PERUGIA, ORVIETO e le altre

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  1. gheagabry1
     
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    da sognatrice

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    Ci passiamo ogni giorno. E quindi per noi rientrano nel quotidiano, fanno parte dell'ordinario. Ma, riflettendoci un po', vi pare normale camminare per via delle Streghe, o fermarsi a fare due chiacchiere in piazza del Drago? Sembrerebbero nomi appropriati per il mondo incantato di Harry Potter. E invece siamo a Perugia, citata recentemente dai media come una città che detiene un primato assai singolare: quello di una toponomastica urbana inconsueta e piuttosto originale.
    Certo, abbiamo anche noi le classiche vie intitolate a santi, statisti e caduti di guerra, ma - accanto a queste - si snodano vicoli e stradine dai nomi inusuali e bizzarri, che potremmo utilizzare alla stregua di un filo di Arianna per immaginare un tour a dir poco alternativo nella nostra città.

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    PRIMO PERCORSO: IDEALISTI E SENTIMENTALI - Si potrebbe cominciare passeggiando nell'ambito etereo dei concetti astratti, per i quali la toponomastica perugina sfoggia davvero il meglio di sé. Così, da via dell'Amicizia a via della Consolazione, passando per via della Cooperazione e via dell'Armonia, potremmo pensare di percorrere fino in fondo via della Speranza, con l'ovvio proposito di proseguire infine verso via della Concordia, e - attraverso via della Pace – raggiungere la nostra meta: via del Paradiso.

    Ma, in questo intrico di ideali ed utopie, accade purtroppo molto spesso di perdere l'orientamento, e allora potremmo scoprire tutto ad un tratto di essere finiti in via della Chimera, o addirittura di trovarci fra via dei Cospiratori, via Corrotta e via Cupa. Comunque, niente paura. Se riusciamo ad evitare di passare per via Persa, ed imbocchiamo invece via Fortunata (ogni tanto un pizzico di buona sorte capita a tutti), sarà facile arrivare in via Simpatica, e passeggiare tranquillamente per via Piacevole e via Deliziosa.
    Ma da qui in poi si entra nella sfera del sentimentale, dove dietro ogni angolo ci si può aspettare di imbattersi in via Pericolosa. In questa zona è quindi molto importante tenere bene a mente il percorso, e svoltare per via Favorita attraverso via Gentile, che conduce a sua volta in via Graziosa, sbocca in via Baciadonne, e termina in via Innamorati, qualche chilometro oltre piazza del Bacio.
    Qualcuno forse potrebbe voler riflettere un po' prima di intraprendere questo itinerario impegnativo, nel qual caso sarebbe consigliabile un giro alternativo, che da via Quieta attraversa via del Silenzio, e concede una sosta (e un po' di ispirazione) a metà di via del Poeta. A questo punto la strada si biforca. E si può scegliere. C'è chi opta per via Solitaria e viale Indipendenza, e chi alla fine decide di preferire via della Sposa. In ogni caso, è altamente sconsigliabile passare per via del Pasticcio, e molto poco probabile imbattersi in via della Sapienza, anche se ad alcuni potrà sembrare di essere sempre quasi sul punto di arrivarci.

    SECONDO PERCORSO: NATURALISTI E BUONGUSTAI - Per chi invece - passeggiando lungo via del Senso - scopre di non avere interesse per questo genere di attrattive, e si sente più incline a godere semplicemente di ciò che offre la natura, Perugia offre altri possibili itinerari. Da via del Fagiano a via del Cardellino, oltre via delle Allodole, dei Fringuelli e della Rondine, il campionario ornitologico si dipana attraverso tutta la città annoverando Canerino, Tordo, Pernice, Piccione e Colomba, oltre ad una strada intitolata Cantamerlo. Fra i rapaci spiccano l'Aquila e il Nibbio, mentre l'unico rappresentante esotico sembra essere lo Struzzo.
    Chi sceglie questo itinerario resterà probabilmente affascinato anche da via dell'Orso, via del Bufalo e via della Tartaruga. Non mancano il Topo, il Lupo e la Lucertola. Fra i pesci, solo Cefalo e Persico hanno ottenuto l'onore di essere iscritti nello stradario urbano, ma abbiamo nondimeno Cane, Gatto, Grillo e persino Formica. Per le parti anatomiche va inoltre ricordata via dell'Ala, mentre gli equini non sembrano essere molto amati: si registra soltanto un Cavallaccio, anche se – in questo contesto – non si può certo tralasciare via del Maneggio.
    Alberi da frutto, piante d'alto fusto, fiori e spezie imperversano ad ogni incrocio. Mandorlo, Nespola, Olivi e Castagno, Acacia, Pioppo, Acero e Betulla, solo per elencarne alcuni, ombreggiano le passeggiate perugine, mentre Gerani, Ginestre, Gladioli e Margherite le rendono piacevoli per l'olfatto. Timo, Salvia e Mentuccia le infondono poi quell'aroma di spezie mediterranee che mette a tutti l'acquolina in bocca, e convergono – attraverso via del Sale e via del Pepe, verso il tour gastronomico, che sfocia in via dello Zucchero e del Cacao, terminando – come si conviene – in via del Caffè.

    TERZO PERCORSO: SPORTIVI, ESCURSIONISTI E MODAIOLI - A questo punto, imboccando via del Tempo Libero, chi se la sente può intraprendere il percorso sportivo, camminando a passo sostenuto per via della Ginnastica e via dell'Atletica, o preferendo fermarsi in via delle Bocce per ritrovare la piacevolezza di un'attività ricreativa che da qualche tempo sembra purtroppo aver perso il suo smalto. Chi invece è interessato alla scienza, alla tecnica e ai materiali, può divagarsi in via del Compasso, passare per via della Squadra, ed esplorare via del Rame e dell'Ottone. Fra i metalli ci sono anche Ferro, Ghisa, Acciaio ed Alluminio, mentre le pietre da costruzione sono ricordate con Travertino, Arenaria, Calciolfa e tutta una serie di attività correlate, fra le quali spiccano Scalpellini e Cavatori.
    Il settore della moda sfoggia i suoi modelli con via del Cachemire, dell'Angora, della Lana, del Lino e della Seta, ed anche qui convergono un certo numero di elementi accessori – in via dei Bottoni e del Ricamo - ed attività produttive – in via della Filanda e della Cardatura.
    QUARTO PERCORSO: SOGNATORI - Ai sognatori infine, si consiglia caldamente via della Stella, da cui si gode di un incomparabile panorama che permette di spaziare su alcune delle maggiori costellazioni dello zodiaco: via della Bilancia, del Capricorno, dei Pesci, dell'Acquario e del Sagittario. In quest'ultimo itinerario è bene equipaggiarsi con indumenti protettivi. Gli spazi aperti possono facilmente essere interessati da perturbazioni: la visuale è spesso offuscata in via Nebbiosa, e sono anche frequenti manifestazioni ventose che coprono tutta la rosa dei venti, soprattutto in via della Tramontana, del Grecale, del Libeccio e dello Scirocco.
    Alzi la mano chi conosce un altro luogo in grado di offrire una scelta così alternativa di itinerari stradali.
    Daniela Querci (Da: Il Corriere dell'Umbria, 13/07/2009

    da sognatrice


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    La chiesa di Sant'Angelo, originaria del V-VI secolo d.C., è una delle più antiche d'Italia. Con ogni probabilità è stata edificata sui resti di un tempio romano, nel periodo in cui le religioni pagane erano in decadenza e il cristianesimo prendeva piede in territori dell'ex Impero.

    A sua volta, il tempio che vi sorgeva prima era stato edificato su di un terreno sacro agli Etruschi. Questo fa della chiesa e del luogo dove è situata due illustri testimoni dei tanti avvicendamenti culturali e religiosi della penisola italiana.
    L'Umbria è una delle zone d'Italia nelle quali il cristianesimo si impiantò più rapidamente. Nel VI secolo d.C. si contavano già 21 diocesi, in una terra contesa da barbari e bizantini in cui la gente cercava di rifugiarsi nel nuovo culto monoteista per sfuggire al dramma di guerre e carestie.
    Allora erano già sorte alcune chiese, come quella del Salvatore a Spoleto (addirittura del IV-V secolo), ma non tutte sono riuscite a sopravvivere nel corso degli anni. Molte di esse, anche nei secoli successivi, presero il posto degli antichi templi pagani. Ne sono ulteriori esempi l'abbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo e la basilica di Sant'Eufemia a Spoleto.
    Chiamata anche "Padiglione di Orlando", "Tempio di san Michele Arcangelo" o "Tempietto", questa chiesa paleocristiana sorge su uno dei punti più alti della città ed è raggiungibile salendo attraverso corso Garibaldi e attraversando uno stretto vialetto. Un piccolo cortile verde è l'anticamera di questo edificio dalla pianta centrale, che si sviluppa su due aree concentriche. La struttura mantiene caratteristiche tipicamente romane. Le due aree, l'ambulacro e il presbiterio centrale, sono separate da un cerchio di sedici colonne corinzie-romane. Probabilmente, vista la loro varietà di misure e materiale, sono state prese da qualche altra struttura e tradotte nella chiesa, cosa piuttosto usuale all'epoca. Le due cappelle adiacenti ai lati esterni dell'edificio gli conferiscono la forma della croce greca.
    Gli appassionati di misteri che passano per Perugia non possono fare a meno di fare una visita a questo luogo. Vi compaiono infatti all'interno simboli molto particolari. Sugli stipiti d'ingresso e al collo della Madonna in uno degli affreschi si possono intravedere delle croci patenti, rappresentazioni legate all'universo mistico dei Templari, una confraternita religiosa del Medioevo la cui leggendaria storia è ricca di segreti ed enigmi.

    A pochi metri dall'ingresso, inoltre, fa la sua comparsa un pentagramma, simbolo legato la culto di Venere che nel Medioevo veniva associato alla magia nera.

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    Basilica di San Domenico

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    Il Monumento funebre a Benedetto XI San Domenico è una chiesa di Perugia. La basilica è l'edificio religioso di dimensioni maggiori in tutta l'Umbria.

    All'esterno il portale d'ingresso della fine del XVI secolo e la doppia scalinata barocca ci segnalano che l’attuale costruzione non può essere quella originale. L'edificio originario di San Domenico, sorto sulle ceneri di San Domenico Vecchio, inadeguato all'accresciuto ruolo dei Domenicani, risale al 1304, ed aveva un’importanza particolare in quanto rappresentava un caso di italianizzazione della forma nordeuropea della cosiddetta Hallenkirche. Questa costruzione rovinò tuttavia nel 1614.

    La parte interna dell’edificio fu ristrutturata tra il 1629 ed il 1632 da Carlo Maderno e ne è scaturita una forma particolare che presenta analogie con la navata della basilica di San Pietro, pure opera del Maderno. A Perugia l’edificio è tuttavia ad un piano e nella navata non vi sono finestre (peraltro pure nella Basilica Vaticana la zona delle finestre è poco accentuata). Sopra le arcate inizia direttamente la volta a botte. Restano dell'edificio originario sia il bel chiostro (1455-1579) sia, all’altezza del coro, una delle più grandi (21 metri e 8,5 metri di larghezza) finestre gotiche della storia dell’arte risalente al XV secolo (la parte superiore è del 1759).

    Ci sono forse due finestre più grandi,e segnatamente la finestra del coro della cattedrale di Gloucester in Inghilterra (24 metri d’altezza e 12 di largezza (= 185 m² [1]) e quella dell’abside del Duomo di Milano. Si tratta di finistre dalle dimensione inusuali per l’Italia, anche perché in genere si cercava di limitare la grandezza delle finestre per proteggere gli interni dal calore. In San Domenico tuttavia una tale finestra era resa necessaria dalla mancanza di un'altra fonte di luce. Questa grande finestra del coro a fronte delle altre più piccole è visibile anche in un affresco del XV secolo nella cappella del Palazzo dei Priori.


    Organo (XVII secolo)Domina il paesaggio circostante il campanile, edificato tra il 1464 ed il 1500 dal lombardo Gasperino di Antonio. In origine il campanile era alto ben 126 metri ma nel 1546 venne portato ad un'altezza di 100 metri per aumentarne la stabilità.

    Autentico capolavoro della scultura del XIV secolo conservato nella basilica è il monumento funebre a Benedetto XI, papa morto a Perugia nel 1304. Di notevole pregio è anche il coro ligneo della fine del XV secolo.

    Adiacente alla chiesa è il Chiostro maggiore e l'ex convento di San Domenico, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria.

    Dalla cappella di San Nicola in San Domenico proviene la Pala di Perugia di Beato Angelico, oggi alla Galleria Nazionale dell'Umbria.

     
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