PERUGIA, ORVIETO e le altre

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  1. gheagabry
     
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    ORVIETO



    Orvieto sorge su una rupe di tufo, tra i 280 e i 325, che domina la valle del fiume Paglia, affluente di destra del Tevere e che proprio sotto la città riceve da sinistra il Chiani, la Chiana Romana proveniente dalla Valdichiana.
    Si ritiene che la odierna rupe su cui oggi poggia la città di Orvieto sia proprio uno di questi grandi ammassi di rocca tufacea scagliato, secondo alcune ipotesi, dal grande cratere che oggi è "riempito" dal vicino Lago di Bolsena e con gli anni erosa e modellata dall'acqua. In effetti studi geologici hanno evidenziato che il materiale che compone la rupe della città è di origine vulcanica ed ha diversi tipi di consistenza, alcuni punti più solidi altri meno solidi. Ciò ha anche permesso all'uomo di "lavorare" e modificare questi materiali creando delle cavità, come testimoniano oggi la consistente presenza di antiche grotte, cunicoli e pozzi in passato utilizzati come luoghi per il riparo, "butti" e come luoghi per l'allevamento di volatili.

    In base ad un decreto del 1928, lo stemma del Comune di Orvieto è costituito da uno scudo ripartito in quattro sormontato da una corona. Nelle quattro ripartizioni sono rappresentati quattro simboli: la Croce, l'Aquila, il Leone e l'Oca. La croce rossa in campo bianco simboleggia la fedeltà del Comune alla fazione dei Guelfi e fu riconosciuto al Comune di Orvieto dal papa Adriano IV nel 1157. L'aquila nera con una corona d'oro in campo rosso fa riferimento alla dominazione dei Romani. Il lambello d'oro con cinque pendenti fu posto al collo dell'aquila quando Carlo d'Angiò concesse ad Orvieto il titolo di “città”, dopo essere stato incoronato nella cattedrale di Orvieto re del Regno di Sicilia da parte del papa Clemente IV. Il lambello richiama quello rosso della casa d'Angiò.
    Il leone in campo rosso tiene una spada d'argento con la zampa destra e le chiavi di San Pietro con la sinistra. Esso richiama il leone fiorentino, a ricordo della storica alleanza fra le due città. Le chiavi, con il motto fortis et fidelis, sono una concessione del papa Adriano IV come riconoscimento della lunga fedeltà di Orvieto al papato. L'oca, con una zampa sollevata sopra un sasso, rimanda alle leggendarie oche del Campidoglio che, con il loro schiamazzo, salvarono Roma dall'attacco dei nemici.


    Andare ad Orvieto è come attraversare la storia, perché vi si ritrovano, stratificate e concentrate, le tracce di ogni epoca per quasi tre millenni. Orvieto è nota per essere costruita interamente su uno sperone di tufo, facilmente erodibile; al borgo in superficie se ne affianca un'altra città sotterranea interamente ricavata dalle cavità scavate dagli abitanti nel corso dei secoli....
    il magico Pozzo di San Patrizio, struttura architettonica unica al mondo, con le sue due scalate ellittiche che non si incontrano mai salendo e scendendo il pozzo, opera di ingegneria di Antonio da Sangallo, risalente alla prima metà del 1500 e voluto dal papa Clemente VII.....la Torre del Moro, che con i suoi 47 metri si erge dominando la città....Palazzo del Capitano del Popolo, dimora del Capitano del Popolo, importante figura medievale che si faceva portavoce e sostenitore delle ragioni del popolo non nobile.....la Chiesa di Sant'Andrea con la bella torre dodecagonale....il Duomo, la cui costruzione inizia nel 1290: gli affreschi della Cappella Nuova (eseguiti dal 1499 al 1504 da Luca Signorelli, che vi raffigurò Paradiso e Inferno, eletti e reprobi, scene con profeti, angeli e santi) lasciano senza parole per la loro bellezza e la luminosità dei loro colori; nellla cappella posta sul lato opposto della chiesa, si trova il Reliquiario del Corporale, un celebre capolavoro d'oreficeria eseguito nel 1337-1338 dal senese Ugolino di Vieri, che custodisce il Corporale che nel 1263 si macchiò di sangue allorché un prete boemo, celebrando la Messa senza fede, spezzò l'ostia consacrata, da cui fuoriuscì il sangue. A tal proposito si ricorda che nel 2013 ricorre il 750° anniversario di tale evento – conosciuto come Miracolo di Bolsena. La chiesa di San Franscesco, costruita nel 1240 sopra i resti di un tempio etrusco, nel punto più alto della rupe orvietana. Si tratta di una costruzione imponente che ebbe molta importanza in passato e dove nel 1297 si tenne la canonizzazione da parte del papa Bonifacio VIII di Luigi IX re di Francia. Tutto il centro cittadino è costellato da numerose chiese più o meno grandi costruite in epoche e con stili diversi fra loro. La più antica è quella di San Giovenale, la cui costruzione risale al 1004, situata in un quartiere medievale rimasto quasi inalterato nei secoli.

    ...la storia...


    Orvieto fu città di grande lustro nelle diverse epoche storiche trascorse ed in particolare a partire dal IX secolo a.C. con la civiltà etrusca conobbe un periodo di grande splendore ed importanza tali da diventare il fulcro e l'abitato più importante del vasto territorio dell'Etruria. Difatti, la città che in epoca etrusca si chiamava Velzna conobbe un periodo unico ed irripetibile, di grande prosperità e sviluppo. A ulteriore testimonianza di questa sua centralità sarebbe, secondo il parere di alcuni importanti archeologi e storici, il ritrovamento, secondo alcuni studiosi, in una zona sottostante la rupe, del famoso "Fanum Voltumnae": l'antico santuario etrusco vero e proprio centro socio-spirituale e di ritrovo dei principali esponenti della dodecapoli etrusca. Orvieto rimase per lungo tempo terra degli Etruschi fin quando gli stessi non subirono l'invasione dei Romani e la città di Orvieto venne distrutta e saccheggiata perdendo molto del suo prestigio e mantenendo un ruolo territoriale più marginale.
    Dopo una forte rivolta, i servi di Velzna (Orvieto) erano riusciti a prendere il potere. Gli aristocratici etruschi, allora, chiesero in segreto aiuto ai romani, che inviarono nella città un esercito guidato dal console Quinto Fabio Massimo. Gli scontri furono durissimi e portarono alla morte del console stesso, provocando così la più violenta repressione romana, che portò all'assedio della città per parecchi mesi, fino alla sua distruzione nel 264 a. C. I pochi superstiti, furono "esiliati" a Volsinii, l'odierna Bolsena, e riuscirono a ritornare sulla rupe dove ancora oggi sorge Orvieto solo dopo la fine dell'Impero Romano. La rupe si spopolò e fu lasciata all'abbandono mentre, i territori sottostanti, beneficiando della presenza di fiumi come il Paglia ed il Tevere, mantennero un ruolo più vitale e più legato a Roma stessa. Con la fine dell'impero romano e le invasioni barbariche, l'intero territorio orvietano fu lasciato all'abbandono con il susseguirsi di brevi dominazioni da parte di svariate popolazioni. Questo periodo perdurò fino all'alto medioevo finchè la città iniziò ad essere sempre più segnata dalla presenza del Papa e quindi tornò ad assumere nuovamente un ruolo storicamente più significativo. Così, mentre la città, seppur tra contrasti interni si stava consolidando come libero Comune, nel 1157 una delegazione papale firmò un trattato con Orvieto formalizzandone cosi l'investitura; nel 1199 il nobile romano Pietro Parenzo fu scelto dal Papa come rettore e podestà di Orvieto, evento questo che sanciva l'"assoggettamento" della città umbra al Papato. Se da una parte il legame con la chiesa dava nuovi impulsi allo sviluppo ed al prestigio della città, dall'altra alimentava i mai sopiti contrasti interni tra varie fazioni (in particolare anticlericale dei Patari). Lo stesso Parenzo fu vittima di una congiura e assassinato. Nonostante i contrasti interni il corso dello sviluppo e di crescita della città era però intrapreso e di fatti è in quest'epoca medievale (1200) che Orvieto come moderna città stato legata alla chiesa visse un periodo di grande benessere ed espansione arrivando ad assoggettare i territori circostanti fino alle coste del mar Tirreno, fino alle odierne città di Orbetello e Talamone.
    Ed è a questo periodo medievale in cui la città si chiamava Urbs-Vetus (città vecchia), che probabilmente si deve l'odierno nome di Orvieto. Tale periodo di benessere e prosperità durò fino al 1348 anno in cui l'epidemia di peste e le continue lotte politiche interne tra le grandi famiglie nobili (in particolare i guelfi Monaldeschi ed i ghibellini Filippeschi) posero fine all'esperienza di Orvieto come comune libero e città-stato. Così, in breve, Orvieto rimase comunque sotto l'egida dello Stato Pontificio. In questo periodo e fino agli anni 1600 -1700, Orvieto subì delle profonde trasformazioni dal punto di vista architettonico, di questo periodo sono la ricostruzione della Fortezza Albornoz (la cui prima edificazione risalirebbe al 1364), il Pozzo di San Patrizio (1527) e furono restaurati, modificati o costruiti molti dei bei palazzi rinascimentali che oggi fanno bella mostra lungo le strade della città. In questo periodo la città, ormai provincia pontificia, ritrova un certo benessere economico anche grazie alla sua alta considerazione da parte di papi e cardinali, come tranquilla e sicura località di soggiorno.
    Al di fuori della rupe, invece, l'eredità di Orvieto come potente comune medievale è ben visibile in quello che in passato furono veri e propri presidi e avamposti assoggettati dalla città e cioè tutti quei borghi e castelli abitati da vecchie famiglie nobiliari che si ergevano nelle campagne intorno alla città. Oggi di essi restano intatti e visibili alcuni borghi e castelli come: il Castello di Tordimonte, il Castello di Corbara, il Castello di Prodo, il Castello di San Quirico, il borgo di Torre San Severo ed il Castello di Sugano. (orvietoviva.com)
     
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8 replies since 22/7/2013, 15:49   1340 views
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