PERUGIA, ORVIETO e le altre

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  1. gheagabry
     
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    « Perugia, munita di grandi mezzi di difesa dalla natura e dalla mano dell'uomo, sorge improvvisamente su di un'altura »
    (Charles Dickens Pictures from Italy, Londra 1846)


    PERUGIA



    Perugia è situata nell'entroterra dell'Italia centrale nel punto più largo della Penisola. È la città più grande tra Firenze e Roma, collocata in posizione intermedia: distante ca 150 km da Firenze, Roma e Ancona, ca 400 km da Milano, Genova e Napoli.
    Domina la Valle del Tevere dall'alto di un colle aspro e irregolare. La particolare conformazione del terreno ha prodotto una grande varietà di situazioni urbanistiche, conferendo alla città un aspetto particolarissimo.
    Il centro storico di Perugia si adagia su un'acropoli che sorge all'altezza di 450 m sul livello del mare. Nel punto più alto, Porta Sole, l'altezza è di 494 m, caratteristica che ne fa la città italiana più popolata fra quelle poste ad un'altitudine superiore a 250 metri. L'acropoli perugina sembra costruita su una sola collina ma in realtà sono due: il colle del Sole e il colle Landone. La massima depressione tra le due alture si estende dal fosso di Santa Margherita, a est, al fosso della Cupa, a ovest. Gli Etruschi scelsero quest'area in quanto ricca d'acqua, ma presto ci si accorse che il terreno è anche franoso, cosa che nei secoli ha dato luogo a poderose fondazioni e fortificazioni che tuttora impongono in più punti costanti interventi di manutenzione.

    Il toponimo "Perugia" è quasi certamente di origine etrusca e viene reso dai romani come "Perusia". La più antica attestazione del nome pare essere in una stele etrusca del VII sec. a.C. rinvenuta a Vetulonia, dedicata al guerriero Irumina Phersnachs (Phers: Perugia e nachs: proveniente da, quindi il perugino). Vi è incertezza sul significato del nome, ma sappiamo che spesso i nomi delle città derivavano da una divinità o da una famiglia. In passato il nome Perugia è stato fatto derivare anche dal greco "periousa", ovvero "che sta in alto", ma l'origine greca del nome di una città etrusca pare infondata.

    Il centro storico si sviluppa intorno a questo punto e sul crinale dei colli. All'originaria cinta delle mura etrusche, lunghe 3 km, si aggiunse nel Duecento e nel Trecento una nuova e definitiva murazione lunga 9 km, quasi del tutto integra e che delimita una superficie di 120 ettari. Ogni quartiere si incardina su una via principale o Corso su cui convergono le trame dei vicoli; vi campeggiano conventi, campanili, basiliche, chiese, oratori, cappelle, palazzi gentilizi (un centinaio), palazzi minori e altri edifici, poi ci sono le case a schiera dei vicoli.


    Perugia

    La Fontana Maggiore (1275-1278) è uno dei principali monumenti della città e di tutta la scultura medievale. È costituita da due vasche marmoree poligonali concentriche sormontate da una tazza bronzea. Le due vasche poligonali concentriche sono decorate a bassorilievi finemente scolpiti da Nicola e Giovanni Pisano: in quella inferiore sono rappresentati i simboli e le scene della tradizione agraria e della cultura feudale, i mesi dell'anno con i segni zodiacali e le arti liberali, la bibbia e la storia di Roma; in quella superiore sono raffigurati nelle statue poste agli spigoli personaggi biblici e mitologici.
    L'Arco Etrusco è la più grande e monumentale delle porte di accesso alla città vecchia, parte della cinta muraria etrusca (IV-III secolo a.C.) orientata verso nord, guarnita di poderosi bastioni laterali realizzati in blocchi megalitici di travertino. Nell'arco a tutto sesto è incisa la scritta "Augusta Perusia".
    Il Pozzo etrusco risale alla seconda metà del III secolo a.C. ed è stato in antichità la principale fonte di approvvigionamento idrico della città. Profondo circa 40 m, ha svolto anche la funzione di cisterna.
    L'Università degli Studi di Perugia fu una tra le prime libere università sorte in Italia, eretta a Studium Generale l'8 settembre 1308. Un'istituzione che educava alle arti della medicina e della legge esisteva comunque sin dagli inizi del Duecento, finanziata dal Comune di Perugia.
    L'Università per stranieri, nata nel 1925, è la più antica università italiana prevalentemente orientata agli stranieri ed è specializzata nell'insegnamento e la diffusione della lingua e della civiltà italiane in tutte le loro forme, come l'arte e la cultura. Conta circa 8.000 studenti.
    La Rocca Paolina, simbolo dello spietato potere papale, rappresenta la parte “sotterranea” della città, con la sua architettura interna particolare, fatta di archi, di strade e di case. Ma non è la sola. All’interno della collina su cui poggia la città è stato scavato un fitto reticolato di cunicoli e tunnel, conosciuti dagli Etruschi (che in parte li utilizzavano per il trasporto dell’acqua) e poi riadattati per le esigenze delle genti medievali (in particolare i conventi e le chiese). All’epoca delle signorie sembra che le famiglie nobili li utilizzassero per la fuga, mentre in questo secolo quelli ancora percorribili servivano per ripararsi e proteggersi dalle bombe o dalla violenza dei soldati che saccheggiavano le case durante la guerra.
    Sant'Agata è una chiesa di origini antichissime, già menzionata in un diploma dell'imperatore Federico I nel 1163, anche se in gran parte ricostruita nel 1317. Al comune di Perugia, papa Bonifacio VIII concesse infatti la possibilità di abbattere la Chiesa di San Severo di Piazza, al fine di ampliare il Palazzo dei Priori, a patto però che la chiesa fosse ricostruita in altro luogo.
    Le origini della cattedrale di San Lorenzo sono piuttosto incerte. La prima cattedrale si trovava nella zona di San Pietro, attualmente occupato dal transetto intorno al X secolo. Il progetto di ricostruzione di un duomo che si sviluppasse nel senso in cui la chiesa è orientata oggi, risale al 1300, ma solamente nel 1437 l'edificio assunse la forma e le dimensioni attuali. La chiesa attuale si compone di tre navate della stessa altezza, ispirata a coevi modelli francesi, una tipologia molto diffusa in Umbria. L'esterno è rivestito di marmi nella sola parte inferiore, mentre la parte superiore resta incompiuta. Sulla parte sinistra si staglia il monumento dedicato a Giulio III, il pontefice che restituì la magistratura ai perugini dopo la disfatta riportata durante la Guerra del Sale. L'interno è pieno di opere di rilevante interesse artistico, come la Discesa dalla Croce, capolavoro giovanile di Federico Barocci del 1569, oltre le numerose opere di Orazio Alfani. Di grande interesse religioso è una preziosa reliquia, l'Anello Nunziale della Vergine, conservato in un pregiato reliquiario posto sull'altare della Cappella del Santo Anello e venerato dai fedeli di tutta l'Italia centrale. La canonica del duomo è invece piena di importanti riferimenti storici, al suo interno venne tenuto il conclave per l'elezione del pontefice in ben cinque occasioni. Di fianco alla statua e alla chiesa si aprono le Logge di Braccio Fortebraccio, la cui costruzione è attribuita a Fioravante Fioravanti, un mirabile esempio di architettura del protorinascimento perugino del 1432.

    Il primo Convento di San Francesco sorse precedentemente in un'altra zona della città (nei pressi di Porta Sant'Angelo), mentre alla morte del santo i frati decisero di spostarsi, edificando l'attuale chiesa fra il 1248 e il 1256. La forma è quella tipica ad un'unica navata, ispirata al grande modello della Basilica di San Francesco d'Assisi. L'edificio sacro divenne ben presto uno dei punti di riferimento della città, ornato dei migliori capolavori realizzati dai più celebri artisti per tutto il XIII e fino al XVII secolo. Furono realizzati per la chiesa due opere da parte di Raffaello, l'Incoronazione della Vergine e la Deposizione, oggi ambedue a Roma, rispettivamente custodite presso la Pinacoteca Vaticana e nella Galleria Borghese. Nei locali adiacenti alla Chiesa di San Francesco si trova l'Oratorio dedicato a San Bernardino da Siena, edificato verso la metà del XV secolo, mentre la splendida facciata è un capolavoro del grande scultore fiorentino Agostino di Duccio, realizzata nel 1457-1461. La varietà dei materiali (travertino, marmo di Carrara, pietra rossa di Assisi), determina una grande ricchezza dei colori, che donano grande vivacità alla visione di insieme. All'interno dell'Oratorio c'è una bella arca paleocristiana scolpita di epoca romana (IV secolo circa) in cui sono custoditi i resti del Beato Egidio, uno dei primi compagni di San Francesco. Nell'Oratorio del Gonfalone invece, nei locali vicino la chiesa, si trova la tomba di Braccio Fortebraccio.

    ...storia...


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    Ai tempi in cui il bacino del lago Trasimeno si estendeva anche alle vallate vicine, il fiume Tevere fu testimone della discesa di un popolo che armato di lance, spade, archi e frecce di bronzo, scacciò le genti primitive che vivevano nella valle in grande arretratezza. Gli Umbri fondarono Perugia ai bordi di una sorgente d'acqua, chiudendo il colle entro massi e recinzioni di legno e vivendo in tali condizioni fino al VII secolo a.C.
    Nel frattempo ebbe inizio la lenta ma costante espansione degli etruschi, un processo durante il quale i due popoli entrarono in contatto tramite pacifici scambi commerciali, alternati a periodi di guerra aperta, alimentando una fase di integrazione che si concluderà con il ritiro degli Umbri sul lato sinistro delle sponde del Tevere. La vita sociale dei due popoli era organizzata in modo sostanzialmente diverso, con gli Umbri dediti quasi esclusivamente all'agricoltura, e gli Etruschi dediti alla navigazione, alla mercanzia e all'artigianato.
    All'interno della confederazione etrusca, la città di Perugia divenne un centro di grande importanza, proprio per la posizione di contatto con le genti umbre. Perugia fu città etrusca di grande importanza, come testimoniano molti monumenti tra cui l'Arco Etrusco. Per secoli la civiltà etrusca fiorì incrementando artigianato, scambi e commerci, fino all'inevitabile impatto con l'espansione romana, iniziata anch'essa gradualmente e ricalcando per sommi capi il modello attraverso cui gli Etruschi soppiantarono gli Umbri. Ma la civiltà etrusca sorta intorno alla città di Perugia era molto progredita, entrò in contatto anche con le legioni guidate da Tarquinio Prisco e Servio Tullio, curiosamente due personaggi di sangue etrusco ma, Roma impiegò molto tempo prima di avere definitivamente la meglio. Perugia fu una delle ultime città etrusche ad essere sottomessa.

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    Conquistata da Roma, Perugia vene coinvolta profondamente nella guerra civile tra Antonio e Ottaviano. Nel II secolo d.C. l'imperatore Ottaviano la cinse d'assedio e la conquistò dandole il nome di “Augusta Perusia”. In questa fase Perugia era ancora etrusca, ma fedele alleata di Roma. Fedeltà dimostrata con coraggio nel celebre episodio della discesa in Italia di Annibale del 217, quando con le sue orde sterminò le legioni del console Flaminio presso il lago Trasimeno.
    Dopo la caduta dell'Impero Romano Perugia la città subì numerose invasioni e venne distrutta da Totila nel 547. La storia della città di Perugia nell'epoca successiva sembra avvolta nell'oscurità. Non una riga spesa dagli storici, notizie incerte e distorte, segno probabilmente di un ruolo inevitabilmente minore.
    Perugia rimase sotto il costante dominio dei Bizantini, anche per volere del pontefice. I secoli che vanno dal VI al X non sono ricchi di avvenimenti neanche per i personaggi che affollano la città, stretti fra le varie lotte di duchi e marchesi. In un periodo di grande incertezza ed inquietudine, l'unico punto certo di riferimento rimasero i vescovi ed il clero. Nel XI secolo diventò un potente Comune indipendente alleato dello Stato Pontificio.
    Il XIV secolo fu segnato da furiose lotte interne tra nobili (Beccherini) e popolari (Raspanti), e dalla guerra contro il Papato, che vuole ricondurre le città umbre sotto il proprio controllo; la guerra si concluse con la pace di Bologna nel 1370, quando Perugia fu costretta a riconoscere l'autorità papale.
    Anche nei secoli successivi la città continuò ad essere divisa in varie fazioni in lotta per il potere: il governo dei popolari guidato da Biordo Michelotti venne sostituito dalla signoria del capitano di ventura Braccio Fortebracci da Montone; le famiglie più importanti tramano congiure e compirono stragi, provocando un profondo declino politico e morale.
    Nel 1540 Perugia venne posta direttamente sotto il controllo dello Stato Pontificio, e Paolo III fece costruire da Antonio da Sangallo la Rocca Paolina, simbolo del potere papale sulla città.Il dominio papale continuò, salvo brevi intervalli durante l'occupazione francese e la Repubblica Romana, fino alla nascita del Regno d'Italia.

    ..lo stemma..


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    Lo stemma di Perugia è il Grifo, una creatura leggendaria, per metà leone e per metà aquila. La leggenda del Grifo sembra trovare origine nella mitologia mediorientale, in particolare in quella mesopotamica e fenicia e probabilmente furono gli occasionali ritrovamenti di resti fossili di animali preistoriciche crearono nella fantasia questi animali mitologici. L’area mesopotamica era, sin dall’antichità, ricca di petrolio e il bitume che si trovava in alcune grotte e che veniva chiamato mumia (da qui il temine mummia per indicare un corpo che si è conservato naturalmente) che conservava perfettamente i corpi, quindi è probabile che anche fossili ben più antichi si fossero conservati in maniera quasi perfetta dando adito a creature mostruose.
    Secondo una tradizione gli etruschi (o Tyrsenòi = tirreni, come li chiamavano i greci) sarebbero un popolo di origine mediorientale, poi stanziatosi nelle zone della dorsale tirrenica della penisola italiana e avrebbero portato con loro il mito del grifo raffigurandolo su urne, sarcofagi e bassorilievi. Spesso in alcune urne cinerarie lo vediamo raffigurato come femmina e in posizione passante, ma il grifo perugino è rampante e maschio, rigorosamente e inequivocabilmente.
    Araldicamente lo si definisce rampante in quanto è ritto e appoggiato su una zampa con le altre alzate minacciosamente. Tale simbolo venne adottato dal Comune di Perugia già dal medioevo, dal 1277 compare in tutti i documenti ed atti pubblici, e i Collegi delle Arti e Mestieri, dai cui membri, detti giurati, si eleggevano i Priori, furono autorizzati a usare il grifo nei loro stemmi ma, con la differenza che in questo caso era raffigurato passante cioè con tre zampe appoggiate a terra e la quarta alzata. Antichi documenti del Comune di Perugia citano, tra le cose pregevoli conservate nella cassaforte, “…due ogne di griffo grandi come corna di bove…” certo che per avere due unghie di grifo.
    Narra la leggenda che nelle campagne tra Perugia e Narni scorrazzasse un grifo che, oltre ad essere un vero flagello, faceva razzia di animali domestici con grande danno per gli abitanti delle due città. Perugini e Narnesi misero da parte le ataviche rivalità e si allearono per catturare la bestia. Dopo peripezie e tentativi vani riuscirono nel loro intento e si presero ognuno una parte del grifo come trofeo e monito. (lagoccia.eu)


    “Sono tornato a Perugia dopo quattordici anni. […] E il ritorno non è stato una delusione. […] Oggi, terzo giorno, rivedo tutto assai bello. Sono stato stamane a Ponte San Giovanni a ritrovare il fiume. Percorro la campagna piena del sole di agosto, una donna mi dice: l’allarme – e guarda Perugia lasciata in alto sotto il sole. […] Ma qui non si fugge, non suona nessun allarme. non c’è che camminare ugualmente tranquilli per la campagna”. (Sandro Penna)

    Perugia-Via-dell-Acquedotto



    Edited by gheagabry1 - 19/1/2023, 15:08
     
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