IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 4° ... SETTIMANA 23 ...

LUNEDI' 03 GIUGNO- DOMENICA 09 GIUGNO 2013

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    13,795

    Status
    Offline
    Condividi



    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 4° SETTIMANA 023 (03 Giugno – 09 Giugno 2013)









    RIFLESSIONI


    ... RICORDI DEL TEMPO …
    ... Inizia questa settimana Giugno; certo è che solo il calendario sembra essersene accorto. Giro il foglio che porta il nuovo mese e guardo fuori dalla finestra. Due immagini diverse, quella sterotipata dei calendari sul mese di giugno con sole, prati e immagini luminose, e fuori pioggia e freddo. Si freddo, la mattina pochi gradi sopra i 10 e durante la giornata quando va bene la temperatura si alza di pochi gradi ma piove, piove sempre. Strana stagione questa; a breve gli stabilimenti balneari iniziano la loro stagione estiva ma gli armadi delle nostre abitazioni sono ancora con giacconi e maglioni pesanti. Quanti ricordi sui passati inizi di giugno; ricordo un anno che da bambino ero al mare, era il due giugno e sulla nostra testa sfrecciavano le Frecce Tricolori che andavano su Via dei Fori Imperiali per la rinomata parata militare celebrativa. Dall’acqua, metre facevamo tuffi tra ragazzini era felicità incontenibile sotto quel sole già forte dei primi giorni che preannunciavano l’estate in arrivo. La mattina le rondini col loro richiamo accompagnavano il risveglio di quelle mattine che segnavano gli ultimi giorni di scuola. Bei ricordi, come sempre che portano ai giorni in cui il mondo scorreva senza acuti, in cui le donne vivevano senza il terrore di essere uccise, giorni in cui fidanzati litigavano e quando rompevano il loro rapporto gli unici scoppi erano quelli del pianto dirotto. Tempi normali fatti di cose normali e di azioni e reazioni plausibili, normali. Oggi le rondini non cantano ancora libere nel cielo, al mare i bambini non vanno ancora perché piove e fa freddo; la crona poi ci racconta fatti che fanno oscurare ogni cielo ... Buon Giugno a tutti e, come sempre, Buon risveglio amici miei …
    (Claudio)






    Maltempo flagella centro Europa, almeno 7 morti.
    Rischio esondazione del Danubio in Germania mentre a Praga e' straripato il fiume Moldava. E' allarme maltempo nell'Europa centrale colpita da un'insolita ondata di piogge per questo periodo dell'anno, e con il Danubio a rischio esondazione in Germania. L'allerta è stata lanciato nell'ovest del Paese e anche in Austria e Svizzera: preoccupa la situazione dei tre principali fiumi, Danubio - che domani si prevede possa raddoppiare il livello delle acque -, Reno e Neckar che continuano a salire mentre i meteorologi prevedono piogge anche nei prossimi giorni.

    TRE MORTI IN REPUBBLICA CECA - Due persone sono morte e tre risultano disperse a Praga colpita da violente inondazioni. . Una terza vittima delle piogge torrenziali si è registrata a Trebenice, a 30 km dalla capitale. Il fiume Moldava è straripato in alcun punti, in particolare nell'isola di Kampa nel centro storico di Praga. Decine di persone sono state evacuate, chiuse otto fermate della metropolitana. Il comune di Praga sta costruendo barriere ed evacuando i malati dall'ospedale Na Frantisku nel centro. Evacuati anche alcuni animali dello zoo che fu duramente colpito durante le alluvioni nel 2002. Lo stato di allarme è stato decretato in sei regioni su 14 della Repubblica ceca. L'acqua alta è prevista anche sull'Elba a Usti nell'ovest.

    AUSTRIA; UN MORTO E DUE DISPERSI - Una persona è morta ed altre due risultano disperse in Austria a causa delle frane innescate dalle violente piogge che si stanno abbattendo su mezza Europa. Le autorità hanno riferito anche che più di 300 persone sono state evacuate dalle loro abitazioni minacciate dai fiumi in piena. Lo stato di allerta è stato decretato in gran parte delle province occidentali del Vorarlberg, del Tirolo e di Salisburgo, così come nella provincia dell'Alta Austria. Le Ferrovie Federali Austriache hanno annunciato che il traffico ferroviario è stato interrotto a causa di frane in molte parti delle province di Salisburgo e del Tirolo. Parte della strada che dall'Austria porta verso la Svizzera è stata chiusa, così come molte strade in varie regioni dell'Austria. A Linz, nel nord del Paese, il Danubio è in piena e i vigili del fuoco hanno chiuso al traffico diverse zone della città. Nel Vorarlberg, solo nella giornata di ieri, sono caduti 132 millimetri di pioggia, secondo il centro meteo Zamg. Centinaia di vigili del fuoco, i servizi di emergenza e lo stesso l'esercito austriaco sono stati mobilitati per rendere percorribili le strade, sovrintendere le evacuazioni e occuparsi della costruzione di barriere. A causa del maltempo, festival all'aperto e altri eventi culturali sono stati cancellati o rimandati.

    DUE MORTI ANCHE IN GERMANIA - In Germania, la pioggia cade ormai incessantemente da quattro settimane e, secondo alcuni media, almeno due persone sono morte a causa del maltempo. L'allerta per le inondazioni è stata lanciata anche in Repubblica Ceca, Austria e Svizzera dove le autorità hanno rafforzato le misure lungo i fiumi per possibile esondazioni: il livello di molti fiumi e laghi - tra cui l'Aare a Berna, del Reno a Basilea e del lago di Bienne - resta infatti vicino ai livelli d'allarme, soprattutto a causa delle precipitazioni della scorsa notte. La morsa del maltempo, si sta allentando invece, nella Svizzera tedesca dove soprattutto a ovest e a est la situazione dovrebbe migliorare grazie a un fronte di alta pressione centrato sulla Gran Bretagna, con la cessazione delle precipitazioni.(Ansa)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    Le Poesie più belle di tutti I tempi

    Poesie del Mare

    IL PESCATORE

    L'acqua frusciava, l'acqua cresceva,
    un pescatore stava sulla riva,
    tranquillo, intento solo alla sua lenza,
    ed era tutto freddo, anche nel cuore.
    E mentre siede e ascolta,
    si apre la corrente:
    dall'acqua smossa affiora
    una donna grondante.
    A lui essa cantava, a lui parlava:
    "Perchè tu attiri con astuzia umana,
    con umana malizia, la mia specie
    su alla luce che la ucciderà?
    Ah, se sapessi come son felici
    i miei piccoli pesci là sul fondo,
    anche tu scenderesti, come sei,
    e solo là ti sentiresti sano.
    Non si ristora forse il dolce sole
    nel mare, e così anche la luna?
    Il loro volto, respirando l'onda,
    non risale più bello?
    Non ti alletta il cielo profondo,
    l'azzurro che nell'acqua trascolora?
    E il tuo volto stesso non ti chiama
    quaggiù, nell'immutabile rugiada?".
    L'acqua frusciava l'acqua cresceva,
    e a lui lambiva il piede.
    Il cuore si gonfiò di nostalgia,
    come al saluto della sua amata.
    A lui essa cantava, a lui parlava,
    e per lui fu finita:
    un pò lei lo attirava, un pò lui scese,
    e non fu più veduto.

    (WOLFGANG GOETHE)



    Favole Dal Web

    LA BELLA PRIGIONIERA

    C'era una volta, tanto tempo fa, nell'antico borgo di Lucolena, un pover'uomo che aveva tre figli, e non sapeva come nutrirli e mantenerli.
    Un bel giorno i figli, assillati dal bisogno, considerando che il loro babbo aveva una grande miseria e poche forze, si consigliarono tra loro e decisero di alleviare il suo peso, e di andare in giro per il mondo per cercare di guadagnarsi da vivere. Così inginocchiandosi davanti a lui gli chiesero il permesso di partire, promettendogli che dopo dieci anni sarebbero tornati a Lucolena.
    Si misero in cammino tutti insieme con questo desiderio, poi giunsero a un certo crocevia dove si separarono per ritrovarsi nello stesso posto di lì a dieci anni, e andarono ciascuno in una direzione diversa.
    Il maggiore arrivò a un accampamento di soldati che stavano facendo la guerra, e si mise a servire il colonnello; in poco tempo imparò l'arte militare e diventò un coraggioso soldato e un valoroso combattente, tanto che era il più bravo di tutti. Era poi così agile che arrampicandosi sui muri con due pugnali riusciva a scalare tutte le torri.
    Il secondo arrivò a un porto dove fabbricavano navi e si mise a lavorare con un maestro che conosceva benissimo l'arte navale, imparando in poco tempo così bene che nessuno poteva gareggiare con lui, e tutti lo onoravano per la sua abilità.
    Il terzo invece sentì cantare un usignolo, e siccome gli piaceva tanto camminava per oscure vallate e per fitti boschi, per lagune, per foreste deserte, per luoghi impervi e disabitati, seguendo sempre l'usignolo e le sue melodie. Si innamorò tanto del dolce canto degli uccelli che non pensò più a tornare indietro e rimase ad abitare in quelle foreste.
    Vivendo ininterrottamente per dieci anni in quei luoghi solitari, senza una casa, diventò un uomo selvatico, e ascoltando continuamente gli uccelli imparò il linguaggio di tutte le loro specie, li ascoltava con immensa gioia e li comprendeva, e gli uccelli lo riconoscevano.
    Quando fu il giorno in cui dovevano tornare a casa, i primi due fratelli si ritrovarono nel luogo stabilito e si misero ad aspettare il terzo, e quando lo videro arrivare tutto nudo e coperto di pelo gli andarono incontro, e scoppiando in lacrime lo abbracciarono e lo baciarono, poi lo fecero vestire.
    Mentre erano insieme a mangiare in un'osteria un'uccello si posò su un albero e cantando disse:
    "Sappiate, voi che state mangiando, che in un angolo dell'osteria c'è un grande tesoro sepolto, che da tempi lontani è destinato a voi, andate a prenderlo!", e volò via.
    Allora il terzo fratello spiegò agli altri due per filo e per segno cos'aveva detto l'uccello, andarono a scavare in quell'angolo ed estrassero il tesoro, poi tutti contenti tornarono a Lucolena dal loro babbo ricchi sfondati.
    Dopo che il padre li ebbe abbracciati fecero festa e mangiarono e bevvero in abbondanza tutti insieme.
    Accadde che il terzo fratello sentì un uccello cantare, e diceva che nel mar Tirreno, un po' lontano dalla costa, c'è lo Scoglio d'Affrica, e su quest'isola una grande maga aveva costruito un castello fortificato tutto di marmo, con l'entrata custodita da un serpente che sputava dalla bocca fuoco e veleno, e sulla soglia c'era un basilisco, che pietrificava con lo sguardo.
    Nella torre di questo castello con un tesoro inestimabile di oro e pietre preziose era chiusa la fanciulla più affascinante del mondo, la bella Dora.
    "Chi andrà in quel luogo e scalerà la torre, avrà il tesoro e la bella prigioniera", concluse l'uccello, e volò via.
    Appena il terzo fratello ebbe riferito questa notizia agli altri due, decisero di andarci tutti insieme.
    Il primo promise di scalare la torre con i suoi due pugnali, il secondo di costruire una nave veloce come il vento. La nave in poco tempo fu pronta, e i tre fratelli con un vento favorevole attraversarono il mare e si diressero verso lo Scoglio d' Affrica.
    Arrivarono una notte, e all'alba il primo fratello armato di due pugnali scalò la torre, dopo aver legato la bella prigioniera con una corda la calò giù dai suoi fratelli, poi prese i rubini, le gemme e il mucchio d'oro, e scese anche lui con grande allegria.
    Dopo aver vuotato il castello i tre fratelli tornarono a Lucolena sani e salvi e fecero tre parti uguali del tesoro.
    Ma a proposito della bella Dora smisero di andare d'accordo, perché tutti e tre volevano sposarla e non era possibile dividerla.
    Ci furono grandi discussioni e contrasti, poi ricorsero al giudice per sapere chi la meritava di più, ma fino ad oggi non si è deciso.

    Quale dei tre fratelli meriti la bella prigioniera dovrai dirlo tu.

    (Gianfrancesco Straparola)



    ATTUALITA’

    Cibo sprecato, ad ogni famiglia costa 1.700 euro.
    Sondaggi. nella spazzatura 30% carne. Gli sprechi alimentari pesano sul bilancio delle famiglie italiane, in media, 1.693 euro all'anno. Lo rivela il sondaggio condotto da Laste Minute Market/Universita' di Bologna con Swg e diffuso oggi a Torino in occasione del 'pranzo degli sprechi' che ha riunito a tavola 3.000 persone in piazza a Torino. Secondo l'Osservatorio sugli sprechi di Laste Minute Market, finisce nella spazzatura il 30% della carne acquistata dai consumatori, il 32% dei latticini, il 28% di pane e pasta, il 15% del pesce, il 17% dei prodotti ortofrutticoli.

    Il 78% degli italiani - rivela il sondaggio - chiede ''l'assunzione di responsabilita' di ogni cittadini''. E, in un'ipotetica citta' ideale del 2050, il 67% degli interpellati immagina leggi che prevedono sgravi fiscali per chi adotta soluzioni anti-spreco donando le eccedenze. Sarebbe opportuno, infine - cosi' la pensa il 62% degli intervisttai - che nelel scuole si insegnasse la 'neo-economia domestica', per sfruttare al meglio tutti gli alimenti.(Ansa)




    Amici incorona Moreno e chiude con record di ascolti.
    Si e' chiusa con un risultato record di 5 milioni 726 mila spettatori e uno share del 28.75% la dodicesima edizione di Amici, il programma di Maria De Filippi in onda su Canale 5. La finale ha visto la vittoria del rapper Moreno Donadoni, che si e' aggiudicato anche il premio della critica assegnato dai giornalisti. Amici ha raccolto in questa stagione in media 5 milioni 250 mila spettatori, con il 23.7%.

    Il vincitore di Amici 2013, Moreno, sarà una delle star che si esibiranno sul palco di Piazzale Michelangelo a Firenze, sabato 15 giugno per la prima edizione degli MTV Awards, i premi italiani dello spettacolo. Lo show sarà trasmesso in diretta su MTV (canale 8 del digitale terrestre) dalle 21.10. Moreno, genovese, classe '89, fin da giovanissimo esprime il suo talento nell'underground, permettendogli di diventare il rapper più decorato nella storia della manifestazione annuale dedicata alle rime in freestyle, Tecniche Perfette. Nel 2012 partecipa alla prima edizione di Spit, lo show di MTV dedicato alle rap battle. Nel 2013, con il suo album di esordio, Stecca, irrompe subito al primo posto in classifica.

    Per gli MTV Awards sono in pista più di 30 artisti nominati in 16 categorie, quasi 3 ore di spettacolo condotte da Virginia Raffaele e Ubaldo Pantani con Omar Fantini, con le esibizioni live di alcuni dei più grandi artisti del panorama musicale italiano. Per conoscere e votare le categorie in gara, basta cliccare sul sito www.mtv.it/mtvawards. Sarà possibile esprimere la propria preferenza fino alle 20 del 15 giugno ad eccezione di Best Fan e Artist Saga, il cui voto verrà chiuso durante la diretta per scatenare un'agguerrita sfida all'ultimo click, e di InstaVIP e Best Photo che saranno scelte martedì 11 giugno. Facebook.com/MTVAwardsOfficial sarà la pagina ufficiale dell'evento ma anche facebook.com/MTVItalia posterà tutte le news e gli update sugli MTV Awards. @mtvitaly è il profilo da seguire su Twitter e #ItalianMTVAwards sarà l'hashtag ufficiale intorno a cui si svolgerà il racconto in tempo reale. @mtvitalia è il profilo ufficiale di Instagram, dove ogni settimana verrà lanciato un nuovo tema da seguire per partecipare alle categoria Best Photo.(Ansa)





    Ubriaco al volante investe e uccide ciclista, poi va a dormire.

    'Non mi sono accorto di nulla' ha detto agli agenti. Un pirata della strada ha travolto ed ucciso un ciclista di 67 anni, questa mattina a Rivoli (Torino) ed è fuggito. La Polizia di Stato l'ha rintracciato e l'ha arrestato nella sua abitazione, dove stava dormendo. L'uomo é accusato di omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ubriachezza. Il ciclista è morto sul colpo.

    Il pirata della strada è stato rintracciato dagli agenti del commissariato di Rivoli a casa di un parente. Ha 21 anni e, ad oltre ore dall'incidente, i valori di alcol nel sangue rilevati dall'etilometro erano ancora altissimi. A portare la Polizia sulle sue tracce è stata la targa anteriore dell'auto guidata dal giovane, una Peugeot 206, rimasta sulla strada dopo l'impatto con il ciclista, avvenuto in una rotonda stradale tra i corsi IV Novembre e Primo Levi, L'auto è stata in un parcheggio a Rivoli con evidenti segni dell'incidente. L'investitore aveva cercato rifugio a casa di un parente dove, all'arrivo della Polizia, stava dormendo tranquillamente. Gli accertamenti compiuti dagli agenti ed alcune testimonianze hanno confermato che gli spostamenti del giovane erano pienamente compatibili con il coinvolgimento nell'incidente.

    Il ciclista travolto e ucciso su una rotonda di Rivoli, è Onofrio Depantaleone. Era sposato ed aveva figli. Quasi ogni domenica pedalava, spesso da solo, da Torino a Giaveno, sulle colline della Val Sangone. Aveva l'abitudine di partire molto presto e l'investimento mortale è avvenuto alle 5,25 di questa mattina. Aveva percorso pochi chilometri dopo la partenza da casa quando è stato investito dalla Peugeot guidata dal ventiduenne A.C., al rientro da una nottata trascorsa in locali. Quando è stato svegliato dagli agenti del commissariato, a casa della nonna, si è mostrato sorpreso. "Non mi sono accorto di nulla", ha detto, ancora sotto l'effetto dell'abbondante alcol ingerito nella nottata.(Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA




    Tutti pazzi per Rose




    locandina


    Un film di Régis Roinsard. Con Romain Duris, Déborah François, Bérénice Bejo, Mélanie Bernier, Nicolas Bedos.

    Deliziosa commedia romantica francese dai colori pastello
    Simona Previti



    Francia, fine anni cinquanta. Rose Pamphyle vive in una piccola città di provincia Tutti_pazzi_per_Rose_poster_1della Normandia. La vita sembra riservarle poche sorprese: un matrimonio già organizzato con il figlio del meccanico, un bravo ragazzo. Una vita da casalinga. Ma il sogno di Rose è di diventare segretaria. Pur nata in provincia, il suo è uno spirito decisamente da donna moderna e emancipata. La sua tenacia, e un talento fuori dal comune nel battere a velocità strepitosa i tasti della macchina da scrivere - la porteranno lontano. Supera i colloqui presso un'agenzia di assicurazioni e diventa la segretaria di Louis Echard, di cui ovviamente si innamorerà folleme nte.
    Deliziosa commedia romantica dai colori pastello, che ha tutto il sapore di una madeleine francese mangiata sotto la Tour Eiffel. Il perimetro di riferimento è questo: fra la pubblicità di Miss Dior firmata Sofia Coppola fatta lungometraggio, Cenerentola a Parigi con Audrey Hepburn e Les demoiselles de Rochefort di Jacques Demy.
    Per chi è in sala, e ama quello stile, è al posto giusto. La giovane Rose, frangetta francese perfettamente al di sopra del taglio degli occhi, è una antecedente di Amélie Poulain: come lei gamine maladroite, goffa e dispettosa, ma dalla tenacia indiscutibile. Sa cosa vuole, e lo ottiene. Ingaggiata dall'affascinante Louis (Romain Duris) s'imbarca in un allenamento serissimo (una vera naja al femminile con tanto di corsa al mattino) per vincere i campionati regionali prima, nazionali dopo di dattilografia. Il ritmo delle battute sulla tastiera si fa sempre più veloce e sicuro, la postura sempre più dritta, anche se non mancano le gaffe che rendono il per sonaggio di Rose sempre più irresistibile agli occhi di Louis. Per allenarsi la ragazza dovrà ribattere a macchina, e sempre più velocemente, tutti i classici della letteratura francese. Così finito Madame Bovary, si ricomincia subito con un altro tomo.
    Si sa, l'autoreferenzialità è cosa francese. Ma la praticano bene, e anche questo è dato riconosciuto. Così dai grandi classici, che vengono ricordati al mondo con un pizzico di orgoglio, si passa alla cinefilia, anche questa dal gusto tipicamente Tutti_pazzi_per_Rose_poster_4francese. La scena in cui Rose, finalmente trasformata da anatroccolo imbranato a donna seducente in vestito rosso fiamma, esce dal bagno e si presenta al cospetto di Louis, seduto in poltrona con vestito grigio, non può non essere una magnifica ma sottile citazione di Vertigo (La donna che visse due volte) di Hitchcock, autore si sa eletto a manifesto dalla politica degli autori della Nouvelle Vague. Anche il gioco delle luci (un neon che lampeggia fuori dalla finestra, oltre la tenda) ce lo dice chiaramente.
    Da antologia la scena con James Stewart e Kim Novak, resta nella memoria del regista di Populaire, Régis Roinsard. Così come, qualche scena dopo, l'abbraccio amoroso fra Rose e Louis, nudi a letto, sotto un lampeggiare rosso e blu che tinge la scena; anche questo viene da un amour fou per il cinema e per i propri padri spirituali: questa volta chiarissimo il Godard colorista di Pierrot le fou (Il Bandito delle ore 11). Anche questo è il french touch. La citazione compiaciuta ma delicata, la commedia portata avanti con maestria a ricordarci che anche loro, i francesi, sanno essere maestri di commedia romantica, e sicuramente lo sono di cinema.

    Video


    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …


    "Como, nascosta a ridosso del suo lago, rimane invisibile nella cavità chiusa tra il monte di Brunate e il colle del Baradello, segnalata soltanto da quella torre che s'innalza con suo severo annuncio di una fiera difesa. Città di nobile sorte nativa, di ripetuta e rinnovata fondazione romana, la più settentrionale tra le più importanti città romane al di là del Po, estremo avamposto della civiltà mediterranea alla soglia montuosa di un'altra Europa."


    C O M O


    Como è situata sull'estremità meridionale del ramo occidentale del Lago di Como, in una piccola conca circondata da boscose colline moreniche. Confina direttamente con la Svizzera e dista circa 40 k.m. da Milano. Como è famosa per essere destinazione turistica tra le più amate del nord Italia, grazie al contesto geografico idilliaco della sponda sud-occidentale del Lago di Como ed i pendii dei colli Baradello e San Fermo che in lontananza si fondono con i rilievi prealpini del monte Brunate. La città si posiziona ad un'altitudine di 201 metri sopra il livello del mare, con un'estensione di 73 kmq, ed è circondata da ville e giardini e folte aree boschive.

    Le emozioni diventano forti davanti ad un panorama che non lascia indifferenti, un luogo che ha inspirato compositori come Verdi, poeti come Lord Byron, scrittori come Stendhal. Città vescovile, con radicale e ferma intenzione di libertà repubblicana, pronta all'estrema resistenza e anche ad audaci sortite di lotta.
    Traccia di tale "epopea vescovile" sono i resti del Palazzo del Vescovado, uno dei più insigni esempi di architettura civica in stile romanico. Città comunale con sagace articolazione statutaria, ma anche con forte consapevolezza associativa della sua popolazione, raccolta in quartieri, e in contrade, con aperta proiezione verso le terre dei dintorni, di là delle quattro porte delle mura (distinte dai segni del bue, dell'orso, dell'aquila e del leone). Como fu anche città di mercanti: città non solo di traffici (per terra lungo la famosa Via Regina e per via d'acqua), ma anche di fortune accortamente investite in attività, prima fra tutte quella della seta e fino a non molti anni fa fu la capitale, tanto da essere insignita quale "città della seta". Nel cuore di Como la fortuna storica della città mercantile fa corpo in quell'inscindibile binomio architettonico del Duomo (la cui realizzazione iniziò nel 1396) e del Broletto (1215), accomunati da una stessa storia costruttiva.Conserva al suo interno un monumentale altare ligneo del XVI° secolo dedicato a S. Abbondio. Nella sua nobile e ben ritmata magnificenza monumentale, il Duomo sta lì, tra sobrie e belle case, con i muri orditi in travi lignee e mattoni oblunghi che gli facevano corte attorno, a costituire un tesoro civico murato nel marmo, come fosse inciso nel diamente. Di grande rilievo è la decorazione scultorea della facciata, opera prevalentemente della bottega di Giovanni Rodari e dei suoi figli, probabili autori delle statue dei due Plinii, il Vecchio e il Giovane, entrambi emblemi di una delle più illustri dinastie familiari di cultori di scienza di tutta l'antichità. Della città medievale resta la torre principale del Castello Baradello, che domina tutto il territorio dell'altura di Camerlata. Dalla Porta Torre del 1192, antica porta di ingresso della città, si intravedevano Torre Gattoni e Torre Vitali, da quest'ultima origina una strada che porta al Museo Archeologico Giovio, dove si conservano i reperti dell'età del bronzo e del ferro. (dal web)


    Piazza Duomo e la sua maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta, comunemente indicata come l'ultima cattedrale gotica costruita in Italia: venne iniziata nel 1396 e terminata nel 1770 con l'aggiunta della cupola in stile roccoco disegnata dall'architetto Filippo Juvarra. Gli stili sono pertanto vari, dal gotico (la facciata) al tipico stile del Rinascimento (absidi esterne), seguito da quelli in voga negli ultimi anni della sua costruzione. L'adiacente Palazzo del Broletto serviva da antica sede comunale durante il Medioevo (1215). Inizialmente realizzato in stile gotico, è arrivato all'era presente con un aggraziato mix di elementi romanici e rinascimentali. Di particolare attrattiva è la facciata dell'edificio costruita in marmo lombardo, così come anche la torre civica, edificata secondo la tecnica del bugnato (tipico rivestimento murale del periodo rinascimentale). Duomo e Comune sono affiancati l'un l'altro a simboleggiare il saldo legame tra potere ecclesiastico e potere civile in città. Non lontano si trova la Piazza Verdi, con i monumenti che ricordano varie epoche storiche come le mura medievali, il Teatro neoclassico e la ex Casa del Fascio, progettata da Giuseppe Terragni negli anni trenta del secolo scorso e d'interesse nell'ambito dell'architettura contemporanea. La Basilica di San Fedele sorge sulla piazza San Fedele, vero cuore e punto di riferimento della città sin dal Medioevo. Era qui che infatti aveva luogo un tempo il mercato del Grano. La chiesa, in stile romanico ed edificata su un un antico edificio paleocristiano, sorse come meta di pellegrinaggio da quando nel X secolo vi furono traslate le spoglia di San Fedele, un ufficiale romano convertitosi al cristianesimo e conosciuto come uno dei protomartiri comensi durante la persecuzione di Diocleziano nel IV secolo. Poco distante si noti anche la Porta Torre, antica entrata alla città medievale del 1192. Per vedere la chiesa più affascinante di Como è necessario avventurarsi nel quartiere a sud-ovest del centro dove, appena fuori dal Viale Roosevelt, si raggiunge l'affrescata Basilica di Sant'Abbondio, un capolavoro romanico del XI secolo, sorta sulle fondamento di un precedente edificio benedettino, nel cui interno sono infatti presenti dei grandi affreschi del Trecento di pittori anonimi.
    (informagiovani-italia.com)

    ...la storia...


    “Excurrit Larius a Meridie in Septentrionem , pronior tamen in Orientem”.
    Con questa nota di Paolo Giovio venne pubblicata nel 1559 a Venezia la prima planimetria del Lago di Como. Da sempre il Lario ha costituito un’importante snodo di comunicazione verso il Nord Europa , già in età imperiale i romani , cui si deve la fondazione di Como nel I secolo a.C., tenevano stanziata sulle rive del lago la loro quarta flotta. La storia di Como è tuttavia ben più antica. Radicali cambiamenti nella struttura delle società e nello stanziamento delle popolazioni autoctone , inizieranno con l’età del ferro. La popolazione comasca preromana venne investita solo in parte dall’invasione celtica , la quale raggiunse al massimo l’attuale Appiano Gentile. Tuttavia gli effetti di tale invasione si fecero sentire su tutta la zona , cambiando in particolare la distribuzione demografica del territorio. Per il contraccolpo generato dagli spostamenti di massa , nuclei di popolazioni si trasferirono dai laghi brianzoli alle più difendibili colline situate tra San fermo , Prestino e sopra Borgo Vico.
    Nasce in questo periodo la civiltà di Golasecca che avrà nella Como preromana uno dei centri di maggior importanza. I Romani arrestarono i Celti, occuparono i centri strategici lungo le vie di traffico e collocarono Como all'imbocco di grandi piste transmontane di straordinaria importanza politica, economica e militare. Il tutto entro un progetto di sistemazione territoriale che collegava i centri pedemontani alle valli prealpine. L'iscrizione: "de Comensibus et Insubribus triumphavit", se da un lato allude alla vittoria del console romano, testimonia anche che i Galli insubri pur unendosi alla popolazione residente, non l' avevano soppiantata. Insieme a Como caddero 28 castelli e l'intera zona fu posta da Roma sotto presidio militare permanente, ma solo con Cesare, Como fu definitivamente acquisita dai Romani e fino al definitivo assetto municipale realizzato da Roma, la città mutò la sua economia nomade in un'economia di tipo sedentario, dotata di stabili organizzazioni politico-amministrative e artigianali, basandosi sulla tipica struttura urbanistica romana a pianta quadrata.
    Alla ricostruzione della Novum Comum, voluta da Cesare al centro della convalle debitamente bonificata, seguì nel 77 a.C. l'insediamento di 5000 coloni, un decimo dei quali apparteneva alla nobiltà greca cui è presumibilmente riconducibile l'origine etimologica di località quali Lecco [Leucos], Corenno [Corinto], Lenno [Lemna], Nesso [Nasso], Dervio [Delfo].
    Como fu colonia dell'Impero dal 59 a.C.. A partire dalla dominazione cesarea e fino al II secolo d.C., la città registrò il suo primo sviluppo: nel 49 a.C. la Legge Rubria le concesse il diritto di cittadinanza ascrivendola alla tribù Ovfentina. Nel 42 a.C. decaduta la condizione giuridica di provincia, acquisì i privilegi del regime municipale, come la facoltà di eleggere una rappresentanza popolare. Il consolidarsi di un'economica fondata su attività artigianali e commerciali, indusse la città a definire un assetto urbanistico a struttura ortogonale, secondo la tipica configurazione pretoria, e a dotarsi di un foro, di un teatro, di un porto, di una cinta muraria e anche di terme, ville e templi. Oltre ai resti delle mura e a quelli della Porta Pretoria con le due torri ottagonali, Como conserva anche le fondamenta di un vasto e articolato complesso architettonico identificabile probabilmente con la biblioteca e le terme donate alla città da Plinio il Giovane.
    Nell’Alto Medioevo Como vive l'affermazione del Cristianesimo e le invasioni barbariche. Ad Attila seguirono i Goti, poi i Longobardi. La regina longobarda Teodolinda, di fede cristiana, favorì l’evangelizzazione del territorio e aprì la "via Regina" tra Como e Chiavenna. Nel 774 Como si arrese pacificamente ai Franchi, sotto il cui dominio proseguì la sua ripresa economica e divenne sede di fiere e mercati. Era cominciata l’età feudale.
    Dalla dominazione dei Franchi trasse profitto la Chiesa locale: l'Imperatore concesse a Vescovi ed Abati possedimenti e immunità e la stessa autorità del Vescovo andò estendendosi dalla città all'esterno. Con la morte dell'ultimo discendente di Carlo Magno (888) si apre un'epoca di scontri, finita solo con l'avvento degli Ottoni, i cui interessi vengono appoggiati a Como dall'energico Vescovo Waldone. La successiva età comunale si caratterizza per le continue lotte con Milano che, gelosa della prosperità di Como, iniziò una guerra decennale (1117-1127) che finì con la sconfitta dei Lariani e con la distruzione delle mura e di alcuni borghi cittadini. Poco dopo, Como si allea col Barbarossa, e combatte con lui i Comuni (primo fra tutti, Milano) che pretendevano l'autonomia dall'Impero. Nel 1158 il Barbarossa è a Como e Milano venne distrutta. Poi ci furono la battaglia di Legnano (1176), e la pace di Costanza (1183), con cui l'Imperatore riconosceva la libertà dei Comuni. Finalmente Como sigla la pace con Milano (1186).Come nelle altre città italiane, il Comune di Como fu messo in crisi dalle feroci lotte interne tra Guelfi e Ghibellini, che spesso trascendevano il significato politico, riflettendo invece i rancori, le passioni e gli interessi delle famiglie più potenti della città. A Como si fronteggiarono a lungo le fazioni dei Vitani e dei Rusca, finché la città – prostrata dalle lunghe contese – chiese a gran voce l’intervento dei Signori di Milano. Nel 1320 Azzone Visconti costituisce la Signoria a Como e qui si distingue per l'ostentato mecenatismo. Sotto il suo governo fu costruita la "Cittadella", poderoso baluardo inserito nel mezzo del tessuto urbano. Con Gian Galeazzo, fu iniziata la costruzione del Duomo.
    Nel Quattrocento Como, avverte la trasformazione culturale che precede il Rinascimento. Frutto concreto di tale nuova concezione è l'opera di Benedetto Giovio, nato a Como nel 1471. Scrisse l’Historia Patriae, cronaca delle vicende comasche dalle origini al Rinascimento. Il fratello Paolo, vescovo, raccolse in un museo più di 400 ritratti di uomini illustri: è una delle prime raccolte antiquarie della cultura italiana. Dopo una breve dominazione francese, Como per quasi due secoli (1535-1713) dovette sopportare la dominazione spagnola, contraddistinta da un'incessante e insostenibile pressione tributaria che portò la città al decadimento delle attività commerciali, artigianali e generalmente economiche. Morto senza eredi Carlo II, si aprì una lunga contesa per il possesso della Lombardia: alla fine, coi trattati di Utrecht (1713) e di Rastadt (1714), essa fu riconosciuta agli Austriaci. La dominazione austriaca – caratterizzata, in generale, da un governo conservatore ma illuminato – risollevò in pochi decenni la regione dallo stato di torpore e di regresso. I primi passi furono compiuti, a Como, da Carlo VI, che promosse l'industria tessile e l'artigianato del mobile, nonché un fisco più equo. Nel 1740 gli successe Maria Teresa che, per rendere unitari i criteri di tassazione, promosse la creazione del catasto. Con Giuseppe II, rifiorirono le scienze e le arti: le ricche famiglie di Como facevano a gara a costruire ville sfarzose in riva al lago, affidando i progetti ad architetti di grido. Leopoldo II proseguì la promozione della vita economica cittadina, regolando l'attività delle manifatture e dei mercati e alleggerendo i dazi.
    Durante la parentesi napoleonica fu realizzata la "Napoleona", strada di collegamento verso la direttrice Varese-Milano-Cantù, ed eretto il Teatro Sociale, piccolo gioiello neoclassico. Dopo la Restaurazione, ossia nella prima metà dell'Ottocento, Como non fu sorda ai fermenti rivoluzionari europei e italiani. La svolta del 1848 è indicativa: il 20 marzo, a due giorni dall'inizio delle eroiche "Cinque giornate di Milano", la popolazione comasca insorse e costrinse alla resa la guarnigione austriaca di stanza alla caserma di San Francesco. Con la sconfitta di Carlo Alberto, la situazione si normalizzò, nonostante i tentativi di destabilizzazione di Giuseppe Mazzini, presente in Svizzera. La II guerra d'Indipendenza (1859) vide Garibaldi vincere la battaglia di San Fermo ed entrare trionfalmente in Como liberata. Dopo secoli di dominazione straniera, Como faceva finalmente parte del nuovo Regno d'Italia.


    ...personaggi...



    Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) Ufficiale di cavalleria, avvocato, consigliere dell’imperatore Vespasiano, ammiraglio. Autore della Naturalis Historia, un’opera monumentale in 37 libri, che rappresenta la raccolta più completa della conoscenza scientifica antica. Al tempo della celebre eruzione del Vesuvio del 79 d.C. (quella che distrusse Pompei) si trovava al comando della flotta del Miseno (Campania) e accorse con le sue navi in aiuto delle popolazioni in fuga. La curiosità scientifica e il senso del dovere gli furono fatali: si spinse troppo vicino al vulcano e morì soffocato dai fumi. Sulla facciata del Duomo di Como , in due splendide edicole, si possono ammirare le statue dei due Plinii, quale segno di riconoscenza della cittadinanza comasca.
    - Alessandro Volta (1747-1827). E’ sicuramente tra i comaschi più illustri, inventore della pila, scopritore del gas metano. In suo onore si chiama ‘volt’ l’unità di misura della tensione elettrica. A lui Como ha dedicato una via, una piazza con la sua statua, il liceo classico della città, un Centro di studi scientifici ed un museo, il Tempio Voltiano, in stile neoclassico, che conserva testimonianze delle sue invenzioni. Alessandro Volta è sepolto nel cimitero di Camnago. Albert Einstein un giorno disse: “la pila è la base fondamentale di tutte le invenzioni moderne”. La città di Como, i suoi dintorni e tutta la zona del lago conservano molte testimonianze e tracce della vita del grande scienziato, dalla chiesa dove fu battezzato (San Donnino) ai prototipi della pila e delle sue altre invenzioni (TempioVoltiano). Il Tempio Voltiano si trova a Como, nell’area dei giardini a lago. Brunate, dove Volta ha passato gli anni della sua infanzia, domina il lago da una collina alle spalle della città. Da qui una breve passeggiata permette inoltre di raggiungere la località di San Maurizio dove, nel 1927, centenario della morte del famoso scienziato, è stato costruito il Faro Voltiano.
    - Plinio il Giovane (61-113 d.C.) Nipote e figlio adottivo di Plinio il Vecchio, fu anch’egli avvocato e magistrato, oltre che scrittore. La sua opera principale è un corposo Epistolario in 10 libri, costituito per lo più da lettere private ad amici e letterati, che traccia un quadro molto ricco della vita del tempo e contiene anche pagine dedicate al lago e alle sue bellezze. Si dice che Plinio il Giovane possedesse ben due ville sul Lago di Como, una a Bellagio, alta sul promontorio, riservata allo studio e alla riflessione (probabilmente dove oggi troviamo Villa Serbelloni - Fondazione Rockefeller), l’altra a Lenno, in riva al lago, dedicata alle attività della caccia e della pesca (probabilmente l’attuale Villa del Balbianello). Fu governatore in Bitinia (l’attuale Turchia), dove probabilmente morì.
    - Paolo Giovio (1483-1552), vescovo, autore delle Historiae sui temporis in 45 libri, in cui trattò degli avvenimenti mondiali tra la discesa di Carlo VIII (1494) e la pace di Crepy (1554).
    - Benedetto Giovio (1471-1545), una vita dedicata agli studi di archeologia, linguistica e storia. Autore di una storia di Como dalle origini al 1532 (Historia Patria). Maestro di Tolomeo Gallio.
    - Cesare Cantù (1804-1895), fu amico di Alessandro Manzoni e di Cesare Balbo. Insegnante e deputato, fondò l’Archivio Storico Lombardo e fu il primo presidente della Società Storica Lombarda (1874), nonché autore di una Storia della città e della diocesi di Como (1829- 1831).

    (Gabry)





    RUBRICHE



    (Redazione)





    L’ISOLA NELLO SPORT


    CRONACA SPORTIVA

    Mugello: Gp Italia a Lorenzo.
    Rossi cade a 1/o giro con Bautista. Il campione del mondo in carica, Jorge Lorenzo (Yamaha) ha conquistato il Gp d'Italia nella classe MotoGP, quinta gara della stagione 2013. Sul podio anche Dani Pedrosa (Honda) e l'inglese Cal Crutchlow (Yamaha). Non hanno finito la corsa Valentino Rossi (Yamaha) caduto alla seconda curva del primo giro e Marc Marquez (Honda) che è scivolato alla Casanova Savelli a tre giri dalla fine della corsa. Marquez è stato in lotta con il compagno di squadra Dani Pedrosa per il secondo posto, ma ha poi perso il controllo della sua moto finendo nella sabbia e vanificando i suoi sforzi. Quinto al traguardo Andrea Dovizioso. L'italiano che partiva dalla prima fila con il terzo tempo ha perso il duello con il tedesco della Honda Stefan Bradl che gli ha sottratto nel finale la quarta posizione. Buon settimo posto per il collaudatore della Ducati Michele Pirro, mentre Danilo Petrucci (Ioda-Suter-BMW) ha chiuso il GP di casa a punti in 12/a posizione. La classifica iridata vede in testa ancora Dani Pedrosa (Honda) con 103 punti, seguito da Jorge Lorenza (Yamaha) con 71 punti e Marc Marquez (Honda), terzo con 77 punti.

    Classifica della gara Motogp del Gp d'Italia di motociclismo:

    1. Jorge Lorenzo (Spa-Yamaha) 41:39.733

    2. Dani Pedrosa (Spa-Honda) 41:45.133

    3. Cal Crutchlow (Gbr-Yamaha) 41:46.145

    4. Stefan Bradl (Ger-Honda) 41:59.054

    5. Andrea Dovizioso (Ita-Ducati) 41:59.273

    6. Nicky Hayden (Usa-Ducati) 42:06.054

    7. Michele Pirro (Ita-Ducati) 42:17.877

    8. Aleix Espargaro (Spa-Aprilia) 42:19.535

    9. Bradley Smith (Gbr-Yamaha) 42:19.976

    10. Hector Barbera (Spa-Ftr) 42:28.125

    Classifica mondiale piloti:

    1. Dani Pedrosa (Spa-Honda) 103 punti

    2. Jorge Lorenzo (Spa-Yamaha) 91

    3. Marc Marquez (Spa-Honda) 77

    4. Cal Crutchlow (Gbr-Yamaha) 71

    5. Andrea Dovizioso (Ita-Ducati) 50

    6. Valentino Rossi (Ita-Yamaha) 47

    7. Nicky Hayden (Usa-Ducati) 45

    8. Alvaro Bautista (Spa-Honda) 38

    9. Stefan Bradl (Ger-Honda) 30

    10. Aleix Espargaro (Spa-Aprilia) 28.(Ansa)




    Brasile-Inghilterra, pari spettacolo nel nuovo Maracanà.
    Finisce 2-2 la prima nel mitico stadio dopo la ricostruzione. Verdeoro avanti con fred, soprasso inglese con Chamberlain e Rooney prima del definitivo pareggio di Rooney. Germania, sia pure in formazioone sperimentale, sconfitta 4-3 dagli Stati Uniti

    RIO DE JANEIRO - Un pareggio spettacolo per inaugurare il nuovo Maracanà. Finisce 2-2 l'amichevole di lusso tra Brasile e Inghilterra dopo una gara dai due volti: dominio verdeoro nella prima frazione chiusa senza reti, poi fuochi artificiali nella ripresa. Monologo brasiliano all'inizio, ma un grande Joe Hart chiude ogni varco agli attaccanti verdeoro. Il portiere del Manchester City compie un primo miracolo su Neymar, alla mezz'ora il suo doppio intervento su Hulk e Filipe Luis, quindi è prodigioso su Oscar.

    Hodgson toglie Baines per inserire Ashley Cole, alla presenza numero 103 con la nazionale, e nella ripresa
    i Tre Leoni danno segnali di risveglio anche se la manovra pecca della dovuta precisione. Al 12' la Selecao passa: la conclusione del laziale Hernanes, entrato dopo l'intervallo, colpisce la traversa, la palla arriva sui piedi di Fred che non perdona. La reazione dell'Inghilterra è in un colpo di testa di Rooney fuori bersaglio ma al 21' ecco il pari firmato da Oxlade-Chamberlain: un esterno destro potente e preciso che non lascia scampo a Julio Cesar. Quindi al 33' completa la rimonta grazie a Rooney, che con un gran tiro dalla distanza (deviato da Fernando) sigla il 2-1. L'illusione inglese dura appena tre minuti, tanto basta a Paulinho, talentuoso centrocampista del Corinthians che piace tanto all'Inter, per rimettere le cose a posto con un bel destro in mezza girata.

    Male la Germania, che sia pure in formazione sperimentale, viene sconfitta dagli Stati Uniti dell'ex Jurgen Klinsmann in un'amichevole giocata a Washington. Senza i giocatori di Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Stoccarda, il Mannschaft di Loew viene superato 4-3. La nazionale a stelle e strisce piazza un terribile uno-due tra il 13' e il 16' (Altidore e autorete clamorosa del portiere Ter Stegen che non controlla un retropassaggio). A inizio ripresa Westermann prova a riaprire la gara, ma si scatena Dempsey con una doppietta (60' e 64') che mette al tappeto i tedeschi. Nel finale moto d'orgoglio della Germania con Kruse (79') e Draxler (81') ma gli Usa la spuntano.. (Repubblica.it)




    Perez rieletto presidente Real Madrid.
    Bernabeu saluta Mourinho con fischi. Florentino Perez è stato rieletto presidente del Real Madrid. "Nella misura in cui è stato presentato un solo candidato, il comitato elettorale del Real dichiara Florentino Perez presidente" si legge nel comunicato apparso sul sito del club. Perez guida il Real Madrid dal 2009, in precedenza l'aveva presieduto dal 2000 al 2006.

    BERNABEU SALUTA MOURINHO CON FISCHI - Sonori fischi da gran parte dello stadio Santiago Bernabeu. Così i tifosi del Real Madrid hanno salutato l'addio di José Mourinho alla loro squadra, oggi in campo contro l'Osasuna per la 38/a e ultima giornata della 'Liga'. Il nome di 'Mou' è stato fischiatissimo al momento della lettura delle formazioni. Il portoghese è entrato in campo subito dopo l'inizio della partita, per evitare di essere immortalato dai fotografi, ma ha provocato ugualmente un'autentica ressa di 'media' a bordo campo, di cui si è lamentato con gesti verso l'arbitro, che ha interrotto la partita per un minuto e mezzo, e Mourinho è stato fischiato anche in questi momenti. Quando poi una parte minoritaria dello stadio ha cercato di intonare dei cori a favore del tecnico portoghese, ci sono stati altri segni, e soprattutto suoni, di disapprovazione.(Ansa)




    Nba: Miami ko, semifinale est a gara-7.
    Indiana batte Miami 91-77 e va sul 3-3. Non sono state sufficienti sei partite per individuare la finalista Nba per la Eastern Conference: ieri sera infatti Indiana ha battuto Miami 91-77 portandosi quindi sul punteggio di perfetta parità, e rinviando alla gara decisiva di lunedì a Miami per stabilire chi andrà in finale. Il Miami che guidava le serie di semifinale 3-2 ha buttato via la possibilità di mettere al tappeto gli avversari e agguantare la finalissima per il terzo anno consecutivo, andando a giocarsela con il San Antonio. Dopo aver dominato la prima metà della gara, il Miami si è fatto superare in rimonta dall'Indiana. Hanno pesato molto nel risultato le scarse prestazioni di Dwyane Wade e Chris Bosh. Al Miami non sono bastati nemmeno i 29 punti messi a segno da Lebron James "Non abbiamo giocato la nostra migliore partita -ha dichiarato dopo l'incontro il tecnico dell'Indiana Frank Vogel. Ora ci stiamo preparando a giocare la nostra migliore partita in gara 7". "Tutti noi siamo rimasti molto delusi, ci siamo fatti sfuggire dalle mani l'occasione della vittoria" ha commentato il tecnico del Miami Erik Spoelstra, che ha aggiunto di sentire sulle sue spalle la responsabilità di questa sconfitta". Tutto rimandato dunque alla gara 7 di lunedì.(Ansa)

    (Gina)



    MOSTRE E...... SAGRE

    Alla scoperta dell'arte e delle tradizoni



    MOSTRE



    MOSTRE

    Marguerite Yourcenar.
    Adriano, l’antichità immaginata



    La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ha inaugurato a Villa Adriana una mostra interamente dedicata alla scrittrice franco-belga Marguerite Yourcenar (1903-1987), colei che più di tutti ha contribuito a rendere famosa nel mondo la residenza dell’imperatore Adriano a Tivoli con il suo capolavoro ‘Memorie di Adriano’. Dal 28 marzo al 3 novembre, la mostra Marguerite Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata ripercorre l’iter creativo del romanzo e mette a fuoco il profondo lavoro di studio della scrittrice sull’antichità classica, esponendo nelle sale dell’Antiquarium carteggi, fotografie d’epoca, sculture e incisioni. La mostra ne illustra la vita e l’opera letteraria attraverso una nutrita congerie di documenti, fotografie, carteggi, ricordi di vecchi testimoni e interviste RAI. Importantissima la sezione dedicata ai rapporti tra la scrittrice e l’antico con la meticolosa opera di ricerca delle fonti e della cultura materiale romana e greca attraverso l’apporto della consulente Raissa Calza, la visita ai siti più famosi dell’antichità, la visione delle opere d’arte e, naturalmente, la visita a Villa Adriana.
    Infine verrà offerta ai visitatori un’analisi della genesi e della fortuna del suo celebre romanzo con un focus sugli adattamenti teatrali delle Memorie tra le quali la fortunata riduzione di Jean Launay per la regia di Maurizio Scaparro e l’interpretazione di Giorgio Albertazzi.

    La mostra è accompagnata da un volume di saggi riccamente illustrati edito da Electa. Il volume riccamente illustrato pubblicato da Electa in occasione della mostra a Villa Adriana Marguerite Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata ripercorre i luoghi e le opere che ispirarono il suo capolavoro, Memorie di Adriano.Un’ampia sezione del libro è dedicata alla passione italiana della Yourcenar rivelata dai suoi numerosi viaggi e dalle affinità elettive con alcuni amici italiani evocata da una documentazione talora inedita (oggetti personali, fotografie, lettere). Al contempo viene approfondita la genesi letteraria e la fortuna editoriale del romanzo fino alle più recenti trasposizioni teatrali. Il volume è arricchito da contributi scritti espressamente dai più autorevoli membri della Société Internationale d’Etudes Yourcenariennes mentre gran parte della documentazione, anche fotografica, è stata riprodotta grazie alla collaborazione del Petite Plaisance Trust e del Centro Documentazione Marguerite Yourcenar di Roma.L’ultima sezione del volume riunisce una serie di “cammei” di carattere storico, archeologico, artistico, letterario, filosofico, antiquario che ricostruiscono la visione della scrittrice di Adriano e della sua epoca, senza tralasciare le ripercussioni che gli eventi del Novecento ebbero su tale idea della grecità e della romanità.


    ........

    ORARIO MOSTRA:
    10.00 – 18.00 (28-29-30 marzo);
    10.00 - 18.30 (31 marzo/aprile e settembre)
    10.00 – 19.00 (maggio, giugno, luglio, agosto)
    10.00 - 18.00 (dal 1° ottobre all’ultimo sabato di ottobre)
    10.00 – 16.30 (dall’ultima domenica di ottobre al 3 novembre)

    Apertura Area Archeologica ore 9.00; chiusura 30’ dopo la chiusura della mostra
    La biglietteria chiude un'ora e mezza prima della chiusura dell’Area Archeologica

    BIGLIETTI: 11 € intero; 7 € ridotto, fatte salve le agevolazioni previste dal regolamento di ingresso ai luoghi della cultura italiani

    INFORMAZIONI: 06 39967900 – www.coopculture.it



    FESTE e SAGRE






    TEATRI



    « Esco ora dalla Scala… È per me il primo teatro del mondo, perché è quello che procura dalla musica i maggiori piaceri… Quanto all’architettura, è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo »
    (Stendhal, 26 settembre 1816)


    IL TEATRO DELLA SCALA


    Il Teatro alla Scala di Milano è uno dei teatri più famosi al mondo: da oltre duecento anni ospita artisti internazionalmente riconosciuti ed è stato committente di opere tutt'ora presenti nei cartelloni dei teatri lirici di tutto il mondo. È situato nell'omonima piazza, affiancato dal Casino Ricordi, oggi sede del Museo teatrale alla Scala.

    Nel proprio progetto, ispiratosi al Teatro di corte della Reggia di Caserta di Vanvitelli, il Piermarini ne modificò curvatura e strutture decorative in modo da migliorarne l'acustica: la sala divenne immediatamente il modello per il "teatro all'italiana", la cui forma a "ferro di cavallo" venne in seguito impiegata in molti teatri d’Europa come la Staatsoper di Vienna (1869), il Palais Garnier a Parigi (1875), la Royal Opera House di Londra (1858).
    La facciata principale è la parte del teatro che ha subito, rispetto al progetto originario, il minor numero di modifiche.
    L'unica aggiunta è stata quella dei due piccoli corpi laterali sormontati da terrazzi (1835), i quali, se alterano lievemente la visione laterale rompendo la scansione dei tre diversi volumi della facciata, fanno salva la percezione frontale.

    « Con mia grande sorpresa vidi che stavano demolendo una chiesa per far posto ad un teatro »
    (Thomas Jones)


    ...la storia...


    La storia della Scala di Milano inizia nel 1776 quando un incendio distrusse il Regio Ducal Teatro, ospitato nel cortile di Palazzo Reale. Un decreto dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria affidò a Giuseppe Piermarini l’incarico di costruirne uno nuovo. Il luogo prescelto fu quello della Chiesa di Santa Maria alla Scala, che fu demolita per fare posto al teatro. I lavori di demolizione della collegiata di Santa Maria iniziarono il 5 agosto 1776, il 28 maggio 1778 si svolsero le prime prove di acustica e il 3 agosto, alla presenza del governatore di Milano, l'arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este, venne inaugurato il “Nuovo Regio Ducal Teatro” con la prima rappresentazione assoluta de L'Europa riconosciuta di Salieri. Il Piermarini, per il suo progetto, si ispirò alla Reggia di Caserta. Il libretto, opera dell'abate Mattia Verazzi, fu pensato per dare spazio ad arie ricche di virtuosismi, ed è caratterizzato dai numerosi duetti, terzetti e complessi finali d'atto. La sera del 3 agosto, tra gli spettatori c'era anche Pietro Verri, il quale scrisse al fratello Alessandro, in quel periodo a Roma: «la pompa dei vestiti è somma, le comparse ti popolano il palco di più di cento figure e fanno il loro dovere... gli occhi sono sempre occupati». Particolarmente suggestivo risultò l'inizio in medias res, «mentre te ne stai aspettando quando si dia principio, ascolti un tuono, poi uno scoppio di fulmine e questo è il segnale perché l'orchestra cominci l'ouverture, al momento s'alza il sipario, vedi un mare in burrasca».
    Allietarono gli intervalli i balli Pafio e Mirra, o sia I prigionieri di Cipro, musica di Salieri, coreografia di Claudio Legrand, e Apollo placato, musica di Luigi de Baillou, coreografia di Giuseppe Canziani. Il Piermarini, per il suo progetto, si ispirò alla Reggia di Caserta. Il Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala fu inaugurato il 3 agosto 1778 con la prima assoluta de L’Europa Riconosciuta di Salieri. La costruzione del teatro fu finanziata da un gruppo di famiglie milanesi che continuavano a sostenerlo e ne detenevano la proprietà attraverso le quote dei palchi. A quel tempo il teatro era usato non solo come luogo di spettacolo, ma anche per gestire la propria vita sociale. I proprietari dei palchi vi ospitavano invitati, mangiavano e, nel ridotto, giocavano d’azzardo. Tutto questo mentre sul palco si svolgevano gli spettacoli. Il che lascia capire con quale attenzione venissero seguiti!

    Le prime stagioni del Teatro alla Scala di Milano, fino agli anni Venti dell’800, videro rappresentate le opere dei migliori compositori dell’epoca. Il problema maggiore nell'organizzare le stagioni era mantenere acceso l'interesse degli spettatori, molto spesso distatti, nei palchi, in altre faccende. Essendo lo sfarzo dell‘Europa riconosciuta a lungo andare economicamente insostenibile, già nel secondo anno di attività si diede spazio all'opera buffa, della quale il maggior interprete, il basso Francesco Benucci, calcò spesso le scene scaligere. Grande successo ebbero alla Scala i castrati, sopranisti e contraltisti, tra i quali si possono ricordare Gaspare Pacchierotti, Asterio nell'opera di apertura, Luigi Marchesi, Girolamo Crescentini, di lì a qualche decennio sostituiti dalle primedonne (tra le prime, le celeberrime Giuseppina Grassini ed Elisabetta Gafforini).
    Quanto ai compositori, oltre a Salieri, forse imposto dall'alto e comunque raramente chiamato, si possono in questi primi anni ricordare Domenico Cimarosa, Giovanni Paisiello, Nicola Antonio Zingarelli, Luigi Cherubini, Ferdinando Paër, Johann Simon Mayr, Gioachino Rossini, Giacomo Meyerbeer.
    Durante la primavera e l'estate del 1807, le stagioni furono trasferite alla Canobbiana a causa di importanti lavori di rifacimento delle decorazioni interne, ridisegnate secondo il gusto neoclassico mentre nel 1814, a seguito della demolizione di alcuni edifici tra i quali il convento di San Giuseppe, venne ampliato il palcoscenico secondo il progetto di Luigi Canonica.
    Un grande lampadario con ottantaquattro lumi a petrolio, disegnato dallo scenografo Alessandro Sanquirico, venne appeso al centro del soffitto nel 1823. Contrastanti furono le reazioni: contro i sostenitori dell'innovazione alzava la voce chi riteneva che il lampadario illuminasse troppo la sala, permettendo agli sguardi indiscreti di penetrare nell'intimità dei palchi. Negli anni venti fecero la loro comparsa le opere di Saverio Mercadante, di Gaetano Donizetti e soprattutto del siciliano Vincenzo Bellini, sul quale Barbaja punterà negli anni della propria gestione. È percepibile però la "regia occulta" dell'editore Ricordi che, in forza del suo privilegio di copista prima, di editore poi, delle opere rappresentate alla Scala, oltre che del fondo dei manoscritti del teatro acquistato già nel 1825, influenzò fortemente la scelta dei compositori a cui venivano commissionate riprese e nuove produzioni. Nel 1830, le fasce tra gli ordini tra i palchi vennero decorate, sempre su indicazione del Sanquirico, con rilievi dorati e Francesco Hayez realizzò una nuova decorazione della volta della sala, visibile ancora nel 1875, quando fu sostituita da una decorazione a grisaille. Nel 1835, su progetto di Pietro Pestagalli, vennero aggiunti nella facciata due piccoli corpi laterali sormontati da terrazzi. Nel 1839 iniziò la stagione di Verdi, che però dal 1945, per vent’anni, non presenterà più opere al Teatro alla Scala a causa dei suoi contrasti con gli impresari che non venivano incontro alle sue richieste.

    Nel 1898 la Scala di Milano divenne una Società Anonima presieduta da Guido Visconti di Modrone. La direzione artistica fu affidata ad Arturo Toscanini, che portò Wagner, Berlioz ma anche compositori contemporanei come Mascagni e Boito. Il primo periodo di Toscanini alla Scala fu segnato dal profondo interesse del direttore per Richard Wagner, ma anche per Meyerbeer e Berlioz. Fra i compositori contemporanei, catalizzarono la scena scaligera Mascagni, Franchetti, Boito. Il 21 aprile 1889, con la prima di Edgar, fece il proprio esordio il giovane Giacomo Puccini, ottenendo un successo cordiale ma non propriamente caloroso. Un clamoroso fiasco fu invece, qualche anno dopo, la prima della Madama Butterfly (1904). Mentre Toscanini lasciò il teatro il 14 aprile 1903, Gatti Casazza rimase fino al 1907, anno in cui dispose l'arretramento del palcoscenico per far spazio alla cosiddetta "buca", parzialmente nascosta dalla ribalta. Prima di allora i musicisti e il direttore d'orchestra non avevano un loro posto ma suonavano davanti al pubblico, ostruendo spesso la visibilità dalla platea. Durante le feste mondane l'orchestra suonava invece sul palcoscenico per lasciar maggior spazio alle danze. Nel 1909, il quinto ordine di palchi fu trasformato nell'attuale "prima galleria" per permettere a più spettatori, non proprietari di palchi, di assistere agli spettacoli.

    Nel 1920, grazie alla rinuncia del diritto di proprietà sia da parte dei palchettisti che del Comune, venne fondato l’Ente Autonomo Teatro alla Scala e fu costituita l’Orchestra del Teatro alla Scala, formata da musicisti selezionati con criteri rigorosissimi e assunti a tempo indeterminato. Alla direzione musicale tornò ancora Toscanini. Nel 1929 il governo fascista si assunse il potere di nomina del Presidente dell’Ente. Per questa ragione, e per essere stato schiaffeggiato dopo il rifiuto a suonare Giovinezza, Toscanini rinunciò nuovamente all’incarico e si trasferì a New York. Nell’agosto del 1943 la Scala fu demolita in buona parte da un bombardamento. La ricostruzione fu avviata subito e terminò nell’immediato dopoguerra, nel 1946. L’inaugurazione della nuova sala fu affidata a Toscanini, che fu accolto trionfalmente, e il “Concerto della Ricostruzione” rimase nella storia di Milano.
    L'11 maggio 1946 alle ore 21:00 "precise", come si legge sul cartellone, Toscanini inaugurò la nuova sala, dirigendo l'ouverture de La gazza ladra, il coro dell'Imeneo, il Pas de six e la Marcia dei Soldati del Guglielmo Tell, la preghiera del Mosè in Egitto, l'ouverture e il coro degli ebrei del Nabucco, l'ouverture de I vespri siciliani e il Te Deum di Verdi, l'intermezzo e estratti dall'atto III di Manon Lescaut, il prologo ed alcune arie del Mefistofele. Il "concerto della ricostruzione", che vide tra gli interpreti anche Renata Tebaldi, fu un evento storico per tutta Milano. Come scrisse Filippo Sacchi:
    « quella sera [Toscanini] non dirigeva soltanto per i tremila che avevano potuto pagarsi un posto in teatro: dirigeva anche per tutta la folla che occupava in quel momento le piazze vicine, davanti alle batterie degli altoparlanti »
    Gli anni ’50 vanno ricordati per il pubblico diviso tra i partigiani della Callas e della Tebaldi e per il debutto di Herbert Von Karajan. Nel 1967 il Teatro alla Scala di Milano diventa, per volere dello stato italiano, Ente Lirico Autonomo, con un sovrintendente nominato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel 1986 arriva Riccardo Muti che promuoverà riscoperte di autori come Cherubini e Willibald, con regie di ricerca e di rinnovamento.

    Nel 1996 una legge dello Stato italiano ha trasformato l’Ente Autonomo nella Fondazione Teatro alla Scala, una fondazione di diritto privato senza scopo di lucro. Tra il 2002 e il 2004 il Teatro è stato profondamente ristrutturato con un progetto innovativo dell’architetto Mario Botta. Per l’inaugurazione Riccardo Muti ha voluto riportare sul palcoscenico L’Europa Riconosciuta di Antonio Salieri, che aveva inaugurato il Teatro nel 1776. Attualmente la sovrintendenza è affidata a Stéphane Lissner e la direzione musicale a Daniel Barenboim, che è anche direttore dell’Opera di Stato di Berlino.

    (Gabry)





    PAROLE IN MUSICA



    Parole In Musica

    hqdefault




    Salvami e allunga le tue mani verso me
    prendimi e non lasciarmi sprofondare
    salvami ed insegnami ad amare come te
    e ad essere migliore

    E va sempre così
    che tanto lei non ritorna
    e va sempre così
    aspetti il sole e cade pioggia
    e va sempre così
    che credi di aver tempo
    e invece è già

    (Modà..Salvami)