... Il suo look stravagante ha fatto scuola. Il suo essere imprevedibile e anche un po' impacciata, l'hanno resa famosa...
Arisa
biografia
Arisa, nome d'arte di Rosalba Pippa è nata a Genova il 20 agosto 1982. Dopo una settimana dalla sua nascita, i genitori di Rosalba sono tornati a risiedere nella casa di famiglia a Pignola, piccolo centro a pochi chilometri da Potenza. Il nome d'arte Arisa è l'acronimo dei nomi di tutti i componenti del suo nucleo familiare: Antonio (il padre), Rosalba (lei), Isabella e Sabrina (le sorelle), Assunta (la madre). Diplomata al liceo pedagogico, svolge diversi mestieri come cameriera, cantante di piano bar, baby sitter, parrucchiera, donna delle pulizie ed estetista. I primi passi di Arisa nel mondo musicale risalgono al 1998 quale vincitrice del concorso canoro "Pino D'oro" di Pignola organizzato dall'Associazione Culturale "Il Focolare", e al 1999, quando ha vinto a Teggiano (SA) il Premio Cantavallo, la cui giuria era presieduta dalla giornalista e scrittrice Bianca Fasano, che le ha consegnato personalmente la coppa. In seguito, nel 2007, ha vinto una borsa di studio come interprete presso il CET di Mogol. Nel dicembre del 2008 è risultata, insieme a Simona Molinari, vincitrice del concorso canoro Sanremolab, che le ha consentito l'ammissione di diritto al 59º Festival di Sanremo nella categoria Proposte. In tale occasione ha presentato il brano Sincerità composto da Giuseppe Anastasi (suo fidanzato), Maurizio Filardo e Giuseppe Mangiaracina, classificandosi al 1º posto e vincendo così la categoria. Ancor prima della finale lo stesso brano era in testa alla classifica iTunes. Nella serata di giovedì 19 febbraio, il pezzo è stato eseguito con l'accompagnamento di Lelio Luttazzi. La cantante nella stessa edizione del Festival ha anche vinto il Premio Assomusica Casa Sanremo con la seguente motivazione: « La canzone Sincerità viene arricchita dal personaggio Arisa che ha saputo creare un rapporto immediato con il pubblico. Nell’esibizione con il Maestro Luttazzi, Arisa ha dimostrato di saper calcare il palco con semplicità e dimestichezza adattandosi perfettamente all’atmosfera dell’arrangiamento swing del brano ». Ha inoltre vinto il Premio della Critica del Festival della canzone italiana "Mia Martini". Immediatamente dopo l'esperienza sanremese, la cantante ha vissuto un momento di grande popolarità grazie alla canzone portata alla manifestazione canora, che ha riscosso un grande successo commerciale rimanendo al primo posto della classifica italiana per sei settimane consecutive. Contemporaneamente al singolo è stato pubblicato anche l'omonimo album, Sincerità, contenente dieci brani, che ha raggiunto la quinta posizione della classifica. Particolare clamore ha suscitato anche il suo look fumettistico, caratterizzato da uno stile anni venti, con grandi occhiali dalla montatura nera e forte rossetto rosso sulle labbra. Il disco e i relativi singoli (successivamente sono stati pubblicati Io sono e Te lo volevo dire, che però non hanno riscosso il successo della canzone d'esordio) sono stati pubblicati dall'etichetta discografica Warner. Nel giugno del 2009 si è esibita ai Wind Music Awards, condotti da Vanessa Incontrada, venendo premiata dall'associazione dei discografici come giovane rivelazione dell'anno. Poche settimane dopo ha eseguito al programma "Una voce per Padre Pio" la canzone Piccola rosa, annunciando l'uscita del singolo Te lo volevo dire, che insieme a Io sono hanno promosso l'album, pur non avendo trovato il successo del singolo d'esordio. Il 21 di quel mese ha partecipato al concerto "Amiche per l'Abruzzo", organizzato da Laura Pausini, insieme ad altre quaranta cantanti italiane allo stadio San Siro di Milano, evento benefico in favore dei terremotati del terremoto dell'Aquila del 2009. Nel mese di settembre ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico "Tutti a scuola 2009" al Palazzo del Quirinale. Malamorenò, il secondo album. Nel febbraio del 2010 è tornata sul palco del Teatro Ariston per partecipare al Festival di Sanremo nella sezione "Artisti" presentando il brano Malamorenò, canzone scritta da Giuseppe Anastasi, compagno della cantante che ha già curato i testi del precedente album, e cantata con l'ausilio delle Sorelle Marinetti, trio di drag queen che hanno collaborato nei cori del brano. La canzone, giunta alla serata finale del festival senza classificarsi tra le prime tre, è contenuta nel secondo disco di Arisa, anche questo intitolato Malamorenò e pubblicato dall'etichetta Warner, al quale Arisa ha collaborato anche nei testi per diversi brani. In concomitanza con la pubblicazione del nuovo disco si è presentata con un look rinnovato, sottolineato da capelli ricci e grandi occhiali tondi disegnati da lei stessa. Il singolo ha riscosso un buon successo in classifica, raggiungendo la quarta posizione, mentre l'album ha raggiunto la posizione numero 23. La promozione è poi proseguita con la diffusione in radio, a partire dal 23 aprile, del secondo singolo Pace. Successivamente la cantante partirà per un nuovo tour estivo.. Nel 2010all'interno della manifestazione "Gran Galà Pucciniano" risulta essere la vincitrice del premio Teatro nella Musica. Sempre nel 2010, la cantante, entra a far parte del cast tutto al femminile del programma di La7 Victor Victoria insieme alla conduttrice Victoria Cabello, la scrittrice Melissa P. e la comica Geppi Cucciari.
Sincerità è l'album d'esordio della cantante italiana Arisa, pubblicato in Italia il 20 febbraio 2009 dall'etichetta discografica Warner.
Il disco è stato prodotto da Giuseppe Mangiaracina e Maurizio Filardo, che hanno anche collaborato ai testi.
L'album è stato trainato dal successo del singolo Sincerità, canzone che ha portato al successo la cantante permettendole di vincere la sezione "Proposte" del Festival di Sanremo 2009. Il singolo ha ottenuto un grande successo, stazionando per sei settimane consecutive alla prima posizione della classifica dei singoli italiana, permettendo anche all'album di vendere parecchie copie e spingendolo alla quinta posizione della classifica degli album. L'album è entrato in classifica anche in Svizzera.
Dall'album sono stati in seguito estratti i singoli Io sono e Te lo volevo dire, che hanno ottenuto meno successo della canzone d'esordio.
Tracce
Sincerità – 3:19 (Giuseppe Anastasi – Giuseppe Anastasi, Giuseppe Mangiaracina, Maurizio Filardo) La mia strana verità – 3:28 (Giuseppe Anastasi – Giuseppe Anastasi, Giuseppe Mangiaracina, Maurizio Filardo) Io sono – 3:32 (Giuseppe Anastasi – Giuseppe Anastasi, Giuseppe Mangiaracina, Maurizio Filardo) Abbi cura di te – 3:59 (Marco Conidi – Giuseppe Anastasi, Giusemme Mangiaracina, Maurizio Filardo) Pensa così – 4:35 (Giuseppe Anastasi – Giuseppe Anastasi, Giuseppe Mangiaracina, Maurizio Filardo) Piccola rosa – 4:14 (Giuseppe Anastasi, Maurizio Filardo – Giuseppe Anastasi, Giuseppe Mangiaracina, Maurizio Filardo) Te lo volevo dire – 3:30 (Marco Conidi – Giuseppe Anastasi, Giuseppe Mangiaracina, Maurizio Filardo) Com'è facile – 3:32 (Giuseppe Anastasi – Giuseppe Anastasi, Giuseppe Mangiaracina, Maurizio Filardo) L'uomo che non c'è – 3:19 (Giuseppe Anastasi – Giuseppe Anastasi, Giuseppe Mangiaracina, Maurizio Filardo) Buona notte – 3:54 (Giuseppe Anastasi – Giuseppe Anastasi, Giuseppe Mangiaracina, Maurizio Filardo)
Arisa dal canto al cinema in "Tutta colpa della musica"
Arisa in una puntata della trasmissione televisiva "Victor Victoria"
Il film di Ricky Tognazzi sarà presentato al Festival di Venezia
Arisa è una delle interpreti di ''Tutta colpa della musica'' il film diretto da Ricky Tognazzi che sarà presentato al Festival di Venezia nella sezione Controcampo.
Nata a Genova, 20 agosto 1982 nome all'anagrafe Rosalba Pippa e d'arte Arisa, la cantante ha vinto la categoria ''Nuove Proposte'' partecipando al 59° Festival di Sanremo nel 2009 con la canzone Sincerità ora è approdata sul set di Tognazzi e racconta: «Mi è piaciuta molto la sceneggiatura, condivido il messaggio che si vuole dare: non ci si deve arrendere mai. Mi piace il valore che viene dato alla terza giovinezza, il fatto che le persone anche invecchiate restino sempre persone con sentimenti vivi e che si possa porre in essere il proprio destino anche quando non si è più giovanissimi».
«Il mio personaggio si chiama Chiara ed è una ragazza che vive repressa a causa di una madre troppo apprensiva. Riesce piano piano ad affrontare i propri limiti grazie all'amore. Attraverso il legame con un farmacista Chiara riesce finalmente a liberarsi dalle proprie repressioni».
«Per superare le mie paranoie ho fatto finta che davanti a me non ci fosse la macchina da presa. Ho notato che nel cinema c'è molta intesa tra colleghi, io non mi reputo una collega, sono ancora agli inizi, ma mi sono sentita ben accetta, ho trovato molta solidarietà. Io vivo di musica, tutto ciò che faccio oltre la musica, tutto ciò che resta, è un contorno. La musica e' fondamentale nella mia vita».
Il personaggio che interpreto si sviluppa nel film: chiusa al mondo maschile e convinta che nessuno possa interessarsi a lei all'inizio, donna sensuale e innamorata dopo. Come nel film sto aspettando che avvenga anche nella mia vita!»
- Verrà pubblicato in concomitanza con il Festival di Sanremo il nuovo album di Arisa dal titolo "Amami", in uscita il prossimo 15 febbraio mentre la cantante (vincitrice della sezione Nuove Proposte di Sanremo due anni fa) sarà in gara all'Ariston con il brano "La notte". Il disco, in arrivo a due anni di distanza dall'ultimo di inediti "Malamorenò" uscito nel 2010, è stato arrangiato e prodotto da Mauro Pagani: "Mi sono divertito, e molto a lavorare con Arisa per il suo album", ha raccontato il musicista, "I brani che ne fanno parte sono leggeri, puliti, pieni di sentimenti autentici, di voglia di esprimersi e di capire. Da un punto di vista strettamente musicale poi le composizioni sono ricche di eleganza e qualità. Arisa è stata bravissima a interpretare e far sue le melodie e soprattutto i contenuti, intrecciati a doppio filo al suo sentire di questi ultimi anni, a testimonianza di una svolta ed una crescita artistica davvero notevoli".
"In passato sono sempre stata troppo attenta a non risultare scomoda per nessuno", ha raccontato Arisa che negli ultimi anni si è fatta largo anche in televisione, prima partecipando al talk show di Vittoria Cabello su La7 e poi facendo il giudice a X Factor: "L'invidia della gente mi fa paura. Per anni mi sono sentita in debito con tutti qualsiasi cosa facessero o non facessero per me. Vivere delusioni serie mi ha reso piu coraggiosa e cosciente del fatto che esisto anche io. Ho trovato la forza di comunicare tutta me stessa, senza aver paura del giudizio altrui". Il disco contiene le seguenti canzoni: "Il tempo che verrà", tema della colonna sonora del film "Tutta colpa della musica", "Amami", "Missiva d'amore", "La notte", "L'amore è un'altra cosa", "Ci sei e non ci sei", "Poi però", "Si vola", "Democrazia" e "Nel regno di chissà che c'è". Rosalba Pippa, in arte Arisa nasce il 20 agosto 1982 a Genova, anche se la sua famiglia è di Pignola, in provincia di Potenza. Nel 2007 vince una borsa di studio come interprete presso il CET di Mogol: da qui in poi iniziano alcuni incontri fondamentali come quello con l’autore Giuseppe Anastasi, i produttori Maurizio Filardo e Giuseppe Mangiaracina con la loro etichetta MAFI. Nel 2008 vince SanremoLab e viene ammessa fra le “Proposte” del Festival di Sanremo 2009, che la vede in gara con il brano “Sincerità”, contenuto nell'album omonimo uscito per la Warner. La canzone viene proclamata vincitrice delle nuove proposte, e ottiene anche il premio della critica, consacrandola come rivelazione dell'edizione. Torna l'anno successivo, questa volta nella sezione "Artisti" con "Malamorenò", che cantata assieme alle Sorelle Marinetti. In contemporanea con la partecipazione al Festival esce, sempre per la Warner, il secondo l'album che porta lo stesso titolo del brano. Nel 2010 Arisa è stata protagonista del piccolo schermo affiancando Vittoria Cabello nel programma di La7 Victor Victoria ed è stata poi impegnata come giudice di X Factor insieme a Morgan, Simona Ventura e Elio.
Ma se l'amore non torna presto chi mi salverà Ed io lo so, di questi giorni che conto ad uno ad uno ad uno non c'è n'è uno che ritorni e guardo avanti, ho stretto i denti perchè sconfitto ogni dolore ritorna a battere il mio cuore e adesso guardo le mani e le sento più libere cerco e ritrovo la voglia di ridere io, io senza te ti ho dato tutto chiedendo ben poco da te hai preso la parte migliore di me ma è colpa mia, è stata colpa mia Ma se l'amore non torna presto chi mi salverà da questo andare a letto presto che ancora m'imprigiona Ti ho amato tanto, ti avevo in testa e quante volte ho messo in dubbio anche la stima di me stessa poi ho capito che nei tuoi gesti ho visto solo quel che eri, il re di tutti gli egoisti da quel momento i miei occhi hanno smesso di piangere ho ritrovato la voglia di ridere io, io senza te e la mia anima offersa non si fida più di una mano tesa non si fida più è colpa mia, dimmi se è colpa mia ma se l'amore non torna presto chi mi salverà da questa notte di buio pesto che ancora mi imprigiona ma se l'amore non torna presto tu... abbi cura di te, abbi cura di te. Abbi cura di te, io lo dico a me stessa davanti allo specchio c'è un'altra promessa di strada da fare ancora ce n'è, avrò cura di me avrò cura di me, del mio lato migliore da quando per luna mi basta un lampione di strada da fare ancora ce n'è avrò cura di me. Ma se l'amore non torna presto chi mi salverà da questo andare a letto presto che ancora m'imprigiona.
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Pensa così
La farfalla andò dal bruco e disse un giorno avrai anche tu delle ali verdi rosse gialle e blu ed il bruco le rispose mi accontento delle mie zampe rugose il pavone ostentava le sue piume di cristallo disse al corvo guarda quanto sono bello ed il corvo a bassa voce, sarai bello ma io sono più veloce Ognuno a qualcosa dentro di sè e basta cercarla veder di trovarla capire dov'è ognuno ha qualcosa dentro di se e basta cercarla vedere di trovarna, capire dov'è. Il leone ostacolava il passaggio all'elefante e disse beh! non ti inchini sono il re il gigante disse al re, io mi inchino però vivo più di te la formica alla cicala canti sempre e poi fai son sicura questo inverno morirai la cicala a replicare io ho un concerto oggi e ti vorrei invitare. Ognuno a qualcosa dentro di sè e basta cercarla veder di trovarla capire dov'è ognuno ha qualcosa dentro di se e basta cercarla vedere di trovarna, capire dov'è ognuno ha un talento e ce l'hai anche tu anche se per ora le tue insicurezze sfamano e accrescono le tristezze di questa vita che non ti vuole tanto domani c'è sempre il sole pensa così fai solamente quello che credi non ascoltare se non ti fidi, nemmeno a me che non sono certo niente di diverso rispetto anche a te.
SANREMO 2012/ I cantanti: Arisa, tra simpatia e stravaganza
Arisa è lo pseudonimo in arte di Rosalba Pippa, cantante nata a Genova nell'agosto del 1982 e cresciuta nel comune di Pignola in provincia di Potenza. Il suo pseudonimo artistico è la somma delle prime lettere dei nomi di ogni componente della sua famiglia: padre, madre, lei e le due sorelle. Dopo essersi diplomata al liceo pedagogico lavora saltuariamente come cameriera, parrucchiera, estetista, cantante di piano bar baby sitter e donna delle pulizie. La carriera di Arisa nel mondo delle sette note parte nel 1998 con la vittoria del concorso di canto "Pino D'Oro" del suo comune e del Premio Cantavallo a Teggiano in provincia di Salerno. Nel 2008 la cantante vince il concorso Sanremolab che per premio le permette la partecipazione come nuova proposta al cinquantanovesimo Festival di Sanremo. Al festival sanremese Arisa si presenta con il brano composto dal suo fidanzato intitolato "Sincerità" che le fa guadagnare la vittoria nella sua categoria. Prima della fine del festival il singolo era già in testa alle classifiche di vendita su Itunes. Nella stessa edizione del Festival Arisa vince anche il premio Assomusica Casa Sanremo perché ha saputo arricchire la canzone con la sua personalità stravagante e per il rapporto con il pubblico che ha saputo instaurare Terzo premio vinto dalla stravagante cantante durante il Festival è quello della Critica del Festival della canzone italiana "Mia Martini". Nel periodo seguente la sua vittoria al Festival della canzone italiana Arisa ha goduto di una grande popolarità e la sua canzone "Sincerità" è rimasta al primo posto nelle classifiche italiane per ben sei settimane consecutive. Contemporaneamente alla pubblicazione e alla vendita del singolo è stato pubblicato anche l'omonimo album che conteneva in totale dieci canzoni e ha raggiunto la quinta posizione nelle classifiche nazionali. L'album è stato pubblicato dalla Warner e tra i dieci brani conteneva anche altri due singoli successivamente estrapolati "Io Sono" e "Te lo volevo dire" che però non hanno riscontrato lo stesso successo del primo singolo. Arisa nel 2009 si è impegnata per sostenere l'Abruzzo e le persone colpite dal terremoto dell'Aquila partecipando al concerto per beneficenza Amiche per l'Abruzzo" insieme ad altre quaranta cantanti di successo italiane. Nel 2010 torna a gareggiare per la sessantesima edizione del Festival di Sanremo questa volta nella sezione "Artisti" con il brano intitolato "Malamorenò" un pezzo composto sempre dal suo fidanzato. Ha suscitato stupore il supporto vocale di un trio di Drag Queen le Sorelle Marinetti utilizzato da Arisa per eseguire il brano. Il pezzo non gli ha fatto guadagnare il podio del Festival ma ha comunque riscosso un buon successo in classifica posizionandosi alla quarta posizione . Questa volta al Festival la cantante si è presentata con un look nuovo, abbandonando l'aspetto fumettistico dell'anno precedente, Arisa è salita sul palco indossando grandi occhiali tondi e stravaganti disegnati da lei stessa. Anche stavolta l'album ha lo stesso nome del primo singolo ed è sempre prodotto dalla Warner. Sempre nello stesso anno Arisa debutta in tv entrando a far parte del cast di Victor Victoria trasmesso sul canale La 7. Nel 2011 Arisa torna sul palco del teatro Ariston ma stavolta solo in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia cantando insieme a Max Pezzali il famosissimo brano "Mamma mia dammi 100 lire". Nel 2011 la stravagante cantante debutta al cinema recitando nel film di Tognazzi "Tutta colpa della musica" e nel film "La peggior settimana della mia vita" di Genovesi. In quest'ultimo film ha anche contribuito alla colonna sonora con il brano "L'amor sei tu". A natale dello stesso anno è uscito il suo EP "Arisa che contiene il singolo "Il tempo che verrà".
Nel primo mese del 2012 è stato pubblicato da Mondadori il suo primo romanzo "Il paradiso non è un granché" Nei prossimi giorni Arisa parteciperà al Festival per la terza volta con un brano intitolato "La Notte", un brano romantico e struggente, nella categoria dei big. Riguardo il suo brano in gara Arisa ha dichiarato "Quest'anno non si ride, si piange". "La Notte" parla del dolore e della sofferenza che nasce dalla separazione, quando i sentimenti cambiano o svaniscono lasciandosi dietro molta confusione. In effetti l'Arisa di quest'anno è l'opposto della Arisa conosciuta finora. Quest'anno avremo modo di vedere sul palco del teatro Ariston una cantante dal look molto più sobrio.
E' carino il mio visino così fiero e attento e lo sguardo che ti entra dentro le mie scarpe così identiche alla personalità com'è pratica la mia visione della vita a te uomo non è mai riuscita quelle mie parole dette sempre con semplicità com'è ricca di sostanza quella mia cucina e tu uomo ti innamori prima quel sorridere alla vita più di quanto essa dà com'è semplice parlare, com'è naturale stare insieme non è mai banale sono certa che di questa mela sei l'altra metà Com'è facile volerti così bene amore mio com'è facile vedeti in ogni cosa e lo sai che tra di noi la fortunata sono io tu fra tanti fiori hai scelto me Quella sovrapposizione labbra sulle labbra e la bocca fragole con panna la certezza che fai bene ciò che hai fatto e che farai com'è facile svegliarsi con te la mattina e non mi era capitato prima stiamo bene e faccio corna perchè sai non si sa mai guardo avanti perchè oggi di paure non ne ho nello scrigno tu hai la perla più preziosa non ho carte nè turbante il mio futuro non lo so giardiniere starai attento a me. Guardo avanti perchè pggi di paure non ne ho nello scrigno tu hai la perla più preziosa non ho carte nè turbante il mio futuro non lo so giardiniere starai attento alla tua rosa Com'è grande questo quadro dove tu hai dipinto noi tu cupido ed io la venere distesa questo letto come un prato che per sempre annaffierò tu fra tanti fiori hai scelto me tu tra tanti fiori hai scelto me la rosa.
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L'uomo che non c'è
Il tempo è una costante che non riesco a fare ma l'amore è la variabile della malinconia perchè se sei in amore tutto è facile si sa se ti ha mollato invece è un dramma la soluzione giusta te la dico io quale buttarsi a capofitto in qualche storia che non c'è illusdersi che l'hai trovato e stai bene così facendo finta come in un film Dicendo è lui l'amore mio la sua passione ardente invece sono io usando sempre il soggetto noi dici alle amiche capiterà pure a voi perchè è bellissimo talmente bello che io non capisco come faccia a star con me perchè è dolcissimo talmente dolve che quando lo bacio è come mordere un bignè perchè è magnifico talmente unico che se lo cerco un altro al mondo non ce n'è e sembra finto si talmente finto che è duro ammettere che lui in realtà non c'è E se le amiche chiedono presentacelo un pò tu cerca di evitare e dici guarda non si può lui non è come gli altri è sfuggente alla realtà insomma per adesso non è qua col tempo è la fortuna prima o dopo troverai quell'uomo sempre idealizzato in tutti i sogni tuoi fedele pazientissimo un pò come papà ma fingi fino a quando non ci sta.
Arisa: come dev’essere una donna lo impari da tua madre
Così dicono nel paese dov’è nata. E la sua è “una casalinga devota alla famiglia e perfettamente felice”. Perciò: “A otto anni mi truccavo, a nove ho fumato, a 11 ho avuto il primo succhiotto”. Ora, dopo X Factor, con il Festival alle porte e un romanzo in uscita, spiega perché spera che suo padre non legga quest’intervista
di Paola Maraone - gioia.it
foto Luca Babini
La metamorfosi del bruco in farfalla passa - anche - attraverso l’emancipazione dagli occhiali, silurati «perché mi nascondevano lo sguardo». Scelta comprensibile ma anche discutibile: Rosalba Pippa in arte Arisa, lucana di Pignola in provincia di Potenza, 30 anni da compiere, priva della montatura spessa perde di botto quell’aria da Betty Boop secchiona e intrigante che, assieme alla voce straordinaria e a hit fulminanti come Sincerità, tre anni fa l’ha resa famosa. Ma lei non ci pensa, o non le importa: la testa è altrove. Mentre parliamo firma una valanga di contratti in vista del Festival di Sanremo, a cui parteciperà con l’attesissima La notte; subito dopo uscirà il nuovo album Amami. Chiacchiera interrompendosi, si scusa, si distrae (giustamente) pensando a sua sorella Isabella, che sta per partorire una bambina «e si è sposata a 22 anni: ma perché era innamorata». Non come la pletora di matrone surreali e ipocrite che infestano il suo esordio letterario, Il paradiso non è un granché (Mondadori), biofiction in libreria da pochi giorni in cui Arisa da un lato racconta un Meridione antico, privo di speranze, dall’altro squaderna senza pudore gli appetiti sessuali di una ragazza in fuga dal Sud (chiaramente, lei stessa), le serate a fumare spinelli col fidanzato, le sedute con la psicoanalista, la corsa verso il successo, il bisogno disperato, quanto ovvio, di normalità.
Arisa, vuol dirmi che non lo sapeva? Un prezzo da pagare per la fama c’è sempre.
Lo sapevo, lo sapevo. Come sapevo, anzi speravo, che sarei diventata cantante. Da piccola sono arrivata a rifare All I ever wanted di Mariah Carey per otto ore consecutive. Ripetevo sempre la stessa strofa, schiacciando di continuo “Play” e “Rew” sul registratore.
Vagamente ossessivo.
Non avevo i soldi per pagarmi un maestro di musica, così guardavo la tv e studiavo il modo in cui lei, Mariah, muoveva le labbra nei video. Da lì, pian piano, ho educato il mio corpo a muoversi e a respirare come il suo. È stato faticoso però, vede: alla fine la musica mi ha liberata. Da cosa, esattamente?
Da un destino che non era il mio. La protagonista del mio romanzo pensa che tutte le donne siano come quelle che lei vede: passano il tempo a chiacchierare con sorelle e parenti, guardano la tv tutto il giorno, picchiano i figli perché facciano le pulizie di casa al posto loro. Laggiù una moglie che lavora è un’onta: significa che il marito è un poco di buono o un morto di fame.
Non sta esagerando?
In certe zone è ancora così. Le atmosfere e il percorso di liberazione descritti nel mio libro si adattano perfettamente ai luoghi in cui sono cresciuta. Da noi c’è ancora la famiglia patriarcale: come dev’essere una donna lo impari da tua madre.
La sua com’è?
Casalinga devota alla famiglia e al marito, perfettamente felice. Ma il mio concetto di felicità non coincide con il suo.
Vuol dirmi che da lei non ha preso niente?
L’amore per la musica. Mia madre era “addicted” del Cantagiro e del Festivalbar. E poi è una donna estrosa ed estroversa, proprio come me.
È vero che sua sorella Sabrina canta bene come lei?
Sì, perché ha usato la mia stessa tecnica: imitare Mariah in tv. Ha 19 anni e un diamante in gola. Il suo problema sono io: vive male il confronto, così canta con tutti i suoi amici tranne che con me.
E suo padre, invece? Si dice che la tenesse chiusa in casa, permettendole di uscire solo una volta ogni tre settimane.
Se è per questo anche una volta ogni mese e mezzo. È sempre stato molto geloso, diceva: «Se esci troppo spesso ti fidanzi». Va detto che a otto anni già mi truccavo. A nove ho fumato la mia prima sigaretta. A undici ho avuto il mio primo succhiotto. Torno a casa e mio padre mi urla: «Con chi ti sei baciata, che è ’sta roba?». Mi guardo allo specchio e rispondo: «E io che ne so?». Ero un tipo un po’ irrequieto.
In effetti.
A tre anni dicevo a mio padre: «Puoi darmi le chiavi della porta di Milano?». Però, per quanto possessivo fosse, lui mi ha anche aiutato a emergere, improvvisandosi lucista per seguirmi ai primi concerti, nei paesini della mia zona. Mi ha insegnato il senso del dovere, del lavoro e della lealtà. E non si è mai preso troppo sul serio: quando mi intimava di fare o non fare una certa cosa, in fondo ai suoi occhi c’era un margine di flessibilità.
Che rapporto ha con la sua terra?
Ambivalente. Adoro la raccolta dei pomodori, la vendemmia, l’uccisione del maiale. Dall’altro lato ho sempre sognato di scappare, anche da me stessa.
Non sia retorica.
Però è così. Per anni non mi sono perdonata nulla. Mi vergognavo del seno grande, stavo tutta curva. A Sanremo 2009 ero 70 chili, e quel peso era il risultato di una vita non troppo appagante.
Prima di diventare famosa ha fatto l’estetista, la parrucchiera, la cameriera. E qualche mese dopo aver vinto il Festival ha detto: «Posso ancora vivere con 600 euro al mese». È così anche oggi?
Non ho grandi pretese, ieri indossavo un paio di jeans comprati quattro anni fa a Potenza per 20 euro. Però oggi ho uno staff da mantenere, quindi mi servono più soldi.
Come sceglie le persone che lavorano con lei?
Sono quella che lascia i soldi sul tavolo per vedere se qualcuno se li porta via. In questo ho mantenuto una posizione contadina. Ma in generale mi basta poco per osservare, e capire, le persone: oggi più di ieri.
Come si sente cambiata, Arisa?
Ero ipercritica nei confronti di me stessa, dipendevo dal giudizio degli altri. Anche nel canto: sceglievo pezzi che piacevano a chi mi stava accanto, non riuscivo mai di dire «Non sono d’accordo». Per questo oggi torno a Sanremo. Il suo riscatto personale?
L’Arisa del 2009, quella che vinse il Festival, era una faccia sul progetto di qualcun altro. Oggi ho imparato a sentire le cose con la mia pancia, e a Sanremo porto finalmente una canzone che mi convince davvero. Traguardo perfetto per una come me, che vive per la musica e quel che le ruota attorno.
È stata anche giudice a X Factor.
Lo rifarei per tutta la vita. Assieme a Victor Victoria.
Chi le piace e chi no, in tv?
Mi piacciono tutti. Democristiana.
Ok: più degli altri Fazio, Fiorello, Dandini.
E Simona Ventura? Proprio a X Factor avete avuto qualche battibecco.
Acqua passata. Simona non è solo quel che sembra, il che mi ha piacevolmente stupito.
Com’è composta la sua giuria ideale?
Tengo Morgan, Elio e Ventura, ma aggiungo Renato Zero e Rettore.
Tornando al brano che porterà al Festival: parla di due che si sono lasciati. Autobiografica?
Esatto. L’ha scritta il mio ex fidanzato, Giuseppe Anastasi, che era anche uno dei miei insegnanti al Cet, la scuola di Mogol.
Non è pericoloso, mescolare lavoro ed ex amori?
Nel nostro caso funziona. Chi meglio di lui poteva raccontare il nostro distacco?
Vi siete mollati, si dice, perché lei è diventata troppo famosa.
Vero. Il nostro era un grande amore, ma a volte è più facile stare con chi non ami troppo. Mi descrive la sua relazione ideale?
Io sono, nell’amore, poco matura, un po’ adolescenziale: mi piacciono le relazioni fatte di sguardi e piccole provocazioni, in cui hai voglia di fare sesso dalla mattina alla sera. Suo padre sarà contento di saperlo.
Mio padre non leggerà quest’articolo.
Le piace anche l’amore litigarello?
Litigarellissimo: vado matta per le situazioni in cui ci si tirano i piatti.
Metaforicamente, intende.
Non solo. S’immagini la scena: io tiro un piatto a un uomo e poi gli urlo di andarsene, anche con qualche parolaccia. Ma lui viene verso di me, mi prende per le braccia, mi solleva spingendomi contro un muro e poi mi bacia.
Sembra il set di un film.
Gli uomini lo sanno, che mi manca qualche rotella.
Ci pensa, a un futuro con qualcuno?
Sì, ma dev’essere una persona che nutra una passione enorme per qualcosa. Almeno parallela a quella che ha per me.
Ci sono anche dei figli nella sua sceneggiatura?
Credo che adotterò. La trafila, per quanto pazzesca, ti spinge a interrogarti tanto a lungo – lo voglio veramente, un bambino? – che i margini d’errore si riducono. E poi la realizzazione dell’istinto materno non passa per forza attraverso la gravidanza.
E se il suo compagno invece volesse provarci, a concepirne uno?
Il padre dei miei figli la penserà come me.
Che tipo di madre sarà?
Ottima se troverò l’uomo giusto, che mi aiuti a indovinare l’incastro tra essere donna e madre. Se sei una donna appagata sarai, credo, anche una madre appagata.
Chi gliel’ha detto, questo?
Ho un istinto competente. Quando il mio istinto mi dice di andare, io mi tiro su le maniche e parto.
Che le dice l’istinto sul Festival? Lo vincerà?
Su questo non comando io, è tutto nell’aria. O se preferisce nelle mani di Dio.
Ah, già: avevo letto che è una fan di Karol Wojtyla.
Ce ne fossero altri, in giro, come lui: bello e magnanimo. E, soprattutto, predisposto all’abbraccio.
DALLA VITA AL SET
Ricky Tognazzi le ha offerto una parte in Tutta Colpa della musica: secondo Simona Izzo, co-sceneggiatrice del film, «Arisa è straordinaria. Esce dal set ed entra nella vita, e viceversa, con una naturalezza pazzesca». «Non mi hanno fatto nemmeno un provino, dando per scontato che fossi capace di recitare. Invece sono una cagna», ha scherzato, «ma spero di migliorare». Arisa ha regalato al film la canzone Il tempo che verrà. Ha fatto anche un cameo nel film La peggior settimana della mia vita, di Alessandro Genovesi. E, assieme a Naif Hérin, ne ha firmato la colonna sonora con il brano L’amor sei tu.