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Condividi BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …
Edizione Giornale Anno 4° SETTIMANA 023 (03 Giugno – 09 Giugno 2013)
RIFLESSIONI
... RICORDI DEL TEMPO …
... Inizia questa settimana Giugno; certo è che solo il calendario sembra essersene accorto. Giro il foglio che porta il nuovo mese e guardo fuori dalla finestra. Due immagini diverse, quella sterotipata dei calendari sul mese di giugno con sole, prati e immagini luminose, e fuori pioggia e freddo. Si freddo, la mattina pochi gradi sopra i 10 e durante la giornata quando va bene la temperatura si alza di pochi gradi ma piove, piove sempre. Strana stagione questa; a breve gli stabilimenti balneari iniziano la loro stagione estiva ma gli armadi delle nostre abitazioni sono ancora con giacconi e maglioni pesanti. Quanti ricordi sui passati inizi di giugno; ricordo un anno che da bambino ero al mare, era il due giugno e sulla nostra testa sfrecciavano le Frecce Tricolori che andavano su Via dei Fori Imperiali per la rinomata parata militare celebrativa. Dall’acqua, metre facevamo tuffi tra ragazzini era felicità incontenibile sotto quel sole già forte dei primi giorni che preannunciavano l’estate in arrivo. La mattina le rondini col loro richiamo accompagnavano il risveglio di quelle mattine che segnavano gli ultimi giorni di scuola. Bei ricordi, come sempre che portano ai giorni in cui il mondo scorreva senza acuti, in cui le donne vivevano senza il terrore di essere uccise, giorni in cui fidanzati litigavano e quando rompevano il loro rapporto gli unici scoppi erano quelli del pianto dirotto. Tempi normali fatti di cose normali e di azioni e reazioni plausibili, normali. Oggi le rondini non cantano ancora libere nel cielo, al mare i bambini non vanno ancora perché piove e fa freddo; la crona poi ci racconta fatti che fanno oscurare ogni cielo ... Buon Giugno a tutti e, come sempre, Buon risveglio amici miei …
(Claudio)
Maltempo flagella centro Europa, almeno 7 morti.
Rischio esondazione del Danubio in Germania mentre a Praga e' straripato il fiume Moldava. E' allarme maltempo nell'Europa centrale colpita da un'insolita ondata di piogge per questo periodo dell'anno, e con il Danubio a rischio esondazione in Germania. L'allerta è stata lanciato nell'ovest del Paese e anche in Austria e Svizzera: preoccupa la situazione dei tre principali fiumi, Danubio - che domani si prevede possa raddoppiare il livello delle acque -, Reno e Neckar che continuano a salire mentre i meteorologi prevedono piogge anche nei prossimi giorni.
TRE MORTI IN REPUBBLICA CECA - Due persone sono morte e tre risultano disperse a Praga colpita da violente inondazioni. . Una terza vittima delle piogge torrenziali si è registrata a Trebenice, a 30 km dalla capitale. Il fiume Moldava è straripato in alcun punti, in particolare nell'isola di Kampa nel centro storico di Praga. Decine di persone sono state evacuate, chiuse otto fermate della metropolitana. Il comune di Praga sta costruendo barriere ed evacuando i malati dall'ospedale Na Frantisku nel centro. Evacuati anche alcuni animali dello zoo che fu duramente colpito durante le alluvioni nel 2002. Lo stato di allarme è stato decretato in sei regioni su 14 della Repubblica ceca. L'acqua alta è prevista anche sull'Elba a Usti nell'ovest.
AUSTRIA; UN MORTO E DUE DISPERSI - Una persona è morta ed altre due risultano disperse in Austria a causa delle frane innescate dalle violente piogge che si stanno abbattendo su mezza Europa. Le autorità hanno riferito anche che più di 300 persone sono state evacuate dalle loro abitazioni minacciate dai fiumi in piena. Lo stato di allerta è stato decretato in gran parte delle province occidentali del Vorarlberg, del Tirolo e di Salisburgo, così come nella provincia dell'Alta Austria. Le Ferrovie Federali Austriache hanno annunciato che il traffico ferroviario è stato interrotto a causa di frane in molte parti delle province di Salisburgo e del Tirolo. Parte della strada che dall'Austria porta verso la Svizzera è stata chiusa, così come molte strade in varie regioni dell'Austria. A Linz, nel nord del Paese, il Danubio è in piena e i vigili del fuoco hanno chiuso al traffico diverse zone della città. Nel Vorarlberg, solo nella giornata di ieri, sono caduti 132 millimetri di pioggia, secondo il centro meteo Zamg. Centinaia di vigili del fuoco, i servizi di emergenza e lo stesso l'esercito austriaco sono stati mobilitati per rendere percorribili le strade, sovrintendere le evacuazioni e occuparsi della costruzione di barriere. A causa del maltempo, festival all'aperto e altri eventi culturali sono stati cancellati o rimandati.
DUE MORTI ANCHE IN GERMANIA - In Germania, la pioggia cade ormai incessantemente da quattro settimane e, secondo alcuni media, almeno due persone sono morte a causa del maltempo. L'allerta per le inondazioni è stata lanciata anche in Repubblica Ceca, Austria e Svizzera dove le autorità hanno rafforzato le misure lungo i fiumi per possibile esondazioni: il livello di molti fiumi e laghi - tra cui l'Aare a Berna, del Reno a Basilea e del lago di Bienne - resta infatti vicino ai livelli d'allarme, soprattutto a causa delle precipitazioni della scorsa notte. La morsa del maltempo, si sta allentando invece, nella Svizzera tedesca dove soprattutto a ovest e a est la situazione dovrebbe migliorare grazie a un fronte di alta pressione centrato sulla Gran Bretagna, con la cessazione delle precipitazioni.(Ansa)CAREZZE AL RISVEGLIO
... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
(Claudio)
Le Poesie più belle di tutti I tempi
Poesie del Mare
IL PESCATORE
L'acqua frusciava, l'acqua cresceva,
un pescatore stava sulla riva,
tranquillo, intento solo alla sua lenza,
ed era tutto freddo, anche nel cuore.
E mentre siede e ascolta,
si apre la corrente:
dall'acqua smossa affiora
una donna grondante.
A lui essa cantava, a lui parlava:
"Perchè tu attiri con astuzia umana,
con umana malizia, la mia specie
su alla luce che la ucciderà?
Ah, se sapessi come son felici
i miei piccoli pesci là sul fondo,
anche tu scenderesti, come sei,
e solo là ti sentiresti sano.
Non si ristora forse il dolce sole
nel mare, e così anche la luna?
Il loro volto, respirando l'onda,
non risale più bello?
Non ti alletta il cielo profondo,
l'azzurro che nell'acqua trascolora?
E il tuo volto stesso non ti chiama
quaggiù, nell'immutabile rugiada?".
L'acqua frusciava l'acqua cresceva,
e a lui lambiva il piede.
Il cuore si gonfiò di nostalgia,
come al saluto della sua amata.
A lui essa cantava, a lui parlava,
e per lui fu finita:
un pò lei lo attirava, un pò lui scese,
e non fu più veduto.
(WOLFGANG GOETHE)
Favole Dal Web
LA BELLA PRIGIONIERA
C'era una volta, tanto tempo fa, nell'antico borgo di Lucolena, un pover'uomo che aveva tre figli, e non sapeva come nutrirli e mantenerli.
Un bel giorno i figli, assillati dal bisogno, considerando che il loro babbo aveva una grande miseria e poche forze, si consigliarono tra loro e decisero di alleviare il suo peso, e di andare in giro per il mondo per cercare di guadagnarsi da vivere. Così inginocchiandosi davanti a lui gli chiesero il permesso di partire, promettendogli che dopo dieci anni sarebbero tornati a Lucolena.
Si misero in cammino tutti insieme con questo desiderio, poi giunsero a un certo crocevia dove si separarono per ritrovarsi nello stesso posto di lì a dieci anni, e andarono ciascuno in una direzione diversa.
Il maggiore arrivò a un accampamento di soldati che stavano facendo la guerra, e si mise a servire il colonnello; in poco tempo imparò l'arte militare e diventò un coraggioso soldato e un valoroso combattente, tanto che era il più bravo di tutti. Era poi così agile che arrampicandosi sui muri con due pugnali riusciva a scalare tutte le torri.
Il secondo arrivò a un porto dove fabbricavano navi e si mise a lavorare con un maestro che conosceva benissimo l'arte navale, imparando in poco tempo così bene che nessuno poteva gareggiare con lui, e tutti lo onoravano per la sua abilità.
Il terzo invece sentì cantare un usignolo, e siccome gli piaceva tanto camminava per oscure vallate e per fitti boschi, per lagune, per foreste deserte, per luoghi impervi e disabitati, seguendo sempre l'usignolo e le sue melodie. Si innamorò tanto del dolce canto degli uccelli che non pensò più a tornare indietro e rimase ad abitare in quelle foreste.
Vivendo ininterrottamente per dieci anni in quei luoghi solitari, senza una casa, diventò un uomo selvatico, e ascoltando continuamente gli uccelli imparò il linguaggio di tutte le loro specie, li ascoltava con immensa gioia e li comprendeva, e gli uccelli lo riconoscevano.
Quando fu il giorno in cui dovevano tornare a casa, i primi due fratelli si ritrovarono nel luogo stabilito e si misero ad aspettare il terzo, e quando lo videro arrivare tutto nudo e coperto di pelo gli andarono incontro, e scoppiando in lacrime lo abbracciarono e lo baciarono, poi lo fecero vestire.
Mentre erano insieme a mangiare in un'osteria un'uccello si posò su un albero e cantando disse:
"Sappiate, voi che state mangiando, che in un angolo dell'osteria c'è un grande tesoro sepolto, che da tempi lontani è destinato a voi, andate a prenderlo!", e volò via.
Allora il terzo fratello spiegò agli altri due per filo e per segno cos'aveva detto l'uccello, andarono a scavare in quell'angolo ed estrassero il tesoro, poi tutti contenti tornarono a Lucolena dal loro babbo ricchi sfondati.
Dopo che il padre li ebbe abbracciati fecero festa e mangiarono e bevvero in abbondanza tutti insieme.
Accadde che il terzo fratello sentì un uccello cantare, e diceva che nel mar Tirreno, un po' lontano dalla costa, c'è lo Scoglio d'Affrica, e su quest'isola una grande maga aveva costruito un castello fortificato tutto di marmo, con l'entrata custodita da un serpente che sputava dalla bocca fuoco e veleno, e sulla soglia c'era un basilisco, che pietrificava con lo sguardo.
Nella torre di questo castello con un tesoro inestimabile di oro e pietre preziose era chiusa la fanciulla più affascinante del mondo, la bella Dora.
"Chi andrà in quel luogo e scalerà la torre, avrà il tesoro e la bella prigioniera", concluse l'uccello, e volò via.
Appena il terzo fratello ebbe riferito questa notizia agli altri due, decisero di andarci tutti insieme.
Il primo promise di scalare la torre con i suoi due pugnali, il secondo di costruire una nave veloce come il vento. La nave in poco tempo fu pronta, e i tre fratelli con un vento favorevole attraversarono il mare e si diressero verso lo Scoglio d' Affrica.
Arrivarono una notte, e all'alba il primo fratello armato di due pugnali scalò la torre, dopo aver legato la bella prigioniera con una corda la calò giù dai suoi fratelli, poi prese i rubini, le gemme e il mucchio d'oro, e scese anche lui con grande allegria.
Dopo aver vuotato il castello i tre fratelli tornarono a Lucolena sani e salvi e fecero tre parti uguali del tesoro.
Ma a proposito della bella Dora smisero di andare d'accordo, perché tutti e tre volevano sposarla e non era possibile dividerla.
Ci furono grandi discussioni e contrasti, poi ricorsero al giudice per sapere chi la meritava di più, ma fino ad oggi non si è deciso.
Quale dei tre fratelli meriti la bella prigioniera dovrai dirlo tu.
(Gianfrancesco Straparola)
ATTUALITA’
Cibo sprecato, ad ogni famiglia costa 1.700 euro.
Sondaggi. nella spazzatura 30% carne. Gli sprechi alimentari pesano sul bilancio delle famiglie italiane, in media, 1.693 euro all'anno. Lo rivela il sondaggio condotto da Laste Minute Market/Universita' di Bologna con Swg e diffuso oggi a Torino in occasione del 'pranzo degli sprechi' che ha riunito a tavola 3.000 persone in piazza a Torino. Secondo l'Osservatorio sugli sprechi di Laste Minute Market, finisce nella spazzatura il 30% della carne acquistata dai consumatori, il 32% dei latticini, il 28% di pane e pasta, il 15% del pesce, il 17% dei prodotti ortofrutticoli.
Il 78% degli italiani - rivela il sondaggio - chiede ''l'assunzione di responsabilita' di ogni cittadini''. E, in un'ipotetica citta' ideale del 2050, il 67% degli interpellati immagina leggi che prevedono sgravi fiscali per chi adotta soluzioni anti-spreco donando le eccedenze. Sarebbe opportuno, infine - cosi' la pensa il 62% degli intervisttai - che nelel scuole si insegnasse la 'neo-economia domestica', per sfruttare al meglio tutti gli alimenti.(Ansa)
Amici incorona Moreno e chiude con record di ascolti.
Si e' chiusa con un risultato record di 5 milioni 726 mila spettatori e uno share del 28.75% la dodicesima edizione di Amici, il programma di Maria De Filippi in onda su Canale 5. La finale ha visto la vittoria del rapper Moreno Donadoni, che si e' aggiudicato anche il premio della critica assegnato dai giornalisti. Amici ha raccolto in questa stagione in media 5 milioni 250 mila spettatori, con il 23.7%.
Il vincitore di Amici 2013, Moreno, sarà una delle star che si esibiranno sul palco di Piazzale Michelangelo a Firenze, sabato 15 giugno per la prima edizione degli MTV Awards, i premi italiani dello spettacolo. Lo show sarà trasmesso in diretta su MTV (canale 8 del digitale terrestre) dalle 21.10. Moreno, genovese, classe '89, fin da giovanissimo esprime il suo talento nell'underground, permettendogli di diventare il rapper più decorato nella storia della manifestazione annuale dedicata alle rime in freestyle, Tecniche Perfette. Nel 2012 partecipa alla prima edizione di Spit, lo show di MTV dedicato alle rap battle. Nel 2013, con il suo album di esordio, Stecca, irrompe subito al primo posto in classifica.
Per gli MTV Awards sono in pista più di 30 artisti nominati in 16 categorie, quasi 3 ore di spettacolo condotte da Virginia Raffaele e Ubaldo Pantani con Omar Fantini, con le esibizioni live di alcuni dei più grandi artisti del panorama musicale italiano. Per conoscere e votare le categorie in gara, basta cliccare sul sito www.mtv.it/mtvawards. Sarà possibile esprimere la propria preferenza fino alle 20 del 15 giugno ad eccezione di Best Fan e Artist Saga, il cui voto verrà chiuso durante la diretta per scatenare un'agguerrita sfida all'ultimo click, e di InstaVIP e Best Photo che saranno scelte martedì 11 giugno. Facebook.com/MTVAwardsOfficial sarà la pagina ufficiale dell'evento ma anche facebook.com/MTVItalia posterà tutte le news e gli update sugli MTV Awards. @mtvitaly è il profilo da seguire su Twitter e #ItalianMTVAwards sarà l'hashtag ufficiale intorno a cui si svolgerà il racconto in tempo reale. @mtvitalia è il profilo ufficiale di Instagram, dove ogni settimana verrà lanciato un nuovo tema da seguire per partecipare alle categoria Best Photo.(Ansa)
Ubriaco al volante investe e uccide ciclista, poi va a dormire.
'Non mi sono accorto di nulla' ha detto agli agenti. Un pirata della strada ha travolto ed ucciso un ciclista di 67 anni, questa mattina a Rivoli (Torino) ed è fuggito. La Polizia di Stato l'ha rintracciato e l'ha arrestato nella sua abitazione, dove stava dormendo. L'uomo é accusato di omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ubriachezza. Il ciclista è morto sul colpo.
Il pirata della strada è stato rintracciato dagli agenti del commissariato di Rivoli a casa di un parente. Ha 21 anni e, ad oltre ore dall'incidente, i valori di alcol nel sangue rilevati dall'etilometro erano ancora altissimi. A portare la Polizia sulle sue tracce è stata la targa anteriore dell'auto guidata dal giovane, una Peugeot 206, rimasta sulla strada dopo l'impatto con il ciclista, avvenuto in una rotonda stradale tra i corsi IV Novembre e Primo Levi, L'auto è stata in un parcheggio a Rivoli con evidenti segni dell'incidente. L'investitore aveva cercato rifugio a casa di un parente dove, all'arrivo della Polizia, stava dormendo tranquillamente. Gli accertamenti compiuti dagli agenti ed alcune testimonianze hanno confermato che gli spostamenti del giovane erano pienamente compatibili con il coinvolgimento nell'incidente.
Il ciclista travolto e ucciso su una rotonda di Rivoli, è Onofrio Depantaleone. Era sposato ed aveva figli. Quasi ogni domenica pedalava, spesso da solo, da Torino a Giaveno, sulle colline della Val Sangone. Aveva l'abitudine di partire molto presto e l'investimento mortale è avvenuto alle 5,25 di questa mattina. Aveva percorso pochi chilometri dopo la partenza da casa quando è stato investito dalla Peugeot guidata dal ventiduenne A.C., al rientro da una nottata trascorsa in locali. Quando è stato svegliato dagli agenti del commissariato, a casa della nonna, si è mostrato sorpreso. "Non mi sono accorto di nulla", ha detto, ancora sotto l'effetto dell'abbondante alcol ingerito nella nottata.(Ansa)ANDIAMO AL CINEMA
Tutti pazzi per Rose
Un film di Régis Roinsard. Con Romain Duris, Déborah François, Bérénice Bejo, Mélanie Bernier, Nicolas Bedos.
Deliziosa commedia romantica francese dai colori pastello
Simona Previti
Francia, fine anni cinquanta. Rose Pamphyle vive in una piccola città di provincia della Normandia. La vita sembra riservarle poche sorprese: un matrimonio già organizzato con il figlio del meccanico, un bravo ragazzo. Una vita da casalinga. Ma il sogno di Rose è di diventare segretaria. Pur nata in provincia, il suo è uno spirito decisamente da donna moderna e emancipata. La sua tenacia, e un talento fuori dal comune nel battere a velocità strepitosa i tasti della macchina da scrivere - la porteranno lontano. Supera i colloqui presso un'agenzia di assicurazioni e diventa la segretaria di Louis Echard, di cui ovviamente si innamorerà folleme nte.
Deliziosa commedia romantica dai colori pastello, che ha tutto il sapore di una madeleine francese mangiata sotto la Tour Eiffel. Il perimetro di riferimento è questo: fra la pubblicità di Miss Dior firmata Sofia Coppola fatta lungometraggio, Cenerentola a Parigi con Audrey Hepburn e Les demoiselles de Rochefort di Jacques Demy.
Per chi è in sala, e ama quello stile, è al posto giusto. La giovane Rose, frangetta francese perfettamente al di sopra del taglio degli occhi, è una antecedente di Amélie Poulain: come lei gamine maladroite, goffa e dispettosa, ma dalla tenacia indiscutibile. Sa cosa vuole, e lo ottiene. Ingaggiata dall'affascinante Louis (Romain Duris) s'imbarca in un allenamento serissimo (una vera naja al femminile con tanto di corsa al mattino) per vincere i campionati regionali prima, nazionali dopo di dattilografia. Il ritmo delle battute sulla tastiera si fa sempre più veloce e sicuro, la postura sempre più dritta, anche se non mancano le gaffe che rendono il per sonaggio di Rose sempre più irresistibile agli occhi di Louis. Per allenarsi la ragazza dovrà ribattere a macchina, e sempre più velocemente, tutti i classici della letteratura francese. Così finito Madame Bovary, si ricomincia subito con un altro tomo.
Si sa, l'autoreferenzialità è cosa francese. Ma la praticano bene, e anche questo è dato riconosciuto. Così dai grandi classici, che vengono ricordati al mondo con un pizzico di orgoglio, si passa alla cinefilia, anche questa dal gusto tipicamente francese. La scena in cui Rose, finalmente trasformata da anatroccolo imbranato a donna seducente in vestito rosso fiamma, esce dal bagno e si presenta al cospetto di Louis, seduto in poltrona con vestito grigio, non può non essere una magnifica ma sottile citazione di Vertigo (La donna che visse due volte) di Hitchcock, autore si sa eletto a manifesto dalla politica degli autori della Nouvelle Vague. Anche il gioco delle luci (un neon che lampeggia fuori dalla finestra, oltre la tenda) ce lo dice chiaramente.
Da antologia la scena con James Stewart e Kim Novak, resta nella memoria del regista di Populaire, Régis Roinsard. Così come, qualche scena dopo, l'abbraccio amoroso fra Rose e Louis, nudi a letto, sotto un lampeggiare rosso e blu che tinge la scena; anche questo viene da un amour fou per il cinema e per i propri padri spirituali: questa volta chiarissimo il Godard colorista di Pierrot le fou (Il Bandito delle ore 11). Anche questo è il french touch. La citazione compiaciuta ma delicata, la commedia portata avanti con maestria a ricordarci che anche loro, i francesi, sanno essere maestri di commedia romantica, e sicuramente lo sono di cinema.
Video(Lussy)
... CURIOSANDO E RACCONTANDO …
"Como, nascosta a ridosso del suo lago, rimane invisibile nella cavità chiusa tra il monte di Brunate e il colle del Baradello, segnalata soltanto da quella torre che s'innalza con suo severo annuncio di una fiera difesa. Città di nobile sorte nativa, di ripetuta e rinnovata fondazione romana, la più settentrionale tra le più importanti città romane al di là del Po, estremo avamposto della civiltà mediterranea alla soglia montuosa di un'altra Europa."
C O M O
Como è situata sull'estremità meridionale del ramo occidentale del Lago di Como, in una piccola conca circondata da boscose colline moreniche. Confina direttamente con la Svizzera e dista circa 40 k.m. da Milano. Como è famosa per essere destinazione turistica tra le più amate del nord Italia, grazie al contesto geografico idilliaco della sponda sud-occidentale del Lago di Como ed i pendii dei colli Baradello e San Fermo che in lontananza si fondono con i rilievi prealpini del monte Brunate. La città si posiziona ad un'altitudine di 201 metri sopra il livello del mare, con un'estensione di 73 kmq, ed è circondata da ville e giardini e folte aree boschive.
Le emozioni diventano forti davanti ad un panorama che non lascia indifferenti, un luogo che ha inspirato compositori come Verdi, poeti come Lord Byron, scrittori come Stendhal. Città vescovile, con radicale e ferma intenzione di libertà repubblicana, pronta all'estrema resistenza e anche ad audaci sortite di lotta. Traccia di tale "epopea vescovile" sono i resti del Palazzo del Vescovado, uno dei più insigni esempi di architettura civica in stile romanico. Città comunale con sagace articolazione statutaria, ma anche con forte consapevolezza associativa della sua popolazione, raccolta in quartieri, e in contrade, con aperta proiezione verso le terre dei dintorni, di là delle quattro porte delle mura (distinte dai segni del bue, dell'orso, dell'aquila e del leone). Como fu anche città di mercanti: città non solo di traffici (per terra lungo la famosa Via Regina e per via d'acqua), ma anche di fortune accortamente investite in attività, prima fra tutte quella della seta e fino a non molti anni fa fu la capitale, tanto da essere insignita quale "città della seta". Nel cuore di Como la fortuna storica della città mercantile fa corpo in quell'inscindibile binomio architettonico del Duomo (la cui realizzazione iniziò nel 1396) e del Broletto (1215), accomunati da una stessa storia costruttiva.Conserva al suo interno un monumentale altare ligneo del XVI° secolo dedicato a S. Abbondio. Nella sua nobile e ben ritmata magnificenza monumentale, il Duomo sta lì, tra sobrie e belle case, con i muri orditi in travi lignee e mattoni oblunghi che gli facevano corte attorno, a costituire un tesoro civico murato nel marmo, come fosse inciso nel diamente. Di grande rilievo è la decorazione scultorea della facciata, opera prevalentemente della bottega di Giovanni Rodari e dei suoi figli, probabili autori delle statue dei due Plinii, il Vecchio e il Giovane, entrambi emblemi di una delle più illustri dinastie familiari di cultori di scienza di tutta l'antichità. Della città medievale resta la torre principale del Castello Baradello, che domina tutto il territorio dell'altura di Camerlata. Dalla Porta Torre del 1192, antica porta di ingresso della città, si intravedevano Torre Gattoni e Torre Vitali, da quest'ultima origina una strada che porta al Museo Archeologico Giovio, dove si conservano i reperti dell'età del bronzo e del ferro. (dal web)
Piazza Duomo e la sua maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta, comunemente indicata come l'ultima cattedrale gotica costruita in Italia: venne iniziata nel 1396 e terminata nel 1770 con l'aggiunta della cupola in stile roccoco disegnata dall'architetto Filippo Juvarra. Gli stili sono pertanto vari, dal gotico (la facciata) al tipico stile del Rinascimento (absidi esterne), seguito da quelli in voga negli ultimi anni della sua costruzione. L'adiacente Palazzo del Broletto serviva da antica sede comunale durante il Medioevo (1215). Inizialmente realizzato in stile gotico, è arrivato all'era presente con un aggraziato mix di elementi romanici e rinascimentali. Di particolare attrattiva è la facciata dell'edificio costruita in marmo lombardo, così come anche la torre civica, edificata secondo la tecnica del bugnato (tipico rivestimento murale del periodo rinascimentale). Duomo e Comune sono affiancati l'un l'altro a simboleggiare il saldo legame tra potere ecclesiastico e potere civile in città. Non lontano si trova la Piazza Verdi, con i monumenti che ricordano varie epoche storiche come le mura medievali, il Teatro neoclassico e la ex Casa del Fascio, progettata da Giuseppe Terragni negli anni trenta del secolo scorso e d'interesse nell'ambito dell'architettura contemporanea. La Basilica di San Fedele sorge sulla piazza San Fedele, vero cuore e punto di riferimento della città sin dal Medioevo. Era qui che infatti aveva luogo un tempo il mercato del Grano. La chiesa, in stile romanico ed edificata su un un antico edificio paleocristiano, sorse come meta di pellegrinaggio da quando nel X secolo vi furono traslate le spoglia di San Fedele, un ufficiale romano convertitosi al cristianesimo e conosciuto come uno dei protomartiri comensi durante la persecuzione di Diocleziano nel IV secolo. Poco distante si noti anche la Porta Torre, antica entrata alla città medievale del 1192. Per vedere la chiesa più affascinante di Como è necessario avventurarsi nel quartiere a sud-ovest del centro dove, appena fuori dal Viale Roosevelt, si raggiunge l'affrescata Basilica di Sant'Abbondio, un capolavoro romanico del XI secolo, sorta sulle fondamento di un precedente edificio benedettino, nel cui interno sono infatti presenti dei grandi affreschi del Trecento di pittori anonimi.
(informagiovani-italia.com)...la storia...
“Excurrit Larius a Meridie in Septentrionem , pronior tamen in Orientem”.
Con questa nota di Paolo Giovio venne pubblicata nel 1559 a Venezia la prima planimetria del Lago di Como. Da sempre il Lario ha costituito un’importante snodo di comunicazione verso il Nord Europa , già in età imperiale i romani , cui si deve la fondazione di Como nel I secolo a.C., tenevano stanziata sulle rive del lago la loro quarta flotta. La storia di Como è tuttavia ben più antica. Radicali cambiamenti nella struttura delle società e nello stanziamento delle popolazioni autoctone , inizieranno con l’età del ferro. La popolazione comasca preromana venne investita solo in parte dall’invasione celtica , la quale raggiunse al massimo l’attuale Appiano Gentile. Tuttavia gli effetti di tale invasione si fecero sentire su tutta la zona , cambiando in particolare la distribuzione demografica del territorio. Per il contraccolpo generato dagli spostamenti di massa , nuclei di popolazioni si trasferirono dai laghi brianzoli alle più difendibili colline situate tra San fermo , Prestino e sopra Borgo Vico.
Nasce in questo periodo la civiltà di Golasecca che avrà nella Como preromana uno dei centri di maggior importanza. I Romani arrestarono i Celti, occuparono i centri strategici lungo le vie di traffico e collocarono Como all'imbocco di grandi piste transmontane di straordinaria importanza politica, economica e militare. Il tutto entro un progetto di sistemazione territoriale che collegava i centri pedemontani alle valli prealpine. L'iscrizione: "de Comensibus et Insubribus triumphavit", se da un lato allude alla vittoria del console romano, testimonia anche che i Galli insubri pur unendosi alla popolazione residente, non l' avevano soppiantata. Insieme a Como caddero 28 castelli e l'intera zona fu posta da Roma sotto presidio militare permanente, ma solo con Cesare, Como fu definitivamente acquisita dai Romani e fino al definitivo assetto municipale realizzato da Roma, la città mutò la sua economia nomade in un'economia di tipo sedentario, dotata di stabili organizzazioni politico-amministrative e artigianali, basandosi sulla tipica struttura urbanistica romana a pianta quadrata. Alla ricostruzione della Novum Comum, voluta da Cesare al centro della convalle debitamente bonificata, seguì nel 77 a.C. l'insediamento di 5000 coloni, un decimo dei quali apparteneva alla nobiltà greca cui è presumibilmente riconducibile l'origine etimologica di località quali Lecco [Leucos], Corenno [Corinto], Lenno [Lemna], Nesso [Nasso], Dervio [Delfo].
Como fu colonia dell'Impero dal 59 a.C.. A partire dalla dominazione cesarea e fino al II secolo d.C., la città registrò il suo primo sviluppo: nel 49 a.C. la Legge Rubria le concesse il diritto di cittadinanza ascrivendola alla tribù Ovfentina. Nel 42 a.C. decaduta la condizione giuridica di provincia, acquisì i privilegi del regime municipale, come la facoltà di eleggere una rappresentanza popolare. Il consolidarsi di un'economica fondata su attività artigianali e commerciali, indusse la città a definire un assetto urbanistico a struttura ortogonale, secondo la tipica configurazione pretoria, e a dotarsi di un foro, di un teatro, di un porto, di una cinta muraria e anche di terme, ville e templi. Oltre ai resti delle mura e a quelli della Porta Pretoria con le due torri ottagonali, Como conserva anche le fondamenta di un vasto e articolato complesso architettonico identificabile probabilmente con la biblioteca e le terme donate alla città da Plinio il Giovane.
Nell’Alto Medioevo Como vive l'affermazione del Cristianesimo e le invasioni barbariche. Ad Attila seguirono i Goti, poi i Longobardi. La regina longobarda Teodolinda, di fede cristiana, favorì l’evangelizzazione del territorio e aprì la "via Regina" tra Como e Chiavenna. Nel 774 Como si arrese pacificamente ai Franchi, sotto il cui dominio proseguì la sua ripresa economica e divenne sede di fiere e mercati. Era cominciata l’età feudale.
Dalla dominazione dei Franchi trasse profitto la Chiesa locale: l'Imperatore concesse a Vescovi ed Abati possedimenti e immunità e la stessa autorità del Vescovo andò estendendosi dalla città all'esterno. Con la morte dell'ultimo discendente di Carlo Magno (888) si apre un'epoca di scontri, finita solo con l'avvento degli Ottoni, i cui interessi vengono appoggiati a Como dall'energico Vescovo Waldone. La successiva età comunale si caratterizza per le continue lotte con Milano che, gelosa della prosperità di Como, iniziò una guerra decennale (1117-1127) che finì con la sconfitta dei Lariani e con la distruzione delle mura e di alcuni borghi cittadini. Poco dopo, Como si allea col Barbarossa, e combatte con lui i Comuni (primo fra tutti, Milano) che pretendevano l'autonomia dall'Impero. Nel 1158 il Barbarossa è a Como e Milano venne distrutta. Poi ci furono la battaglia di Legnano (1176), e la pace di Costanza (1183), con cui l'Imperatore riconosceva la libertà dei Comuni. Finalmente Como sigla la pace con Milano (1186).Come nelle altre città italiane, il Comune di Como fu messo in crisi dalle feroci lotte interne tra Guelfi e Ghibellini, che spesso trascendevano il significato politico, riflettendo invece i rancori, le passioni e gli interessi delle famiglie più potenti della città. A Como si fronteggiarono a lungo le fazioni dei Vitani e dei Rusca, finché la città – prostrata dalle lunghe contese – chiese a gran voce l’intervento dei Signori di Milano. Nel 1320 Azzone Visconti costituisce la Signoria a Como e qui si distingue per l'ostentato mecenatismo. Sotto il suo governo fu costruita la "Cittadella", poderoso baluardo inserito nel mezzo del tessuto urbano. Con Gian Galeazzo, fu iniziata la costruzione del Duomo. Nel Quattrocento Como, avverte la trasformazione culturale che precede il Rinascimento. Frutto concreto di tale nuova concezione è l'opera di Benedetto Giovio, nato a Como nel 1471. Scrisse l’Historia Patriae, cronaca delle vicende comasche dalle origini al Rinascimento. Il fratello Paolo, vescovo, raccolse in un museo più di 400 ritratti di uomini illustri: è una delle prime raccolte antiquarie della cultura italiana. Dopo una breve dominazione francese, Como per quasi due secoli (1535-1713) dovette sopportare la dominazione spagnola, contraddistinta da un'incessante e insostenibile pressione tributaria che portò la città al decadimento delle attività commerciali, artigianali e generalmente economiche. Morto senza eredi Carlo II, si aprì una lunga contesa per il possesso della Lombardia: alla fine, coi trattati di Utrecht (1713) e di Rastadt (1714), essa fu riconosciuta agli Austriaci. La dominazione austriaca – caratterizzata, in generale, da un governo conservatore ma illuminato – risollevò in pochi decenni la regione dallo stato di torpore e di regresso. I primi passi furono compiuti, a Como, da Carlo VI, che promosse l'industria tessile e l'artigianato del mobile, nonché un fisco più equo. Nel 1740 gli successe Maria Teresa che, per rendere unitari i criteri di tassazione, promosse la creazione del catasto. Con Giuseppe II, rifiorirono le scienze e le arti: le ricche famiglie di Como facevano a gara a costruire ville sfarzose in riva al lago, affidando i progetti ad architetti di grido. Leopoldo II proseguì la promozione della vita economica cittadina, regolando l'attività delle manifatture e dei mercati e alleggerendo i dazi.
Durante la parentesi napoleonica fu realizzata la "Napoleona", strada di collegamento verso la direttrice Varese-Milano-Cantù, ed eretto il Teatro Sociale, piccolo gioiello neoclassico. Dopo la Restaurazione, ossia nella prima metà dell'Ottocento, Como non fu sorda ai fermenti rivoluzionari europei e italiani. La svolta del 1848 è indicativa: il 20 marzo, a due giorni dall'inizio delle eroiche "Cinque giornate di Milano", la popolazione comasca insorse e costrinse alla resa la guarnigione austriaca di stanza alla caserma di San Francesco. Con la sconfitta di Carlo Alberto, la situazione si normalizzò, nonostante i tentativi di destabilizzazione di Giuseppe Mazzini, presente in Svizzera. La II guerra d'Indipendenza (1859) vide Garibaldi vincere la battaglia di San Fermo ed entrare trionfalmente in Como liberata. Dopo secoli di dominazione straniera, Como faceva finalmente parte del nuovo Regno d'Italia....personaggi...
Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) Ufficiale di cavalleria, avvocato, consigliere dell’imperatore Vespasiano, ammiraglio. Autore della Naturalis Historia, un’opera monumentale in 37 libri, che rappresenta la raccolta più completa della conoscenza scientifica antica. Al tempo della celebre eruzione del Vesuvio del 79 d.C. (quella che distrusse Pompei) si trovava al comando della flotta del Miseno (Campania) e accorse con le sue navi in aiuto delle popolazioni in fuga. La curiosità scientifica e il senso del dovere gli furono fatali: si spinse troppo vicino al vulcano e morì soffocato dai fumi. Sulla facciata del Duomo di Como , in due splendide edicole, si possono ammirare le statue dei due Plinii, quale segno di riconoscenza della cittadinanza comasca.
- Alessandro Volta (1747-1827). E’ sicuramente tra i comaschi più illustri, inventore della pila, scopritore del gas metano. In suo onore si chiama ‘volt’ l’unità di misura della tensione elettrica. A lui Como ha dedicato una via, una piazza con la sua statua, il liceo classico della città, un Centro di studi scientifici ed un museo, il Tempio Voltiano, in stile neoclassico, che conserva testimonianze delle sue invenzioni. Alessandro Volta è sepolto nel cimitero di Camnago. Albert Einstein un giorno disse: “la pila è la base fondamentale di tutte le invenzioni moderne”. La città di Como, i suoi dintorni e tutta la zona del lago conservano molte testimonianze e tracce della vita del grande scienziato, dalla chiesa dove fu battezzato (San Donnino) ai prototipi della pila e delle sue altre invenzioni (TempioVoltiano). Il Tempio Voltiano si trova a Como, nell’area dei giardini a lago. Brunate, dove Volta ha passato gli anni della sua infanzia, domina il lago da una collina alle spalle della città. Da qui una breve passeggiata permette inoltre di raggiungere la località di San Maurizio dove, nel 1927, centenario della morte del famoso scienziato, è stato costruito il Faro Voltiano.
- Plinio il Giovane (61-113 d.C.) Nipote e figlio adottivo di Plinio il Vecchio, fu anch’egli avvocato e magistrato, oltre che scrittore. La sua opera principale è un corposo Epistolario in 10 libri, costituito per lo più da lettere private ad amici e letterati, che traccia un quadro molto ricco della vita del tempo e contiene anche pagine dedicate al lago e alle sue bellezze. Si dice che Plinio il Giovane possedesse ben due ville sul Lago di Como, una a Bellagio, alta sul promontorio, riservata allo studio e alla riflessione (probabilmente dove oggi troviamo Villa Serbelloni - Fondazione Rockefeller), l’altra a Lenno, in riva al lago, dedicata alle attività della caccia e della pesca (probabilmente l’attuale Villa del Balbianello). Fu governatore in Bitinia (l’attuale Turchia), dove probabilmente morì.
- Paolo Giovio (1483-1552), vescovo, autore delle Historiae sui temporis in 45 libri, in cui trattò degli avvenimenti mondiali tra la discesa di Carlo VIII (1494) e la pace di Crepy (1554).
- Benedetto Giovio (1471-1545), una vita dedicata agli studi di archeologia, linguistica e storia. Autore di una storia di Como dalle origini al 1532 (Historia Patria). Maestro di Tolomeo Gallio.
- Cesare Cantù (1804-1895), fu amico di Alessandro Manzoni e di Cesare Balbo. Insegnante e deputato, fondò l’Archivio Storico Lombardo e fu il primo presidente della Società Storica Lombarda (1874), nonché autore di una Storia della città e della diocesi di Como (1829- 1831).(Gabry)
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(Redazione)
L’ISOLA NELLO SPORT
CRONACA SPORTIVA
Mugello: Gp Italia a Lorenzo.
Rossi cade a 1/o giro con Bautista. Il campione del mondo in carica, Jorge Lorenzo (Yamaha) ha conquistato il Gp d'Italia nella classe MotoGP, quinta gara della stagione 2013. Sul podio anche Dani Pedrosa (Honda) e l'inglese Cal Crutchlow (Yamaha). Non hanno finito la corsa Valentino Rossi (Yamaha) caduto alla seconda curva del primo giro e Marc Marquez (Honda) che è scivolato alla Casanova Savelli a tre giri dalla fine della corsa. Marquez è stato in lotta con il compagno di squadra Dani Pedrosa per il secondo posto, ma ha poi perso il controllo della sua moto finendo nella sabbia e vanificando i suoi sforzi. Quinto al traguardo Andrea Dovizioso. L'italiano che partiva dalla prima fila con il terzo tempo ha perso il duello con il tedesco della Honda Stefan Bradl che gli ha sottratto nel finale la quarta posizione. Buon settimo posto per il collaudatore della Ducati Michele Pirro, mentre Danilo Petrucci (Ioda-Suter-BMW) ha chiuso il GP di casa a punti in 12/a posizione. La classifica iridata vede in testa ancora Dani Pedrosa (Honda) con 103 punti, seguito da Jorge Lorenza (Yamaha) con 71 punti e Marc Marquez (Honda), terzo con 77 punti.
Classifica della gara Motogp del Gp d'Italia di motociclismo:
1. Jorge Lorenzo (Spa-Yamaha) 41:39.733
2. Dani Pedrosa (Spa-Honda) 41:45.133
3. Cal Crutchlow (Gbr-Yamaha) 41:46.145
4. Stefan Bradl (Ger-Honda) 41:59.054
5. Andrea Dovizioso (Ita-Ducati) 41:59.273
6. Nicky Hayden (Usa-Ducati) 42:06.054
7. Michele Pirro (Ita-Ducati) 42:17.877
8. Aleix Espargaro (Spa-Aprilia) 42:19.535
9. Bradley Smith (Gbr-Yamaha) 42:19.976
10. Hector Barbera (Spa-Ftr) 42:28.125
Classifica mondiale piloti:
1. Dani Pedrosa (Spa-Honda) 103 punti
2. Jorge Lorenzo (Spa-Yamaha) 91
3. Marc Marquez (Spa-Honda) 77
4. Cal Crutchlow (Gbr-Yamaha) 71
5. Andrea Dovizioso (Ita-Ducati) 50
6. Valentino Rossi (Ita-Yamaha) 47
7. Nicky Hayden (Usa-Ducati) 45
8. Alvaro Bautista (Spa-Honda) 38
9. Stefan Bradl (Ger-Honda) 30
10. Aleix Espargaro (Spa-Aprilia) 28.(Ansa)
Brasile-Inghilterra, pari spettacolo nel nuovo Maracanà.
Finisce 2-2 la prima nel mitico stadio dopo la ricostruzione. Verdeoro avanti con fred, soprasso inglese con Chamberlain e Rooney prima del definitivo pareggio di Rooney. Germania, sia pure in formazioone sperimentale, sconfitta 4-3 dagli Stati Uniti
RIO DE JANEIRO - Un pareggio spettacolo per inaugurare il nuovo Maracanà. Finisce 2-2 l'amichevole di lusso tra Brasile e Inghilterra dopo una gara dai due volti: dominio verdeoro nella prima frazione chiusa senza reti, poi fuochi artificiali nella ripresa. Monologo brasiliano all'inizio, ma un grande Joe Hart chiude ogni varco agli attaccanti verdeoro. Il portiere del Manchester City compie un primo miracolo su Neymar, alla mezz'ora il suo doppio intervento su Hulk e Filipe Luis, quindi è prodigioso su Oscar.
Hodgson toglie Baines per inserire Ashley Cole, alla presenza numero 103 con la nazionale, e nella ripresa
i Tre Leoni danno segnali di risveglio anche se la manovra pecca della dovuta precisione. Al 12' la Selecao passa: la conclusione del laziale Hernanes, entrato dopo l'intervallo, colpisce la traversa, la palla arriva sui piedi di Fred che non perdona. La reazione dell'Inghilterra è in un colpo di testa di Rooney fuori bersaglio ma al 21' ecco il pari firmato da Oxlade-Chamberlain: un esterno destro potente e preciso che non lascia scampo a Julio Cesar. Quindi al 33' completa la rimonta grazie a Rooney, che con un gran tiro dalla distanza (deviato da Fernando) sigla il 2-1. L'illusione inglese dura appena tre minuti, tanto basta a Paulinho, talentuoso centrocampista del Corinthians che piace tanto all'Inter, per rimettere le cose a posto con un bel destro in mezza girata.
Male la Germania, che sia pure in formazione sperimentale, viene sconfitta dagli Stati Uniti dell'ex Jurgen Klinsmann in un'amichevole giocata a Washington. Senza i giocatori di Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Stoccarda, il Mannschaft di Loew viene superato 4-3. La nazionale a stelle e strisce piazza un terribile uno-due tra il 13' e il 16' (Altidore e autorete clamorosa del portiere Ter Stegen che non controlla un retropassaggio). A inizio ripresa Westermann prova a riaprire la gara, ma si scatena Dempsey con una doppietta (60' e 64') che mette al tappeto i tedeschi. Nel finale moto d'orgoglio della Germania con Kruse (79') e Draxler (81') ma gli Usa la spuntano.. (Repubblica.it)
Perez rieletto presidente Real Madrid.
Bernabeu saluta Mourinho con fischi. Florentino Perez è stato rieletto presidente del Real Madrid. "Nella misura in cui è stato presentato un solo candidato, il comitato elettorale del Real dichiara Florentino Perez presidente" si legge nel comunicato apparso sul sito del club. Perez guida il Real Madrid dal 2009, in precedenza l'aveva presieduto dal 2000 al 2006.
BERNABEU SALUTA MOURINHO CON FISCHI - Sonori fischi da gran parte dello stadio Santiago Bernabeu. Così i tifosi del Real Madrid hanno salutato l'addio di José Mourinho alla loro squadra, oggi in campo contro l'Osasuna per la 38/a e ultima giornata della 'Liga'. Il nome di 'Mou' è stato fischiatissimo al momento della lettura delle formazioni. Il portoghese è entrato in campo subito dopo l'inizio della partita, per evitare di essere immortalato dai fotografi, ma ha provocato ugualmente un'autentica ressa di 'media' a bordo campo, di cui si è lamentato con gesti verso l'arbitro, che ha interrotto la partita per un minuto e mezzo, e Mourinho è stato fischiato anche in questi momenti. Quando poi una parte minoritaria dello stadio ha cercato di intonare dei cori a favore del tecnico portoghese, ci sono stati altri segni, e soprattutto suoni, di disapprovazione.(Ansa)
Nba: Miami ko, semifinale est a gara-7.
Indiana batte Miami 91-77 e va sul 3-3. Non sono state sufficienti sei partite per individuare la finalista Nba per la Eastern Conference: ieri sera infatti Indiana ha battuto Miami 91-77 portandosi quindi sul punteggio di perfetta parità, e rinviando alla gara decisiva di lunedì a Miami per stabilire chi andrà in finale. Il Miami che guidava le serie di semifinale 3-2 ha buttato via la possibilità di mettere al tappeto gli avversari e agguantare la finalissima per il terzo anno consecutivo, andando a giocarsela con il San Antonio. Dopo aver dominato la prima metà della gara, il Miami si è fatto superare in rimonta dall'Indiana. Hanno pesato molto nel risultato le scarse prestazioni di Dwyane Wade e Chris Bosh. Al Miami non sono bastati nemmeno i 29 punti messi a segno da Lebron James "Non abbiamo giocato la nostra migliore partita -ha dichiarato dopo l'incontro il tecnico dell'Indiana Frank Vogel. Ora ci stiamo preparando a giocare la nostra migliore partita in gara 7". "Tutti noi siamo rimasti molto delusi, ci siamo fatti sfuggire dalle mani l'occasione della vittoria" ha commentato il tecnico del Miami Erik Spoelstra, che ha aggiunto di sentire sulle sue spalle la responsabilità di questa sconfitta". Tutto rimandato dunque alla gara 7 di lunedì.(Ansa)(Gina)
MOSTRE E...... SAGRE
Alla scoperta dell'arte e delle tradizoniMOSTRE
MOSTREMarguerite Yourcenar.
Adriano, l’antichità immaginata
La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ha inaugurato a Villa Adriana una mostra interamente dedicata alla scrittrice franco-belga Marguerite Yourcenar (1903-1987), colei che più di tutti ha contribuito a rendere famosa nel mondo la residenza dell’imperatore Adriano a Tivoli con il suo capolavoro ‘Memorie di Adriano’. Dal 28 marzo al 3 novembre, la mostra Marguerite Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata ripercorre l’iter creativo del romanzo e mette a fuoco il profondo lavoro di studio della scrittrice sull’antichità classica, esponendo nelle sale dell’Antiquarium carteggi, fotografie d’epoca, sculture e incisioni. La mostra ne illustra la vita e l’opera letteraria attraverso una nutrita congerie di documenti, fotografie, carteggi, ricordi di vecchi testimoni e interviste RAI. Importantissima la sezione dedicata ai rapporti tra la scrittrice e l’antico con la meticolosa opera di ricerca delle fonti e della cultura materiale romana e greca attraverso l’apporto della consulente Raissa Calza, la visita ai siti più famosi dell’antichità, la visione delle opere d’arte e, naturalmente, la visita a Villa Adriana.
Infine verrà offerta ai visitatori un’analisi della genesi e della fortuna del suo celebre romanzo con un focus sugli adattamenti teatrali delle Memorie tra le quali la fortunata riduzione di Jean Launay per la regia di Maurizio Scaparro e l’interpretazione di Giorgio Albertazzi.
La mostra è accompagnata da un volume di saggi riccamente illustrati edito da Electa. Il volume riccamente illustrato pubblicato da Electa in occasione della mostra a Villa Adriana Marguerite Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata ripercorre i luoghi e le opere che ispirarono il suo capolavoro, Memorie di Adriano.Un’ampia sezione del libro è dedicata alla passione italiana della Yourcenar rivelata dai suoi numerosi viaggi e dalle affinità elettive con alcuni amici italiani evocata da una documentazione talora inedita (oggetti personali, fotografie, lettere). Al contempo viene approfondita la genesi letteraria e la fortuna editoriale del romanzo fino alle più recenti trasposizioni teatrali. Il volume è arricchito da contributi scritti espressamente dai più autorevoli membri della Société Internationale d’Etudes Yourcenariennes mentre gran parte della documentazione, anche fotografica, è stata riprodotta grazie alla collaborazione del Petite Plaisance Trust e del Centro Documentazione Marguerite Yourcenar di Roma.L’ultima sezione del volume riunisce una serie di “cammei” di carattere storico, archeologico, artistico, letterario, filosofico, antiquario che ricostruiscono la visione della scrittrice di Adriano e della sua epoca, senza tralasciare le ripercussioni che gli eventi del Novecento ebbero su tale idea della grecità e della romanità.
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ORARIO MOSTRA:
10.00 – 18.00 (28-29-30 marzo);
10.00 - 18.30 (31 marzo/aprile e settembre)
10.00 – 19.00 (maggio, giugno, luglio, agosto)
10.00 - 18.00 (dal 1° ottobre all’ultimo sabato di ottobre)
10.00 – 16.30 (dall’ultima domenica di ottobre al 3 novembre)
Apertura Area Archeologica ore 9.00; chiusura 30’ dopo la chiusura della mostra
La biglietteria chiude un'ora e mezza prima della chiusura dell’Area Archeologica
BIGLIETTI: 11 € intero; 7 € ridotto, fatte salve le agevolazioni previste dal regolamento di ingresso ai luoghi della cultura italiani
INFORMAZIONI: 06 39967900 – www.coopculture.itFESTE e SAGRE
TEATRI
« Esco ora dalla Scala… È per me il primo teatro del mondo, perché è quello che procura dalla musica i maggiori piaceri… Quanto all’architettura, è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo »
(Stendhal, 26 settembre 1816)IL TEATRO DELLA SCALA
Il Teatro alla Scala di Milano è uno dei teatri più famosi al mondo: da oltre duecento anni ospita artisti internazionalmente riconosciuti ed è stato committente di opere tutt'ora presenti nei cartelloni dei teatri lirici di tutto il mondo. È situato nell'omonima piazza, affiancato dal Casino Ricordi, oggi sede del Museo teatrale alla Scala.
Nel proprio progetto, ispiratosi al Teatro di corte della Reggia di Caserta di Vanvitelli, il Piermarini ne modificò curvatura e strutture decorative in modo da migliorarne l'acustica: la sala divenne immediatamente il modello per il "teatro all'italiana", la cui forma a "ferro di cavallo" venne in seguito impiegata in molti teatri d’Europa come la Staatsoper di Vienna (1869), il Palais Garnier a Parigi (1875), la Royal Opera House di Londra (1858).
La facciata principale è la parte del teatro che ha subito, rispetto al progetto originario, il minor numero di modifiche.
L'unica aggiunta è stata quella dei due piccoli corpi laterali sormontati da terrazzi (1835), i quali, se alterano lievemente la visione laterale rompendo la scansione dei tre diversi volumi della facciata, fanno salva la percezione frontale.« Con mia grande sorpresa vidi che stavano demolendo una chiesa per far posto ad un teatro »
(Thomas Jones)...la storia...
La storia della Scala di Milano inizia nel 1776 quando un incendio distrusse il Regio Ducal Teatro, ospitato nel cortile di Palazzo Reale. Un decreto dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria affidò a Giuseppe Piermarini l’incarico di costruirne uno nuovo. Il luogo prescelto fu quello della Chiesa di Santa Maria alla Scala, che fu demolita per fare posto al teatro. I lavori di demolizione della collegiata di Santa Maria iniziarono il 5 agosto 1776, il 28 maggio 1778 si svolsero le prime prove di acustica e il 3 agosto, alla presenza del governatore di Milano, l'arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este, venne inaugurato il “Nuovo Regio Ducal Teatro” con la prima rappresentazione assoluta de L'Europa riconosciuta di Salieri. Il Piermarini, per il suo progetto, si ispirò alla Reggia di Caserta. Il libretto, opera dell'abate Mattia Verazzi, fu pensato per dare spazio ad arie ricche di virtuosismi, ed è caratterizzato dai numerosi duetti, terzetti e complessi finali d'atto. La sera del 3 agosto, tra gli spettatori c'era anche Pietro Verri, il quale scrisse al fratello Alessandro, in quel periodo a Roma: «la pompa dei vestiti è somma, le comparse ti popolano il palco di più di cento figure e fanno il loro dovere... gli occhi sono sempre occupati». Particolarmente suggestivo risultò l'inizio in medias res, «mentre te ne stai aspettando quando si dia principio, ascolti un tuono, poi uno scoppio di fulmine e questo è il segnale perché l'orchestra cominci l'ouverture, al momento s'alza il sipario, vedi un mare in burrasca». Allietarono gli intervalli i balli Pafio e Mirra, o sia I prigionieri di Cipro, musica di Salieri, coreografia di Claudio Legrand, e Apollo placato, musica di Luigi de Baillou, coreografia di Giuseppe Canziani. Il Piermarini, per il suo progetto, si ispirò alla Reggia di Caserta. Il Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala fu inaugurato il 3 agosto 1778 con la prima assoluta de L’Europa Riconosciuta di Salieri. La costruzione del teatro fu finanziata da un gruppo di famiglie milanesi che continuavano a sostenerlo e ne detenevano la proprietà attraverso le quote dei palchi. A quel tempo il teatro era usato non solo come luogo di spettacolo, ma anche per gestire la propria vita sociale. I proprietari dei palchi vi ospitavano invitati, mangiavano e, nel ridotto, giocavano d’azzardo. Tutto questo mentre sul palco si svolgevano gli spettacoli. Il che lascia capire con quale attenzione venissero seguiti!
Le prime stagioni del Teatro alla Scala di Milano, fino agli anni Venti dell’800, videro rappresentate le opere dei migliori compositori dell’epoca. Il problema maggiore nell'organizzare le stagioni era mantenere acceso l'interesse degli spettatori, molto spesso distatti, nei palchi, in altre faccende. Essendo lo sfarzo dell‘Europa riconosciuta a lungo andare economicamente insostenibile, già nel secondo anno di attività si diede spazio all'opera buffa, della quale il maggior interprete, il basso Francesco Benucci, calcò spesso le scene scaligere. Grande successo ebbero alla Scala i castrati, sopranisti e contraltisti, tra i quali si possono ricordare Gaspare Pacchierotti, Asterio nell'opera di apertura, Luigi Marchesi, Girolamo Crescentini, di lì a qualche decennio sostituiti dalle primedonne (tra le prime, le celeberrime Giuseppina Grassini ed Elisabetta Gafforini). Quanto ai compositori, oltre a Salieri, forse imposto dall'alto e comunque raramente chiamato, si possono in questi primi anni ricordare Domenico Cimarosa, Giovanni Paisiello, Nicola Antonio Zingarelli, Luigi Cherubini, Ferdinando Paër, Johann Simon Mayr, Gioachino Rossini, Giacomo Meyerbeer.
Durante la primavera e l'estate del 1807, le stagioni furono trasferite alla Canobbiana a causa di importanti lavori di rifacimento delle decorazioni interne, ridisegnate secondo il gusto neoclassico mentre nel 1814, a seguito della demolizione di alcuni edifici tra i quali il convento di San Giuseppe, venne ampliato il palcoscenico secondo il progetto di Luigi Canonica.
Un grande lampadario con ottantaquattro lumi a petrolio, disegnato dallo scenografo Alessandro Sanquirico, venne appeso al centro del soffitto nel 1823. Contrastanti furono le reazioni: contro i sostenitori dell'innovazione alzava la voce chi riteneva che il lampadario illuminasse troppo la sala, permettendo agli sguardi indiscreti di penetrare nell'intimità dei palchi. Negli anni venti fecero la loro comparsa le opere di Saverio Mercadante, di Gaetano Donizetti e soprattutto del siciliano Vincenzo Bellini, sul quale Barbaja punterà negli anni della propria gestione. È percepibile però la "regia occulta" dell'editore Ricordi che, in forza del suo privilegio di copista prima, di editore poi, delle opere rappresentate alla Scala, oltre che del fondo dei manoscritti del teatro acquistato già nel 1825, influenzò fortemente la scelta dei compositori a cui venivano commissionate riprese e nuove produzioni. Nel 1830, le fasce tra gli ordini tra i palchi vennero decorate, sempre su indicazione del Sanquirico, con rilievi dorati e Francesco Hayez realizzò una nuova decorazione della volta della sala, visibile ancora nel 1875, quando fu sostituita da una decorazione a grisaille. Nel 1835, su progetto di Pietro Pestagalli, vennero aggiunti nella facciata due piccoli corpi laterali sormontati da terrazzi. Nel 1839 iniziò la stagione di Verdi, che però dal 1945, per vent’anni, non presenterà più opere al Teatro alla Scala a causa dei suoi contrasti con gli impresari che non venivano incontro alle sue richieste.
Nel 1898 la Scala di Milano divenne una Società Anonima presieduta da Guido Visconti di Modrone. La direzione artistica fu affidata ad Arturo Toscanini, che portò Wagner, Berlioz ma anche compositori contemporanei come Mascagni e Boito. Il primo periodo di Toscanini alla Scala fu segnato dal profondo interesse del direttore per Richard Wagner, ma anche per Meyerbeer e Berlioz. Fra i compositori contemporanei, catalizzarono la scena scaligera Mascagni, Franchetti, Boito. Il 21 aprile 1889, con la prima di Edgar, fece il proprio esordio il giovane Giacomo Puccini, ottenendo un successo cordiale ma non propriamente caloroso. Un clamoroso fiasco fu invece, qualche anno dopo, la prima della Madama Butterfly (1904). Mentre Toscanini lasciò il teatro il 14 aprile 1903, Gatti Casazza rimase fino al 1907, anno in cui dispose l'arretramento del palcoscenico per far spazio alla cosiddetta "buca", parzialmente nascosta dalla ribalta. Prima di allora i musicisti e il direttore d'orchestra non avevano un loro posto ma suonavano davanti al pubblico, ostruendo spesso la visibilità dalla platea. Durante le feste mondane l'orchestra suonava invece sul palcoscenico per lasciar maggior spazio alle danze. Nel 1909, il quinto ordine di palchi fu trasformato nell'attuale "prima galleria" per permettere a più spettatori, non proprietari di palchi, di assistere agli spettacoli.
Nel 1920, grazie alla rinuncia del diritto di proprietà sia da parte dei palchettisti che del Comune, venne fondato l’Ente Autonomo Teatro alla Scala e fu costituita l’Orchestra del Teatro alla Scala, formata da musicisti selezionati con criteri rigorosissimi e assunti a tempo indeterminato. Alla direzione musicale tornò ancora Toscanini. Nel 1929 il governo fascista si assunse il potere di nomina del Presidente dell’Ente. Per questa ragione, e per essere stato schiaffeggiato dopo il rifiuto a suonare Giovinezza, Toscanini rinunciò nuovamente all’incarico e si trasferì a New York. Nell’agosto del 1943 la Scala fu demolita in buona parte da un bombardamento. La ricostruzione fu avviata subito e terminò nell’immediato dopoguerra, nel 1946. L’inaugurazione della nuova sala fu affidata a Toscanini, che fu accolto trionfalmente, e il “Concerto della Ricostruzione” rimase nella storia di Milano. L'11 maggio 1946 alle ore 21:00 "precise", come si legge sul cartellone, Toscanini inaugurò la nuova sala, dirigendo l'ouverture de La gazza ladra, il coro dell'Imeneo, il Pas de six e la Marcia dei Soldati del Guglielmo Tell, la preghiera del Mosè in Egitto, l'ouverture e il coro degli ebrei del Nabucco, l'ouverture de I vespri siciliani e il Te Deum di Verdi, l'intermezzo e estratti dall'atto III di Manon Lescaut, il prologo ed alcune arie del Mefistofele. Il "concerto della ricostruzione", che vide tra gli interpreti anche Renata Tebaldi, fu un evento storico per tutta Milano. Come scrisse Filippo Sacchi:
« quella sera [Toscanini] non dirigeva soltanto per i tremila che avevano potuto pagarsi un posto in teatro: dirigeva anche per tutta la folla che occupava in quel momento le piazze vicine, davanti alle batterie degli altoparlanti »
Gli anni ’50 vanno ricordati per il pubblico diviso tra i partigiani della Callas e della Tebaldi e per il debutto di Herbert Von Karajan. Nel 1967 il Teatro alla Scala di Milano diventa, per volere dello stato italiano, Ente Lirico Autonomo, con un sovrintendente nominato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel 1986 arriva Riccardo Muti che promuoverà riscoperte di autori come Cherubini e Willibald, con regie di ricerca e di rinnovamento.
Nel 1996 una legge dello Stato italiano ha trasformato l’Ente Autonomo nella Fondazione Teatro alla Scala, una fondazione di diritto privato senza scopo di lucro. Tra il 2002 e il 2004 il Teatro è stato profondamente ristrutturato con un progetto innovativo dell’architetto Mario Botta. Per l’inaugurazione Riccardo Muti ha voluto riportare sul palcoscenico L’Europa Riconosciuta di Antonio Salieri, che aveva inaugurato il Teatro nel 1776. Attualmente la sovrintendenza è affidata a Stéphane Lissner e la direzione musicale a Daniel Barenboim, che è anche direttore dell’Opera di Stato di Berlino.(Gabry)
PAROLE IN MUSICA
Parole In Musica
Salvami e allunga le tue mani verso me
prendimi e non lasciarmi sprofondare
salvami ed insegnami ad amare come te
e ad essere migliore
E va sempre così
che tanto lei non ritorna
e va sempre così
aspetti il sole e cade pioggia
e va sempre così
che credi di aver tempo
e invece è già
(Modà..Salvami)
(Lussy)
... PARLIAMO DI ...
Una profezia mi disse
che sarei caduto per mano di un morto e non di un vivo.
Oggi questa profezia si avvera:
quel centauro, morto da tempo, uccide me che sono ancora vivo.
(Eracle) Sofocle, TrachinieNESSO
Nesso mitico centauro, figlio di Issione e di Nefele. Traghettava i viaggiatori oltre il fiume Eveno. Un giorno Eracle raggiunse con Deianira il fiume Eveno, allora in piena, dove il centauro Nesso si offrì, dietro modesto compenso, di caricarsi Deianira in groppa mentre Eracle avrebbe nuotato. Eracle pagò il compenso richiesto, gettò la clava e l'arco al di là del fiume e si tuffò nella corrente. Nesso galoppò nella direzione opposta con Deianira tra le braccia; poi la gettò a terra e cercò di farle violenza. Deianira gridò invocando aiuto ed Eracle, ricuperato l'arco, prese accuratamente la mira e trapassò il petto di Nesso con una freccia avvelenata. Estratta la freccia, Nesso disse a Deianira: "Se tu mescolarai il seme che ho sparso al suolo con il sangue sgorgato dalla mia ferita e vi aggiungerai olio d'oliva, ungendo in segreto con questa mistura la camicia di Eracle, non avrai più da lagnarti per la sua infedeltà". Deianira in fretta raccolse gli ingredienti in un vaso, che suggellò e nascose tra le piaghe della veste senza dir parola a Eracle. Nesso fuggì presso una vicina tribù di Locresi, dove morì per la ferita ricevuta.
Ercole, o più propriamente Eracle, viene ricordato principalmente per le dodici fatiche, che impegnarono gran parte della sua vita alle dipendenze del perfido re Euristeo. Le fatiche però, diciamo la verità, non è che siano un grande piacere di lettura, infatti a parte un paio, tutte si riducono all'uccisione di qualche terribile mostro. Invece una parte della vita di Eracle più interessante, e che poi segnerà anche la sua morte, comincia dopo la decisione di sposare la bella Dejanira. La fanciulla era una principessa, figlia del re Pleurone, e come tale aveva una schiera di pretendenti alla sua mano che non finiva mai, ma quando si seppe in giro che anche Eracle era venuto a far parte di questa schiera, i rivali si dileguarono . Solo uno rimase, Acheloo, un mostruoso dio fluviale che non piaceva nemmeno alla futura sposa. Ebbe il coraggio di affrontare Eracle in una sfida all'ultimo sangue; Acheloo si trasformò prima in toro e poi in serpente, ma Eracle che aveva strangolato il suo primo serpente il giorno che era nato, non ci fece nemmeno caso e lo fece fuori senza neanche sudare. Rimase così solo e conquistò la mano della bella Dejanira. Si sposarono e partirono per il viaggio di nozze, mentre stavano attraversando un fiume, arrivò da loro un centauro di nome Nesso, si presentò dicendo che era stato inviato da Zeus per aiutare i due novelli sposi ad attraversare il fiume e lasciarli sull'altra riva sani e salvi. Nesso morì colpito da una freccia intrisa del sangue di Idra. Passarono da quel giorno venti anni di matrimonio... l'araldo Lica la informa che Eracle sta bene e arriverà presto e intanto le consegna dei prigionieri di guerra, tra cui c'è la figlia del re sconfitto, Iole. La ragazza è bellissima e non sfugge alla vista di di Dejanira, che oltretutto aveva sentito dire che Eracle si era innamorato di una delle prigioniere, comincia così ad incalzare il povero Lica e con una abile oratoria riesce a farsi dire dall'araldo che Eracle è veramente innamorato della ragazza ed è a causa sua che ha dichiarato guerra. Avuta la certezza che Eracle si è veramente innamorato di Iole, Dejanira si sente perduta, e sopratutto si sente battuta dalla rivale che è nel fiore della giovinezza mentre lei ormai è piuttosto avanti con gli anni. A quel punto si ricorda delle parole di Nesso e della camicia imbevuta del suo sangue; per lei è l'ultima possibilità di riavere l'amore del marito. Così prepara una tunica, la imbeve del sangue del mostro e la consegna a Lica con l'ordine di portarla al marito e non farla vedere a nessuno. L'araldo consegna la camicia ad Eracle, ma non appena l'eroe la indossa comincia a urlare di dolore; il sangue di Nesso non è un filtro d'amore ma un potente veleno che lacera la carne di Eracle millimetro per millimetro. Dejanira informata dal figlio Illo dell'accaduto non regge alla notizia e decide di uccidersi. Al quel punto Eracle torna su una barella e ancora in preda ai dolori chiede al figlio l'estrema prova di ubbidienza, e lo incarica di portarlo sulla cima del monte Eta e li di costruire una catasta di legno, adagiarlo sopra ad essa e dare fuoco senza però " emettere nè pianti nè gemiti, altrimenti non saresti mio figlio ". Al momento di dare fuoco però Illo non ha il coraggio e allora tocca all'eroe Filottete adempiere alla missione, il quale a titolo di compenso riceve da Eracle le sue frecce e il suo arco.(angelfire.com)(Gabry)
STRISCIA FUMETTI
I GRANDI DIRETTORI D'ORCHESTRA
Carlos Kleiber
Carlos Kleiber, nato Karl Ludwig Kleiber (Berlino, 3 luglio 1930 – Konjisica, 13 luglio 2004), è stato un direttore d'orchestra tedesco naturalizzato argentino. È considerato tra i più grandi direttori d'orchestra della seconda metà del XX secolo e, secondo un sondaggio tra cento grandi direttori d'orchestra pubblicato dalla rivista Classic Voice nel dicembre 2011, il più grande di tutti i tempi. Si possono citare nello stesso senso anche le affermazioni di Claudio Abbado in varie interviste, di Franco Zeffirelli nella sua autobiografia e di Sviatoslav Richter nei suoi diari.
Biografia
Nato in Germania, all'età di dieci anni si trasferì in Argentina a seguito del padre, il famoso direttore d'orchestra Erich Kleiber, emigrante dalla Germania per protesta contro il Partito Nazista. In tale occasione cambiò nome da Karl Ludwig a Carlos. Nel 1980 acquisì la cittadinanza austriaca.
Dapprima lavorò in piccoli teatri tedeschi di provincia, debuttando nel 1955 come direttore di operette con lo pseudonimo di Karl Keller, ma l'esordio a Monaco (1968) e le stagioni a Vienna (1973) e Bayreuth (1974) gli diedero grande fama. Nel 1976 debuttò alla Scala di Milano con un'interpretazione del Der Rosenkavalier di Richard Strauss, a cui seguì l'Otello del 1977, e la Bohème del 1979; successivamente diresse repliche memorabili di Otello, Tristano, Bohème e del citato Der Rosenkavalier.
Interprete lontanissimo dallo star system, aveva un repertorio assai ridotto e approfondiva continuamente le interpretazioni degli stessi brani.
Discografia
Il suo perfezionismo lo portò a limitare anche il numero delle incisioni discografiche che restano tutte di grandissima importanza. Da ricordare in particolare le sinfonie di Beethoven da lui affrontate (la quarta, la quinta, la sesta e la settima), le registrazioni della Seconda e della Quarta sinfonia di Johannes Brahms, della Terza e Ottava di Schubert, delle opere liriche già citate e dei due splendidi Concerti di Capodanno a Vienna del 1989 e del 1992, che restano tra i migliori di sempre. Per quanto concerne il Tristan und Isolde di Wagner va fatto riferimento non solo a quello "ufficiale" pubblicato dalla Deutsche Grammophon con la Staatskapelle Dresden, ma anche a quelli di Bayreuth (Golden Melodram) e di Milano (Myto Records). Esiste del Fledermaus di Strauss una doppia edizione, dvd o solo audio, che varia leggermente nel cast, ma è comunque bellissima. Altre importanti registrazioni: il Freischutz di Weber e La Traviata di Verdi sempre con etichetta Deutsche Grammophon.
L'ultimo concerto
Uomo riservatissimo, soprattutto nella seconda parte della sua carriera Kleiber ha sempre più centellinato le sue apparizioni sul podio. Innumerevoli le volte che ha annunciato - più o meno ufficialmente - l'intenzione di voler smettere di dirigere, salvo poi tornare ad impugnare nuovamente la bacchetta, in occasione di sporadiche quanto memorabili esibizioni, che spesso avvenivano sostituendo all'ultimo momento direttori indisponibili.
L'ultimo concerto che ha diretto fu a Cagliari, il 24 (la prima) ed il 26 febbraio 1999 (unica replica); l'orchestra - prestigiosa - era quella del Bayerischer Rundfunk, ed il programma prevedeva la IV e la VII sinfonia di Beethoven; quest'ultima, suo storico cavallo di battaglia, raggiunge con lui vette interpretative impressionanti.
In entrambe le serate, al termine del concerto Kleiber ha offerto, come bis, l'ouverture dalla Fledermaus, che aveva già diretto durante un Concerto di Capodanno di Vienna.
È scomparso il 13 luglio del 2004. Per sua espressa volontà, la notizia è stata resa nota due giorni dopo la sepoltura e ha colto di sorpresa il mondo della musica classica. È sepolto in Slovenia, a Konjisica accanto alla diletta moglie morta sette mesi prima di lui.
«Il sorriso della musica»
Nei primi mesi del 2008, il terzo canale radiofonico della RAI, Radio3, all'interno del suo programma serale Radio3 Suite, ha trasmesso un programma in 10 puntate (ideato e condotto da Andrea Ottonello) dedicato alla figura di questo interprete: "Il sorriso della musica: un ritratto di Carlos Kleiber", basato sulle testimonianze dirette di artisti significativi. La serie è stata inaugurata da Claudio Abbado, che lo definisce «uno dei più grandi, se non il più grande direttore d'orchestra del Novecento». Al microfono sono intervenuti anche, tra gli altri, Maurizio Pollini, Mirella Freni e la sorella di Kleiber, Veronica.(Lussy)
... LA NATURA SULL'ISOLA ...
FIORI SPONTANEI...LA CICUTA
La Cicuta (Conium L., 1753) è un genere della famiglia delle Apiaceae. Comprendende tre specie: La cicuta maggiore (Conium maculatum) è la specie di cicuta più comune, originaria dell'Europa, passata alla storia quale leggendaria bevanda con la quale fu avvelenato Socrate. La cicuta minore (Aethusa cynapium), detta anche falso prezzemolo per la sua somiglianza a questa pianta aromatica. La cicuta acquatica (Cicuta virosa) che cresce in prossimità di acquitrini, ma è piuttosto rara.
La cicuta è chiamata anche conio maggiore, dal suo nome greco koneion, nonché nome botanico latino che Linneo le assegnò: Conium maculatum. Nelle lingue di derivazione latina come lo spagnolo e il francese, la cicuta mantiene un nome simile, almeno per sonorità: cicuta mayor e grande cigue; mentre in inglese e in tedesco viene chiamata hemlock e fleckter schierling. Nella nostra penisola, a seconda della località, viene chiamata erba grande, ucria, sicuta, segua, siva, sciguda, pisciaferru, udourigu, solo per citarne alcuni.
Si presenta come un’erba biennale, di circa 1-1,5 metri di altezza. La radice è fusiforme e poco ramificata , caratteristiche sono il colore giallastro e delle striature circolari che la percorrono. Il fusto è delicatamente scanalato e nella parte basale sono visibile delle macchie rosso – violacee anch’esse caratteristiche.
Le foglie sono alterne, tripennatosette a segmenti acuti e presentano lembi triangolari con margini incisi o dentati. I numerosi fiori bianchi sono raccolti in delle ombrelle terminali, formate anche da 20 raggi. Ciascun fiore produce un diachenio globoso, ma compresso da un lato. Al suo interno si trovano dei semi, che sono percorsi da un solco piuttosto profondo.
Pianta di antica origine europea, si trova diffusa in tutte le zone montane del Vecchio Continente, Africa settentrionale e orientale (per lo più nell’Abissinia), Asia. E’ stata introdotta e ha radicato senza problemi in tutti i continenti dall’America del nord a quella del sud, dall’Australia alla Nuova Zelanda, ovunque abbia trovato un terreno fresco e un clima ombreggiante. La pianta è tossica e mortale sia per il bestiame che per l'uomo, e per questo motivo essa viene ignorata dagli erbivori.
La cicuta ha una fama piuttosto sinistra dato che è stata una delle piante più usate nelle storia per effettuare avvelenamenti. I Greci preparavano con i frutti immaturi il veleno da somministrare ai condannati a morte. I sintomi di questo avvelenamento sono descritti magistralmente da Fiatone nel Fedone nella "morte di Socrate" il suicidio obbligato...fu costretto ad ingurgitare un infuso di cicuta, che lo portò alla morte per soffocamento. Sia i medici greci e arabi erano avvezzi ad usarlo per la cura dei gonfiori e dei dolori delle articolazioni, così come per affezioni della pelle. Inoltre erano convinti che potesse avere effetto sulla scrofolosi. La tossicità della cicuta è data per la presenza di alcaloidi, principalmente due: la conina o cicutina, che è quella con la concentrazione maggiore, e la coniceina, che è quella più potente.(vecchiaerboristeria.it)
Socrate muore assistito dagli amici. Dopo una giornata passata a parlare con gli amici di filosofia, Socrate si lava, riceve e saluta i figli e le donne di casa.
“Ritornato dal bagno, si mise a sedere e dopo d’allora non si disse quasi più niente. Ed ecco venne il messo degli Undici, il quale, fermatosi davanti a lui, disse: «O Socrate, io non avrò certo a lagnarmi di te come ho da lagnarmi di altri che si adirano con me e mi maledicono, quando io vengo ad annunciare loro, per ordine degli arconti, che devono bere il veleno. Ma te, in tutto questo tempo, ho avuto modo di conoscere che sei il più gentile e il più mite e il più buono di quanti mai capitarono qui; e ora specialmente so bene che non ti adiri con me, perché li conosci coloro che ne hanno colpa, e con quelli ti adiri. Ora dunque, tu lo sai quello che sono venuto ad annunciarti, addio, e vedi di sopportare meglio che puoi il tuo destino». E così dicendo scoppiò a piangere, voltò le spalle e se ne andò. E Socrate, levato un po’ il capo a guardarlo, disse: «E anche a te addio»....Così dicendo, tutto di un fiato, senza dar segno di disgusto, piacevolmente, vuotò la tazza fino in fondo. E i più di noi fino a quel momento erano pur riusciti alla meglio a trattenersi dal piangere; ma quando lo vedemmo bere, e che aveva bevuto, allora non più; e anche a me, contro ogni mio sforzo, le lacrime caddero giù a fiotti; e mi coprii il capo e piansi me stesso: ché certo non lui io piangevo, ma la sventura mia di perdere un tale amico."(Gabry)
POESIE DI STAGIONE
Giugno
GIUGNO
Giugno, mese di spighe, ricco di sole e di feste:
sant'Antonio da Padova, san Luigi,
san Giovanni e san Pietro e Paolo.
Apre con chiavi d'oro da le porte dell'estate.
Il sole avvampa; le spighe diventano d'oro; i liti
fiori hanno i colori piu belli; alcuni petali ricordano
lo splendore delle pietre preziose.
Stridono le cicale; erra laboriosa l'ape;
lampeggiano le falci; suda sui libri lo scolaro.
Per chi ha ben lavorato, è l'ora del raccolto.(L. Rini Lombardini)
LA SERA SULLL’ISOLA
Quattro chiacchiere in allegria
Parliamo spesso della nostra Isola Felice dscrivendola come una grande famiglia, come il luogo di ritrovo sereno di tanti amici. Allora volevamo rendere noto a tutti che tutte le sere, dopo le 20,30 ci riuniamo in questo luogo per trascorrere in serenità e divertimento le nostre serate. Approfittiamo allora del nostro giornale per informanre tutti dell’argomento con cui ci divertiremo la sera.. vi aspettiamo tutti tutti tutti e, se avete argomenti da proporre per la sera, mandate un mp a Lussy ...
LA NATURA SI RISVEGLIA …
Come il sipario del palco di un teatro, da poco è cambiata la scena. Lo sfondo sul quale le nostre giornate svolgono e srotolano il loro canovaccio è cambiato. I colori pastello, caldi come un abbraccio e avvolgenti come una sciarpa, tipici dell’inverno e della stagione fredda, lasciano lentamente spazio ad altri colori che portano con loro una nuova stagione. Ora lo sfondo, lo scenrio è cambiato, i colori iniziano ad essere più brillanti, più vivaci … freschi come una carezza, emozionanti come un brivido. E’ la Primavera che è arrivata a colorare il mondo intorno a noi; la natura si risveglia e con essa anche i suoi colori … uno spettacolo da vivere da raccontare ogni giorno, ogni notte … sempre …STASERA PARLEREMO DI ...
... LA NATURA SI RISVEGLIA ...(La redazione)
... FOTO E IMMAGINI DAL WEB ...
... Il giornale non poteva prescindere da quella che è una usanza che ha unito generazioni intere. Chi di noi non ha almeno una volta passato ore alla ricerca di immagini da inviare alle persone care? Quante volte ci siamo trovati nel bar del luogo di vacanza con una pila di cartoline da mandare alla famiglia, ai parenti, ad amici e conoscenti … ebbene in questo nostro luogo di sogno, dalla nostra isola felice, ci piace raccogliere cartoline dal mondo e pubblicarle sul nostro giornale e, in questo modo sognare insieme guardando quelle immagini di luoghi da sogno del nostro meraviglioso pianeta ...
(La redazione)
scatto di Ulysseita, JUZAPHOTO
Puoi camminare guardandoti i piedi e allora, è raro, ma potrai inciampare lo stesso; di sicuro perderai un tramonto che si spegne davanti a te, i disegni di uno stormo di uccelli sulla tua testa. Oppure puoi camminare guardandoti attorno, quasi sicuramente inciamperai, però avrai raccolto i regali della terra.
(Giulia Carcasi, da “Io sono di legno“). -
ringo47.
User deleted
....a tutta la redazione, a tutti gli abitanti di quest'isola. -
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Accadde oggi, 3 giugno: debutta in passerella il bikini, correva l’anno 1946
Una nuova settimana ha inizio…
E noi andiamo subito a scoprire cosa accadde il 3 giugno di qualche anno fa…
Iniziamo con il 1944 quando Hitler autorizzò la ritirata tedesca da Roma. Tuttavia l’operazione di disimpegno è già in corso da qualche tempo: secondo il piano di Kesselring, i combattimenti a sud e a sud-est di Roma devono continuare il più a lungo possibile per consentire l’evacuazione delle truppe di stanza nella città. L’operazione riesce rispettando lo status di “città aperta” proclamato per Roma fin dal 13 agosto 1943 e anche in seguito ad accordi con i capi della Resistenza.
Passiamo al 1946 quando a Parigi, ad una sfilata di moda, debutta il bikini. I costumi a due pezzi erano indossati già nell’antichità, come risulta dal noto mosaico di piazza armerina tuttavia il bikini moderno è stato inventato dal sarto francese Louis Réard a Parigi nel 1946. Il nome richiama l’atollo di Bikini nelle Isole Marshall, nel quale negli stessi anni gli Stati Uniti conducevano test nucleari.
Concludiamo con il 1963 quando in Città del Vaticano morì dopo 5 anni di pontificato papa Giovanni XXIII ricordato con l’appellativo di “Papa buono“. È stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000.
fonte:http://news.leonardo.it/. -
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A TUTTI..
Ciao Claudio..Lussy..♥
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Buon inizio settimana a tutti, un forte abbraccio e un bacione a Lussy. . -
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BUONGIORNO GIORNO … BUON MARTEDI' ISOLA FELICE …
CAREZZE AL RISVEGLIO
... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
(Claudio)
Le Poesie più belle di tutti I tempi
Poesie del Mare
CREPUSCOLO
Sulla pallida spiaggia giacevo,
solitario dai tristi pensieri.
Declinava al tramonto nel mare
il sole, gettando sull'acqua
vivi sprazzi di porpora ardente;
ed i candidi flutti lontani,
sospinti dall'alta marea,
venivan spumando frusciando
più presso, più presso...
Uno strano gridare, un brusìo
e sibili e murmuri e risa,
un sospirare, un ronzare:
e, frammezzo, un sommesso cantare
di cune dondoleggiate.
Riudir mi parea le obliate
leggende, le fiabe soavi
di tempi remoti, che bimbo
mi seppi dai bimbi d'accanto,
allor che nei vesperi estivi
ci acquattavam sui gradini
dinanzi alla porta di casa
per cinguettarci sommessi
le storie, coi piccoli cuori
protesi in ascolto, con gli occhi
astuti di curiosità,
mentre le bimbe più grandi,
dalle finestre di fronte,
tra vasi olezzanti di fiori
sporgevano i volti di rosa
ridenti alla luce lunare.
(HEINRICH HEINE)
Favole Dal Web
La figlia del re
C'era una volta un Re e una Regina, che avevano una figlia unica, e le volevano più bene che alla pupilla de' loro occhi.
Mandò il Re di Francia per domandarla in sposa.
Il Re e la Regina, che non sapeano staccarsi dalla figliuola, risposero:
- È ancora bambina.
Un anno dopo, mandò il Re di Spagna.
Quelli si scusarono allo stesso modo:
- È ancora bambina.
Ma i due regnanti se l'ebbero a male. Si misero d'accordo e chiamarono un Mago:
- Devi farci un incanto per la figlia del Re, il peggiore incanto che ci sia.
- Fra un mese l'avrete.
Passato il mese, il Mago si presentò:
- Ecco qui. Regalatele questo anello; quando lo avrà portato in dito per ventiquattr'ore, ne vedrete l'effetto.
Regalarglielo non potevano, perché s'eran già guastati coi parenti di lei. Come fare?
- Ci penserò io.
Il Re di Spagna si travestì da gioielliere, e aperse una bottega dirimpetto al palazzo reale.
La Regina volea comprar delle gioie e lo mandò a chiamare.
Quello andò, e in uno scatolino a parte ci avea l'anello.
Dopo che la Regina ebbe comprato parecchie cose, domandò alla figliuola:
- O tu, non vuoi nulla?
- Non c'è niente di bello - rispose la Reginotta.
- Ci ho qui un anello raro; le piacerà.
E il finto gioielliere mostrò l'anello incantato.
- Oh, che bellezza! Oh, che bellezza! Quanto lo fate?
- Reginotta, non ha prezzo, ma prenderò quel che vorrete.
Gli diedero una gran somma e quello andò via.
La Reginotta s'era messo in dito l'anello e lo ammirava ogni momento:
- Oh, che bellezza! Oh, che bellezza!
Ma dopo ventiquattr'ore (era di sera):
- Ahi! Ahi! Ahi!
Accorsero il Re, la Regina, le dame di corte, coi lumi in mano.
- Scostatevi! Scostatevi! Son diventata di stoppa.
Infatti la povera Reginotta avea le carni tutte di stoppa.
Il Re e la Regina erano proprio inconsolabili. Radunarono il Consiglio della Corona.
- Che cosa poteva farsi?
- Maestà, fate un bando: Chi guarisce la Reginotta sarà genero del Re.
E i banditori partirono per tutto il regno, con tamburi e trombette.
- Chi guarisce la Reginotta sarà genero del Re!
In una città c'era un giovinotto, figlio d'un ciabattino. Un giorno, vedendo che in casa sua si moriva di fame, disse a suo padre:
- Babbo, datemi la santa benedizione: vo' andare a cercar fortuna pel mondo.
- Il cielo ti benedica, figliuolo mio!
E il giovinotto si mise in viaggio.
Uscito pei campi, in una viottola incontrò una frotta di ragazzi che, urlando, tiravan sassate a un rospo per ammazzarlo.
- Che male vi ha fatto? È anch'esso creatura di Dio: lasciatelo stare.
Vedendo che quei ragazzacci non smettevano, saltò in mezzo ad essi, diè uno scapaccione a questo, un pugno a quello, e li sbandò: il rospo ebbe agio di ficcarsi in un buco.
Cammina, cammina, il giovinotto incontrò i banditori che, a suon di tamburi e di trombette, andavan gridando:
- Chi guarisce la Reginotta, sarà genero del Re.
- Che male ha la Reginotta?
- È diventata di stoppa.
Salutò e continuò per la sua strada, finché non gli annottò in una pianura. Guardava attorno per vedere di trovar un posto dove riposarsi: si volta, e scorge al suo fianco una bella signora. Trasalì.
- Non aver paura: sono una Fata, e son venuta per ringraziarti.
- Ringraziarmi di che?
- Tu m'hai salvato la vita. Il mio destino è questo: di giorno son rospo, di notte son Fata. Ai tuoi comandi!
- Buona Fata, c'è la Reginotta ch'è diventata di stoppa, e chi la guarisce sarà genero del Re. Insegnatemi il rimedio: mi basterà.
- Prendi in mano questa spada e vai avanti, vai avanti. Arriverai in un bosco tutto pieno di serpenti e di animali feroci. Non lasciarti impaurire: vai sempre avanti, fino al palazzo del Mago. Quando sarai giunto lì, picchia tre volte al portone...
Insomma gli disse minutamente come dovea fare:
- Se avrai bisogno di me, vieni a trovarmi.
Il giovinotto la ringraziò, e si mise in cammino. Cammina. cammina, si trovò dentro il bosco, fra gli animali feroci. Era uno spavento! Urlavano, digrignavano i denti, spalancavano le bocche; ma quello sempre avanti, senza curarsene. Finalmente giunse al palazzo del Mago, e picchiò tre volte al portone.
- Temerario, temerario! Che cosa vieni a fare fin qui?
- Se tu sei Mago davvero, devi batterti con me.
Il Mago s'infuriò e venne fuori armato fino ai denti: ma, come gli vide in mano quella spada, urlò:
- Povero me!
E si buttò ginocchioni:
- Salvami almeno la vita!
- Sciogli l'incanto della Reginotta, e avrai salva la vita.
Il Mago trasse di tasca un anello, e gli disse:
- Prendi; va' a metterglielo nel dito mignolo della mano sinistra e l'incanto sarà disfatto.
Il giovanotto, tutto contento, si presenta al Re:
- Maestà, è vero che chi guarisce la Reginotta sarà genero del Re?
- Vero, verissimo.
- Allora son pronto a guarirla.
Chiamaron la Reginotta, e tutti quelli della corte gli s'affollarono attorno; ma le avea appena messo in dito l'anello, che la Reginotta divampò, tutta una fiamma!la reginotta brucia Fu un urlo. Nella confusione, il giovanotto poté scappare, e non si fermò finché non giunse dove gli era apparsa la Fata:
- Fata, dove sei?
- Ai tuoi comandi.
Le narrò la disgrazia.
- Ti sei lasciato canzonare! Tieni questo pugnale e ritorna dal Mago: vedrai che questa volta non si farà beffa di te.
E gli disse minutamente come dovea regolarsi.
Il giovinotto andò subito, e picchiò tre volte al portone.
- Temerario, temerario! Che cosa vieni a fare fin qui?
- Se tu sei Mago davvero, devi batterti con me.
Il Mago s'infuriò e venne fuori, armato fino ai denti. Ma come gli vide in mano quel pugnale, si buttò ginocchioni:
- Salvami almeno la vita!
- Mago scellerato, ti sei fatto beffa di me! Ora starai lì incatenato, finché l'incanto non sia rotto.
Lo legò bene, piantò il pugnale in terra, e vi attaccò la catena. Il Mago non poteva muoversi.
- Sei più potente, lo veggo! Torna dalla Reginotta, cavale di dito l'anello del gioielliere e l'incanto sarà disfatto.
Il giovinotto non avea viso di presentarsi al Re; ma saputo che la Reginotta se l'era cavata con poche scottature, perché tutti quei della corte aveano spento le fiamme, si fece coraggio e si presentò:
- Maestà, perdonate; la colpa non fu mia; fu del Mago traditore. Ora è un'altra cosa. Caviamo di dito alla Reginotta quell'anello del gioielliere, e l'incanto sarà disfatto.
Così fu. La Reginotta diventò nuovamente di carne, ma pareva un tronco: non avea lingua, né occhi, né orecchi; era rovinata dalle fiamme. E se lui non la guariva intieramente, non potea diventar genero del Re.
Partì e andò in quella pianura dove gli era apparsa la Fata:
- Fata, dove sei?
- Ai tuoi comandi.
Le narrò la disgrazia.
- Ti sei lasciato canzonare!
E gli disse, minutamente, come dovea regolarsi.
Il giovanotto tornò dal Mago:
- Mago scellerato, ti sei fatto beffa di me! Lingua per lingua, occhio per occhio!
- Per carità, lasciami stare! Vai dalle mie sorelle, che stanno un po' più in là. Devi fare così e così.
Cammina, cammina, arriva in una campagna dove c'era un palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone. - Chi sei? Chi cerchi?
- Cerco Cornino d'oro.
- Capisco: ti manda mio fratello. Che cosa vuole da me?
- Vuole un pezzettino di panno rosso; gli si è bucato il mantello.
- Che seccatura! Prendi qua.
E gli buttò dalla finestra un pezzettino di panno rosso, tagliato a foggia di lingua.
Andò avanti, e arrivò a piè d'una montagna dove, a mezza costa, c'era un palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone.
- Chi sei? Chi cerchi?
- Cerco Manina d'oro.
- Capisco: ti manda mio fratello. Che cosa vuole da me?
- Vuole due grani di lenti per la minestra.
- Che seccatura! Prendi qua.
E gli buttò dalla finestra due grani di lenti, involtati in un pezzettino di carta.
Andò avanti, e arrivò in una valle, dove c'era un altro palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone.
- Chi sei? Chi cerchi?
- Cerco Piedino d'oro.
- Capisco: ti manda mio fratello! Che cosa vuole da me?
- Vuole due lumachine per mangiarsele a cena.
- Che seccatura! Prendi qua.
E gli buttò dalla finestra le lumachine richieste.
Il giovanotto tornò dal Mago:
- Ho portato ogni cosa.
Il Mago gli disse come doveva fare, e il giovanotto stava per andarsene:
- Mi lasci qui incatenato?
- Lo meriteresti, ma ti sciolgo. Se mi hai ingannato, guai a te!
Il giovane si presentò al palazzo reale e si fece condurre dalla Reginotta.
Le aperse la bocca, vi mise dentro quel pezzettino di panno rosso, e la Reginotta ebbe la lingua. Ma le prime parole che disse furon contro di lui:
- Miserabile ciabattino! Via di qua! Via di qua!
Il povero giovane rimase confuso:
- Questa è opera del Mago!
Senza curarsene, prese i due semi di lenti, con un po' di saliva glieli applicò sulle pupille spente, e la Reginotta ebbe la vista. Ma appena lo guardò, si coprì gli occhi colle mani:
- Dio, com'è brutto! Com'è brutto!
Il povero giovane rimase:
- Questa è opera del Mago!
Ma, senza curarsene, prese i gusci delle lumachine che aveva già vuotati, e con un po' di saliva glieli applicò bellamente dov'era il posto degli orecchi: la Reginotta ebbe gli orecchi.
Il giovane si rivolse al Re e disse:
- Maestà, son vostro genero.
Come intese quella voce, la Reginotta cominciò a urlare:
- Mi ha detto: Strega! Mi ha detto: Strega!
Il povero giovane, a questa nuova uscita, sbalordì:
- È opera del Mago!
- E tornò dalla Fata.
- Fata, dove sei?
- Ai tuoi comandi.
Le narrò la sua disgrazia.
La Fata sorrise e gli domandò:
- Le hai tu tolto di dito l'altro anello del Mago?
- Mi pare di no.
- Vai a vedere; sarà questo.
Come la Reginotta ebbe tolto di dito quell'altro anello, tornò gentile e tranquilla.
Allora il Re le disse:
- Questi è il tuo sposo.
La Reginotta e il giovanotto si abbracciarono alla presenza di tutti, e pochi giorni dopo furono celebrate le nozze.
E furono marito e moglie;
E a lui il frutto e a noi le foglie.
(Luigi Capuana)
ATTUALITA’
Maltempo su centro Europa, situazione ancora critica.
Situazione critica Germania, Danubio mai cosi' alto in 500 anni. Praga letteralmente ostaggio della sua Moldava. Mentre nella Baviera tedesca riaffiorano delle acque del Danubio le vittime dell'emergenza alluvioni. Non è ancora tempo di bilanci, il cuore dell'Europa combatte con il maltempo e i pesantissimi effetti della incontenibile piena dei fiumi dovuta alle piogge dei giorni scorsi: Repubblica ceca, Germania e Austria sono in stato di emergenza. E mentre il bilancio delle vittime è di almeno 12 morti, l'Ue promette sostegno e aiuti. I numeri descrivono la gravità della situazione: sei vittime e oltre ottomila evacuati in Repubblica ceca, dove la capitale é messa sotto assedio dalla sua Vtlava. In Germania stato di calamità in Baviera, Sassonia, Turingia e Sassonia Anhalt: si recuperano tre cadaveri e sono oltre diecimila i cittadini costretti a lasciare le loro abitazioni. Un record storico viene segnato nella città di Passau (quella 'dei tre fiumi'), dove il Danubio ha raggiunto i 12,5 metri: livello mai toccato negli ultimi 500 anni. Anche in Austria ci sono due vittime, mentre massicce inondazioni provocano danni ingenti a case e terreni coltivati. Una vittima del maltempo si segnala infine in Svizzera. I Paesi colpiti avranno 10 giorni per formulare le richieste di aiuto a Bruxelles, ma il commissario alle Politiche regionali Johannes Hahn già garantisce aiuti a Praga, Berlino e Vienna.
EMERGENZA REPUBBLICA CECA, 4 MORTI E 4 DISPERSI - Sono già 4 le vittime del maltempo nella Repubblica ceca, che da giorni combatte con l'emergenza inondazioni come altri Paesi del centro Europa. Il bilancio è stato fornito stamani dalla polizia che ha parlato anche di 4 dispersi. E, in nottata, sono state evacuate complessivamente 2.695 persone, dalle aree vicine ai fiumi, in tutto il Paese. Quattordici le regioni particolarmente colpite. Il corpo di un uomo di 82 anni è stato trovato la notte scorsa a Mokrany, nei pressi di Benesov, in Boemia centrale, mentre il cadavere di un 55enne è stato recuperato dalle acque del fiume di Upa, a Trutnov, nel Nord. Ieri erano invece morte due persone sotto i detriti di una casa, a Trebenice, nei pressi di Praga. Secondo le ultime informazioni, la polizia sta cercando altre quattro persone che risultano disperse. Due canottieri sono probabilmente caduti ieri nell'acqua mentre facevano rafting nella regione di Beroun, nella Boemia centrale. La pioggia incessante ha fatto straripare la Vltava (Moldava), rendendo necessaria la chiusura di alcune zone nel centro di Praga. Chiusi sono ad esempio gli accessi allo storico Ponte Carlo o all'isola di Kampa e anche alcune fermate della metropolitana.
GERMANIA, DUE VITTIME RECUPERATE DA ACQUE DANUBIO - Due corpi senza vita sono stati recuperati dalle acque del Danubio, nella tedesca Baviera, vittime del maltempo che sta flagellando l'Europa centrale e delle alluvioni generate dalla pioggia incessante degli ultimi giorni. Secondo quanto riportano diversi media tedeschi, che citano la polizia di Kempten, il cadavere di una donna fra i 40 e i 50 anni è riemerso dal fiume nei pressi della centrale elettrica del Danubio, nella zona della città sveva di Guenzburg. Il corpo di un uomo era stato recuperato invece ieri, nella stessa zona. Per entrambi si procederà all'esame autoptico.
RECORD ACQUE DANUBIO A PASSAU, MAI COSI'DA 500 ANNI - Oggi ha toccato i 12,50 metri nella città tedesca di Passau. Una soglia record per il fiume Danubio: le sue acque non arrivavano infatti a un livello del genere da 500 anni. Nel 1501, si legge sulla Bild on line, toccarono fra i 13 e i 13,2 metri; ma il termine di riferimento é da oltre mezzo secolo quello del luglio 1954: quando il Danubio arrivò a 12,20 metri, un limite superato nell'emergenza di oggi che sta mettendo in ginocchio tre Laender tedeschi. La città di Passau rappresenta un caso unico al mondo per la sua particolarissima posizione geografica: è collocata infatti proprio alla confluenza di tre fiumi, il Danubio che la costeggia ad ovest, l'Inn a sud, e l'Ilz a nord. Nella 'Dreifluesselstadt' ('città dei tre fiumì ndr.) i tre corsi d'acqua si congiungono e proseguono insieme il loro percorso.
E' EMERGENZA IN AUSTRIA, DUE MORTI E TANTI DANNI – L'emergenza maltempo tiene in scacco anche l'Austria, paese finito "sott'acqua" come Repubblica ceca e Germania. Le alluvioni hanno provocato due vittime, e causato molti danni nelle zone del Tirolo, di Salisburgo e, attualmente, in Alta Austria e Bassa Austria. Massicce inondazioni hanno colpito molte case sulle rive del Danubio. E pesanti disagi si sono registrati anche alla circolazione stradale e ferroviaria del Paese: la notte scorsa é stato necessario evacuare oltre 100 passeggeri che si trovavano a bordo di un treno. Per le ferrovie dello Stato si parla di alcuni milioni di euro di danni. Mentre nel Tirolo e Salisburgo sono in corso diversi interventi di sgombero, centri come Melk (Bassa Austria) e Schaerding (Alta Austria) sono ritenuti ancora in pericolo. A Schaerding, in particolare, circa trenta case sono state sepolte dall'acqua fino ai primi piani, e gli abitanti sono stati tratti in salvo da soccorritori in barca, che li hanno fatti uscire dalle finestre. Il livello delle acque del Danubio e dell'Inn, intanto, continua a salire, e tante persone devono lasciare le proprie case a causa di smottamenti e alluvioni provocati dalle piogge. Nel bilancio dell'emergenza ci sono finora due morti, uno a Salisburgo e l'altro a Vorarlberg. Oltre 150 strade sono state chiuse al traffico a causa del pericolo delle alluvioni. E secondo l'APA le assicurazioni austriache stimano danni per più di mille ettari di terreno coltivabile. Il governo ha fatto chiudere le scuole nelle zone più colpite e l'emittente pubblica ORF ha organizzato una colletta per aiutare chi ha subito danni. Secondo le previsioni meteo, la situazione migliorerà soltanto martedì sera.
UNA VITTIMA IN SVIZZERA - Una vittima causata dal maltempo si registra anche in Svizzera, nel cantone di San Gallo, nei pressi del confine austriaco. Lo annuncia oggi la polizia, citata dai media locali, precisando che la persona deceduta è un uomo di 72 anni, travolto dalla piena di un fiume.
OMS, INONDAZIONI DISASTRO PIU' FREQUENTE IN EUROPA - Le inondazioni, come quelle che stanno colpendo l'Europa centrale in questi giorni, sono il disastro naturale più comune e che ha fatto più vittime nel continente nell'ultima decade. Lo afferma uno studio pubblicato dall'ufficio europeo dell'Oms, secondo cui negli ultimi 10 anni hanno fatto mille morti con milioni di persone coinvolte. Il rapporto ha analizzato la letteratura scientifica, i report dei media e i dati di un questionario inviato a tutti i 53 stati membri dell'Oms Europa, che comprende anche i Balcani e le repubbliche ex sovietiche. Ben 50 hanno riportato episodi di inondazioni, e il 66% dei morti è dovuto ad annegamento, mentre l'ultimo terzo è diviso fra traumi, monossido di carbonio, scariche elettriche, avvelenamento, fuoco e attacchi di cuore. In totale sono state coinvolte da questo tipo di disastri più di 3,4 milioni di persone nella regione, una cifra che è destinata però ad aumentare per le più frequenti piogge torrenziali causate dai cambiamenti climatici. "Senza misure preventive - si legge nel rapporto - da qui al 2080 le persone a rischio da inondazioni causate dai fiumi cresceranno di 250-400mila unità l'anno". Fra i corsi d'acqua più pericolosi indicati ci sono la Loira e la Garonna in Francia, il Danubio e anche il Po.
BLOCCATA LINEA FERROVIARIA DEL BRENNERO - La linea ferroviaria del Brennero é bloccata dopo la caduta di due frane sul versante austriaco del valico italo-austriaco. Un treno merci, nonostante una frenata d'emergenza, è finito contro le masse di detriti e deragliato parzialmente. In Tirolo, come in altre zone dell'Austria, la situazione del maltempo è drammatica.
UE PRONTA AD AIUTARE AUSTRIA, REP. CECA E GERMANIA - "L'Europa è pronta ad aiutare Austria, Repubblica Ceca, e Germania, duramente colpite dal maltempo e dalle inondazioni" con le risorse del fondo Ue per la solidarietà. Così il commissario Ue alle Politiche regionali Johannes Hahn, in una dichiarazione diffusa dal suo portavoce Shireen Wheeler oggi al briefing di mezzogiorno. In questa fase - è stato detto - i Paesi non hanno fatto domanda, ma hanno dieci settimane per formularla e ci sono "buone ragioni per ritenere che le richieste siano accolte". (Ansa)
Maturita': comincia la caccia ai commissari esterni.
On line da stamani, sul sito del ministero, gli elenchi. Uno dei riti dell'esame di Maturità è giunto al traguardo. Il ministero dell'Istruzione ha pubblicato stamani, sul suo sito, gli elenchi delle commissioni degli esami di Stato del secondo ciclo. Dieci 'file' in ordine alfabetico, da Agrigento a Vibo Valentia, che saranno certamente presi d'assalto dai candidati per scoprire quali professori si troveranno davanti all'esame e, di conseguenza, la sorte che li attende. Migliaia di studenti, già la scorsa settimana, avevano cominciato la caccia a qualche anticipazione sui siti studenteschi. Si aspettavano, infatti, che la pubblicazione della lista dei professori che comporranno la loro commissione esterna venisse pubblicata, come consuetudine, già la scorsa settimana. Secondo un sondaggio di Skuola.net, ora che i commissari esterni hanno finalmente un nome e un cognome, 4 studenti su 5 si metteranno immediatamente alla ricerca di informazioni su di loro.
Infatti, sapere che tipo di carattere ha l'insegnante che ci si troverà di fronte nei giorni dell'esame, quali sono gli argomenti che chiede agli studenti con più frequenza, la sua eventuale fede politica e, perché no, magari anche quella religiosa, può aiutare i maturandi ad affrontare la prova nel migliore dei modi o, per lo meno, ad andare all'esame con più tranquillità. Tra i metodi di "spionaggio" utilizzati dagli studenti, vince senza dubbio uno dei più tradizionali: la richiesta di informazioni direttamente ai propri professori. Circa il 40% dei maturandi ha affermato di chiedere ai propri insegnanti che tipi di persone sono coloro che dovranno affrontare agli esami di Stato contando sulla vecchia conoscenza fra colleghi.
Ma c'è anche chi - circa il 38% dei diplomandi - ha confessato che cercherà informazioni sul web: i siti per studenti, Facebook e, più in generale, i Social network, sono uno dei principali alleati dei nativi digitali. Il 29% è intenzionato a cercare nomi e cognomi sulla rete, magari inserendoli nei motori di ricerca e sperando in qualche recensione da parte degli studenti che hanno già avuto a che fare con loro. Invece, circa il 9% dei maturandi vuole puntare direttamente sul social network di Mark Zuckerberg, visto che permette con facilità di cercare quali alunni frequentano la scuola dove insegna il commissario esterno e, di conseguenza, chiedere proprio a loro informazioni sul professore.(Ansa)
BlackBerry, da oggi in Italia il modello Q10.
Unisce alla classica tastiera fisica il display 'touch'. Arriva anche in Italia da oggi, il nuovo BlackBerry Q10, lo smartphone dell'azienda canadese presentato a fine gennaio a New York che unisce le potenzialita' della nuova piattaforma BlackBerry 10 ad un'ampia tastiera fisica completamente riprogettata - ha una maggiore superficie e tasti in rilievo piu' ampi - e a un display 'touch'. Lo smartphone nelle versioni bianca e nera e' in vendita ad un prezzo consigliato di 699 euro. Il dispositivo e' il secondo messo in vendita nel nostro paese dopo dall'azienda dopo lo Z10, che pero' e' tutto 'touchscreen'. Il Q10, invece, vuole andare incontro alla classica clientela BlackBerry con la nota tastiera 'Qwerty' ma offre anche la possibilita' col tocco delle dita di spostarsi tra i menu, selezionare le applicazioni, navigare su Internet. ''Costruito per essere in grado di offrire prestazioni eccezionali e un design d'autore, il Q10 unisce la migliore tastiera fisica BlackBerry e il display touch alle potenzialita' della piattaforma BlackBerry 10, per comunicare e collaborare piu' velocemente e in modo piu' efficiente'', spiega Alberto Acito, Managing Director South East Europe della societa'. E' possibile acquistare lo smartphone sia con i partner di vendita al dettaglio, sia attraverso gli operatori tlc. La societa' nell'ultimo anno si e' profondamente riorganizzata e sta puntando molto su questi nuovi dispositivi. E in estate dovrebbe anche arrivare un terzo smartphone, il Q5 con un prezzo piu' basso.(Ansa). -
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A TUTTI..♥ Ciao Claudio..♥
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Buon appetito a tutti, buona giornata. . -
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Accadde oggi, 4 giugno: il primo volo in mongolfiera, era il 1783
Buon martedì a tutti quanti!
Scopriamo insieme cosa accadde il 4 giugno di qualche anno fa…
Iniziamo con il 1783 quando i fratelli Montgolfier effettuarono il primo volo umano in mongolfiera.
Passiamo al 1940 quando le truppe tedesche entrarono a Parigi.
Concludiamo con il 1989 giorno della vittoria di Solidarnosc nelle prime elezioni parlamentari parzialmente libere della Polonia del dopoguerra, innescano una sequenza di pacifiche rivoluzioni anticomuniste nell’Europa Orientale.. -
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bok sorellone mio e a tutti isolani,pusaaaa . -
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BUONGIORNO GIORNO … BUON MERCOLEDI' ISOLA FELICE …
CAREZZE AL RISVEGLIO
... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
(Claudio)
Le Poesie più belle di tutti I tempi
Poesie del Mare
A ZACINTO
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
(UGO FOSCOLO)
Favole Dal Web
La zinzola di sette bellezze
C'erano una volta un re ed una regina, che si amavano tanto e si erano felicemente sposati, ma dopo molti anni di matrimonio ancora non avevano figli. La regina perciò pregava sempre il Signore:
«Fammi avere un figlio, anche se non parla, anche se non sente, comunque sia, purchè lo abbia».
Finalmente le sue preghiere furono esaudite e ben presto diede alla luce un bel maschíetto.
Il bambino cresceva, ma era come un pezzo di legno: non parlava e non sentiva. Dopo la gioia iniziale, il re e la regina cominciarono a preoccuparsi:
«Che possiamo fare?» diceva il re.
Alla regina venne un'idea: «Facciamo costruire una fontana davanti al palazzo, che non dia acqua, ma olio. La gente verrà in massa per prenderlo e chissà che nostro figlio, a vedere tutto quel movimento, quell'agitazione non dia qualche cenno di intelligenza. »
Al re l'idea parve buona, fece costruire la fontanella meravigliosa e poi fece emanare un bando per tutto il regno per far accorrere la gente. Veramente successe la fine del mondo: le persone facevano file interminabili, chi con pentole, chi con secchi, chi con caldai, si affannavano a prendere l'olio della fontana del re e spesso avvenivano risse, perchè c'era sempre qualcuno che non rispettava la fila ed era un vero spettacolo.
Il figlio del re, che era ormai un giovanetto, osservava tutto dal balcone del palazzo, ma restava indifferente.
Il sole stava ormai tramontando e la fontanella non dava più olio; la gente cominciò a tornare a casa.
Quando ormai non c'era più nessuno, ecco che giunse una vecchierella. Era arrivata così tardi perchè non aveva saputo della fontana essendo stata nel bosco a raccogliere legna. Ma quando fu a casa, vide i vicini che tornavano con recipienti colmi d'olio.
«Chi ve lo ha dato?» Aveva chiesto la vecchierella.
«Come? Non sapete niente? Il re ha fatto costruire una fontana che butta olio!» Aveva risposto una donna.
Così la poverina prese un cecine di terracotta e una spugna e si recò alla fontana. Qui con santa pazienza si mise a raccogliere quel po' d'olio che era caduto a terra: inzuppava la spugna e la strizzava nella pentola, inzuppava e strizzava.
La povera donna, con grande fatica, era riuscita quasi a colmare il cecine, quando il figlio del re, che era rimasto sul balcone, prese una pietruzza e la lanciò. La pietra andò a colpire proprio il cecine della vecchietta, che si ruppe in mille pezzi e l'olio si sparse.
A vedere quella rovina, la vecchietta si girò verso il balcone e si accorse che il figlio del re stava ridendo a più non posso. Stizzita la vecchia gli gridò:
«Figlio di re, figlio di re, è venuta tanta gente, che ha riempito pentole e caldai e tu non hai fatto niente; ora che sono venuta io, una povera vecchia, che ho fatto tanto per raccoglire un po' d'olio, tu hai fatto questo. Ma tu allora ti dovrai arrendere, quando avrai trovato la Zinzola di Sette Bellezze».
Il principe non la finiva più di ridere e il re e la regina non stavano nella pelle per la gioia di avere un figlio, che sentiva e parlava, lo abbracciavano e lo baciavano.
«Mamma, papà - disse il principe - so di darvi un grande dolore, ma avete sentito, non avrò pace finchè non avrò trovato la Zinzola di Sette Bellezze. Datemi la santa benedizione, perchè mi voglio mettere in viaggio per cercarla».
«Ma come? - disse la regina - ti abbiamo avuto tanti anni senza poterti sentire parlare e ora che ci senti, che capisci, te ne vuoi andare?»
«Sì - disse il principe - se veramente mi volete bene, dovete lasciarmi andare».
Il re si convinse e, sebbene a malincuore, lasciò partire il figlio, gli diede il miglior cavallo e denaro e provviste.
Al momento di partire i genitori lo abbracciarono non senza lacrime, il principe salì a cavallo e lo spinse a galoppo.
Cammina, cammina, cammina, passò la prima giornata.
Al calar della notte il principe decise di fermarsi a riposare. Guardò di qua e di là e scorse un lumicino lontano lontano. Si diresse da quella parte, sperando di trovare ospitalità presso una casa per la notte. Arrivò infatti ad una casa e bussò alla porta.
«Chi è?» rispose una voce cupa e strascicata.
«Aprite, sono un povero viandante che cerca ospitalità per la notte, Sono tanto stanco, fatemi entrare».
La porta si apri con un lungo cigolio. Il principe entrò e vide un vecchio con una lunga barba bianca.
«Vi ringrazio - disse il principe - e voglio chiedervi un'informazione. Voi che siete così anziano forse avete sentito parlare della Zinzola di Sette Bellezze?»
«Oh! - rispose il vecchio - io ho cento anni, ma non ho mai inteso questo nome. Forse vi potrebbe dire qualcosa mio fratello, che è più vecchio di me e che abita a una giornata di cammino da qui».
Trascorsa la notte, il principe salutò il suo ospite e riprese il viaggio; dopo un'altra giornata di galoppo giunse dal fratello del vecchio. Questi aveva duecento anni e una barba più lunga, ma anche lui non sapeva niente della Zinzola e lo mandò da un altro fratello ancora più anziano. Anche quella notte il principe riposò e il giorno dopo si pose in cammino finchè non giunse dal terzo fratello, che aveva la voce ancora più fioca e la barba ancora più lunga e la porta ancora più arrugginita del secondo fratello.
«Ho bisogno di un'informazione. - disse il giovane Avete mai sentito nominare la Zinzola di Sette bellezze?»
«Sì, ho sentito questo nome - disse il vecchio lentamente - ma è impossibile trovarla. Nessuno è riuscito a varcare la soglia del suo cancello».
«Non preoccupatevi, io la raggiungerò anche a costo della vita».
«Bene riposatevi per stanotte - fece il vecchio - domattina vi dirò come fare per raggiungere la Zinzola».
Al mattino il principe si preparò poi andò dal vecchio per avere istruzioni.
E quello gli disse: «Fate tutto quello che vi dirò, altrimenti perderete la vita: prendete quest'olio, vi servirà per ungere i cardini del cancello con questa spugna. Se non li ungerete bene il cancello non si aprirà. Una volta superato il cancello, troverete due cani che faranno per sbranarvi, ma voi buttate queste due pagnotte di pane e loro vi lasceranno passare. Quando sarete arrivato alle scale, troverete due donne, che spazzano per terra con il petto, allora voi darete loro queste due scope e quelle vi faranno passare. Dentro al palazzo troverete una stanza e qui vedrete tre arance, prendetele e senza perdere nemmeno un attimo fuggite e... buona fortuna! >>
Detto questo, il vecchio gli mostrò la direzione da seguire e lo salutò.
Il principe si pose in cammino e dopo molto tempo giunse dinanzi ad un cancello. Prese l'olio e unse ben bene tutti i cardini e il cancello si apri, facendo gran rumore. Subito dopo passò e trovò i due cani, che si lanciarono per sbranarlo, ma lui, lesto, buttò loro il pane e quelli lo lasciarono andare. Davanti alle scale trovò le due donne, che spazzavano col petto ed egli diede loro le scope, così potè entrare nel palazzo.
Qui trovò la stanza e le tre arance; le prese e subito scappò via, come gli aveva detto il vecchio.
le tre arance.gif Ma ecco che si affacciò un orco che prese a gridare: «Donne che spazzate le scale col petto, fermatelo!»
Ma quelle risposero: «Tu ci hai fatto spazzare le scale col petto e lui ci ha dato le scope» e non lo fermarono.
E l'orco gridò: « Cani, sbranatelo!»
Risposero i cani: «Tu ci hai fatto morire di fame e lui ci ha dato il pane» ed anche quelli non lo fermarono.
Riprese l'orco: « Cancello, chiuditi, non farlo passare!»
Rispose il cancello: «Tu mi hai fatto morire di sete ed egli mi ha dato da bere» e rimase spalancato.
Il principe così riprese il suo cavallo e galoppò il più velocemente possibile verso il suo regno.
Giunto in un punto sicuro dall'orco, il principe decise di aprire un'arancia per vedere che cosa sarebbe successo.
Così fece ed ecco che dall'arancia uscì una donna, ma in miniatura, talmente bella, che il principe rimase stupito.
Ouella disse: «Ho sete!»
Riscossosi il principe rispose: «Acqua io non ho!»
«Ed io morrò!» rispose la piccola e mori.
«Oh poverina, così bella è morta!» esclamò il principe.
Subito apri la seconda arancia. Anche da questa uscì una donna in miniatura che chiese acqua e poichè nemmeno per lei ce n'era, anche questa mori.
Allora il principe, fatto più accorto, decise di giungere presso una fontana per aprire la terza arancia.
l arancia.gif Giunto in un villaggio trovò una fontana e aprì la terza arancia; da qui venne fuori una donna piccolina come le altre, ma ancora più bella delle precedenti, che disse: «Ho sete!»
«Acqua io ti darò!» esclamò il principe.
«Ed io non morrò!» replicò quella. Egli le diede da bere ed ella diventò una bellissima giovane, che disse di chiamarsi la Zinzola di Sette Bellezze. Ella però era nuda ed il principe non poteva portarla così dai suoi genitori.
Allora le disse: «Sali su quest'albero, io vado a palazzo, prendo dei vestiti per te e poi torno».
Infatti accanto alla fontana c'era un magnifico albero pieno di foglie.
Fatta salire la ragazza, il principe si accinse a partire, ma la bella gli disse: «Quando sarai a palazzo non farti baciare da nessuno, altrimenti mi dimenticherai».
Il principe promise e partì.
Non appena fu giunto a palazzo, il principe impedì ai genitori di baciarlo ed essi restarono un po' male per questo desiderio del figlio, perchè erano troppo contenti di rivederlo. Ma il principe era stanco morto, si addormentò e la regina non seppe trattenersi dal baciarlo. Così egli dimenticò completamente la povera ragazza che lo aspettava nuda,sull'albero.
Aspetta, aspetta, giunse alla fontana presso l'albero una schiava sarracina, brutta e nera, che stava a servizio da una gran signora.
Era venuta a prendere l'acqua e mentre aspettava di riempire le giare, si guardava nell'acqua che si raccoglieva nella vasca della fontana. Ma non era la sua immagine che vedeva riflessa, bensì quella della ragazza sull'albero. Ed ella credendo che fosse la sua diceva: «Ma guarda come sono bella! La mia padrona mi dice sempre che sono brutta e nera e invece non è vero. »
Ma la ragazza sull'albero si mosse e fece rumore; la schiava si voltò, la scorse e capì di essersi ingannata.
Piena di rabbia, ma cercando di apparire dolce, le chiese cosa facesse lì tutta nuda e quella le spiegò che attendeva il suo fidanzato, che era andato al palazzo a prenderle degli abiti per poterla presentare al re suo padre.
Meravigliata e invidiosa, la schiava le disse:«Oh, ma allora dovrete pettinarvi. Se volete vi pettinerò io!»
«Volentieri!» rispose la Zinzola e scese.
Ma la schiava, invece di pettinarla, prese uno spillone e glielo conficcò nel capo. La fanciulla non morì, ma si trasformò in una meravigliosa farfalla e volò via.
La schiava allora si spogliò e salì sull'albero al posto di quella.
intanto al palazzo il principe non ricordava più nulla e già i genitori parlavano di un suo matrimonio, ma lui pareva distratto. Allora la regina gli confessò di averlo baciato mentre dormiva. Non aveva potuto resistere ed ora temeva che fosse colpa sua se era così svagato.
Di colpo il principe ricordò tutto e si precipitò all'albero della fontana, con i vestiti per la sposa.
Quando però la vide, restò assai meravigliato di trovarla così diversa da come la ricordava.
Allora il principe le chiese: «Ma come mai sei diventata così scura?»
E quella rispose: «E' tramontato il sole e ho cambiato colore! »
«Ma anche la voce non è più la stessa» replicò il principe.
«E' mutato il vento e ho cambiato parlamento».
Ormai il principe aveva promesso di sposarla, perciò la portò dal re e dalla regina e celebrò le nozze.
Per il giorno delle nozze il cuoco reale stava preparando un pranzo coi fiocchi, quando sulla finestra della cucina si posò una bellissima farfalla, che disse: «Cuoco cuoco della bella cucina, che fa il re con la schiava saracina? »
E il cuoco rispose: «Mangia, beve, dorme e fa la regina».
«Che tutto possa bruciare e tu ti possa addormentare» disse la farfalla.
E infatti così accadde: il cuoco si addormentò e il pranzo si bruciò.
Le nozze dovettero essere rinviate al giorno dopo. Ma il giorno successivo accadde la stessa cosa e il cuoco si addormentò, facendo bruciare le vivande e per poco non fu punito severamente dal re, al quale fu costretto a raccontare la incredibile storia. Quando il principe l'ebbe sentito, volle verificare di persona che i fatti si svolgessero così.
«Domani mi nasconderò in cucina per vedere con i miei occhi» disse il principe.
Difatti, l'indomani a mezzogiorno si presentò la solita farfalla che ripetè lo stesso ritornello «Cuoco cuoco della bella cucina, che fa il re con la schiava sarracina?»
«Mangia, beve, dorme e fa la regina» rispose il cuoco.
«Che tutto possa bruciare e tu ti possa addormentare».
Ma prima che quella potesse volar via il principe l'aveva già afferrata. Non appena l'ebbe toccata, questa si trasformò nella vera sposa del principe ed egli riconoscendola subito, le chiese cosa fosse accaduto.
La Zinzola di Sette Bellezze raccontò tutta la storia, come fosse stata ingannata dalla schiava sarracina e come fosse riuscita a fuggire. Il principe capì tutto e fatta venire la schiava ingannatrice la condannò a morte; fínalmente celebrò le nozze con la vera sposa e vissero felici per sempre.
Noi stiamo qua e loro stanno là.
(Antica fiaba Beneventana)
ATTUALITA’
Bimbo trovato morto in auto a Piacenza.
La vettura era parcheggiata. Il personale del 118 ha tentato invano di rianimarlo. Un bambino di due anni, Luca Albanese, è stato trovato senza vita, poco prima delle 17, a bordo di un'auto posteggiata in Strada Borgoforte alla periferia est di Piacenza. Il 118 ha tentato invano di rianimarlo.
Sono in corso le indagini del nucleo operativo dei carabinieri sulla morte del bimbo. I carabinieri stanno interrogando il padre: tra le ipotesi al vaglio, c'é è anche quella della dimenticanza del piccolo da parte di uno di loro già questa mattina.
Il padre ha 39 anni ed e' dipendente della ditta di catering Copra, davanti alla quale è stata parcheggiata l'auto con il piccolo all'interno. Secondo un'ipotesi non confermata, il papà avrebbe dovuto portare Luca all'asilo, dimenticandosene.
E' stato lo stesso papà a trovare morto in auto il piccolo, da lui lasciato per otto ore in auto dove lo aveva dimenticato. Secondo una versione da confermare, Andrea Albanese, 39 anni, doveva portarlo in asilo aziendale stamani, a poca distanza dalla Copra, dove lavora, ma se n'é dimenticato. Alle 16 il nonno è andato a prenderlo e non trovandolo, ha raggiunto la Copra e dato l'allarme al figlio, che a quel punto angosciato è corso all'auto, per fare la macabra scoperta.(Ansa)
Sigarette elettroniche, stop uso nelle scuole.
Parere del Consiglio Superiore di Sanità. Stop al fumo con le sigarette elettroniche nelle scuole: e' quanto sarebbe indicato nel parere del Consiglio Superiore di Sanita' che propone la misura, secondo quanto si e' appreso, solo in questo luogo a difesa della salute dei giovani. Ogni misura dovra' essere decisa dal ministro della Salute.
Il parere, articolato in 5 pagine di valutazioni sulla base delle conoscenze e degli studi scientifici disponibili, dettaglia la necessità di intervenire a difesa di alcune categorie come appunto i giovani o le donne in gravidanza, secondo il principio di precauzione.
Il divieto, o la limitazione, delle e-cig nelle scuole - ma la decisione spetta al ministro - nascerebbe dalla necessità di non escludere i rischi da fumo passivo per quei dispositivi che contengono nicotina.
"Consigliare un provvedimento che vieti l'utilizzo delle sigarette elettroniche nei locali pubblici, senza uno straccio di studio scientifico, è incomprensibile e surreale - afferma in una nota l'azienda produttrice di ecigs Ovale, la principale del settore in Italia e in Europa - . Ci aspettiamo - prosegue l'azienda - che il Css raccomandi anche il divieto di utilizzo dei vaporizzatori nelle discoteche, il divieto di stare vicini ai ferri da stiro o alle pentole a pressione che ugualmente emettono vapore". "E' paradossale che il Css abbia richiesto il contributo dell'Agenzia del Farmaco per un prodotto che, come è evidente a tutti, non ha nulla a che vedere con i farmaci, essendo la sigaretta elettronica, di per sé, niente altro che una batteria, una resistenza, un serbatoio e un atomizzatore, tutti prodotti esclusivamente tecnologici". "Per quanto ci riguarda, ben vengano le raccomandazioni del Css relative alle precauzioni di utilizzo per le donne in gravidanza e i minorenni, che Ovale già mette in pratica da sempre. Chiaramente, il divieto di utilizzo nelle scuole è ovvio. "Speriamo che il Governo, e il ministro Lorenzin, vogliano tenere conto anche delle nostre posizioni e voglia ascoltare chi questo prodotto lo ha introdotto, sviluppato e sta investendo nella ricerca. Auspichiamo che si tenga conto anche degli indirizzi positivi che arrivano dall'Unione Europea".(Ansa)
Campione mondo kung fu confessa femminicidio.
Juan Carlos Aguilar, a Bilbao maestro di arti marziali. Resti e frammenti di ossa "presumibilmente umane" appartenenti a "uno o vari cadaveri" sono stati ritrovati oggi nella palestra di arti marziali Zen 4, di Juan Carlos Aguilar, a Bilbao, un maestro di arti marziali molto noto, arrestato domenica come presunto autore di tentato omicidio nei confronti di una prostituta africana, ricoverata in coma in ospedale. Aggressione che oggi l'uomo ha confermato, confessando.
La conferma è venuta dal vice consigliere basco per la sicurezza, Jusu Zubiaga, in dichiarazioni ai media. Dai primi indizi, non si tratterebbe di un solo 'femminicidio', dell'ennesimo caso di violenza di genere: il sospetto degli inquirenti è che il monaco 'shaolin' di Bilbao, di 47 anni, il primo occidentale ad accedere al grado superiore di kung-fu, tre volte campione del mondo, possa essere un serial killer.
L'uomo, arrestato domenica a Bilbao, ha confessato l'aggressione della prostituta nigeriana, ridotta in fin di vita per i colpi ricevuti, e l'uccisione di una seconda donna avvenuta la scorsa settimana. Dalle prime ore della mattina, agenti della polizia scientifica stanno effettuando rilievi nella palestra di Juan Carlos Aguilar, alla ricerca dei resti di ulteriori possibili vittime.(Ansa). -
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A Tutti..♥.
Ciao Claudio... -
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ciao amici.buona giornata..
Accadde oggi, 5 giugno: trasmessa in tv l’ultima puntata di Friends, era il 2004
Buon mercoledì a tutti!
Cosa accadde il 5 giugno di qualche anno fa? Scopriamolo insieme…
Iniziamo con il 1883 quando nasceva John Maynard Keynes, economista britannico, padre della macroeconomia e considerato uno dei più grandi economisti del XX secolo. I suoi contributi alla teoria economica hanno dato origine alla “rivoluzione keynesiana”. In contrasto con la teoria economica neoclassica. Keynes sosteneva la necessità dell’intervento pubblico nell’economia con misure di politica di bilancio e monetaria, qualora una insufficiente domanda aggregata non riesca a garantire la piena occupazione.
Passiamo al 1947 quando il Segretario degli Stati Uniti George Marshall propose l’aiuto economico per i paesi d’Europa quello che diverrà il Piano Marshall che permise la ricostruzione dei maggiori stati europei distrutti dalla seconda Guerra mondiale.
Concludiamo con il 2004 quando venne trasmesso l’ultimo episodio di Friends negli Stati Uniti, visto da oltre 50 milioni di telespettatori.
fonte.http://news.leonardo.it/. -
zara67.
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Buongiorno e buon pranzo a tutti
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Buona giornata e buon pranzo a tutti. .