|
|
Darijo Srna
Darijo Srna (Metković, 1º maggio 1982) è un calciatore croato, difensore o centrocampista dello Shakhtar Donetsk e della Nazionale croata, delle quali è capitano.
La famiglia di Srna ha avuto una vita difficile: il padre, Uzir, è rimasto orfano a 3 anni in seguito all'uccisione della madre e della sorella da parte dei nazionalisti serbi, ed è stato costretto a fuggire a Sarajevo e poi a Metković, in Croazia. Ha giocato anche per un breve periodo come portiere[1]. Srna ha anche due fratelli, Renato, allenatore del Neretva, e Igor, affetto da Sindrome di Down, al quale spesso dedica le sue reti. Ha anche due tatuaggi, uno raffigurante un cervo (Srna in croato significa proprio cervo) e il nome del fratello malato. È sposato con Mirela Foric, conosciuta tramite l'amicizia con il collega attaccante Bosko Balaban, e una figlia di nome Kasja
Terzino destro di notevole propensione offensiva e ottima fisicità, è stato spesso impiegato come centrocampista esterno o anche come esterno offensivo[3]. Destro naturale, è conosciuto per la sua abilità nei cross e nei calci di rigore[
Dopo aver giocato da giovanissimo nel GOŠK Gabela e nel piccolo club del suo paese d'origine, il Neretva Metković, era già considerato uno dei più grandi talenti croati, tanto che fu più volte visionato dagli osservatori dell'Hajduk Spalato. Con la guerra ancora in corso, tuttavia, inizialmente sorsero dei problemi sul suo tesseramento, in quanto molti tifosi, a Spalato non accettavano di vedere firmare un Musulmano per il loro club[1]. Nel 1998 i team manager del club si convincono ad ingaggiarlo ed inserirlo nel settore giovanile, dove rimane fino al 1999, quando per la prima volta ottiene la convocazione in prima squadra. Debutta in campionato a 17 anni e a 18 vince la Serie A Croata. A 19 anni è già titolare inamovibile della formazione, e il 20 settembre 2001 debutta anche in Coppa UEFA, nel doppio incontro di qualificazione contro il Wisla Cracovia[5]. In Croazia rimane per quattro stagioni, totalizzando 83 presenze e 8 reti e trionfando anche per due volte nella Coppa di Croazia.
Nell'estate 2003 passa a titolo definitivo, insieme al compagno di squadra Stipe Pletikosa, agli ucraini dello Shakhtar Donetsk. Il 14 settembre 2004 fa il suo debutto in Champions League, nella sconfitta interna contro il Milan[6]. Titolare indiscusso della squadra, alla fine di febbraio 2007 rinnova il suo contratto fino al 2011[7].
La stagione 2008-2009 è certamente la migliore della sua carriera: il 15 luglio trionfa con la sua squadra ai rigori nella finale di Supercoppa d'Ucraina contro la Dynamo Kiev, e il 13 agosto realizza il primo gol del 2-0 finale della gara di Champions League contro la Dinamo Zagabria. Dopo l'eliminazione dalla Champions, conduce, per la prima volta da capitano, la squadra fino alla finale di Coppa UEFA contro il Werder Brema, vinta 2-1[8]. Il 2008, tuttavia, resta l'unico anno in cui Srna non vince il campionato nazionale.
La stagione seguente vince ancora la Prem'er-Liha, contribuendo con 26 presenze e 2 reti. Il 28 agosto gioca 65 minuti nella finale di Supercoppa Europea persa contro il Barcellona e va a segno in Europa League nel 4-1 in trasferta contro il Club Bruges[9].
La Prem'er-Liha 2010-2011 vede la squadra di Donetsk vincere tutti e tre i trofei nazionali; grazie anche alle 39 presenze e 4 reti del capitano, la squadra di Mircea Lucescu si impone in campionato, nella Coppa di Ucraina e nella Supercoppa d'Ucraina, contro la Dynamo Kiev. In Champions League il 15 settembre Srna mette a segno, su punizione, la rete del decisivo 1-0 nel primo incontro del girone contro il Partizan Belgrado[10] e gioca tutti gli altri match, tra cui il doppio scontro, sempre vittorioso, con la Roma. Il 6 aprile, nei quarti di finale contro il Barcellona, realizza l'assist per il gol di Yaroslav Rakitskiy, ma non può impedire la sconfitta per 5-1 e la conseguente eliminazione. A fine stagione, grazie ai suoi 5 assist in nove partite, ha l'onore di essere inserito dall'UEFA nella formazione migliore dell'anno[11].
Nella Prem'er-Liha 2011-2012 Srna vince il sesto titolo di campioni d'Ucraina, contribuendo con 25 presenze e 3 reti. In Champions League la squadra esce al primo turno dei gironi, piazzandosi ultima dietro a Porto, APOEL Nicosia e Zenit San Pietroburgo.
Tuttora è il capitano della squadra, oltre ad esserne il quinto giocatore con più presenze nella storia del club.
Fin da giovanissimo convocato nelle selezioni giovanili nazionali, ha esordito con la Nazionale Croata nel novembre 2002, in un amichevole contro la Romania e nel marzo 2003 ha segnato la sua prima rete in nazionale contro il Belgio.
Srna conta, ad oggi, 122 presenze e 21 gol con la maglia della Croazia ed è stato convocato per il Euro 2004, per il Mondiale di Germania 2006, per Euro 2008 e per Euro 2012. Nel settembre 2006 il CT croato Slaven Bilic ha allontanato Srna e i suoi compagni di squadra Ivica Olic e Bosko Balaban dal ritiro della nazionale dopo che i tre erano rientrati a tarda notte da una discoteca di Zagabria[12]. Dal 2008 ne è anche il capitano dopo il ritiro di Niko Kovac.
Davor Šuker
Davor Šuker (Osijek, 1º gennaio 1968) è un ex calciatore croato, di ruolo attaccante.
È stato incluso nel FIFA 100.
La sua federazione lo ha designato come miglior calciatore croato da quando la Croazia è uno stato indipendente (1992). Quale miglior giocatore croato è stato scelto anche per il Golden Player della UEFA. Dal luglio 2012 è presidente della federazione calcistica della Croazia (Croatian Football Federation).
Vestì a inizio carriera anche la maglia della Nazionale jugoslava prima della disgregazione del 1991, segnando il suo primo gol internazionale.Con la Nazionale balcanica venne convocato per il mondiale italiano del 1990. Trasferitosi in Spagna nel 1991, vestì le maglie di Siviglia e Real Madrid, squadra con cui vinse la Liga nel 1996-1997 e la Champions League nel 1997-1998.
Fu capocannoniere dei Mondiali 1998 e ottenne il terzo posto con la Nazionale croata, segnando la rete decisiva per tale piazzamento (per un totale di 6). Quell'anno, giunse secondo nella classifica del Pallone d'Oro e terzo in quella del FIFA World Player. Nel 1999 il trasferimento all'Arsenal, di cui non fu un titolare.
Nella finale di Coppa UEFA 1999-2000 l'allenatore dei Gunners Arsène Wenger decide di tenerlo in panchina per tutta la gara, facendolo entrare a un minuto dal termine dei supplementari, utilizzandolo praticamente solo per tirare i rigori (il suo tiro finì sul palo). Prima del ritiro avvenuto nel 2003, giocò ancora con le maglie di West Ham e Monaco 1860. Con la maglia della Nazionale croata ha segnato complessivamente 45 gol, record tuttora imbattuto.
Carriera Giovanili 1984 Osijek Osijek Squadre di club1 1984-1989 Osijek Osijek 91 (40) 1989-1991 Dinamo Zagabria Dinamo Zagabria 60 (34) 1991-1996 Siviglia Siviglia 153 (76) 1996-1999 Real Madrid Real Madrid 86 (38) 1999-2000 Arsenal Arsenal 22 (8) 2000-2001 West Ham West Ham 11 (2) 2001-2003 Monaco 1860 Monaco 1860 25 (5) Nazionale 1987 1990-1991 1990-2002 Jugoslavia Jugoslavia U-20 Jugoslavia Jugoslavia Croazia Croazia 4+ (6) 2 (1) 69 (45) Palmarès Transparent.png Mondiali di Calcio Under-20 Oro Cile 1987 Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio Bronzo Francia 1998
Ivica Olić
Ivica Olić (pron. ˈiʋitsa ˈɔːlitɕ; Slavonski Brod, 14 settembre 1979) è un calciatore croato, attaccante dell'Amburgo e della Nazionale croata.
Olić muove i primi passi nel calcio professionistico con il Marsonia nel 1996: in due anni totalizza 42 presenze e 17 reti. Impressionato dalle sue prestazioni, l'Hertha Berlino decide di provarlo: la stagione però non è positiva per lui e al termine dell'annata torna al Marsonia, con cui in 2 stagioni segna 21 gol. Nel 2001 viene tesserato dall'NK Zagabria: anche stavolta il suo bottino di reti è di 21, ma realizzato in una sola stagione ed in 28 presenze. Il suo talento non sfugge agli occhi dell'altro club della capitale croata, la Dinamo, con la quale Ivica Olić gioca la stagione 2002-2003 concludendola con il titolo di capocannoniere e 16 reti in 27 presenze.
Tutto ciò viene valutato molto positivamente dal CSKA Mosca, che mette sotto contratto il giocatore. Gioca in Russia 5 stagioni, terminando la sua esperienza nella squadra moscovita con 78 presenze e 35 gol e con la vittoria della Coppa UEFA 2004-2005.
Nel gennaio 2007 si trasferisce nella Bundesliga tedesca, all'Amburgo. Gioca la sua prima partita con la nuova maglia il 31 gennaio contro l'Energie Cottbus. Con il suo contributo l'Amburgo sale fino al settimo posto, valido per la qualificazione alla Intertoto. Il 20 ottobre 2007 mette a referto la sua prima tripletta in Bundesliga nel 4-1 che vede gli amburghesi trionfare ai danni dello Stoccarda.[2]
Nell'estate 2009 si trasferisce al Bayern Monaco.[3] L'8 agosto, all'esordio ufficiale con la maglia dei bavaresi, realizza una rete nella gara contro l'Hoffenheim valida come prima giornata della Bundesliga 2009-2010 e terminata in pareggio (1-1).[4] Il 27 aprile segna la sua prima tripletta in Champions League nella semifinale di ritorno vinta contro il Lione per 3-0, punteggio che qualifica il Bayern alla finale del torneo,[5] poi persa contro l'Inter.
Nella stagione 2010-2011 indossa la casacca del Bayern solo 10 volte a causa di un infortunio che lo tiene lontano dal campo per circa 6 mesi[6]. Il 26 aprile 2012 il giocatore, in scadenza di contratto a fine stagione, annuncia di aver firmato un accordo con il Wolfsburg[7]. Il 22 agosto 2014 realizza un gol contro il Bayern Monaco, sua ex squadra, con un gran sinistro da fuori area che si infila all'incrocio dei pali.
Il 30 gennaio 2015, si è restituito per una tassa di trasferimento di 1,5 milioni di euro per all'Amburgo e ha firmato un contratto fino al 2016.
Con la maglia bianco-rossa della sua Nazionale ha partecipato al campionato del mondo 2002, a quello del 2006 e quello del 2014 e agli europei del 2004} in Portogallo, così come quelli del 2008 in Austria e Svizzera, dai quali la Croazia è stata eliminata ai quarti di finale, ai rigori dalla Turchia.
Nel settembre 2006 il CT croato Slaven Bilić cacciò Olić e i suoi compagni di squadra Boško Balaban e Dario Srna dal ritiro della selezione croata impegnata per il primo incontro di qualificazione a Euro 2008 contro la Russia, dopo che i tre erano rientrati a tarda notte da una discoteca di Zagabria. I tre ricevettero una multa di 30 000 kuna,[9] e qualche settimana dopo vennero riammessi al ritiro
Robert Prosinečki
Robert Prosinečki è nato nell'allora Germania Ovest da una coppia di lavoratori alberghieri emigrati dalla Jugoslavia, Đuro Prosinečki, croato, proveniente da un villaggio nei pressi di Kraljevec na Sutli, ed Emilija Đoković, serba, nativa di una località vicino Čačak.
Iniziò la carriera nella Dinamo Zagabria, dove fu respinto dall'ex allenatore Miroslav Blažević.[senza fonte] Trasferitosi alla Stella Rossa di Belgrado, sotto la guida di Dragoslav Šekularac prima e successivamente di Ljupko Petrović, vince la Coppa dei Campioni 1990-1991.
Giocò anche con Real Madrid, Real Oviedo, Barcellona, Siviglia, NK Hrvatski dragovoljac, Standard Liegi, Portsmouth, Olimpia Lubiana e Zagabria.
Conta 49 presenze e 10 gol con la Nazionale croata e 15 presenze e 4 gol con la Nazionale jugoslava. Nel 1987 fu nominato miglior giocatore del torneo nel Campionato mondiale di calcio Under-20 disputatosi in Cile.[senza fonte]
In seguito giocò con la Nazionale maggiore jugoslava al campionato del mondo 1990 (dove venne eletto miglior giovane del Mondiale)[senza fonte] e con la Nazionale croata al campionato d'Europa 1996, al campionato del mondo 1998 e al campionato del mondo 2002. Nell'edizione 1998 del Mondiale segnò 2 gol, contribuendo al raggiungimento del terzo posto da parte della Croazia.
È l'unico giocatore della storia[senza fonte] ad aver segnato ai Mondiali giocando per due squadre diverse: nel campionato del mondo 1990 segnò agli Emirati Arabi Uniti con la maglia della Jugoslavia, mentre nel campionato del mondo 1998 segnò alla Giamaica e ai Paesi Bassi con la maglia della Croazia.
Inizia la sua carriera di allenatore il 25 luglio 2006 come assistente di Slaven Bilić nella Nazionale croata. Il 9 dicembre 2010 è diventato l'allenatore della Stella Rossa di Belgrado, sostituendo Aleksandr Kristic. Il 21 luglio 2012 si è dimesso. Il 15 ottobre 2012 diventa allenatore del Kayserispor al posto di Shota Arveladze. Il 31 dicembre 2013 ha trovato l'accordo con la dirigenza per la rescissione contrattuale. Già diverse settimane fa aveva presentate le proprie dimissioni, inizialmente rifiutate. Nel 2014 diventa il CT dell' Azerbaijan al posto di Berti Vogts.
Mateo Kovačić
Mateo Kovačić (Linz, 6 maggio 1994) è un calciatore croato, centrocampista dell'Inter e della Nazionale croata
Destro naturale, è considerato uno dei giovani più forti e promettenti del calcio mondiale. Egli infatti si distingue nel ruolo di mezzala e trequartista dove è un abile distributore di gioco, riuscendo a impostare molte delle azioni rifinite poi dalle prime punte. Dotato di una eccellente tecnica, i suoi punti di forza sono il dribbling e il passaggio filtrante. È in grado di attaccare per via centrale, riuscendo alle volte a penetrare in area di rigore con una serpentina molto efficace.
Inizia a giocare all'età di 6 anni nella squadra locale del LASK Linz.[2][3] Nel 2007, quando Kovačić aveva 13 anni, si trasferisce a Zagabria con la famiglia andando a giocare nel settore giovanile della Dinamo Zagabria.[3]
Ha subìto un infortunio nel 2009 in cui si è rotto una gamba; tornato in campo il 31 maggio 2010, gioca l'ultima partita del campionato croato Under-17 vincendo 5–0 contro lo Split.[4]
Ha iniziato ad allenarsi con la prima squadra sotto la guida di Vahid Halilhodžić quattro mesi più tardi, il 6 ottobre,[5] continuando a giocare anche nel settore giovanile del club fino alla fine del mese.
Ha fatto il suo debutto tra i professionisti nel campionato 2010-2011 nella partita contro il Hrvatski Dragovoljac disputata il 20 novembre 2010; in quell'occasione ha segnato il quarto gol dell'incontro nella vittoria ottenuta per 6-0 dalla Dinamo Zagabria.[6] Questa gara fa di lui il più giovane debuttante e marcatore nella storia della massima serie croata, 16 anni e 198 giorni, e gli permette di battere il record fissato solo una settimana prima da Dino Špehar (16 anni e 278 giorni).
Il 31 gennaio 2013, con la mediazione dell'avvocato Beppe Bozzo [9] passa all'Inter [10][11] firmando un contratto da 1 milione di euro l'anno più bonus legati ad eventuali qualificazioni europee e vittorie in Serie A:[12] la Dinamo Zagabria incassa 11 milioni più 4 relativi ai bonus (2 se nei prossimi quattro anni l'Inter si qualificherà almeno due volte in Champions League, 2 se l'Inter vincerà due scudetti nei prossimi quattro anni e mezzo).[9][13] Indossa la maglia numero 10,[14] mentre in Europa League veste il 29 poiché il 10 era già stato indossato da Wesley Sneijder nei turni preliminari e nella fase a gironi.[15] Esordisce nel campionato italiano il 3 febbraio seguente, nella sconfitta per 1-3 sul campo del Siena. In tutto gioca 18 partite (13 di campionato, 1 di Coppa Italia e 4 di Europa League).
Nella stagione 2013-2014 gioca in tutto 35 partite (32 di campionato più 3 di Coppa Italia) mettendosi in mostra soprattutto nelle ultime partite quando mister Mazzarri decide di concedergli più spazio.
Inizia la stagione seguente con una tripletta nel 6-0 complessivo del 28 agosto 2014 nei play-off di Europa League contro lo Stjarnan; questi sono i primi gol con la maglia nerazzurra.[16] Il 14 settembre seguente segna la sua prima rete in Serie A nella vittoria per 7-0 contro il Sassuolo.[17] Si ripete poi la settimana seguente in Palermo-Inter 1-1, il 15 dicembre in Chievo-Inter 0-2 e il 21 dicembre in Lazio-Inter 2-2 con una volée da fuori area dando inizio alla rimonta nerazzurra con gol finale di Palacio. Il 9 gennaio 2015 prolunga il proprio contratto con l'Inter fino al 2019 venendo definito dal direttore generale Marco Fassone come «il simbolo di un progetto futuro».[18] Segna il suo 5° gol in Serie A il 23 febbraio in Cagliari-Inter 1-2.
Ha vestito tutte le maglie delle Nazionali giovanili croate, debuttando a maggio 2008 nell'amichevole Under-15 contro la Slovacchia.[19]
Dal mese di ottobre 2010 viene regolarmente convocato nell'Under-21.
Il 7 marzo 2013 viene convocato in Nazionale maggiore dal commissario tecnico Igor Štimac per le due sfide contro Serbia e Galles del 22 e 26 marzo valide per la qualificazione ai mondiali del 2014,[20] esordendo il 22 marzo nella vittoria interna contro la Serbia per 2-0 e giocando tutti e 90 i minuti. Esordendo a 18 anni, 10 mesi e 16 giorni, diventa uno dei più giovani esordienti della sua nazionale.
Il 19 novembre 2013 ottiene con la Nazionale maggiore la qualificazione per il campionato del mondo 2014, battendo 2-0 l'Islanda nella partita di ritorno dei play-off. Il 7 giugno 2015 realizza il suo primo gol,di tacco,in nazionale nell'amichevole con Gibilterra.
|
|