PERUGIA, ORVIETO e le altre

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  1. gheagabry1
     
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    Perugia si adagia su un'acropoli collinare che sorge all'altezza media di circa 450 m s.l.m.. Nel punto più alto, Porta Sole, l'altezza è di 493 m s.l.m., caratteristica che ne fa la città italiana più popolata fra quelle poste (altitudine della casa comunale) ad un'altitudine superiore ai 250 metri sul livello del mare. Il centro storico si sviluppa intorno a questo punto, in parte cinto dalle antiche mura etrusche e medievali; il resto del territorio cittadino scende tutto intorno fino ai 280 m s.l.m. della valle di Pian di Massiano. Il territorio comunale, invece, arriva ai 170 m s.l.m., toccati nei pressi del corso del fiume Tevere, che ne segna i confini sud con il territorio di Torgiano.

    Perugia sembra costruita su una sola collina, ma in realtà sono due: il colle del Sole e quello dei Landoni. La massima depressione tra le due alture si estende dal fosso di Santa Margherita, a est, al fosso della Cupa, a ovest. In epoca etrusca si scelse quest'area in quanto ricca d'acqua, ma presto ci si accorse che il terreno era anche piuttosto franoso.

    A nord, i rilievi di monte Tezio e monte Acuto la separano dal comune di Umbertide, mentre un lembo di territorio arriva a toccare, all'estremo occidentale, le alture che circondano il lago Trasimeno. Ad est, infine, i primi contrafforti collinari dell'Appennino Umbro-Marchigiano la tengono in contatto con i territori del comune di Assisi e Gubbio.

    « ...Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo, fertile costa d'alto monte pende, onde Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole; e di rietro le piange per grave giogo Nocera con Gualdo. Di questa costa, là dov' ella frange più sua rattezza, nacque al mondo un sole, come fa questo talvolta di Gange. Però chi d'esso loco fa parole, non dica Ascesi, ché direbbe corto, ma Orïente, se proprio dir vuole. »
    (Dante Alighieri Divina Commedia - Paradiso: Canto XI)




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    Il colle del SOLE ed il colle dei LANDONI

    Nel 1540 Perugia fu sconfitta nella “Guerra del Sale” e perdette l’indipendenza, divenendo parte dei domini pontifici. Per rendere tangibile il cambiamento di signoria, Papa Paolo III Farnese incaricò Antonio da Sangallo il Giovane, di costruire un imponente fortilizio sul Colle Landone, che fosse anche una grande opera d’arte. I lavori procedettero con grande rapidità, anche per i continui sopralluoghi fatti personalmente dal pontefice: l’opera fu terminata in soli tre anni. Per la costruzione della fortezza fu distrutto l’intero quartiere dei Baglioni (i precedenti signori di Perugia), e il Borgo di San Giuliano: più di cento fra case, chiese, torri e monasteri, furono rasi al suolo, per ricavare il materiale necessario.
    La Rocca, circondata da ampi fossati, era una struttura complessa. La cosiddetta “Fortezza”- che ospitava i soldati, gli animali, le armerie e i magazzini - era sovrastata dal Palazzo del Papa o del Castellano, ricco di pregevoli architetture, di sale affrescate e decorate. C’era poi il “Corridore”, struttura alta e stretta, con un percorso scoperto e due coperti, che collegava la Rocca con la “Tenaglia”, struttura esclusivamente militare che si protendeva verso la campagna, in direzione di Santa Giuliana.
    Con la costruzione della Rocca, ebbe inizio anche un processo di riorganizzazione del centro cittadino: si provvide all’eliminazione di molte stradine e vicoli, luoghi sospetti ove poteva allignare la rivolta del popolo. In ogni modo, dalla metà del Cinquecento, la mole possente della Rocca Paolina continuò ad incombere su Perugia, proiettando sulla città la sua ombra minacciosa. Perugia ne risentì terribilmente e cominciò un lungo periodo di degrado.
    L’odiato simbolo del potere temporale dei Papi sarà distrutto in parte nel 1848-1849, e definitivamente solo nel 1860. Alcuni spazi sono stati peraltro recuperati e restaurati: oggi la Rocca è diventata un importante centro di vita sociale e culturale, e si può raggiungere attraverso un moderno sistema di scale mobili, oppure da Porta Marzia.
     
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