IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 4° ... SETTIMANA 020 ...

LUNEDI' 13 MAGGIO - DOMENICA 19 MAGGIO 2013

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    BUONGIORNO GIORNO … BUON GIOVEDI' ISOLA FELICE …


     
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    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    Le Poesie più belle di tutti I tempi

    Poesie di primavera

    Primavera

    Conosco una città
    dove la primavera arriva
    e se ne va
    senza trovare un albero
    da rinverdire,
    un ramo da far fiorire
    di rosa o di lillà:
    Per quelle strade murate
    come prigioni
    la poveretta s'aggira
    con le migliori intenzioni:
    appende un po' di verde
    ai fili dei tram,
    ai lampioni,
    sparge dei fiori
    davanti ai portoni
    (e dopo un momentino
    se li riprende il netturbino).
    Altro da fare
    non le rimane,
    per settimane e settimane,
    che dirigere il traffico
    delle rondini, in alto,
    dove la gente
    non le vede e non le sente.
    Di verde in quella città
    (e dirvi il suo nome non posso)
    ci sono soltanto i semafori
    quando non segnano rosso.

    (GIANNI RODARI)



    Favole Dal Web

    Una notte in Paradiso

    C'erano una volta due grandi amici che dal bene che si volevano avevano fatto questo giuramento: chi si sposa per primo dovrà chiamare l'amico per compare d'anello, anche se si trovasse in capo al mondo.
    Dopo un po', uno dei due amici muore. L'altro, dovendosi sposare, non sapeva come fare, e chiese consiglio al confessore.
    -Brutto affare, - disse il pievano, - tu la tua parola devi mantenerla. Invitalo anche se è morto. Va' alla tomba e digli quello che gli devi dire. Sta poi a lui venire o no.
    Il giovane andò alla tomba e disse: - Amico, è venuto il momento; vieni a farmi da compare d'anello!
    S'aperse la terra e saltò fuori l'amico. - Sí che vengo, devo pur mantenere la promessa, perché se non la mantengo mi tocca stare chissà quanto tempo in Purgatorio.
    Vanno a casa, e dopo in chiesa per lo sposalizio. Poi ci fu il banchetto di nozze e il giovane morto cominciò a raccontare storie d'ogni genere, ma di quel che aveva visto all'altro mondo non ne faceva parola. Lo sposo non vedeva l'ora di fargli delle domande, ma non ne aveva il coraggio. Alla fine del banchetto, il morto s'alza e dice:
    - Amico, visto che t'ho fatto questo piacere, dovresti venire ad accompagnarmi un pezzetto.
    -Certo, perché no? Però, senti, solo un momentino, perché, sai, è la prima notte con la mia sposa...
    - Ma sí, come vuoi!
    Lo sposo diede un bacio alla sposa. - Vado fuori un momento e torno subito, - e uscí col morto. Chiacchierando del piú e del meno arrivarono alla tomba. S'abbracciarono. Il vivo pensò: " Se non glielo domando ora non glielo domando piú ", si fece coraggio e gli disse:
    - Senti, vorrei chiederti una cosa, a te che sei morto: di là, come si sta?
    -Io non posso dire nulla, - fece il morto. - Se vuoi sapere vieni anche tu in Paradiso.
    La tomba s'aperse, e il vivo seguí il morto. E si trovarono a essere in Paradiso. Il morto lo condusse a vedere un bel palazzo di cristallo con le porte d'oro e dentro gli angeli che suonavano e facevano ballare i beati, e San Pietro che suonava il contrabbasso. Il vivo stava a bocca aperta e chissà quanto sarebbe rimasto lí se non avesse avuto da vedere tutto il resto.
    - Vieni in un altro Posto, adesso! - gli disse il morto, e lo portò in un giardino in cui gli alberi invece di foglie avevano uccelli di tutti i colori che cantavano.
    - Andiamo avanti, cosa fai lí incantato! - E lo portò in un prato in cui ballavano gli angeli, allegri e dolci come innamorati.
    - Ora ti porto a vedere una stella! - Sulle stelle non si sarebbe mai stancato di guardare; i fiumi invece che d'acqua erano di vino e la terra era di formaggio.
    Tutto a un tratto
    si riscosse: - Di', compare, sarà già qualche ora che sono quassú. Bisogna che torni dalla sposa che sarà in pensiero.
    - Sei già stufo? - Stufo? Sí: stesse a me...
    -E ce ne sarebbe ancora da vedere!
    -Lo credo, ma è meglio che vada.
    -Bene, come vuoi, - e il morto lo riaccompagnò fino alla tomba e poi sparí.
    Il vivo uscí dalla tomba, e non riconosceva piú il cimitero. Era tutto pieno di monumenti, statue, alberi alti. Esce dal cimitero e invece di quelle casette di sassi tirate su alla meglio, vede dei gran palazzi, e tranvai, automobili, aeroplani. " Dove diavolo sono? Ho sbagliato strada? Ma com'è vestita questa gente? "
    Domanda a un vecchietto: - Galantuomo, questo paese è ... ?
    - Si, si chiama cosí, questa città.
    -Bene, non so perché, non mi ritrovo. Sapete dirmi dov'è la casa di quello che si è sposato ieri?
    -Ieri? Mah, io faccio il sagrestano, e posso dire che ieri non s'è sposato nessuno!
    -Come? Io, mi son sposato! - e gli raccontò che aveva accompagnato in Paradiso il suo compare morto.
    -Ti sogni, - disse il vecchio. - Questa è una vecchia storia che raccontano: dello sposo che ha seguito il compare nella tomba e non è piú tornato, e la sposa è morta dal dolore.
    -Ma no, lo sposo sono io!
    -Senti, l'unica è che tu venga a parlare qui col nostro Vescovo.
    - Vescovo? Ma qui in paese c'è solo il pievano.
    -Che pievano? Sono tanti di quegli anni che qui ci sta il Vescovo -. E lo portò dal Vescovo.
    Il Vescovo, quando il giovane gli raccontò cosa gli era successo, si ricordò di una storia sentita da ragazzo. Prese i libri, cominciò a sfogliarli: trent'anni fa, no; cinquant'anni, no; cento, no; duecento, no. E continua a scartabellare. Alla fine, su una carta tutta rotta e bisunta, trova proprio quei nomi.
    - È stato trecent'anni fa. Quel giovane è scomparso nel cimitero e la sua sposa è morta di dolore. Leggi qui se non ci credi!
    - Ma sono io!
    -E sei stato all'altro mondo? Raccontami, raccontami qualcosa!
    Ma il giovane diventò giallo come la morte e cadde in terra. Cosí morí, senza poter raccontare nulla di quel che aveva visto.

    (Italo Calvino)

    ATTUALITA’

    Botte a bimbi asilo a Roma, arrestate due maestre.
    Insegnante e direttrice scuola materna pubblica arrestate per maltrattamenti e percosse ai bimbi. Una maestra e la coordinatrice di una scuola per l'infanzia a Roma arrestate dalla polizia per maltrattamenti e percosse a bambini. Gli agenti del commissariato San Basilio, diretti da Adriano Lauro, hanno dato esecuzione agli arresti domiciliari a seguito di una serie di indagini coordinate dalla Procura di Roma.

    Sono diversi i comportamenti violenti e denigratori nei confronti dei bimbi dell'asilo a Roma, dove sono state arrestate una maestra e la coordinatrice. Tra questi, quella di un bimbo colpevole di essersi fatto la pipì nei pantaloni e per questo costretto dalla maestra ad inginocchiarsi e ad asciugarla con un fazzoletto di carta, dopo essere stato minacciato, davanti agli altri bambini, di fargliela pulire con la faccia.

    Il ministero dell'Istruzione ha disposto un'ispezione alla scuola dell'Infanzia San Romano dove stamani sono state arrestate la coordinatrice e una maestra dopo accuse di maltrattamenti ai bambini. Il Ministro Maria Chiara Carrozza, segue con attenzione gli sviluppi della vicenda.

    INSULTI AD ALUNNI CON PSICO-DISAGI EPITETI COME 'SCEMO' O 'ZOZZO' - Le umiliazioni verbali della maestra dell'asilo di Roma, arrestata dalla polizia, riguardavano anche bambini portatori di disagi e difficoltà psicoinfantili, che venivano apostrofati come 'scemo', 'zozzo' o 'bastardo'. Secondo l'ordinanza di arresto, sono stati tanti gli eventi in cui la maestra è ricorsa alla violenza per ottenere l'obbedienza degli alunni, che vivevano in un clima di terrore. Alcuni bimbi, solitamente i più grandi, erano incitati alla violenza e alla denigrazione nei confronti degli altri.

    DURANTE L'ARRESTO MAESTRA RIDEVA - Sorrideva con sarcasmo di fronte agli agenti, durante l'arresto, la maestra arrestata dalla polizia con le accuse di maltrattamenti e percosse nei confronti di alcuni bimbi di una scuola materna a Roma. E' quanto si è appreso da ambienti investigativi. La direttrice della scuola, invece, è apparsa sbigottita al momento dell'arresto e credeva che si trattasse di uno scherzo o di un'inganno. "Non siete poliziotti veri", avrebbe detto. Le donne arrestate sono sposate e hanno entrambe delle figlie. A parlare delle violenze a qualche genitore, in una classe di una ventina di alunni, sarebbero stati anche alcuni bimbi.

    UNA MADRE, MAESTRA E' DISTRUTTA. MIO FIGLIO LA ADORA - "Mio figlio adora questa persona che é un'amica di famiglia. Finché non vedo il video non ci credo. Io ho parlato con la maestra, non sa di che cosa l'hanno accusata, è una donna distrutta. Noi vogliamo vedere il video". E' quanto dichiarato ai microfoni di Tgcom24 dalla madre di uno dei bambini dell'asilo San Romano di Roma e amica della maestra arrestata.

    BIDELLA,SCHIAFFI A BIMBI DISABILI 'SI E' ACCORTA DI ME E HA DETTO 'VOLEVO DARGLI UNA CAREZZA' - Ordinava ai bambini di dare schiaffi ai compagni e ha preso di mira anche un alunno con disagi psico-fisici, Franca Mattei, la maestra della scuola di infanzia di Roma arrestata per maltrattamenti. Nel racconto di una bidella, che ha denunciato ai pm della Procura di Roma quanto accadeva nell'istituto, si fa riferimento ai molti episodi di violenza avvenuti. "Un giorno un dei bambini (affetto da problemi psico-fisici) doveva fare la pipì – racconta la bidella ai pm -. La Mattei lo mette seduto sulla tazza, poi comunque lui è un bambino, non e’ che se tu gli dici stai buono lui sta buono…. Lei ad un certo punto gli da un 'pizzone' in faccia. Poi si vede che lei si è resa conto che comunque c'ero io, si è girata e mi ha detto: 'Oddio, mi sono sbagliata, gli volevo dare una carezza', e io le ho detto: 'Ma tra schiaffo e una carezza c'é una differenzà ".

    INCASTRATE DA TELECAMERE IN AULA - Sono state incastrate dalle telecamere la maestra e la direttrice della scuola materna di Roma arrestate per maltrattamenti e percosse ai bambini. Dopo aver ascoltato i testimoni, gli inquirenti avevano disposto un'attività d'indagine tecnica, con telecamere installate in aula, che hanno fornito riscontri oggettivi sugli indizi di colpevolezza. Dalle indagini è anche emerso che, nonostante la maestra fosse stata più volte criticata e ripresa anche dalle sue colleghe per i suoi 'metodi educativi', continuava nei suoi comportamenti perché coperta dalla direttrice, l'altra donna oggi arrestata dalla polizia. Nel corso del tempo, il personale scolastico, docenti e non, che denunciava i comportamenti dell'insegnante alla direttrice in alcuni casi sarebbe stato emarginato dall'ambiente. La direttrice, infatti, avrebbe cercato di mettere tutto a tacere senza prendere alcun provvedimento e avrebbe fatto ricorso anche a forme di intimidazioni e ritorsioni nei confronti di chi accusava la maestra.

    DURAVA DA ANNI,PICCHIATO BAMBINO AUTISTICO - Il comportamento violento e umiliante nei confronti degli alunni tenuto dalla maestra oggi arrestata a Roma durava da molti anni ed è stato adottato fino a pochi giorni prima dell'arresto. La donna, madre di due figli, ha insultato e picchiato anche un bimbo autistico. E' quanto emerso dalle indagini nei confronti di una delle maestre della scuola materna San Romano, nella Capitale, arrestata dalla polizia. La donna si accaniva contro i bimbi che disobbedivano o facevano i capricci. A volte le botte arrivavano anche senza alcun motivo apparente.

    E' UNA SCUOLA PUBBLICA MALTRATTATI HANNO 4 ANNI- E' una scuola pubblica materna di San Romano, l'istituto dove a Roma sono state arrestate la coordinatrice, di 63 anni, e una maestra, di 57, con le accuse di maltrattamenti e percosse. Le vittime hanno quattro anni. A segnalare per primi gli episodi sono stati alcuni colleghi delle arrestate e alcuni genitori dei bimbi

    GENITORI A SCUOLA,RITIRIAMO FIGLI 'VOGLIAMO VERITA'- Diversi genitori della scuola materna nella quale lavoravano le due maestre arrestate si sono radunati davanti all'istituto per chiedere spiegazioni. Alcuni si dicono intenzionati a ritirare questa mattina i figli dalla scuola San Romano, che si trova nel quartiere popolare Tiburtino. "Vogliamo sapere la verità, siamo increduli, cadiamo dalle nuvole", spiegano alcuni genitori.(Ansa)




    Al Bano, 70 anni del 'leone' di Cellino.
    'Ai figli insegno sacrifici. Padre Pio? Errore ostensione'. "Il sacrificio come esercizio quotidiano": è il motto di Al Bano Carrisi, 70 anni il prossimo 20 maggio, ed è l'insegnamento che il cantante di Cellino San Marco cerca di trasmettere ai suoi figli. Una vita spesa tra musica, Puglia, famiglia, successo e palcoscenici di mezzo mondo. Una carriera costellata da hit popolari, in tandem con l'ex moglie Romina Power, poi da solo. Quattro figli dal matrimonio con la figlia di Tyrone Power e Linda Christian e due da Loredena Lecciso, Al Bano ironizza: "Non mi sono fatto mancare niente". Ha al suo attivo persino una improbabile causa per plagio, vinta, contro Michael Jackson.

    "In questi anni ho imparato a vivere - spiega in un'intervista all'ANSA -: dedicherò i prossimi 70 a mettere in atto questa esperienza". Ha rimpianti? "Nessuno - risponde -, il rimpianto non serve ed è solo male che fai a te stesso. Alcune cose sono state fantastiche, altre no". Crede nel sacrificio perché, dice, "aiuta a capire e ad assaporare la vita". Non è pessimista se pensa al futuro dei suoi figli "che sono l'amore più grande". Non è certo che la crisi di oggi sia un problema insormontabile. "Ho vissuto un'Italia in cui veramente il lavoro non c'era e c'era miseria. Oggi se vai negli aeroporti sono pieni, i ristoranti sono tutti pieni, idem i cinema", aggiunge. In passato, osserva il cantante di origini contadine, "c'era una vera crisi esistenziale, erano tempi in cui trovare lavoro o partire era difficile. Oggi forse si esagera, anche i mass media... Lo dico perché ho vissuto anni duri, in cui i treni arrivavano vuoti al sud e trasportavamo braccia e menti al nord. Era un viaggio verso l'ignoto, non sapevi dove saresti andato e chi avresti incontrato".

    A 70 anni 'il leone' di Cellino appare più coriaceo che mai. "Basta darsi da fare - dice - perché, se l'Italia riesce a dare lavoro anche a 6 milioni di 'nuovi italiani', allora c'é ancora spazio per la speranza. Ai miei figli - racconta - insegno a faticare. L'italiano negli ultimi tempi è stato coccolato, rassicurato. Vogliono tutti la pappa pronta". Una vita allenata al sacrificio "diventa interessante". Bisognerebbe essere "atleti anche nello spirito", dice l'instancabile cantante, pronto per un giro di concerti all'estero in trio con Toto Cutugno e Umberto Tozzi.

    Oltre al sacrificio, una parola chiave del bilancio della sua vita è la fede, che lo ha sostenuto anche negli anni segnati dalla scomparsa della figlia Ylenia. "Guai se non avessi avuto quella valvola di sfogo, quella certezza che da bambino mi accompagna", esclama Al Bano, che riconosce a Papa Francesco la capacità di portare a San Pietro fedeli da tutto il mondo.

    "Non sottovalutiamo la fede nei giovani - afferma - anche se ci sono quelli che abbracciano il dio della droga e lì, se non stai attento, le speranze si affievoliscono". Lui che ha conosciuto di persona Padre Pio e che spesso si reca a San Giovanni Rotondo, non ha apprezzato la decisione di dare il via, il primo giugno, all'ostensione permanente di quello che nel frattempo è diventato San Pio.

    "Onestamente sono contrario. Padre Pio meriterebbe un po' di riposo e non questo sguardo di curiosità. Non è una scelta felice per come era fatto lui, ma anche, in generale, per un essere umano. Uno é morto, ha fatto quello che ha fatto e lasciatelo dormire in pace! Anche quando era in vita - sospira - non lo hanno lasciato in pace". Preferisce non entrare nel merito dei motivi che potrebbero avere condotto a questa decisione. "Non entro in questo alveare. Dico solo che Padre Pio me lo voglio immaginare, sognare. E' come San Pietro. Voglio immaginarlo; vederlo in esposizione non mi sembra un grande spettacolo". E conclude con amarezza: "Sono convinto che se San Pio fosse in vita, sarebbe il primo a dire 'Fuori i mercanti dal tempio'. Sto azzardando forse un po' troppo, lo so. E' il mio carattere".(Ansa)





    25 anni fa l'addio a Tortora.

    Arrestato per camorra, fu mostrato in manette, poi venne assolto. Prima arrestato, ammanettato e così proposto all'opinione pubblica sui giornali ed in tv; condannato in primo grado; infine assolto con formula piena: sono passati 25 anni da quel 18 maggio 1988 quando morì Enzo Tortora, il popolare presentatore televisivo, la cui vicenda è divenuta simbolo, spesso tuttora evocato, dell'errore giudiziario. L'incubo, per Tortora, era finito meno di un anno prima: accusato di aver fatto parte della "Nuova Camorra Organizzata" di Raffaele Cutolo, il 15 settembre 1986 la Corte d'appello di Napoli, in un'Italia divisa tra colpevolisti e innocentisti, lo aveva assolto dall'accusa di associazione camorristica, giudicando inattendibili i pentiti che lo accusavano. La sua innocenza fu confermata definitivamente dalla Cassazione il 13 giugno 1987.

    L' inchiesta nei riguardi di Enzo Tortora cominciò nei premi mesi del 1983, quando Pasquale Barra e Giovanni Pandico, personaggi di rilievo della "Nuova Camorra Organizzata" (Nco) decisero di dissociarsi dall' organizzazione e di collaborare con gli inquirenti. I due "pentiti" indicarono Tortora, "quello di Portobello" (popolarissima trasmissione televisiva dell'epoca, che egli conduceva) quale appartenente alla "Nco" con l' incarico di corriere di stupefacenti. Il giornalista e presentatore televisivo fu arrestato a Roma il 17 giugno di quell' anno, nel corso di un' operazione diretta dalla Procura di Napoli per l' esecuzione di 856 ordini di cattura. Tortora fu bloccato all' alba in un albergo del centro di Roma, ma fu portato in carcere in tarda mattinata, solo quando - secondo i difensori - fotografi e cineoperatori, avvertiti, furono pronti a ritrarre l' imputato in manette. Fin dal primo momento Tortora si disse innocente, nonostante crescesse continuamente il numero dei "pentiti" che lo accusavano.

    Dopo sette mesi di detenzione in carcere, l' imputato ottenne gli arresti domiciliari dal tribunale della libertà, quasi in coincidenza con il "pentimento" di un rapinatore, Gianni Melluso, detto "Gianni il bello", che raccontò di consegne di stupefacenti da lui fatte a Tortora per conto del boss milanese Francis Turatello. Enzo Tortora fu eletto eurodeputato radicale il 17 giugno 1984. Il 20 luglio 1984 tornò in libertà ed annunciò che avrebbe chiesto al Parlamento europeo di concedere l' autorizzazione a procedere nei suoi riguardi; autorizzazione che fu data il 10 dicembre. Rinviato a giudizio, il 4 febbraio 1985 Enzo Tortora comparve davanti al Tribunale di Napoli, ribadendo ai giudici la sua innocenza, in contrasto con le accuse dei "pentiti". Il 17 settembre arrivò la sentenza di primo grado: condanna a dieci anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti. Un anno dopo, il 15 settembre 1986, la Corte di Appello di Napoli rovesciò il verdetto: Tortora fu assolto con formula piena, ed i pentiti furono giudicati non credibili. "E' la fine di un incubo", disse il presentatore. La prima sezione penale della Cassazione confermò definitivamente l' innocenza del presentatore il 13 giugno 1987. Meno di un anno dopo, il 18 maggio 1988, Enzo Tortora morì per un cancro ai polmoni.(Ansa)
     
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    :36_1_9.gif: :36_1_9.gif: buona giornata a tutti... :emoticons-al-lavoro-06.gif: ciao capitano!!!

    Accadde oggi, 16 maggio: presentato il MacBook di Apple, era il 2006

    macbook-apple

    Cosa accadde il 16 maggio di qualche anno fa? Scopriamolo subito insieme…

    Iniziamo con il 1929 quando a Hollywood, California, vengono consegnati per la prima volta gli Academy Awards (Premio Oscar).

    Passiamo al 1943 quando, durante la Seconda guerra mondiale, termina la rivolta nel Ghetto di Varsavia. 13.000 ebrei morirono durante gli scontri, 50mila vennero deportati a Treblinka. E’ una delle pagine più nere dell’Olocausto.

    Concludiamo con il 2006 quando venne presentato il MacBook, notebook Apple di fascia consumer.

     
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    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
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    Le Poesie più belle di tutti I tempi

    Poesie di primavera

    Filastrocca di primavera

    Filastrocca di primavera
    più lungo è il giorno, più dolce la sera.
    Domani forse tra l’erbetta
    spunterà la prima violetta.
    O prima viola fresca e nuova
    beato il primo che ti trova,
    il tuo profumo gli dirà,
    la primavera è giunta, è qua.
    Gli altri signori non lo sanno
    E ancora in inverno si crederanno:
    magari persone di riguardo,
    ma il loro calendario va in ritardo.

    (GIANNI RODARI)



    Favole Dal Web

    La ragazza mela

    C’erano una volta un re e una regina che non avevano figli. La regina camminando per il giardino e vedendo un bellissimo melo, si chiedeva sempre perché lei non potesse fare figli, come il melo faceva le mele.
    Successe che alla regina nacque una mela, così bella e colorata come non se n’erano mai viste. Il re la mise in un vassoio d’oro sul suo terrazzo. Di fronte al palazzo di questo re ce n’era un altro, abitato anche questo da un re. Questi, un giorno che stava affacciato alla finestra, vide, sul terrazzo del re di fronte, una bella ragazza bianca e rossa come una mela che si lavava e pettinava al sole.
    Lui rimase a guardarla a bocca aperta, perché non aveva mai visto una ragazza così bella. La ragazza però, appena si accorse di essere guardata, entrò in una mela e sparì.
    Il re se n’era innamorato.
    Pensa e ripensa andò a bussare al palazzo:
    “Maestà, avrei da chiederle un favore “
    “ Volentieri !Se tra vicini si può essere utili “ disse la regina
    “Vorrei quella mela che avete sul terrazzo “
    “Ma che dite maestà ? Non sapete che io sono la madre di quella mela e che ho sospirato tanto perché nascesse? “
    Il re tanto insistette che non gli si potè dir di no, per mantenere l’amicizia. Così lui portò la mela a casa sua e le preparò tutto perlavarsi e pettinarsi.
    La ragazza tutti i giorni usciva dalla sua mela per lavarsi e pettinarsi; il re la guardava. Altro non faceva la ragazza: non mangiava e non parlava, solo si lavava e si pettinava, poi tornava nella sua mela.
    Quel re abitava con una matrigna, la quale, vedendolo sempre chiuso in camera, incominciò ad insospettirsi e a chiedersi perché il figlio stesse sempre nascosto.
    Venne l’ordine di guerra e il re dovette partire; gli piangeva il cuore al pensiero di lasciare la sua mela. Chiamò il suo suddito più fedele e gli lasciò la chiave della sua camera raccomandandogli di non far entrare nessuno nella stanza.
    Il servitore preparò tutti i giorni l’acqua e il pettine per la ragazza della mela. Appena il re fu partito la matrigna si diede da fare per entrare nella sua stanza. Fece mettere dell’oppio nel vino del servitore e, quando si addormentò, gli rubò la chiave. Aprì e frugò tutta la stanza e più la frugava meno trovava. C’era solo quella mela in una fruttiera d’oro. La regina prese lo stiletto e si mise a trafiggere la mela. Da ogni trafittura uscì un rivolo di sangue.
    La matrigna si prese paura, scappò e rimise la chiave nella tasca del servitore addormentato. Quando il servitore si risvegliò, non si raccapezzava di cosa fosse successo. Corse nella camera del re e la trovò allagata di sangue.
    "Povero me! Cosa devo fare?"
    Andò da sua zia, che era una fata e aveva tutte le polverine magiche. La zia gli diede una polverina magica che andava bene per le mele incantate e un’altra che andava bene per le ragazze stregate e le mise insieme.
    Il servitore tornò dalla mela e le passò un po’ di polverina su tutte le ferite.
    La mela si spaccò e ne uscì fuori la ragazza tutta bendata e incerottata.
    Tornò il re e la ragazza per la prima volta parlò e raccontò cosa era successo:
    "Ho diciotto anni e sono uscita dall’incantesimo, se mi vuoi sarò tua sposa".
    La ragazza mela sposò il re con gran gioia dei due regnanti.
    Mancava solo la matrigna che scappò e nessuno ne seppe più niente.

    (Italo Calvino)

    ATTUALITA’

    Ecco i primati 'piu' buffi' del pianeta.
    Enciclopedia mammiferi nomina anche i piu' atletici e spaventosi. Il tamarino imperatore e' il primate piu' divertente del pianeta, l'eritrocebo e' il piu' agile e lo scimpanze' il piu' spaventoso. A eleggere i tre mammiferi e' una nuova guida sull'ordine dei primati, che ha stilato una classifica delle cinque ''faccie piu' buffe'' nell'universo delle scimmie, insieme a una graduatoria dei primati piu' atletici e temibili.

    Il terzo volume dell'enciclopedia ''Handbook of the Mammals of the World'' - una panoramica su 16 famiglie, 77 generi, 479 specie e 681 taxa che compongono l'ordine dei primati - ha incoronato il tamarino imperatore come scimmia piu' buffa, grazie ai suoi lunghi baffi bianchi simili a quelli in voga durante il regno dell'imperatore Guglielmo II di Germania. Al secondo posto si piazza la nasica con il suo naso lungo fino a 17 centimetri che scende fino alla bocca e funge da cassa di risonanza, seguita dal tarsius: 15 centimetri di lunghezza, occhi piu' grandi del cervello e una fisionomia che ricorda il Maestro Yoda della saga cinematografica Guerre Stellari. Fuori dal podio i chiropoti, dalla folta barba e capelli che sembrano cotonati, e il colobo orsino con la sua tipica espressione contrariata.

    La top five dei primati piu' atletici vede al primo posto l'eritrocebo, il piu' veloce tra i primati con punte di 55 km orari, seguito dall'indri, il piu' grande lemure vivente, capace di saltare fino a 9 metri per passare da un albero all'altro. La medaglia di bronzo va al cebo barbuto, abbastanza forte da usare grandi pietre per rompere le noci. Alla sue spalle si trovano il macaco dalla coda lunga, abile nuotatore e pescatore, e il gibbone, un vero acrobata tra i rami.

    A trionfare nella classifica dei piu' temibili e' lo scimpanze', che lavora in gruppo per cacciare e uccidere altri mammiferi. Al secondo posto c'e' l'amadriade, che controlla i movimenti della femmina con aggressivita' mordendola sul collo, mentre al terzo si trova il madrillo, con il maschio alfa che mette in mostra i genitali colorati per per pubblicizzare il suo status di dominante. Nella top five entra anche il rinopiteco dorato, dalla piccola faccia bluastra, le grandi labbra rosa e un naso all'insu', insieme al cacajao, dal viso rosso e imberbe.(Ansa)




    La foca monaca torna in Italia, 'frequenta' isole Egadi.
    Studio Ispra con 'foto-trappole'. Orlando, ok tutela aree marine. La foca monaca frequenta le acque dell'area marina protetta delle isole Egadi, specie dall'autunno alla primavera. La conferma arriva da uno studio dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, condotto negli ultimi due anni in collaborazione con il gestore del parco marino, di cui oggi sono stati presentati al ministero dell'Ambiente alcuni dettagli e mostrate delle foto un esemplare a cui piace quella porzione di mare.

    ''Questa giornata - osserva il ministro Andrea Orlando - che saluta il ritorno in Italia della specie marina simbolo del Mediterraneo mette in risalto l'importanza della tutela della biodiversita' marina. Sono estremamente soddisfatto per i risultati raggiunti e la professionalita' nel trattare una specie cosi' pericolosamente a rischio di estinzione''. Inoltre, per Orlando e' ''un grande risultato per le Egadi, la riserva marina piu' grande d'Europa. Lavoreremo per consolidare la rete delle aree marine protette italiane''.

    Per la ricercatrice dell'Ispra Giulia Mo, a capo del team che ha condotto il monitoraggio, e' ''difficile sapere se ci sono altri esemplari; dobbiamo continuare il monitoraggio. Per ora abbiamo dei piccoli tasselli che stiamo mettendo insieme. Dalle prime fotografia (autunno-inverno 2011 e primavera 2012) sembra una femmina e dal tipo di cicatrici sembra avere 5 anni''. Gli scatti sono fatti da un sistema di 'foto-trappole' disposte in punti strategici che si attivano al passaggio di animali e che in questo caso hanno immortalato la foca monaca.

    Il ministro parla anche della vittoria del ''modello'' di conservazione che ha funzionato, soprattutto in relazione alla sensibilita' dimostrata dalla popolazione: ''Una scommessa il cui esito non era scontato; far convivere tradizioni in forme nuove e coinvolgere la popolazione, insieme con lo sviluppo di attivita' di volontariato''. Un modo di fare ''valorizzazione'' che ''non soltanto non costituisce un vincolo allo sviluppo ma che e' esso stesso sviluppo''.

    Il presidente dell'area marina protetta delle isole Egadi conferma infatti che ''la foca monaca non piu' percepita come una minaccia dalla popolazione. Ci auguriamo che il ministero dell'Ambiente voglia prestare sempre piu' attenzione alle aree marine protette''.(Ansa)





    Paolo Villaggio ricoverato per un malore.

    Era nella sua casa, soccorso dal 118 e trasportato al pronto soccorso del Policlinico Umberto I. Malore per Paolo Villaggio nella sua casa, nella Capitale. L'attore e' stato trasportato dal 118 di Roma al pronto soccorso del Policlinico Umberto I.

    "Ci ho parlato un'ora fa e sta perfettamente. Non è successo assolutamente nulla. Tutte le persone di 80 anni che conosco, quelle ancora vive, stanno peggio di lui". Così al telefono con Sky Tg24 la figlia di Paolo Villaggio, Elisabetta, a proposito del ricovero del padre stamani per un malore a Roma. Elisabetta Villaggio ha lamentato la violazione della privacy del padre: "Trovo brutto che qualcuno - non credo i medici, che hanno il segreto professionale - prende e chiama i media".

    "E' stato un normalissimo controllo di routine ieri sera - ha detto ancora Elisabetta Villaggio a Sky Tg24 -. Ma negli ospedali romani c'é gente assoldata dai media che come vede uno famoso chiama".(Ansa)
     
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    Accadde oggi, 17 maggio: varato il Governo Prodi I, correva l’anno 1996

    romano-prodi-governo

    È venerdì!! Ed è pure il 17…ma, a parte la scaramanzia, andiamo a scoprire insieme cosa accadde il 17 maggio di qualche anno fa…

    Era il 2003 quando morì Luigi Pintor, giornalista, scrittore e politico italiano. Dopo la conclusione della seconda guerra mondiale entrò nell’Unità dove svolse il ruolo di redattore politico e successivamente di condirettore dell’edizione di Roma. Partecipò attivamente alla fondazione de Il Manifesto, diretto da Lucio Magri e Rossana Rossanda. Nel 1990 uscì dal comitato editoriale lasciandone la direzione, ma continuando a collaborarvi, con i suoi corsivi. Tornò a dirigere il giornale dal 1991 al 1994.

    Era invece il 2009 quando, dopo 25 anni di guerra civile, in Sri Lanka, le Tigri Tamil si arresero. Si tratta di un gruppo militante nazionalista che ha condotto una violenta campagna secessionista contro il governo dal 1970 al fine di creare uno Stato sovrano socialista nel nord e nell’est. Ciò ha portato allo scoppio della guerra civile. Le Tigri Tamil vengono riconosciute come un’organizzazione terroristica da 31 paesi.

    Concludiamo con il 1996 quando venne varato il Governo Prodi I. E’ stato il cinquantatreesimo governo della Repubblica Italiana. Rimase in carica fino al 21 ottobre 1998 (887 giorni, pari a due anni, cinque mesi e quattro giorni). È stato il 4° governo più longevo della storia della Repubblica Italiana. Fu sfiduciato alla Camera dei Deputati il 9 ottobre 1998 con 312 voti favorevoli e 313 contrari: l’ingresso di Rifondazione tra i banchi dell’opposizione causò la prima crisi parlamentare della storia dell’Italia repubblicana.

    fonte:http://news.leonardo.it/

     
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    936921_329402967187964_1846446981_n A tutti..
    Ciao Claudio..Lussy..♥..

     
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    CITAZIONE (giufab62 @ 17/5/2013, 10:34) 

    (IMG:http://sphotos-g.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-p...846446981_n.jpg) A tutti..
    Ciao Claudio..Lussy..♥..


    Grazie Giuly, bellissama frase, buona giornata anche a te

     
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    Buon Venerdì, un abbraccio a tutti e buon pranzo.


     
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  11. zara67
     
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    BUON POMERIGGIO E BUON FINE SETTIMANA A TUTTI UN ABBRACCIO
     
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    BUONGIORNO GIORNO … BUON SABATO ISOLA FELICE …






    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    Le Poesie più belle di tutti I tempi

    Poesie di primavera

    Rami di pesco

    Ferma al quadrivio, mentre piove e spiove
    sotto l’aspro alternar delle ventate
    chiaccianti come fruste sulle facce
    di chi va, di chi viene, una vecchietta
    vende rami di pesco.
    O primavera
    per pochi soldi! O riso, o tremolìo
    di stelle rosee su bagnate pietre!

    Scompare agli occhi miei la strada urbana
    con fango e folla e strider di convogli
    sulle rotaie, e saettar nemico
    d’automobili in corsa. Ecco, e in un campo
    mi trovo: è verde, di frumento appena
    sorto dal suolo: pioppi e gelsi intorno
    con la promessa delle fronde al sommo
    dei rami avvolti in una nebbia d’oro:
    e peschi: oh, lievi, oh, gracili, d’un rosa
    che non è della terra: ch’è di tuniche
    d’angeli, scesi a benedire i primi
    germogli, e pronti, a un alito di brezza,
    a rivolar da nube a nube in cielo.

    (Ada Negri)



    Favole Dal Web

    La leggenda dei sei compagni

    C'era una volta un vecchio signore, senza più fortuna, che aveva tre figli. Il primogenito disse un giorno al padre:
    - Voglio mettermi pel mondo, alla ventura.
    - Sia come tu vuoi - disse il padre, - ma non posso darti più di dieci scudi.
    - È poco, ma farò che mi bastino.
    Desiderio prese i dieci scudi e partì.
    Giunto in città vide un uomo che gridava per le vie un bando del re. Il re cercava chi sapesse costruirgli una nave che andasse per mare e per terra. Ricompensa: la mano della principessa.
    - Voglio tentare - disse Desiderio, e si propose al banditore.
    Fu condotto alla reggia e all'indomani gli fu data un'accetta per abbattere il legno necessario all'impresa.
    Lavorò tutto il mattino, e a mezzodì sedette all'ombra d'un vecchio castagno, per mangiare il suo tozzo di pane.
    Una gazza lo guardava curiosa, scendendo di ramo in ramo. Ella diceva nel suo roco cicaleccio:
    - Un briciolo anche a me! Un briciolo anche a me!
    E protendeva il becco verso le mani di Desiderio, supplicando.
    - Lasciami in pace, bestia importuna! - gridò Desiderio impaziente.
    La gazza risalì di due rami.
    - Che lavoro stai facendo?
    - Dei cucchiai, se ti piace! - le rispose Desiderio, beffandola.
    - Cucchiai! Cucchiai! - gridò la gazza, risalendo di ramo in ramo.
    E disparve.
    Terminato il pasto, Desiderio si rimise all'opera, ma ad ogni colpo staccava dall'albero una scheggia in forma di rozzo cucchiaio. E non gli riusciva di far altro. Tentò e ritentò, poi capì di essere vittima di qualche incantesimo.
    - Quella gazza dannata mi ha stregato l'accetta!
    Gettò via lo strUmento e fece ritorno alla casa paterna.
    - Già di ritorno, figlio mio? - gli disse il padre.
    - Sì. Ho pensato che la vita con voi, nella mia casa, era preferibile a qualunque avventura.
    E tacque del bando, e della gazza misteriosa.


    Saturnino, il secondogenito, volle partire a sua volta.
    Il padre non gli diede che cinque scudi.
    Giunto in città s'incontrò col banditore e volle tentare l'impresa. Si propose al banditore, e dopo aver lavorato tutto un mattino si sedette ai piedi del castagno centenario, sbocconcellando il suo pane.
    Ed ecco la gazza scendere di ramo in ramo
    - Un briciolo anche a me! Un briciolo anche a me!
    - Lasciami in pace, bestia importuna!
    E come la gazza si protendeva agitando le ali, Saturnino la minacciò con la mano.
    La gazza risalì tra i rami.
    - Che fai tu qui?
    - Grucce per le tue gambe, gazza curiosa! - gli rispose il giovane beffandola.
    - Grucce! Grucce per le mie gambe! - gridò l'uccello risalendo tra le fronde.
    E disparve.
    Quando Saturnino riprese il lavoro, ad ogni colpo che dava nel legno non riusciva che a staccarne schegge in forma di grucce minuscole.
    - Eccomi segno della magia di quell'uccellaccio.
    Saturnino gettò l'accetta e riprese deluso la via del ritorno.


    Gentile, il terzogenito, un fanciullo pallido e taciturno, volle tentare a sua volta la sorte.
    - E tu speri di vincere - disse il padre - là dove furono sconfitti i tuoi fratelli maggiori?
    - Il destino può essermi benigno. Lasciami partire.
    Gentile va in città, ode il bando, si propone al banditore. Ed eccolo nella foresta, dopo un mattino di lavoro, che sbocconcella il suo pane sotto il castagno venerando.
    - Un briciolo anche a me! Un briciolo anche a me!
    Alzò gli occhi e vide la gazza protesa verso di lui.
    - Avrai la tua parte, povera bestiola!
    E sminuzzò il pane e lo gettò sull'erba. La gazza, mangiando, lo interrogava:
    - Che stai facendo qui?
    E Gentile narrò i casi suoi e il bando e il tentativo.
    - Buona fortuna e bella nave! - gridò la gazza risalendo di ramo in ramo.
    - Che Dio t'ascolti!
    Gentile si rimise all'opera e ad ogni colpo d'accetta che dava nei tronchi, egli staccava un pezzo della nave già lavorato e scolpito per incanto. E le varie parti s'attiravano, s'univano fra di loro come se fossero calamitate.
    - Ecco l'aiuto di qualche magia favorevole! - pensava Gentile, esultando.
    Prima del tramonto la nave prodigiosa era pronta, ed egli vi salì, prendendone il timone e dirigendola attraverso i campi, i fiumi, le valli, i laghi, fra lo sbigottimento dei contadini.
    A mezza via incontrò un uomo che rodeva un osso.
    - Che stai facendo? - gli domandò Gentile.
    - Muoio di fame!
    - Sali con me e avrai di che sfamarti.
    E l'uomo salì sulla nave.
    Poco più lungi incontrarono un altro uomo presso una fontana.
    - E tu che stai facendo?
    - Ho prosciugato, col bere, tutta questa sorgente, ed ora attendo che si riempia, perché ho ancora sete.
    - Sali con me e avrai di che dissetarti.
    E il bevitore prodigioso salì sulla nave.
    Non molto lontano incontrarono un altro individuo che aveva una pietra da macina a ciascun piede e che correva tuttavia come un daino.
    - Che significa questo? - gli chiese Gentile. - Voglio prendere una lepre che deve passare di qui. - E tu, imbecille, ti leghi una pietra da macina alle gambe? - Sì, perché corro troppo in fretta, e nonostante le pietre da macina alle gambe, avanzo sempre di qualche miglio la lepre da prendere. - Questa è buffa! Vuoi salire sulla nave con noi?
    Anche il corridore insuperabile salì sulla nave.
    Verso il tramonto incontrarono un altro individuo che teneva in mano un arco teso e fissava un oggetto invisibile per loro.
    - Uomo dell'arco, che stai facendo?
    - Prendo di mira una lepre che vedo lassù, su quella montagna.
    - Tu ci vuoi beffare...
    In quel momento la freccia partì e l'uomo disse:
    - Ecco... L'ho uccisa... Ma di qui alla montagna ci sono sette miglia e temo che altri passi e se la prenda.
    - Presto, Primosempre - disse Gentile - corri e vedi se la lepre è uccisa o se costui è un fanfarone...
    Primosempre partì e ritornò poco dopo con la lepre.
    - Sei un arciere insuperabile - disse Gentile, rivolgendosi ad Occhiofino. - Vieni con noi e dividi le nostre avventure.
    Occhiofino salì sulla nave che proseguì il cammino.
    Poco dopo s'incontrarono in un altro sconosciuto, con l'orecchio applicato contro la terra.
    - Che stai facendo? - gli chiese Gentile.
    - Ieri ho seminato dell'avena e l'ascolto crescere...
    - Che udito fine! - disse Gentile. - Se tu vuoi, sali sulla nave; credo che sei compagni come noi possono far grandi cose.
    Eccoli dunque in sei sulla nave prodigiosa: Gentile, Mangiatutto, Bevitutto, Occhiofino, Finorecchia, Primosempre. La nave si mise in cammino e giunse trionfale in città, fra i cittadini sbigottiti e festanti.
    Gentile scese dinanzi alla reggia e si presentò al Re.
    - Maestà, eccovi servita. Vostra figlia è mia.
    Il Re ammirava la nave, ma gli pesava concedere la figlia a quel poveretto randagio.
    - Questo non basta, figliuolo. Prima di aver la sua mano si devono soddisfare altre prove ancora...
    - Accetto le nuove prove.
    - Sta bene - disse il re. - Io ho dunque nelle mie stalle cinquanta buoi, e occorre che tu, o uno dei tuoi compagni, li mangi da solo in otto giorni.
    - Tenteremo, Sire.
    Gentile affidò l'impresa a Mangiatutto e quattro giorni dopo le stalle erano vuote.
    Il Re era contrariato d'aver perduto la prova e le bestie.
    - Non basta - disse a Gentile. - Dopo il pasto bisogna bere; ho nelle mie cantine cinquanta botti di vino inacidito. Tu, o uno dei tuoi compagni deve berlo da solo, in otto giorni.
    - Bevitutto, questo è affar tuo.
    E in otto giorni le cantine erano vuote.
    - Chi è, dunque, costui e i suoi compagni? - pensava il re inquieto, e non sapeva come disfarsene.
    Uno dei ministri lo consigliò.
    - Maestà, voi avete nella vostra cucina un cuoco insuperabile alla corsa. in cinque minuti va ad attingere acqua a dieci miglia di qui, e ritorna con gli otri pieni. Proponete allo sconosciuto una gara con lui.
    Il Re fece chiamare Gentile e gli propose la gara.
    - Sarà fatto - rispose Gentile, e delegò la cosa a Primosempre.
    All'indomani il cuoco e Primosempre partirono insieme e questi giunse assai per tempo alla fontana, con grande ira del cuoco, che si credeva insuperabile alla corsa. Mentre si riposavano sull'erba, dopo aver riempito gli otri, il cuoco, che s'intendeva anche di magia, addormentò Primosempre col fissarlo a lungo; e partì con gli otri, dopo avergli deposte due pietruzze verdi sulle palpebre, perché non si svegliasse.
    Ma Finorecchia era in ascolto e informava gli amici di quanto accadeva lontano.
    - Finorecchia, che stanno facendo?
    - Il cuoco e Primosempre si sono seduti ansanti e conversano presso la fontana. Primosempre s'addormenta, e russa forte. Il cuoco ritorna di corsa verso la reggia.
    - Occhiofino, guarda e dacci notizia.
    - Il cuoco è a mezza via e Primosempre dorme supino, con due pietruzze sugli occhi.
    - Prendi il tuo arco - ordinò Gentile - e togli da gli occhi di Primosempre le pietruzze malefiche, perché si svegli. Bada di non ferirlo!
    L'arciere prodigioso tese l'arco e sbalzò le pietre dalle palpebre del compagno addormentato.
    Questi si svegliò con un sussulto, prese gli otri, e partì con tale velocità che arrivò prima ancora del cuoco, fra lo stupore del Re e dei cortigiani.
    - Sia dunque - disse il Re, vinto ormai. E rivolgendosi verso Gentile: - Amo meglio aver per genero che per nemico un uomo della tua abilità.
    Le nozze splendide ebbero luogo nella settimana. E Primosempre, Mangiatutto, Bevitutto, Finorecchia, Occhiofino furono fatti ministri.

    (Guido Gozzano)

    ATTUALITA’

    Fascino delle piante, emozione e bellezza.
    Giornata mondiale su questa fonte di vita e futuro del pianeta. Sono emozione, materia prima, bellezza e 'fonte' di vita: le piante, e tutto il mondo vegetale, hanno un ruolo centrale della nostra esistenza ma spesso dimenticato. E' dedicata proprio al fascino delle piante e al futuro del pianeta l'iniziativa mondiale in programma domani 18 maggio, Fascination of Plants Day, presentata oggi a Roma al Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). "Tutelare l'ambiente - ha spiegato in una nota Nunzia De Girolamo, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali - preservare l'ecosistema è uno dei grandi obiettivi del nostro tempo. E' essenziale che le nostre azioni siano mirate a una conservazione delle risorse della Terra".

    Nei prossimi 30 anni l'agricoltura dovrà produrre cibo e energia per circa 9 miliardi di persone, questo richiederà un aumento del 70% delle produzioni agricole. "L'unico modo per raggiungere questi obiettivi - ha spiegato Martin Kater, coordinatore della giornata - è investire nella ricerca e sensibilizzare tutti sull'urgenza di questo problema". Proprio per questo si avranno numerosi iniziative in tutta Italia con mostre, visite e laboratori aperti, come ad esempio le 'prove' di impollinazione con ricercatori a Milano, o l'estrazione del Dna di piante a Bari. Iniziative interdisciplinari ideate per sensibilizzare il pubblico e stimolare un dialogo tra diversi mondi della scienza. "E' necessario - ha spiegato Luigi Nicolais, presidente Cnr - in particolare in questo momento, stimolare un dialogo interdisciplinare tra esperti e guardare ai possibili interessi applicativi".(Ansa)




    Il 'Michelangelo' del manifesto del cinema.
    A Milano 'Nano', classe 1923. Suoi Via col vento e Ben Hur. Ritratte Marilyn e Cardinale. 'Fermo Immagine – Museo del manifesto Cinematografico' di Milano ospita nei suoi spazi uno dei più grandi e celebrati autori di manifesti cinematografici: Silvano Campeggi, ritrattista-cartellonista che con lo pseudonimo “Nano” ha firmato i manifesti più belli del cinema internazionale diventando, tra l’altro, uno dei più abili ritrattisti di Liz Taylor, attrice ritratta molte volte per film come “La gatta sul tetto che scotta”, “Venere in Visone”, “Piccole donne”, “Lord Brummel” e “L’ultima volta che vidi Parigi”, “Torna a casa, Lassie!” “Cynthia” “Papà diventa nonno”, “Ivanhoe”, “Vita inquieta”. “Rapsodia”. “L’Albero della vita”, “Alto Tradimento”, “Così sono le donne”, “Gran Premio” e “Il padre della sposa”. L'appuntamento e' per sabato 18 maggio alle 18. 'Nano' incontra il pubblico per raccontare tutti i segreti che si nacondono dietro al manifesto di un capolavoro.(Ansa)




    Occhi su Saturno, star del cielo.

    Oltre 100 eventi in tutta Italia per osservarlo. Occhi su Saturno in tutta Italia domani sera, con oltre 100 eventi fra osservazioni astronomiche, mostre, conferenze, attivita' per bambini. Il pianeta degli anelli si trova infatti in questi giorni alla distanza minima dalla Terra e, pioggia permettendo, poterlo osservare significa assistere ad uno spettacolo unico.

    ''Occhi su Saturno'' e' il nome dell'iniziativa nazionale lanciata nel 2012 dall'Associazione Stellaria di Perinaldo (Imperia) in collaborazione con l'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Iaps) e con il patrocinio di Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Societa’ Astronomica Italiana (Sait), Unione Italiana Astrofili (Uai) ed European Astrosky Network (Ean).
    ''A Perinaldo e' nato l'astronomo Gian Domenico Cassini e la manifestazione e' nata per celebrare i 300 anni dalla sua scomparsa'', spiega il segretario di Stellaria, Nicolo' Conte. A Cassini, autore della scoperta di quattro lune di Saturno e pdelle osservazioni sulla struttura degli anelli, e' dedicata la sonda che porta il suo nome e che dal 2004 invia a Terra straordinarie immagini di Saturno, delle sue lune e degli anelli.

    ''Senza dubbio - aggiunge Conte - Saturno e' una star del cielo. Dopo la Luna e' l'oggetto celeste piu' interessante per il grande pubblico''. Avvicinare all'astronomia sempre piu' persone e' l'obiettivo dell'iniziativa anche per Mario Di Sora, presidente della Unione Astrofili Italiani (Uai). Dalle associazioni di astrofili collegate alla Uai sono organizzate circa 80 degli oltre 100 eventi in programma per il 18 maggio. ''Un evento dedicato a uno specifico oggetto celeste diventa l'occasione per far conoscere anche altri oggetti del cielo e far osservare, per esempio, la Luna e altri pianeti'', rileva Di Sora.

    ''In questo periodo Saturno Saturno ha appena superato la minima distanza dalla Terra ed e' visibile per tutta la notte, spiega l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma. In occasione della Notte dei Musei, domani sera il Virtual Telescope sara' attivo dallo spazio antistante il Planetario, anziche' dall'osservatorio Bellatrix di Ceccano (Frosinone).
    Le immagini del Virtual Telescope saranno trasmesse in diretta streaming sul canale ANSA Scienza e Tecnica a partire dalle 22,30 alle 23,30 circa di sabato 18 maggio.
    Se avete domande su Saturno potere inviarle all'indirizzo [email protected] e Gianluca Masi vi risponderà nel corso della diretta. (Ansa)
     
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    :36_1_47.gif: :36_1_9.gif: :36_1_9.gif: buon sabato

    Accadde oggi, 18 maggio: stabilito il record mondiale di velocità, era il 1958

    Lockheed-F-104-Starfighter

    Buon sabato a tutti quanti!

    Cosa accadde il 18 maggio del 1944, del 1958 e del 1999? Scopriamolo insieme…

    Iniziamo con il 1944 quando sul fronte italiano ebbe luogo la sanguinosa Battaglia di Monte Cassino. I tedeschi evacuarono Montecassino e le forze alleate catturano la roccaforte dopo una resistenza di quattro lunghi mesi.

    Passiamo al 1958 quando un Lockheed F-104 Starfighter, aereo monomotore supersonico, stabilì il record mondiale di velocità a 2.259,82 km/h.

    Concludiamo con il 1999 quando Carlo Azeglio Ciampi iniziò il suo mandato di Presidente della Repubblica.

     
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    Buon Sabato, un abbraccio a tutti.

     
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    BUONGIORNO GIORNO … BUONA DOMENICA ISOLA FELICE …






    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    Le Poesie più belle di tutti I tempi

    Poesie di primavera

    Primule

    Sbocciano al tenue sole
    di marzo ed al tepor de' primi venti,
    folte, a mazzi, più larghe e più ridenti
    de le viole.
    Pei campi e su le rive,
    a piè de' tronchi, ovunque, aprono a bere
    aria e luce anelando di piacere, le bocche vive.
    E son tutti esultanza
    per esse i colli; ed io le colgo a piene
    mani, mentre mi cantan per le vene
    sangue e speranza.

    (Ada Negri)



    Favole Dal Web

    Il principe granchio

    Una volta c'era un pescatore che non riusciva mai a pescare abbastanza da comprare la polenta per la sua famigliola.
    Un giorno, tirando le reti, sentì un peso da non poterlo sollevare, tira e tira ed era un granchio così grosso che non bastavano due occhi per vederlo tutto.
    - Oh, che pesca ho fatto, stavolta! Potessi comprarmici la polenta per i miei bambini!
    Tornò a casa col granchio in spalla, e disse alla moglie di mettere la pentola al fuoco che sarebbe tornato con la polenta. E andò a portare il granchio al palazzo del Re.
    - Sacra Maestà, - disse al Re, - sono venuto a vedere se mi fa la grazia di comprarmi questo granchio. Mia moglie ha messo la pentola al fuoco ma non ho i soldi per comprare la polenta.
    Rispose il Re: - Ma cosa vuoi che me ne faccia di un granchio? Non puoi andarlo a vendere a qualcun altro?
    In quel momento entrò la figlia del Re : - Oh che bel granchio, che bel granchio! Papà mio, compramelo, compramelo, ti prego. Lo metteremo nella peschiera insieme con i cefali e le orate.
    Questa figlia del Re aveva la passione dei pesci e se ne stava delle ore seduta sull' orlo della peschiera in giardino, a guardare i cefali e le orate che nuotavano. Il padre non vedeva che per i suoi occhi e la contentò.
    Il pescatore mise il granchio nella peschiera e ricevette una borsa di monete d' oro che bastava a dar polenta per un mese ai suoi figlioli.
    La Principessa non si stancava mai di guardare quel granchio e non s'allontanava mai dalla peschiera. Aveva imparato tutto di lui, delle abitudini che aveva, e sapeva anche che da mezzogiorno alle tre spariva e non si sapeva dove andasse.
    Un giorno la figlia del Re era lì a contemplare il suo granchio, quando sentì suonare la campanella.
    S'affacciò al balcone e c'era un povero vagabondo che chiedeva la carità.
    Gli buttò una borsa di monete d' oro, ma il vagabondo non fu lesto a prenderla al volo e gli cadde in un fosso. Il vagabondo scese nel fosso per cercarla, si cacciò sott' acqua e si mise a nuotare. Il fosso comunicava con la peschiera del Re attraverso un canale sotterraneo che continuava fino a chissà dove.
    Seguitando a nuotare sott'acqua, il vagabondo si trovò in una bella vasca, in mezzo a una gran sala sotterranea tappezzata di tendaggi, e con una tavola imbandita.
    Il vagabondo uscì dalla vasca e si nascose dietro i tendaggi.
    A mezzogiorno in punto, nel mezzo della vasca spuntò fuori dall' acqua una Fata seduta sulla schiena d' un granchio.
    La Fata e il granchio saltarono nella sala, la Fata toccò il granchio con la sua bacchetta, e dalla scorza del granchio uscì fuori un bel giovane. Il giovane si sedette a tavola, la Fata batte la bacchetta, e nei piatti comparvero le vivande e nelle bottiglie il vino.
    Quando il giovane ebbe mangiato e bevuto, tornò nella scorza di granchio, la Fata lo toccò con la bacchetta e il granchio la riprese in groppa, s'immerse nella vasca e scomparve con lei sott'acqua.
    Allora il vagabondo uscì da dietro ai tendaggi, si tuffò anche lui nella vasca e nuotando sott'acqua andò a sbucare nella peschiera del Re.
    La figlia del Re che era lì a guardare i suoi pesci, vide affiorare la testa del vagabondo e disse:
    - Oh: cosa fate voi qui?
    - Taccia, padroncina, - le disse il vagabondo, - ho da raccontarle una cosa meravigliosa -. Uscì fuori e le raccontò tutto.
    - Adesso capisco dove va il granchio da mezzogiorno alle tre! - disse la figlia del Re. - Bene, domani a mezzogiorno andremo insieme a vedere.


    Così l'indomani, nuotando per il canale sotterraneo, dalla peschiera arrivarono alla sala e si nascosero tutti e due dietro i tendaggi. Ed ecco che a mezzogiorno spunta fuori la Fata in groppa al granchio. La Fata batte la bacchetta e dalla scorza del granchio esce fuori il bel giovane e va a mangiare.
    Alla Principessa, se il granchio già le piaceva, il giovane uscito dal granchio le piaceva ancora di più, e subito se ne sentì innamorata.
    E vedendo che vicino a lei giaceva la scorza del granchio vuota, ci si cacciò dentro, senza farsi vedere da nessuno.
    Quando il giovane rientrò nella scorza di granchio ci trovò dentro quella bella ragazza.
    - Cos'hai fatto? - le disse, sottovoce, - se la Fata se n'accorge ci fa morire tutt'e due.
    - Ma io voglio liberarti dall'incantesimo! - gli disse, anche lei pianissimo, la figlia del Re. - Insegnami cosa devo fare.
    - Non è possibile, - disse il giovane. - Per liberarmi ci vorrebbe una ragazza che m' amasse e fosse pronta a morire per me.
    La Principessa disse: - Sono io quella ragazza!
    Intanto che si svolgeva questo dialogo dentro la scorza di granchio, la Fata si era seduta in groppa, e il giovane manovrando le zampe del granchio come al solito, la trasportava per le vie sotterranee verso il mare aperto, senza che essa sospettasse che insieme a lui era nascosta la figlia del Re.
    Lasciata la Fata e tornando a nuotare verso la peschiera, il Principe - perché era un Principe spiegava alla sua innamorata, stretti insieme dentro la scorza di granchio, cosa doveva fare per liberarlo:
    - Devi andare su uno scoglio in riva al mare e metterti a suonare e cantare. La Fata va matta per la musica e uscirà dal mare a ascoltarti e ti dirà: «Suoni, bella giovane, mi piace tanto>>. E tu risponderai: « Sì che suono, basta che lei mi dia quel fiore che ha in testa". Quando avrai quel fiore in mano, sarò libero, perché quel fiore è la mia vita.
    Intanto il granchio era tornato alla peschiera e lasciò uscire dalla scorza la figlia del Re.
    Il vagabondo era rinuotato via per conto suo e, non trovando più la Principessa, pensava d'essersi messo in un bel guaio, ma la giovane ricomparve fuori dalla peschiera, e lo ringraziò e compensò lautamente. Poi andò dal padre e gli disse che voleva imparare la musica e il canto.
    Il Re, che la contentava in tutto, mandò a chiamare i più gran musici e cantanti a darle lezioni.
    Appena ebbe imparato, la figlia disse al Re: - Papà, ho voglia d'andare a suonare il violino su uno scoglio in riva al mare.
    - Su uno scoglio in riva al mare? Sei matta? - ma come al solito la accontentò, e la mandò con le sue otto damigelle vestite di bianco.
    Per prevenire qualsiasi pericolo, la fece seguire da lontano da un po' di truppa armata.
    Seduta su uno scoglio, con le otto damigelle vestite di bianco, su otto scogli intorno, la figlia del Re suonava il violino.
    E dalle onde venne su la Fata. - Come suona bene! - le disse. - Suoni, suoni che mi piace tanto!
    La figlia del Re le disse: - Sì che suono, basta che lei mi regali quel fiore che porta in testa, perché io vado matta per i fiori.
    - Glielo darò se lei è capace d' andarlo a prendere dove lo butto.
    - E io ci andrò, - e si mise a suonare e cantare. Quando ebbe finito, disse: - Adesso mi dia il fiore.
    - Eccolo, - disse la Fata e lo buttò in mare, più lontano che poteva.
    La Principessa lo vide galleggiare tra le onde, si tuffò e si mise a nuotare.
    - Padroncina, padroncina! Aiuto, aiuto! - gridarono le otto damigelle ritte sugli scogli coi veli bianchi al vento.
    Ma la Principessa nuotava, nuotava, scompariva tra le onde e tornava a galla, e già dubitava di poter raggiungere il fiore quando un'ondata glielo portò proprio in mano.
    In quel momento sentì una voce sotto di lei che diceva:
    - Mi hai ridato la vita e sarai la mia sposa. Ora non aver paura: sono sotto di te e ti trasporterò io a riva. Ma non dire niente a nessuno, neanche a tuo padre. Io devo andare ad avvertire i miei genitori ed entro ventiquattr'ore verrò a chiedere la tua mano.
    - Sì, sì, ho capito, - lei gli rispose, soltanto, perché non aveva più fiato, mentre il granchio sott' acqua la trasportava verso riva.
    Così, tornata a casa, la Principessa disse al Re che s' era tanto divertita, e nient' altro.
    L'indomani alle tre, si sente un rullo di tamburi, uno squillo di trombe, uno scalpitìo di cavalli: si presenta un maggiordomo a dire che il figlio del suo Re domanda udienza.
    Il Principe fece al Re regolare domanda della mano della Principessa e poi raccontò tutta la storia.
    Il Re ci restò un po' male perché era all' oscuro di tutto; chiamò la figlia e questa arrivò correndo e si buttò nelle braccia del Principe:
    - Questo è il mio sposo, questo è il mio sposo! - e il Re capì che non c' era altro da fare che combinare le nozze al più presto.

    (Italo Calvino)



    ATTUALITA’

    Festival del Gelato, comincia a Firenze il tour piu' dolce.
    Maestri gelatieri dal mondo, c'e' anche laboratorio mobile. Maestri gelatieri in arrivo da diversi Paesi del mondo per far assaggiare le loro creazioni - tra cui anche il gelato 'light', senza calorie - un laboratorio mobile e trasparente per mostrare a tutti in diretta i segreti della produzione del gelato e, soprattutto, un tour per portare in giro per l'Italia i mille gusti del dolce piu' fresco che ci sia. Queste alcune delle novita' che caratterizzeranno il Festival del Gelato, al via da venerdi' 17 maggio in alcune delle piu' belle piazze di Firenze. Decine di eventi, in compagnia di gelatieri provenienti da Vigevano al Portogallo, da Pisa a San Paolo del Brasile passando per Marrakech, per assaggiare i gusti piu' creativi e originali, ammirare in diretta la preparazione del gelato, impararne cultura, tradizioni e ingredienti e diventare il protagonista di lezioni e ricette inedite.
    Il Firenze Gelato Festival riunisce i migliori gelatieri e le principali aziende del settore italiane ed estere e vuole valorizzare la tradizione fiorentina della crema fredda inventata nel Rinascimento dal poliedrico Bernardo Buontalenti. Proprio l'artista fiorentino, al servizio dei Medici, incaricato da Cosimo I di seguire l'allestimento del banchetto inaugurale della Fortezza del Belvedere, nel 1559 lascio' di stucco gli ospiti con una crema fredda fatta con una base di latte, miele, tuorlo d'uovo, oltre ad un tocco di vino, aromatizzata con bergamotto, limoni e arance. Fu subito un successo in tutta Europa. In pochi decenni Firenze divenne rinomata per essere la patria del gelato, e furono gettate le basi per una tradizione che ancora oggi vanta successi in campo culinario. Prestigiose le location in cui si svolge il Festival: piazza Santa Maria Novella, piazza Strozzi e piazza della Repubblica. E, dopo Firenze, il Gelato Festival andra' in tour: queste le tappe: Milano, piazza del Duomo, dal 31 maggio al 2 giugno nell'ambito di Expo Days, Torino, piazzetta Reale, dal 7 al 9 giugno, Roma, Terrazza del Pincio, dal 21 al 23 giugno. Grande novita' della kermesse e' 'Il Buontalenti', il piu' grande laboratorio mobile da gelateria artigianale mai costruito. Un palcoscenico privilegiato per assistere in diretta alla preparazione del dolce piu' fresco del mondo.
    Il 'Buontalenti', dopo il battesimo fiorentino, proseguira' il suo roadshow per portare la cultura e la creativita' dell'arte gelatiera in giro per tutta Italia. Tra i personaggi e gli eventi speciali che animeranno il festival anche il pluristellato chef Gianfranco Vissani, venerdi', per i suoi Gelato Show Cooking con il sorbetto di mele e liquore di mele con caviale e mela Smith, dopo la presentazione del suo libro 'L'altro Vissani'; le gemelle della Rai Laura e Silvia Squizzato, con le ricette di gelato light a base di stevia, dolcificante naturale senza il minimo apporto calorico; i maestri gelatieri dell'Attilio Babbi Gelato Academy con le lezioni di Gelatiere per un Giorno; Sammontana, che presentera' in anteprima nazionale 'Sammontana, la storia di un Sorriso', un cortometraggio sulla storia del marchio della gelateria italiana, che verra' proiettato in Piazza della Repubblica le sere del 18 e 19 maggio. Ma le vere star della rassegna saranno i maestri gelatieri, guidati dal direttore tecnico della kermesse Giorgio Zanatta: incaricati di prendere per la gola visitatori e curiosi che affolleranno gli stand, si preannuncia come un tour del gusto: si sfideranno in una vera e propria gara di creativita', proponendo le loro specialita', che verranno poi esaminate da una giuria composta da esperti, giornalisti e food-blogger, e votate dal pubblico, attraverso le apposite Gelato Card, per decretare il gusto del Gelato Festival 2013. Uno spazio da protagonisti lo avranno anche gli studenti dell'Istituto Alberghiero Saffi di Firenze: il gelato, al centro del loro percorso formativo grazie alla collaborazione tra il Festival, l'istituto fiorentino ed Ente Cassa di Risparmio di Firenze, sono infatti pronti a partecipare alla gara di creativita' con due gusti di gelato: Alkermes e Ginepro, realizzati insieme ai loro insegnanti gelatieri.(Ansa)




    40 anni fa l'uscita cinematografica di Jesus Christ Superstar.
    Prima edizione Blu-ray del film, disponibile dal 22 maggio. Nel 1970 Jesus Christ Superstar era solo un doppio album (si poteva anche considerarlo un concept, come si usava allora), suonato da una super band con alcuni dei migliori musicisti della scena rock inglese e Ian Gillan, il cantante dei Deep Purple, che interpretava Gesù Cristo. Andrew Lloyd Webber aveva 22 anni, Tim Rice 26 e i loro nomi non dicevano moltissimo. Due anni dopo il musical spopola nel West End e comincia a girare il mondo. Nel 1973 Norman Jewison dirige un film che definisce i canoni del cinema musicale, dà la forma definitiva alla messa in scena di uno spettacolo che non è solo uno dei più clamorosi successi della storia del musical, ma l'ha cambiata per sempre. Ora che si celebrano i 40 anni del film - per l'occasione la Universal ha realizzato la prima edizione Blu-ray, disponibile da mercoledì 22 maggio - viene da ridere se si pensa alle polemiche che generò all'epoca, in tutto simili, per intensità, a quelle suscitate anni dopo da titoli come 'L'ultima tentazione di Cristò o 'La passione di Cristo'.

    Negli anni '70 si partiva gia' dallo choc per l'accostamento del Vangelo con il rock'n'roll, la musica del peccato. Poi un film con un'estetica hippy, un Cristo di una bellezza abbagliante ma più uomo che Dio, Giuda nero, Ponzio Pilato uomo tormentato, Caifa organizzatore di trame e una Maria Maddalena dal fascino teneramente esotico e in grande intimità con Gesù erano elementi potenzialmente esplosivi, soprattutto se messi a contatto con il rock. Anche allora, come oggi, si gridò molto. Poi tutti si resero conto che Jesus Christ Superstar era semplicemente un capolavoro.(Ansa)





    Chitarra Beatles venduta in asta Usa a 375mila euro.

    La semi-hollow body costruita a mano dalla Vox venduta ad un compratore anonimo Usa. Una chitarra elettrica custom suonata da John Lennon e George Harrison dei Beatles è stata venduta all'asta ieri sera a New York ieri per 408.000 dollari (circa 375.000 euro). Lo rendono noto fonti dell'evento. La chitarra, una semi-hollow body costruita a mano dalla Vox, è stata venduta ad un compratore anonimo statunitense all'evento 'Music Icons', organizzato dalla casa d'aste Julien's e tenutosi all'Hard Rock Cafe di Manhattan.

    Era stata messa all'asta con una valutazione di 200-300 mila dollari. Secondo Julien's, lo strumento è stato suonato da Harrison durante le prove di 'I Am The Walrus', mentre Lennon l'ha usato in alcuni video per la canzone 'Hello, Goodbye'. La chitarra sarebbe stata costruita appositamente per Lennon nel 1966, afferma il direttore della casa d'aste Martin Nolan.(Ansa)
     
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58 replies since 13/5/2013, 02:10   9711 views
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