ROMA la città eterna

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  1. gheagabry
     
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    ... CINQUANTASEI ANNI FA …
    ... Cinquantasei anni dopo; una vita dopo a Roma si è riaffacciata in maniera copiosa la neve. Era il 1956 quando a Roma fece una nevicata storica, poi nel 1986 ne fece una minore ma da ricordare e poi ieri, appunto cinquantasei anni dopo, ha di nuovo lasciato il segno. La città stamattina si è svegliata vestita di un abito candido, delicato; sembrava una sposa nel giorno delle nozze. Eterna e storica come nessuna altra città al mondo, oggi era nella forma più splendente che io abbia mai visto. Bambini in strada che, chissà forse tra cinquantasei anni, potranno raccontare ai loro figli di aver fatto un pupazzo di neve davanti al Colosseo, oppure aver fatto scivolate sotto il colonnato di San Pietro. Cinquantasei anni sono tanti, una vita, ma nella sua eccezzionalità questo evento da giocoso si è poi trasformato, anzi ha mostrato la faccia più dura e triste di questa rarissima manifestazione della meteorologia. Su una radio per tutta la mattina si sono rincorse le testimonianze di tanti cittadini che raccontavano quello che tg e notiziari nazionali non hanno raccontato. Persone che ieri hanno impiegato dalle 12 alle 14 ore bloccati sul raccordo anulare nelle loro automobili. Paesini nell’interland rimasti isolati senza forniture di luce e gas da ore. Sceneggiata rituale dei politici ed amministratori che si rimpallano responsabilità come oramai costume italico; un treno dalle 17,30 di ieri è fermo ed i passeggeri bloccati alle porte di Roma. Sacchi di sale lasciati ieri lungo alcune strade della città che però nessuno si è curato di spargere. Il sindaco ieri sera alle 20,00 che intimava dopo che da ore stava nevicando, l’obbligo delle catene a bordo. Ma nel nostro paese esite la parola “Scusa!”; esiste il concetto di prevenire? Tra le tante telefonate ascoltate per tutta la mattina ci sono stati tanti racconti di umana solidarità, di episodi di soccorso volontario alle persone in disagio fatti al posto delle autorità che avrebbero invece dovuto provvedere. Una mi ha commosso; un giovane che piangeva al telefono e raccontava che viveva in un paesino alle porte di Roma e ieri gli avevano comunicato la morte del papà in ospedale. Quel ragazzo ha provato ad andare in ospedale ma ha dovuto desistere perché le strade erano totalmente bloccate dalla neve e dai tanti bloccati sulla via in auto e senza catene. Piangeva quel ragazzo, piangeva tanto mentre fuori in strada voci di bambini festanti che giocavano con la neve. Due lati di una stessa medaglia, gioia e dolore nello stesso istante… .
    (Claudio)




     
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19 replies since 17/5/2014, 10:00   1949 views
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