Salvatore Quasimodo (appunto)

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    Quasimodo, Salvatore - Vita e opere
    Appunto sulla biografia e sulla produzione letteraria del poeta Quasimodo, premio Nobel per la letteratura

    Vita ed opere
    Poeta italiano. Intrapresi gli studi universitari presso il Politecnico di Roma nel 1919, fu in seguito costretto ad abbandonarli e ad ampliare da sé la propria cultura, dedicandosi alla lettura e all'approfondimento dei testi di classici greci e latini, di alcuni filosofi e di autori quali Dante, Petrarca e Tasso. Svolse varie attività, fra le quali quella di funzionario presso il genio civile, e dal 1939 si stabilì definitivamente a Milano, dove insegnò letteratura italiana al conservatorio G. Verdi. Nel 1959 fu insignito del premio Nobel per la letteratura. Le prime composizioni poetiche di Q., nelle quali appare manifesta l'adesione ai dettami dell'Ermetismo, sono riunite in Acque e terre (1930), Oboe sommerso (1932), Odore di Eucalyptus e altri versi (1933), Erato e Apollion (1936), Poesie (1938).

    Ad esse fece seguito Ed è subito sera (1942), raccolta che comprende poesie nuove e un'ampia selezione delle liriche precedenti; quest'opera, da un lato, chiude idealmente la prima fase della ricerca espressiva e del percorso poetico di Q., dall'altro anticipa temi - la contemplazione della natura e la riflessione partecipe sul destino di sofferenza dell'uomo - più ampiamente sviluppati nelle opere successive. Fra queste, vanno ricordate le liriche di Con il piede straniero sopra il cuore (1946), edite poi in versione definitiva con il titolo Giorno dopo giorno (1947), e le raccolte La vita non è sogno (1949), Il falso e vero verde (1955), La terra impareggiabile (1958) e Dare e avere (1966).

    Le ispirate traduzioni dai poeti greci e latini (Lirici greci, 1940; Il fiore delle Georgiche, 1942; Edipo re, 1947; Canti di Catullo, 1955; Fiore dell'Antologia Palatina, 1958; Le metamorfosi di Ovidio, 1959), come anche le versioni da Shakespeare influirono sull'evoluzione dello stile di Q., contribuendo non poco all'affrancamento del suo linguaggio dai parametri dell'Ermetismo. Q. intervenne altresì nel dibattito sulla poesia, con antologie (Poesia italiana del dopoguerra, 1958) e saggi (Discorso sulla poesia, 1955; Il poeta e il politico, 1960); sono pure da menzionare gli Scritti sul teatro (1961) e l'ultima opera, A colpo omicida e altri scritti (postuma, 1977).

    Le prime liriche di Q., pubblicate sulla rivista fiorentina «Solaria» nel 1930, pur testimoniando l'adesione del poeta ai canoni estetici dell'Ermetismo, risultano però sempre arricchite sia da motivi personali, quali le immagini della Sicilia e della sua fanciullezza, sia dalla lezione formale appresa dai poeti dell'antichità. Nondimeno, il temperamento artistico più vero di Q., al di là dell'opinione di chi vide in lui il principale rappresentante della poesia ermetica in Italia, si rivelò più tardi, immediatamente dopo il secondo conflitto mondiale. Proprio in quegli anni questo autore trovò il migliore equilibrio, nei suoi versi, fra la tensione verso l'ideale e la partecipazione alla realtà di dolore e di sofferenza, comune agli uomini e alla natura. La guerra, il periodo dell'occupazione nazista, gli echi delle rovine del mondo lo portarono a rimeditare la sua posizione: la figura del poeta estraneo alla vita del suo tempo venne rinnegata e la rinnovata coscienza dell'uomo trovò esplicazione in temi e motivi poetici molto più concreti e sofferti, conferendo inoltre una più intensa partecipazione e commozione al ritmo dei versi. Per Q., la condizione nuova di impegno civile gli consentì di ritrovarsi e di concorrere in modo altamente poetico all'individuazione dell'uomo dei nostri tempi (Modica, Ragusa 1901 - Napoli 1968).

    fonte:http://www.skuola.net/

     
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