Terza colonna sonora, per ora ultima, composta da Branduardi. Tutti i brani sono composti e scritti da Angelo Branduardi esclusa "La canzone del deserto" il cui testo è di Luigi Magni, unico brano cantato dell'album.
Tracce
La canzone del deserto Kol Nidre (strum.) La carovana (strum.) Salomè (strum.) Claudia Procula (strum.) La strage (strum.) Si fa sera (strum.) Erode Antipa (strum.) La crocefissione (strum.) Secondo Ponzio Pilato (strum.)
Ballerina Dimmi, dimmi ballerina che canzone puoi cantare ora ora che l'inverno inevitabilmente arriva. Dimmi, dimmi ballerina che canzone puoi cantare ora. che sei così lontana da casa. Dimmi, dimmi ballerina che canzone puoi cantare ora che la malinconia ti prende alla gola. Dimmi, dimmi ballerina che canzone puoi cantare ora che hai perso l'ultimo treno della sera. Balli vestita di nero come una falena prigioniera. Canti canzoni d'amore, di sangue e di pianto. Canzoni che io non conosco.
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Amazzonia
"È finita la frutta, solo polvere per noi. È finita la frutta, solo cenere negli occhi. Quello che ora noi mangiamo non è mandarino, non è mango, non è papaia, non è melone giallo. Sono finiti gli alberi, solo polvere per noi. Solo cenere in bocca, son finiti i gelsomini. Sono finiti gli uccelli, solo polvere per noi. Solo cenere in bocca, son finiti gli animali. È finito anche il vento, solo polvere per noi. Solo cenere in bocca, qui è finita anche la pioggia."
Parliamo ancora di lui sottovoce quando viene sera, seduti vicini, con un po' di paura. Di quando ci rincorreva ridendo in quel modo strano e poi si nascondeva a spiarci da lontano. Viveva là sulla collina. Passava le sue giornate a guardare i passeri volare, giocava con i topi, ma con noi non parlava. Noi lo tormentavamo cercando di farlo piangere ma lui non ci badava e se ne andava. Suo padre non lo amava, ogni giorno lo picchiava: non poteva sopportare quei suoi occhi strani. Sua madre lo consolava, lui se ne andava sotto la pioggia a piedi nudi, camminava adagio. Sono così lontane le cose accadute allora ma qualche volta di lui noi parliamo ancora. Nelle sere d'estate quando qui ci si annoia, seduti vicini lasciando che il tempo passi.
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Il tempo di partire
Quando il tempo verrà di partire io ti accompagnerò, ritorneremo insieme là dove un giorno hai perso il tuo cane. Con te seguirò le sue tracce lungo quel sentiero che temevi già da bambino ed insieme avremo paura. Quando il tempo verrà di partire io ti accompagnerò, come amici noi parleremo camminando uno accanto all'altro. Non sarà più il tempo delle parole, in silenzio noi entreremo nel territorio sconosciuto, là dove i padri perdono i figli.
Si può fare è un album di Angelo Branduardi, il primo pubblicato dalla EMI, nel 1993.
Il cambio di casa discografica non incide comunque sul suo modo di lavorare, i testi sono sempre di Luisa Zappa e le musiche dello stesso Branduardi, gli arrangiamenti sono affidati a Vince Tempera che dirige e produce, insieme al cantautore, anche il disco.
L'album, introdotto da una citazione della "Mourisque" di Tylman Susato e ricco di influenze folk-rock e blues americane, riporta Branduardi nella top 10 degli album più venduti in Italia.
Tracce:
Si può fare - 4:24 Il viaggiatore - 4:48 Noi, come fiumi - 5:06 Casanova - 3:19 Forte - 4:30 Indiani - 6:55 Cambia il vento, cambia il tempo - 5:05 L'ombra - 4:28 Devi trattarla bene - 2:25 Prima di ripartire - 3:58
Questa è la tua ora, parti, viaggiatore che ancora molto per te deve accadere. Per anni sui mari ti sei avventurato, seguendo cauto le vie delle tue carte. Quale desiderio rende inquieto il tuo cuore, quale marea ti sta rubando il sonno. Tu che nella tempesta sicuro hai navigato, è questa l'ora, parti, viaggiatore. Apri le vele ad accogliere il vento che ancora molto per te deve accadere. Cerca la rotta seguendo la corrente verse un'oscura, remota stella. Quale desiderio rende inquieto il tuo cuore, quale marea ti sta rubando il sonno. Senza esitare abbandona il tuo porto, è questa l'ora, parti, viaggiatore.