ANDREA FAUSTINI

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    Andrea Faustini


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    X Factor, Andrea Faustini: «Mel B? Una "ciaciona"» «Sono impacciato, non ne azzecco una».
    Però Andrea una l'ha azzeccata: è entrato all'X Factor inglese ed è la rivelazione italiana che sta conquistando tutti.
    Adesso canta nella squadra di Mel B, una «ciaciona» come lui

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    Sotto i mocassini di Vivienne Westwood, indossati per gli scatti a tema british di questo servizio, Andrea Faustini nascondeva un paio di calzini con disegnati dei donuts rosa. «Però nun se vedevano», ride mostrandoceli a fine shooting.

    In questo ventenne romano «della Prenestina», come tiene a sottolineare, convivono due anime: una dialoga amorevolmente in inglese con tutti, dispensando abbracci e many Thank you; l’altra si manifesta così: «Vado a togliermi ‘sta maglia di lana, sennò me pizzica tutto».

    Per chi ancora non lo conoscesse, Andrea è la rivelazione italiana dell’undicesima edizione di X Factor UK, versione originale britannica del famoso talent show in onda anche da noi. Già finalista nel 2008 del varietà canoro per bambini Ti Lascio una canzone, è stato descritto dai media italiani come «un’ugola in fuga», andato all’estero dopo troppe bocciature in patria: le cose, ci spiegherà in questa intervista, non stanno proprio così.

    Di certo c’è che il pubblico inglese è impazzito per questo fanciullo barbuto con la voce vibrante, che davanti alle telecamere si è presentato la prima volta con una maglia raffigurante un carlino. «Quell’immagine ha fatto breccia», spiegano dalla produzione, «in strada tutti lo riconoscono come “quello del carlino”».

    Entrato nella squadra dell’ex Spice Girl Mel B, l’avventura di Andrea a X Factor UK è stata finora un susseguirsi di standing ovation e clic su YouTube: in piedi è scattato anche l’inflessibile giudice Simon Cowell, ideatore di X Factor e mentore di svariate popstar (One Direction, per esempio). Tanti danno Andrea tra i favoriti alla vittoria. «Non ci voglio pensare, ma se dovesse succedere mi compro la macchina, anche se dovrei prima prendere la patente». Imparando a guidare a destra o a sinistra? «Non lo so! Forse destra, mi sento più portato».

    Ma andiamo con ordine.

    Andrea, come ci è finito qui?

    «In modo rocambolesco. A gennaio compilai l’iscrizione sul sito: dicevano che avrei dovuto ricevere notizie a febbraio, ma non ne seppi più nulla e persi le speranze. Poi, il 7 aprile mi inviarono la convocazione per il 13: ero in Inghilterra con i miei e la lessi solo quattro giorni dopo. Partii all’una di notte e alle 5 di mattina ero in fila per il provino».

    E poi?

    «Ho fatto tre round con i giudici: ai primi dissero subito sì, al terzo dovetti aspettare che richiamassero. Sfortuna volle che in quei giorni il mio cellulare era senza credito: dalla produzione provavano a chiamarmi ma siccome le telefonate dall’estero devi pagarle anche tu, la chiamata non partiva. Mi arrivò la mail: “Contattaci al più presto”. Sbiancai».

    Anziché motivo d’orgoglio, per molti italiani la sua partecipazione a The X Factor è stata occasione per sparare sulla nostra incapacità di sfruttare i talenti. Che ne pensa?

    «La mia storia è stata presentata in maniera sbagliata: è vero, negli ultimi 4 anni mi sono presentato tre volte ai provini di X Factor Italia e tre volte mi hanno rimandato a casa, ma quest’anno sono arrivato ai giudici ricevendo 4 sì: a distanza di due giorni, però, ho fatto l’audizione a Londra, ho avuto 4 sì anche qui e a quel punto la scelta è stata mia».

    Avrà pensato: «Vado da loro visto che prima qui non mi avete voluto».

    «No, sono da sempre fan dell’X Factor inglese, mi piacciono l’atmosfera e le scelte musicali. Il rischio è stato pazzesco, qui c’era molta più gente ai casting. Mi è andata bene: sto crescendo sia come artista sia come persona, ed è la prima volta che vivo lontano da casa».

    Immagino le lacrime di mamma.

    «E pure le mie! Sull’aereo mi facevo male e ascoltavo i pezzi tristi! Ma più vado avanti, più scopro una forza che non sapevo di avere. Anche se so’ sempre il ciacione (bonaccione, ndr) de prima».

    In Tv ci era già stato a 13 anni.

    «Fu un’avventura piacevole: a Ti lascio una canzone c’era Roberto Cenci, tra i primi a credere in me. Dopo ho continuato a fare casting: ho provato a Sanremo Giovani, Amici e due volte a The Voice: non sono arrivato neppure davanti ai coach».

    The Voice lo ha vinto una suora…

    «È brava ma c’erano persone più meritevoli: ci si è fatti trasportare dalla novità».

    In un talent straniero sarebbe potuto succedere?

    «Sono programmi che aiutano a trovare talenti che vendano dischi, ma alla gente a casa non je puoi propina’ dodici cantantoni a sera, ci vuole anche qualcosa di diverso».

    Cito un brano che lei ha cantato, One Moment in Time di Whitney Houston: «Ho combattuto ogni guadagno/per gustare il dolce /affronto il dolore»: è la sua storia?

    «Sì, ma alle persone che mi hanno detto “no” devo solo dire grazie: quei rifiuti mi hanno spronato a superare i miei limiti, non mi hanno scalfito. Ho una gran famiglia alle spalle e ho sempre avuto lo studio come alternativa».

    È iscritto a lingue Orientali all’Università: sarebbe dovuto andare al The Voice cinese!

    «Ci ho pensato: famme prova’ pure in Cina, nun se sa mai. Potrei diventare una stella del K-pop coreano (ride)».

    Con l’inglese tutto liscio?

    «Ogni tanto prendo strafalcioni, se non capisco rido. L’altro giorno un ragazzo mi ha chiesto un accendino, non ho capito una mazza e ho fatto “eh eh”. Quel poveraccio aspettava che je davo l’accendino e io manco fumo».

    Con Mel B la comunicazione funziona?

    «Lei è una ciaciona come me, schietta e diretta. Da piccolo ero fan delle Spice: a vederle me tajavo (ridevo a crepapelle, ndr). Nel ’98 mi regalarono persino la barbie di Mel B».

    Meglio Mel B di Victoria Cabello, giudice di XF Italia?

    «Io amo Victoria! E al provino fu carinissima: a causa di un guasto tecnico rimasi a lungo sul palco, lei venne ad abbracciarmi. Fu molto complimentosa, vorrei ricontattarla».

    «Mi chiedo che cosa ci faccio in questo branco di bellocci palestrati»: sono parole sue.


    «Sono Bridget Jones al maschile: impacciato, non ne azzecco una. Però la forma fisica non è mai stato un problema: so’ sempre stato orgoglioso della mia panza, guadagnata co’ anni di carboidrati».

    Pensi che in Italia un ragazzino è stato seviziato perché obeso, e una 13enne invitata a “mettersi a dieta” dal vicepresidente del Senato.

    «È uno schifo, per fortuna a me non è mai successo. C’ho più tette de mia sorella ma è lei che è invidiosa (ride)».

    Sua sorella è l’amore della sua vita.

    «È sempre qui con me (mi mostra il polso con tatuate le loro sagome che si tengono per mano, ndr)».

    A storie «vere» come siamo messi?

    «L’amore è una cosa che non ho mai cercato e mai è arrivato. Non ho ancora trovato la persona speciale adatta a me».

    È vergine?

    «Se in vent’anni non mi sono mai innamorato...».

    Da Bridget Jones provetto, passa le serate «a cioccolata e Grey’s Anatomy», come ha twittato?

    «Sì, ma in lingua ci capisco la metà, non so manco che fine fa Shepard!».

    Il duetto dei sogni?

    «Giorgia. Quante ore me so’ fatto in coda ppe’ farmi firma’ i cd! Adesso è uscito il Senza paura Gold Edition: magari per Natale mo’ manda lei autografato. Te prego Gio’, fammi questo regalo».


    di Raffaella Serini
    fonte:vanityfair.it
    foto:metro.co.uk
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    - youfeed.it




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    Andrea Faustini - "Who's Loving You" The X Factor Uk 2014 Room Auditions Week 1



    Andrea Faustini, l’immigrato di talento che sbanca X Factor a Londra


    Sarà per gli amati carlini, cagnetti dal profilo infelice , sarà per l'aspetto rotondo da antidivo, sarà per la parlata romana ben camuffata nell'eccellente british accent o sarà solo per quel portento di voce, ma Andrea Faustini spopola. L’eroe di X Factor in Gran Bretagna, fucina di talenti divenute pop star a Londra e dintorni, è sempre più lui, il ventenne studente universitario specialista in cinese e coreano. È arrivato in semifinale sull’onda di un forte sostegno popolare e la sponsorizzazione della ex Spice Girl, Mel B. Lei, artisticamente lo adora e lui la ricambia al punto da aggirarsi con una bambola dedicata alla cantante.

    La storia di Andrea Faustini sbatte con le cronache dell'immigrazione italiana nel Regno Unito, un flusso continuo di studenti e non a caccia di qualifiche e occupazione nella città che David Cameron ha definito “una fabbrica di posti di lavoro”. Cronache non sempre a lieto fine, in realtà, perchè le opportunità si alternano a dolorose frustrazioni. Per Andrea, il destino ha riservato qualcosa di molto diverso. Il successo è stato immediato e ora conferma di prolungarsi nel tempo. La competizione con alcuni fra i migliori talenti della musica nel Paese che della musica pop è patria incontrastata, è andata avanti verso la finale dopo un week end – otto giorni fa – in cui sembrava tutto perduto. È stato costretto a battersi in un testa a testa per evitare l'eliminazione e c'è riuscito sbarcando ai quarti. Fra sabato e domenica un altro balzo in avanti, quello più atteso. È arrivato in semifinale sulla scia di un fortissimo consenso.

    Andrea Faustini, ultraitaliano, a sentirlo e a vederlo, continua la sua marcia nel cuore del programma cult della musica leggera inglese. Un contributo, neppure troppo piccolo, a rimodellare l'immagine del talento italiano oltre la Manica.

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    Andrea-Faustini



    dal nostro corrispondente Leonardo Maisano
    fonte: ilsole24ore.com
    foto:digitalspy.co.uk
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    Earth Song


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    One Moment In Time

     
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    Finale X Factor Uk con italiano Faustini
    In diretta dalla Wembley Arena a Londra


    Grande attesa per la finale di X Factor UK: in diretta dalla Wembley Arena a Londra, tra i tre finalisti ci sarà anche l'italiano Andrea Faustini.

    Superati gli spareggi delle ultime due settimane, "l'orsacchiotto italiano" - come è stato soprannominato dal pubblico inglese - è atteso all'ultima prova, davanti a 12 mila spettatori presenti nel palazzetto londinese, e oltre 8 milioni di telespettatori.


    fonte: ansa.it

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    Chandelier




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    Sam Brown's Stop

     
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    X Factor Gb: eliminato italiano Faustini, finisce terzo


    E' finita l'avventura di Andrea Faustini, eliminato nella prima serata della doppia finale dell'edizione britannica di X Factor. Come da pronostico, approdano all'ultimo atto del talent canoro i due idoli di casa, la favoritissima Fleur East e Ben Haenow. Si conclude così, con la conquista del terzo posto generale, la corsa dell'"orsacchiotto italiano", protagonista assoluto dello show. Faustini è stato eliminato dal televoto dopo aver interpretato "Feeling good" di Nina Simone e duettato su "Ghosts" con Elle Henderson. Due buone interpretazioni che però non hanno potuto contare sull'appoggio di Mel B, mentore di Faustini, assente perché ricoverata in ospedale.


    "E' stata un'avventura incredibile, non avrei mai immaginato di arrivare così lontano". Deluso, ma comunque orgoglioso della popolarità che ha conquistato settimana dopo settimana, Andrea Faustini non perde il sorriso dopo l'eliminazione di sabato sera. "E' stata l'esperienza più sconvolgente ed entusiasmante della mia vita - ha dichiarato all'ANSA -. Ovviamente un po' mi dispiace per l'eliminazione, ma sono comunque felice. È stato tutto così imprevisto, mai avrei potuto immaginare tutto questo. Per me è un punto d'inizio, vorrei che fosse così per la mia carriera".

    fonte:(ANSA).



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    Nina Simone's Feeling Good


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    foto:images.vanityfair.it


    Andrea Faustini: «Fatemi soffrire»



    È felice del successo a X Factor Uk, ed emozionato per l'uscita del suo primo disco («O sfondo o sprofondo»). Ma ad Andrea Faustini manca ancora qualcosa, come ci racconta in questa intervista.



    di Silvia Nucini
    fonte:.vanityfair.it/



    Se passi i cinque anni delle scuole elementari a essere chiamato Supplì Faustini puoi crescere pieno di rancore oppure puoi cominciare a fare quello che gli altri non fanno: guardarti con occhi benevoli, volerti bene per come sei, e, forte di questo, costringere i tuoi parenti in visita a sedersi tutti stretti sul divano, presentarti davanti a loro con il manico di una scopa in mano e cantare le Spice Girls a squarciagola. «Non sapevo le parole, dicevo cose tipo uaciu uaciu uon, ma ero felice mentre cantavo, allora come adesso». Ed è stata proprio questa felicità – dice Andrea Faustini – ad avergli dato il coraggio di mettersi in coda alle 5 del mattino fuori dagli studi di X Factor Uk, come ci aveva già raccontato qui.


    Il resto è noto: Andrea, che ottiene quattro sì, entra nel programma, sbaraglia gli avversari, ma arriva poi terzo alla finale disputata alla Wembley Arena. È talmente bravo, però, che la casa discografica Rca gli fa un contratto e pubblica ora il suo primo album, Kelly («È il titolo di una canzone del disco, parla di una ragazza che ama un ragazzo che la sua famiglia non approva, allora lei lascia tutto per seguire il suo amore. Mi sembra una storia che ha delle affinità con la mia, perché anche io come lei inseguo i miei sogni»).

    Dieci tracce, tra cui la cover di I Didn’t Know My Own Strength di Whitney Houston, e un brano in italiano con la musica scritta da Elisa e i testi da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro: «Hanno fatto tutto in una notte, la mail con la canzone definitiva me l’hanno mandata alle 4 del mattino». Ventun anni appena compiuti, un corso di laurea in Lingue orientali accantonato per provare a vedere se questo successo può cambiare la vita, Andrea Faustini ha una risata che gli arriccia il naso e una morbidezza di modi («Anche di forme: a X Factor mi mettevano la guaina Spanx che perdona tutti i peccati del mondo») che lascia intendere una vita serena. «Ho una famiglia bellissima, stiamo così bene insieme che quando esco la sera un po’ mi pento perché so che a casa mia si stanno tutti divertendo. C’è papà Adolfo che lavora in banca, mamma Ritona che fa la casalinga disperata e mia sorella Elena, che ha otto anni più di me, ma siamo inseparabili, vede il tatuaggio? Ce l’abbiamo uguale, siamo io e lei».

    Ha anche un pulsante play sul polso?

    «Sì, quando schiacci play parte la musica e tutto cambia, l’ho fatto in un momento in cui desideravo qualcosa di nuovo e diverso. Ma sul polso fa malissimo, stavo a svenì»

    Poi è arrivato qualcosa di diverso, no?

    «Un’esperienza bellissima questa inglese. Mi ha reso una persona più risoluta. Il canto in un modo o nell’altro è un viaggio dentro se stessi: quando canto so chi sono e cosa voglio. Poi quando smetto un po’ meno».

    Il cambiamento più grande che le ha portato questa «vittoria morale»?

    «Il fatto che sono uscito di casa, dove stavo benissimo. Adesso divido una casa a Londra con una ragazza italiana, una spagnola e tre irlandesi. All’inizio gli irlandesi mi parlavano e io dicevo “Oh yeah” perché non capivo niente. Adesso va molto meglio».

    Magari anche qualche soldo in più?

    «I ricchi son diversi. Ma sì, qualcosa è cambiato. Ho comprato la lavatrice a mamma, e se vedo una maglietta che mi piace adesso magari entro nel negozio e me la compro. Prima tornavo a casa, aspettavo un mese per risparmiare i soldi, tornavo e non c’era più perché era cambiata la collezione».

    Col successo è arrivato anche l’amore?

    «Macché, qui è sempre novembre inoltrato. Nebbia e freddo. Avrei tanta voglia di fare delle esperienze, anche dolorose, non importa, fa parte della crescita. In fondo Adele è stata lasciata e ha scritto un disco che le ha fatto vincere 5 Grammy. E quindi lancio un appello: fatemi soffrire!».

    Le manca la vita di prima?

    «Intende l’università, ore sul divano a guardare le serie Tv in streaming, il computer impestato di virus? Sì, un sacco mi manca. Ma mentre la vivevo sentivo che era tempo di cercare dell’altro».

    I tabloid inglesi parlano del suo look un po’ eccentrico. È studiato?

    «Macché, la mia idea di moda è stare comodi. Le felpe eccentriche servono solo a nascondere le vergogne. Mi pregio di fare i risvoltini ai jeans dal 2010. Li ho inventati io, lo sappiano i fashion blogger».

    Ha paura per questo disco?

    «Il mercato inglese è crudele. Può essere che sfondo o sprofondo. Comunque vada, è un privilegio essere arrivato fino a qui».
     
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3 replies since 6/12/2014, 16:17   195 views
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