è frutto di un momento storico determinante per Londra e per l’ intero paese. I bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale non alterarono la puntualità dell’orologio. Tuttavia, le alte temperature registrate in maggio 2005, 31 gradi di massima, ne causarono l’arresto.
    Il periodo di tempo più lungo nel quale l’orologio è rimasto fermo è stato di 33 ore per una revisione.Il Big Ben è stato bloccato tre volte da quando è entrato in funzione, ed è rimasto muto, cioè privo del rintocco delle campane, in molte occasioni per lavori di manutenzione, come nel 1934 per circa due mesi, nel 1956 per sei mesi e nel 2007 per un mese.

    (Gabry)





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    La Musica del Cuore



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    I Grandi Cantautori Italiani




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    foto:velvetmusic.it


    Tiziano Ferro


    Tiziano Ferro nasce a Latina il 21 febbraio del 1980. Figlio di una casalinga e di un geometra, la sua famiglia, come molte altre dell'Agro pontino, è di origine veneta.

    All'età di 5 anni, riceve come regalo di Natale una tastierina giocattolo: è il suo primo incontro con la musica. Tiziano inizia fin da piccolissimo a scrivere le canzoni, compone con mezzi molto semplici le varie basi e le "incide" con un registratore. Due di queste brevi canzoni, scritte all'età di sette anni, sono state inserite al termine dell'album Nessuno è solo.

    Tiziano attraversa un'adolescenza difficile: è timido e soffre di bulimia con conseguente sovrappeso (arriverà a pesare centoundici chili). Trova uno sfogo nella musica e inizia a partecipare a corsi privati di chitarra, canto, pianoforte, batteria.

    Nel 1996, all'età di sedici anni, entra nel Coro Gospel di Latina, dove si appassiona alle atmosfere e ai ritmi della musica nera americana.

    Nel 1996-1997 partecipa ad un corso a distanza per doppiatore cinematografico e inizia a collaborare come speaker per alcune radio locali.
    Partecipa come concorrente alla trasmissione televisiva Caccia alla frase su Italia 1, dove il conduttore Peppe Quintale gli permette di esibirsi per qualche minuto, salvo poi liquidarlo con una battuta sprezzante circa le sue possibilità di diventare cantante.
    Tiziano non si dà per vinto: nel 1997 si iscrive all'Accademia della Canzone di Sanremo, con l'intenzione di partecipare al successivo Festival di Sanremo 1998, ma viene scartato alle prime selezioni.
    Ritenta nel 1998 con il brano Quando ritornerai (oggi considerata la sua prima canzone ufficiale), entrando fra i 12 finalisti, ma senza aggiudicarsi uno dei 3 posti che garantivano l'ammissione all'edizione seguente del Festival.
    Nello stesso anno canta con il gruppo A.T.P.C. il brano Sulla mia pelle, presente nell'album Anima e corpo.
    Superato l'esame di Stato al liceo scientifico Ettore Maiorana di Latina con un voto di 55/60, partecipa in quell'estate alla tournée dei Sottotono come corista.
    Il suo futuro da cantante resta però molto incerto: Tiziano decide, allora, d'iscriversi alla facoltà d'Ingegneria dell'Università "La Sapienza" di Roma; poco dopo passerà a Scienze della comunicazione.
    Nel 2000 scrive il testo di Angelo mio, versione italiana del brano Angel of Mine della cantante Monica.
    Dopo alcuni rifiuti da parte di etichette discografiche i produttori Alberto Salerno e Mara Maionchi, conosciuti durante la sua seconda partecipazione a Sanremo, riescono a convincere la EMI a puntare sul giovane artista di Latina.
    Il 26 ottobre 2001 pubblica il suo primo album Rosso Relativo.
    Tiziano esordisce quell’estate con il suo primo singolo Xdono che, dopo un inizio in sordina, raggiunge i vertici delle classifiche, diventando uno dei tormentoni del momento.
    Malgrado buona parte della critica stronchi l'artista pontino come l'ennesimo bluff delle case discografiche per "catturare le ragazzine", il pubblico, soprattutto gli adolescenti, dimostra di riuscire a comprendere la novità introdotta dal cantante, che mischia le sonorità R&B e pop della musica di oltreoceano con testi un po' particolari, ma comunque carichi di significati profondi (come Mai nata e L'olimpiade sull'autostima personale, Il bimbo dentro, la stessa Rosso Relativo) degni, secondo molti fan, della migliore tradizione cantautoriale italiana.
    In quell'estate, Tiziano realizza anche il suo primo tour, il Rosso Relativo Tour 2002.
    Mentre le radio italiane trasmettono il terzo singolo Imbranato, Tiziano incide una versione in spagnolo di Xdono, cui seguono varianti in inglese, francese e portoghese. Il brano sale al terzo posto in Europa nella classifica dei singoli più venduti del 2002: risulta, tra l'altro, il primo cantante europeo della classifica di quell'anno (al primo e al secondo posto lo statunitense Eminem e la colombiana Shakira).
    Nell'estate del 2002, Tiziano Ferro viene premiato al Festivalbar come miglior artista esordiente, mentre l'anno successivo riceve la nomination ai Latin Grammy con la stessa motivazione. È l'unico italiano candidato ai Grammy in quell'anno.
    Nel 2002 duetta con Elisa durante il Natale in Vaticano eseguendo il brano Happy Xmas (war is over) di John Lennon.
    Sempre nel 2002 appare in un episodio della terza stagione di Paso Adelante cantando Rojo Relativo.
    Il 7 novembre 2003 esce l'autobiografico 111, che prende il nome dal peso del cantante raggiunto durante la sua adolescenza. Sarà l'album che venderà oltre un milione di copie.
    111, aperto dal singolo Xverso, è un successo sorprendente e resta ai piani alti della classifica italiana per 14 mesi. Vengono estratti numerosi singoli fra cui Sere nere (inserito nella colonna sonora del film cult Tre metri sopra il cielo), Non me lo so spiegare, che riscuote un ottimo successo durante la primavera del 2004 e Ti voglio bene a settembre.
    L’uscita dell’album segna anche un passaggio importante nella vita di Tiziano, che decide di trasferirsi in Messico e di iscriversi all’Università (una laurea triennale in Interpretariato e traduzione), una nuova sfida che decide di intraprendere con se stesso, visti i numerosi impegni che lo occupano.
    In estate, Tiziano è impegnato nel suo tour, 111% che vede stadi e palasport esauriti in tutt'Italia.
    Nel 2003 duetta con Tony Aguilar y amigos nel brano Latido Urbano, presente nell'album Tony Aguilar.
    Nel 2003 è autore dei brani:
    * Entro il 23 per il gruppo Mp2, presente nell'album Illogico.
    * Dove il mondo racconta segreti per Michele Zarrillo, presente nell'album Liberosentire.
    * A chi mi dice per il gruppo Blue, presente nell'album Guilty.
    * Dime tu per Myriam Montemayor, presente nel'album Una Mujer.

    Nel 2004 duetta con Jamelia nella canzone Universal Prayer, contenuta nell'album Thank You e nella compilation Unity: Athens 2004 inno ufficiale delle Olimpiadi di Atene e doppia il personaggio di Oscar nel film della Dreamworks Shark Tale (in uscita nel febbraio 2005).
    Dopo tanto errare in giro per il mondo (spesso talmente di corsa da non avere il tempo di accorgersi neppure in quale città si trovi), una volta terminati gli studi in Messico Tiziano decide di spostarsi ancora e nell’autunno del 2005 si trasferisce a Londra, un’altra occasione per provare a vivere una vita normale, tra bollette e liste della spesa. In quel periodo Tiziano decidere di prendersi una pausa per dedicarsi a se stesso e rimettere in sesto una spalla a lungo trascurata.
    Sempre nel 2005 duetta con Liah nel brano Sere nere/Tardes negras presente nell'album Perdas e Ganhos.
    Nel 2005 è autore del brano E va bè per la cantante Syria, presente nell'album Non è peccato.
    Anticipato dal singolo Stop! Dimentica che raggiunge subito la vetta delle classifiche, il 23 giugno 2006 Tiziano torna sulle scene musicali con la pubblicazione dell'album Nessuno è solo. L'album viene pubblicato anche in lingua spagnola con il nome Nadia está solo e sale immediatamente al primo posto della classifica italiana e vi resta stabilmente per un mese, dominando di fatto l'estate musicale del 2006.
    Nessuno è solo, diffuso in 44 paesi, sbanca le classifiche europee e sudamericane. Anche il secondo singolo estratto dall'album Ed ero contentissimo (accompagnato da un videoclip girato a Barcellona) ottiene un buon successo.
    L'album rimane per sei mesi nelle prime 5 posizioni e si piazza al primo posto nella classifica degli album di artisti maschili italiani del 2006 e al quarto posto nella classifica generale. Nessuno è solo lascerà la top 20 solo nel marzo del 2008, conquistando il disco di diamante il 1 dicembre 2007.
    L'album contiene il duetto con Biagio Antonacci nel brano Baciano le donne e l'album in versione spagnola, Nadie está solo contiene il duetto con Pepe Aguilar del brano Mi credo.
    Partecipa al Festival di Sanremo 2006 come ospite duettando con Michele Zarrillo nel brano in gara L'alfabeto degli amanti.
    Nel 2006 duetta con Luca Carboni nel brano Pensieri al tramonto presente nell'album Le band si sciolgono.
    Sempre nel 2006 duetta con Laura Pausini nel brano Non me lo so spiegare/No me lo puedo explicar presente nell'album Io canto. Partecipa inoltre al concerto di Laura Pausini allo Stadio di San Siro il 2 giugno 2007 duettando Non me lo so spiegare.
    Per il 2007 è testimonial dell'Avis, donando personalmente il sangue presso la sezione comunale di Latina.
    A gennaio inizia da Ancona il tour Nessuno è solo Tour 2007, che tocca diverse città italiane, durante il quale duetta con artisti internazionali come Laura Pausini, Raffaella Carrà nel brano Rumore e Biagio Antonacci. Durante i tre concerti tenuti nel capoluogo pontino interpreta il brano Latina dedicato alla sua città natale.
    Partecipa come super ospite al Festival di Sanremo 2007, dove ha occasione di presentare il suo terzo singolo estratto da Nessuno è solo: Ti scatterò una foto, che viene incluso anche nella colonna sonora del film Ho voglia di te.
    Grazie in parte al successo del film e in parte al testo, la canzone ha successo e l'album Nessuno è solo torna, a dieci mesi dall'uscita, nella top 5. Il singolo invece domina per quattro mesi tutte le classifiche, sia di vendita sia di brani scaricati, tenendo testa anche all'arrivo dei pezzi di Sanremo.
    Il quarto singolo estratto dall'album è E Raffaella è mia, pezzo estivo ed ironico dedicato a Raffaella Carrà.
    Il quinto ed ultimo singolo estratto dall'album è E fuori è buio, una ballata il cui video è girato tra Como e Milano da Cosimo Alemà.

    Tiziano Ferro è corista nella canzone che dà il titolo all’album di Max Pezzali, Time Out pubblicato il 25 maggio 2007.
    Il 20 luglio con un concerto nella sua Latina (seguito da oltre ventimila persone) riparte la seconda parte del Nessuno è solo Tour 2007, dopo il successo dell'inverno.
    Tiziano Ferro è l'unico artista italiano scelto per l'album Forever Cool in onore a Dean Martin, insieme a Robbie Williams, Joss Stone e molti altri. In Forever Cool duetta virtualmente con Dean Martin, sulle note della celeberrima Arrivederci Roma inserita anche nei brani del Nessuno è solo Tour 2007.
    Il 15 settembre 2007, insieme a molti altri artisti, si esibisce a Milano davanti ad un pubblico di 100.000 persone, in occasione dell'MTV Day 2007, decimo anniversario di MTV Italia. Canta Stop! Dimentica, E fuori è buio, Ti scatterò una foto, E Raffaella è mia e una cover della canzone di Franco Battiato Centro di gravità permanente.
    Raggiunge un altro notevole traguardo duettando con Mina in Cuestion de feeling, canzone in lingua spagnola, diffusa nelle radio il 21 settembre 2007 e inclusa nell'album della tigre di Cremona Todavia.
    Nel 2007 è autore del brano Amaro amarti per Iva Zanicchi, presente nell'album Colori d'amore.
    Nell'estate del 2008, Tiziano Ferro è autore insieme a Roberto Casalino del brano Non ti scordar mai di me per l'esordiente Giusy Ferreri che giunge seconda al reality musicale di Rai2 X Factor. Il brano raggiunge i primi posti in tutte le classifiche singoli (iTunes, Musica & Dischi, FIMI).
    Sempre nel 2008 duetta con i Linea 77 nel brano Sogni Risplendono presente nell'album Horror Vacui.

    Il 3 ottobre 2008 esce nelle radio il singolo omonimo, subito primo in classifica su iTunes, e due settimane dopo in testa anche per la FIMI. Il singolo precede l'uscita dell'album Alla mia età.
    Nel 2008 duetta con Fiorella Mannoia nel brano Il re di chi ama troppo presente nell'album Il movimento del dare.
    Il 7 novembre 2008 esce in contemporanea in 42 paesi il suo quarto disco, Alla mia età, nella versione italiana e A mi edad nella versione spagnola.
    L'album contiene 13 canzoni tra cui le seguenti collaborazioni: Laura Pausini autrice del brano La paura non esiste; Ivano Fossati insieme a Tiziano Ferro autore del brano Indietro; duetto con Franco Battiato nel brano Il tempo stesso; duetto con Kelly Rowland nel brano Breathe gentle.
    L'album in versione spagnola, A mi edad, contiene il duetto con Amaia Montero nel brano El regalo mas grande, versione spagnola de Il regalo più grande.
    Il 14 novembre 2008 la cantante Giusy Ferreri pubblica l'album Gaetana nel quale collabora Tiziano Ferro. Tiziano Ferro è autore dei brani Aria di vita, e L'amore e basta! cantato in duetto con Giusy Ferreri; autore insieme a Roberto Casalino dei brani Non ti scordar mai di me, Nunca te olvides de mi, Stai fermo lì, Passione positiva; autore insieme a Sergio Cammariere del brano Il sapore di un altro no.
    Il 21 dicembre 2008 è ospite alla trasmissione televisiva Domenica In condotta da Pippo Baudo, presenta il suo nuovo album Alla mia età e canta i brani Il regalo più grande e Alla mia età. Riceve 4 dischi di platino.
    Nella classifica degli album più venduti del 2008 Alla mia età si è classificato alla posizione #9 con sole 7 settimane in classifica, e sempre alla posizione #9 troviamo l'omonimo singolo tratto dall' album.
    Il 9 gennaio 2009 esce il nuovo singolo Il regalo più grande.
    L'11 gennaio 2009, durante la trasmissione televisiva Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio, in occasione dei dieci anni dalla scomparsa di Fabrizio De André, interpreta il brano Le passanti.
    Il 18 aprile 2009 parte da Rimini la tourneè Alla mia età Tour 2009, che prevede importanti tappe di cui due il 24 e 25 giugno allo Stadio Olimpico di Roma.

    Il 21 aprile 2009 partecipa alla registrazione del brano Domani 21-04-09: la canzone vede la collaborazione dei più grandi artisti della musica italiana ed è stata realizzata per devolvere interamente i proventi alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo.

    A settembre la tourneè approda in America del Nord e nel frattempo si avvia la preparazione del DVD “Alla mia età live in Rome”.
    Il 20 novembre 2009, a un anno dalla pubblicazione di “Alla mia età” esce il DVD che celebra la doppia data dell’Olimpico: “Tiziano Ferro Alla Mia Età Live in Rome” vola al vertice delle classifiche e raggiunge il disco di platino con una sola settimana di vendita.

    Nonostante sia uscito nel 2008 Alla mia età è (classifica FIMI/Nielsen) il disco più venduto del 2009. Considerando inoltre che i primi 4 singoli dell’album si sono piazzati tutti al primo posto della classifica di airplay è evidente quanto straordinario è stato il successo di questo progetto discografico.

    Dopo mesi in giro per l’Italia e il mondo Tiziano si prende una lunga pausa spezzata da una prestigiosa collaborazione. Nel gennaio 2010 viene chiamato infatti da Mary J. Blige per duettare con lei nel brano “Each Tear”, pubblicato nel nuovo album della cantante.

    Durante il 2010 Tiziano riprende in mano tutti i suoi diari, li ordina e li pubblica: così nasce “Trent'anni e una chiacchierata con papà”, pubblicato Il 20 ottobre da Kowalski. Il libro ripercorre la vita di Tiziano, nello specifico il periodo tra il novembre 1995 e l’ottobre 2010, la sua crescita artistica (la tenacia e i sogni che lo hanno portato da semplice appassionato di musica e corista di Latina ad essere uno degli artisti italiani più apprezzati nel nostro paese e nel mondo) e umana. È proprio la vita di Tiziano ad essere scandagliata e analizzata alla ricerca di una chiave che possa aprire a Tiziano le porte delle felicità, porte che passano lungo il corridoio dell’accettazione di se stesso. Un’accettazione che Tiziano ha costruito pezzo per pezzo durante gli anni, gli aeroporti e gli alberghi delle città che lo hanno ospitato, le persone che ha incontrato, i libri e gli studi che lo hanno occupato, le canzoni che ha scritto e prodotto per se e per gli altri fino ad arrivare nel 2010 a quel Tiziano, ormai trentenne, capace di aprirsi con se e con la sua famiglia.

    Tiziano non smette mai di scrivere e dalle sue esperienze nascono le canzoni che vanno a formare il suo nuovo lavoro. A due anni dall'uscita del dvd e 3 dalla pubblicazione dell’ultimo album, il 14 ottobre Tiziano torna in radio con un nuovo singolo “La differenza tra me e te”, brano che in pochi giorni si impone in testa alle classifiche radio e digitali.
    Il brano anticipa l’uscita, prevista per novembre 2011, del nuovo lavoro di Tiziano, “L’amore è una cosa semplice”, il quinto album dell’artista di Latina che in soli 10 anni e 4 album ha conquistato il mondo con il suo inconfondibile stile & sound, divenuto un marchio doc nel pop internazionale.
    L’album (impreziosito dalla collaborazione con l’americano John Legend) è stato registrato per la prima volta fuori dai confini italiani, precisamente a Los Angeles dove Tiziano è volato per registrare presso i mitici Henson Studios e ha cantato tutti i brani accompagnato da musicisti del calibro di Mike Landau alla chitarra, Vinnie Colaiuta alla batteria e Reggie Hamilton al basso.
    Sono tutte canzoni (le sue e quelle che Irene Grandi e Nesli gli hanno donato) che raccontano Tiziano Ferro oggi: 31 anni compiuti e un nuovo capitolo della sua vita.

    Tutti i 7 singoli estratti dall'album hanno raggiunto i vertici delle classifiche (radio e digitali) e il video di “La differenza tra me e te” è stato certificato da VEVO come il video italiano più visto nel mondo.

    L’album “L’amore è una cosa semplice” è stato premiato con 8 dischi di platino.



    fonte: tizianoferro.com



    Rosso relativo


    La voglia scalpitava, strillava,
    tuonava..cantava..
    Da notte fonda nel petto di..
    Paola..oh..Paola..
    La noia quella sera era troppa
    E cercava, chiamava
    200 principi e invece lei era la
    dama del castello
    Il tuo è un rosso relativo
    Senza macchia d'amore ma adesso
    Canterà dentro di te
    Per la gran solitudine e..
    Forza..amati per questa sera
    Che domani torni in te ma
    Non ti diverte perché
    Vuoi qualcosa di più facile.
    La timidezza c'era ma svaniva,
    scappava di notte..si dileguava
    dagli occhi di..
    Paola..oh..Paola
    Giocava a rimpiattino nascondeva
    E mostrava, cercava
    Il cacciatore e invece lei era la
    Preda dentro il bosco
    Il tuo è un rosso relativo
    Senza macchia d'amore ma adesso
    Canterà dentro di te
    Per la gran solitudine e..
    Forza..amati per questa sera
    Che domani torni in te ma
    Non ti diverte perché
    Vuoi qualcosa di più facile.
    E non riposi più
    Solo lo schermo e tu (e provo pena)
    Tastiera e anima
    Posso dimostrarti adesso che ha
    Ben altre forme il sesso...
    La voglia scalpitava, strillava, tuonava..cantava..
    Da notte fonda nel petto di..
    Paola..oh..Paola..
    La noia quella sera era troppa
    E cercava, chiamava
    200 principi e invece lei era la
    Dama del castello
    Il tuo è un rosso relativo
    Senza macchia d'amore ma adesso
    Canterà dentro di te
    Per la gran solitudine e..
    Forza..amati per questa sera
    Che domani torni in te ma
    Non ti diverte perché
    Vuoi qualcosa di più facile.
    Il tuo è un rosso relativo
    Senza macchia d'amore ma adesso
    Canterà dentro di te
    Per la gran solitudine e..
    Forza..amati per questa sera
    Che domani torni in te ma
    Non ti diverte perché
    Vuoi qualcosa di più facile. Il tuo è un rosso relativo!


    (Ivana)





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    CRONACA SPORTIVA


    Ranieri: "Il mio Leicester gioca in 11, ma sul serio".

    "Nostro segreto? La continuità, alle grandi squadre è mancata". "Una partita che mi ha fatto capire che ce l'avremo potuta fare è stata quella contro il Manchester City. Vincere in casa del City è stato qualcosa di diverso, soprattutto farlo in quella maniera". Claudio Ranieri ha raccontato le emozioni vissute con il suo Leicester ai microfoni di Fox Sports, che trasmetterà l'intervista intergale alle 20.45 ed alle 23.30 (canale 204 di Sky). "Non abbiamo mai parlato di scudetto nello spogliatoio, ho detto ai ragazzi di giocare sempre partita dopo partita, di giocare da squadra perché gli altri sono più bravi di noi - ha raccontato il tecnico romano -. Dicevo loro che dovevamo giocare in 11 veramente perché tutti pensano che in una squadra di calcio si giochi in 11, ma non è vero perché ogni partita due, tre giocatori te li perdi sempre. E invece io ho avuto la fortuna di avere ogni partita 11 giocatori più la panchina. Abbiamo sempre giocato in 14 e il nostro segreto è stata la continuità. Se devo fare una piccola critica alle grandi squadre è che hanno avuto dei momenti bellissimi, ma poi si sono riperse. Noi invece siamo stati costanti tutto l'anno e la partita con il Manchester City è stata quella che ha dato la consapevolezza ai ragazzi che qualcosa di importante potesse succedere". L'anno prossimo il Leicester sarà in Champions League: "Sarà battaglia, sarà una grande esperienza la Champions, si bruceranno tantissime energie nervose. Avrò bisogno di una seconda squadra senza stravolgere le caratteristiche della mia squadra che è volta al sacrificio totale".

    La favola Leicester non è irripetibile, ma per riviverne una simile impresa bisognerà aspettare altri 20 anni. Questo il pensiero di Claudio Ranieri che si aspetta, fin già dalla prossima stagione, il riscatto delle grandi d'Inghilterra che quest'anno hanno clamorosamente steccato. Un fallimento generale che ha spalancato le porte della Premier League al Leicester, costato circa 70 milioni di euro, il più piccolo budget tra le prime 10 dell'attuale classifica inglese. "I grandi investimenti fanno grandi le squadre e normalmente i più grandi vincono - le parole di Ranieri, già proiettato alla prossima stagione, alla Bbc -. Ora però possiamo dire che le big vincono il 99% delle volte. La prossima stagione sarà identica ai prossimi 10 o 20 anni, vincerà uno dei top-team". Secondo un recente studio il Tottenham, l'ultimo avversario delle Foxes nella corsa al titolo nazionale, è costato 200 milioni, una cifra comunque inferiore a quelle spese da Arsenal (291), Liverpool (327), Chelsea (352), Manchester United (500) and Manchester City (523).

    Ricordando gli esempi del Nottingham Forrest (1978) e dei Blackburn Rovers (1995), Ranieri ha sottolineato come le sorprese nel calcio accadano una vola ogni 20 anni. "I club più ricchi possono acquistare i giocatori migliori che fanno vincere le squadre", l'analisi del tecnico romano che però non ha intenzione di smobilitare la squadra, anche perché grazie alla vittoria della Premier League, e alla partecipazione alla prossima Champions League, il Leicester potrà contare su un jackpot di oltre 200 milioni di euro. "Mi aspetto che il mio telefono suoni la prossima estate, ma a tutti risponderò: 'Avete abbastanza soldi per comprare i miei giocatori?'. Mi piacerebbe che restassero tutti, cercherò di convincerli perché qui sono trattati da re, altrove non sai mai quello che ti aspetta. Non abbiamo bisogno di stelle, voglio migliorare la squadra con i giusti innesti". Sabato, dopo la partita casalinga contro l'Everton, il Leicester sarà premiato con la coppa della Premier League, un'altra giornata di festa. "Forse adesso è troppo presto per pensare a cosa abbiamo fatto. Magari tra uno o due anni sarà più facile capire, ora però è importante restare in alto", la promessa del tecnico romano.
    (Ansa)




    F1: lettera aperta Mercedes, nessun favoritismo per Rosberg.
    Tedesco ha vinto i primi quattro Gran Premi. La Mercedes ha pubblicato oggi una lettera aperta indirizzata ai suoi tifosi per smentire coloro che ipotizzano un presunto complotto ai danni di Lewis Hamilton e a beneficio di Nico Rosberg. Il tedesco ha vinto i primi quattro gran premi della stagione, mentre il campione del mondo in carica ha avuto problemi tecnici di vario tipo che ne hanno pesantemente condizionato il rendimento. Così ora Hamilton nella classifica del Mondiale ha già 43 punti di distacco dal compagno di squadra. Già domenica a Sochi Toto Wolff aveva bollato come "illazioni da paranoici" le opinioni dei tifosi sui social network, e aveva sottolineato che Hamilton è diventato due volte campione del mondo con lo stesso team. Ma oggi, visto che le 'voci' e le chiacchiere sui social non si placano, la Mercedes ha voluto ribadire il concetto. "Abbiamo i migliori uomini e le migliori donne nel mondo - è scritto nella nota -, fanno un lavoro eccezionale e lo fanno per il team, non per un pilota o per l'altro, ma per ciascuno. Qui non c'è una Squadra A e una Squadra B". Poi un'aggiunta: "Grazie a tutti quelli che sono con noi. E a tutti gli altri, gli odiatori, i polemici, i cospiratori... Se convinceremo anche solo la metà di voi di quello per cui lottiamo, avremo vinto".
    (Ansa)




    Motogp: torna a Le Mans sfida dei magnifici tre.
    Marquez, Lorenzo e Rossi favoriti. 'Dottore': "forte come a Jerez". A caccia di conferme, rivincite e riscatto sulla pista di Le Mans, dove spesso i capricci del meteo si divertono a scombinare i piani di battaglia. Domenica, al termine della quinta gara stagionale (su 18), Marc Marquez, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi - padroni fin qui della MotoGp - potranno già cominciare a tirare qualche somma su punti di forza e debolezze reciproche.
    L'apertura spetta a Lorenzo (29 anni oggi), che sul circuito francese ha vinto più degli altri top riders: già cinque volte - una in 250 e quattro in MotoGp - l'ultima l'anno scorso, quando partì terzo. A Jerez problemi di pattinamento con la gomma posteriore della sua Yamaha, sul lungo rettilineo dei box, gli hanno impedito di puntare alla vittoria, centrata solo in Qatar.
    Anche Marquez, leader del Mondiale con 82 punti, ha evidenziato lo stesso problema. Il pilota targato Honda Repsol è l'unico ad essere sempre salito sul podio, dimostrando di aver raggiunto una grande maturità tattica. A Jerez, capito che rischiava di non finire la gara, si è "accontentato" del terzo posto. I 17 punti di vantaggio su Lorenzo sono un piccolo vantaggio, ma Marquez è sembrato il più completo e costante fino ad ora. L'anno scorso a Le Mans fu quarto. "Dovremo essere pronti alle molte variabili che possono caratterizzare il GP francese - ha sottolineato - la variabilità atmosferica su tutte".
    Valentino Rossi in Spagna ha vinto da dominatore, fin dalle prove. Ed a quel fine settimana si ispira: "Dovremo cominciare il weekend come a Jerez, dove abbiamo trovato un buon assetto già al venerdì e questo ci ha aiutato a essere competitivi in gara". Con un occhio al meteo, "sempre incerto". In classifica iridata è terzo, a 24 punti da Marquez. A Le Mans - circuito relativamente breve, ricco di forti staccate e cambi di direzione - ha vinto tre volte (l'ultima nel 2008) e l'anno scorso arrivò secondo.
    Chi è in credito con la sorte è Andrea Dovizioso. Il pilota forlivese del Team Ducati, dopo essere finito due volte in terra non per sua colpa, in Spagna è stato fermato da un guasto alla pompa dell'acqua. Ma Le Mans è una pista che gli piace (terzo nel 2015) ed ha un disperato bisogno di punti. Va un po' meglio al suo compagno di box, Andrea Iannone, che dopo un inizio 2016 buio si è risollevato con il podio di Austin ed il settimo posto in Andalusia.
    (Ansa)

    (Gina)



    GOSSIPPANDO!!!




    Stefano Bettarini attacca di nuovo Simona Ventura




    Stefano-Bettarini-attacca-di-nuovo-Simona-Ventura


    Stefano Bettarini è tornato ad attaccare la sua ex moglie Simona Ventura dalle pagine del settimanale Diva e Donna. Dopo aver confessato al settimanale di gossip Chi e a Verissimo di essersi sentito tradito da Simona Ventura poiché lei aveva ringraziato in diretta tv all’Isola dei famosi 2016 il suo compagno Gerò Carraro per aver accudito i figli, l’ex calciatore della Sampdoria ha sferrato una nuova stoccata alla famosa, ricca, potente e influente star tv: “Sei sicura che tra noi due, sia stato io a parlare per ragioni di popolarità? Perché ripeti che ti sei sentita offesa e attaccata da me? Solo perché ho detto che mi sono sentito mortificato come padre quando, durante una diretta dell’Isola, hai ringraziato il tuo compagno, Gerò, per l’aiuto che ti stava dando con i ragazzi in tua assenza e non hai neppure espresso un pensiero di gratitudine per chi davvero se ne stava occupando?”.

    L’ex difensore della Nazionale italiana di calcio ha rivelato alcuni aspetti legati al loro rapporto con i figli. “Ribadisci in pubblico che la porta di casa tua è sempre aperta ma, se davvero questo è il tuo pensiero, perché mai da ben due anni mi fai chiamare dalla tua assistente anche solo per comunicarmi a che ora i ragazzi vengono da me? Non pensi che i nostri figli soffrano di questo?”. L’ha accusata di aver deciso da sola di mandare il loro primogenito a studiare all’estero: “È stata forse questa una scelta che abbiamo condiviso? O forse non l’hai presa da sola, senza neppure informarmene? E ti sei mai chiesta se davvero questa soluzione fosse la cosa migliore per il nostro ragazzo, per la sua serenità?”.



    Come è arcinoto lui doveva e voleva partecipare come naufrago all’Isola dei famosi 2016, ma l’ex moglie Simona Ventura aveva posto il veto. Alla compagna del manager e imprenditore Piersilvio Berlusconi, Silvia Toffanin, l’ex calciatore aveva ribadito i motivi del loro astio in una puntata di Verissimo di qualche settimana fa: “L’anno scorso, dopo la prima puntata dell’Isola, fu pubblicata, come fosse un commento ai dati d’ascolto, una foto sui social di Simona, con lei a braccia alzate. Mara Venier aveva un po’ criticato il gesto di Simona e anche io, confrontandomi privatamente con Mara, avevo ribadito che era stato un gesto un po’ di cattivo gusto. A quel punto Simona mi chiamò e mi disse: Mi giunge voce che ti sei schierato con Mara Venier. Da lì me l’ha giurata. Con Mara poi si sono chiarite, ma sarebbe giusto che si chiarisse anche con me”.

    A quanto pare la pace tra i due ex sposi vip pare essere davvero molto lontana…


    fonte:http://www.igossip.it/


    (Lussy)





    … TRA CURIOSITA’ E CULTURA …



    ''Per grazia ricevuta.
    La devozione religiosa a Pompei antica e moderna''

    dal 29 aprile al 29 settembre 2016


    Con la riapertura dell’Antiquarium degli scavi archeologici, la mostra:”Per Grazia Ricevuta. La devozione religiosa a Pompei antica e moderna” promossa da una straordinaria sinergia fra la Soprintendenza Pompei e il Santuario della Beata Vergine del Rosario, con la collaborazione del Centro Europeo per il Turismo e la Cultura presieduto da Giuseppe Lepore e il supporto organizzativo di Civita Mu.Se.A. , in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco. La mostra è curata da Francesco Buranelli e Massimo Osanna.
    “Per grazia ricevuta” è la formula che accompagna - da tempo immemorabile - le offerte votive dei fedeli a Dio per aver ascoltato le preghiere e concesso loro l’aiuto divino. Ex voto suscepto “secondo promessa fatta” era, invece, l’antica formula latina per esprimere una identica gratitudine nei confronti delle divinità pagane. L’uomo, infatti, ha sempre riconosciuto in Dio il Padre disposto ad aiutarlo a superare le difficoltà della vita (salute, protezione e benessere per i propri cari) e ad esaudire le preghiere, anche con un intervento miracoloso. La preghiera di supplica e di ringraziamento è così spesso accompagnata da un voto: una promessa a Dio di adempiere “qualcosa” offrendo anche uno spontaneo ringraziamento al santuario. L’offerta dell’oggetto è il “segno” di questa riconoscenza, e diviene perciò un atto di culto e di devozione divina.
    La mostra vuole approfondire proprio questo rapporto intimo e personale dell’uomo con Dio che si perpetua nei secoli passando dal mondo antico pagano al mondo cristiano in una sorprendente continuità di espressione nel rispetto della profonda diversità delle due religioni. Per la prima volta, infatti, vengono messi a confronto i rituali e le offerte votive che gli antichi Sanniti e Romani di Pompei donavano alle divinità pagane con quelli che i Cristiani, ancora oggi, offrono al Santuario della Madonna del Rosario. Ne emerge uno stringente parallelismo che, cambiati i tempi e le religioni, si perpetua in un rituale e in un “linguaggio” di offerte votive identiche nelle forme.
    La mostra si articola in tre sezioni: 1) Sacra pompeiana, sezione archeologica; 2) Dall’iconografia pagana all’iconografia cristiana; 3) La devozione mariana nel santuario della Beata Vergine del Rosario. Il percorso espositivo si integra inoltre con sezioni tematiche allestite nel Santuario della Beata Vergine del Rosario e nell’area degli scavi: dal tempio di Apollo al tempio di Iside, dalla domus del Menandro al Termopolio di Vetutio Placido, al fine di promuovere un momento di aggregazione culturale tra il turismo dell’area archeologica e il pellegrinaggio religioso.
    Per l’occasione verrà riaperto al pubblico, dopo una chiusura decennale, lo storico Antiquarium di Pompei, allestito da Giuseppe Fiorelli intorno al 1870 per conservare la grande quantità di reperti rinvenuti nell’area archeologica.
    (www.pompeiisites.org/)




    FESTE e SAGRE





    "Esiste un criterio per cui un individuo
    non possa trarre beneficio dai propri crimini?"


    L'ISPETTORE BARNABY



    Titolo originale Midsomer Murders
    Paese Regno Unito
    Anno 1997 – in produzione
    Formato serie TV
    Genere poliziesco, drammatico, commedia nera
    Stagioni 18
    Episodi 110
    Durata 90-100 min (episodio)
    Lingua originale inglese
    Regia Luke Watson, Andy Hay, Renny Rye, Nick Laughland, Simon Langton,
    Alex Pillai, Peter Smith, Sarah Hellings, Jeremy Silberston, Richard Holthouse
    Produttore Betty Willingale
    Produttore esecutivo Brian True-May (ep. 1-89), Jo Wright (ep. 90+)
    Casa di produzione Colin Munn, Graham Frake
    Dal 23 marzo 1997 al in corso
    Premi
    1 nomination all'Edgar Award



    L'ispettore Barnaby (Midsomer Murders) è una serie televisiva prodotta dalla televisione privata inglese ITV e ambientata in Inghilterra, nell' immaginaria contea inglese di Midsomer. E'stato girato nei dintorni del Buckinghamshire. In Italia è in onda su LA7 dal 2003.

    Ci sono gialli che hanno un effetto rassicurante. Gli spazi verdi inglesi, i paesi ben conservati, la calma tranquillizzante delle indagini, un certo humour nell’affrontare le avversità della vita. Per essere una contea circoscritta, ma a Midsomer Mallow vi accadono troppi delitti. A risolverli ci pensa l’ispettore capo Tom Barnaby e il suo fidato collega, il sergente Gavin Troy. L’ispettore Barnaby non è un giallo metropolitano, ha come scenario la campagna inglese piena di vita e di tradizioni, ma è scossa da omicidi apparentemente misteriosi, fatti inquietanti e morti sospette.

    Basata su romanzi gialli dell'autrice Caroline Graham,scrittrice inglese che si ispira chiaramente alle storie di Agatha Christie, e stata trasmessa per la prima volta nel Regno Unito nel marzo del 1997, fino alla tredicesima stagione la serie ha avuto per protagonista l'ispettore capo Tom Barnaby, interpretato dall'attore John Nettles. A partire dalla quattordicesima stagione televisiva (2010-2011), John Nettles ha lasciato Midsomer Murders e il ruolo dell'ispettore Barnaby. La serie continua, ma il ruolo di protagonista è stato rilevato da Neil Dudgeon nel ruolo di John Barnaby, un cugino del precedente ispettore, a sua volta ispettore di polizia.
    La maggior parte degli episodi iniziali è stata scritta da Anthony Horowitz, che, insieme ai produttori originari Betty Willingale e Brian True-May, ha anche creato la serie; hanno scritto sceneggiature Peter J. Hammond, David Hoskins, Douglas Watkinson ed Andrew Payne.
    Le registrazioni avvengono solitamente nelle contee inglesi di Berkshire, Buckinghamshire, Hertfordshire, Oxfordshire e Surrey. Grazie al suo successo, la serie è stata venduta ad un certo numero di paesi in tutto il mondo, tra cui l'Australia, il Belgio, il Botswana, il Canada, la Danimarca, la Finlandia, la Francia, la Germania, l'Ungheria, Israele, l'Italia, molte nazioni dell'America Latina, i Paesi Bassi, la Nuova Zelanda, la Norvegia, la Romania, il Sudafrica, la Spagna, la Svezia e gli Stati Uniti.

    I protagonisti



    Ispettore Tom Barnaby (stagioni 1-13), interpretato da John Nettles,
    lo storico protagonista ha lasciato il campo a Neil Dudgeon, che interpreta il cugino John
    Joyce Barnaby (stagioni 1-13), interpretata da Jane Wymark.
    Patologo George Bullard (stagioni 1-13), interpretato da Barry Jackson.
    Gavin Troy (stagioni 1-6 e 11), interpretato da Daniel Casey.
    Dan Scott (stagioni 7-8), interpretato da John Hopkins.
    Ben Jones (stagione 8-15), interpretato da Jason Hughes.
    Gail Stephens (stagione 10-in corso), interpretata da Kirsty Dillon.
    Cully Barnaby (stagioni 1-13), interpretata da Laura Howard.
    John Barnaby (stagione 14-in corso), interpretato da Neil Dudgeon.
    Sarah Barnaby (stagione 14-in corso), interpretata da Fiona Dolman.
    Charlie Nelson (stagione in corso), interpretato da Gwilym Lee.
    Patologo Kate Wilding (stagione 15-in corso), interpretata da Tamzin Malleson.



    Barnaby è un uomo dall’aspetto bonario, dotato di un certo aplomb tipico inglese e di una certa ironia. Burbero quando serve e gentile all’occorrenza, l’uomo basa i suoi metodi di investigazione sull’intuito, il buon senso quando occorre, l’analisi delle prove e soprattutto la decennale esperienza e la conoscenza dei luoghi sotto la sua giurisdizione e della gente che vi abita. Un poliziotto vecchio stampo che si affida più all’intuito, all’investigazione vera e propria e in seconda battuta, fa affidamento alle elaborate tecniche scientifiche.
    Accanto a lui, l’irruento e poco diplomatico sergente Gavin Troy, sempre desideroso di mettersi in mostra, ma che il più delle volte non riesce a rivaleggiare con le intuizioni di Barnaby, facendo spesso figuracce e finendo per ricoprire il ruolo del “braccio” al servizio della “mente”.

    A fare da contraltare agli omicidi su cui si trova ad indagare Barnaby c’è la vita familiare dell’ispettore, questa si veramente tranquilla, con i normali problemi e screzi di una famiglia normale. A chiudere il gruppo di protagonisti c’è il dottor Bullard (Barry Jackson), patologo legale sempre pressato da Barnaby per avere il prima possibile i risultati delle autopsie.

    Sono i personaggi che, seppur con alcune differenze, si trovano sia nei libri della Graham sia nella serie tv; le differenze da citare sono l’aspetto fisico di Barnaby che differisce di molto da quello del protagonista della saga letteraria, mentre il sergente Troy nei libri è un personaggio molto più dispotico, antipatico e razzista con una moglie e una figlia al seguito.
    Gli episodi che prendono spunto dai romanzi sono solo sette e tutti quelli che si sono susseguiti (più di 60 ormai) nel corso degli anni sono sceneggiature originali create per la tv da un buon numero di sceneggiatori capitanati da Anthony Horowitz. Insieme ai produttori originari Betty Willingale e Brian True-May, lo sceneggiatore ha anche creato la serie e dato vita ad altri personaggi ricorrenti poi nel corso delle stagioni.

    Accanto a Barnaby, si son alternati due sergenti dopo Troy: il primo è Dan Scott (John Hopkins), giovane in carriera più ingenuo e sempliciotto rispetto al predecessore, vive in uno squallido appartamento, ma tra i personaggi che affiancano l’ispettore Barnaby, Dan è forse quello che ha riscosso meno successo tra i telespettatori. Il secondo è l’agente Ben Jones (Jason Hughes), scelto quasi per caso dall’ispettore durante una delle sue svariate indagine. Dalla faccia paffutella, Ben è sveglio e intelligente ed è ormai rassegnato a dover fare sempre il lavoro “sporco” (come scarpinate ricerche più o meno sgradevoli). Ben Jones è il personaggio che ancora oggi affianca l’ispettore.

    Midsomer, un'immaginaria contea non lontana da Londra, composta da piccoli centri rurali dove tra un circolo letterario, una serata al pub, una festa di primavera, una gara di suonatori di campane, una rievocazione storica e l’altra, spesso si consumano i più efferrati delitti, a volte anche bizzarri, con quel tocco di macabro che non guasta. Negli episodi in genere gli omicidi non sono mai uno solo, alcune volte avvengono delle vere e proprie “stragi” che variano da tre a sei circa omicidi; si contano infatti in tutta la serie almeno 140 morti avvenute nei modi più svariati. Ci sono morti davvero bizzarre.; due su tutte, un uomo schiacciato da un rullo compressore in un campo e un altro ucciso a bottigliate, in una sorta di tiro al bersaglio. Davanti ai fatti, vi è sempre la facciata di perbenismo e moralità della “tranquilla” campagna inglese.
    Spesso gli omicidi nascondono antiche faide familiari mai sopite, vecchi rancori o giuramenti, interessi economici, gelosie e morbosità, storie di sesso a volte anche molto torbide. Oppure partono da storie che sembrano nascondere qualcosa di esoterico e misterioso; più di una volta nella serie troviamo episodi dove si alternano realtà e mistero… abbiamo uno spaccato della società inglese sospesa tra perbenismo pubblico e perversione privata, tra le giornate lente e sempre uguali scandite dagli eventi mondani delle piccole cittadine, tra le gelosie e i tradimenti degli abitanti. Uno spaccato dell’Inghilterra rurale dei giorni nostri, senza stereotipi o luoghi comuni come può sembrare dalla descrizione, in fondo le storie ricalcano perfettamente la vita e le usanze delle contee delle campagne inglesi

    L’Ispettore Barnaby è una serie che va seguita dall’inizio alla fine degli episodi con attenzione, per notare tutti i particolari, per seguirne attentamente lo svolgimento della trama e ammirare la campagna inglese.

    "Quello che mi piace un sacco di Midsomer Murders è che dentro c’è davvero tutta l’Inghilterra: le diatribe tra villaggi confinanti, il Lord e la sua proprietà immensa e forse quasi in rovina, le famiglie benestanti con le dimore di campagna dove di solito vive la moglie perché il marito lavora nella City e quei tanti, tantissimi pub dove la gente torna ad essere dello stesso ceto e le rogne saltano fuori come noccioline...Un’altra sottigliezza legata a Barnaby e alle sue abitudini: lui è solito andare al pub e ordinare, per pranzo, un sandwich col pomodoro. Si tratta del famoso BLT. Si chiama proprio così, con l’acronimo di Bacon, Lattuce e Tomato ed è uno dei sandwich inglesi più tradizionali che ci possano essere. Ogni tanto, tra un omicidio e l’altro, Barnaby esce a cena con sua moglie e ordina quasi sempre il pasticcio di carne. Sapete di cosa si tratta? E’ la Steak and Ale Pie, un piatto tipico della cucina britannica. La carne viene cotta nella birra Ale come se fosse uno spezzatino e, usando la birra al posto del lievito, si prepara una sorta di pasta che verrà poi stesa dentro ad una teglia farcita con la carne. Il tutto va in forno e si serve caldo caldo, con il contorno di puré e piselli.
    (giovy, http://blog.traveleurope.it/)


    (Gabry)





    I BIMBI E LO SPORT!!!




    Scuola di calcio, come sceglierla


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    Avete deciso di iscrivere vostro figlio a una scuola di calcio? Leggete come individuare la scuola che fa per lui e quello che c'è da sapere sulle scuole per baby calciatori affiliate alle società professionistiche.


    “Ohhh ... mmamma, il bimbo vuole giocare a calcio”. Più di un papà e più di una mamma devono aver pensato con un filo di preoccupazione, una volta visti i primi buffetti del pargolo a una sfera, all’eventualità di ritrovarsi in casa un figliolo con la predisposizione ai tuffi in area e alla coltivazione seriale di veline belle e svampite. La felicità, tuttavia, è proprio un pallone rotondo e il bimbo che avete tra le mani, molto probabilmente, sarà semplicemente un calciatore innamorato della vita e dello sport. E allora via, si parte a cercare il posto giusto per fargli tirare calci, per fargli imparare questo gioco che ancora, nonostante le derive prese negli ultimi anni, appassiona e coinvolge milioni e milioni di persone in Italia. Senza pensare, almeno per i primi 10 anni della sua vita da piccolo calciatore, di avere tra le mani un campione. Sarebbe deleterio.
    Dove cominciare? Cosa fare? Come individuare la scuola migliore? Sarà lapalissiano, ma si comincia … dall’inizio. Si comincia dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio che ha un valido sito internet che attiene all’attività dei settori giovanili. Su www.settoregiovanile.figc.it il papà o la mamma che vogliano indirizzare il loro bimbo al calcio vengono consigliati con queste parole: "Qualsiasi bambino o bambina può presentarsi alla più vicina scuola di calcio portando con sé i documenti necessari al tesseramento, che verranno comunicati dalla segreteria della stessa società, unitamente alla certificazione del suo stato di sana e robusta costituzione, e iscriversi a una delle oltre 6.800 scuole di calcio affiliate alla Federazione Italiana Giuoco Calcio che, come vedremo in seguito, si differenziano per una serie di requisiti di qualità".
    Come detto, quindi, le scuole calcio in Italia, riconosciute e certificate dalla Federcalcio sono 6.800 e i bimbi (dei due sessi) che ogni anno le frequentano sono quasi 450 mila. Tre le tipologie delle scuole: 171 di queste sono state ufficialmente riconosciute come “Scuole di Calcio Specializzate”, 2.637 come “Scuole di Calcio Riconosciute”, mentre le altre (3.893) sono state classificate come Centri Calcistici di Base. "La differenza sostanziale – afferma il sito del Settore Giovanile - tra le tre tipologie risiede in alcuni particolari requisiti di qualità tecnica, didattica ed organizzativa oltre che di garanzia per la tutela dei diritti del bambino". Già nella scelta della scuola calcio, quindi, è il caso di fare attenzione a questi status certificati dalla Figc e per i quali la Federazione stessa fa ogni stagione da garante chiedendo alle società il censimento dei bimbi presenti in ogni scuola e della qualità delle strutture esistenti. A Tirrenia, Roma e Catania, invece, ci sono tre Scuole calcio Federali. "Svolgono attività pilota di sperimentazione tecnica e didattica e rappresentano punti di raccordo per tutta la "Attività di Base"", specifica il sito.
    Certo il lupetto (o la lupetta) sogneranno Beckham già in tenera età, quindi anche la possibilità di andare nella squadretta dei loro piccoli e grandi sogni. Di conseguenza vi offriamo subito il panorama di alcune società professionistiche che fanno una puntuale e qualificata attività di base.


    fonte:http://www.nostrofiglio.it/


    (Lussy)





    salute-benessere


    Salute e benessere


    wasnerin



    Terme di Bad Aussee




    Bad Aussee è forse la località termale più conosciuta della Stiria, capoluogo della provincia di Salzkammergut (la regione dei laghi e patrimonio UNESCO). Incorniciata da diverse montagne e da quattro laghetti (Altausse, Grundlsee, Toplitzsee e Kammersee), deve la sua fama alla sorgente salina delle sue miniere di salgemma. Vi rimandiamo alla sezione Guida alle città austriache per maggiori approfondimenti, qui ci basti ricordare che il centro termale è uno dei più rinomati centri di cura nella pratica della Terapia Kneipp


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    foto:archiexpo.it

    Bad Aussee, località termale austriaca famosa fin dal 1868, dove sorge il Falkensteiner Hotel Wasnerin. Recentemente rinnovato, il 4 stelle ospita l’esclusivo istituto di medicina olistica del dottore Ewald Toeth.
    Fin dal 1868 l’aristocrazia locale veniva qui, nel cuore del Salzkammergut, per ritrovare l’equilibrio di corpo, spirito e mente. Bad Aussee, in Stiria, è oggi una delle mete più rinomate e meglio attrezzate per una vacanza all’insegna del benessere totale. Proprio la filosofia olistica, che considera l’uomo nella sua interezza fisica, psichica e spirituale è alla base dell’offerta del Falkensteiner Hotel Wasnerin, hotel 4 stelle recentemente rinnovato, che ospita al suo interno l’esclusivo centro di medicina olistica del dottor Ewald Toeth.

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    foto:panoramio.com

    L’albergo è in posizione incantevole, con vista sull’imponente massiccio del Dachstein e a poca distanza da un campo di golf da 18 buche. Gusto classico e arredamento moderno caratterizzano le 90 camere dell’hotel, di cui 79 camere doppie e 10 suite Penthouse dotate di tutti i comfort. Fiore all’occhiello della struttura è il centro wellness di oltre 2500 mq che include l’Acquapura Spa, una piscina esterna arricchita di soluzione salina e una interna su 3 livelli con cascata, entrambe dotate di idromassaggio e "lettini" sommersi per il massaggio, vasca per bambini e galleria relax panoramica con comodi lettini.

    Per coppie o piccoli gruppi c’è invece la "Private Spa", un’area dedicata al relax da vivere come si preferisce. E dopo un massaggio all’aperto, un trattamento di bellezza o una sauna agli effluvi balsamici salini con rami di biancospino, ci si può rilassare all’Alpenkräuter Teehaus, la tisaneria delle erbe alpine, che propone un'accurata selezione di tisane sane e rinfrescanti, con terrazza panoramica a tetto ed una magnifica vista sull'Ausseerland. Nel centro olistico diretto dal dottor Toeth è invece possibile sottoporsi a trattamenti terapeutici e medico-sanitari, per la deacidificazione, la purificazione e la rigenerazione del corpo.


    da: turismo.it



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    foto:allglobalhotels.com


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    foto:allglobalhotels.com


    (Ivana)





    ... PARLIAMO DI ...



    Conosciamo le verdure...


    IL PEPERONE


    Il peperone è un ortaggio fresco apparte-
    nente alla famiglia delle Solanaceae, di cui fanno parte anche i pomodori, le patate e le melanzane. Come per il pomodoro, le sue origini sono da ricercare nell'America del Sud e, più precisamente, nelle regioni del Brasile e della Giamaica.
    Secondo alcuni, il nome latino "Capsicum" deriva da "capsa", che significa scatola, e deve il nome alla particolare forma del frutto. Altri invece lo fanno derivare dal greco kapto che significa mordere, con evidente riferimento al piccante che "morde" la lingua quando si mangia. L’appellativo “peperone” deriva proprio dalla scoperta fatta ad opera di Cristoforo Colombo, il quale era convinto di essere arrivato in India ed era alla ricerca di spezie pregiate per l’esportazione in Europa; egli rimase piuttosto colpito dal particolare sapore piccante del peperoncino che, per la sua somiglianza con il pepe, scambiò appunto per una nuova varietà di pepe rosso.
    La pianta del peperone è una pianta a coltivazione annuale che ha la sua massima produzione nel periodo primaverile ed estivo perchè sensibile a freddi improvvisi ed al troppo vento. La grandezza dei frutti varia a seconda delle temperature di cui gode la pianta. Il terreno che predilige è un terreno morbido e poco compatto, acido, ricco di calcio e ben drenato a causa delle radici che non hanno elevata capacità di suzione. Il peperone ha pianta a fusto eretto e ramificato, dalla forma simile ad un cespuglio, alta dai 40 agli 80 cm a seconda della specie. Le foglie sono ovali e lucide, di colore verde chiaro, mentre i fiori sono piccoli e di un colore che va dal bianco al verde. I fiori della pianta del peperone possono autofecondarsi o essere impollinati da insetti di diverse specie.
    Il frutto o bacca, il peperone, può avere portamento eretto o pendulo a seconda delle diverse varietà, e si presenta cavo all'interno e semicarti-
    laginoso; di colore verde all'inizio, arriva a maturazione ad avere colori brillanti e luminosi che variano dal rosso al giallo. All'interno del peperone vi sono semi in genere concentrati alla base del peduncolo ed attaccati ad un supporto biancastro e spugnoso, ove in alcune varietà di peperone partono dei filamenti (placenta) che percorrono tutta la lunghezza del peperone.
    Viene raccolto in diversi stadi di maturazione a seconda dell'uso che ne viene fatto sia come verdura fresca che nell'industria; se destinato alla produzione di sottaceti, verrà raccolto quando ancora acerbo e verde, mentre, se consumato fresco o destinato all'inscatolamento, verrà raccolto all'inizio della sua maturazione e infine, se destinato all'essiccamento, il peperone verrà raccolto a completa maturazione.
    Il peperone è presente in numerosissime varietà diverse, alcune delle quali dal gusto più dolce ed altre dal gusto più o meno piccante. Le tipologie dei peperoni si distinguono tra loro, oltre che per il sapore, anche per la forma allungata, conica o quadrata, e per il colore, che può variare dal giallo al rosso, al verde.
    La varietà di peperoni più diffusa e coltivata, appartiene alla specie Capsicum annuum, specie di cui fanno parte moltissime varietà di peperoni dolci ma anche alcune specie di peperoni piccanti e piante di peperoni ornamentali.
    Le altre, relativamente meno coltivate, varietà di peperoni sono: la Capsicum baccatum; la Capsicum chinense, qualità sudamericana originaria dell'Amazzonia, che include anche la varietà di peperoncino Habanero rimasto fino al 2006 nel Guinness dei primati come il peperoncino più piccante al mondo; la Capsicum frutescens, varietà di peperone che include il tabasco, e la Capsicum pubescens, che include la varietà di peperone sudamericana rocoto. Il capsicum annuum raggruppa le varietà più diffuse: il capsicum abbreviatum ha frutti piccoli e conici che non superano i cinque centimetri. L'acuminatum produce bacche sottili a cono allungato leggermente ricurve. Il fasciculatum ha frutti eretti, sottili, molto piccanti, formanti un piccolo mazzo terminale di colore rosso vivo. Il cerasiferum, il bicolor e il christmas candle.
    Il sapore del peperone viene determinato soprattutto dalla presenza di una sostanza contenuta nei semi, nella placenta, quei filamenti di colore bianco che sono presenti all’interno del peperone, e nella polpa: la capsicina. Un alcaloide che, assieme ad altre quattro sostanze naturali chiamate capsacinoidi, è presente in grande quantità nei peperoni piccanti, mentre è assente o limitato nelle varietà di peperoni dolci.
    La piccantezza del peperone viene misurata con la scala Scoville, secondo la quale il peperone risulta dolce se il livello di capsicina va da 0 a 500 unità.
    I maggiori produttori su scala mondiale sono Asia, America, Africa ed Europa, mentre a livello Europeo i maggiori produttori di peperoni sono Spagna, Francia, Olanda, Germania e Italia. In Italia la maggiore produzione di peperoni si ha soprattutto nelle regioni meridionali.

    ..storia, miti e leggende..


    Secondo alcuni studiosi, questo vegetale è di origine brasiliana, secondo altri la Giamaica. Alcuni archeologi hanno reperito semi di peperone in tombe preistoriche ad Arricon, nella regione di Lima. Fonti storiche, danno il peperone come utilizzato per l’alimentazione dagli Almechi, la cui civiltà si sviluppò fra il V e I secolo a. C. nelle zone costiere del Golfo del Messico. Una precisa testimonianza si trova nella biografia di Montezuma, ultimo signore degli Aztechi, che mentre era prigioniero di Cortez, passava il tempo scherzando con le sue concubine e mangiando pietanze con peperoncino rosso.
    Non era conosciuto in altri Paesi fino a quando, nel 1493, Cristoforo Colombo fece il suo secondo viaggio verso le Americhe. Il primo occidentale che conobbe il sapore piccante del peperone fu il medico di bordo, Diego Alvaro Chanca, che lo usò come condimento nel 1494. Nel suo diario, parlando dell’isola di Haiti, Colombo scrisse: “i miei uomini vi trovarono molti aji che gli Indigeni usano come fossero pepe e che vantano maggiori pregi del nostro, perchè esso può considerarsi vera e propria pietanza per chi riesca a sopportarne il sapore assai forte. Niuno là mangia senza il condimento di questo aroma”.Il peperone, quindi, arrivò in Europa stivato nelle caravelle di Colombo che tornavano nel vecchio continente, nel 1514. Il nome con il quale era chiamato in tutto il nuovo mondo era "chili".
    A Espelette, vicino a Lourdes, viene tuttora coltivato un peperoncino, giunto qui grazie ad un marinaio di Colombo, che
    ha ottenuto la denominazione d'origine controllata.
    In Europa si diffuse abbastanza velocemente nonostante il divieto di farne commercio sancito dal Portogallo, che temeva un danno per il proprio mercato del pepe, fino ad allora unica e costosissima spezia in grado di insaporire le pietanze favorendone la conservazione. Nicolò Monardes, autore di un famoso trattato del Cinquecento sulle "cose che vengono portate dalle Indie Occidentali pertinenti all'uso della medicina", scrive che il peperoncino si usa esattamente come le spezie aromatiche "che si portano dalle Molucche", e aggiunge che la differenza è che "quelle costano molti ducati, e quest'altre non costa altro che seminarle".
    Il Mattioli, medico senese autore di un famoso trattato sulle piante del 1568, ne parla già come di una pianta comune,
    chiamandolo pepe cornuto o pepe d'India. Comincia da qui la difficile e intricata questione della nomenclatura, che troverà solo con la sistematica di Linneo, nel Settecento, il definitivo nome scientifico di "capsicum".
    Oltre al capsicum annuum lo stesso Linneo aveva distinto anche un capsicum frutescens. Più tardi, negli anni
    cinquanta, sono state aggiunte un capsicum pubescens e un capsicum pendulum.
    Questo ortaggio, al contrario del fratello peperoncino, non ebbe una rapida diffusione nella cucina italiana, anche se venne usato nelle ricette napoletane per la pasta prima che il pomodoro lo soppiantasse.
    Del peperone troviamo alcuni cenni nella letteratura gastronomica del Seicento: Carlo Nascia lo propone con la cottura del tacchino e Antonio Latini per insaporire le salse. Un secolo dopo Vincenzo Corrado lo qualificò come "cibo rustico e volgare" pur ammettendo che piaceva a molte persone. Nell'Ottocento i peperoni sott'aceto di un'oste veronese finirono addirittura sulla tavola di Napoleone, dell'imperatore D'Austria e del re di Napoli.

    Il peperone venne usato nei riti tradizionali nordamericani; ritenevano fosse in grado di scacciare il malocchio e di allontanare gli spiriti maligni che avrebbero potuto avvicinarsi al neonato durante il sonno o causarne il pianto ingiustificato. Nella tradizione rendeva immuni dai veleni. In contrapposizione a questa visione positiva, la tradizione inca ne sottolinea negativa prorompenza, al punto da bandirne la presenza durante i funerali.

    Il peperone è un ortaggio a bassissimo apporto calorico è ricco di vitamina A e vitamina C, Soprattutto se consumato a crudo il peperone
    E' un ortaggio ipocalorico (ha solo 20 kcal per etto), composto per il 90% di acqua e per il restante 10% da zuccheri semplici e fibre, mentre sono quasi assenti proteine e grassi. Apporta all'organismo sostanze fondamentali, quali sali minerali, grassi, zuccheri, proteine e vitamine. La capsicina è in grado di aumentare la secrezione di muco e di succhi gastrici. E’ molto ricco di calcio, fosforo e potassio, dovuti alla presenza di sostanze quali la lecitina, la capsicina e la pectina, di betacarotene (soprattutto nelle varietà di colore rosso e giallo), con proprietà protettive di pelle e vista, e soprattutto di vitamina C, con azione antiossidante e immunitaria. Poichè la vitamina C è termolabile, per beneficiarne al massimo bisognerebbe consumare i peperoni crudi. Contenendo vitamina C, i peperoni sono particolarmente indicati nell’assorbimento del ferro, nel mantenimento della consistenza del collagene (e quindi di tessuti come pelle, muscoli e tendini.

    (Gabry)





    STRISCIA FUMETTO






    ... LA NATURA SULL'ISOLA ...



    IL CAMU-CAMU



    Il Camu-camu è un arbusto della foresta pluviale peruviana e brasiliana. Cresce sponta-
    neamente sulle rive di fiumi, laghi e corsi d´acqua nell´Amazzonia. Questa piccola pianta appar-
    tenente agli arbusti semi-acquatici, può anche rimanere sette mesi sott'acqua nei lunghi periodi di inondazioni a una temperatura che va dai 20 ai 30 gradi senza cambiare le sue proprietà. La sua più grande concentrazione e diversità si trova nell’Amazzonia peruviana, lungo I fiumi Ucayali e Amazonia. Arriva fino a 4 m di altezza, che si dirama dalla base formando numerosi steli secondari. Il fusto cilindrico, liscio con la corteccia di colore marrone chiaro o rossastra, ha rami glabri. Le radici sono profonde e con molti "capelli". Le foglie sono lanceolate, la lloro lunghezza varia tra 4,5 e 12,0 cm e larghezza tra 1,5 e 4,5 cm, l'apice molto appuntito e arrotondato di base, spesso un po 'asimmetrica con il bordo liscio e le costole molto deboli. Il picciolo è cilindrico da 5 a 9 mm di lunghezza e da 1 a 2 mm di diametro. La fioritura inizia quando la pianta raggiunge un diametro basale di 2,0 cm, ma non è sincronizzata su ogni piano, come accade nei cicli durante l'anno. I boccioli appaiono prima nella parte distale dei rami superiori e poi una volta aperti e impollinati, altre gemme emergono dal più vicino posto sul ramo. La fioritura continua in questo modo da ramo in ramo, quindi, un individuo può contemporaneamente avere boccioli, fiori e frutti in vari stadi di sviluppo. La formazione di fiori avviene direttamente sul tronco e sui rami spessi.Il frutto è globoso, liscio e brillante, dal colore rosso scuro al nero violaceo a maturazione; possono avere 2 a 4 cm di diametro, con 1-4 semi per frutto.
    I semi sono reniformi, appiattiti, vistosa-
    mente schiacciati, coperti di peli radi bianchi.
    Le piogge abbondanti alimentano la crescita dei piccoli frutti che vengono raccolti a mano dalle famiglie residenti lungo i fiumi, con le loro canoe.

    E' conosciuto per i suoi frutti commestibili ricchi di vitamina C, che gli esperti sottolineano esserne i più ricchi in natura.
    Il frutto è altamente acido e può essere apprezzato solamente in ricette dove venga diluito o venga aggiunto dello zucchero. Viene spesso preparato in spremute, gelati, dolci. Ma il frutto in polvere può essere anche preparato in capsule.
    Il Camu-camu è importante per il suo contenuto incredibilmente elevato di vitamina C, un antiossidante utile a prevenire non solo raffreddori e influenza, ma anche il danneggiamento del DNA cellulare ad opera dei radicali liberi responsabile di molti disturbi.
    Può avere una concentrazione di vitamina C pari a 50000ppm o 2g per 100g di frutto. Ciò significa che il frutto di camu camu fornisce 50 volte più vitamina C di un'arancia. Oltre alla vitamina C, contiene numerosi altri nutrienti, come gli aminoacidi valina, laucina e serina, e numerosi flavonoidi. Ha una vasta gamma di proprietà e si distingue per essere un ottimo astringente, antiossidante, antinfiammatorio, emolliente, nutritivo, antivirale, anti-emicrania, anti-depressivo e un dimagrante naturale.

    (Gabry)





    POESIE DI STAGIONE


    MAGGIO

    Mese di maggio

    E l'uccelletto cominciò a cantare:
    Dimmi, bel mese, che ci vuoi portare?
    Rose fiorite ed altri fiori a mazzi,
    ciocche rubizze di ciliegine nuove.
    Le prime pesche rosate e vellutate,
    da cogliere con mani delicate.
    Fiori d'arpncio dai soavi odori,
    e nidi pigolanti tra le foglie e i fiori.
    E d'altro ancor, che ci potresti offrire?
    La Madonnina cara sull'altare, che i bimbi
    buoni vuole benedire.
    Maggio è nell'aria; e l'uccelletto canta.
    Brilla nel cielo un sole tutto d'oro.


    (M. Comassi)








    ... FOTO E IMMAGINI DAL WEB ...


    ... Il giornale non poteva prescindere da quella che è una usanza che ha unito generazioni intere. Chi di noi non ha almeno una volta passato ore alla ricerca di immagini da inviare alle persone care? Quante volte ci siamo trovati nel bar del luogo di vacanza con una pila di cartoline da mandare alla famiglia, ai parenti, ad amici e conoscenti … ebbene in questo nostro luogo di sogno, dalla nostra isola felice, ci piace raccogliere cartoline dal mondo e pubblicarle sul nostro giornale e, in questo modo sognare insieme guardando quelle immagini di luoghi da sogno del nostro meraviglioso pianeta ...

    (La redazione)





    scatto dal web

    Quando abbracciamo qualcuno guardiamo dietro le sue spalle.
    È un modo per contagiare di futuro
    il passato che non possiamo cambiare.
    (trappolapertopi, Twitter)

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