Il tramonto dell'Occidente è il nono album da solista di Mario Venuti, pubblicato nel 2014 da Microclima - Musica&Suoni - EMI Music Publishing Italia SRL e distribuito dalla Believe Digital.
Il tramonto dell'occidente è un progetto ideato, scritto e musicato dallo stesso Venuti insieme a Francesco Bianconi (leader dei Baustelle) e Kaballà. Si compone di 10 tracce, di cui 8 inediti, una composizione di samples e un adattamento in italiano di "Ashes of American Flags" dei Wilco.
È stato registrato al TRP Studio di Tremestieri Etneo (CT), da Riccardo Samperi (che ne ha curato anche la produzione artistica insieme a Venuti e Bianconi) e successivamente mixato da Riccardo Parravicini al MAM Recording Studio di Cavallermaggiore (CN).
Tracce:
Il tramonto – 3:41 (Venuti, Bianconi, Kaballà) Ite missa est (feat. Giusy Ferreri e Francesco Bianconi) – 4:12 (Venuti, Bianconi, Kaballà) I capolavori di Beethoven (feat. Franco Battiato) – 3:42 (Venuti, Bianconi, Kaballà) Perché (questa traccia è composta da samples della discografia di Venuti e frammenti musicali orchestrali tratti dal progetto "Concerto all'aperto" di Giorgio Federico Ghedini.) – 1:36 Ventre della città – 3:22 (Venuti, Bianconi, Kaballà) Passau a cannalora (feat. Francesco Bianconi e Kaballà) – 3:35 (Venuti, Bianconi, Kaballà) Arabian boys – 3:50 (Venuti, Bianconi, Kaballà) Tutto appare (feat. Alice) – 3:29 (Venuti, Bianconi, Kaballà) Ciao american dream (Versione italiana di "Ashes of American flags" dei Wilco) – 3:21 (Venuti, Bianconi, Kaballà) Il banco di disisa – 3:35 (Venuti, Bianconi, Kaballà) L'alba (feat. Nicolò Carnesi) – 4:07 (Venuti, Bianconi, Kaballà)
Dal balcone l'altro giorno ho visto uno studente rovistare nella spazzatura nelle liste elettorali leggo nomi di maiali gli svantaggi per la libertà mio signore per favore non aver pietà il tramonto dell'occidente e delle canzonette ritmate cura le emicranie placa fame e sete la deriva dei continenti e dei costumi dei presidenti nuovi silenziosi mondi fa sperare ogni impero si conclude senza rulli di tamburi solo ruberie e volgarità stanchi di morire nella noia quotidiana confidiamo nella scollatura nella luce del tramonto cerco novità il tramonto dell'occidente che delle canzonette d'estate cura le emicranie placa fame e sete la deriva dei continenti il declino dei presidenti nuovi silenziosi mondi fa sognare Liberté, Égalité, Fraternité nella luce del tramonto cerco novità il tramonto dell'occidente e delle canzonette d'estate cura le emicranie placa fame e sete la deriva dei continenti e dei cosiddetti potenti un miglioramento certo fa sperare
Un’antica leggenda araba narra che in una grotta presso il Feudo Disisa, nei pressi di Grisì, frazione del territorio di Monreale, siano custoditi tesori immensi che potrebbero fare ricca l’intera Sicilia e che formano “Lu bancu di Disisa”. Raccontano gli antichi che c’è una enorme quantità di danari, monete d’oro e d’argento, e le persone che si avventurano dentro la grotta restano a bocca spalancata per quello che vedono: tutto è un luccichio d’oro e di brillanti disseminati a terra preziosi oggetti ammucchiati qua e là. Alcuni spiriti in sembianze umane giocano alle bocce, ai dadi o a carte seduti in monete di purissimo oro o su gioielli di pietre preziose. Il tesoro non è custodito ma chi volendo provare a portarlo via, ha preso alcune monete d’oro e non è riuscito a trovare l’uscita della grotta fin quando non ha lasciato l’ultima moneta dentro la grotta. Qualcuno ha preso il capriccio di far inghiottire ad un cane una moneta di queste, dentro una mollica di pane, e questo cane non è potuto uscire fin quando non è andato di corpo ed ha espulso pure la moneta. Per sbancare questo gran Banco di Disisa, dicono gli antichi, che ci vogliono tre persone di nome Santi Turrisi di tre angoli del regno, dopo prendere una giumenta bianca, ammazzarla e togliergli le interiora. Queste se le devono mangiare a frittella là dentro, poi si ammazzano i tre Santi Turrisi ed il banco si sbanca...