ARTI MARZIALI e SPORT DA COMBATTIMENTO

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  1. gheagabry
     
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    Vale Tudo - MMA


    Il vale tudo (o valetudo) è uno sport da combattimento nato in Brasile circa a metà del secolo scorso. Avendo un regolamento abbastanza permissivo (il nome "vale tudo", in portoghese significa appunto "vale tutto"), consente il confrontarsi di atleti che adottano tecniche di combattimento derivanti dalle più diverse discipline marziali: sono consentite infatti sia tecniche di lotta corpo a corpo (comprendenti tutti i tipi chiavi articolari e di strangolamenti) sia tecniche di colpo (effettuate con qualsiasi parte del corpo verso qualsiasi parte del corpo dell'avversario, eccezione fatta per l'inguine). Le protezioni obbligatorie sono minime e comprendono paradenti e conchiglia.
    Proprio a causa del suo regolamento estremamente ridotto, il vale tudo offre spesso spettacoli molto cruenti dove gli atleti possono ferirsi a volte anche in modo grave. Anche per questo in molti paesi, come l'Italia, esso è bandito e ne vengono consentite solo forme più limitate dal punto di vista regolamentare (come il free fight, la shoot boxe ecc.). La vittoria può ottenersi per knock out o per resa da parte di uno dei due contendenti. Ne consegue che gli atleti sono portati a non indossare paratibie né grossi guantoni che smorzerebbero la potenza del colpo. Generalmente gli atleti vincenti in questi tornei conoscono almeno due stili di combattimento: uno per la lotta in piedi (muay thai,kickboxing, boxe) e uno per la lotta a terra (soprattutto brazilian jiujitsu). Il regolamento solitamente prevede quattro riprese da tre minuti ciascuna anche se solitamente non si va oltre la prima.

    Vale tudo nel mondo
    Il concetto del Vale Tudo, ovvero dei combattimenti senza regole, è stato esportato dal Brasile ben presto anche nel resto del mondo. Giappone e alcuni stati americani hanno proposto attorno agli anni Novanta la loro personale versione della disciplina.


    Wrestling
    Wrestling è un termine inglese traducibile in lingua italiana con il termine lotta. In Italia viene utilizzato come riferimento esclusivo alla lotta di tipo spettacolare, chiamata negli Stati Uniti professional wrestling (o pro wrestling) per distinguerla dall'amateur wrestling, ovvero l'insieme di quelle discipline che si riferiscono alla lotta sportiva, come la lotta greco-romana o la lotta libera. Se nell'amateur wrestling i contendenti sono due sportivi non professionisti che si preoccupano solamente di prevalere l'uno sull'altro, nel pro wrestling i protagonisti sono due o più atleti che cercano di ampliare la sfera della pura competizione offrendo agli spettatori una vasta gamma di azioni spettacolari, spesso oltre il limite del lecito; inoltre il risultato di ogni match è predeterminato. In aggiunta quindi alle ovvie connotazioni sportivo-agonistiche, il pro wrestling ha dunque come obiettivo predominante quello di intrattenere il pubblico. Questa disciplina, nota anche come Catch, si è sviluppata in Inghilterra ed oggi è popolare non solo negli Stati Uniti, ma anche in altri stati come Giappone (dove prende il nome di Puroresu), Messico (Lucha Libre) e Canada. Da qualche anno anche in Italia si è tornati a trasmettere wrestling con regolarità in televisione e la scena delle federazioni italiane è in continuo fermento.

    Le origini del wrestling
    Le origini del wrestling risalgono alle fiere itineranti, durante le quali spesso era presente un esibizione di wrestling.
    Tuttavia la disciplina all'epoca era molto diversa, il combattimento non era predeterminato e risultava quindi molto meno spettacolare. Gli atleti coinvolti utilizzavano tecniche provenienti da diversi stili di lotta e di arti marziali. Durante i primi anni del XX secolo, il wrestling ebbe la sua prima evoluzione, e nacquero le prime leghe con una struttura simile a quelle attualmente utilizzate nel pugilato. Tuttavia, questo tipo di competizione scomparve con l'avvento dellla televisione, a causa dell'eccessiva lunghezza e della mancanza di pathos. Ben presto si scoprì che organizzando match predeterminati, la competizione diveniva molto più entusiasmante ed economicamente remunerativa. Ben presto i match predeterminati sostituirono completamente quelli regolari, ma per oltre un secolo gli organizzatori degli spettacoli ed i wrestler mantennero la kayfabe, ovvero negarono di svolgere match già
    decisi "a tavolino". Le prime crepe nella kayfabe iniziarono ad apparire quando, nella metà degli anni ottanta, Vince McMahon iniziò a riferirsi alla sua World Wrestling Federation come promotrice di "sports-entertainment" (sport-spettacolo). In questo modo riuscì ad evadere le giurisdizioni delle commisioni atletiche di molti stati e ad avere minori costi per assicurare i suoi eventi in pay-per-view. Con il passare del tempo la kayfabe si indebolì sempre di più nella WWF e, conseguentemente, nell'intero mondo del wrestling, fino al definitivo crollo nel 1997, quando in un discorso trasmesso durante Monday Night RAW McMahon promise di "smettere di insultare l'intelligenza dei fans" mantenendo la kayfabe. A testimonianza del percorso intrapreso dalla WWF, nel 2002, in seguito ad una causa intentata da parte del World Wildlife Fund, la WWF diventa WWE, ovvero World Wrestling Entertainment.

    Realtà o finzione?
    Al giorno d'oggi il wrestling è "simulato", nel senso che l'esito dei match è predeterminato e l'effetto delle mosse è volutamente esagerato da chi le subisce (si parla in questi casi di vendere una mossa). Tuttavia è necessario notare che benché i match di wrestling siano non competitivi, le proiezioni utilizzate sono molto dolorose e possono essere decisamente rischiose se non eseguite correttamente. I colpi inferti possono essere solamente simulati o molto più spesso sono dati in modo da procurare il minor danno reale possibile. Alcuni wrestler inoltre adottano una tecnica di lotta stiff, ovvero particolarmente aggressiva: i colpi vengono inferti in modo forte e violento, per meglio dare al pubblico una sensazione di realismo scenico; esempi classici di lottatori stiff sono Terry Funk, Dynamite Kid, New Jack ed Hardcore Holly, più diversi lottatori provenienti dal mondo dello shoot fighting e delle mixed martial arts. Solitamente, all'interno di un match, solo l'esito finale e alcuni momenti particolarmente spettacolari detti spot vengono programmati dai wrestler durante gli allenamenti; le rimanenti parti del match vengono improvvisate e i wrestler coinvolti, tramite gesti o parole, informano l'avversario delle loro prossime mosse. Anche l'arbitro collabora nel segnalare il momento in cui eseguire gli spot o in situazioni inaspettate e/o di pericolo. In alcune occasioni, e in particolare nei pay-per-view, viene sfruttato l'effetto scenico e di pathos legato al sanguinamento, che è spesso reale e viene solitamente ottenuto tramite piccole ferite inferte sulla fronte: il viso è infatti molto irrorato da vasi sanguigni e tende a sanguinare copiosamente.
     
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15 replies since 2/5/2014, 13:17   1173 views
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