Croati famosi

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    Luka Modrić

    Luka Modrić (pron. ˈluːka ˈmɔːdritɕ; Zadar, 9 settembre 1985) è un calciatore croato, centrocampista del Real Madrid e della Nazionale croata.


    È un centrocampista centrale che può anche ricoprire il ruolo di trequartista e di centrocampista sinistro e nell'ultimo periodo al Real Madrid, Carlo Ancelotti lo ha anche schierato come centrocampista di interdizione. Le sue doti migliori sono l'ottima visione di gioco, la precisione dei passaggi e la qualità nel tiro. Per la stazza, la somiglianza, il modo di giocare caratterizzato da continui inserimenti durante le sortite offensive e l'abilità nel servire assist per i compagni indifferentemente con entrambi i piedi, Modrić è stato definito il Johan Cruijff croato, per il suo tocco di palla "magico"

    Modrić firmò per la Dinamo Zagabria all'età di 16 anni, nel 2002. Dopo una stagione nelle giovanili, viene prestato nel campionato bosniaco allo Zrinjski Mostar: qui dimostra in breve tempo tutto ciò di cui è capace, venendo anche insignito, a 18 anni, del premio di Miglior giocatore del Campionato di Bosnia/Erzegovina.[3] In seguito afferma che "se qualcuno è in grado di giocare nel campionato bosniaco può giocare ovunque",[4] riferendosi al gioco molto improntato sul fisico. L'anno successivo viene dato in prestito all'Inter Zapresic, stavolta nella Prva HNL, aiutando la squadra a raggiungere il secondo posto in campionato; vince anche il premio di Speranza del calcio croato 2004, prima d'essere richiamato dalla Dinamo Zagabria.[4]

    Con la squadra della capitale, gioca nel centro-sinistra nel 4-2-3-1, sacrificandosi un po', ma riuscendo comunque a giocare bene come in precedenza, quando era posto come centrocampista centrale, con i compiti di regista e playmaker. A testimonianza dell'attaccamento dei tifosi nei suoi confronti, c'è la standing ovation tributatagli alla sua uscita dal campo nell'ultima partita allo stadio Maksimir, con vari striscioni esposti dai tifosi, atti a dimostrargli il loro rispetto e la loro gratitudine: anche grazie alle sue prestazioni, infatti, la Dinamo Zagabria stravince il campionato di calcio croato 2007-2008, con 28 punti di margine sulle inseguitrici, portando anche a casa la Coppa di Croazia. Nel corso di 4 stagioni, Modrić mette insieme 31 gol e 29 assist;[5] 13 dei 31 gol sono arrivati nella stagione 2007-2008: in tal modo, è riuscito a essere il miglior marcatore della Dinamo, al pari di Mario Mandžukić,[6] il quale però, a differenza di Modrić, gioca da attaccante.

    Il 26 aprile 2008, il Tottenham Hotspur conclude l'affare Modrić, spendendo 16,5 milioni di sterline (21 milioni di euro circa).[3][7] L'acquisto è il primo di tutta la FA Premier League, nonché il più costoso per il club, al pari di quello di Darren Bent del 2007.[8] Anche se a inizio stagione ha perso il posto da titolare per il rendimento poco convincente, con l'arrivo di Harry Redknapp è tornato a giocare con regolarità. Ha segnato il suo primo gol in Premier League, il 21 dicembre 2008, nella partita Newcastle United-Tottenham 2-1.

    Il 31 maggio 2010 prolunga il suo contratto fino al 2016[9] Nelle stagioni successive, le sue ottime prestazioni aiutano gli Spurs a qualificarsi per la Champions League, competizione in cui nella stagione 2010-2011 raggiunge lo storico traguardo dei Quarti di Finale, venendo eliminati per mano del Real Madrid.

    Il 27 agosto 2012 il giocatore passa a titolo definitivo al Real Madrid[10] per 33 milioni di sterline pari, al momento del trasferimento, a 42 milioni di euro.[11] Il giocatore firma un contratto quinquennale con le Merengues.[12] Inizia la stagione vincendo la Supercoppa di Spagna 2012 nella doppia sfida contro il Barcellona (3-2 per il Barça all'andata a Barcellona, 2-1 per il Real a Madrid).[13][14] Il 24 maggio 2014 conquista la UEFA Champions League, battendo 4-1 in finale, ai tempi supplementari, l'Atletico Madrid.[15][16]

    La stagione 2014-2015 si apre con la conquista della Supercoppa europea, vinta il 12 agosto 2014 battendo 2-0 il Siviglia,[17] vincitore dell'Europa League. Il 20 dicembre conquista il Mondiale per club, battendo 2-0 in finale il San Lorenzo

    Le prestazioni di Modrić gli permettono di guadagnare la convocazione in Nazionale, dapprima Under-15, Under-17, Under-18, Under-19 e Under-21, poi in Nazionale maggiore. Esordisce il 1º marzo 2006, in un'amichevole a Basilea, contro l'Argentina, vinta dai croati per 3-2.[20] Disputa anche due partite, subentrando dalla panchina, nella Coppa del Mondo FIFA 2006, contro Giappone e Australia. La sua prima rete in nazionale arriva il 16 agosto 2006, allo stadio Armando Picchi di Livorno, nel 2-0 della Croazia sull'Italia.

    È stato convocato per il campionato d'Europa 2008: vi esordisce subito con un gol, su rigore, in seguito ad un fallo dell'Austriaco René Aufhauser su Ivica Olić; da ricordare anche la prestazione offerta contro la Germania. Nel corso della partita valida per i quarti di finale del torneo contro la Turchia, si avvantaggia di un errore del veterano Rüştü Reçber, portiere turco, per poter servire l'assist per il gol di Ivan Klasnić, pareggiato però dopo due minuti dall'attaccante turco Semih Şentürk. La partita termina ai calci di rigore, con la vittoria dei turchi, anche a causa degli errori dei croati, tra cui Luka Modrić. Alla fine del torneo è stato inserito nella formazione ideale di Euro 2008.


    Ivan Rakitić

    Ivan Rakitić (Rheinfelden, 10 marzo 1988) è un calciatore svizzero naturalizzato croato, centrocampista del Barcellona e della Nazionale croata.


    Nel 2007 risulta l'unico croato inserito nella lista dei 50 migliori giovani stilata dal mensile inglese World Soccer

    Rakitić è nato in una famiglia croata, infatti il padre Luka e la sua famiglia sono originari di Sikirevci mentre il ramo materno della famiglia è croato della Bosnia Erzegovina, originario di Žepče.[3]

    Successivamente, poco prima della guerra d'indipendenza croata, i suoi genitori si trasferiscono in Svizzera, dove Rakitić trascorre l'infanzia e i suoi primi anni nel mondo del calcio. Interessatosi a tale disciplina (sia suo padre che suo fratello erano stati calciatori) ed appoggiato dalla famiglia, Rakitić comincia a dedicarsi all'attività sportiva: già a 16 anni viene notato da diversi scout europei, ma firma con il Basilea. Due anni più tardi, nonostante le numerose offerte che continua a ricevere (tra le altre anche dal Chelsea)[4], la sua famiglia decide di tesserarlo con lo Schalke 04 per farlo giocare con maggiore regolarità e permettergli un più veloce adattamento frutto della conoscenza della lingua tedesca.[5]

    È proprietario dell'NK Pajde, una squadra locale dove giocano diversi suoi amici e con la quale organizza spesso degli incontri coi suoi compagni professionisti.[4] A Siviglia, un giorno, decise di aprire un bar vicino allo stadio dei rivali del Betis, provocando le reazioni minacciose degli ultrà rivali, che lo costrinsero presto a chiudere il locale.

    Talentuoso centrocampista, secondo il britannico The Independent è uno dei «più sottovalutati al mondo», mentre per gli spagnoli di Marca è un "todocampista", bravo a impostare il gioco per poi inserirsi in area.

    Basilea
    Fa il debutto nella prima squadra del Basilea il 29 settembre 2005, in occasione della partita di Coppa UEFA in casa della squadra bosniaca del Široki Brijeg, mentre il suo debutto nella Super League svizzera arriva il 15 aprile 2006 contro il Neuchatel Xamax. Queste furono le sue uniche presenze nel corso della stagione 2005-2006, mentre durante la stagione 2006-2007 diventa titolare, collezionando 33 presenze e 11 gol in campionato e 9 presenze in Coppa UEFA. Viene anche nominato come miglior giovane del campionato 2006-2007.

    Schalke 04
    Il 22 giugno 2007, lo Schalke 04 rileva il suo cartellino dal Basilea.[6] Il giocatore era stato notato dall'allenatore Mirko Slomka, il quale lo riteneva perfetto sostituto di Lincoln, partente verso il Galatasaray.

    Esordisce con la sua nuova squadra il 21 luglio 2007 nella Coppa di Lega tedesca contro il Karlsruhe e gioca le altre due partite della competizione, contro Norimberga e Bayern Monaco, terminata al secondo posto. Il suo primo gol arriva il 5 agosto 2007, nel match del primo turno di DFB-Pokal contro l'Eintracht Trier, terminato 9-0 per lo Schalke.

    Nella prima partita della Bundesliga 2007-2008, disputata tra Schalke 04 e Stoccarda, entra in campo per gli ultimi 20 minuti di gioco e, dopo 5 minuti dall'ingresso, segna il gol del definitivo 2-2. Il 15 settembre 2007 segna l'unico goal dello Schalke nel pareggio 1-1 contro il Bayern Monaco; tre giorni dopo, debutta in UEFA Champions League nella sconfitta 1-0 al Mestalla contro il Valencia.

    Nell'edizione 2007-08 della Champions League, gioca 7 partite, inclusa una in cui dà una gran prova di sé nel centrocampo tedesco contro il Chelsea, durante la fase a gironi. Agli ottavi di finale, contro il Porto, aiuta lo Schalke 04 ad arrivare per la prima volta nella sua storia ai quarti di finale di Champions League. Deve saltare le due partite dei quarti contro il Barcellona a causa di un infortunio alla caviglia, del quale iniziò a soffrire dopo un contrasto in allenamento a metà marzo: rimane fermo per un mese.[7] Nella sua terza partita dopo l'infortunio, realizza 1 gol e 2 assist nel 3-0 sul Bochum, che rese certa la partecipazione della squadra alla UEFA Champions League 2008-2009. La sua ritrovata forma continua a permettergli di raggranellare buone performance, come quella offerta all'ultimo match a Gelsenkirchen del club, durante il quale serve l'assist a Mladen Krstajić per l'1-0 contro l'Eintracht Francoforte. Termina la sua prima stagione in Bundesliga con 29 presenze, 3 gol e 10 assist.[8]

    Siviglia
    Il 27 gennaio 2011 il Sevilla Fútbol Club annuncia ufficialmente il suo acquisto dallo Schalke 04, siglando un contratto triennale fino al 2014 per una cifra di 1,5 milioni di euro.

    Dopo una sfortunata autorete contro il Racing de Santander, va a segno contro l'Hercules decidendo il match (1–0), contro l'Atlético Madrid (2–2) e contro il Valencia, segnando nuovamente la rete decisiva (0–1).

    L'annata 2013-2014 è quella della consacrazione: il Siviglia conquista l'Europa League, anche grazie al contributo del suo capitano che viene compreso nella lista dei migliori 18 giocatori del torneo dalla commissione tecnica della UEFA,[9] oltre a essere eletto miglior giocatore della finale. Anche il rendimento in campionato gli permette di attirare l'interesse dei maggiori club spagnoli:[10][11] gioca una stagione ad altissimi livelli segnando 12 reti e fornendo 12 assist in 34 incontri di Liga.[4]

    Barcellona
    Il 16 giugno 2014 il Barcellona annuncia di aver concluso un accordo con il centrocampista croato per 20 milioni di euro, che ha firmato un contratto quinquennale.[12] Il 24 agosto ha esordito in campionato nella partita vinta 3-0 sull'Elche.[13]

    Il 17 maggio 2015, grazie alla vittoria esterna contro l'Atlético Madrid, conquista con i colori blaugrana il suo primo campionato spagnolo.[14][15] Il 30 maggio vince la sua prima Coppa del Re, grazie al 3-1 contro l'Athletic Bilbao.[16] Il 6 giugno 2015 conquista la finale di Champions, segnando il gol di apertura nella vittoria 3-1 sulla Juventus.[17]

    Nazionale

    Gioca con la Nazionale svizzera a tutti i livelli giovanili, dall'Under-17 all'Under-21; ciononostante, avendo il doppio passaporto, accetta la convocazione in Nazionale croata, allenata da Slaven Bilić. In questo periodo, all'epoca ancora con la casacca dello Schalke 04, decidendo di giocare con la Croazia scatena una serie di polemiche che sfociano in minacce alla famiglia e in una campagna contro di lui da parte di alcuni partiti xenofobi.[4]

    Ha debuttato con la nazionale croata l'8 settembre 2007 in occasione della gara valida per le qualificazioni a Euro 2008 contro l'Estonia a Zagabria, entrando a gara in corso. Nell'incontro seguente, contro l'Andorra, realizza il suo primo gol nella vittoria 6-0. Termina l'anno 2007 con 5 presenze in nazionale, delle quali 4 valide per le qualificazioni europee.

    Riceve la convocazione al campionato d'Europa 2008, competizione cui partecipa come uno fra i giocatori più giovani.[18] Esordisce in questa competizione nella gara contro la Germania, sconfitta 2-1: serve l'assist decisivo a Ivica Olić permettendo al compagno di realizzare il 2-0.

    Gioca i Mondiali brasiliani 2014 da capitano della Nazionale, giocando in un 4-2-3-1 dove è uno dei due interni di centrocampo assieme a Luka Modrić. La selezione croata esce nella fase a gironi.
     
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    Darijo Srna

    Darijo Srna (Metković, 1º maggio 1982) è un calciatore croato, difensore o centrocampista dello Shakhtar Donetsk e della Nazionale croata, delle quali è capitano.


    La famiglia di Srna ha avuto una vita difficile: il padre, Uzir, è rimasto orfano a 3 anni in seguito all'uccisione della madre e della sorella da parte dei nazionalisti serbi, ed è stato costretto a fuggire a Sarajevo e poi a Metković, in Croazia. Ha giocato anche per un breve periodo come portiere[1]. Srna ha anche due fratelli, Renato, allenatore del Neretva, e Igor, affetto da Sindrome di Down, al quale spesso dedica le sue reti. Ha anche due tatuaggi, uno raffigurante un cervo (Srna in croato significa proprio cervo) e il nome del fratello malato. È sposato con Mirela Foric, conosciuta tramite l'amicizia con il collega attaccante Bosko Balaban, e una figlia di nome Kasja

    Terzino destro di notevole propensione offensiva e ottima fisicità, è stato spesso impiegato come centrocampista esterno o anche come esterno offensivo[3]. Destro naturale, è conosciuto per la sua abilità nei cross e nei calci di rigore[

    Dopo aver giocato da giovanissimo nel GOŠK Gabela e nel piccolo club del suo paese d'origine, il Neretva Metković, era già considerato uno dei più grandi talenti croati, tanto che fu più volte visionato dagli osservatori dell'Hajduk Spalato. Con la guerra ancora in corso, tuttavia, inizialmente sorsero dei problemi sul suo tesseramento, in quanto molti tifosi, a Spalato non accettavano di vedere firmare un Musulmano per il loro club[1]. Nel 1998 i team manager del club si convincono ad ingaggiarlo ed inserirlo nel settore giovanile, dove rimane fino al 1999, quando per la prima volta ottiene la convocazione in prima squadra. Debutta in campionato a 17 anni e a 18 vince la Serie A Croata. A 19 anni è già titolare inamovibile della formazione, e il 20 settembre 2001 debutta anche in Coppa UEFA, nel doppio incontro di qualificazione contro il Wisla Cracovia[5]. In Croazia rimane per quattro stagioni, totalizzando 83 presenze e 8 reti e trionfando anche per due volte nella Coppa di Croazia.

    Nell'estate 2003 passa a titolo definitivo, insieme al compagno di squadra Stipe Pletikosa, agli ucraini dello Shakhtar Donetsk. Il 14 settembre 2004 fa il suo debutto in Champions League, nella sconfitta interna contro il Milan[6]. Titolare indiscusso della squadra, alla fine di febbraio 2007 rinnova il suo contratto fino al 2011[7].

    La stagione 2008-2009 è certamente la migliore della sua carriera: il 15 luglio trionfa con la sua squadra ai rigori nella finale di Supercoppa d'Ucraina contro la Dynamo Kiev, e il 13 agosto realizza il primo gol del 2-0 finale della gara di Champions League contro la Dinamo Zagabria. Dopo l'eliminazione dalla Champions, conduce, per la prima volta da capitano, la squadra fino alla finale di Coppa UEFA contro il Werder Brema, vinta 2-1[8]. Il 2008, tuttavia, resta l'unico anno in cui Srna non vince il campionato nazionale.

    La stagione seguente vince ancora la Prem'er-Liha, contribuendo con 26 presenze e 2 reti. Il 28 agosto gioca 65 minuti nella finale di Supercoppa Europea persa contro il Barcellona e va a segno in Europa League nel 4-1 in trasferta contro il Club Bruges[9].

    La Prem'er-Liha 2010-2011 vede la squadra di Donetsk vincere tutti e tre i trofei nazionali; grazie anche alle 39 presenze e 4 reti del capitano, la squadra di Mircea Lucescu si impone in campionato, nella Coppa di Ucraina e nella Supercoppa d'Ucraina, contro la Dynamo Kiev. In Champions League il 15 settembre Srna mette a segno, su punizione, la rete del decisivo 1-0 nel primo incontro del girone contro il Partizan Belgrado[10] e gioca tutti gli altri match, tra cui il doppio scontro, sempre vittorioso, con la Roma. Il 6 aprile, nei quarti di finale contro il Barcellona, realizza l'assist per il gol di Yaroslav Rakitskiy, ma non può impedire la sconfitta per 5-1 e la conseguente eliminazione. A fine stagione, grazie ai suoi 5 assist in nove partite, ha l'onore di essere inserito dall'UEFA nella formazione migliore dell'anno[11].

    Nella Prem'er-Liha 2011-2012 Srna vince il sesto titolo di campioni d'Ucraina, contribuendo con 25 presenze e 3 reti. In Champions League la squadra esce al primo turno dei gironi, piazzandosi ultima dietro a Porto, APOEL Nicosia e Zenit San Pietroburgo.

    Tuttora è il capitano della squadra, oltre ad esserne il quinto giocatore con più presenze nella storia del club.

    Fin da giovanissimo convocato nelle selezioni giovanili nazionali, ha esordito con la Nazionale Croata nel novembre 2002, in un amichevole contro la Romania e nel marzo 2003 ha segnato la sua prima rete in nazionale contro il Belgio.

    Srna conta, ad oggi, 122 presenze e 21 gol con la maglia della Croazia ed è stato convocato per il Euro 2004, per il Mondiale di Germania 2006, per Euro 2008 e per Euro 2012. Nel settembre 2006 il CT croato Slaven Bilic ha allontanato Srna e i suoi compagni di squadra Ivica Olic e Bosko Balaban dal ritiro della nazionale dopo che i tre erano rientrati a tarda notte da una discoteca di Zagabria[12]. Dal 2008 ne è anche il capitano dopo il ritiro di Niko Kovac.


    Davor Šuker

    Davor Šuker (Osijek, 1º gennaio 1968) è un ex calciatore croato, di ruolo attaccante.


    È stato incluso nel FIFA 100.

    La sua federazione lo ha designato come miglior calciatore croato da quando la Croazia è uno stato indipendente (1992). Quale miglior giocatore croato è stato scelto anche per il Golden Player della UEFA. Dal luglio 2012 è presidente della federazione calcistica della Croazia (Croatian Football Federation).

    Vestì a inizio carriera anche la maglia della Nazionale jugoslava prima della disgregazione del 1991, segnando il suo primo gol internazionale.Con la Nazionale balcanica venne convocato per il mondiale italiano del 1990. Trasferitosi in Spagna nel 1991, vestì le maglie di Siviglia e Real Madrid, squadra con cui vinse la Liga nel 1996-1997 e la Champions League nel 1997-1998.

    Fu capocannoniere dei Mondiali 1998 e ottenne il terzo posto con la Nazionale croata, segnando la rete decisiva per tale piazzamento (per un totale di 6). Quell'anno, giunse secondo nella classifica del Pallone d'Oro e terzo in quella del FIFA World Player. Nel 1999 il trasferimento all'Arsenal, di cui non fu un titolare.

    Nella finale di Coppa UEFA 1999-2000 l'allenatore dei Gunners Arsène Wenger decide di tenerlo in panchina per tutta la gara, facendolo entrare a un minuto dal termine dei supplementari, utilizzandolo praticamente solo per tirare i rigori (il suo tiro finì sul palo). Prima del ritiro avvenuto nel 2003, giocò ancora con le maglie di West Ham e Monaco 1860. Con la maglia della Nazionale croata ha segnato complessivamente 45 gol, record tuttora imbattuto.

    Carriera
    Giovanili
    1984 Osijek Osijek
    Squadre di club1
    1984-1989 Osijek Osijek 91 (40)
    1989-1991 Dinamo Zagabria Dinamo Zagabria 60 (34)
    1991-1996 Siviglia Siviglia 153 (76)
    1996-1999 Real Madrid Real Madrid 86 (38)
    1999-2000 Arsenal Arsenal 22 (8)
    2000-2001 West Ham West Ham 11 (2)
    2001-2003 Monaco 1860 Monaco 1860 25 (5)
    Nazionale
    1987
    1990-1991
    1990-2002 Jugoslavia Jugoslavia U-20
    Jugoslavia Jugoslavia
    Croazia Croazia 4+ (6)
    2 (1)
    69 (45)
    Palmarès
    Transparent.png Mondiali di Calcio Under-20
    Oro Cile 1987
    Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio
    Bronzo Francia 1998



    Ivica Olić

    Ivica Olić (pron. ˈiʋitsa ˈɔːlitɕ; Slavonski Brod, 14 settembre 1979) è un calciatore croato, attaccante dell'Amburgo e della Nazionale croata.


    Olić muove i primi passi nel calcio professionistico con il Marsonia nel 1996: in due anni totalizza 42 presenze e 17 reti. Impressionato dalle sue prestazioni, l'Hertha Berlino decide di provarlo: la stagione però non è positiva per lui e al termine dell'annata torna al Marsonia, con cui in 2 stagioni segna 21 gol. Nel 2001 viene tesserato dall'NK Zagabria: anche stavolta il suo bottino di reti è di 21, ma realizzato in una sola stagione ed in 28 presenze. Il suo talento non sfugge agli occhi dell'altro club della capitale croata, la Dinamo, con la quale Ivica Olić gioca la stagione 2002-2003 concludendola con il titolo di capocannoniere e 16 reti in 27 presenze.

    Tutto ciò viene valutato molto positivamente dal CSKA Mosca, che mette sotto contratto il giocatore. Gioca in Russia 5 stagioni, terminando la sua esperienza nella squadra moscovita con 78 presenze e 35 gol e con la vittoria della Coppa UEFA 2004-2005.

    Nel gennaio 2007 si trasferisce nella Bundesliga tedesca, all'Amburgo. Gioca la sua prima partita con la nuova maglia il 31 gennaio contro l'Energie Cottbus. Con il suo contributo l'Amburgo sale fino al settimo posto, valido per la qualificazione alla Intertoto. Il 20 ottobre 2007 mette a referto la sua prima tripletta in Bundesliga nel 4-1 che vede gli amburghesi trionfare ai danni dello Stoccarda.[2]

    Nell'estate 2009 si trasferisce al Bayern Monaco.[3] L'8 agosto, all'esordio ufficiale con la maglia dei bavaresi, realizza una rete nella gara contro l'Hoffenheim valida come prima giornata della Bundesliga 2009-2010 e terminata in pareggio (1-1).[4] Il 27 aprile segna la sua prima tripletta in Champions League nella semifinale di ritorno vinta contro il Lione per 3-0, punteggio che qualifica il Bayern alla finale del torneo,[5] poi persa contro l'Inter.

    Nella stagione 2010-2011 indossa la casacca del Bayern solo 10 volte a causa di un infortunio che lo tiene lontano dal campo per circa 6 mesi[6]. Il 26 aprile 2012 il giocatore, in scadenza di contratto a fine stagione, annuncia di aver firmato un accordo con il Wolfsburg[7]. Il 22 agosto 2014 realizza un gol contro il Bayern Monaco, sua ex squadra, con un gran sinistro da fuori area che si infila all'incrocio dei pali.

    Il 30 gennaio 2015, si è restituito per una tassa di trasferimento di 1,5 milioni di euro per all'Amburgo e ha firmato un contratto fino al 2016.

    Con la maglia bianco-rossa della sua Nazionale ha partecipato al campionato del mondo 2002, a quello del 2006 e quello del 2014 e agli europei del 2004} in Portogallo, così come quelli del 2008 in Austria e Svizzera, dai quali la Croazia è stata eliminata ai quarti di finale, ai rigori dalla Turchia.

    Nel settembre 2006 il CT croato Slaven Bilić cacciò Olić e i suoi compagni di squadra Boško Balaban e Dario Srna dal ritiro della selezione croata impegnata per il primo incontro di qualificazione a Euro 2008 contro la Russia, dopo che i tre erano rientrati a tarda notte da una discoteca di Zagabria. I tre ricevettero una multa di 30 000 kuna,[9] e qualche settimana dopo vennero riammessi al ritiro


    Robert Prosinečki

    Robert Prosinečki è nato nell'allora Germania Ovest da una coppia di lavoratori alberghieri emigrati dalla Jugoslavia, Đuro Prosinečki, croato, proveniente da un villaggio nei pressi di Kraljevec na Sutli, ed Emilija Đoković, serba, nativa di una località vicino Čačak.


    Iniziò la carriera nella Dinamo Zagabria, dove fu respinto dall'ex allenatore Miroslav Blažević.[senza fonte] Trasferitosi alla Stella Rossa di Belgrado, sotto la guida di Dragoslav Šekularac prima e successivamente di Ljupko Petrović, vince la Coppa dei Campioni 1990-1991.

    Giocò anche con Real Madrid, Real Oviedo, Barcellona, Siviglia, NK Hrvatski dragovoljac, Standard Liegi, Portsmouth, Olimpia Lubiana e Zagabria.

    Conta 49 presenze e 10 gol con la Nazionale croata e 15 presenze e 4 gol con la Nazionale jugoslava. Nel 1987 fu nominato miglior giocatore del torneo nel Campionato mondiale di calcio Under-20 disputatosi in Cile.[senza fonte]

    In seguito giocò con la Nazionale maggiore jugoslava al campionato del mondo 1990 (dove venne eletto miglior giovane del Mondiale)[senza fonte] e con la Nazionale croata al campionato d'Europa 1996, al campionato del mondo 1998 e al campionato del mondo 2002. Nell'edizione 1998 del Mondiale segnò 2 gol, contribuendo al raggiungimento del terzo posto da parte della Croazia.

    È l'unico giocatore della storia[senza fonte] ad aver segnato ai Mondiali giocando per due squadre diverse: nel campionato del mondo 1990 segnò agli Emirati Arabi Uniti con la maglia della Jugoslavia, mentre nel campionato del mondo 1998 segnò alla Giamaica e ai Paesi Bassi con la maglia della Croazia.

    Inizia la sua carriera di allenatore il 25 luglio 2006 come assistente di Slaven Bilić nella Nazionale croata. Il 9 dicembre 2010 è diventato l'allenatore della Stella Rossa di Belgrado, sostituendo Aleksandr Kristic. Il 21 luglio 2012 si è dimesso. Il 15 ottobre 2012 diventa allenatore del Kayserispor al posto di Shota Arveladze. Il 31 dicembre 2013 ha trovato l'accordo con la dirigenza per la rescissione contrattuale. Già diverse settimane fa aveva presentate le proprie dimissioni, inizialmente rifiutate. Nel 2014 diventa il CT dell' Azerbaijan al posto di Berti Vogts.


    Mateo Kovačić

    Mateo Kovačić (Linz, 6 maggio 1994) è un calciatore croato, centrocampista dell'Inter e della Nazionale croata


    Destro naturale, è considerato uno dei giovani più forti e promettenti del calcio mondiale. Egli infatti si distingue nel ruolo di mezzala e trequartista dove è un abile distributore di gioco, riuscendo a impostare molte delle azioni rifinite poi dalle prime punte. Dotato di una eccellente tecnica, i suoi punti di forza sono il dribbling e il passaggio filtrante. È in grado di attaccare per via centrale, riuscendo alle volte a penetrare in area di rigore con una serpentina molto efficace.

    Inizia a giocare all'età di 6 anni nella squadra locale del LASK Linz.[2][3] Nel 2007, quando Kovačić aveva 13 anni, si trasferisce a Zagabria con la famiglia andando a giocare nel settore giovanile della Dinamo Zagabria.[3]

    Ha subìto un infortunio nel 2009 in cui si è rotto una gamba; tornato in campo il 31 maggio 2010, gioca l'ultima partita del campionato croato Under-17 vincendo 5–0 contro lo Split.[4]

    Ha iniziato ad allenarsi con la prima squadra sotto la guida di Vahid Halilhodžić quattro mesi più tardi, il 6 ottobre,[5] continuando a giocare anche nel settore giovanile del club fino alla fine del mese.

    Ha fatto il suo debutto tra i professionisti nel campionato 2010-2011 nella partita contro il Hrvatski Dragovoljac disputata il 20 novembre 2010; in quell'occasione ha segnato il quarto gol dell'incontro nella vittoria ottenuta per 6-0 dalla Dinamo Zagabria.[6] Questa gara fa di lui il più giovane debuttante e marcatore nella storia della massima serie croata, 16 anni e 198 giorni, e gli permette di battere il record fissato solo una settimana prima da Dino Špehar (16 anni e 278 giorni).

    Il 31 gennaio 2013, con la mediazione dell'avvocato Beppe Bozzo [9] passa all'Inter [10][11] firmando un contratto da 1 milione di euro l'anno più bonus legati ad eventuali qualificazioni europee e vittorie in Serie A:[12] la Dinamo Zagabria incassa 11 milioni più 4 relativi ai bonus (2 se nei prossimi quattro anni l'Inter si qualificherà almeno due volte in Champions League, 2 se l'Inter vincerà due scudetti nei prossimi quattro anni e mezzo).[9][13] Indossa la maglia numero 10,[14] mentre in Europa League veste il 29 poiché il 10 era già stato indossato da Wesley Sneijder nei turni preliminari e nella fase a gironi.[15] Esordisce nel campionato italiano il 3 febbraio seguente, nella sconfitta per 1-3 sul campo del Siena. In tutto gioca 18 partite (13 di campionato, 1 di Coppa Italia e 4 di Europa League).

    Nella stagione 2013-2014 gioca in tutto 35 partite (32 di campionato più 3 di Coppa Italia) mettendosi in mostra soprattutto nelle ultime partite quando mister Mazzarri decide di concedergli più spazio.

    Inizia la stagione seguente con una tripletta nel 6-0 complessivo del 28 agosto 2014 nei play-off di Europa League contro lo Stjarnan; questi sono i primi gol con la maglia nerazzurra.[16] Il 14 settembre seguente segna la sua prima rete in Serie A nella vittoria per 7-0 contro il Sassuolo.[17] Si ripete poi la settimana seguente in Palermo-Inter 1-1, il 15 dicembre in Chievo-Inter 0-2 e il 21 dicembre in Lazio-Inter 2-2 con una volée da fuori area dando inizio alla rimonta nerazzurra con gol finale di Palacio.
    Il 9 gennaio 2015 prolunga il proprio contratto con l'Inter fino al 2019 venendo definito dal direttore generale Marco Fassone come «il simbolo di un progetto futuro».[18] Segna il suo 5° gol in Serie A il 23 febbraio in Cagliari-Inter 1-2.

    Ha vestito tutte le maglie delle Nazionali giovanili croate, debuttando a maggio 2008 nell'amichevole Under-15 contro la Slovacchia.[19]

    Dal mese di ottobre 2010 viene regolarmente convocato nell'Under-21.

    Il 7 marzo 2013 viene convocato in Nazionale maggiore dal commissario tecnico Igor Štimac per le due sfide contro Serbia e Galles del 22 e 26 marzo valide per la qualificazione ai mondiali del 2014,[20] esordendo il 22 marzo nella vittoria interna contro la Serbia per 2-0 e giocando tutti e 90 i minuti. Esordendo a 18 anni, 10 mesi e 16 giorni, diventa uno dei più giovani esordienti della sua nazionale.

    Il 19 novembre 2013 ottiene con la Nazionale maggiore la qualificazione per il campionato del mondo 2014, battendo 2-0 l'Islanda nella partita di ritorno dei play-off.
    Il 7 giugno 2015 realizza il suo primo gol,di tacco,in nazionale nell'amichevole con Gibilterra.
     
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